I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
*
Ad occhi aperti
Al collasso la struttura corporale di rimando la mente non ha eguali quanto a recuperi di volontà estrapolate se poi sognare è d'allenamento a piani congeniali allora ad occhi aperti è condizione naturale. Coi protoni del mio ego mi propongo viaggi spaziali poi non supero il cancello del mio recinto di morali. Eppure faccio scempio di leggi universali per esempio non ti ho mai detto io ti amo.
Id: 71553 Data: 19/07/2024 00:40:39
*
La scuola dei per sempre
Devo dimenticarti devo lasciarti andare come pioggia che cade fiume che scorre e giunge fino al mare devo fare spazio a correnti vitali altrimenti non potrò mai più essere pronto a un nuovo grande amore fare come gli animali e dare al tempo il senso di un resoconto individuale che non prevede ragionamenti ma solo azione in divenire devo scordarmi di te dei tuoi occhi di brace dei tuoi capelli corposi dei tuoi seni feroci delle caviglie sottili della tua anima d'artista della voglia che ti attraversa di essere felice devo dimenticarti in un per sempre che è scuola e confine devo lasciarti andare in un raggio di luce eppure non c'è cosa che vorrei di più al Mondo che rivedere il tuo volto sentire il mio nome nella tua bocca pronunciato a bassa voce
Id: 71524 Data: 14/07/2024 15:03:51
*
Le nostre anime
Al bene che allevia una solitudine congenita offro il mio cuore ferito. Con ingenua saggezza porto in dote una consonanza di preghiere discinte. Poche parole e dominio di sé. Tutto rientra in un piano deciso da un'ombra lontana. Volesse il cielo concedermi un precipizio di stelle una fata Morgana con cui trascorrere il tempo che viene. Se ne rimane a manciate che siano sassi da lanciare insieme sul greto del fiume. Voglio vedere fin dove rimbalzano le nostre anime appiattite. Faremo il verso dell'acqua colpita da candide ossa e disegni di vento su sabbia. Le vene percorse da sete d'amore la rabbia sopita nel mare in burrasca.
Id: 71495 Data: 10/07/2024 11:39:00
*
Tu
Il tu a cui mi riferisco diventa sempre meno specifico fino a perdersi nella notte dei tempi quando ci incontrammo la prima volta e tu mi chiedesti cosa volevo e cosa volevi. Se la memoria non m'inganna è la distanza a fare il resto. Come pretesto uno scambio di cuori nel petto fino a sortire un ritorno al passato ancora in via di guarigione un passato condotto attraverso la cruna dell'ago. Il copione mi vuole sdraiato a prendere il sole in un letto d'ospedale, con un vago ricordo aspetto Natale per sortire di nuovo giovinezza, fuga e palato. Poi lungodegenza pur di riprendere fiato. Speriamo di tornare meno peggio di prima se questo è un uomo che sia madre coraggio.
Id: 71376 Data: 28/06/2024 00:42:25
*
L’ estate enigmistica
Lasciare che siano gli altri a decidere del proprio destino si rende inevitabile in casi di estrema contingenza pregare per loro non mi sembra una cattiva idea farlo con costanza ma che non sia una prigionia una gabbia della mente indebitata. Quanto vorrei che mi fossi vicino con premure delicate ma mi accontenterò di passeggiate mattutine su spiagge deturpate, questa estate enigmistica di pensarti invano che dipingi sepolcri, da qulche parte lontano lontano, con gli occhi sul cronometro.
Id: 71363 Data: 27/06/2024 00:41:19
*
Un giorno di pioggia
Il preludio ad un giorno di pioggia è sempre un occhio lucido da qualche parte del Mondo una commozione che mi porto dentro fin dai primi mesi di vita. Convinzione cresciuta crescendo fino all'età adulta. Ora non resta diagnosi alternativa a breve necessita un cuore nuovo. Operazione da intendersi a cielo aperto con torace preso di petto da bisturi acuto con mani ferme prendetevi cura del mio cuore nel petto deve battere ancora per donne mature.
Id: 71351 Data: 26/06/2024 00:47:54
*
Mi basta il tempo di non morire
Quando mi accorgerò di non essere ancora morto vivrò la mia seconda giovinezza farò pulizia, farò chiarezza sospenderò il giudizio sulle cose, sulla gente sinceramente appassionato, gusterò ogni momento. Giusto il tempo di non morire mi serve per essere vigile e cosciente se amore fosse, sarebbe per sempre.
Id: 71321 Data: 24/06/2024 00:50:47
*
E’ sempre più verde
L'economia sentimentale mi preferisce ossessivo passivo in quanto solo io e io da solo posso trovare la via della pace lastricata di fango e provare a nuoto a toccare negli abissi per arrivare dall'altra parte col mio ego smisurato mascherato da erba del vicino dopo lunghi addii maturati negli eccessi quando avere a che fare con se stessi può sembrare un lavoro estenuante, allora forse meglio scordarsi chi eri e stendere le gambe. Guardare alla vita come sognando.
Id: 71268 Data: 17/06/2024 00:35:36
*
Il fascino dell’impossibile
Quello che conta alla fine è meglio dirselo prima o nel dubbio cambiare il cielo alle nuvole? Valvole alle fate, clausole alle polveri. Lasciare che i segni del tempo si fermino altrove e non governino rughe d'espressione, le forme atomiche di una maschera la passione sottesa alla performance la tristezza e le sue pretese di obiettore. E' un gene magnetico, attrae condizioni scomode questo vettore puntato sul nulla. La questione se questa è la questione è accontentarsi di poco anche se la tensione è per il colpo proibito la coscia di toro, il seno del terzo tipo, la fica. D'altronde riconoscere i propri limiti è segno di grandezza. Chi ne ha bisogno, chi può farne senza. Chi scaglia la prima pietra. Il fascino che l'impossibile esercita sulla mia mente che vacilla è un gioco che non vale la candela una rinuncia profetica alla propria identità la promessa che fallire sia una degna conclusione. Mi tranquillizza l'esclusione, la precarietà mi china il capo chino. E' tradizione da successione antica.
Id: 71234 Data: 14/06/2024 01:29:43
*
Come un’isola
Riflettere d'ingerenze primordiali nell'istinto quotidiano è da seminari sul passato tuttavia una prima legge di sopravvivenza è di non smettere mai di pensare per essere contemporanei a parte quando non si renda necessario un ripristino dell'unità centrale. Come vorrei avere con chi parlar d'amore con gli occhi negli occhi, le mani in tasca e la testa tra le nuvole! Ma non sai dove ti ho cercata, tra le virgole. Delirio di fate Morgana, sfatate dal mito della solitudine. Ma non sai quando, il tempo ti allontana e comincia a delinquere. Non so davvero per quanto ancora possa aspettare prima di diventare incondivisibile contro una qualunque delle possibili onde isola delle gattare oriunde.
Id: 71213 Data: 13/06/2024 00:45:14
*
Il lato positivo
Forse dovrei cambiare atteggiamento e considerarmi in pari ringraziare per la mia posizione ancora in gioco. Vedere delle cose, il lato positivo. Raccontare una storia giusta, senza vuoti ma la mia memoria seleziona solo mondi perduti. Ho perso l'abitudine al tripudio. Alla vittoria senza scrupoli. La mia serie è Purgatorio, il mio cuore perde colpi nei corpo a corpo.
Id: 71157 Data: 08/06/2024 00:21:13
*
Un faro nella notte
Con rancore devo ammettere, da vero insolente di avere abusato di rime scadenti ma se fosse un bel mestiere essere attraenti nei versi chi pagherebbe per sentirsi differente? Nel complesso passo attraverso piccole cose cose da niente, perché passarle alla lente d'ingrandimento? Evidentemente il mio destino è trasversale non prende strade maestre ma temporali per sentieri di montagna. Con le nuvole più basse di certe cime impressionanti. Col lamento di certi branchi disperati. Ai lupi famelici, ai cani bastardi i miei resti separati! Ci vuole metodo e costituzione per rinunciare ai propri sogni di ragazzo. Come un pazzo me ne sono liberato e adesso non mi resta che piangere sul sangue versato a pieni polmoni negli echi di una vita immaginata. Insieme a te sarebbe stata tutta un'altra storia. Questa certezza mi è faro nella notte e al tempo stesso triste condanna, tempio del disordine.
Id: 71117 Data: 04/06/2024 01:26:07
*
Passa tutto
Se il Mondo ci scappa dalle dita su tastiere borderline e non è finità l'ospitalità qui si scrive ancora senza limiti nel cuore e il bel vedere, a buon vedere, è vita che scorre nei sentieri e nelle vene, fino a nuovo ordine. Per contorsione o aderendo per costituzione allo statuto d'opinione, rispettare il proprio nome è sempre più facile se non si ha una posizione sul nascere. Così la reputazione dell'amore che provo è di passare il tempo fumando e bevendo. Tutto passa e anch'io sono di passaggio me ne accorgo con un anticipo tremendo.
Id: 71033 Data: 25/05/2024 00:46:38
*
Soprattutto di notte
Come cedevole alle percosse fosse sana e robusta costituzione mi presento all'appello con trent'anni di meno ma in carne ed ossa, di ritorno da un viaggio in treno in giro per il Mondo, no davvero, poche ore al giorno. Soprattutto di notte, mentre gli altri dormono. Ho visto cose per gli occhi. Sotto i ponti ho cercato tesori. Albe e tramonti a sufficienza per chiudere gli occhi in memoria di loro. Eppure la speranza di un giorno nuovo è ancora motore per risvegli notturni ad aspettare dal cielo una stella cadente per desideri da leggi marziali, un segno battente bandiera dei tempi una svolta cordiale nelle trattative popolari. Dio addio e pane al pane. Essenze quinte. Se cadere, prepararsi all'atterraggio. L'ingaggio dell'equipaggio è pagato dall'astronave. Il carburante è la condotta da recuperare per lo spostamento nello spazio la propulsione nucleare, gli stadi di passaggio è tutto regolare purchè siano veloci viaggio ed ingranaggio. Dura un attimo il transito, duro impatto.
Id: 71001 Data: 22/05/2024 02:16:13
*
In mare aperto
Questo silenzio prospettico riduce la camera da letto ad un pensatoio anoressico. Ci fosse almeno il fruscio delle foglie in mare aperto come quando porti con te memoria del bosco e senso delle cose. Quello che voglio è un sonno tranquillo. Riposare candide ossa e nervi scoperti per caso in ricognizioni fuori dal corpo. Che la mente vacilli è condizione consueta piuttosto fare esperienza del vuoto (per condurre i sogni fuori dal porto e l'anima in secca come sedotta da fuochi nel buio). Aria che nutre sacri condotti e occhi chiusi per affrontare la notte da soli.
Id: 70992 Data: 21/05/2024 00:43:41
*
Una vita per volta
Quando sei solo, pensi mai alla morte? Quando sei solo e il dolore può nuocere. Penso ci annulliamo a vicenda come piccoli atomi che si scontrano di primo soccorso, su corsie d'emergenza fatte di niente. Esistiamo separatamente e quando cessiamo di esistere lo facciamo per poco il numero dei nostri anni terrestri poi tutto ricomincia da capo in un labirinto di specchi che va in pezzi e si ricompone, al rallentatore tutta la vita davanti. Non guardare indietro se non con occhi di padre (in figlio). Senza il rancore per i giorni tristi trascorsi a piangere vie lattee. Futurismi di percezioni fantastiche possono portarti in un'altra dimensione di gratitudine perenne. Se solo il vento soffiasse nella tua direzione! E avessi orecchie per intendere. Qualche volta penso che attendere sia l'unica soluzione ma le occasioni perdute non tornano più, mai nella stessa vita.
Id: 70984 Data: 20/05/2024 00:40:22
*
Contare i treni
Parto svantaggiato nella corsa con me stesso. Non sono a conoscenza di cose che mi riguardano. Così agisco di conseguenza, spesso prendo decisioni affrettate che hanno però una latenza da belle addormentate: praticamente dannato da un'inerzia patriarcale compio solo scelte marginali sufficienti ad appagare il mio sistema elementare. Di base, prendere una posizione e fare restano per me, due momenti separati. Vittima di una contemporaneità, simultanea e atemporale mi adagio in un sistema di proroghe dove ogni problema è demandato a soluzioni di comodo. Rappresento un oltraggio per il me stesso che vorrebbe provare a vivere la vita ma lo stesso non ho forza né coraggio per superare questa prova. Da solo faccio più fatica. E' già qualcosa se riesco a chiedermi perdono. Tuttavia, meglio soli che male accompagnati è un consiglio da seguire oggi più che mai, che siamo tutti sfortunati. Poi capisco che è la scusa per non tornare presentabile. Complice di uno stato di natura che mi vuole invalido marcio in direzione precaria per non marcire in una gabbia intellettuale. Se mi avvento, sono avventato come un bradipo che attraversa la strada. Facile preda di canti di sirene non distinguo più gli allarmi e prevenuto ma non pronto, a quello che accade accada me ne vado sui binari a contare i treni di passaggio.
Id: 70904 Data: 12/05/2024 01:09:51
*
Coltivare fiori di campo
La congiura del tempo ha radici profonde nessuno sfugge all'ombra protratta è foglia al vento che la porta lontana dall'albero. Che il viaggio sia corretto in stato di grazia. La destinazione? Uno splendido ignoto. Coltivare fiori di campo e albe e tramonti o fiori di loto e scordarsi l'amore. E' una questione da poco se conosci la ruota gira nel verso sbagliato e ci allontaniamo gli uni dagli altri. Chi rimane mantenga il patto di ricordare.
Id: 70866 Data: 07/05/2024 00:57:30
*
Guarda che Luna
La consapevolezza è una grazia che gli dei del palcoscenico non mi hanno concesso: sono come un fulcro, rispondo delle mie azioni fino a un certo punto. Fino al punto di quiete, dove nessuno mi segue a intercedere per gli sposi promessi ed i pensieri si fanno nuvole e coltelli che il vento fa a pezzi da assimilare a pretese di grazia perenne. Come posso credere? Il cane non deve avere tutto a disposizione. Il cane deve chiedere. Così mi vendo al miglior offerente pur di ottenere un perdono mal retribuito e un luogo sicuro dove poter riposare le ossa. Coerente con i miei stati di veglia, nel sonno ti sogno e nel sogno siamo buoni amici, ci vogliamo bene e ci diciamo le cose che si dicono da stupidi, teneri e fotonici. Insieme saremmo davvero migliori, più felici in seno alle nostre rispettive famiglie? Posso permettermi la sincerità che hanno i pazzi o i poco di buono. Così non prometto futuri vittoriosi sul tempo che fugge nella mia autobiografia postuma scriveranno che tutto questo scrivere smanioso è facente parte a buon diritto delle mie turbe giovanili (a quasi cinquant'anni). Sono contratto ma cerco lo stesso lo scatto, la prodezza fuori area perchè in fondo sono sempre lo stesso inguaribile romantico di quando mettevo lo sgambetto alle stelle nel cielo per farle cadere nella trappola di desideri pret à porter. Come vorrei non averti desiderato tanto, ho commesso peccato di presunzione credendo che la Luna fosse testimone delle mie buone ragioni. E' stato troppo breve il nostro tempo insieme alla fonte della vita che scorre per sempre, un sorso interrotto. Lo affermo con cognizione di causa dovuta a una sete atavica. Precisamente stranezza d'amore.
Id: 70845 Data: 04/05/2024 21:37:33
*
Un ragionamento senza schemi
Cosmonauta da grande raccordo alunare mi perdo in sequenze di pensieri mercenari in ricordi e proiezioni che hanno te, come tema principale. Hai più talento o dedizione in quello che fai? Quante volte ti arrendi? Quante volte non molli mai? E' come una bandiera questa vita, la scalcia il vento a più riprese, è difficile godere di un attimo di quiete. Quello che mi appartiene è il tempo breve delle preghiere tutto il resto è un divenire di cielo senza compromessi. Quello che vorrei è stare bene con te, le nuvole e tutto il resto ma non riesco a trovare la chiave d'accesso. Vagabondo e mi accontento di non avere meta anzi ne faccio un ragionamento senza schemi. Tutto è guerra e tutto è tregua in un giro di giostra (per come conosco il sistema). Basta un saluto, polvere di stelle che cade senza far rumore, per accendere la speranza che sia possibile un po' di bene anche per me, un'ora d'aria alla finestra come nel fitto del bosco.
Id: 70803 Data: 30/04/2024 01:22:10
*
Nel fitto del bosco
La cantilena del mio ego scisso fa acqua da tutte le parti è pioggia che si spezza sul selciato è una stima secondaria degli errori commessi. Già la prima commissione scelse la percentuale a cui accordassi la sensazione del mio essere fatto male. Il riflesso, condizionato per eccesso dal resto circostante, ha fatto il resto così adesso il mio posto è questo, non posso scappare. Il me stesso, di conseguenza confezionato, è un mite pupazzo di fattura artigianale, buono per i campi di grano e le preghiere del vespro. Ha così paura di vivere che gli è difficile imparare e continua mediocre a chiamare canzone d'autore questa vita per versi. Se scrivere è una professione sono disoccupato da un pezzo ma questa vita perversa mi fornisce l'occasione di piangermi addosso. Ci vorrebbe un segno che ne so la pioggia nel bosco un posto sperduto nell'Universo virgole a regolare le variabili. Solo in sogno mi guardo attraverso e posso chiedermi perdono per essere fatto così male e trovo il coraggio di domandarti come stai. Hai ancora paura dei pipistrelli? Che facciano un nido nei tuoi capelli? La vita ti ha dato quello che ti aspettavi? Metti più talento o dedizione nella tua produzione professionale? E come sei brava! A me ci pensi mai? Così, di scatto, ti consiglierei il ritratto come luogo altro dove andare seppure è nel fitto del bosco che ancora ci incontriamo. Siamo spariti troppo presto o è solo un pretesto per la rima finale.
Id: 70718 Data: 26/04/2024 03:21:40
*
Una buona ragione
Il cuore mi si è stretto nel petto l'ennesima volta una morsa che per difetto ha fatto più spazio ai polmoni così ho preso l'aria che mi serviva, per piangere un po' poi d'un tratto, inaspettato un raggio di luce, puri fotoni a me così cari, che ho preferito cantarci una canzone. Nonostante il mio stato brado sia alla mercè di vizi di forma posso essere educato a comportamenti più comodi. Una volta ero capace d'imparare le foglie dai rami le vene dai polsi, adesso sono un mezzo uomo sincopato da farmaci alla moda. Ho la forma che ho con la mente che vacilla, sotto colpi di splendore e violenza devastatrice, a parole, tra un quieto vivere e il desiderio di una vita migliore. Se solo sapessi com'è difficile trovare tutte le volte una buona ragione, una santa ragione! Posso tornare a salutare? A sincerarmi che nessuno pianga? Tra spighe di grano prendo l'anima per mano e la porto lungo la dorsale stanca della collina fino al mare per guardarmi andare a fondo, per saltare in aria, proiettarmi fuori dall'abisso forzare il giogo di una natura vigliacca e sedentaria e portarti i miei saluti più cari, più vicini al bene che posso.
Id: 70565 Data: 17/04/2024 20:51:19
*
Genius loci
Io il tuo genio l'ho riconosciuto subito il genio di un luogo dell'anima dove cavalchi a briglie sciolte eppure ancora mi sorprendi faraona del mio impero delle ombre. Sono così contento di sentire che stai bene che anch'io me ne glorio e di rimando mi faccio meno triste anche se la congiuntura è di non averti mia so che in un Universo parallelo saremmo stati l'uno per l'altra acqua e ruscello sabbia salata, radice di quercia, fiore e giardino. Quello che puoi darmi lascia che lo prenda come un Sole nel vespro sui campi dietro casa. Ti aspetto alla finestra sgranando l'aria da vicino con canzoni dai raggi di velluto.
Id: 70544 Data: 16/04/2024 00:42:50
*
La biada
Non sai il bene che ti ho voluto e neanch'io l'ho saputo, in separata sete riconoscere e poi perché te e poi perché sedutastante? Quante le domande mi hanno avvinto fino a mordere. Forse mi hai svelato il mistero di ciò che ero nell'atto di essere me stesso e poi sei bella e vai forte come un treno. Io non capisce perché non ci siamo amati alla follia eppure la verità che non ti piacessi fu la prima a balzare agli onori delle cronache sarebbe bastato da parte mia prestarvi ascolto mi sarei risparmiato dieci anni di purgatorio eppure non sai il bene che ti ho voluto un sangue versato nelle frasi più anguste un chiederti aiuto rimasto sul fondo di pensieri nati orfani, eppure una luce che illumina intorno quando inizia a fare buio. Ma se la devo dire tutta, anche se tutto si trasforma questo bene tiene botta, perché non vuole niente in cambio che lo cambi in una versione meno folta. Boscoso mi sento, pieno di gloria, quando in sogno vengo a farti ombra, a tenerti compagnia. Lasciami sognare, almeno questo me lo devi per avermi tagliato la strada per avermi passato la biada tra le fronde degli atomi.
Id: 70534 Data: 14/04/2024 01:09:38
*
I rimedi della nonna
"lu vine è lu latte de li vicchie" nonna Gella Quando la tristezza ti prende a lungo raggio non pensare a cosa ti manca ma a quello che hai facile a dirsi e ci vuole coraggio ma mai dire mai la natura, il paesaggio sono fonti d'ispirazione una passeggiata nel bosco dove vi riconoscono le foglie ed i rami per attrazione. Bere alla fonte di un essere costante non perdere allenamento alla felicità. E poi guarda che nuvole cariche di pioggia senti il vento che ti porta parole di conforto puoi imbastire una discussione anche controvoglia se lo vuoi oppure apparire sull'onda di una musica lontana anni fa. E poi disegna come se non ci fosse un domani come se la corteccia degli alberi fosse degna di ardere nelle tue mani e il fuoco fermarsi negli occhi a svelare i propri segreti. Credi in te stessa, abbi fede il bene resta, attraversa le stagioni, è più forte di noi per fortuna, questo ti direi.
Id: 70525 Data: 12/04/2024 01:29:01
*
Svegliati è primavera
Svegliati è primavera lucida le tue piume di cristallo le acque nere del camper meritano fonti inesplorate le tue matite di ceramica giapponese percorrono più a valle fogli di corallo i tuoi boschi frondosi come riparo. I miei anni che se ne vanno lungo sentieri di melograno mi ricordano chi sono sempre meno così posso diventare un altro senza pagare pegno al destino. Come vorrei che mi dicessi che mi hai tenuto sempre con te senza lasciarmi da solo neanche per un attimo in opere e omissioni, parole da poco in un luogo tanto vicino al cuore da esserne il corsivo. Il maiuscolo di due iniziali incise sulla corteccia dell'albero sotto il quale torno a cercarti tutte le volte che posso, cede all'ombra selvaggia, il vento che soffia via il sole dai rami. Così vengono i sogni, (a cercarmi), su fotoni di rame.
Id: 70508 Data: 10/04/2024 01:17:38
*
lesa maestà
La lesa mi fa infuriare maestà del mio dolore metodico perseverare nell'incognito non saper dove andare mettere in conto un salto nel vuoto pur di restare ancora in onda essere perseguitati da un errore di fondo concepire la salvezza come fine del Mondo col mare che monta e il viaggio si fa pericoloso verso l'ignoto. In trasmissione si applaude a una cosa e al suo esatto contrario, in un delirio di versi di colpa e sensi vietati, la verità si vergogna nei messaggi promozionali la tempesta di cervelli funesta i finesettimana pensieri scaltri cercano vie di fuga orizzontali hanno le ore contate.
Id: 70500 Data: 09/04/2024 01:39:12
*
Quando fa buio
Si allontana nel tempo persino la giovane morte di un cantautore che ascoltavi quando ancora non lasciavi i tuoi sogni per strada una botta di zuccheri dopo un lungo conato un marciapiede disabitato dove trovare riparo momentaneo oppure lui che ammazzerebbe per stare con te. Quando c'è buio là fuori e per un poco non muori sospesa dove non c'è più niente al Mondo che ti trattenga oltre un moto interiore che vuole da te la risposta ad ogni perché e per cielo un tappeto di stelle volanti allora proteggi i ricordi migliori, gli appunti di viaggio perché ti serviranno quando tutto farà schifo e non avrai più forze per cambiare posizione al cuore nel petto il coraggio sarà un fiore di Loto, una foglia di coca da masticare per dimenticare la fatica di andare in salita.
Id: 70490 Data: 08/04/2024 01:17:38
*
Il pensiero malinconico
Il pensiero si raggomitola nella cuccia del cane luogo mansueto, tana, focolare dove si scalda al tepore di un antico coraggio mostrare la gola nel sonno a possibili equipaggi di personaggi da decifrare ancora in viaggio che s'imbattono nella mia gola scoperta, sepolto dal sonno lungo il tragitto. Il pensiero malinconico, male incolgo, si inerpica sulla dorsale alcolica, così fai capo all'ebbrezza di passaggio. Una custodia plastica e mutaforma per i tuoi stati di grazia. Verità concesse all'estetica di un abisso catodico i racconti dei posteri, i cartelloni pubblicitari, i poster dell'ingranaggio. Nella camera da letto il cane fa la guardia dormendo di un sonno sottile. E' stupefacente come si attivi al più piccolo rumore. Respiro solo l'aria dei polmoni consumando il meno possibile controllo preghiere al microscopio, reduce da battaglie vittoriose immolo felicità circostanziate per felicità incalcolabili. Nell'arco di un secondo, voluminoso, colpo di teatro decido del primo le incursioni temporali. Mi perdo e mi perdono, contuso, giaccio.
Id: 70483 Data: 07/04/2024 01:53:05
*
Un passaggio di consegne
L'amore mio per te è stato un passaggio di consegne alla vita adulta per cui mi hai abbandonato anche se so che è perfettamente inutile cerco l'ultima parte di me che crede ancora sia possibile per scriverti parole fraintese da tendere all'infinito per diritto di nascita ché c'è l'eterno nei nostri percorsi terrestri. Nell'alto dei cieli vorrei incontrarti ancora in volo sai cos'hai da perdere e per che cosa vivesti
Id: 70468 Data: 05/04/2024 00:47:43
*
La notte
Il bene che ti voglio si calcola in sigarette rollate cucchiaini di zucchero di canna madonne su carta da parati mattine di colazioni da campione Ti rimbocco le coperte la notte lascio il cane in posizione
Id: 70467 Data: 05/04/2024 00:26:11
*
Un rapporto cruento
Quel sentimento materno che è esaltazione del figlio mi è stato negato da un rapporto cruento forse per questo adesso non ho alcun rimorso nel dire che se ti ho persa è stata tutta colpa mia perchè chi è come me resta sempre a vedere nascosto in un angolo separato dal resto come tutto questo vada a finire davvero. Se mi resta un potere da scagliare dalle mani è quello di passare inosservato il tempo del digiuno forzato dall'amore come se vivere sia già morire andandosene un po' in malora come se perdersi in un altrove laborioso permetta di tornare presenti a sé ecco che mi rincorro nei labirinti del pensiero quando sembra evidente che non ci sia più niente da fare fino a scomparire in un vuoto disegnato con intenzione per me.
Id: 70458 Data: 04/04/2024 01:47:12
*
Ore contate
Governato da fasci nervosi, innervato da pensieri ottusi nebulose di desideri confusi si affacciano ai bulbi oculari nevosi cardini le ginocchia su cui pregare nell'inverno del mio commiato cumuli di peccati si attardano nel tunnel ventricolare siamo sempre più soli sotto l'altare sarà colpa degli atomi che vogliono scappare da un cuore spezzato che sa farsi del male che dalle mucose perde pezzi di fiato Come corre il tempo dopo i trent'anni è un lanciafiamme sulle speranze coltivate nell'atrio del nostro emisfero occidentale dove sanguini dopo aver appena scopato e le fragole sanno ancora di fragole A ripensarci non ho fatto un grande affare se sto attraversando ancora la fase del culto e ogni particolare è una freccia al tuo arco e non so dove andare a cercare i miei atomi mi disperdo in ragionamenti confusi che prendono il largo con in serbo tristi finali conclusioni di soprassalto Come vorrei essere un altro eppure non mi trovo male dove mi trovo è questione di canoni inversi di polveri bagnate alzi le difese o abbassi le pretese nella città degli angeli disoccupati? Mi è dolce questo piccolo oblio dalle ore contate
Id: 70384 Data: 25/03/2024 00:48:45
*
Di spalle
Non potrò che concedermi una solitudine refrattaria per poi morire solo come un cane in un branco di cani. Tutto questo perchè era bello stringermi a te pensare che ci fosse un domani ma una relazione involontaria porta con sé il mistero di luoghi lontani in una mente sedentaria e così ti ho solo sognata. Vicina, quasi dentro, nel cervello a volte nel petto eppure distante dal mio assedio te ne stai bellamente nel mio letto voltata di spalle, sei d'arredo a pareti di carta ti prego non perdermi per strada fa buio pesto e dove vuoi che vada senza la luce dei tuoi occhi da gara. La competizione mi vuole spettatore di un lungo collaudo
Id: 70367 Data: 23/03/2024 01:04:46
*
Il momento è d’oro
Concepisco vite parallele ma non pratico dolorosamente mi pregiudico ludiche incursioni in personaggi in cerca d'autore la fatica mi abita nonostante sia a riposo da quando ho chiesto perdono per essere fatto come sono. D'altronde il momento è d'oro se vuoi farne spighe di grano da mietere all'alba cospargi il capo di cenere, affila le lame e riempi le tasche, concediti di avere un'anima.
Id: 70335 Data: 19/03/2024 01:50:56
*
La bella addormentata
Ha un modo tutto suo di stare in sella alle parole quando parla che le permette lunghe galoppate tra l'incudine e il martello è sempre lei che paga la lingua, la bella addormentata
Id: 70312 Data: 16/03/2024 05:46:36
*
Carpa d’argento
Lo sconforto che mi prende ha gli occhi spessi di mia madre se mi trattengo perdo gli atomi come piangere al contrario e restare asciutti in mare aperto cado a pezzi e m'infrango lungo gli argini sono fatto per disfarmi mi arrendo all'evidenza con pigrizia e preconcetti le forze mi abbandonano e non ho gli elementi per tornare ad uno stato di quiete se finisco nell'acquario stavolta sarò carpa d'argento balenio superficiale e fondali d'altroquando
Id: 70301 Data: 14/03/2024 00:31:13
*
Perdigiorno
Come un vecchio livoroso mi accingo a rinnegare la fresca accecante verità dei fatti ma lo stesso mi domando come possa continuare a non aprire gli occhi. L'ambiguità di stare vigili nel sonno e dormienti nella veglia comporta una scissione parallela al livello dell'essenza per cui ci si stanca il doppio. Dunque balbetto nel mio stato di coscienza. E arranco nella notte. Troppo lontano dalla luce dei tuoi occhi mi confondo e perdo i giorni, sotterrando asce di guerra.
Id: 70295 Data: 13/03/2024 00:56:55
*
Uno più uno
Se ne convince come prima era convinto del non amore poi il contrario svuotarsi dei battiti, per compendio d'abitudini derivanti da condotte a salve lo conduce presso vuoti arrendersi, pieni di grazia. Reca con sé i danni di un antico concludersi prima di aver compiuto il senso di un senso comune ad entrambe le parti in causa: un numero due che resta uno più uno. Si rinuncia così all'estasi del risultato chè il risultato è un'estasi mancata benchè il calcolo abbia un potere ancora tutto da decifrare. In conclusione un ti amo bene assestato fa ancora la sua figura se in agguato, se sedotto e abbandonato, torna su labbra non tue, non mie in quest'anno di grazia, a garanzia di denti stretti appena sulla punta della lingua, un tremore di polsi su vene convulse. Ti amo, così, da destinarsi a persone e luoghi comuni.
Id: 70271 Data: 10/03/2024 00:38:02
*
L’età dell’oro
Non ho apparenze, ho solo superfici di una materia di sole superfici sono fatto e tremo della mancanza di un nucleo. Refrattario ad un esame approfondito mi conguaglio un debito di sangue in poche righe disabitate, abbandonate ad un destino di contrabbando le parole girano sottobanco, riluttanti: per dirti andiamo, potrei tornare sui miei passi per dirti vai, chiudermi a chiave nella stanza eppure una certa condotta degli occhi tradisce una trasparenza antropologica che mi rende schiavo degli impulsi di base. L'emanciparsi da tali impulsi sta alla base del processo evolutivo, per tornare all'età dell'oro quando ci amavamo incontrastati, gli uni con gli altri ed eravamo un intero senza parti.
Id: 70203 Data: 01/03/2024 01:56:09
*
Nel fondo dei tuoi occhi
Ringrazio la superficie liscia delle cose i quanti di luce che insistono ad essere fotoni nel fondo dei tuoi occhi il volo delle rondini che hanno punte dappertutto e bucano le nuvole nei cieli di provincia ma non perdono i morsi del tempo in catene rinuncio ad essere progressista in primavera lascio il cuore sulla bocca e nei polmoni a battere i denti al ritmo di freddi da balera ho già sentito gridare forte il mio nome dagli echi di montagna, ho perso conoscenza nei boschi lungo il fiume non per questo risalgo la corrente fino all'origine tra le vette per trovare la mia stella già caduta
Id: 70150 Data: 23/02/2024 01:23:42
*
I viaggi della mente
Le vene sono fiotti da tagliole trappole per lamenti di codardo ma se combattere non ti viene naturale può accadere che anche il cuore si metta di traverso e un pensiero laterale diventi un chiodo fisso un Universo più sicuro a cui tornare dopo viaggi spaziali, paralleli al corso degli eventi, i viaggi della mente. Così capisci quello che vuoi capire e ti perdi dentro flussi di coscienza sul divano della sala o in camera da letto in piedi, al centro della stanza con lo specchio che ti guarda convinto di aver trovato il senso della vita alle quattro del mattino, tra le crepe del soffitto il cielo nella stanza, come un Cristo l'ultima volta che lo hanno messo in castigo prima di dire e dopo aver detto il contrario di tutto parlando da solo, a voce alta un addio che separa il giorno dalla notte.
Id: 70142 Data: 22/02/2024 01:14:56
*
Uno solo dei tuoi baci
Al crepuscolo della mia vertigine sacrifico respiri affannosi condivido con lei gli atomi del mio apparato sessuale riprodursi perché vivere abbia un significato universale mi conduce a scegliere la solitudine come compagna solo se non muore la speranza di una famiglia secondaria. La vecchiaia è un'altitudine se la vita è una montagna ed ho un piano solare per passare le giornate panchine per letture edificanti passeggiate con l'amico cane ed erba da fumare boschi e nuvole randage a forma delle amanti che amai ma di uno solo dei tuoi baci è tutto il tempo che rimane
Id: 70133 Data: 21/02/2024 01:18:50
*
Senza essere noi stessi
La povera preda il male s'insinua a catena le pupille per vedere gli esercizi col dolore che trafigge il cuore maledetto perché siamo quel che siamo senza essere noi stessi? Perché vinci, perché perdi il tuo stato di coscienza? Quando ti arrendi all'evidenza? Siamo fragili qual foglia al vento come percepiti per sbaglio nel sogno di un altro frammenti di Universo calati nel baratro anime condannate a errare
Id: 70097 Data: 15/02/2024 00:30:42
*
Desideri di circostanza
Si è esaurita la vena d'oro delle tempie dei lombi in fiamme non rimane che una porziuncola di cielo, altare da cui pregare stelle distanti di cadere sovente per desideri di circostanza da avverarsi di passaggio. Ti ricordo che cantavi non sarà un'avventura fuori dal tempio, battezzandomi, non presagivo una fine tanto fuori dal seminato. Tantomeno avrei potuto pensare di rimanere bloccato tutto questo tempo in un Universo immaginario. Con l'amore a perdifiato solo immaginato e tutto ancora da fare.
Id: 70003 Data: 04/02/2024 00:51:17
*
Essere un altro
Potrei confessare un crimine irrisolto o lasciare che la testa mi giri ogni volta che fumo ma mi piace mantenere il controllo sentire che vivo conficcato nel Mondo solo quando scrivo o quando sogno so essere un altro per il resto del tempo amo confondermi passare inosservato, dileguarmi
Id: 69934 Data: 27/01/2024 02:16:36
*
L’amore si fa per tentativi
Come rimedio all'esistenza ho questo scrivere macilento facile e complesso, per certi versi che riconosco a memoria non appena averli scritti a matita (su foglio aereo) per resistere alla mia condizione quantica d'inadeguatezza specifica. Tradimento che porto a compimento con faticosa frivolezza flusso di coscienza lasciva, lava viva. Morire mille volte per sentire un briciolo di vita sopra le righe. Tra le pieghe di un tempo che ho perduto ad esistere senza vivere. Per sentire che l'amore è ancora possibile nonostante i tentativi vani abbiano ingoiato porzioni di Mondo con le mie speranze dentro, fatte e finite, compiere il miracolo di una resurrezione nella carne in un testo scritto, (strillo di cucciolo d'uomo alla deriva del senso comune) col sangue incandescente delle mie vene interrotte e le lacrime postume dei miei occhi di coccodrillo. Così, una volta per tutte, celeste, di stelle, di Luna e di tutto.
Id: 69914 Data: 24/01/2024 03:30:00
*
Nostalgia
Io ti vorrei mancare come certi indizi per decifrare la fine del cammino, il sole del mattino, la rugiada del suo prato come certe cose sane, piccole, sane e benedette una prima colazione, il sorriso di un bambino l'effetto di un film sulla gente. Tu mi eri via per l'Universo e adesso che ti ho persa mi resta la nostalgia delle stelle, nostalgia non di un corpo anche se celeste, di gesti cari e reconditi piuttosto di un tempo coi tuoi occhi in cui m'innamoravo di tutto, i sogni erotici, gli istinti mistici la tensione sacra di tenersi mano nella mano a cura del freddo permanente
Id: 69877 Data: 18/01/2024 10:02:04
*
Due cuori in affitto
A dividersi lo spazio, costumanza di trapezi d'arredo ci vuole coraggio e comunanza d'intenti dove far volteggiare parole d' amore come entrate dalla finestra, dove stringersi di un unico petto, per due cuori in affitto. La tendenza sarebbe non lasciarsi nemmeno per un attimo, nemmeno per pisciare. Far l'amore in ascensore o per le scale, sapersi aspettare su in cima. Come posso competere e cosa ho da offrire. Giusto le parole a getto continuo lascito minore di un tentativo vano, futile di un corretto uso di una memoria già scalfita. Senza amore diventa penoso anche giocare a fare l'uomo e conoscere la vita è sempre più difficile.
Id: 69852 Data: 14/01/2024 00:31:08
*
La volpe e l’uva
Mischiando solitudini al resto del mondo
il tempo restante restare da solo noi due per filo e per segno seguire la rotta confusa degli occhi negli occhi per capire s'è vero che non basta la mira per un colpo al cuore un cerchio e la botte sempre piena di vino di ardore, di voglia di crescere insieme, come uva matura che non ci arriva la volpe ad ogni buon conto mi manca mia moglie mi manca la terra da sotto
Id: 69753 Data: 01/01/2024 01:23:03
*
Essere umano
powered by I cani e Baustelle Dal principio alchemico le parole nomadi praticano anarchiche erranze etiche del trascendimento, impennano Ho scelto te per dei motivi misteriosi non vederti più è l'unica paura più grande di vederti di nuovo Ho fattezze di uomo da poco pigrizia costituente, sindrome dell'abbandono ma sono un essere umano Venuto al Mondo con gran dolore come un essere umano come un essere umano E poi morire in un ospedale come un essere umano come un essere umano Mentre riponi amore nella persona sbagliata come un essere umano nella versione corrente
Id: 69741 Data: 29/12/2023 01:38:30
*
Nell’atto di essere
La sostanza delle cose emerge dall'imponderabile prendendo confidenza con le azioni da compiere a tratti diventa inesorabile tanto quanto il tempo che scorre così può capitare che sprechi il mio tempo tentando vanamente di diventare un altro dimenticando di non conoscere a fondo la materia del contendere eppure mi ritengo banalmente presente a me stesso nell'atto contingente di essere
Id: 69697 Data: 23/12/2023 00:41:21
*
Declinando parabole
Ho volato qualche volta saltando una pagina e sono caduto per terra dalla volta celeste di certe grammatiche qualche volta che avevo rotto le ali su qualche filo spinato, foresta di riccioli coriandoli, atomi. Come foglia al vento, declinando parabole a spighe di grano. Come perdere la strada di casa applicando la tecnica delle molliche di pane. Come andare invano altrove a coltivare allegre distanze, pomeridiane di vene fatue. Eppure posso dimenticare, sono capace di fare la mia parte così sarai, nello spazio di un saluto, archiviata come storia sbagliata, rifiuto di bagliori, una voltata di carte.
Id: 69688 Data: 22/12/2023 00:38:39
*
Fuori
Fuori, uscire fuori prendere aria a polmoni aperti fuori, fuori, uscire fuori dalla controversia se sia meglio morire o arrendersi Alla finestra voci di fondo attraverso una sana condotta vivere a lungo ma quando puoi permetterti solo una breve rincorsa che ti venga in aiuto un cielo di gomma un vuoto compiuto Un lungo digiuno mi drizza il pelo e ho fame di gloria quanto un veleno distillato per anni con rabbia chiedere aiuto ha piume di porpora stanno piangendo nella camera accanto
Id: 69678 Data: 21/12/2023 00:34:58
*
Come da copione
La fruizione scomposta dei mezzi di massa m'induce la memoria frammentaria come da copione. Mi abituo al peggio con convinzione sempre meno cerco la svolta con sempre minor vigore. Sarà la vecchiaia anticipata l'anima in pensione, coi desideri tenuti a battesimo da una morale calcolata a capostazione, col treno sempre fermo alla fermata scorsa. Dove il treno è la speranza ancora in volo. Per questo forse temo cambiamenti per questo mi perdono.
Id: 69631 Data: 11/12/2023 23:58:12
*
Chiodo fisso
Sa essere così dolce la materia da farti comprare un chilo di yogurt avere come punto di riferimento un fantasma di padre provare un amore platonico con prostitute a portata di mano; sa essere spietato lo spirito e lasciarti da solo in un deserto lontano da casa. La via della salvezza è lastricata di pazzi. Alla mia fermata ti sei voltata dall'altra parte? Avere un punto di riferimento è formula narrativa ma anche terapia per la cura dell'anima. I ricordi si fanno d'immagini. Così mi adagio su pensieri di canapa.
Id: 69622 Data: 11/12/2023 00:36:41
*
Domatori di farfalle
So come vagare da essere umano ma non ricordo la mansione di fondo lo scopo rimane un luogo lontano un paese straniero Il destino come giorno di festa scandisce il tempo per immagini e i ricordi sono sogni di gloria che non trovano l'uscita per cominciare il viaggio Fa come fossi a casa tua prendi possesso, lasciami attraverso lo specchio, un punto di vista sulla tua vita Come un Cristo a mezza voce sottrarre un grido rabbioso alla notte che perpetua il ciclo della luce ombra che sale dal portone mentre la pioggia che cade dona il ritmo alle parole e il vento spinge le foglie per aria, altrove rispetto al luogo designato dallo sguardo Per generazioni su questa terra abbiamo infilato forconi e ghirlande di fiori come canzoni d'autore per viaggi da soma è il momento di guidare la speranza in direzione ostinata e contraria a quella della materia, atmosfera domatori di farfalle
Id: 69612 Data: 09/12/2023 02:21:24
*
After party
Destinarsi after party, dopo la fine del Mondo voltarsi di tre quarti nelle foto per uscire meglio dagli ingranaggi dei granchi presi a viso aperto per paura dell'ignoto arrendersi alle tesi prima che si metta in moto il meccanismo del grande rifiuto lasciarsi andare alla vita come per gioco foglia al vento in una clessidra con le radici nel vuoto per giunta dirsi addio con gli occhi negli occhi le stelle nel cielo, i cipressi e la pioggia Era d'inverno, un vento sottile che bucava le ossa il sangue scorreva, pieno di grazia eppure c'era gente che ancora s'amava
Id: 69581 Data: 04/12/2023 00:09:26
*
Fuori dagli schemi
Sotto lo stesso albero ci fermiamo a scrivere padre e figlio, senza saperlo, a distanza di anni saremmo diventati canzoni nelle vite degli altri scrittori fantasma, macerie di attimi andati in gloria plasma per dracula ignoti; forse, bastasse muoversi poco dalle proprie posizioni, per restare centrati, in equilibrio tra le dimensioni muovere passi in una sola direzione aspettare ancora un poco, prima di parlare prendere le distanze dal dolore, senza tradirlo dal male, ammettendo che sia in noi stessi tentando di imparare dagli errori commessi ad essere amati, pensare fuori dagli schemi. Nonostante siamo in tempo per cambiare saremo vecchi negli anni sbagliati.
Id: 69565 Data: 01/12/2023 00:52:31
*
Tra le onde
Mi lanci la scialuppa di salvataggio ma vedo solo mare ad oltranza o è una trappola, come una vacanza in cui non ci si riposa affatto? Dammi un segno, una speranza non lasciarmi alla deriva solo, in balia di correnti da strapazzo. Nel rumore di fondo troppo fioca la tua voce tra le onde. Puoi condurmi da te se vengo in pace?
Id: 69561 Data: 29/11/2023 23:37:06
*
transito terrestre
La distanza è solo formale il cielo, il vento, il mare siamo noi se mi vuoi solo per un attimo altrimenti sopportami alla pari di un effetto collaterale difficile da battere Se rifletto nello specchio trovo compagnia poi mi perdo in pensieri capovolti e non capisco da che parte stia dell'Universo occidentale Se ti attraverso coi miei versi da viaggio o passi oltre al prossimo miraggio che ti sia fonte d'ispirazione artificiale Sei tu, con gli occhi di un'altra la nave spaziale che mi porta su Orione la promessa perplessa di una vita migliore dentro una vita qualunque Sei sempre tu che mi fai sprecare il fiato il decoro sconsolato la ragione fuori uso quando dovrei pensare al futuro adesso Alle prove d'affrontare collettive e individuali combattere la solitudine conservare l'attitudine d'ingannare il tempo con giochi di parole E poi non sono più lo stesso mi è successo d'invecchiare chiaramente prima di essere diventato immortale come si augurava il mio clone fantasma Per la speranza di un secondo transito terrestre che mi vedesse partecipare della fine del Mondo mediante scelte complesse e comportamenti contro corrente
Id: 69557 Data: 29/11/2023 01:36:56
*
Possa l’amore (reincarnazione?)
Sono tempi bui viviamo in un Mondo crepuscolare sembriamo ambire a una fine più che tirare a campare Le solite foglie nel vento a vagare mi ricordano sempre la vita che va Dove andare a parare i colpi del tempo inferiore? Quanto all'eternità non ci assolve mentire Siamo creature ostili alle leggi di base che sanno a fatica non farsi del male Possa l'amore insegnare una sana condotta possa la morte essere una nuova occasione
Id: 69550 Data: 28/11/2023 00:17:48
*
Da posizioni consone
Perché? E cosa vuoi da me? Chiedi e ti sarà dato, d'altronde sono la tua Penelope. Tesso trame di parole che attendono di essere indossate da te che sei misura del filato materia incandescente che plasmo nella mente a immagine di un ricordo immaginato. Fa di me quello che vuoi fa di me quello che voglio non appena me ne accorgo ma stai, non andare via dammi la gioia impulsiva della tua compagnia, potremmo per esempio per iniziare raccontarci ciò che ci piace sotto forma di lunghi elenchi salmodiati di parole o scambiarci impressioni sull'ultimo film visto al cinema o alla televisione oppure dare forma alle nuvole da posizioni consone tipo l'erba del prato alle pendici del monte più vicino quelle chiacchiere insomma stupide e care che si fanno tra amici con un po' di fantasia
Id: 69547 Data: 26/11/2023 21:21:17
*
Ovunque
a fianco della mia nostalgia non ti ho mai voluto così bene Posso capirti per escursione termica per anafora, per aforisma, per metafora di un'anatomia simmetrica, cambio di clima, messa a sistema la congiura del gelo eclissi, ecosistema del falso nel vero. A capirsi un gioco di sguardi in cui vinca il segreto di un antico splendore tengono tregua. Se mi guardi anch'io mi vedo. Se ti guardo dove sei? Nei tuoi occhi o nei miei? Dove risiedi? Dove ti elevi a potenza? Ovunque, ovunque mi arrenda.
Id: 69503 Data: 19/11/2023 23:59:45
*
Come un severo tornare
Stortura del tempo flesso l'inverso partire delle foglie che è un severo tornare al cospetto del vento che è il motore delle cose leggere alla terra, a cui tutto appartiene Prendimi questi pensieri cacciali al fiume che prendano la via che conduce al polso della situazione oppure dalli alle fiamme per accendere un rogo sulla nocca della collina e come per gioco tienimi per mano sul bordo affilato della roccia mentre saltiamo nel vuoto Questo apparire di luci lontane mi ricorda da vicino i tuoi occhi pensosi fino al mattino continui la pioggia
Id: 69488 Data: 17/11/2023 01:04:33
*
Purgatorio
La fase calante di un sogno di gloria chiede aiuto a forze e frasi di senso compiuto che risiedono altrove rispetto al normale statuto dell'attitudine per non svegliarsi già vecchi, già pieni d'acciacchi per una seconda versione dei fatti, la propria storia da raccontare cose a cui pensare entro un certo limite a tempo determinato o il rischio è di calarsi un personaggio sulla faccia, una maschera. Per essere veri qual è il dafarsi? Ma che vuoi che mi importi? Sono troppo impegnato nel prendere sonno e stravolgere il senso di certe immagini che ancora oggi mi vengono a trovare nelle stanze private, in un condominio di tarantelle stanotte in un istante e ogni notte per sempre. Così circolare nelle mie poche intenzioni che resto sempre uguale, regolare nelle trasformazioni anche solo immaginate. Sognatore della veglia, inconscio esploratore. Così ti penso, confusamente e percepisco ogni tua azione come il tentativo disperato di liberarti di me senza troppo soffrire. Presuntuoso da parte mia e impertinente, persisto ma senza l'ombra di un rancore (semmai i sensi di colpa per non aver saputo evitarlo) e il peggio che mi tocchi è un Purgatorio solitario.
Id: 69442 Data: 09/11/2023 00:52:42
*
Sono solo parole
Per tenerti a bada ho usato parole messe a fuoco e per mettere a fuoco certe immagini ho attinto a piene mani da una memoria fuori bordo. Apparse a cielo aperto, chiuse in me stesso tradotte da una mente che vacilla pensate mille volte per un tempo lento perfidia di letture a voce alta, scritte di getto come confermarsi un perdigiorno eppure ancora non estinguo ululati se la Luna compare a farmi da bersaglio: parole, dilapidarne un capitale pur di scoprirti il fianco.
Id: 69402 Data: 04/11/2023 01:03:40
*
Fatta a pezzi
Eterno adolescente, già in crisi di mezza età, fui complice di un quieto vivere per necessità di farmaci, a tirare avanti senza voci, tu mi piaci, dal vivo non te l'ho detto mai ma che vuoi sono più vivo tra i versi che in fase alternativa e quando scrivo ti attraverso, come prima che ti tenevo a debita distanza e mai troppo vicino. Sono un contadino senza piante, senza orto, senza giardino. Perchè tu sei lontana, a far l'amore con il mondo e con il tuo destino. In tua assenza ho affinato tecniche di sopravvivenza inclini al martirio ma prive di conseguenze irreversibili, così tornare indietro sui miei passi è un tentativo di archivio di pratiche collaudate, il punto di partenza come punto d'arrivo in un turbine di sequenze permanenti, in equilibrio tra fasi e contro fasi dove la materia del contendere è la vita tutta quanta fatta a pezzi.
Id: 69385 Data: 02/11/2023 00:52:55
*
(curami)
Il dramma politico delle nuove generazioni è di non aver ricevuto un'educazione sentimentale con l'aggravante di avere infranto ogni limite di velocità e io invece di pensare continuo a salmodiare, fedele alla linea dettata dalla mia superficialità D'altronde ho perso il potere di cambiare le cose non appena venuto al mondo come un segreto svelato o tenuto per troppo all'oscuro del suo stesso significato perde il volume di una verità potenziale e diventa sottile come un colpo di freddo che ti prende allo stomaco con basso profilo ma esito certo, definitivo, così io Ora, in aperta campagna, se ne può parlare ma ora al centro commerciale in fila per il bagno? Eppure sono vivo eppure non so per quanto non sono un passaggio di stato non sono un vuoto esagerato non sono una fase del coito se non puoi trattenerti meglio se a cielo stellato Ti vedo perplessa, stupita-perplessa mi fai venire voglia di ridere e riscopro quel senso di essere preso in cura da te non per questo salvo ma in via di guarigione e mi ricordo di desideri sospetti e fragili simpatie non per questo salvo non per questo fuor di prigione è tempo di rimozione per me è questo assolutamente vero?
Id: 69377 Data: 01/11/2023 01:33:35
*
Vite parallele
In clandestinità spargo il seme dei miei giorni edulcorando vite parallele a moribonde fasi alterne, albori di vie lattee i pensieri in latifondo, per redimermi da peccati tutti uguali concentrati in un secondo momento di riflessione estemporanea, trovare il capo della fune da cui prendono piede le parti del corpo e ordinare al cuore di chiudere gli occhi, ordinare al cuore di battere forte.
Id: 69360 Data: 30/10/2023 00:30:27
*
Di foglia al vento
Dove nasconderli certi pensieri? Dove nascondersi dai desideri? La volontà si squaglia in rivoli e si perdono le forze quello che ottieni è di essere travolto dalla vita ancor prima che si avveri vuoti e pieni. (Io?) Alla speranza io mi arrendo di una conclusione magnifica un finale poetico, piuttosto un refuso vanitoso di foglia al vento
Id: 69316 Data: 22/10/2023 00:29:36
*
Mani in tasca
E' un canto disperato in versi di balena alla vita che si avvera il mio commiato refrattario ai colpi di scena così me ne vado per le strade salutando buonasera con lo sguardo in alto le mani in tasca perso per pensieri che mi voltano al passato dove sei andata a perdere il fiato su crinali di montagna? O la vita ti appaga anche solo respirando un'aria normale? Non siamo stati buoni amici per caso capisco meno ciò che ci separa e invidio chi ti ama riamato con concentrazione scrupolosa ma la vita che volevo comunque non passa di moda con stupidità artificiale è la cosa che non muore
Id: 69294 Data: 19/10/2023 00:52:07
*
Alle cinque di mattina
Mi alzo alle cinque di mattina, spacco la legna, mungo la mucca, porto da mangiare ai cani, mentre infuria il fuoco del camino, la mia sindrome di Stoccolma m'impone un inchino al mio aguzzino per evitare ritorsioni autunnali. E la mia mucca sei tu, i miei cani sei tu, il mio aguzzino sei tu, sei tu la legna nel camino. Per quanto vali, struggersi non vale di un'inerme prigionia, la catena che mi tiene è a maglie fisse: dall'addio, nei pensieri, la distanza non esiste. E' tutto il moto percepito. Quest'inverno fa le scale amore mio per ascensioni analogiche in con-dominio.
Id: 69246 Data: 13/10/2023 00:27:10
*
Anfora di cristallo
La liturgia dei versi è anfora di cristallo tra anfore d'acciaio, alla sensibilità di ognuno preservarla da accidenti e riempirla di significato, proprio, inadeguato ma comunque prova di un tentativo di avvicinamento. Il tormento, il guaio scongiurato, sempre predica una trattativa col pensiero e anche quando l'esito si fa più incerto trova le parole di un dolce abbandono, fosse anche un latrato di bestia ferita nel suo covo o canto del lupo alla Luna in campo aperto, può lenire dolori senza un nome. Dal particolare all' Universo sconosciuto.
Id: 69212 Data: 07/10/2023 00:57:37
*
Rose e fiori
Comodamente prende posizione, stanziamento, un pensiero sottinteso, un malinteso. La mia volontà si spezza nell'imbrunire di una scelta fatta tanto tempo fa, voleva più non vola l'immaginazione che consola si racconta una favola da sé, è malato il mio commiato da me stesso, volava più non vuole fare il dafarsi, la coscienza si distrae, sembra fatta per giocare con la colla e la parola che si stacca dal parlato. Muto me ne sto, a contarmi i respiri mentre salgo per la costa che fa il giro. Il fiato corto l'ho pescato tra la paglia, gli occhi tristi in un lago di montagna. Il ventre gonfio tra gli otri clandestini di certi frati birraioli. Così mi cingo di allori, bestemmiando che la vita mi piace più di prima. Prima quando, che ero magro, pensavo che la vita fosse tutta rose e fiori.
Id: 69200 Data: 05/10/2023 00:52:08
*
Così come i versi
Cospirando con la notte tramo nel vicolo discorsi di poche parole, un posto al bancone per sogni di gloria, veglie di gloria e sbornie di alto valore. Spirituale sarebbe la mia meta recondita, non fosse che la materia mi conclude in quello che sono, quasi come un cane che si vergogna a chiedere il cibo ti chiedo perdono per non avere capito ma il disturbo che tolgo è un canto proibito che tengo a catena in giardino per Lune da lupi senza memoria. Questo vino non lo benedice nessuno, resta vino anche se la carne lo incontra. Così come i versi, astemi, versati da vene per buona condotta.
Id: 69186 Data: 03/10/2023 00:48:17
*
Lungo i condotti
Sarebbe vano cercare la portata massima del cuore rotolando giù per condotti d'avventure arteriose e pensare di poter aver ragione dei frutti odorosi, dei fiori colorati, dei cosmopavoni. Meglio restare con i piedi per terra, in gracili zolle anche se le nuvole sono un invito per la testa a prendere il volo. Le montagne riarse e brulle, parche e generose tessono trame di sentieri di poco boscosi ma sempre recanti uno scorcio sul nulla. Fino a valle, dove il bosco decolla. E il fiume consiglia di stendere i panni in favore dei raggi del Sole. Per asciugare dalla pioggia sottile tenere ossa accendere fuochi di faggio a mezzanotte. Per le preghiere recarsi altrove.
Id: 69156 Data: 29/09/2023 00:43:08
*
Folate mentali
Siamo spazzati da venti oceanici che ci costringono a folate mentali, con gli occhi aggrappati ad immagini, giunte fino a noi dall'altra parte del mondo o in maniera artificiale da un luogo della mente che viaggia a ritroso rispetto al normale corso di una corrente che crediamo di conoscere, per esserci immersi quotidianamente, senza apparenti ripercussioni, per vite (masticate) intere, che non facciano parte dei meccanismi che regolano il regno animale. Comunemente il nostro sentire sarebbe un teorema di Pitagora o la dichiarazione d'indipendenza del volume della sfera ma ogni tanto la sabbia negli occhi e le formiche nel cervello ci costringono a percorsi dove anche i pensieri più dolci non trovano scampo e i calcoli si complicano, perseguitati da paranoie circolari. Siamo confusi, dunque nervosi e divisi in particelle crepuscolari per cui la nostra personalità vacilla in declinazioni esasperate tra gioia sfrenata e abissi immacolati, non prendiamo una posizione che ci consenta una dinamica equilibrata una porzione di tranquillità balneabile e siamo schizofrenici compensati.
Id: 69143 Data: 28/09/2023 00:38:37
*
Le invasioni barbariche
Abbiamo perso quei sentimenti che abbiamo detto che non avremmo perso. Ci sono state le invasioni barbariche di mezzo. Il senso di una vita nell'atto di sparire. La convergenza della luce del mattino sul comodino addormentato, che vuoi che non sappia che non vedrò la tua guancia sul cuscino e il tuo sorriso di lato, prima di andare via? Cosa credi che non sappia che non avranno memoria le mie braccia delle tue forme circostanti? Ma se è una patologia questo sentire, una corsa a perdifiato e tu non mi vuoi guarire, allora resterò malato, in attesa di un miracolo. Abbiamo perso quei sentimenti che abbiamo giurato che non avremmo perso mai. Ma si sa le invasioni barbariche cambiano le cose. E in modo repentino, in un tempo di pochi atomi, ho deciso di nascondermi dietro versi spaiati, pieni di sangue, perchè non si versasse che un lamento di sintassi e le vene intatte, perchè hanno già dato, continuassero a dare la loro lezione ai cuori infranti. D'altronde credi che non sappia che scapperai anche dalla prigione che ho costruito per te nella mia mente? E' evidente che sei fatta per scappare da tutto ciò che ti trattiene. Il bene, il male, concetti sopravvalutati, se non hai la libertà di scegliere per te il futuro che vuoi. Ma che vuoi, abbiamo perso quei sentimenti che abbiamo giurato che non avremmo perso mai. Sono passate le invasioni barbariche e hanno spazzato via tutto il resto di noi. Non rimane che una parte segreta, inaccessibile, una legge matematica.
Id: 69125 Data: 26/09/2023 01:21:39
*
Effetto placebo
Ti sento così vicina che quasi posso toccarti o già sei dentro, nei sotterranei stratagemmi del mio apparato circolatorio, a divinare, venatoria, il mio futuro da preda officinale, farmaco da banco, un generico pronto all'uso occasionale. Così mi prendi, in gocce di pioggia e foglie al vento per un sollievo missionario di tregue da placebo. Se potessi allungare il passo alle mie parole forsennate, forse nate da un desiderio incontrollato, farei ombra ai tuoi pensieri esposti alla censura di un sole spietato, meridiano di stesure controvoglia. Ma sono stanco di lottare la battaglia di Don Chisciotte. Ti appartengo per disfatta, il diritto di nascita che ti compete è il mio vano tentativo di una parresia immacolata.
Id: 69090 Data: 22/09/2023 16:31:50
*
A quale costo?
A quale costo perdemmo quel sentire di bosco, rintanati in ombre confuse, alla luce di conclusioni sbagliate e deduzioni alla rinfusa? A quale costo gemma la rosa? Di entropie in cumuli. Così noi portammo a termine l'apprendistato, petalo dopo petalo, il conto delle spine. Tumultuosamente, senza programmare il cielo per le nuvole. O accordare al senso di vuoto ogni singola ragione. Per gioco, sprezzo del pericolo, l'inclinazione, il cordoglio della mia generazione, con l'individuo ancora vincolato a render conto delle proprie azioni. Forse col tempo tutto si perdona, presi per stanchezza, sul divano, con un bicchiere di vino, sconfitti dal capitalismo e la paytivvù. (-Ancora tu? Di già? Non dovevamo vederci tra un po'?-) La lentezza è un bene di lusso. Così adesso velocemente mi consumi. La felicità del sangue che scorre nelle vene al sicuro la conosco a polsi alterni e per sentito dire. Altrimenti battente, il mio cuore stantio. Mi è valso un riformatorio di altissimo livello, tutta la vita che mi resta e la passata è un caso aperto, il vizio inverso di un detenuto in attesa di giudizio.
Id: 69084 Data: 22/09/2023 01:36:46
*
Vicino scorre il fiume
Partiamo dall'inizio: quando il verbo conobbe la tua bocca si fece carne viva, non prima, nelle inerzie andate in fumo per assenza di coscienza. Non nella mente collettiva di un Dio ancora uomo. Per te, perché io non sono stato mai abbastanza, per te il frutto è caduto dall'albero. Proibito chiedere aiuto, catturare il cielo in una stanza. Il mio regno è già finito. Piange miseria l'inconscio ancora vivo. Eppure condivide la ragione con il tuo lato migliore. E il tuo lato migliore è un dolce perdere i sensi. Allora a che serve essere presenti a se stessi se l'unico sguardo che vorresti si posasse su di te è rivolto altrove? Non è questione di domandarsene il perché. Le risposte taciute fanno esperienza dell'amore in silenzi sconosciuti e poi altrove è un bel posto per tenere gli occhi chiusi se non ci sono pericoli vicini e vicino scorre un fiume. Vedere quello che non c'è, l'intuito che può confondere. Io sono qui, si ma dove?
Id: 69007 Data: 12/09/2023 02:12:17
*
Vanità di vanità
Vanitoso mi appiglio alle conifere, vertebre del bosco, per un verde risveglio del mio sguardo. Come in posa per la foto, lo volgo di lato, sognante. Scoppi a ridere e io ti vengo appresso, da distante che ero, nel processo di avvicinamento. Quanto costi? Perchè non posso crederti senza prezzo. D'inestimabile il cielo terso, i fuochi a valle e parte un lungo elenco di cose belle, che ti risparmio, nel gioco delle parti, perché non mi compete convincere gli astanti né tantomeno te, invincibile nel tuo ruolo di gradassa, di santa. Ma ti ricordo che peccammo. Che peccasti di una giovinezza bellicosa, tu madre, tu sposa, io appena nato. La tua vita aventurosa continua da un'altra parte, a reti unificate, dove cadono, artefatti, amanti in senso lato, freschi di pescato. Percorrendo senza mezzo termine certi silenzi tortuosi posso aspettare invano che tutto si trasformi, se resta uguale, immutato, il desiderio che torni e tu non torni e niente si ripete. La mia fede è una proposta indecente, credo di credere a ciò che conviene ma intanto prego che la mente non fugga dal reale. La paura che mi assale è che esista la verità, da qualche parte, per quel che valga cercarla. Nella menzogna voglio stare, di tre quarti, mezzo addormentato e sognare di noi altri, felici e senza affanni, in circolo virtuoso. Non oso annoiarmi, sono troppo vanitoso, il tempo mi ammaestra e se penso che mi amasti? Un poco, di tanto in tanto, ritorni sui miei passi? "In tempo per le messi al tuo grano bruno di foresta". Contrariamoci: io vado, tu resta.
Id: 69004 Data: 11/09/2023 01:43:09
*
Da nessuna parte
Schiena dritta, la postura conveniente per uno sguardo d'insieme, le spalle come vele a sondare il terreno, per direzionare rotte intere, da un punto ad un altro, dall'inizio alla fine, se ne hai il coraggio, se il vento mantiene (l'apparato) e camminare respirando col naso oppure piegarsi sotto il peso di pensieri di passaggio. Forse è un'arte perdersi in chiacchiere, perché è un'arte perdersi in generale. Così scendo le scale, trasognato, senza guardare attraverso la strada e non voglio andare da nessuna parte. Cade un vaso poco distante, mi manca.
Id: 68982 Data: 07/09/2023 00:48:59
*
La felicità è un sistema complesso
Sa di oltraggio questa mancata euforia, la vanifica una lite domestica. Per un quieto vivere sarebbe meglio se certe parole fossero taciute, se non rispedirle al mittente fosse la prova del nove nel teorema dell'arrendersi. Con fughe verso l'esterno, verso per verso, per non confondersi con rancori calcolati e agire l'inerzia dell'istinto, per processi sommari che sottraggono alla ragione una guida sicura verso un porto sicuro, cercare uno spazio da riempire prima che venga la fine o che io l'attraversi. Vene, ciò che conviene non è sempre sostanza delle cose. Torno a te, perchè niente è come te nel ricordo che m'appartiene. Così può capitare che per far sbollire la rabbia pensi all'elenco dei sorrisi che facesti, come per errore, perché non volevi che ti vedessi per l'occasione, ti cogliessi come un fiore. Esperire dell'amore la genetica dell'abbandono mi rende orfano, senza pudore. Fosse anche un giorno di Sole a far andare le cose come devono andare, bastasse una bella canzone a cancellare una brutta notizia, allora potrei imparare a memoria il percorso di una vena da miele. Fino al cuore rivelatore, oltre le stelle menzoniere. Ma non ti chiedo di più, in fondo sono soparvvissuto alla tempesta. Il riflesso nello specchio non mi è nuovo va e resta, come me, come mio, eppure ancora non sono. La felicità è un sistema complesso. In sua assenza cercare dentro se stessi le ragioni del vuoto.
Id: 68964 Data: 03/09/2023 01:44:47
*
Il bosco a vento
Saliremo ai faggi torti di quel bosco ventoso che ancora s'impianta sul ceppo della montagna. La luce che filtra la nebbia sepolta in granuli d'oro. Respirata d'affanno per la lunga salita sarà l'aria la meta dei polmoni al mattino. Più vivi che morti saremo più stanchi di prima con gli occhi ubriachi come di vino per la troppa bellezza invece le foglie a blandire il terreno saranno tappeto dei nostri passi scoscesi. Allora sapremo che nulla è perduto se rimane del tempo per stare insieme nel bosco.
Id: 68931 Data: 28/08/2023 06:02:26
*
La follia perpetua o l’amore di un attimo
Saltando alle conclusioni da una premessa faticosa potrei giurare che quella mattina dovetti scappare da tua madre scapicollandomi giù per le scale ancora mezzo addormentato pieno di me e di te in un modo che a posteriori giudicherei vanitoso. Ma che vuoi ero innamorato come un cane del suo osso un osso bellissimo, dai lunghi capelli ricci (e l'anima di chi t'è muort) e l'anima d'artista, che avevo appena sotterrato per paura che qualcuno me lo potesse rubare e invece ancora non smetto di scavare ho abbozzato ettolitri d'inchiostro sangue dei poveri di spirito. Ma esplicitamente non deduco in merito alcuna dispersione è solo la terapia che mi ha prescritto il medico prima di andare in pensione. E' come fossi assediato da quello che manca e facessi finta di essere inespugnabile. Beni di consumo a riempire un senso di vuoto di origine nervosa, come fossi una discarica senza fondo. Com'è difficile volersi bene nel modo giusto prendersi cura di se stessi implica conoscersi anche con un certo intuito che ho perso appresso ai complessi d'inferiorità alle manie di grandezza, i sensi di colpa le paranoie fondamentali, le allucinazioni materiche e la sindrome dell'abbandono. La crisi di mezz'età sarà passata al vaglio della santa inquisizione quando i giudici verranno eletti dal popolo per il momento rimandiamo ad opinioni di comodo. Quello che ti posso dire è vivi la vita a più non posso senza riserve ma guarda la Luna, non guardare il dito. Alla Luna puoi affidare speranze che prendono il volo certo tu mi dirai al dito ho messo un anello e io allora ti dirò, sfinito, platonico, intendendo il mio amore senza controllo a cui tu devi mettere un freno quindi ti suggerirò catena, tu risponderai guinzaglio e alla Luna non smetto di abbaiare. A proposito hai visto che bestie i cani? Sono animali superiori proprio di natura. Ma non divaghiamo, sei brava a fare quello che fai e poi parli tremila lingue, che invidia! Come mi hai preso in giro, ti sei fatta beffe di me. Chissà se lo meritavo? Vabbè acqua passata. Adesso che facciamo? Si potrebbe provare a costruire un'amicizia inossidabile senza abbandono, un continuo ritorno a casa dell'anima. Si potrebbe parlare per ore, con l'unica intenzione di farsi compagnia, senza dover spiegare le mie ragioni alle tue e le tue alle mie. Si potrebbe tentare una sortita nell'immaginazione con le mie palore e i tuoi colpi di luce per un ballo a due. In fondo "siamo due forme di vita sul terzo pianeta del Sistema Solare". Tentare non nuoce, si dice.
Id: 68868 Data: 16/08/2023 22:06:10
*
Luce dei miei occhi
Dando fondo alla luce dei miei occhi colgo l'ultimo particolare: il tempo sprecato è un lusso che non posso permettermi così raduno tutti i miei atomi in palmo di mano, in un soffio di vita, un tiro di colla una boccata d'aria e fretta durante uno scorcio di montagna che trattengo sulla punta dei polmoni mentre le labbra non trattengono l'eco di una lingua da carnivori di buon appetito. Mi faccio scudo con una buona educazione non solo se piovono bestemmie. Altrimenti mi nascondo dietro a un dito e anch'io sono uomo di poca fede e poca cosa la mia sostanza. Tuttavia ho preghiere da recitare per la gioia dei miei cardini a vantaggio di certe aperture mentali che mi evitano di un soffio la barbarie. Esistere non conviene, conviene vivere, ad oltranza. Oltranza
Id: 68825 Data: 10/08/2023 01:02:18
*
Atto di fede
Torniti cardini di ginocchia flesse a vento e di caviglie rampanti i tuoi passi cardinali nella notte chiusa a chiave. L'estate che attraversi ti attrae e suo contrario per avvolgerti in sudario sotto le coperte-coltri di un insalutato ospite le stagioni che hai, sia a freddo che a caldo approfittando di un mezzo di trasporto il cui carburante è la fantasia titolare. Spostarsi da un posto all'altro non è appannaggio soltanto di viaggiatori edulcorati onironauti della veglia, battitori campali dell'ultima spiaggia si apprestano a salpare senza averti ad occhi chiusi, ad occhi aperti, per destinazioni sincopate evitando solitudini modeste, senza abissi e senza vette. Ricordare è un atto di fede un pretesto per immortalità determinate, convulse come certi contratti capestro che ti rubano la vita di nascosto e tornare indietro è un po' morire a prima che capissi cose vere e senza prezzo che conti sulle dita, tutto il resto che si arrenda alla rinfusa o mia amata o mia Musa, il tempo si sostanzia in via d'uscita, in linea di massima, in ultima analisi nelle rughe di montagna e sulla fronte, inguaribile romantico sempre a lavoro, stacanovista dell'orario continuato, umano sovrumano.
Id: 68724 Data: 24/07/2023 03:38:32
*
Pindarico di primo soccorso
Sabotato dagli argini il comizio del tempo la falange del silenzio si arma di uno strano coraggio nel chiedere aiuto alle fazioni del vento saltare per aria in un volo cocciuto che non ama atterraggi Pindarico di primo soccorso collaudato da cadute precoci ferite per colpi di grazia ricordano tempi maturi e frutti di bosco grano da falce e ricci di Kashmir. Non ho potuto fare a meno di crederti è stato automatico d'altronde ho capito che anche i caotici possono essere neutri pensieri di morte.
Id: 68679 Data: 14/07/2023 02:00:46
*
Quando sete ti coglie
Posso capirti? O capisco solo quello che voglio capire? E se quello che voglio capire fosse quello che tu vuoi che io capisca? Saremmo d'accordo allora sul fatto che io non posso odiarti, in alcun modo dato l'antefatto che ti amo ancora, se l'amore è una patologia perchè sei bella, come una piccola venere alquanto ardita e hai l'anima d'artista l'ho capito subito, la prima volta che ti ho vista e tra le tue dita scorre la vita, con disinvoltura. Che io sembri un qualunquista non è una copertura. Ho rari guizzi di coscienza, tutto il resto è contro natura. Non credo di essere all'altezza di una storia matura per questo mi perdono per averti lasciata andar via. Smettila di piangerti addosso e dimagrisci piuttosto mi sono detto a un certo punto, ci sto provando, sia quel che sia. Ma è troppo tardi, per di più è già accaduto tanto tempo fa un dejavu dei più scontati. Ho vissuto in alternativa in un mondo altro per non soffrire di smarrimento, ho perduto la strada. Dopo qualche acuto, oliato l'ingranaggio, il rodaggio durato a lungo, c'erano cose da imparare ma la mia mente è facile all'imbrunire ed Io che vuol dire? Se sei separato in casa. Per tornare uno, qualunque mezzo è buono e non sentire più le voci. Tutto il resto è secondario, anche l'amore, a meno che non sia l'amore il mezzo principale. Cosa vuoi che ti dica? Tu chiamole se vuoi, scorie mentali. I miei pensieri nella notte, esposti allo scherno. Latte versato di versi inconsulti. Frequento le fontane all'ombra, d'estate se ti va di parlare. Quando la sete ti coglie. La Piazzetta del Sole con i suoi muretti bassi e luminosi è un invito a perdere tempo in chiacchiere care e senza peso. Dolci, come i baci degli innamorati nel cuore della notte.
Id: 68582 Data: 26/06/2023 01:33:58
*
Una variabile di poco conto
La porzione di mente che va sottoposta al potere al governo dell'altra, qual è delle parti? Oppure di comune accordo ce ne andiamo di tre quarti fosse anche capovolti, uscire per sempre di scena tripolari? La prerogativa di un pensiero confuso è di non avere né capo né coda, neanche una destinazione d'uso un vantaggio sull'ignoto, da spendere al mercatino dell'usato nel corso di una vita spericolata (una di quelle vite di una volta). Per sempre disperato me ne vago, dileguato il miraggio di un futuro migliore, come fatto di pozioni velenose, come in cerca dell'antidoto, mi perdo in periferie misteriose, fuori dall'orlo, dai confini in cui i pensieri mi lasciano a riposo. Posso sentire che vivi, a distanza di migliaia di chilometri ma questo non vuol dire che possa percorrerli a ritroso fino all'inizio della storia. Crescono in fretta i figli e si perde la memoria di certe variabili che andarono a vuoto, che non balzarono agli onori della cronaca, che non furono messe a verbale. Così da un po' coltivo solo speranze collaudate, stati di coscienza verticali. Da quando ho capito che fare pace con me stesso è un'esigenza primordiale. Mi perdono per essere fatto così male.
Id: 68521 Data: 18/06/2023 16:13:15
*
Quadrumane ( o fuor di clessidra)
Essere padroni della narrazione per dare il proprio senso alla storia è diventata la forma di propaganda dominante La disillusione che al funambolo costa la vita in un istante l'ho inserita in uno spettro più ampio, diluita nella pozione del mago, nella locuzione poetica del gesto accorato del saltinbanco: come un profeta ho regnato sul mio Mondo, da schizofrenico. Ho portato la montagna a Maometto per le sue gite di campagna, ho compromesso una fede problematica per credere solo al riflesso privato di una realtà consolidata (da qualcun altro, più in alto nella scala di potere). Ma non posso delegare il mio passato a una propaganda squattrinata. Devo cedere alle lusinghe del mio ego, quando sogna resurrezioni nella carne, successive e immaginarie, come prive di sostanza. Tornare alla posizione di partenza, rannicchiati cielo e terra nel grembo materno, è il mio pensiero dominante. Come posso conquistare la posizione eretta? Si chiedeva, bevendo acqua dalla pozza. Così sono io, nel mio stadio di coscienza. Ma la voglia è materia da indagare per più vite rigorose. -Trarre cocnclusioni affrettate è un esercizio troppo in voga per essere per te la cosa giusta da fare. Mi ripeto giorno e notte tuttavia non mi do ascolto, come fosse un pezzo secondario di un gruppo minore, la mia voce interiore, di cui faccio parata solo per marciare in ritirata. La battaglia finale è cominciata! Se non la faremo noi, troverà la forza di farsi da sé questa pace decollata, senza capo né coda, prima che vada la clessidra in frantumi disperati?
Id: 68437 Data: 06/06/2023 12:42:24
*
Le forze del disordine
Non basta l'eloquenza del dettato questa pioggia meraviglia e spaventa per intensità e tempo prolungato, rarefatto costanza di percussori sull'asfalto e la terra battuta che incalza con odori e rancori brulicanti di profondità abitate da vermi e grilli talpa. Tu sei lontana, a catturare la luce sugli altari di spiagge immacolate. Qui la madonna appare a una signora tutta ombre. La sua statua piange, piange sangue di porco memento mori. Non tornare, non farti vedere mai più da queste parti. La mia testa vuota si rinfranca come una terra scalmanata senza campi coltivati a paradisi, inferni o purgatori. Posso solo stare, senza cognizione di causa gesticolando parole straniere al verso della vita. Lascio che sia, tutto il male, tutto il bene del Mondo come un parassita poco curioso già noto alle forze del disordine.
Id: 68336 Data: 22/05/2023 13:51:04
*
Propaganda live
Sto adescando la parte peggiore di me nell'estremo tentativo di estorcerle un giorno di sole sul bivio di un finale tranquillo sul crinale di un tempo proibito dove tutto scorre violando la purezza del cosmo e si comincia da capo ogni volta che vuoi e puoi scambiare coralli per la catena che porto al collo tatuata ma la vita se n'è andata tempo fa. Resta solo l'ologramma della promessa di un uomo di diventare più vero di così. Il dato di partenza, la polvere di stelle, in farina delle nuvole, per poi arrendermi ad un quieto vivere, colmo di virgole, e punti esclamativi! Come cani che si rincorrono la coda, innescando vortici cortesi e propaganda live, nelle retrovie. Quando non mi credevo vivevo meglio adesso ho sempre ragione su di me certo rischiavo la vita ma la vita cos'è dove infuria la battaglia, al centro della mischia? Sento di pensarla con affetto questa vita come fosse un ritorno a casa dopo un lungo viaggio un cane abbaia dal cancello, addomesticato un profumo arriva dai panni stesi di bucato. Un classico, ben confezionato. Sono stato matto da legare ma i miei affetti mi hanno riportato in me e la medicina generale, tradizione di psichiatri pratici e leali, sogno ed incubo di ogni schizofrenico. Nell' eterno dilemma di ogni cosa in ogni luogo tutto in una volta, non escludo ricadute.
Id: 67976 Data: 26/03/2023 04:05:50
*
Compensato
Mutabonmite, muto, buono e mite, non mi desta dall'imbarazzo di una tentata felicità. La parabola della terapia chimica muta in base alle stagioni e al di là di questo, il mio stato di salute mentale si decide di ora in ora con la cordialità dell'ospite indesiderato. Potessi almeno volgere al bello come un tempo auspicabile. Tenterei sortite e sortilegi, al più versetti satanici per paradisi di plastica o oblii portatili per passare il passato al setaccio. Come sfrondato da pensieri fanatici mi attesterei su posizioni di comodo. Dormire abbracciato alla mimosa nel prato.
Id: 67833 Data: 03/03/2023 01:03:10
*
A caccia di pozzanghere
Se allungo la mano posso toccarti quanta fantasia ci vuole per sentirsi in due mi concentro su dettagli periferici le tue unghie, le punte dei tuoi capelli ma se cado nei tuoi occhi non c'è verso di riprendermi fino a quando non cambia poi tutto di nuovo e mi ricordo di stare da solo quanta leggerezza nell'essere, una canzone da podio, con la tua voce che mi abbandona al flusso dei ricordi sussurrando sulla soglia. Se sei felice ne è valsa la pena altrimenti non tornano i conti. Se poi domenica piove andremo a caccia di pozzanghere viventi.
Id: 67742 Data: 11/02/2023 00:46:56
*
La cura del freddo
Tra i solchi riesumati di un pensiero tardivo affiora l'immagine in gocce di un ricordo disubbidiente alle ragioni del tempo lineare Un piccolo flusso da un colpo di striscio: tu che mi stringi le mani nel letto fuori è mattino e devo scappare
Id: 67667 Data: 31/01/2023 00:57:42
*
In assetto da pace
Una follia di una certa complessità non può essere ridotta a personaggio per semplificarla occorre il coraggio di una sana frequentazione la paura del contatto con la diversità fa gli uomini randagi allora bisogna superare il primo impatto e conoscere l'altro quanto più possibile a fondo e comunque evitare di giudicare prima di avere un quadro completo con la situazione che sfugge e il tempo che passa in assetto da guerra durante l'assedio ma è anche vero che questo scenario c'impone la fretta dunque è scontato uno stato precario dell'essere umano l'intollerabile relazione del dare-avere
Id: 67639 Data: 25/01/2023 00:41:16
*
Qualcosa di andante
E' in ritardo alla finestra attendo la svolta contromano di questo bavero di cielo penso a lei col favore della neve che cade cadessi anch'io sciogliendomi un poco ma è in ritardo sulla linea tracciata non passa la soglia e il tepore della casa non consola fino alle ossa non giustifica il vuoto addosso che trapela dalle pareti spoglie e vanitose forse potrei scrivere qualcosa, qualcosa di andante qualcosa sul fuoco che si lascia codificare ma ho le vene assenti di pensieri strepitosi l'inverno mi priva d'immagini e posso solo stare
Id: 67635 Data: 24/01/2023 10:53:53
*
Nostalgia
La nostalgia che ho di te non è memoria di un corpo di gesti cari e reconditi piuttosto di un tempo che non potrà tornare che sognato dai suoi stessi margini. Poggiati in un angolo a meditare sui destini del mondo esseri così cattivi da distrarsi con poco ce ne stiamo a giudicare giudicati, a nostra volta. Quello che non sappiamo fare per sostanza e per forma è amare senza scopo, senza sosta.
Id: 66789 Data: 30/09/2022 00:09:24
*
Al cielo
I capelli sciolti al vento lo sguardo rivolto al cielo interrotta sul più bello te ne andavi benedetta dalla vita tutta intera
Id: 66727 Data: 22/09/2022 00:29:35
*
Come preghiera
Tecniche sopraffine d'inquinamento delle prove i tuoi attacchi di panico. Un sodalizio verboso della lama col manico eppure a colpire fu l'anima. Certi segni sugli alberi, maturi di nascita, vogliono dire da quanto tempo sei vegeta. Per non parlare dei rami che arrivano affondo nell' alto dei cieli come preghiera ma tu sei foglia che cade in piedi, ovunque il vento la porti. Hai radici nel petto come forbici, nervi saldi d'atleta. Da tenere a catena il grano bruno di foresta sembrerebbe mietere a stento una messa in piega o una messa in piedi al mio funerale, sulla bara una ciocca dei tuoi capelli. E gli occhi con cui mi chiedesti perdono di essere così bella, dove li trovo nel mare in burrasca? E' tutta una farsa, una democrazia recitativa. Le onde conservano le prime parole di Cristo bambino. La sabbia nello sforzo tenace di seguire le orme finisce per cadere nella trappola di una clessidra vampira. E tutto torna come prima. Ma la tua bocca che parole dice? Sussurrando di notte, piano, nel sonno. Sono prigioniera del tempo ma a volte lo percorro a ritroso, fino all'inizio di tutto.
Id: 66722 Data: 21/09/2022 00:22:41
*
Una tregua dalla fine del mondo
Attraverso le soglie del tempo m'è giunta barcollando su tacchi a spillo posseduta da un demonio senza corna e senza scintille ubriaca fradicia, già sobria euforica fu camomilla nella stagione delle api giapponesi vene del polso fatte di nulla, questa overdose di verità assoluta. Una tregua dai miei soliti impieghi magrezza di nervi scoscesi, fiori di pelle. Incastonavo bestemmie con tubi innocenti e poi dall'alto pregavo di non cadere. Era il tempo in cui comburere mi piaceva per sempre e rimandavo promesse al mittente. Avevo poco tempo per pensare e poca voglia di farlo mi sembrava che fosse superfluo. L'istinto bastava come compromesso a dipingere il quadro. Adesso che penso, penso di pensare sempre meno. Il futuro lo divento mio malgrado, è la fine del mondo.
Id: 66704 Data: 18/09/2022 23:26:15
*
Attimo per attimo
Constatare la bellezza dobbiamo attimo per attimo che si nasconde ad uno sguardo discreto nell'angolo più obliquo del tempo che passa. Indagare il segreto dietro la maschera guardare l'abisso dal fondo un cielo stellato si offre allo sguardo nemmeno troppo lontano se posso sognarlo in viaggio stanotte. Nel qual caso arrivo trafelato come da una corsa ma non mi sono mosso di una spanna. Le nuvole si spostano quando passo non riesco a traversarle il vento fa il loro gioco sono vivo per miracolo e quando cado non smetto di volare.
Id: 66686 Data: 17/09/2022 01:23:06
*
Una lunga latitanza
La fucina del mio credo è un senso d'infinito non ha un volto ma il mistero di una lunga latitanza. Poi si avvera d'improvviso nel sorriso di un bambino o in una tua carezza distratta. La distanza che adesso ci separa farà crescere forti boschi su in montagna, dove il cielo si assottiglia e le tue caviglie di una volta, a furia di scintille sulla roccia. Farà spessi i rami e le arterie nelle braccia e qualche nuvola di passaggio prenderà la forma dei nostri cuori in fiamme. Perdonami se insisto ma consisto nella goccia nell'atto di scavare.
Id: 66656 Data: 14/09/2022 00:49:32
*
Rovine (due rami)
Ci sono alberi feroci tra le rovine, armi di distruzione di massa nelle tue parole, armature per non soffrire, eppure, la pelle dei tuoi seni è così sottile che i miei baci ti passano attraverso. Giù in cortile, o quel che ne rimane, due rami si ammaestrano. L'uno vorrebbe dare le foglie al vento, l'altro ha paura a restare nudo. Le foglie si contentano di un semplice saluto.
Id: 66647 Data: 13/09/2022 00:24:54
*
Fare spazio nella teca
A sue nature parallele rivolge la domanda quanto ancora occuperanno spazio nella teca? Certe immagini come formiche operaie non hanno tregua. La mente perforata da spilli di cemento. Un sortilegio immaginario a garantire nuove prede. I pensieri che arroventano corteccia di alberi segreti e la sede dislocata del cuore nel petto. Prende fuoco con frequenza se sollecitato fino a consumarsi di nuovo in un nulla di fatto. Il bosco che ci vide marciapiedi. O mi arrendo o mi frantumo in mille pezzi. Lascio ai gatti randagi i combattimenti di genere. Io osservo comandamenti alla finestra con la notte a piè di pagina. Prendo le distanze da me stesso l'ardua sentenza confiscando sogni di gloria, mezzi di un altro.
Id: 66613 Data: 09/09/2022 01:00:37
*
Giovinezza
Arcadia della mia giovinezza sei diventata nella memoria una tomba per le lucciole
Id: 66557 Data: 05/09/2022 05:48:18
*
Un gesto teatrale
Permettimi l'ampiezza del gesto teatrale si va così consà anelando al vero a magnitudini inverse il sistema ammette costellazioni in rapporto di uno a due, gli occhi in capo al mondo e un desiderio d'infinito che si spegne spesso in un calice di vino o in un futuro comunque alcolico seppure d'altri tempi. Come vedi resta poco o niente di quel sentimento che gonfiava le vele del petto come un monsone in mare aperto e tutto rassegnava alle sue dipendenze. Ma la vita ha un suo corso ottuso delle volte per cui la rotta si perde in labirinti di pensiero che poco hanno a che fare con la geografia dei luoghi consueti. Una famiglia? Se ci credi. Un cane a cottimo, una casa padronale, il lavoro dei sogni di qualcuno un marito o una moglie, qualche amante trafelato. I figli so piezze e core e un cuore di ricambio in caso di una salute traballante. Ma se non ci credi fai bene come fai a stare tra le righe e sia sopra che sotto un racconto stagionale delle tue imprese medievali se non ti piacciono i finali di passaggio nella morsa del tuo sguardo. Una cosa è certa senza amore non si può stare che in posizione di svantaggio.
Id: 66522 Data: 31/08/2022 02:56:51
*
Come pioggia sull’asfalto
La mia volontà bulimica mi costringe a grandi abbuffate e lunghi digiuni dalla realtà. Forse bisognerebbe ricominciare da ciò che ci piace davvero nonostante la mancanza di lavoro e di Dio giù per i rivoli di questa città. Questo pensiero mi stringe nelle spalle un sentimento di pioggia sull'asfalto. Mi ripeto devo essere forte per la vecchiaia di mia madre. Contrastarla a furia di preghiere e di risate concordate. Ma a volte mi mancano certi abbracci roventi con cui sapevi accendermi e dissiparmi. E allora esco in cerca di stagioni da ricordare. E il cielo è quasi blù e le nuvole lontane cedono la forma agli animali. Poi quando viene sera le stelle le sento sui polsi fiotti di spilli nelle vene e aspetto al buio che il sonno mi cambi la pelle per sognare ancora un po'. Questa mole di parole non vi offenda a volte un fiume in piena ha un'unica ragione la nostalgia del mare o qualcosa che non so.
Id: 66468 Data: 24/08/2022 04:26:10
*
Per la sacra tigre
Per la sacra tigre della villa comunale per gli autocrati e tutti i mangiatori di fuoco riordino i ricordi in mantra d'asporto. Per avere un piano d'emergenza avendo consapevolezza che il fallimento è un asso nella manica quando l'indipendenza è l'unica strada. Ho piacere per chi raggiunge i propri scopi ma la musica non cambia. Rapito da pensieri ricorrenti, non paga il riscatto la mia mente cede al ricatto di assenze forzate. E accumulo vuoti a rendere, dove si arrende la mia volontà. Ai dati di fatto non so che dare giudizi sommari d'altro canto ho smesso di sognare. Vivo alla giornata senza troppe responsabilità. Fondamentalmente rispondo per me per quanto riguarda gli aspetti formali. Ma la morale quante volte inchioda le nostre anime?
Id: 66374 Data: 12/08/2022 01:26:36
*
Apro portali coi miei occhi
Scarico i miei occhi su schiuma di vento apro portali coi miei occhi dove impazzire fingendo un'altra via e le immagini si confondono fino a portarmi altrove. Passo in rassegna possibili io conquisto a fatica un plausibile punto d'osservazione. Mi scopro mortale e l'agonia che ne consegue è il vero inferno sulla terra. Allora meglio l'oblio di una vita lontana dal centro che una guerra continua per il suo mantenimento. Cerco scappatoie a forma di donna crisalidi di attimi perduti, frantoi per sangue impazzito. E mentre tutto scorre rimango impassibile ma fingo un'indifferenza che non si addice ai fluidi nei fluidi. Mi tengo stretta l'autonomia corrispondente all'anomalia che rappresento. Sono convincente? Mi arrendo sempre meno.
Id: 66365 Data: 09/08/2022 03:37:23
*
D’uso comune
Capostipite è la superbia poi viene una generazione di loschi figuri imbellettati di fronzoli ossuti. La mia vigliaccheria non mi dà requie per averla vinta dovrò spuntarla su tutti. Questi tipi di vita vissuta ben si addicono ad un mondo decadente e corrotto. Ma se scaglio la prima pietra voglio dieci in condotta. Se ne vedono di tutti i colori e l'orrore è una sostanza che dà assuefazione. Servono ancora gli occhi? O hanno cambiato destinazione? D'uso comune è voltare le spalle. Recitare un copione e governare un paese, senza memoria sono pratiche d'imballaggio. Come rotelle dell'ingranaggio facciamo la nostra parte di vassalli. Spediti a consumare tutto, come se tutto fosse una merce. Convinti che sia possibile che il nostro conto lo paghino gli altri. Una remissione dei peccati senza troppo coraggio.
Id: 66337 Data: 04/08/2022 01:46:28
*
Ospite inatteso
Stavo cercando un ospite inatteso dentro di me, segreto, nascosto con la certezza che l'unico vero grande amore sia quello non corrisposto e ho trovato te, ferita in un angolo parsimonia dei miei giorni più tristi premura di averli visti e vissuti senza respiro, senza contezza del limite. A conferma della regola sono solo a pensarmi e tu resti nel tuo solco di terra matura un'eccezione di misura inesauribile. Con la mente posso dileguare le distanze anche se non mi vuoi, se hai altro da fare ma la realtà ha urgenze destinate ad occhi bene aperti ecco perchè è nello spazio del sogno che ti vengo a cercare. Sei la missione suprema, la ragione di vita la bugia che mi racconto per non avere tregua la preghiera antica, ripetuta all'infinito il senso del pudore che svanisce, la sabbia nella clessidra. La resa di fronte all'evidenza è per i sani di mente ma il mio amore è una patologia, la cui cura non esiste. Ne inventerò una quando smetterò di credere che sia impossibile una storia qualunque.
Id: 66317 Data: 01/08/2022 04:57:16
*
Portata dal vento
C'è qualcosa ma non fa la differenza il tempo vero in cui esisti è foglia morta portata dal vento. L'abbandono a cui mi arrendo è un'altra cosa di cui mi pento solo quando ho altro a cui pensare. Se mi concentro posso vederti ballare sola, su una spiaggia desolata. Il mare che conforta le distanze con tempeste tropicali. Sento la tua voce mentre canti ninna nanna o mentre arringhi la folla con monologhi surreali. Sei bella di una bellezza che non accetta compromessi il dato di partenza è che il tempo può passare.
Id: 66271 Data: 23/07/2022 01:52:51
*
Fino a casa
In ultima analisi una nuova resa dei conti si determina derivante da sensi di colpa, l'ennesima fuga di pensieri che volano altrove. A filo d'erba ti desidero, come un fiore nato a maggio per averti tra le dita, fino a casa. Le mie radici affondano in un quieto vivere quasi stupido senza coraggio. Evito i conflitti ma dovrò sconfiggermi per portarti aiuto. Avrò bisogno di una versione migliore di me. Di un adulto responsabile pronto all'uso. In tanto il tempo passa e resto fermo non vado da nessuna parte. Allora lasciami l'immaginazione come estrema compagna di viaggio. Ti porto i saluti di terre lontane, di luoghi che mancano nella realtà più sogni che altro.
Id: 66260 Data: 21/07/2022 23:54:48
*
In anticipo sui tempi
I pruriti esistenziali me li gratterò domani per ora coltivo una brace di pochi tizzoni che mi basta a stendere lenzuola. Come si agitano certe vele al vento sembrano sentire il fuoco nelle vene e partono e non tornano più come i tuoi bollori di una volta che ti fecero sembrare in anticipo sui tempi e ti legasti al dito o al collo, non ricordo bene. Un viaggio di sola andata per un paradiso di una sola persona. Un cammino di Santiago da infedeli per strappare un aiuto in extremis. Una preghiera troppo a lungo trattenuta per servirsi del sistema. Tra i lettori di poesie ti farei pascolare così, per penitenza o dove tutto tace quintessenze e non rimane che credere al regno dei cieli. Vorrei vederti alle prese col matto del paese tentare di dissuaderlo dal credersi cortese nel portarti in dono questi versi. Vorrei vivere per sempre tra i tuoi seni che si alzano al respiro coi pensieri che normalmente volgi al cielo a caccia di stelle che non cadano che restino là dove sono, a mantenere le distanze a mettere un freno ai desideri. Tra le cosce mi appiattirei, per non pensare a niente e la mia mente renderebbe conto solo a te.
Id: 66253 Data: 20/07/2022 00:54:26
*
Parte del problema
Io ti credo, ecco perchè ho smesso di lottare mi dispiace soltanto di aver deluso la vita che stavo sognando. Saltando a piè pari da una vita ad un'altra. La fase del lutto dalla morte del padre a quella del maestro, un amore costante per le circostanze d'arredo, dove la disparte è parte del problema. Sparire all'istante, ogni volta che vacilla una santa requie di campagna. Brillare in aria certe idee sconclusionate per vedere di restare con i piedi per terra. Paura di morire per sentito dire dagli dei furibondi. Senza avere un proprio tornaconto o una valvola di sfogo. Certe volte penso che non mi resti che sognare di abitare un altro corpo. Poi mi sveglio e muoio un poco.
Id: 66247 Data: 19/07/2022 01:30:45
*
Persuasori occulti
La mia superficialità si allena in consumismo folle e per poco mi accorgo che sto sbagliando. Confuso confondono i bisogni dominanti. Dominati dall'esterno dai produttori di frottole. Persuasori occulti venuti allo scoperto. Bramosi dell'anima. In che tempi il nostro transito terrestre. Il delirio atomico ancora sognato. Le traveggole per una fama di Stato e dietro l'angolo un futuro mai nato. Potessi andare contro corrente e ammantarmi di gloria per un tentativo disperato. Ma un vigliacco mi riposa nella mente e non riesco a svegliarlo, a farlo scaltro. Mi realizzo scrivendo e non sono niente e lo scrivo compiacendomi. Come quando guardavamo le nuvole e indovinavo a cosa stavi pensando. Forse sembro un altro ma è solo il cielo distante e qualche errore di grammatica. Per atomi ho cercato, per fotoni, i tuoi occhi negli occhi di un'altra ma i raggi di luce restano finzione e propaganda se li confronto ad un tuo sguardo distratto. Perchè non ci siamo amati? E'stato un peccato. La mia pena è una condotta pacata.
Id: 66237 Data: 17/07/2022 01:10:02
*
D’ulivo
Mi levo dalla mischia così posso essere estemporaneo mai visto prima eppure mi pare di ricordarlo quel tuo sorriso d'ulivo, digiuno di antiparassitari fresco di venti collinari a mezza bocca, si direbbe, con due labbra da safari da non poter restare ai patti quando giurai di non baciare. Ma le voglie son sepolte sotto chili di pellame di sconfitte orizzontali, di aghi muscolari. Mi basterebbe non mangiare o andare a caccia di giaguari. Per tornare fermo al punto di partenza.
Id: 66129 Data: 28/06/2022 00:58:13
*
Nemmeno io
Spesso non basta l'amicizia sazia di ricordi condivisi non basta il vino rosso degli esordi un cane regolato sugli affetti una vita senza picchi d'esistenza. Anche se quello che voglio non lo so nemmeno io posso immaginarmi più felice. E l'inerzia delle cose mi vorrebbe più veloce ma perdo tempo come in croce, a pregare un Dio che non risponde. Con mutismo mi nascondo in pertugi di prim'ordine. Sconsacrando vecchi miti che ancora si compongono di tredicesime e buonuscite, pace nel mondo e supereroi. Cio' che esiste si compone di parti più piccole. E la somma è maggiore delle sue parti. Così semino canzoni sull'asfalto, con la pretesa di creparlo il muro del suono, di meritarlo il tuo perdono.
Id: 66119 Data: 27/06/2022 00:38:09
*
Giù nel fosso
La mia infima natura si rivela intollerante nei confronti di estreme conseguenze. Preferisce cenni sparsi di false apparenze ad una realtà senza scampo. Con almeno una storia da raccontare giù nel fosso, nel doppiofondo di una vita sbagliata. Con certi pensieri per la testa in direzione contraria al verso del rigor di logica in cui mi avvero tutte le volte che mi ritengo fortunato. Per esempio quanto t'amo? Quanto non ti ho mai amata? L'invenzione di un amore fantastico, senza regole se non l'immaginazione dei suoi ammiratori fanatici puo' bastare a condurre un'esistenza equilibrata? Non mi pento dei miei peccati, troppo pesante per scappare. Mi attesto in certi spazi siderali dove il buio si controlla attraverso sensi di vuoto. Ricavo porzioni di immagini da ricordi sbiaditi di un passato dietro l'angolo, non ancora logoro. In attesa di un passaggio di stato.
Id: 66110 Data: 26/06/2022 00:53:28
*
Letto disfatto
Questo peso mi soverchia è un'edizione straordinaria una colonna d'acqua sotto il ponte in tangenziale. Come vorrei essere bello per te fatto tutto di una materia che non muore con un corpo speciale per far l'amore ma ho scoperto troppo presto di non saper aprire il chakra del mio cuore. Così me ne sto chiuso in una stanza con queste parole che a quanto pare servono a ben poco. Resta il gioco intellettuale letto disfatto di un flusso di coscienza dove perde chi fugge e vince chi resta se stesso.
Id: 66077 Data: 21/06/2022 03:15:08
*
Il segreto delle cose
Tu non hai idea di quanto mi piacerebbe parlare con te di certe cose la cruna del lago, la cima del bosco, la luna capovolta ma ho intenzione di tacere il segreto delle cose che non conosco. Oppure reperire un po' di coraggio per ogni situazione e cercarti in capo al mondo. Parlare di questa vita solitaria di come introduca dinamiche di nascondismo guzzantiano di come si faccia o non si faccia a passare inosservati ad un corso di Lundini. Per pochi atomi non ci siamo confusi in miscellanea eppure di te riconosco la persistenza cosmica. Un'anatomia dell'anima risulta impossibile seppure il tentativo non sia peccato mortale. Teniamoci in contatto su piani astrali facciamo impazzire il barone rosso forniamo materiale per i fratelli di Crozza. Ho un rapimento mistico e sensuale al secondo quando ti penso ecco perchè la vita mia non conta niente e mi confondo col vuoto arrendersi.
Id: 66030 Data: 11/06/2022 00:42:36
*
Forza e volontà
La forza di volontà è un requisito primario per vivere la vita chi ne è sprovvisto come me è destinato all'ennesimo patibolo. Forse basterebbe restare ai margini e condurre un'esistenza pacata senza note di colore passare inosservati tra la gente uniformati ai costumi e che il pensiero non voli fino alla luna.
Id: 65931 Data: 30/05/2022 01:27:08
*
Di polvere e magneti
La fase del lutto (quello che resta) il tempo che si perde per strada mentre non si guarda oltre il vetro che s'appanna e il paesaggio è una folata di polvere magnetica. La sintesi è frenetica la memoria circostanziata mi ricordo di essere stato ma non ricordo quando felice ad una festa.
Id: 65917 Data: 28/05/2022 00:56:21
*
Tutta la vita
La mia maturità si presume in tatuaggi di ferite e controvoglie ho i segni addosso ma volendo ciò che non posso nè i santi nè i saggi mi sono stati d'aiuto. Avrei voluto perdermi nei tuoi occhi creare un altro mondo o almeno l'atmosfera per un bacio proibito, un lentissimo addio che duri tutta la vita e invece sono riuscito soltanto a pensarti per anni, a dedicarti poesie.
Id: 65907 Data: 27/05/2022 01:14:11
*
La caccia al tesoro
la leggerezza se vuoi va ritrovata nelle costole di uno schema prematuro la fase delle risate in una serata tra amici prima che faccia mattino o tu mi dia del tu. La qualità del tuo destino è d'oro massiccio. Ma se fai i capricci non mi piaci più. T'avrei detto riproviamoci con la coda tra le gambe come un cane bastonato ma la catena non mi va giù preferisco solitario, come se dipendesse da me ma lo straordinario non può accadere da sè. E' assolutamente involontario il battito del cuore eppure siamo così indaffarati nella caccia al tesoro da perdere di vista ciò che abbiamo in termini di possibilità di essere felici di diventare delle persone migliori dei bravi genitori, dei figliuol prodighi. La sostanza che mi pervade mi gela il sangue in cubetti di magma un vago perdono, mi viene da chiedere, infrangendo un patto lontano di pochi attimi per cui non mi sarei giocato l'anima, nella realtà. Non fingermi artista è stato necessario a farmi tornare ad un livello base di consapevolezza. D'altronde è follia anche questa ma quello che m'interessa è stare bene con me alla fine potrei farmi felice se sapessi accontentarmi di poco come i cani da guardia nel giardino del re.
Id: 65840 Data: 19/05/2022 00:12:47
*
Nei paraggi
L'apparato cosmogonico m'impressiona e relativi sondaggi è più vicina la luna che un pezzo di pane e puoi trovarmi nei paraggi che mi cerco un posto all'ombra da cui osservare questa fine del mondo chiedo scusa se mi perdono sulla punta della lingua ma ho fotoni negli occhi che cercano la luce e al buio mi confondo tra la folla come fossi vittima di uno scherzo di cattivo gusto. Non mi somiglio per niente e non mi riconosco, sono un clone certificato dalla fabbrica del consenso una versione ramificata di un concetto desueto un vigliacco con licenza poetica
Id: 65820 Data: 16/05/2022 23:54:04
*
Merce di scambio
Vale poco, quasi niente, l'affaccio di un raggio di sole attraverso le tapparelle, eppure per un attimo la ricerca che conduco da tutta una vita mi ha portato fino a te, a quel sole avvilito da feritoie di plastica e abitudini collaudate che ti porti in tasca ovunque vai con l'eleganza delle scappate di casa. Sei un baratro, l'occasione per un furto proibito un salto nel vuoto che abbia come meta il fondo dei tuoi occhi o perlomeno una fase intermedia di conoscenza che preveda l'amore per le opzioni di svolta. Secondo: l'amore non si compra ma può essere merce di scambio. Non so di che parlo ma non riesco a trattenermi come se fosse rilevante ciò che ho da dire ad una platea di aristocratici. Se fossi lucido forse capirei di essere un mediocre ma mi ribollono gli atomi nelle vene di un'antica missione ululare alla luna come un lupo.
Id: 65802 Data: 15/05/2022 01:23:01
*
La cognizione di causa
Più semplice è umano sbagliare registro e farsi le domande sbagliate per giunta il modo seduce di una scelta di maniera seppure tutto conduca a una rima baciata Hanno percorso certe guerre come fanti di cobalto e con certe nuvole e certe stelle (in cielo) le mie parole a piè di pagina che ho perso il lume della ragione la cognizione di causa Preferisco una lama affilata un tamburo di plastica ed un martirio pre-maturato ad un effetto digitale che sia supercazzola ma non mi dispiace la complessità Convengo con voci di popolo si stava meglio un tempo e quel tempo deve ancora arrivare peggio soltanto un vuoto di fondo una struttura bipolare evviva la felicità
Id: 65792 Data: 14/05/2022 00:25:19
*
A guardare le stelle
Il livello della mia malinconia è patriarcale un asse ereditario con cui ancora non mi consolo. Avevano ragione tutti quelli che mi dicevano che non eri tu la luna di miele per me solo adesso me ne sto rendendo conto e non mi appartiene questo ambire di più del senso comune ho chiesto troppo a me stesso e ne sto ancora pagando le conseguenze. Come un fachiro che si confessi ad un prete si toglie qualche spina dal petto così scrivo i versi, per penitenza. Perchè ho potuto in un tempo lontano conquistare quell'angolo di cielo che bramano le favole per poi passare la mano sopraggiunta una follia dilagante. Eppure tutto sommato come reduce posso lamentarmi della mia pensione d'invalidità fare le analisi del sangue, partecipare a corsi di contabilità puntare sul più forte e perdere tutto. Vado a letto presto senza arte nè parte mi racconto storie per addormentarmi alcune per non aver paura del buio sottraggo del tempo a una genetica da perdente e in quel tempo resto muto, quasi assente, a guardare le stelle.
Id: 65765 Data: 10/05/2022 03:02:16
*
Nadia
L'inconfutabile destrezza dell'estro ti porterebbe ad essere una disperata alla ricerca di un verso per spirare attraverso di esso tutta una vita. Ti ricordo che fosti bambina una creatura proibita al vile petrolio una donna matura che ha voglia di vivere una vedova con un figlio malato adesso un'anziana signora che sente sempre freddo. Continuare è difficile senza amore e se non c'è bisogna trovarlo nelle piccole cose con esercizio e disciplina. Una tazzina di caffè.
Id: 65749 Data: 08/05/2022 00:41:30
*
Per sbaglio
Alla fine non si fa mai abbastanza prima o poi ci si separa e il tempo poi guarisce le ferite ma intanto il dolore comanda certe scelte che determineranno il corso degli eventi futuri e si dicono e si fanno cose sbagliate con la leggerezza delle foglie che cadono. Prendersi cura l'uno dell'altra tirare avanti tra mille affanni e coltivare la bellezza più che si può per legami di sangue seguendo una morale fantasma fresca di bucato. Non ferirsi per sbaglio è quello che dicono gli amanti dal momento in cui si amano. Ma è difficile mantenere il controllo per le ragioni sbagliate. Così una madre e un figlio invecchiano insieme a velocità separate.
Id: 65713 Data: 04/05/2022 00:44:04
*
La fase del collaudo
Ho saltato la fase del collaudo sono venuto al mondo tutto d'un fiato che avevo quasi quarant'anni ho perduto le stagioni nell'inganno di cercare il grande amore senza essere pronto sono diventato pazzo e sono tornato quasi normale ho pensieri tra le gambe che vogliono penetrarmi fino all'ego e sentieri desolati da percorrere fino a te la memoria conta bisogna dimenticare di più
Id: 65686 Data: 01/05/2022 00:31:35
*
Un attimo di più
La mia esperienza limitata non mi concede fronzoli solo una raccolta fondi per una memoria da occupare. Posso dire che ho visto certe cose con certi occhi, che avrebbero visto qualunque cosa pur di non chiudersi un attimo di più e interrompere il sogno o forse qualche volta il mare mi ha parlato di noi ma niente di più. Ho saputo contenere quella mole, un'altra no e sono fuoriuso da un po'. Coltivo, miserabile, la mia vigliaccheria conquistando a fatica rari vinili da ascoltare chiudendo gli occhi per immaginarti lì, sulla soglia a portata di mano e c'è stato un periodo in cui tutto mi parlava di te solo tu mantenevi il mutismo. Oggi sono scettico e mi viene da ridere. Mi confondono tutte le cose separate in casa le tende dell'Asia le ganasce per strada, l'aumento del traffico. Il sonno mi chiama da dentro il garage. Una luce di plastiche fotoniche e minerali da reintegrare, l'istinto secondario di scappare lontano dove osano le mandorle diventare gelato sono diventate abitudini consolidate: ho quasi cinquant'anni sono perso senza cardini non mi apro su miracoli che non posso calcolare.
Id: 65624 Data: 22/04/2022 02:41:38
*
In tutto questo
Andarsene così col ruggito delle bombe anche poco immaginati. Lo spazio mi pervade le distanze di appartenere a un altro luogo. In silenzio mi difende e mi sovrasta questo tempo ritrovato e mi sembra poco ne rimanga come al solito. Sciogliersi nel vento attraversare varchi dimensionali essere attraverso e in nessun luogo come altari, devoti all'Universo delle cose non meglio identificate. Essere astratti per circonvenzione d'incapaci inabili all'atto pratico a prendersi sul serio votati al crimine di non avere successo mai adulti, per partito preso consapevoli di andare avanti per inerzia rammolliti da una vita distesa. In tutto questo l'Apocalisse del giorno dopo come ospiti di guerra. La nevrosi che mi governa da un lato -fossi al fronte- vorrebbe te ultima dea, a furor di popolo. Non importa se in sogno o dietro l'angolo. Dall'altro un buon motivo per non morire dissanguati sospesi, in memoria di un bacio mai dato.
Id: 65559 Data: 12/04/2022 13:14:47
*
Il frutto
Il frutto della cagion d'essere è il presente immacolato. L'immobilismo a tutela di sè non ferma il tempo nè ripaga di sforzi esagerati nel trattenere il fiato. Non andassimo a polmoni l'aria con più gusto sembrerebbe buona ed i fotoni incendierebbero il buio di lampi rossi ai nostri occhi confusi. A furor di popolo la notte, delle lune un fascio farebbe dentro ai fossi non morirebbe nessuno
Id: 65150 Data: 08/02/2022 02:33:01
*
Colpo proibito
Da una landa desolata contrappasso moltitudini nel fitto del bosco perdo cognizione di causa e mi resoconto foglia caduta. Predispongo fuochi fatui da fanciulli con la legna da ardere raccolta per strada senza torcere una foglia senza muovere una pianta. Come colpito da un colpo proibito mi abbatto lungo gli argini del prato a foglia morta, equivalgo a un peso scontato portato dal vento più di una volta lungo il dorso del monte giù la valle desolata. Perchè se mi estinguo alla foce del mare da fiume che ero prima di entrare acquisto destinazione, un fine. La vela tra i rami a cogliere un vento proibito. Tornare bambini di un tempo infinito. E' un'avventura straordinaria anche da seduti sugli spalti questa vita che dipana, diafana, gomitoli di atomi.
Id: 65029 Data: 22/01/2022 00:28:16
*
Come le star
Come mistici d'oriente innevati dalle falde andremo peregrini le acque a navigar Mulatti coatti dei Parioli spacceremo coca su una ruota impennando fuori dai bar E saremo radioattivi irrisolti e dissoluti come atavici Pierrot consolandoci a vicenda delle nostre frenesie occuperemo magic shop Muoveremo guerra cadremo in battaglia per vaccinare libertà con la realtà sempre a debita distanza la testa tra le nuvole come le star amando questa e quella cosa come ci va
Id: 64622 Data: 15/11/2021 02:23:20
*
Istantanea
Perché fare del male a una farfalla? Lanciarle per aria ali di porpora come componenti di un processo evolutivo. Strappare un fiore dal prato per accontentare delle dita una segreta voglia di bellezza fase intermedia di una prognosi riservata che dura tutta la vita, sogno di un sogno proibito. Può essere una condanna, una preghiera disperata o un'avventura senza Dio. Può essere l'eterno che frantuma pezzi d'infinito, schegge di un delirio collettivo, un miracolo che si avvera nel lungo periodo, un'istantanea al momento decisivo. L'amore che accade è una promessa da niente che accada l'amore l'attesa paziente. Ma per vivere è necessario il conflitto interiore? Sondare il destino di un male latente dall'essere folle (d'amore) ad esser malato di mente, con la cura d'assorbire attraverso i pori della pelle respirando a fasi alterne, in emersione e in soggezione di ricadute profetiche. La questione è di quelle complesse: non basta respirare per conoscere l'aria, è il requisito minimo d'entrata. Un tramonto però resta sempre un'occasione straordinaria per sentirsi vivi, comunque vada. Mangiare e bere come se non ci fosse un domani il tempo che consumi l'energia di una memoria secondaria e ricordare soltanto gli attimi felici fino all'ultimo passaggio di stato della materia di cui siamo anima. Quello che voglio non è importante quello che conta è distrarsi con niente non avere coscienza di sè e del mondo circostante essere per l'appunto farfalle di passaggio bestie da soma se il peso da portare è imparare a volare stelle cadenti se il cielo notturno è il nostro altare onde se il mare. Lasciami stare sono vittima di un sistema di pensieri dominanti il mio alibi senza scampo è una natura contraria.
Id: 64526 Data: 02/11/2021 15:51:42
*
Se smettessi di fumare
Se smettessi di fumare avrei il tempo di sognarti fra un colpo di tosse e un altro lontano dalle chiavi del fato i miei polmoni se ne stanno sui cardini o in rampa di lancio insieme al cuore nel petto insieme e solitari per un quieto vivere straordinario che si misuri in battiti e respiri simultanei paralleli bosoni del niente. Ma fumare nottetempo col favore della notte conturbato dalle tenebre mi tiene sveglio in riflessioni contingenti: quanto ancora ad occhi aperti?
Id: 64451 Data: 27/10/2021 01:16:00
*
Complesso primario
In virtù del mio complesso quando voglio perdo sempre il desiderio si fa beffe di me stesso non pretendo di sorprendere Se ti guardo ti attraverso la distanza non è niente poi mi sveglio nel mio letto e mi devo arrendere sono solo con un cane
Id: 64357 Data: 18/10/2021 01:04:04
*
Per te
L'errore mio è stato amarti come se fosse normale per uno come me osare tanto. Come se fossi capace ad andar lontano e fermarmi a pochi passi dal baratro, il cuore di traverso, neanche gli occhi per piangere. E' accaduto così in fretta tutto quel tempo da perdere che ho fatto in tempo soltanto a guardarti le spalle, la tua pelle splendida, pesca bruna di foresta, seta magnetica per onde medie di frequenza. Mi rimane il coraggio di poche azioni disarmanti, sbatterti contro il muro del canto qualche verità di contrabbando e un pugno di preghiere disperate. Per sapere ciò che voglio dovrei avere le tue mani, la capacità interlocutoria di chi smonta le cose e le compone, quel sapere che una volta faceva la differenza tra vivere e sopravvivere e che ti ha condotta in un porto sicuro. Al contrario, in mezzo al mare non c'è un faro che mi voglia e per le onde prego un lungo digiuno, qualche stella nel cortile ancora mi confonde, di questo cielo notturno. La mia rotta fa scintille, lascia scie quando rompe ossa nuvole e futuro, per seguirla chiudo gli occhi, mi ricordo il tuo profumo diventare bosco e foglia, labbra e bocca, una lingua sconosciuta che si parla a mani nude: io ti amo mia carogna, decompongo frasi giunte.
Id: 64309 Data: 12/10/2021 10:03:39
*
Tentazione
La tentazione è questa: vendersi l'anima. Lasciare che sappiano il canto segreto del vento stipato a pressione tra i rami quando baciarsi nel bosco era questione di atomi lenti frizione di lingue congiunte allo stesso rimedio che tinge le foglie di verde linfa di vita vissuta porzioni di tempo a comburere. I corpi infuocati di polline gemmando nell'aria contusa mandavano lampi di luce ben oltre il nucleo nodoso ma nessuno intorno aveva occhi indiscreti se non qualche animale notturno. Se mai il sole ci colse fummo petali dispari fioroni succosi da mordere.
Id: 64040 Data: 16/09/2021 02:02:07
*
Alla debita distanza
L'accordarsi piano dell'orchestra di giunchi al vento l'appannarsi del vetro mi rendono quieto o mansueto? Povera bestia da retrobottega. Conosco l'attesa. Conosco il sapore di un bacio mai dato per questo mi trascuro, mi concedo tregue. Assaporo il gusto di una sigaretta alla finestra. Con la vita che scorre, tutta d'un fiato alla debita distanza. Eppure ricordo ancora quanta forza riusciva a darmi averti al mio fianco sapendo del bene una dolce adesione senza conflitti. Un tempo trascorso correndo in discesa non torna dal bivio. Dove scegliesti un destino lontano dal mio.
Id: 63865 Data: 25/08/2021 02:27:05
*
Le cose da fare
In fase interlocutoria si condona il pregiudizio a discapito della prudenza. Se si posticipasse la difesa della propria identità alle cose da fare ad oltranza, conquistando un posto nell'universo di tutto rispetto tra gli animali le relazioni stabili sarebbero la maggioranza nel mondo degli affari. Ci sarebbero scambi, trattative, piani forti di un istinto nuovo, circolare. A macinare chilometri di note, nodi oceanici di note sui pescherecci in altomare per trovare nella rete solo pochi versi tumefatti. Conquistando granelli di sabbia alla clessidra bisogna andare incontrastati, atomo per atomo sgusciando nuclei pelle e ossa. Senza paura di amare troppo la persona sbagliata. Con il coraggio di un malato immaginario. Per lasciare che la vita scorra aprire le vene all'occorrenza oppure cantare una canzone in mia memoria. Per lasciarsi alla vita scorrere chiudersi le porte dietro oppure andare fuori di sé. E poi bisogna ridere, tanto, forte, perchè fa bene alla salute. Perchè le cose sconosciute ci consegnino un destino diverso.
Id: 63710 Data: 31/07/2021 01:00:20
*
A perdifiato
Dei tentativi vani sarei l'assolo fiammante se non fossi anche così pigro e distante dal motivo del contendere. Ottusamente tengo in ostaggio quattro mura per la testa da sbattere ogni tanto quando il mondo fa paura e tu nelle tue scarpe t'allontani a perdifiato, limitrofo trascorrere del tempo a latere, a piedi nudi. La conquista rilevante è tornare a ridere delle gerarchie di pensiero che stabiliamo a livello subconscio, per cui è meglio questo e quello e quell'altro poco conta. Pensiamo di pensare e siamo pensati da un retrogusto culturale. Per esempio io che t'amo resto in fondo giù nel posto degli esclusi e moribondo il sentimento si trascina fin nei luoghi sconosciuti dove tutto si dimentica e niente si perdona ai sopravvissuti. Ma può capitare che risorga a nuova vita lungo un brivido per il collo e non la stessa un ti amo furibondo di tanti anni alla deriva. Bene accolto o male accolto è solo un altro tentativo di rapire.
Id: 63656 Data: 20/07/2021 02:32:20
*
L’apocalisse liberata
L'apocalisse liberata dagli agguati di una fede fantasma si fa astratta convenzione profetica senza veri proseliti. Per questo crediamo negli attimi dimenticandoci dei secoli. La storia non è la nostra materia. La memoria si accontenta di brevi frammenti mentre interminabili oblii scandiscono vuoti staffette del tempo. Ho in mente i tuoi occhi, il tuo sorriso corretto. Perchè non mi perdoni per questo?
Id: 63624 Data: 14/07/2021 01:57:29
*
Un nulla di fatto
La speranza è una dama contesa i capelli sciolti, mossi dal vento le vene sospese, strette alle tempie. Vorrei dire che posso fare a meno di te ma non posso fare a meno di te. Nei miei pensieri di crisalide spalanchi le ali e ti colori di battiti di disamine su bellezza e compassione ti riempi i polmoni. Che tu sia felice è tollerabile quando mi vedo morire solitario in un nulla di fatto di silenzi assordanti. Ma se presto ti venissi a cercare tra le righe d'un fiato saresti parole da mandare a memoria canzoni da cantare al tramonto. Una riscossa di sensi comuni che appartiene soltanto ad un tempo fortuito limitrofo ai nostri anni più belli i nostri momenti migliori.
Id: 63592 Data: 09/07/2021 01:15:34
*
Come cani in un salotto
La poetessa si compone di atomi riflessi raggi di sole canoni inversi associazioni, immagini, apparenze luoghi non luoghi, quintessenze, magneti. Ci sono vari livelli molteplici occasioni di perdere il controllo ma per questo non si ceda all'ebbrezza di perdere il filo del discorso il tema e l'anatema. Per concludere verremo a patti come cani in un salotto circondati di coralli annusandoci il culo quando conta.
Id: 63567 Data: 05/07/2021 01:14:27
*
Di tutto quel tempo
Chissà se mi stai pensando se mi hai mai pensato se mi penserai l'acquavite dalle foglie di mangrovia raccolgo in capsule decontaminate metto le virgole negli angoli due sponde e sono pari buone per fermarti alla frase come stai? Ma non rispondermi domani prenditi il tempo che vuoi gli attimi sono per noi pezzi rotti d'infinito Comunque vada avrò perduto del tempo prezioso incastonato tra due sponde il tuo sorriso mi confonde mi cambia il destino sognando ad occhi aperti ma a circuito chiuso frastornato da droghe leggere di uso comune e da paranoie dai facili costumi compiendo grandi manovre per sedare piccole scaramucce assumo il ruolo di ultimo arrivato a furor di popolo con effetto immediato e un in bocca al lupo dagli alti papaveri che coltivasti di relazioni sessuali in virtù di favori futuri Sento scricchiolare le pareti del cervello come assi di legno sotto il peso di stivali da soma Sento di poterti scrivere che sei bella con alterne fortune prima che a chiudere il cerchio non sia la vita una volta per tutte in sintassi congiunte
Id: 63479 Data: 22/06/2021 00:52:17
*
Per pochi intimi
La questione è semplice querula se ne sta sul suo piedistallo abbastanza in alto da sfuggire alla vista di una buona media defraudata ma per gli altri che sanno leggere non è una regola ma un dato di fatto. Così si svela a pochi intimi la natura degli atomi.
Id: 63470 Data: 20/06/2021 05:04:24
*
Fuori produzione
La lupa non s'accontenta la lupa abbassa lo sguardo non mostra i denti non dà di matto. Mantiene un certo contegno fuori quando dentro bestemmia di rabbia per non aver saputo cedere quella volta che tutto era perduto ad una richiesta d'aiuto che l'avrebbe mondata da tutti i suoi peccati. Ma al contempo la realtà sta nei dati come l'anima altrove, delle cose ridondanti premurose di significati fuori produzione di fatti fotocopia. Così crede la lupa, che basti una canzone a cambiarti d'umore, verificando una certa tua attenzione per le parole attraverso delle domande senza alcuna ragione di essere fatte, di essere fatti. Chi suona il basso? Chi ha scritto il testo? Chi ti ha dato il permesso di cedere in te stesso?
Id: 63463 Data: 19/06/2021 00:52:40
*
Viceversa
Nell'aforisma postumo un barlume di coraggio. La cascata bianca miete l'acqua a compassione ma il coraggio è delle sponde così il fiume ha il suo messaggio da portare e le foglie simbolo del nostro transito terrestre prendono aria e viceversa l'aria si concede in umidi fotoni di resina dagli alberi. Si crede a tutto, puntualmente che le nuvole possano somigliarci e gli dei ci sentano i pensieri. Restare calmi, contare fino a dieci. Qui, tra i rami, giace un uomo solitario. Prossimo allo zero.
Id: 63384 Data: 08/06/2021 01:02:44
*
La dotta formica
Come la dotta formica conserva l'estate a sè stante capoluogo di stagione così io mi prendo cura del tuo ricordo disarmato fino a che non avrò perduto anche l'ultima immagine nel corso del tempo che tutto trasfigura. Soltanto un pensiero sempre mi travalica il tuo ventre sconosciuto.
Id: 63373 Data: 07/06/2021 01:47:52
*
Perdigiorno
Per quella via scoscesa prenderei a primavera lungo la radura e dentro al bosco sconfiggendo merlature, frequentando bellimbuste e concerti dei tre allegri ragazzi morti coi ragazzi vivi tutto intorno e le ragazze perdigiorno. Propenderei per una stasi al posto di un'estasi data la mia natura mansueta ma all'occorrenza potrei compiere atti inconsulti dedicarti poesie d'amore e altre cose inutili che mi compongono e fanno a pezzi per riunirci in un circolo vizioso.
Id: 63309 Data: 29/05/2021 23:36:38
*
Un cenno del capo
Apparentemente niente d'importante uno slancio, uno scatto breve dell'anima ma quanto coraggio in un saluto, un cenno del capo. A volte solo tu puoi capirmi all'altro capo del mondo attraverso i crepuscoli a cui entrambi brindiamo dandoci alla vita come in pasto a un angelo regredendo ad uno stadio primordiale. Nella stessa lingua la canzone del bosco ricorda alle foglie le regole d'ingaggio.
Id: 63280 Data: 25/05/2021 23:11:46
*
A sirene spiegate
La genesi di un sospetto s'affretta ad entrarmi in testa fosse questa la libertà tanto agognata? Psicofarmaci modesti per apparati rotti la velocità di pensiero, la corda tesa, l'osso del collo accontentarsi costa fatica, un silenzio che dilaga a sirene spiegate. Intanto tristi notizie vengono a galla il fitto del bosco ne piange, con le foglie tutte tremanti.
Id: 63272 Data: 24/05/2021 23:24:37
*
Sensi di colpa
L'ascesa postuma dei miei sensi di colpa mi ha reso pigro, abile nel perdere tempo facile alla collera, sebbene docile in purgatorio. Il mio coraggio è stare fermo nella fossa non scavare, incrociare le braccia. Lunghe attese mi compongono, per inerzia. Quando torni daremo una festa con i fuochi nella notte e le stelle su in collina. Perderemo la consapevolezza delle nostre reciproche posizioni e saremo noi stessi, infiniti mortali. Senza equivoci di sorta, schemi alla mano.
Id: 63253 Data: 22/05/2021 23:30:56
*
Ai quattro venti
Collaudando capitomboli me ne vado contundente ho ferite aperte dure a rimarginare e me ne vanto ai quattro venti come fossero un miracolo, una secca in mezzo al mare. Il più delle volte è uno scherzo della mente allora resto a guardare la vita che scorre su spine dorsali. Mi pento di non aver saputo godere d'immeritati momenti di gloria. Forse sperduti in un corpo mortale non vediamo l'infinito se non attarverso avvisi commerciali che ce lo vendono per buono ogni volta che compriamo. Gratuitamente non posso disporre del mio lato positivo. Finchè son vivo sono vivo sbagliare è un mio diritto.
Id: 63247 Data: 21/05/2021 23:33:23
*
La padrona
All'insolente suo cospetto il cane abbaia desolato quella volta che ci amammo fu per sbaglio o un giorno come un altro ma ricordo particolari, conto gli alberi alle foglie sorridente me ne sto nei bassifondi. Cogli l'attimo come fiore da un prato e poi ti trovi un angolo per pensare per il solo piacere di pensare. Se poi le immagini arriveranno sarai in grado di restare concentrato come petalo per aria. Forse il vento che si avvera al calar della sera, ha mansione secondaria che non sia il trasporto di parole di prima intenzione non sempre volano aquiloni e tutti i mezzi per volare. Se fosse solo bisogno d'amore sarebbe un dolore costante ma a volte, non sento più dolore mi passa una folata, che m'inebria di un profumo che cambio idea sulla vita, da inguaribile romantico come quando la tua bellezza mi commuove e perdo il fiato e l'opzione di essere di un'altra.
Id: 63216 Data: 19/05/2021 10:34:07
*
Aria
A volte l'aria s'incammina su litorali circonflessi, arabeschi, quintessenze tavolate imbandite di lietofine e ricompense, d'esser vivi all'ennesima potenza solo per pochi attimi, d'indicibile bellezza quantificabili in lampi d'assenza dal proprio malessere. Fiammeggianti antichi pensieri s'avvampano di atomi guerrieri e immagini secondarie in luogo di figuranti al teatro degli orrori e belve addomesticate con amore o secondo voglia di stagione, bestemmiando, eroici. I polmoni compiono il miracolo e siamo noi battito e cute, nervi in costume, figli del caos. Essere guadi, per essere siepi, litoranee. Avere fiordi di nuvole incastonati negli occhi e cupe vampe d'accudire. Per fare finta di morire, esplodendo in cantici prevedendo nuova vita in fondo all'anima.
Id: 62796 Data: 05/04/2021 22:18:19
*
Non esiste una regola
Non esiste una sola regola. Si può perdere con le tasche piene e prendere il largo da un'altalena se il vento soffia nelle vene. Altrimenti sognare sarebbe un fuoco fatuo nella quiete dopo un'antica tempesta un pomeriggio di un giorno da cani in un'estate magnetica. Invece il tempo scorre seguendo una sua poetica e le stagioni si succedono fino all'unica tregua che ci viene concessa.
Id: 62774 Data: 03/04/2021 22:22:24
*
Se allunghi le mani
Per fermare il tempo e guardarti negli occhi lungamente, ho attraversato confini e languori sedotto da luci stellari, comete e splendori di antichi profeti le languide immagini che quasi le tocchi se allunghi le mani. Per trovare conforto in un ventre capiente fonte di vita, risorsa terrestre, sono andato in luoghi lontani dove perdersi era l'unico modo per fare due passi. Ciò che conta è avere un pensiero in mente che faccia da faro, da ancora, da giubbino di salvataggio in un mare di squali. Perchè vivere è andare dove non si tocca sporcarsi le mani, amare il miraggio ancor prima dell'essere.
Id: 62674 Data: 25/03/2021 22:26:02
*
D’acqua salata
La distanza è uno strappo infuocato d'acqua salata un veicolo per il passaggio di fasci di luce attraverso fessure colorate I tuoi capelli sono stati porti di mare per le mie dita asciutte se mi ricordo viaggi senza faro o stelle nella notte. Eppure distese di grano ancora fanno effetto se gli occhi sono lucidi e l'azione del pensiero una falce che fa tabula rasa di ogni effetto indesiderato che si scioglie sullo sfondo come ghiaccio al sole ancora in auge. Disperato. Ma queste sono favole per adulti capricciosi. I ragazzi innamorati sostano altrove. Su parole sospese a mezz'aria, sussurrate a cuore in gola.
Id: 62649 Data: 23/03/2021 22:42:23
*
Naviganti
Abbracciati alla vita dobbiamo stare senza cospicue distanze frettolosi d'amare e d'essere amati naviganti in questo mare senza avvisi e senza fari.
Id: 62506 Data: 13/03/2021 00:00:09
*
Letargo
Dall'altopiano dei tre passi prendo il largo: ad un passo da te per antonomasia a un passo dal baratro e ad un passo dal centro. Dove sosterei volentieri per un lungo letargo. Per svegliarmi di un'altra l'antico splendore. Patriarcato del volersi bene per eccesso. Stupore del ritrovare se stessi. Compromesso sono in parti essenziali non chiedo perdono che agli atomi di questo eterno dolore. Se la vita è una quiete notturna protratta fino al mattino che mi svegli a primo sole. Dormire, perchè i pensieri si arrendano ad un silenzio collaudato. Questo vuoto disperato che si orienta con le stelle. Tanto simile alla morte che immagino da farle da fratello.
Id: 62486 Data: 10/03/2021 22:24:11
*
Musica orecchiabile
E' poco interessante una mente che esplora molto meglio per la platea un corpo che cambia Coadiuvato da una rozza ferocia continuo ad ardere di pozioni velenose e musica orecchiabile Cercando a tutti i costi un risultato per non perdere tempo in languori secondari concentrarsi sui fatti E' un distante viziato da punti di vista e verità di fango buone per il vino Questo luogo inesplorato che ci separa in spazio e tempo senza tener conto dell'anima e del suo cammino Vorrei averti vista fiorire nel nostro struggente dopoguerra come quercia in un cortile che spacca le mattonelle Ma ero troppo impegnato a trovare una terapia che mi consentisse di vivere adagio un equilibrio di filo spinato e cocci rotti di bottiglia Sappi però che la voglia dietro l'angolo è rimasta di meraviglia di apparizioni fantastiche e fiato sprecato di progressioni psichedeliche (in un contesto psichiatrico) Per resistere ad un torbido quieto vivere ogni tanto prendere il largo con l'immaginazione arrivare fino a te dosando il carburante per un viaggio interstellare a passo di cane
Id: 62380 Data: 01/03/2021 22:34:16
*
All’addiaccio del mio cosmo
All'addiaccio del mio cosmo unisco stelle con l'inchiostro per disegni industriali. Salvataggi fuoriposto di stratagemmi alla deriva. Non trovo consensi che in consessi di streghe magnifiche presenze, ulula la luna. Forse dovrei, supponendo presupposti andare a nascondermi nei boschi faggiformi per l'eternità o fino a quando non riacquisti forma d'uomo. Per sentire ancora viva quella fiamma d'oro che ristora accavallare le tue gambe in un giogo di parole. Leccarti le ferite accarazzare i tuoi capelli dalla nuca. Trovare tra i seni l'eterno riposo tanto agognato da pendere al collo. Provare a fondo prima di desistere sarebbe la norma se non fosse l'eccezione e tu non fossi una mia proiezione catartica ossessione di meteora periodica che ri-precipita in cicli. L'ennesima potenza se solo mi sorridi.
Id: 62355 Data: 27/02/2021 22:24:51
*
Allalbero maestro
Un futuro blindato, con mia madre immortale e un cane a fianco che non abbai soltanto alla notte stellata. La luna se ne accorge d'altro canto non vuole essere da meno di un' adorabile piedipiatta e illumina falene e i miei pensieri solitari questo vorrei, per cominciare. I tuoi capelli disordinati sono altrettanti binari di stazione al mattino, come il grano. Vorrei accarezzarli con le mie mani mietere parole sugli altari. Sentire la tua voce, legato all'albero maestro in mezzo al mare. Mi coordino per imparare. Mi attraversano selvagge immagini. Canzoni di guerre mondiali. Felini abbracci d'animali.
Id: 62333 Data: 25/02/2021 22:43:27
*
Di essere
E' alla portata di ogni essere umano sostantivo femminile-universale a volerle bene non si sbaglia evitare di farle del male. Anche la sola contemplazione può esserle di riguardo. Stesi al sole in aperta campagna coi bambini che giocano col cane a farsi prendere e la vita davanti, non troppo distante. Gli argini del tempo rende friabili e l'eterno sta sulla punta della lingua un ti amo che non viene mai al dunque una pozione del Lidl. Un filtro d'amore che abbia tutti i crismi dovrebbe avere nubi nel cervello e vento. Sangue nelle vene da ardere, da rendere e una ciocca dei tuoi capelli. Basta un luogo sicuro cui appendere il chiodo da dove guardare lo spettacolo fantastico della vita che scorre per rendersi conto che comunque ne saremo una parte affacciati alle finestre. Ogni foglia che cade mi ricorda il nostro transito terrestre.
Id: 62286 Data: 20/02/2021 22:44:24
*
Di non essere
Disarmata come foglia al vento se ne sta timorata di Dio ma per niente mansueta, se ne sta è perfino magnetica. Come da coltre di nebbia evanescenze come lampi di fuoco, braceri ardenti. Quando viene viene è un piacere immenso una sacra epifania del tempo. Dolce come miele nella coppa del re: La straordinaria fortuna di non essere me.
Id: 62285 Data: 20/02/2021 22:27:39
*
La vita è altrove
Efficienza d'inetto, morto di sogno la vita è altrove la comanda il tempo in fiotti d'inchiostro note di un mare che sta tutto dentro una conchiglia cui porgi orecchio, sulla spiaggia adagiata al tramonto. La voglia d'essere amato non si coltiva allo specchio. E la natura si comporta da madre desolata e prodigiosa. Se mi arrangio è grazie a voi che tenete in piedi la mia spina dorsale affetti cospicui d'annata. Fosse per sempre a questo livello di difficoltà e non cambiasse con l'età, qual cosa. Si restasse per sempre a passare le vacanze in una tenera età, scafata ma non troppo compendio delle esperienze più belle. Trovare spazio in cui conservare l'ignoto, non ve lo prometto. Condannati all'incertezza tutto il resto ci basta questo ci resta, un futuro scontroso da cui prendere le distanze (per non perdere la testa).
Id: 62242 Data: 16/02/2021 22:56:01
*
Il sole in agguato
Non si può interrompere il gioco se non hai capito le regole? Che tutto si fermasse e mi desse il tempo di osservare. Se le dinamiche appaiono verticali è il momento di fermarsi ai preliminari. Non è colpa mia se m'interessano più le nuvole che gli scambi di mercato. Quando saprò della pioggia anche l'ultimo segreto potrò pronosticare un risultato. Fino ad allora, pianta grassa, me ne starò sul balcone a prendere il sole in agguato.
Id: 62163 Data: 09/02/2021 22:36:18
*
Atomi di cera
Con quanta avventatezza ho cosparso atomi di cera inneschi edulcorati per percussioni senza meta. Fuochi fatui da isolati a privi di cenere. Di c'era una volta ne ho piene le vene. Possano le foglie sospirare magnetiche una terra promessa. Così simili a noi, nel loro transito terrestre. La volta che cadde il cielo con le stelle ficcate a pressione. E gli occhi si fecere ardenti per vedere. Cieco dolore, qui c'è la cura giusta, nel loro interesse. Mentre canti una canzone che ha la metà dei tuoi anni e il tempo cola in gola come un vino pregiato. Fuggire lontano dura solo pochi attimi. Perdoniamoli all'istante.
Id: 62149 Data: 08/02/2021 22:26:49
*
Specchio specchio delle mie brame
Ho assistito al rapido sfacelo del mio corpo di cui sono stato testimone e artefice ho perso potere sulle cose del non fare escursionista, troglodita in via Condotti. Ripristinare un modulo d'efficienza è stato impossibile fin'ora tutti i buoni propositi sono finiti sotto i ponti coi barboni. Stanco di lottare non mi rimane che sognare un fisico bestiale con cui arrampicarmi a mani nude sugli specchi.
Id: 62039 Data: 01/02/2021 00:29:50
*
Senza far rumore
Il nostro non è un coprifuoco a suffragio universale su scala indusrtiale, una famigerata camera a gas con spargimenti di sangue su qualche altare munito di anima low cost Un prodigio della tecnica ci può salvare, la memoria. Ma la strada da fare prevede di scavare a fondo rischiando di avere a che fare con orrori artificiali di natura inconsulta, post mortem. La follia omicida che s'incarna in un cuore di fabbrica per adottare automatismi seriali facilitare lo sterminio di massa meccanica dell'odio razziale. Ma quello che conta è nutrirsi di cose le stelle che cadono ai tuoi piedi non ti fanno alzare lo sguardo al cielo eppure il cielo è pieno di stelle La fatica di vivere ha raggiunto in passato dei vertici difficilmente eguagliabili ma se non mi metti mi piace mi sparo mi sparpaglio in atomi Meglio non pensarci, essere contemporanei apparire felici il più possibile barando il più possibile sull'essere se stessi Tanto è uguale essere diversi il conformismo è diventata l'unità di misura con cui si calcola la durata della vita media e se ti astieni sei perverso Ma solo per il tempo che venga individuata la fascia di consumatore a cui appartieni riassorbito nel sistema mangia prega ama Zitto ubbidisci crepa strilla quanto vuoi non cambia niente torneremo ancora su questo pianeta Potessimo un giorno, senza far rumore dare uno sguardo di passaggio folata di vento che cade le foglie le accompagna nel viaggio terreno Per scoprire l'amore in una voltata di carte capire che è vero può esistere un vaccino uno stato di quiete per noi Un arrivederci a stadi migliori di coscienza dove permettersi di essere buoni senza diventare patetici senza essere eroi
Id: 62004 Data: 28/01/2021 23:10:09
*
Destinati a scomparire
Le famose frasi a caso dei poeti un inno a voi prima di bere ai tuoi doni Cerere, destinati a scomparire. I furti sottobanco di tenere parole la voglia di morire messa all'angolo eppur si muove estinguere il firmamento con un solo sguardo incerto aprirsi le vene in fiotti di falene nella notte buia ascoltando alla radio un DJ sconosciuto essere se stessi solo attraverso mutamenti e non domandarsi mai perchè. Forse siamo qui per vivere la vita e non dire mai di si, che sempre l'hai vissuta. Una fine qualsiasi può essere d'intenti dichiarazione già assai gloriosa. Finire lentamente lascia intatte le domande? O senza più alcuna risposta? Cosa vuoi da me? Lo sai che non mi espongo. Non impongo alle stagioni i miei traguardi. Corro sul posto, resto ad osservare. Col pregiudizio del testimone secondario stringo un sodalizio col tempo che passa: lo lascio andare indisturbato. Mi riservo una percentuale di attimi perduti presi e abbandonati, da ricordare senza averli mai vissuti. Non fingo attitudini, non competo per vincere in pratica mi astengo dalla morte riduco al minimo la possibilità di un incontro con l'altro. Non vado, non vengo, rimango un caso a parte.
Id: 61968 Data: 26/01/2021 22:38:50
*
Lo spazio necessario
Lo spazio che ci individua come amici è un luogo sacro, di preghiere quotidiane vincolo astratto di natura impermanente di naturale impermanenza ma a nostra madre siamo legati di quintessenza il sangue che vinca o che perda a cui si mente e si fa del male per innumerevoli motivi. Non preoccuparsi di calare negli abissi a star freschi, fregati e contenti, ancora vivi. Più mi guardi più ti attraverso nella fattispecie ti faccio a pezzi sempre più piccoli e pensi che è vero, è tutto un gioco da maggiorenni appena compiuti. E maledici trent'anni di stupri dell'anima, nell'anima tua. Da giovane ragazza sei stata un vero duro. Poi, matura per la guardia, hai fatto un figlio hai fatto un tiro da paura per tutti i nostri polmoni stanchi di famiglia, deboli di cuore. Così siamo vissuti in tempi stroardinari d'indicibile fattura, strafatti di cordiali saluti e poca cultura leggende metropolitane e dubbi morali a portata di mano. Invano sedotti ed abbandonati da pensieri catartici per poi subito tornare alla rabbia di non farcela abbiamo perso i contatti, siamo restati all'angolo. La vita di un padre, fuscello lungo i pascoli belato sull'altare, Gesùcristo in conto terzi, partigiano d'animare, finita troppo presto per lasciare un figlio universale, pronto all'occorrenza. Eccomi redatto, a piede libero, sulle pagine, nei fogli di un diario mitologico. Sempre volli, mai non volli lupo solitario, farmi un branco di un elemento solo. Posso testimoniare in mio soccorso di essere un malato mentale. Troppo tardi per una prigione di farmaci una punizione esemplare: una vita in cambio non in tempo per la vita.
Id: 61884 Data: 20/01/2021 23:02:07
*
Un segreto
La surclassata stagione degli amori ha meritato di salire sugli allori nonostante il circondario. Un podio per quattro stagioni nel complesso un risultato straordinario. Perchè l'amore è folle non conosce leggi di partito o pronostici apotropaici o la mistica di un consumismo da abbecedario se il mio poeta preferisce un fiasco di vino a un chilo di pane e a vedere un tramonto dal vivo gli passa la fame le parole se le porta il vento che sia stella o cometa e si sveglia in lui il bambino chiuso nel petto a doppia mandata e comincia a volare nel cielo arruffato da nuvole dispettose di forme violate dal suo sguardo incantato allora è possibile anche non morire per niente e restare per sempre un punto d'arrivo, un segreto indecifrabile.
Id: 61816 Data: 16/01/2021 22:50:48
*
Di secondaria natura
L'apparato umano urge riflessioni compatibili con la natura dei perdenti ragioni che non conservo nella mente ho solo canzoni per eludere la morte e la memoria ferma su immagini di una donna passata a esercitare le mie voglie in monologhi esasperati e parole ghiacciate. Fossi stato buono a questo o a quello sarei diventato adulto ma essendo impreparato a tutto ho sviluppato una natura sedentaria. D'altronde di una seconda natura divento portatile quando colgo il fiore o calpesto le foglie nel bosco, accarezzo il cane, brandisco un resoconto a fine giornata. Scrivo le mie cose, soggiogato dai sensi di colpa, vuoto le mie vene per l'inchiostro di poche parole insanguinate. Quello che conosco lo conosco di fame, di sete, di bivacco. Struggendomi di rimbalzo come nuvola piatta. Sul lago provo la frenata. Incedo e cado, resto sempre a galla. Le mie ferite coincidono. Fosse possibile un compromesso, avere sempre quarant'anni! Un eterno incompiuto come prova d'artista. Un lunghissimo metraggio senza capo nè coda.
Id: 61772 Data: 13/01/2021 22:54:44
*
Al fuoco del camino
L'Apocalisse è dietro l'angolo, un conato d'atomi una ciocca calata sul collo appena voltata l'asola dell'equatore salmodiata presenza di ghiandole cocchio di vene sottili. A furore di vento passasti lo stadio di figlia scolpendo per sempre il tuo nome nel cuore del bosco sulla corteccia della quercia antica. Come ti chiamai amore poi non ricordo ma fu cosa limitrofa, di lì a poco una sopsensione del tempo in se stesso con denti forti per mordere e la voglia di farla finita ad essere vinta da un sorriso, da un bicchiere di rosso la storia infinita dallo strano percorso un sorso di brina dello stesso mattino che ti ha vista trascorsa come stagione formale ma con l'anima in rivolta ancora tutta in divenire, è arrivata fin qui. Quante volte ho pensato così. Al fuoco amico del camino, ebbro di rimorsi.
Id: 61719 Data: 10/01/2021 22:46:22
*
Per non farti scappare
Accorgersi del flusso fermarlo adesso in rime baciate in acrobazie sbandate di una lingua da cani fare un tiro dei nostri polmoni, un fuoco a mare pensarti senza averti distante anzi annodare le corde che ti toccano ai polsi, alle caviglie, per non farti scappare osservare le stelle, ferme come i tuoi occhi inabissarsi in una coltre anemica la conseguenza di certi pensieri è un sonno profondo senza sogni, un viaggio da farsi a porte chiuse nonostante si aprano abissi con dedica. Il tuo nome è un futuro senza accenti con una zampa rotta che zoppica frustato dall'aria, povera cucciola di semola dura, all'addiaccio di chi le bada. Quando lo pronuncio muoio assiderato e le labbra mi cadono. Se penso che non ti ho mai baciata mi si sventra l'anima e grido senza precauzioni, disperato. Vale la pena per quelli che non si sono mai amati? Il seno del mio scrivere non ha un senso compiuto. Un segreto che sta tutto dentro un rito di espiazione dei peccati.
Id: 61631 Data: 04/01/2021 23:01:28
*
Amore virtuale
L'avessi presa e salmodiata come una lunga criniera d'asfalto in un viaggio senza meta e senza tregue avessi percorso la sua pelle in un lungo e in largo per cercare un posto dove stare per sempre o almeno nei suoi occhi di grano bruno di foresta ne avessi mietuta una in tempo per la messe a quest'ora sarei in fila per la Luna su correnti magnetiche. Ma ciò che deve accadere accade è uno spalancarsi di finestre sui più vari circondari. E così mi estinguo dentro gli angoli di realtà virtuali lei su di un altro pianeta ed io a scagliare i miei fotoni arrugginiti il più lontano possibile.
Id: 61603 Data: 02/01/2021 22:35:39
*
Sotto al tavolo
Forse va bene un frontespizio intercorso fra le vene e una faccia d'angelo senza demoni alle frontiere dove è facile trasgredire ad un inizio e ad una fine tra le virgole sugli scaffali pochi atomi, privi di fede. Per sapere delle vite di spostati dietro gli angoli. Per farsene dire i capillari illuminati. Un libro da regalare a nemici edulcorati ad atavici personaggi di rimando. Sotto l'albero un quintale di solstizi. E poi vederti come intessuta di stelle filanti. Arpeggiare di dita sul tavolo. Ecco che mi esento dall'apparire romantico nell' esperire pensieri ricorrenti a fusi orari e stagioni balneari di spiagge desolate. Per restare un po' da solo me ne andrò sotto al tavolo a contare le gambe. Le tue caviglie scomposte sono giunchi di fiume piegano verso l'alto. Tra le cosce perdo ogni ragione, mi separo in stadi. Nel più evoluto bevo vino rosso e rido alle battute degli altri. Qualche volta sbianco.
Id: 61503 Data: 26/12/2020 00:18:19
*
Una vita non basta
Un ricatto dell'alba fu quel tuo battito di ciglia al mattino un sentiero sconosciuto s'apriva gambe e destino; di gambe accavallate senza mutandine e destino incollato al futuro. Giorni che ebbero un significato loro di tempi maturi e azioni clandestine prima ancora che viverli fosse vivere. Una storia senza lietofine. Il sapore del tuo ventre mi appaga di tutte le mancanze e ancora germoglia sul palato fiore di platano. Le forme del tuo corpo mi denudano le mani mentre le mie dita ti coprono in distanze siderali. Quando vengo dentro il tuo giaciglio, che fu fatto per riposare il Mondo, lo costringo a mostrarmi la volta celeste prima che le stelle cadano e finiscano di nuovo tutte nel tuo ventre. La tua bocca è una sangugna ballerina e la tua lingua danza melodie dolcissime con la mia lingua invitata e fatta alzare dalla sua posizione di riposo, festa del liceo. Le tue labbra, schioccolare di venti nel Mar dei Sargassi, dove i pirati cercano baci da predare, sanno pescare umori, dove si posano. Gli occhi sono falangi di lago armate. I capelli, grano bruno di foresta. Tutte le carezze che non ti ho ancora fatto le conservo per un'altra vita, questa non mi basta.
Id: 61343 Data: 14/12/2020 06:39:58
*
Teneramente
La litania che intono tiene a bada la diaspora che ho sulla punta della lingua con frenesia ripetitiva ingaggio una preghiera con sortite vivide nel pensiero per ringraziare di questa vita, lascito stellare e chiedere scusa di non saperla affrontare oh Madre mia, fonte fontana a chi ti ama dona la sete e da bere Padre celeste con la tua veste proteggimi dal freddo che mi prende e che il mio destino sia fuoco ardente mi inchino di fronte alla Vostra Maestà ma non posso parlare non so come fare la pace che cerco datemela per pietà perchè non credo a niente non ho fede nell'Amore sono solo un peccatore senza dignità in verità della mia vita fate ciò che volete chè io non so scegliere un passo dopo l'altro nè la direzione, sono canna al vento perciò mi pento di ogni mia flessione. La litania che intono attinge dal pensiero e certa musicalità non ascolto il lamento, non ascolto il richiamo vanifico l'attesa, s'incrina il mio coraggio cerco ebbrezza e vanità gli occhi miei perdono la luce allora non rimane niente in questo stato mi produco in preghiera silenziosa e sola solamente a stento tengo il mio dolore a stento non lo lascio andare di misura sbagliando la materia il fango si fa terra e dal mio crinale non si vede il mare che teneramente è una sutura d'abissi. Osanna nell'antro dei ciechi.
Id: 61261 Data: 08/12/2020 03:41:40
*
Concentriche, sporadiche
Cercando la bellezza ovunque ho perso di utilità rarefatto me ne sto, ora, prossimo al declino con queste parole buone per Narcisi concentriche e sporadiche per le vie uggiose della mente pulsante a raccontarmi le solite storie di passanti. Quanto vorrei che almeno tu restassi al cospetto dei pensieri, in piena fase d'espansione ma non ti ho avuta mai se non per illustrare malumori sedotti da costumi intercambiabili di dolcezza e altri fattori, uguali e contrari. Che l'abisso ci separi è questione temporale fuori sincrono cadiamo negli attimi eterni e non c'è spazio condiviso dove risultare tali uniti e circospetti, quali fratello e sorella. Se vuoi andare vai, non ti trattengo oltre i limiti del sangue che ci lega all'identico anatema. Percepisco la tua assenza come un vuoto custodito nel petto e se vedo solo te ovunque volgo lo sguardo è per effetto di ricordi fuori posto. Vedi cara, la questione è questa, ho memoria capricciosa.
Id: 61178 Data: 02/12/2020 06:44:29
*
Respirando forte
C'è modo e modo di scoprire che il confine è d'aria e luce quant'è profondo l'Universo respirando forte per esempio sull'orlo di tossire oppure sgranando gli occhi su di un filo d'erba, all'imbrunire contando i petali di un fiore cercando conferma a un altro amore che non sia il proprio travestito. Sotto la pioggia dare la caccia a pozzanghere appena compiute tirare le somme e credere che non tutto sia perduto. Chè va e viene la voglia di vivere e non c'appartiene che un sentore di ruggine. Dell'ingranaggio siamo il flusso, il meccanismo complesso l'audacia nel passare attraverso e non oltre la straziata compostezza dell'essere. Con la consapevolezza necessaria che accada ciò che deve accadere si affronta la voracità dei giorni a venire. E quando di schianto poi si manifestano attimi di indicibile bellezza essere pronti ad afferrarli con la fragilità di professionisti senza alcuna esperienza. Polvere siamo e polvere di stelle torneremo ad essere nella notte incandescente.
Id: 61066 Data: 24/11/2020 02:28:42
*
Terminati i termini
Tutto ciò che non accade trova spazio in porzioni di futuro e con costanza procura a sè e a molto altro percentuali reversibili d'infinito. Fin dove riesce a spingersi il mio sguardo vede chiarezza d'intenti nelle leggi del Caos. Non c'è forma, non c'è sostanza che non abbiano avuto origine da un lascito da cui estrarre coscienza e trasalire, per ascensioni successive. Chino il capo di fronte a tale tecnica compositiva ma non rinuncio all'eco smisurata dei miei oblii. Non c'è unità di produzione che possa garantire splendide poesie. D'altronde la vita la vivo finch'è mia. Non prima e non oltre la linea di confine. Nonostante ciò mi produco in desideri mozzafiato da esaudire solo in parte e senza troppi affanni per restare umano il più a lungo possibile e cercare nuove scuse ai miei errori, contrabbando d'emozioni. Se c'è spazio per l'amore è circonvenzione d'incapaci. Si danno arie i miei polmoni di essere buoni alla montagna. Ma le gambe? Così tutto resta su di un piano intellettuale vera fonte di dispiacere e plusvalore. Come stare fermi ad aspettare il decorso di un malore la fine di un amore, il calar del Sole in una danza immobile che è tributo a circoli viziosi. E poi si muore, brevemente inascoltati lungo i termini stabiliti i quali finalmente si ricompone il silenzio dei primordi.
Id: 61022 Data: 20/11/2020 07:24:10
*
i personaggi principali
La scommessa è persa il tempo ha rotto la clessidra il futuro è fuggito come cane per la strada e alla deriva, ce ne stiamo in cima agli alberi su in collina, a vedere le nostre case bruciare. Vanno in fumo le nostre speranze e per primo mi rimprovero di averti delusa ma ci sono i fatti a dimostrare le varie istanze sulla Luna, dei personaggi principali. Al centro del mio mestiere compongo atomi per antilogie dispari e con poche frasi elementari. Duale, percepisco l'unità centrale in uno scambio di vedute. Da distanze siderali ad un palmo dal naso in pochi secondi e nessuno mi ha creduto per scambiare le coordinate dell'approdo con un canto di pescatori greci e trovarsi presi nella rete di racconti antichissimi ma sempre attuali. Bazzicare per le bettole in cerca di soprusi e di scorci di ebbrezze mai confuse per estasi. Coricarsi, gli occhi chiusi, in mezzo alla tempesta. Per poter immaginare una tregua permanente tra le sabbie del deserto trovare la rosa purpurea del Caos, ante metodo astenersi perditempo.
Id: 60926 Data: 12/11/2020 22:34:16
*
Ogni foglia
Il tempo s'assottiglia diventa una conchiglia bucata una cometa, una clessidra con la sabbia bagnata ,un fonema, tra le virgole una frase sbagliata pronunciata per caso una notte di mezza estate. Il tempo diventa il punto preciso in cui ci incontrammo alla deriva dei nostri atomi dei nostri fotoni fiammanti. Quando la scadenza è muta quando il sangue è versato con la corda al collo me ne vado per alberi. Ma tu non mi sai non mi rimani negli occhi languidi a cantare canzoni sulla spiaggia in riva al mare di quegl'anni e così i rami tendono le braccia - i nodi esposti - per sollevarmi da terra alla giusta distanza dalle cose del Mondo. (Che vane se ne vanno) Capita. (Svelate) Un tallone d'Achille ogni foglia che cade.
Id: 60878 Data: 08/11/2020 22:13:59
*
Capovolta
Dove finisce la caviglia metto giaciglio e dove s'assottiglia il privilegio di un pensiero respiro coi polmoni liquidi e le labbra bagnate a sapere se è vero ci vado di rado solitamente me ne sto in uno stato di garze, bendato è un esercizio di volontà a tempo perduto osservare le cose da un altrove d'istinto distinto dal resto per lontananze automatiche quel che rimane dello spazio è un vuoto limitrofo un petto cavo che non passa mai il limite. Poi naturalmente tutto passa, solo tu non ti levi di mezzo rimani, di falso artista, l'esca, la bramata sintesi capovolta di cuor leggera.
Id: 60762 Data: 30/10/2020 01:36:49
*
Restare umani
Costernato me ne vado per la strada che la mia ombra mi preceda la giudico cortesia atmosferica la tua se ne avvede. A ragionare del tempo e dello spazio passammo l'intera vita precedente in questo spazio e in questo tempo non abbiamo tempo da perdere: ecco perchè ti chiedo insegnami a vivere meglio. O almeno a credere in me stesso. Ma a te piace divagare fiumi di parole anche belle e pronte all'uso ma io davvero prego molto per una conclusione più veloce che mi faccia dire addio a vizi di forma e di sostanza. Quintessenza del discorso è una morale fantasma: meglio amare che essere amati fino a quando non diventa uno sforzo sovrumano. Meglio restare umani dopo tutto almeno a fine turno.
Id: 60631 Data: 18/10/2020 00:26:19
*
Naviganti
Con sguaiata allegrezza non l'ombra di una carezza ma questo freddo schermo mi attraversa nella sua indagine quante voglie ho e di che cosa nessuno mi paga per non essere stato altrove. Indugio sui consigli per gli acquisti mi faccio comprare. Ho tempo da perdere o almeno questa è l'illusione. Col beneficio del sole mi vado a consegnare ad un sonno tormentato. Quando mi sveglio caffèlatte. Mi piace la natura ma mi rifiuto di combattere. Non ho vissuto tanto eppure sono logoro. Il futuro che sognavo per me ho dovuto cambiarlo in corso d'opera. Gli amici mi hanno salvato la vita e lo sanno ma non me lo fanno pesare. La solitudine che ogni tanto mi assale è paura di morire deflorata. Dopo tutto ci sei tu che ancora mantieni la rotta e non ti infrangi. Orientarsi con le stelle è prerogativa di viaggiatori romantici.
Id: 60603 Data: 15/10/2020 01:01:04
*
Gli occhi
Per la frenesia che ci colse nei giorni del maggio aggiornate ad oggi quante ore fanno da trascorrere sommersi da immagini? Le nostre contrazioni cardiache d'asporto forse fungono da metronomo? Per azioni coordinate? Rimettiamo gli orologi a un quarto dal passato. Prevedendo catastrofi, sospirando apatici. La vera gloria sosta nel non fare non prendere parte alla confusione generale. Per conquistare il punto di osservazione mantenere gli occhi lucidi. A pochi passi dal tuo volto, sconsacrando matrimoni si arresta la mia collera per non aver saputo combinarti a modo mio ma d'altronde a questo mondo quante volte si fa presto a dire addio?
Id: 60585 Data: 14/10/2020 01:32:20
*
Caffè
Se la vena portante si aprisse ora verrebbero fuori coriandoli intrisi di acido. La mia lingua lacustre metterebbe a tuo agio entrambe le sponde in un delirio fantastico da perderci il sonno, da spargerci petali sul fondo e sulle dorsali. Neanche l'ombra di un atlante. A volersi far male t'informerei che t'amo se ancora non lo sai, a debita distanza ma se lo sai fai finta che mai dovesse succedere. Per altro una remota congiuntura astrale mi vede sobrio nei pressi di natale senza un perchè. Durante la quarantena ho iniziato a bere il caffè con un cucchiaino di zucchero. Fumo con rinnovato vigore e mi stupisco ancora per le piccole cose.
Id: 60556 Data: 12/10/2020 00:28:57
*
La notte
Tralasciando le parvenze considerando oro colato le parole dell'ebbrezza questo è nettare per le mie vene cave in cerca dell'estasi. Quanti gradi dell'essenza devo pietrificare in immagini sacre? A quali santi devo devolvere testimoni di feste? La mia stupidità è grande ma conosco la notte in alzate di spalle e conti corrente.
Id: 60534 Data: 11/10/2020 02:06:08
*
La mia padrona
Vivendo per inerzia pendo dal ramo custodito dalle foglie conosco il vento per gli addi che gli si consegnano contro voglia. Mi costringo a cedere il passo, chinare il capo cosparso di cenere prendo possesso di quello che è mio sempre più di rado bevo dalle pozzanghere ululo alle sirene delle ambulanze. Credo sia vero solo il mio amore per te chiuso in questa mia stanza. La mia padrona è lontana portale la luna incatenata al suo calare.
Id: 60494 Data: 08/10/2020 00:33:13
*
Portami con te
Trovare la forza, ci vuole coraggio avere coraggio, ci vuole coerenza. Secondo coscienza dovrei dire di essere negato ma a me piace mentire e sostengo di aver amato nonostante tu abbia un cuore di pietra. Il tuo futuro che si avvera è la distanza che ci separa in cui mi lascio morire pur di trattenere un'ultima speranza di sentirti viva tra le mie braccia mentre esalo l'ultimo respiro. Sarebbe da parte tua una cortesia non da poco leggermi le labbra finalmente ospiti tra le tue: - ti chiedo perdono se sei andata via. La mia vita si produce di circoli viziosi. Strappami le redini, portami con te. Quello che sarò sarò, innumerevoli volte avendoti per destino.
Id: 60397 Data: 30/09/2020 23:46:17
*
Unghie
Tra le pieghe del tempo ammaestrate volte celesti spargono stelle nel tentativo di portare alla luce segreti nascosti o stravaganti modi di essere. Noi restiamo al buio, ci mordiamo le unghie consacriamo noi stessi a una vita di mezzo.
Id: 60381 Data: 30/09/2020 00:26:30
*
La fossa
Stoltamente pensavo che la poesia potesse riscattarmi da una vita altrimenti miserabile e riempirmi le vene di sangue invece mi trema la carne non appena la sera il vento si leva. Sono nullità codificata dal nulla essenza di casi in sospeso la mia deriva non conosce tregua mi dileguo a scansioni di tempo (che passa). Basta poco a buttarmi per terra dove da solo comincio a scavarmi la fossa non ho forza di volontà ma solo voglie pietose non c'è niente che possa redimermi a parte forse una fine gloriosa. Solo i versi mi lascio alle spalle con la speranza che qualcuno li adotti del resto mi sento nato per questo nonostante la morte mi inghiotta.
Id: 60308 Data: 24/09/2020 02:47:46
*
Testimoni del tempo
Con l'arroganza dell'avaro mi getto sul futuro mendicando pochi attimi a getto continuo. Sordido auspicio confondersi col nulla tuttavia dal buio si ebbe la luce, così continuai in vano a fare del dolore uno stato di grazia e produrmi in amori infelici ma pieni di gioia. Testimonianze contraddittorie mi vogliono morto oppure in prigione. Io invece sono altrove, furibondo.
Id: 60262 Data: 20/09/2020 01:18:17
*
Via
Abbandonato l'abitacolo il pensiero vola incontrastato quando questo si avvera può esserci dell'altro. Una scatola cranica, uno sguardo rarefatto, nuvole e un po' d'asfalto una strada maledetta ricominciare da capo senza perdere la testa in una bottega di coralli ancora vivi. Alla finestra aspettando cieli stellati sognare di andar via.
Id: 60252 Data: 19/09/2020 01:27:03
*
Modi e maniere
Cenacoli, corpuscoli per la notte brava fuochi fatui sono questi pensieri per la mente notturni come il sole che sorge, opposti al quieto vivere si dipanano diafani. E' paura di morire o paura della morte? Quante voglie hai sedotte? Quante storie abbandonate? Alla fine sono sempre le parole a correrti incontro. E il silenzio qualche volta è ampio fondo, spettro, raggio. Rifugiarsi è principio di coscienza, atto unico, illusorio. La magia dura il tempo di un secondo, in cui tutto si ferma poi riparte, accelerando. Ecco per sempre un venire a galla della mente a superfici incoronate, per immagini dissonanti. Quello che mi pare è la strada da percorrere e "finchè c'accuie spare".
Id: 60228 Data: 16/09/2020 03:37:10
*
Confessione
Di cosa posso raccontare? Tralasciato io, subitaneo e circonflesso. Uno stato d'allerta come al mare con gli squali ma più dappresso, come in concomitanza di un brusco risveglio da un brutto sogno o di riflesso una veglia forzata. Sono amato abbastanza da tenermi la vita.
Id: 60213 Data: 15/09/2020 00:53:51
*
Avanposti
Dimenticarti è difficile data la mia posizione scongiuro bisbetiche indomite immagini a confusione di un ricordo assai vago di belligeranti sensazioni d'appagamento. Volendo essere sincero dimentico tutto il male che m'hai fatto come fosse un gioco da ragazzi tra i palazzi e sopra il cielo di cobalto. T'avrei baciato mille volte, articolando la mia lingua sull'altare della tua bocca, scoperchiando il vaso di Pandora oh mia amata dolcissima pirata dell'oceano imperfetto del tempo liquefatto di cui imploro onde a naufragare. Un posto qualunque ma nevralgico, un neo della tua pelle sconsiderata soltanto un altro approdo, il mio avanposto in mezzo al mare.
Id: 60202 Data: 14/09/2020 00:58:44
*
Cuore di mamma
E' un giocattolo bellissimo questo cuore di mamma che conservi nell'antro i tuoi anni ti stanno consegnando una vecchiaia tranquilla ma senza troppi preamboli la tua pelle è una mappa di percorsi lunari stancamente chiedi gli straordinari alle stelle per un'altra fumata e alle tue ossa il permesso di spostarti nello spazio senza accusare forti dolori, ancora temeraria lo spirito che ti anima è di guerriera solitaria e i tuoi occhi buoni per il filo e la cruna dell'ago. Guardiamo insieme quel programma che ti piace tanto e ridiamo a vicende ingombranti di umanità varie ed eventuali.
Id: 60092 Data: 06/09/2020 01:10:22
*
Mai, mai, mai, mai nessuna al mondo mai
Mai, nemmeno una volta la residua potenza di un raggio lunare ha dato una scossa al tuo ramo portante. E certi cieli stellati sono stati plastica fusa sulla tua pelle, la volta celeste, voltata di spalle. A ricordarti di tenere le giuste distanze nella foresta primordiale, dalle saette nel temporale, imputate agli astratti. Vorrei poterti parlare salpati gli amanti in disuso nella stagione dei letarghi a piè pari, come saltando da un argomento all'altro trafiggendo cuori solitari, lungo la strada, l'asfalto infuocato. Ma non mi vedo nello specchio, tanto da aderire a certi gruppi di fantasmi semiseri che chiedono il permesso di attraversare i muri ai padroni di casa, mentre io, per ogni parola, ho commesso un reato. I tuoi capelli prodigiosi li ricordo alle prese col vento una notte di mezza estate, i tuoi occhi si confondono ancora coi fiori del mandorlo? Mai, nemmeno una volta confiscai i tuoi atomi rinunciando a giacenze d'energia da campo magnetico. O seppi coglierti nell'atto di spanderti. Ti arredo un sorriso smeraldo per incontri fantastici se solo sai dirmi quando tacca la banda. Ti ho vista volare in assenza di musica.
Id: 60023 Data: 02/09/2020 01:22:23
*
Can che abbaia
Per il resto dei miei giorni nutrire dubbi posso abituarmi senza vincoli essendo ridicolo risparmiare tempo al presente vai fuggendo il cane abbaia nella notte i vicini non lo sentono oppure sono morti.
Id: 59940 Data: 26/08/2020 04:24:50
*
Poco lontano
Poco lontano da noi s'accontenta la tempesta d'essere passata il giunco di piegarsi a terra appena sulla riva perchè quando la vita trascorsa è maggiore di quella che ti resta da vivere allora può capitare di assistere a certi eventi del passato come a momenti d'indicibile bellezza. Ma l'assistenza dura solo pochi attimi poi si continua a vivere mantenendo le distanze più civili desiderabili. Ricordando è preghiera tascabile conservare immagini.
Id: 59890 Data: 21/08/2020 20:03:48
*
In un luogo indefinito
E' saldata tra le scapole e le ghiandole questa sensazione di vuoto sottostante colmo d'aria, rarefatta viene in gola che è un piacere, nonostante la paura di cadere ci presenti il conto in termini di bocche chiuse e devozione. Servirebbe l'affetto di mammiferi a sangue caldo almeno nelle emergenze o una volta per l'occasione. Una voglia di vedere dove va a finire il prosieguo della storia la permanente contrastante attrazione per l'abisso circostante. Vana gloria va la vela della mente. E tutto quanto sembra un sogno ricorrente mai sognato. Una struggente rimembranza senza forma nè sostanza. Un luogo immaginario.
Id: 59776 Data: 11/08/2020 00:57:37
*
in forma spasmodica
La condizione umana rettificata al netto del grado di dolore individuale va verificata in quanto tale nelle sue varie derive. Una forma d'esperienza naturale da esperire aneddotici. Sarebbe ascensionale se ipnotica. Ma non sempre impariamo da un'attesa spasmodica a volte ci affrettiamo verso una fine nevralgica e accusiamo gli altri di averci indicato la strada.
Id: 59728 Data: 07/08/2020 01:01:45
*
Per un attimo
Ho rimesso al cane i miei peccati voci sul collo di lontananze affrettate i vasti paradisi che ci attendono sincopati li lascio ad attendere le mie derive preliminari. Ritengo che il vino fuori boccone sia una preghiera sufficiente a placare qualsiasi autonoma divinità e il fuoco e non l'ardore scaldi la balera sul tavolo. Tutto è a portata di mano lo scalpitio della pioggia al balcone il temporale giù in cortile la rimessa di spiragli dell'estate le tue cosce allestite per l'occasione di un inguaribile miracolo. Ma penso anche che il tempo fugge ci smarrisce all'istante nelle nostre voglie primordiali. Allora stiamo insieme per un attimo unità di misura dei raggi solari.
Id: 59628 Data: 29/07/2020 02:32:25
*
Fino a quando
Le tempie in fiamme il cielo terso la componente casuale che domina e poi tutto quanto il resto a volermi andar via senza restare nemmeno per un attimo di sfolgorante allegria un commiato da scambiarsi la pelle come atto di cortesia una finzione scenica o un moto dell'anima. Fino a quando non arrivi all'atomo. Fino a quando?
Id: 59595 Data: 26/07/2020 03:08:10
*
Freddo
Al contempo il furore antagonistico viene tollerato e cessa di esistere quando pronunci il mio nome in sussurrato cardine di antica consuetudine come fosse dire prigioniero in un gioco di fate inginocchiate sugli assi cartesiani del mio cuore a pregare di arrivare al nucleo per la fissione. Insalutato ospite misericordia semovante si accompagna ad un freddo glaciale
Id: 59578 Data: 25/07/2020 02:46:35
*
Del non esistere
Il futuro furoreggia spastico è un bandolero scalzo e mezzo ubriaco il suono delle scimitarre del tempo fa da contesto ad un sussidio didattico di natura pleonastica questo tuo cercare tra le pieghe della tovaglia dell'altare designato alle preghiere del vespro e nel grembo delle stagioni circonflesse. Cosa vuoi che ci sia se non l'amplesso del bianco col nero, del cielo terrestre? Il presente bruscamente è a suffragio universale scandito in petali, è una margherita da spiumare. Se resti in dietro coi conti puoi avvalerti della facoltà di non esistere. Nel passato invece la fauna selvatica. Come dirsi cacciatori a lama di coltello ma i ricordi fuggiranno. (Vedi, amico mio, vince chi rimane e noi due non partiamo neanche).
Id: 59514 Data: 19/07/2020 00:49:35
*
Futuro numero due
Imbrigliati nella trama, facenti parte del costrutto per sottrazione all'obbligo, viviamo contraffatti. Di natura prossima, la caduta tattica ci arretra dal nostro finale. Agguerriti, padroni della tecnica, ci concediamo solo a bagni di folla ma con stile. Enucleare le convinzioni capostipite è un impegno sovrumano. Meglio sondare il terreno dove la natura ci stupisce con semplici espressioni di comando. Vietato sia l'augurio che porta male, il futuro straordinario.
Id: 59491 Data: 17/07/2020 00:24:44
*
Te ne vai
Con le particelle selvatiche te ne vai pei boschi secolari a caccia di fotoni e pochi atomi da rettificare in seno all'ordine dei movimenti istantanei di risposta peculiare automatica. Forse pronomi personali di un discorso tutto ancora da discorrere in luogo di un gesto spettacolare arroccato sui cardini di un pensiero beneamato. Forse ci siamo ma sicuramente siamo stati.
Id: 59480 Data: 16/07/2020 00:29:22
*
Rimpianti
In quanto ai desideri lasciarli appesi all'arcobaleno a prendere il fresco, per chi ha sete d'aria e poche opinioni abbastanza vaghe sulla teoria dei colori e gli amori a distanza. Forse sono stato colto di sorpresa e un primo buio sultanino mi ha chiuso a chiave in cortile ma la luce cui ti sei arresa, t'illumina Monnalisa. Voltafaccia degli addendi, la tua somma ti sovrasta sei un vinile con una faccia rigata e poca pratica di ascolti fugaci da in cima agli alberi. Il mio amore dorme al di là dello schermo. Chi la cullerà? Le cime fugate dal vento per un rimpianto di tanti anni fa.
Id: 59361 Data: 07/07/2020 23:39:33
*
Proverò a capire
Ricordi le notti passate a cercare i resti di noi due nel buio delle notti trascorse ad aspettare il momento in cui ricomporci e pensare che la fine fosse un sentimento condiviso solo in ultima analisi e che lasciarsi andare servisse al trascorrere dei giorni in direzioni contrarie alla contrattura nervosa, elicoidale scissoria. Ma girare a vuoto ha svuotato di senso il nostro percorso tanto che anche l'abisso è diventato un metodo per la conservazione dei dati. Amore, dal tempo vola quando stiamo insieme all'estenuante attesa di una mia prova di coraggio. Come passa è vento. Così se non ti vedo non esisti è lo scacco folle che m'infliggo.
Id: 59353 Data: 07/07/2020 03:06:55
*
La forma volatile delle nuvole
La cosmetica dinamica delle nuvole rassomiglia ad un malessere: non appena hai trovato la forma la forma scompare e quello che vuoi non sa d'essere prima che abbia recitato la formula: volli sempre volli con la forza del digiuno. Niente di più infantile: se a qualcuno starò simpatico canteremo insieme alla luna (come lupi su in collina) altrimenti le mie ossa ai cani da cortile.
Id: 59201 Data: 25/06/2020 01:25:40
*
Vetro temprato
La compagine si smagenta appena sotto di noi possiamo vedere le vene interrotte di sangue ghermire le radici stesse del flusso continuo in una variazione di senso di portata costante con le prime luci del mattino a soffocare nell'istinto ogni respiro che abbiamo fatto mai. La paura elettrifica sconsideratamente le cellule cerebrali la vista dei massacri indebolisce lo spirito santo. Ce ne stiamo coi nostri guai andandocene via dagli altari quando qualcuno viene colpito a salve dal senno del poi e torna sui suoi passi impugna l'artiglieria pesante, si veste da strage. I compagni e le compagne non sono persone volgari sanno di brace, di focolaio, di focolare.
Id: 59190 Data: 24/06/2020 01:26:55
*
Un saggio
Io, me, me stesso se esiste l'universo e non è questo mi taglio le vene pensò il saggio depresso guardandosi dentro ultraterreno
Id: 59129 Data: 20/06/2020 02:29:53
*
Penna bic
Tutto lo scorrere del tempo in una bic al vetriolo riscossa da un astuccio. Se in compenso pendessi dalle tue labbra mi sarei fatto astuto. Io proprio non ti capisco, hai le redini del sole e non fa mai giorno nel tuo rione almeno dei raggi a soppalco. La scrittura mi porta dove vuole e non mi sento responsabile di attraversarla non se ne parla. Il mio cane scava nel letto una cuccia migliore. E' tutta colpa della musica ma a volte sono le parole a meritare la condanna mia Jamaica, scendiamo dentro di noi con il senno del senno di poi.
Id: 59083 Data: 17/06/2020 00:17:20
*
Voltare pagina
Non ho tempo per risponderti e la distanza è del tutto siderale, una voltata di spalle per eccentrici saluti una volgare attesa di cordialità. Non ho il tempo di confonderti e la verità è contraffatta tra le tue mani degne di umanità mentre le lavi per evitare decisioni finali Ma la parola fine ha messo le ali sul bordo del diario e andare avanti sarebbe straordinario restiamo normali, andiamo a capo voltiamo pagina.
Id: 59068 Data: 16/06/2020 00:41:46
*
Un vuoto inconsulto
Sulla cresta dei neuroni ci giocheremo la partita indugiando su superfici fuori concorso e meritate scommesse sull'essenza del vuoto. Com'è pieno questo posto, di solito non ci viene mai nessuno, il mio cosmo interiore difende la sua solitudine ma il colmo è perdere la ragione per un tempo inconsulto come accade di rado al luogo comune. E' il momento degli esempi: primo, signori si nasce secondo, do the evolution terzo, scompari, svanisci al mio posto per giunta a partire da quando ebbi certi natali d'origine.
Id: 59040 Data: 14/06/2020 02:52:57
*
Rugiada
Rugiada un po' a segnalare gli stralci di questa mia navigazione parassitario respirare a fasi congiunte un vuoto compiuto, utile al miraggio. Il basilico in terrazzo, il basilisco in cantina. Dove duole trovare spazio? E se mai ci toccheremo con dita speziate (l'accorata richiesta della pelle) forse vene tralsucide porteranno ancora i nostri fotoni a dileguarsi nelle tenebre dei nostri cuori in frantumi. Saranno folgori, allegorie di tempeste in cortile. Ma la tua è ancora una tenera età di gemme portanti e rugiada da un po' sulle foglie sottili, dita in divenire strabismo di Venere, sguardo claudicante al mattino posato sulle ceneri di una via lattea da considerarsi barlume di distanze razionate di cielo.
Id: 59024 Data: 12/06/2020 23:54:07
*
Fuori scala
Non risparmiare la gola per una poesia all'ultimo grido. Si può mentire a fin di bene in un solo istante rischiare tutto lasciarsi alle spalle il mare intero eppure percepire ancora un senso d'insoluto. Da qualche parte c'è sempre qualcuno che guarda. Un giudizio fuori scala.
Id: 58887 Data: 04/06/2020 02:11:44
*
Cornetti alla crema
3 Era andato già via lui, fagocitato dagli atomi di un freddo mattino. La tavola era così imbandita: spremuta d'arancia in bric di vetro, yogurt agli agrumi di Sicilia cornetto alla crema, cappuccino e una mela Pink Lady. Si accorse dopo qualche sorso che una busta era nascosta sotto il piattino. Nella lettera c'era scritto: se devi andare vai ma lasciami delle tracce. Assaggiò tutto ma non finì nulla, come se avessero fatto a metà. Alla mela solo un morso. Poi prese una matita dalla borsa e scrisse dietro il foglio di carta il suo numero di cellulare. Si vestì in fretta ma con cura come dovesse incontrare qualcuno di lì a poco.
Id: 58701 Data: 23/05/2020 00:57:13
*
Guerre stellari
due Eppure avrebbe dovuto alzarsi, vestirsi di corsa e tornare a casa sua lasciare quell'uomo, quella camera, quella città, quel vivere smanioso odissea di ritorni furiosi e senza gloria. Ma le cadde l'occhio sulla sveglia a forma di gufo e le venne voglia di restare per simpatia nei confronti dell'animale notturno. Il suo volo la condusse a immaginare traiettorie sul soffitto perdigiorno nuvolosi, cosmonauti telepatici. Folclore primordiale che le valse un riposo sfolgorante. Per giunta una volta sveglia la riscosse una colazione da campioni.
Id: 58644 Data: 19/05/2020 00:51:08
*
La bellezza autonoma delle cose
uno Le sembrò un mancare qualcosa un crescendo protratto troppo a lungo e senza degno finale allora chiese cos'altro avrebbe potuto fare e per tutta risposta ebbe un morso sul collo, un sorriso arguto ed uno starnuto. Ma il freddo che fa la compose in un andirivieni di sè a membra congiunte, un poker di strutture claudicanti, congettura di arti e di pensieri. Quello che voleva era disfarsi di tutta quella ambiguità decisamente versatile per un unico ingaggio invece avrebbe voluto provare un'emozione per volta magari conquistarla a fatica invece che essere inondata. Aveva un sogno ricorrente: giocava con un aquilone che puntualmente s'impigliava in un cavo elettrico e lei prendeva la scossa. Si sentiva così, folgorata, in attesa che qualcuno la rianimasse. Che la riportasse a temperatura. Che mettesse la briglia ai suoi elettroni fuori controllo. Aveva creduto che lui avrebbe potuto disinnescarla ma aveva solo prorogato l'ennesima detonazione. Così si trovava a roteare di un'altra orbita oltre che la sua propria a velocità sempre crescente, con un incalcolabile dispendio di energie. Se solo fosse stato possibile tornare tra le braccia di suo padre. Quelle estati al mare a raccogliere telline, Bisognava svegliarsi presto la mattina. Il secchiello, il retino. La colazione allo stabilimento dopo aver raccolto il bottino. Erano immagini stampate nella sua mente, ricordi fotografici. Un misto di dolcezza e di dolore li accompagnava. Da quando suo padre le aveva lasciate non aveva più saputo guardare il mare senza averne sempre un po' paura. Ora nel suo letto era la stessa cosa, non osava saltar fuori dalle lenzuola o era certa la corrente l'avrebbe portata via.
Id: 58629 Data: 18/05/2020 02:05:42
*
Constatazione standard
Salterei la constatazione amichevole per passare alle vie di fatto ho poche cose da dire: le file imbavagliato mi stancano la resina non si lesina dai pertugi della corteccia d'altroquando e il mare mantiene quel sapore da sopravvissuto che gli costa onde flottanti. Per tacere del cielo, delle popolose nuvole, delle montagne con creste di gallo che sempre abbaiano se aizzate sui circuiti del vento ad un fallibile suo canto. Questo mi resta in tasca ad un primo sguardo ma guardo intorno prolisso di endecasillabi. Del resto il terreno è fertile per lanciare ingiurie e la mia bocca ha labbra sottili, canini aguzzi e una lingua biforcuta adatta alle gare di sputi. Dovessi misurare la distanza, la distanza mia da te direi che consta di due lune piene e un bagliore magenta dove io sono il fondo del bicchiere e tu la fonte e non si colma con nessuna forma di pensiero.
Id: 58436 Data: 06/05/2020 12:26:04
*
A notte fonda
Se ci sei batti un colpo madrigale dei miei conclavi dove mancano le ali spunta il rispetto per il volo vettore folle dei miei lombi cascata, caligine, caleidoscopio. Posa il tuo sguardo, nube d'altura, resoconto controcanto di tempi migliori. Fammi tuo per sempre, senza memoria, in un presente assoluto privo di circostanze. Soffiami in petto il tuo respiro caldo, sporzionami. Contagiami di tutto l'amore che puoi. A notte fondo la voglia che ho di te in piccoli versi reciproci futuri anteriori.
Id: 57973 Data: 11/04/2020 01:33:29
*
Comuni passanti
Aspetto che m'invada l'inerzia del cammino so tenere a bada l'erba del vicino, in verità. Quando torneremo a filare stellanti come comuni passanti avremo tracciato mappe della libertà. Abbiamo bisogno di chi ci sappia consolare piccole streghe dagli occhi buoni o grossi levrieri a pelo duro tramonti fluorescenti, marosi intimiditi da occhi umidi, picchi altissimi o colate atomiche di lava, voci cordiali musica d'alpeggio e percepire di non essere soli al mondo. E poi si muore a lavoro nell'esercizio delle proprie virtù come quando un grande amore non torna più. Nelle caselle incasellati sorge l'estro degli automi. E torneremo a far l'amore nelle piazze a peso d'oro. Sarà un trionfo di costole e costati, di bische d'avorio, un toccarsi ma non sempre con la stessa mano. Ed è solo oggi che già lo immaginiamo, attraversati da un fremito incorporeo.
Id: 57949 Data: 10/04/2020 04:18:51
*
Deriva
Voglio tornare ad ascoltare il mio cuore che batte sotto la pioggia nella pineta io lo odio e poi lo amo questo pianeta battezzato da un cielo di bellezze strozzate conati di stelle a perdifiato. Succhiare la linfa dal costato delle rose in giardino attenua l'attesa per un abbraccio che non sia clandestino o vietato per legge come questo tempo impone a causa di un virus. Balza agli occhi la fragilità dello schema che ci deriva tanto che sembrano gli occhi frustrati dallo schema. Ma se il signore ha indicato quale sia la serpe basterà prendere la mira col tallone. Ciò che scrivo in tempo di quarantena resta vivo solo se esce dalla gabbia. Corro sulla sabbia con la mente, spicco il volo e sono aria.
Id: 57626 Data: 26/03/2020 09:51:59
*
Poco altro
Il foglio bianco è sempre quello tutto intorno invece cambia e la dinamite nel cervello è forza che spesso inganna. La spesa, a "spasso" col cane, bestemmie per cena e poco altro. E' bastante la codifica rituale degli astratti per sognare un poco affacciati al balcone la televisione passa notizie in filigrana. Le piazze vuote sbiadiscono di ruggiti d'acqua dolce e non ci si saluta più alla stazione ferroviaria. Persino i funerali s'ammantano di gloria per non essere più uguali. Le energie si disperdono senza ricambi la primavera avanza senza andare avanti. Le rime sono di troppo se stancano i polmoni la vita sembra altrove se i respiri si contano sulla punta delle dita e le città sono cloni, alla deriva. La mia cuccia è il resto del Mondo. Tutto il tempo passa in frazioni di secondo.
Id: 57419 Data: 15/03/2020 02:23:45
*
Merce di scambio
Non sento più m'illudo ancora Il mio nome sulle tue labbra nude come giunchi al sole le parole da cercare la fanno da padrone rettili immobili nei cunicoli per dita prensili di antica fattura. Tutto quello che ho perso non potrà tornare ad essere scoperto come carte sul tavolo come sangue nel rivolo. Dovrò farne a meno pensare ad una soluzione che non sia alla mercè dei venti contigui. (Spiegarmi la tua assenza con un inganno che valga la pena di essere disarmato solo per pagare con la vita un altro amore).
Id: 57262 Data: 08/03/2020 01:19:24
*
Alla destra del padre
Presentare l'aforisma dopo aver tirato i remi in barca non benemerita la fattispecie ecco perchè soppresso da quattro cunicoli ti urlo in faccia la mia prova del nove pur essendoci svanisco dagli atomi dalle radici di questo tristo annaspare focolaio di vendette e preliminari. Potessi sorgere come sole rovente quanto abbattare docili dorsali di vento venute col vento certe correnti cordiali importano spire di contrabbando. Al nostro lento navigare si rompono le acque mentre le onde arrivano intere su entrambe le sponde come meglio descrivere un fiume? Si direbbe del letto facile perplesso, un veloce appuntamento. Quanto a noi, si sedeva alla destra del padre sempre in affanno per il troppo respirare.
Id: 57229 Data: 06/03/2020 02:09:12
*
Pazza idea
Si potrebbe parlare della richiesta di un ergastolo fosco lo sarebbe se sedotto da un eloquio sporgente e fantastico anche se esangue senza troppe parole si accede al livello di un'intesa successiva. Si potrebbe parlare ai tuoi seni rotondi. Al tuo ventre in fiore pieno di ergastoli, mutui soccorsi. A quella variopinta coda di pavone che ti spunta dal culo (anch'esso di ottima fattura). Si potrebbe parlare di come ti ricordo mentre estrai la spada dalla roccia. Si potrebbe trattare di bisogno d'amore se ti entra in tasca. Folle idea di stare a ridere con te.
Id: 57204 Data: 05/03/2020 00:11:23
*
Stati di grazia
<<constatando amichevolmente un'inversione di marcia rettifico la mia posizione da primo a quarto dopo tuo fratello, tuo padre e il tuo cane. Contestando il quattro zampe come essere senz'anima ho perso ogni possibilità di recuperare uno stato di grazia. A volte sai la fretta.
Id: 57133 Data: 02/03/2020 00:53:59
*
Che non torna più
L'accordanza di accaniti sogni la ricorrenza di frequenti sintomi mi conduce un pensiero inconfessabile un automatismo plastico che ci scambia le anime per cui non sappiamo più chi siamo se l'uno o l'altra guariti metà a metà della stessa sostanza contagiosi di una muta ferocia di una insondabile progressione caotica che ti colma di tutta la grazia necessaria ad apparire fantastica ai miei occhi stanchi e mi rende abile a cantare il tuo turno di fatue. Del resto cosmonautiche.
Id: 57113 Data: 01/03/2020 00:47:43
*
Fatti furbo
Conquista la strada maestra, la roccia purpurea oh gorgoglio di vita, fatti furbo. Che cos'è la vita sempre ti sfugge dietro l'angolo. Allora smettila di correre, fai la brava. Coriandola.
Id: 57028 Data: 26/02/2020 01:11:38
*
Fuori contesto
Ci armammo il baricentro d'apnee per scoccare il primo dardo delle labbra una ad una conficcate sempre rosse vagabonde cerase di marzapane, dolci gote delicate verdissimo inganno di pomi maturi bianca valle decolorata, vergine madre delle mie clorofille altura, vedetta, confine. Santissima carne della mia carne impura. E poi i polmoni a scoppiarci in gola, ventriloqui del cuore. Fossi ancora quello che sono stato almeno per un momento sarebbe diverso, un altro contesto di sana e robusta costituzione la mia parabola è calante, una discesa incontrastata la velocità variabile di presenze edulcorate. Il nostro segreto porto d'ancoraggio è questa distanza che ci avanza e ci basta per sperare.
Id: 56988 Data: 24/02/2020 00:18:54
*
Rito
Cadendo come da un frutto di matura pergamena la conferma è che si avvera subalterna primavera vengo colpito dalle tue parole acrobatiche come spettatore in prima fila, un campo dei fiori disarticolato. Veicolando parassiti io invece me ne vado per questa nostra via niente affatto illuminata la mia scorta di aggettivi si dirada e perdo fiato appresso ad infiniti da rendere al vuoto in un programma di compensazione autonoma. Perdo di vista l'alchimia e il rito magico automatico. Pendo dalle tue labbra bella senz'anima.
Id: 56920 Data: 21/02/2020 00:35:04
*
Per evitare i doganieri
Le ancelle del destino sovvertono pronostici aristocratici anacronistici ce ne stiamo a puntare quintessenze sull'incepparsi dei raggi fotonici studiare un manuale salvando le apparenze. Noi, verticali alla materia, circondati da pretesti surrogati di baleni, arcobaleni in bianco e nero ci stringiamo ai capostipiti nella notte dei tempi per forzarci al naturale corso degli eventi stendiamo i pensieri sulle vele delle barche a vela ormeggiate nella palude dei polmoni, nostri flessori in conto terzi, allenati dal vento. Per vedere occorrono occhi grandi bifasici. La contrattura notturna e la lama di luce la fessura maiuscola e il calcio del fucile. Mi riservo la distanza e il precipizio. Per amarti serve un metro di giudizio. Una misura in tutte le cose il fendente di un'alba che esploda.
Id: 56750 Data: 14/02/2020 00:12:13
*
Parlami
Parlami di come concepire la salvezza ci salvi un po' di come riposai sui tuoi seni il mio capo stanco di come Orione sfrutti i suoi baleni per ingabbiare l'energia e vada via per le stelle il nostro sogno in fiamme Parlami di come abbordammo tua sorella lungo la statale che costeggia il fiume di come le cantammo le canzoni della sopravvivenza con tutta la pazienza di cui fummo capaci Parlami delle selvagge che assecondano i nostri palati a nutrirsi di carne a fauci spalancate le nostre terre desolate sempre pronte agli arrembaggi prese di posizione da stagioni incalcolabili Parlami del sangue che versammo sulle lapidi a suggellare il patto antico del fango che ancora ci compone e della vita musa mia degli sbalzi d'umore, amica decodifica.
Id: 56609 Data: 07/02/2020 00:53:03
*
Al concerto
Sirena terrestre, cantastorie nuvolose seminatrice di campi in fiore, perdigiorno rigogliosa a volte si apre un varco nella vena maestra e qualche cosa passa che abbia in sè una promessa di ricognizione, per scoprire di esser vivo. Ancora. Animale a fiato corto.
Id: 56581 Data: 06/02/2020 02:58:35
*
Tema destino
Il fervente dinosauro che mi possiede ci tiene a conservarmi nella forca giugulari di un primo assalto. Indispettito, sulla soglia, rauca sillabari. Per giunta ha un piede nella fossa, mangia stercorari. Codesto animo morituro a caccia di guai. Si assiepa tra virgolette la parola "finalmente" in attesa del colpo di grazia aspetto che mi mandi le coordinate per lanciarti i componenti indispensabili per svegliarti dal tuo sonno letargico. Come disegni i pianeti tu, nemmeno gli angeli Oh fata, mia signora del fado.
Id: 56462 Data: 01/02/2020 02:27:55
*
Alla moda del vento
La locazione dell' anima a ritroso mi conduce circospetto a non fidarmi di antenati troppo lontani nel tempo. La condizione della mia sopravvivenza si produce anni luce da qua. Su una stella di ceramica, alle coste di Orione. Dove chi vive e chi muore si scambiano di posto ad un ritmo forsennato e per scoprire se è vero devi morire almeno tre volte. Comunque se fossi Lupin sarebbe Margot, come dice Achille e la guerra dei trent'anni sarebbe finita prima in un bagno di sangue, sunday blody sunday. La tregua che mi concedo ha dell'infinito la consistenza galattica. Spostare un atomo da una dimensione all'altra mi costa una fatica sincretica. Dove mi porterà la costante magnetica del mio predicare? Le tube di fandonio con intervento magistrale si aprono una strada verso l'apparato centrale e porgono i propri saluti. Maldestramente. Peroreranno la causa del primo ascolto. Ma un rimorso affiora alla mente non aver consumato tutto in un istante, quella notte, alla moda del vento.
Id: 56433 Data: 31/01/2020 00:55:46
*
La danza delle tregue
Emergendo dalla dimensione onirica si manifesta più spedita la dinamica duale vita e morte si compongono in un ventre femminile universale per aver giaciuto in assenza di tempo e di spazio copulando con la Luna a perdifiato, in un sogno ricorrente di pianeti, ti ricordi le scie delle comete. Scrivere per decomprimere, ecco il mio reato, di aver fumato. Grandemente. Con le dosi contrattate a un mercante d'arte. Sul ponte sventola bandiera bianca, di soprassalto. Quella tregua auspicata ha le ore contate. Diciamocelo: meglio soli che ben allineati. Fuorchè le nuvole forse se piccoli soldati da condurre alla pioggia per mano. La didattica dell'anima non mi convince sul piano burocratico. Ecco perché t'amo? col punto di domanda sarà vertigine automatica tutte le volte che ti guardo e convalescenza respirare d'affanno ma finchè vivo voglio poterti guardare di schianto anche se necessita di una certa preparazione apotropaica. I tuoi fotoni si accendono di luce quando sorridi e trasformi le molecole in postini senza recapiti di lettere d'amore. Dall'altra parte di un piccolo mondo solitario pieno di testarde. Ad averti qui saresti da fare a pezzi, in versi brevi e colorati mia regina dei coriandoli, per non dire altro. Ho problemi così gravi di salute che faccio finta di non averne e tutti mi credono, comportandosi di conseguenza, con l'aiuto di uno specchio, sarei un bravo attore e di una memoria di ferro ma scordo fin d'ora il motivo del mio amore per questo mi accontento di una salvezza fuori caso. Ho vergogna di me stesso e mi attraverso con lo sguardo. Quel che vedo mi fa pena ma non mi smuove che di pochi atomi mezzo addormentati. Abitudine alla grandine. Forse potrei essere una versione migliore di me se non mi conoscessi così bene o non mi conoscessi affatto. La verità è un origami spiegazzato.
Id: 56383 Data: 29/01/2020 00:28:42
*
Mentre il fiume
Del quieto vivere ti dirò i contrappassi il respiro sul vetro presto gela. Anidride carbonica di attese confinate nello spazio di un unico pensiero. Il letto freddo non è più un mistero da ere lontane. Buonanotte spire mortali, che il sonno vi colga a strati. Distratto da un ricordo il cielo aspetta un segnale. Come la prima pioggia estiva segna il litorale. Il tempo restante una folata di atomi. Mentre il fiume da guadare gonfia gli argini.
Id: 56255 Data: 22/01/2020 01:40:30
*
Cosa vuoi che ti dica?
Fu così che passammo la mano non giocando al gioco cui giocava chi perdeva sangue dall'orecchio. Tenemmo spento l'apparecchio. Grondando. Lasciando sangue in resto alle solite richieste di preghiere del vespro da consumarsi per eccesso di tramonti, sui litorali celesti. Quanto dissi fu preso per vero. Povere anime in tempesta com'è profondo il mare è un'emergenza. Ma tralasciando per un momento l'insostenibile leggerezza dell'essere potrebbe dirsi corretto "l'amore è un filo rosso con la morte" con gli impedimenti ottusi di questo spicchio di mondo dove dirsi addio è ancora paradigma del lutto. Nel pianeta degli aborti ci sono genitori convulsi, inconsulti. Il dolore è nella musica dei loro nomi detti capovolti. Come in un rito pagano di bassa levatura. Cosa vuoi che ti dica? Il pianto sfuma in catena di montaggio.
Id: 56223 Data: 20/01/2020 00:45:57
*
Talamo
Mi conforta il tuo lento respirare è nel buio della notte dolce consuetudine la stanza se ne adorna in schegge di rammarico per un amplesso mancato ma queste mura non sanno più parlare da quando abbiamo abbandonato certi indugi sulla soglia di anni passati a infastidirci e oggi cosa resta se l'amore non si fa e non si disfa? E' un incudine ancora se discontinua cede all' intemperanza del martello o intercapedine per più sottili affissioni. Metto le mani in tasca e fisso il soffitto metto le mani in tasca e sputo sul tappeto. Grondo lividi accolli, setose durezze. Pago il prezzo dell'embargo con attenzioni sempre meno spontanee e mi collego al sonno grazie ad intermittenti concentrazioni scolastiche. Dormire, morire, maritarsi. Mantengo gli spazi esausti pur di fornirmi un alibi d'ineluttabili vaghezze nella mia sessione notturna personale di colpi di grazia.
Id: 56190 Data: 18/01/2020 02:26:19
*
Nottetempo
E' necessario generalmente socchiudere gli occhi concentrarsi nel lasciarsi andare e venire una volta per tutte con il bianco delle ossa esposto in controluce l'anima sgualcita china in terra e le vene da percorrere poi pregare di avere vita lunga e vittoriosa nel gioco delle parti ampi spazi per le fughe e legna da ardere. Misurare le distanze in sogni da fare.
Id: 56171 Data: 17/01/2020 00:48:10
*
Fuori schema
Anestetico ribelle pantomima in re bemolle fiotto rosso fuori vena con un oscar alla carriera benedetta saltimbanca che ti dice chi governa lascia stare la speranza chi si perde non si avvera nel reame delle fate custodisci i tuoi cateti i disegni dei pianeti la sruttura delle cose fuori schema
Id: 56032 Data: 09/01/2020 03:07:41
*
Cara la pelle
Parlo al posacenere ecco come fuggo il tuo sguardo regredisco allo stadio larvale sono materiale atomico di pochi battiti al secondo ma fucina di intensi attimi è la clessidra che m'hai costruito attorno. Per sparire a comando ho imparato il respiro delle balene le immersioni cosmiche in abissi da rettificare. Perdo appetito e la mia costituzione grossolana ne guadagna fossi uno spacciatore di emozioni venderei cara la pelle ma l'anima preferisce i fondali alla corrente non conosce superfici in grado di contenerla così non ama lottare che per farsi bella. Farsi bella per te.
Id: 55978 Data: 04/01/2020 03:10:47
*
Dalla materia sbagliata
A discapito di quanto pronunciato in precedenza a scadenza di contratto, l'amore si qualifica, se fosse considerata in atto la pendenza di una vita fuori tempo massimo fuori controllo di quanto aumenterebbe il tuo passo felpato dietro l'angolo? Che poi che controllo. Con credenziali in subappalto. Voci di bordo mi vogliono negli atomi. In attesa di rinnovo. Spiga di grano, costola di frassino, potessi mutare anch'io della mia sostanza automatica! Dalle carceri in cui mi trovo invocherei anche gli angeli se solo mi avanzassero ali per loro. Purtroppo risiedo nella parte di materia che non ha bisogno di credere per vivere così la luce interna della mia coscienza di classe basta a riscaldare le mie unghie il tempo necessario a graffiarti la schiena donna guerrigliera, fata, mio milite ignoto dei mandala. Un po' tremo per loro e non passo la mano, a fine serata
Id: 55968 Data: 03/01/2020 02:16:06
*
L’oblio ne ha facoltà
L'oblio ne ha facoltà ha facoltà di concentrazione. Sopperisce all'uso ineffabile dell'indagine come scopo di mille grazie, con l'amo per la falce. E ricordi chirurgici si attestano come capitali nelle banche come primi capitoli di libri molto lugubri. Rassegnano dimissioni da coriandoli tutti i pezzettini di carta che oggi hai fatto a lavoro, dedicando un alloro di consuetudini patriarcali all'uso delle pause. Se quanto vali lo decidessero i tuoi campari come sempre a bere appoggiando gomiti alzati su spine dorsali, allora si delineerebbe il reato d'infanzia rubata. Non avere cucito, per intenderci, le pupille gustative ai vostri scheletri negli armadi, non identifica ne consegue, l'unità anagrafica della somma dei vostri abiti. Ma per esempio, io vestito so di non essere più nudo, non posso dire lo stesso di certe femminucce dal fiato corto ciò fa di me un corrotto, un Ponzio Pilato, un duplice reato di moralismo e zero in condotta. L'oblio ha facoltà di scelta e mi riporta sull'uscio topi morti certi dati di fatto. La corsa s'allunga il passo fino a sciogliere in un abbraccio il nostro giocoso rincorrerci, di due testimoni mai nati complici.
Id: 55963 Data: 02/01/2020 03:01:05
*
Oltre la soglia
Passare oltre fosse voltarti le spalle. Fosse un coro arso dal sole le cui singole voci invocano pace un' ombra sotto cui respirare una tranquilla voragine una quiete primordiale. Fosse salpare allora potrei portare con me un ricordo di luglio, un leggero patire la vista degli altri, la tua pelle a contatto i discorsi allegorici, la sabbia, il mare la luna calante, i filmati porno, con una certa discrezione l'assoluta certezza di perderti ancora.
Id: 55858 Data: 23/12/2019 02:12:30
*
Ho fattezze
Sotto effetto di sostanze contundenti mi arrocco, votato al disastro la forza della disperazione munge le ultime nuvole per una rada pioggia, ferrosa cartilagine il vento che si espande in raggi, di cobalto. La falce del mio sguardo passa in rassegna poche immagini. Il segreto dei tuoi atomi galleggia ancora in superficie. Per poi trovare il favore degli abissi, i tuoi occhi acutissimi. Avrei bisogno di un antefatto apotropaico, beneaugurante per indurmi a sognare una vittoria e un lietofine ma purtroppo la memoria mi suggerisce di andar via, abbandonare fatiche inaudite. E' l'inganno dell'amore che non prevede dove cada la folgore ma biasima il temporale di non averlo lasciato asciutto ancor prima che piova. Alle stagioni non demordo, ho fattezze per abrutirmi, tutte mie.
Id: 55811 Data: 19/12/2019 01:51:10
*
Tra le pieghe del tempo
Mi metto in ascolto di una stella cometa sospirando intero il mio unico polmone. Guardo intensamente fuori questo scheletro di ossa laboriose e penso che se ti avessi avuta per un momento tutto questo non sarebbe mai successo. Come adesso che perdo concentrazione. Non ti ho più vista, chissà come sarai cambiata. Ottusamente ti confondo con simulacri permalosi. Accudisci la tua prole come gorilla nella nebbia? La tua vena poetica predilige la mimetica o la cosmesi dell'azione ha preso posizioni? Sotto forma di maldicenza m'inabisso per riemergere soltanto a tessuti cicatrizzati a conclusioni sotterrate. L'avvento di un nuovo esempio di guarigione si fa attendere lungo le squame del tempo e ho così tanto tempo da perdere da poterti venire a cercare tutte le notti tra le sue pieghe sulle righe di questo battente.
Id: 55779 Data: 16/12/2019 01:26:59
*
Attraversando il bardo
Giochi brevi di intermittenze notturne, queste luci fioche di stelle sonnambule che ti sveglino i cori di onde magnetiche di diaspore lunari se è vero che ci tocchiamo in sorte teniamoci per mano. Attraversiamo il bardo sognati da universi paralleli quintessenze sovrumane nel regno dei cieli.
Id: 55767 Data: 15/12/2019 02:00:31
*
La gatta
Scaltramente s'assiepa sfrontata la gatta non ha indirizzo di consegna il suo sguardo astuto tutto osserva se di grazia sconosciuta a mia compagna non s'acquieta traccia linee sullo smalto tira dritto o fa le fusa, non s'arrende al quieto vivere, vuole tutto, con le unghie.
Id: 55699 Data: 09/12/2019 01:09:32
*
Anomalia celeste
Da dove si vuol partire? Da dove s'incaglia la metrica? Da dove ci balla davanti la dolce arroganza del lexotan? Ad arti ancora invertiti su cuscini di porpora e lenzuola di setole. A che punto del recital? La commedia proletaria di una coppia piccolo borghese alimenta false speranze nel ceto medio e mediamente si spegne la fiamma prima che giunga l'inverno. Ma arrampicandoci su certi specchi arguti di antiche somiglianze sapremo venir fuori da situazioni anomale e guadagnarci un posto in piedi allo spettacolo delle nostre vite in fiamme, gomiti e bancone. Forza allora beviamo forte calici e vene del nostro sangue ancora da versare.
Id: 55602 Data: 02/12/2019 00:34:09
*
Una serata in spiaggia
La versione stonata di una serata in spiaggia tumefatti dall'erba messicana e annoiati con rabbia per diversi abbandoni, si schiudeva di primo acchito una sorta d'infinito nostalgico di galeoni in fiamme alle prese col tramonto, che non saprei dire col senno di poi, col senso di vuoto, col Sert alle porte. Ma mettendo a fuoco, a ferro e fuoco il ricordo fantastico parlerei senz'altro di una cometa fantasma nel cielo stellato, un desiderio di stare, di esserci. A pochi passi dal mare. Come inchiodate ai nostri stessi sguardi le onde incalzanti ci sottoponevano all'istruttoria di un rodaggio. Per quanto marziale potesse essere ogni attimo dal silenzio in poi, sempre una malinconia sottile ci scorreva nelle vene e parlare fu sessione postuma di uno stato di quiete inquietante che a tutti mise freddo. Questo mi ricordo, le cartine di polistirolo, la birra del Lidl. E tu che sognavi ancora molto, amica mia di fuoriporta.
Id: 55521 Data: 25/11/2019 00:42:33
*
La vista del sangue
Che l'onda svelta franga! Dolce balsamo di dissolvenze correlate e la sabbia abiti clessidre dorate se la volta celeste è la volta buona allora che cada con formoso schianto di stelle femmine inaugurate da dolci attese, precoloniali. La salvezza pesa impressa perchè non sono un essere speciale e non avrò cura di te? Quantificando i danni collaterali in versi fantastici, devo una tregua a qualunque poeta mi abbia dedicato un attimo o abbia creduto in me. Appiattirsi sulla tavola imbandita regalando tovaglioli per asciugarsi dalle vene soffiate potrebbe sembrare una benedizione. Ma il capitale d'amore non andrebbe dissipato in simili atteggiamenti condizionati. La vista del sangue, prospettiva maggiore o posizione di svantaggio. Nudo come un cancro nella bottega degli increduli. I componenti, ubriachi, sono scaduti a maggio, salvataggi compresi.
Id: 55480 Data: 23/11/2019 00:52:54
*
Per provare a farsi male
Permalosa questa quiete mi tempesta di domande. Quanto è vero e quanto costa questo vitto tra le nuvole? Non ho ancora voglia di abbandonare gli agi della mia vecchia condizione con i piedi per terra solo per andare a memoria come ho voglia di sbagliare così io mi perdono e ricordo di pensarti, trasfigurata dal racconto che mi sono fatto di quella remota vicinanza che ci colse in una giovinezza in flagranza di reato. Sono andato dove non si piange per recuperare un tempo capovolto dove ho vissuto come morto penzolando da una forca tutta d'oro. E' giunto quel momento tanto atteso di tagliare la corda ancora in volo. Per provare a farsi male un'altra volta.
Id: 55435 Data: 19/11/2019 00:57:42
*
Baratto
A quanto pare ho fatto male i calcoli con l'inverno alle porte e i coriandoli in mano ho pensato che fosse ancora possibile guardarti negli occhi e dirti che t'amo senza vertigini o vuoti incolmabili con la calma pensata di chi non ha più nulla da perdere. Un punto a riguardo il cielo stellato. Domani baratto la mia anima al verde per un cambio di carte inoltrato dei tarocchi letti con sguardi di giada profezie di un'avventura fantastica. Baratto dell'alba.
Id: 55392 Data: 16/11/2019 02:39:49
*
Fuga tra le fughe
"Quale allegria se non riesco nemmeno più a immaginarti" i capelli avvampati in un calice di sole le caviglie a cavalcioni del cornicione del terzo piano la malanima scoperchiata e quasi in regalo. T'avessi leccato la mano quella volta che mi hai tirato uno schiaffo forse non avrei scordato il sapore che hai. Ma un punto d'arrivo è arrivare in tempo per il riscatto mai dire oramai. La consapevolezza della dismisura non mi inquieta, sono rassegnato ma conosco una particella del mio cuore che nutre ancora fotoni dai tuoi occhi quella volta che m'hai posato lo sguardo sui tuoi seni. Che aspetti a voltarmi le spalle? Non è già ora di darsela a gambe? Fuga tra le fughe dei pensieri solitari.
Id: 55365 Data: 13/11/2019 23:57:56
*
Atomi postumi
La iattura del tempo è che si annida in luoghi oscuri dove solo la memoria sa attingere così tutto ci sembra breve, perduto e sconsacrato in una miriade di rimpianti non sempre postumi. I momenti di gioia presunta coincidono con la perdita di lucidità in una sorta di strano ossimoro capovolto. E decidiamo la nostra sorte guardando un mattino un paio di gocce sul vetro che ne diventano una. Io e te, che sagome! Un pensiero fugace, niente che tolga il respiro. Forse pari ad un abbaiare di notte, lontano, di cani. Un masticare parole che non siano dedali di frasi spezzate. Tipo un ciao come stai? Forse sognare. Una catastrofe d'amore. Un incontro clandestino tra superstiti.
Id: 55229 Data: 03/11/2019 03:32:42
*
Vieni in mente
Vieni in mente come fa una canzone triste quando non vuoi prenderla sul serio sei un fischio di treno alla stazione un baluardo di fatiscenze cognitive un crossover di fonetiche minime dai respiri congiunti potresti essere principio potresti tagliare la corda ma alla fine nei sogni resti a debita distanza, sempre una spanna sopra le mie ultime credenziali forfettarie
Id: 55183 Data: 31/10/2019 00:39:10
*
Colpo a colpo simulato
Nell'assoluta pienezza di un momento (estatico) s'agita profonda la vertigine l'illusione di un tempo infinito frazione che non termina che si conceda il limite oltre ogni limite ai sensi stipati nel corpo fuoriuscita di materia lessicale compito, urgenza di una nuova morale. La gola troppo esposta chiamò il fendente a suo arsenale e quando giunse fu letale la gettata del sangue inarrestabile. Non servì trattenere il fiato che per fini didattici. La vita se ne andò altrove come a caccia. Il suo reame indecifrabile tutt'ora lascia tracce basta essere coriandoli.
Id: 55155 Data: 29/10/2019 04:51:55
*
Una misura dell’ululato
Questo cruciverba indispettito che chiami vita sloga i polsi ai discendenti e matura carne muta in gorghi d'assenza al plenilunio. Inforchi parole come lupe ma non c'è altura che l'avvicini. Così il cantico dei lupi inceppa la radura ma non scala l'alto dei cieli. E non v'è risposta alcuna che valga un verso di natura un vento che percuota le pareti e faccia breccia alla fessura da cui osservi stando in piedi su un mucchietto d'ossa inadeguate alla corsa degli occhi a perdifiato. Vedi quel che vedi, non altro ma la Luna è dappertutto.
Id: 55092 Data: 25/10/2019 00:47:59
*
Extrema Ratio
Come la riflessione dello specchio è di avere requisiti reconditi per la domesticazione delle immagini così io ti guardo coi miei occhi sempre uguali diventare ogni volta un nuovo motivo di vanto tra epigoni industriali di cobalto e di vanadio oh mia lama, dottrina di un sogno di vene tagliate. Il sangue ormai è valuta intercambiabile una dodicesima parte siede a tavola lungamente attenzionata da operatori dell'igene mentale. Ma dove mi trattengo è sulla punta della lingua dove in vero, si trasfondono i versi, clorofilla delle mie battige. La lungaggine con la quale interloquisco è il solo refuso che oso permettermi, di traverso ai miei stati di coscienza. Permanente è invece una certa propensione al fallimento. Proverei senza indugi una fuga frenetica se non mi prendesse frenesia di restare fermo. L'attesa è la mia risorsa endemica.
Id: 55068 Data: 23/10/2019 00:52:49
*
Tu mi accusi
Tu mi accusi di spargere il seme a favore di vento tacendo del frutto il sapore amaro oltre la siepe un cielo scontato sapessi venderlo al mercato. Non transigi, sul da farsi hai un piano preciso l'anima al circo, non al denaro piuttosto un viaggio contromano tenendosi per mano. Il sole può essere una meta tranquilla. Altro che Venere della mia schiena. Mi tatua una scintilla per ricordarmi che t'amo. Così ogni volta che tremo rischio di ardere. Di perdere confidenza con chi siamo e siamo stati. Nel frattempo si sciolgono i cardini di un destino beffato e la strada di casa ha cosce e lapidi di custodi malefici. Spighe di grano, capelli crespi. Seni e tendini, ventri d'argento. Colli di bottiglia, tempesta magnetica. Stagione orfana di prodigi succursale di un futuro maieutico.
Id: 54972 Data: 15/10/2019 00:50:42
*
A nostra insaputa
Se non leggo, non scrivo e non cantico che me ne faccio di un amore platonico? La disciplina si contende lo spazio di un lento respirare. Con abnegazione e negazione di volontà c'è da porsi le solite domande, le solide domande da destrutturare. Una mente modesta non ha potere di calcolo e sillaba lentamente le risposte che le sono congeniali senza scomodare altri processi, a cuor leggero. L'arroganza è tristezza che avanza, processo mediatico. Saremo capaci a tollerare altre inutili nefandezze? O l'architrave della nostra compostezza cederà sotto il peso dell'immondizia culturale? Ad appannaggio di quale libero pensiero? Una vendetta formale? La lontananza c'ingrassa, vertebra per vertebra. Distanza dal messaggio è consapevolezza che evapora. Ormai non stiamo più nei nostri panni, abbiamo recuperato i contenuti ma la fantasia è l'unica possibilità di un progressivo, totale recupero. Come un indulgente malessere lasciò spazio ad uno stato febbrile: in punta di piedi, ballerina. Carisma della mia quaresima. A valle raggruma il sangue versato pantano, palude o stagno, la visione della fine da vicino. Che sia allora il turbine, la violenza di un lascito decaduto. La natura non ha saputo educarci alla vita, che sappia aggiudicarsi una fine gloriosa anche senza di noi, a nostra insaputa. La natura ottusa delle cose.
Id: 54885 Data: 06/10/2019 06:05:27
*
Un incontro casuale
Con numerica rapidità si produsse in uno scatto il cuore forse un tempo perso in un piccolo baratro di luce secolare come uno sgolarsi degli atomi che cinici ammettevano condivisioni postume di spazio, alla carne che li intrise d'anima. Così, per brevità, accelerò il battito alla vista degli occhi di lei; sarebbe stato possibile calcolare la quantità di liquido nei condotti intricati delle vene, forse prendere un polso sarebbe bastato, dai nervi, dai tendini e le ossa serene, per averne un'idea. Una vaga sensazione di spossatezza rarefatta su molteplici livelli. L'incontro in effetti si risolse su piani paralleli e quando rise i denti bianchi sembrarono tastiere. Una ciocca dei tuoi capelli per le mie dita intirizzite, pensò oppure un bacio dietro le quinte di un sesto senso cui alludo lisciando con l'aria dei polmoni parole leggere, inconsulte che non cerchino approvazione solo per quietare un certo vivere da canzoni allusive. Tenerti le mani, la lingua tra le labbra fino a domani o ad un giorno qualunque. Ma non fu così che si risolse, naturalmente: un'amica la chiamò e lasciò il locale in una scia di madreperle orfane di meriti. Continuò ancora un poco a contemplare l'assenza predicata e la struggente conclusione fu finire da solo la collezione di presagi. La notte, inoltrata poi, lo condusse tra le nuvole. Spietate.
Id: 54821 Data: 30/09/2019 01:33:04
*
Una strategia claudicante
Lo covo nel sangue questo pensiero laterale e con dolore sopporto ogni male configurandomi come ragione ancestrale per cui commettere un errore non voglia dire smettere di lottare. Il soffio del vento che una volta mi portava la tua voce e distintamente il tuo profumo adesso è un indistinguibile rumore di fondo dal respiro rugginoso non per questo smetto di covare nel sangue desiderio d'unione ad ogni costo. Avvelenato di sentimento disarmato invento strategie per dissipare il tempo in flussi claudicanti cui appoggiarmi. Per passare senza essere passato.
Id: 54795 Data: 27/09/2019 03:12:04
*
Vele daltura
Non lascerò timone a vento o gli occhi nei tuoi occhi a lungo, a largo mi calerò nello spavento di non averti mai abbastanza
Id: 54672 Data: 14/09/2019 01:51:47
*
Un passaggio di stato
Compassata fu la stagione e chi la crebbe, i nostri cuori in fiamme, ancora assenti per la biada stazionarono sospirando su prati colorati Confutammo la teoria per cui saremmo dovuti morire male cercando il da farsi lungo spiagge desolate e sapemmo approfittare del dolce conforto di onde anziane a governare un quieto sonno
Id: 54671 Data: 14/09/2019 01:34:25
*
La fine di ogni principio
Se fossimo la stessa cosa la prospettiva di dividerci dovrebbe attremirci ma siccome non siamo, perderci di vista è consuetudine nella terza dimensione io ti voglio ma non posso tu che puoi tutto nemmeno mi guardi. Si costruiscono da sole, attraverso abbecedari, stringhe di grammatica. Equilibri sintattici, proverbiali dissonanze.
Id: 54670 Data: 14/09/2019 01:20:54
*
Chirù
Commentando il sole del mattino il cane ebbe a dire che non era abbastanza caldo per asciugare le sue ossa, fradiciate dalla notte passata sotto i ponti a ululare contro voglia le ambulanze disperate. Restò dell'opinione conclamata che mezzogiorno fosse l'orario migliore per sgranchirsi le zampe e cercare un posto all'ombra da cui gustarsi il temperamento dei raggi solitari. Qualche modo per trovarsi coinvolti in contumacia. Su una macchia verdeggiante si strusciò furtivamente per assumere odore di cagna gravida.
Id: 54663 Data: 13/09/2019 01:20:05
*
Vita di coppia
D'intimità alienata in tormentata quiete colpevole d'esistenza rabdomante chi si arrende indaga separazioni dolorose o abbandoni folgoranti.
Id: 54606 Data: 04/09/2019 16:08:39
*
Silenzi
Giunto per cadere fuori dallo scivolo bruno dei tuoi occhi fino a fuori portata riesco a percepire le pause tra i pensieri fluidodinamica al mio sparire.
Id: 54519 Data: 27/08/2019 15:51:05
*
Patria potestà
A mio padre piacevano i libri di storia, le nuvole erranti, i ciclisti coraggiosi, i discorsi a fine pasto. Io ricordo a stento cieli uggiosi e di aver letto poche parole su fantastici strappi in salita dopo litri di genziana. E' questione di esercizio dimenticare, di interruttori primordiali, di richiami da eludere serrando viti, come vinti da quel quieto serrare, perchè il dolore è istinto di materia per vene costrictor.
Id: 54486 Data: 23/08/2019 04:14:04
*
Idropatici
Il sistema del silenzio che hai studiato per noi è un posacenere per flussi, contiene e tracima, peccato sia il silenzio stesso che non riesce a tacere. E così il buio della notte diventa un resoconto di tentativi di abbordaggi antidiluviani alla moda degli idropatici. Ci si schianta su fonti luminose in cerca di ogni tregua. La distanza sottile tra l'avvenire e ciò che avviene rende la messinscena definitiva uno spettacolo inadatto a deboli di cuore, alcolici di spirito.
Id: 54424 Data: 15/08/2019 04:26:09
*
Genesi di un vuoto incolmabile
La meccanica delle tenebre, la genetica dell'ombra mancanza di luce proietta tristezza, a lungo andare, né benificia messa alla gogna, il buio, l'antica sostanza che foggia la forma di colli forgiati all'ascolto ne beneficia paura del vuoto, in casi sporadici. Il tuo coltello da caccia è un kukri segno zodiacale, vate, topo muschiato. Ne specchia, lontana primavera di trama bramosa e attuale recondito stato. Chi ha perso una scarpetta? Grida il ragazzo della polizia locale. Trapunta in tre punti da verificare. Novanta, solletico, anima.
Id: 54317 Data: 02/08/2019 04:53:20
*
Prospettiva N
La prospettiva Nietzsche prevede di conservare le spalle al muro per non avere dietro sconvenienti prese d'aria o favorire qualcuno sul punto di vista da rettificare in caso di caccia straordinaria allo scibile umano. Per caso, darla all'occhio la dimensione del commando per non avere segreti col pilota di ricambio: osservare senza essere osservati. In uno scambio col senso dell'ombra e il tempismo perfetto del vuoto domestico mi appari che fumi ciaras lungo il concerto per atomi. Si disgrega la funzione del tempo per quante vite siamo. Un colossale fallimento sarebbe fermarsi. (Mi salutano i morti dalle chiome dorate.)
Id: 54307 Data: 01/08/2019 02:06:14
*
La condivisione di una felicità irresistibile
La condivisione di scaglie di felicità irresistibile è motivo di previsione sulla durata dell'unione? Cento lune spegneranno il tuo candore e ancora splenderai di luce riflessa e ancora di luce propria come una strana cosa mai successa. Il cantico della mia creatura inespressa di natura caotica.
Id: 54245 Data: 24/07/2019 07:10:24
*
La bestia dei sogni
Hanno ucciso la bestia solitaria che portava i sogni la mite bestia dei sogni sono rimasti senza sogni i carnefici della bestia la povera bestia assassinata e adesso quando dormono li assalgono i pensieri gli assassini della bestia e i sogni non li passa a prendere più nessuno
Id: 54229 Data: 22/07/2019 00:38:03
*
Di necessità statuto
Quella lama anoressica del tuo corpo felino taglia la stanza in verticale, la setaccia fino a spegnere la luce. Al buio non mi lasciano in pace. Come combattere le voci? Oltre le stereotipo di un sapere conosciuto. La lungaggine di certe corti nelle storie d'amore demolisce anche il sentimento più inconsulto. Ma per tornare a vivere necessita virtute.
Id: 54228 Data: 22/07/2019 00:18:45
*
L’origine della simmetria
All'origine della simmetria il florilegio oscuro delle turbe del pensiero col destino di coscienza. Per un tacito consenso di corpo e anima la voglia di morire può essere alimentata oltre la soglia di un sottile dispiacere e suggerire delle strane forme di catarsi. Ma non badando ci si prende cura di sé alla vecchia maniera, con viaggi interstellari e prognosi riservate, una carezza al cane, una badante. Per allunare in una spiaggia solitaria e aspettare l'ora della festa procapite.
Id: 54213 Data: 20/07/2019 02:37:38
*
Lo stalker non può entrare nella stanza
Nell'alveare il canto della regina ferma le api quale voce di maestrale suggella trame agli archetipi? Voglio andare in autunno come sirene. Voglio esplodere parole al neon oltre questa dimensione. E con le schegge tagliarti le vene, cavarti gli occhi, scoparti per ore. Ma sono ape operaia, granello, ingranaggio, posso solo pensarti oltre la siepe, sana e salva, pura e semplice.
Id: 54175 Data: 17/07/2019 00:36:44
*
Musetto
Dover far finta di avere chi ti ama dall'altra parte delle onde che tu stesso emani perchè vadano all'arrembaggio di terre sconosciute forestiere dell'ordine delle ombre maledette e incredule ti è sufficiente a vivere nettezze rarefatte insomma come se dicessi che ti ho inventata per mettere in scena una tragedia mimetica e io stesso ho creduto che tu fossi vera di tuo conto e non propedeutica alla mia voglia terrestre, omerica di essere concupito da una te stessa di grandezza fotonica utopia dei controluce, delle foglie che cadono al vento senza rendere conto di sottrazione d'ipotesi, musa d'argento e di pensier. Vero, dunque sognando, anche tu m'hai tanto amato soltanto per il verso delle vertebre che avevo appena conosciuto. Per una grazia del tutto immeritata ho attirato le tue maledizioni e adesso non possiamo star soli, senza sentirci, nemmeno per un attimo altrimenti io cadrei malato e tu la cura mesopotamica. Genesi di un cortocircuito.
Id: 54130 Data: 13/07/2019 01:28:24
*
La falange armata
L'apparenza incanta trasecola ibride vastità d'atomi a furor d'anime senza cavare ghiandole dall'elemosina mattutina di una preghiera d'acchito. Quello che ho provato bastarda, è la prova provata che non valga la pena essere sinonimi fantastici di due dati di fatto. Contrari, come appetiti, parapetti, archetipici. Una pioggia di aghi di pino dello stesso manto arboreo fraterno. Basta per consolarsi, un sorriso distratto di mezza stagione o un cuore di plastica, una formidabile tenuta stagna oppure una presa di posizione: forma e sostanza non sono la stessa cosa. Basta! Previa maturazione. Ed ecco che sorge. Un amore che possa concedere tregue mai la pace. Un sussulto di saturazione. Una densa falsificazione d'amianto, da smaltire nei simualcri del lavoro per i prossimi tredicimila anni fino ad aver perso di vista gli insegnamenti di un re dalle infinite ragioni: tempo galantuomo ma pur sempre purgatorio. Sclero del buon pastore, fatiscenza salmodiorum: sorella abbracciami non tenermi distante. E' cosi che ho perso il lavoro. Confondendo uno stato con un altro. Avessi almeno corrotto qualcuno saprei come farmi perdonare. Ecco, un attimo, sebbene muovessi gli scaffali con lo sguardo, avevo difficoltà a farmi rispettare, sul lavoro e in casa mi sfogavo: madri e mogli formidabili saccheggiavano conti corrente apocalissi da camera diventavano cerniere, per non farsi disperare: il resto è storia recente: giudizio universale, tornare in te al tuo piano segreto di conquista del mondo.
Id: 54091 Data: 10/07/2019 03:45:32
*
Come fiume in piena
Quando sei e quando tu non sei quando non sei che tu quando sei e non sei quando non sei e non sei per tutte le volte che t'amo sapendo e non sapendolo. Distinguere mercurio cromo. Circostanze per cui valse la pena di scorrere come fiume in piena. Come sedotto da spirale suicida gorgo di sapere senza fede alcuna sotto scacco fantasma, inforca occhiali da bel vedere e deduce fuoco e focali da distanze siderurgiche. Per connotati da verificare al vento caldo dell'est nel primo mattino da sopravvissuti.
Id: 54025 Data: 05/07/2019 05:59:30
*
La bomba
La riscossa della carne sull'ossa e come si muove sembra nata per mordere estasi al secondo fu fanciulla al vento in passeggiata litoranea quell'estate al mare che disinnescarono la bomba e tu rimanesti chiusa in ascensore.
Id: 53993 Data: 02/07/2019 03:52:15
*
Sciogliendo equatori sul molo
Che s'incarni la norma o sia in esecuzione l'eccezione alla regola che sia un tuffo al cuore o abbia configurazione magnetica l'energia che dalle vene raggiunge i confini retrogradi del corpo, non so parlar d'amore ma due lingue ben tradotte m'inducono in certi luoghi della mente dove conservare i tuoi occhi per occasioni di stelle polari, vuole essere esplorata in tutti i suoi parametri tridimensionali, sciogliendo riserve fatidiche sorprese e primavere d'equatori sul molo.
Id: 53914 Data: 25/06/2019 01:10:50
*
Con la bava alla bocca
Una variabile impazzita il mio balsamo d'attese chi mi vide in fin di vita non ebbe le traveggole quanto un quieto vivere fosse dietro l' alngolo lo sapeva il palo che hanno preso per miracolo, una banda di sperati. L'alba quaternaria alza chilometri di sabbia resistono gli occhi per solitudini appena diagnosticate. Noi stesi in un angolo, tu, posacenere del mondo, fedifraga, testa calda, io, fuorismo a circuito chiuso, col collare di spine staccate. Respirare diventa una cosa difficile da fare nella sabbia, nel fango, con le stelle a fissarti. Tutto il tempo. Parto militare per tutt'altra aeronautica. Certi preliminari meriterebbero la gogna, con ossequio delle parti. Come prima di lanciarsi fuori fare sotto a chi tocca, nel vuoto, in corsa. La maiuscola disperata, grido di una resa meditata della mente. Stesi in un angolo, con la bava alla bocca, che scende.
Id: 53819 Data: 16/06/2019 04:35:49
*
Ai poeti da bar
Ai poeti da bar (da non confondere con i poeti da pianobar) Il meccanismo che innesca la competizione dei sensi non può prescindere dalla lettura dei versi, altrui se nella peggiore delle ipotesi anche noi si è in qualche modo poeti. Quanto vorrei adesso che una matita mi vedesse sorprendermi nel salire agevolmente a cavallo o d'un colpo legare il torello, stando in piedi. Fumando uno spinello, accennando ritornelli. Con l'amore solitario di un venditore di cammelli. Una tenda in paese di indiani da competizione. Solo la mia bella è nel castello, tutte le altre a far l'amore. Ma le onde del pensiero me la portano a riva, tra le tempie bagnate la consegnano ad un'autopsia anticipata, che fatica leccarle la fica per ore, non si rianima, questa vita ha una commozione cerebrale, non si ricorda di godere. Lo splendore di un coito andato a segno, di un biliardo da maestro. D'un pieno centro, di un fiore che sboccia, di pianta carnivora. Il treno, il canestro, il cannone che spara, il missile. Antagonista mi sia lo spacco che tieni in grembo come porta d'accesso alla parte di universo che custodisci tra le gambe. Da quanto tempo la lingua a secco e per quanto anc'ora? Per fortuna mi spengo prima di avere accesso al desiderio e prima che sia aurora, ho già dimenticato tutto. Mi capisci anche tu in segreto o esponi le tue grazie? Ti amo, ti odio, vaffanculo. Dammene un altro, è il quinto che bevi, dobbiamo chiudere.
Id: 53691 Data: 04/06/2019 02:14:52
*
In conclusione
La clarissa spiazzante coronatati addosso agli occhi spaziali di galassie, ti nomeggia perdigiorno in fin dei conti per analisi superficiale. Per questo lasciati guardare più spesso soprattutto se hai intenzioni apotropaiche da schierare in solenni dinamiche su cui scommettere lo scarto di tempo che ci sta tra uno sguardo di lato ed un tiepido saluto. A chi sto pensando se non ho l'anima, la forma per fregarsene della forma? La formula della domanda retorica è una moltiplicazione perpetua ai calci di rigore, questo campo di grano che si piega sempre sullo stesso lato e quando arriva il trattore fischia e va.
Id: 53666 Data: 02/06/2019 01:04:00
*
Amore disabile
A svolgimento rapido la trama salmodia, trasandata lasciva bava di lumarghe. Quale stella cadente osò baciarti sulla fronte? Le corna scoscese, sulle fronde, teneramente sparse all'occorrenza. "La prostituta avvolge il disabile di gioioso drappo" con l'amore per costrutto e predicati vulgari, becchi che non con-mettano becco, parla la lingua per aneddoti! Pelle di scogliera, sugo d'uva spina, fratellanza artigiana di un lentissimo attentato del corpo, che ha negli occhi il pigmento primordiale con cui tutto colora, fatta salva la bocca per tacere e i segreti giù dal collo; tatto che vieni e fai venire. Basso ventre che mi pensi disperare, il flagello del suo nome, non mi ardo che a barlumi per illuminarle il volto. Valgono uguale i miei baci, i suoi baci di rimedio? La bella e la bestia, la bella bestia da salotto, s'aggroviglia tutta sul divano, nella cerimonia dell'amplesso, temporale stereotipo. In realtà mai pagamento pel servizio fu altrettanto ben goduto.
Id: 53650 Data: 01/06/2019 01:23:10
*
Di te
Lo scatto è materia di studio se la falcata è loquace, passante sopra le cose, senza mai consumare l'amplesso di un'esauriente giunzione. Per vedere senza vedere, attraverso e sopra le righe, un fondale d'apparizioni, un quieto vivere di modi di dire, in prima visione, fatale rendere l'anima, di prima intenzione, Boris, teatro Kabuki. Correre, viaggio d'immagini. La scena sul monte, in tre e sessanta. La granata del papa che rotola nel grano a folate alzando pani tra le fiamme. La sequenza del Maggio con le vampe lunari. Già mi ricordo di essermi scordato più di una volta qualsiasi finale, tanto che prima di dormire registro un conto notevole di pecore da campo e non posso far altro che smettere di svegliarmi saltato lo steccato, nell'estasi dogmatica di una prova d'esame. Quando la bocciarono di tre quarti, era un sorriso di seta, di sera contaminato per sempre, da una tempesta di petali che le pareva la seguisse ovunque e sangue dal ventre. Di seta su carta. Una nuvola di desideri, un pozzo inconsulto. Due dati di fatto. Divagando per sentito dire, vox populi vox dei, è una generalizzazione insopportabile che non tiene conto di lei. Un'arancia meccanica che matura una dolce attesa sul ramo, minacciando d'estinguerla ogni volta che il vento cambi.
Id: 53560 Data: 25/05/2019 02:37:29
*
Una giornata di mare
La mia mente convulsa deposito di rame rubato converte gli stimoli in un linguaggio esterno. Un libro aperto parlante. Un audiolibro, si direbbe, dall'atollo in cui viviamo. Arenati in tre metri quadri di sabbia. Confacenti, i tiranti dell'anima, all'occasione, si pregiudicano una maggiore precisione, restando immortalati in figure fantastiche, nelle nuvole poco distanti, sotto il cielo balneare e la spiaggia e il mare biancheggiano di una rara spuma bianca, una nana gialla, pare, di natura mansueta e beneducata che, pare, stia a significare che l'acqua è pulita e i pesci godano di ottima salute. Per questo lascio che il mio cane giochi a fare i tuffi senza saltare un'onda. Mentre raccolgo conchiglie che mi ricordino le tue nocche, le tue giunture nodose, le caviglie e per i polsi. Una leggera preghiera del vento incita gli scogli ad un tenue arrendersi sebbene gli spigoli raccontino un'altra storia, di resistenza. Ci vorrebbero: una sigaretta, un'altra manciata di tempo e degli occhi come i tuoi, (nell'ordine). Ma fa pure come vuoi, dammi le spalle e vattene. Oppure sediamoci a parlare, tenendoci per mano, occhi negli occhi. Le vene sedotte, le ossa da rompere.
Id: 53479 Data: 18/05/2019 18:05:33
*
Confidenze
La pigrizia s'innesta in un substrato di alterazione balistica dell'animo. Non si capisce da quale parte mirare. La ripetizione qualunquistica a praticare perlustrazioni superficiali dello spazio prossimo, rende il mio raggio d'azione di una falsa azione e il cerchio non quadra lungo la strada, piuttosto aspetto un'evoluzione reazionaria della mia condizione di schiavo in libertà oppure una circostante tabula rasa cosmica che ci renda tutti lupi mannari. A quanti di luce vi guardo, a quanti di luce. Posso sognarvi miei feudi, nell'eterno cadere delle stelle. Mentre resurrezioni programmate deducono quintessenze dalle parole di poeti contraffatti, industriali. Miscredenti a buon rendere. La grandezza dei miei atomi per il buco dell'Ozono per la fessura che genera malcapitati, incompetenti, tra le cosce soavi. Per il mio regno un Apuleio d'oro, un amuleto apotropaico. Amleto dal sangue versato inutilmente. Caro Mercuzio ti trova un tesoro di rara bravura, non tanto la spada quanto la sorte. Convinco due monaci che fare a botte può essere un'ottima soluzione, bestemmiando un po' tra Romeo e Giulietta, pur di mettere becco. L'anima si atomizza d'intere boccate di sangue e di ossigeno, di polmoni confusi. Le mie labbra serrate ti dicono ancora. Ma il primo bacio che mi darai mi volle morto per ossimoro. Ma se davvero tu vuoi vivere la vita fai bene come fai. Perchè io non voglio essere azzurro e lucente proiettato al futuro, se segui la mia mente sono vincolato ad un unico presente in cui sono preda dei venti, destinato alla deriva. Ma chi sa se così ci ritroveremo più vicini di quanto sia altrimenti possibile. L'apparato fotonico delle mie parole in fiamme scalda e luce a perdita d'occhio dice il rap intervistato. Ma io lo condanno a fare pace, come gendarme, col suo stato di reclusione. Che la poesia invece esploda. E si sprechino i feriti a morte perchè lo scopo è risorgere sempre più forti. Mentre gioco a fare il cecchino scaricando vocabolari da competizione. La lettura ha bisogno di pause.
Id: 53415 Data: 14/05/2019 01:17:27
*
Cieli dordinanza
La consistenza masticabile del mio modello smidollato è una forma d'uomo che si adatta alle circostanze inaspettate come materiale da diporto per fondamenta portatili. Ogni vena m'è radice senza foglie, senza foglie anche i rami a limitare al minimo le dispersioni più improbabili. Così cresce senza posa il desiderio vincolato allo sguardo con cui hai mietuto sangue e orizzonte allo stesso modo di diventare una versione più versatile e performante di un cielo azzurro con due nuvole. Forse un sole di cobalto legionario d'altre terre in un mondo capovolto o un pied a terre per finesettimana dionisiaci potrebbe fare al caso morso dalle vipere far le prove di un veleno distillato. Per estendere il permesso di soggiorno a chi ha la testa tra le nuvole cavare gli occhi agli angeli di turno.
Id: 53403 Data: 12/05/2019 22:17:06
*
Prototipo Permanente Naif
La toccata e fuga della mia parte in fiamme del mio amore in festa della musa maestra lacera lo spazio-tempo costringendolo ad un duplice lavoro durare per sempre e sparire in un attimo appena una cicatrice sul muro. Ma l'apparenza sillabata di un antico saluto non dura la bellezza che scontorni con gli occhi e così ti guardi, ti aiuti a riconoscere le esistenze come individui scrupolosi. E potrei andare avanti per vicoli tortuosi senza arrivare mai a niente all'infinito. Oh, sarebbe davvero così bello accarezzarti la nuca mentre mi ascolti parlare e non dormi? Nel letto soltanto noi due il cane a terra in presa magnetica sul massetto dipinto e il gres porcellanato con triste cautela catartica affilare le proprie unghie su strati di tessuto e metastasi. Il pensiero della morte drizza gli atomi. Il sonno della ragione genera mostri mi consenta pochi sogni bellissimi. Voglio essere, voglio essere! O voglio avere? Maledizione, ho sempre fame tanto da non riconoscerla più come certi falsi naif.
Id: 53389 Data: 12/05/2019 03:25:23
*
In pegno
La mia metà oscura ha la faccia di cazzo e il cazzo di Gundam il passo da ninja, la resa da samurai in missione notturna. Una strana maieutica per gli arnesi da taglio, tipo le spade i limoni in regalo, attraverso le sbarre di una galera primordiale fatta di chiacchiere, di confessioni spontanee recitate a memoria. Nell'alveare turistico statale si fanno grandi sogni. Questa vita è una donna che ti dimentica di tutto se ne hai le prove. Lo conferma un'esistenza solitaria costruita sugli allori. Se posi la vita mia nella grondaia del tempo fu solo per la pioggia, per raccoglierne qualche goccia polverosa, dalle manciate del cielo, bersaglio delle mie lodi. Avevo confuso un imbuto per un apparato di riproduzione eucaristica. I seni, nel folto della nebbia, un culo al volo e arrivederci. Col senno di poi. Transumanza dall'alto dei cieli della cattedra a bastimento di antiche credenze sulla gioia a breve termine dell'orgasmo. Per poi venir meno il successo commerciale, se ne fece una legge di massima nemo profeta in patria, nemmeno puttana. Non torno dell'amore mio per te schiavo e soldato calzo gli stivali da soma per andare lontano, a cogliere il fango nell'orto di pietra dei miei avi e ora che piove farne tesoro, per statue d'argilla che abbiano la forma dei nostri prototipi e ripetano con noi, in coro: io non t'amo. Sguardandosi d'impegno gravoso per ciascun addio golemico che non s'avveri all'istante.
Id: 53364 Data: 10/05/2019 00:51:42
*
La triangolazione del quadrato
Il gusto beduino che mi prende nel deserto dei miei Chakra di credere alle ombre, fa dei miraggi, autostrade da percorrere in base alla mia classe d'entropia, rampa di lancio per euforiche geometrie di rotta, in corsa, di crocera, a misura di certe idee in volo nell'iperuranio, dove osano le ancore di restare a galla e per questo le navi non salpano e non attraccano ma restano al largo, indecise sul dafarsi safari di equivoci grammaticali e di pronuncia delle onde e dei fondali da cui ancora emergono gli dei, che spesso non prendono atto di sé. Ecco, per giunta fatto, me ne starei in un angolo a meditare sulla natura dei miei guai. In un tempo rosso, a un passo dall'Olimpo e ad uno dalla croce, triangolare, mastodontico esemplare d'ingranaggio.
Id: 53326 Data: 07/05/2019 00:31:54
*
Sotto la gonna
Lasciami essere quello che non sono o splendere d'impropria luce sulla punta delle ciglia, ai confini del terzo mondo. Lascia che io sia in cima al monte una pittura rupestre dipinta col sangue di mille petali rossi e una eco infinita di rimorsi. Lasciami stare a sbirciarti dal fosso, sotto la gonna lasciami andare alla deriva del mio mantra in cerca della Via Lattea. Numerose nuvole dai bordi d'oro hai visto giacere nel cielo, non per questo ha smesso di piovere oggi. Come solo gli animali da soma sanno respirare l'afrore delle zolle bagnate così anch'io respiro chiuso fuori ma tu non manchi di ricordarmi di non essere vivo abbastanza per morire sul serio come gli uomini immortali solo sanno fare.
Id: 53318 Data: 06/05/2019 00:30:51
*
Tarantelle
Le ricorderemo come tarantelle dell'anima, queste danze per esubero corporeo e saremo sentinelle delle prossime espressioni di comodo con cui descriveremo quella perdita di sostanza, la metafora della trasfusione di sangue per dire quando ci volemmo la prima volta e non ci avemmo mai o a ricorrenza di un bacio sfiorato per volere del fuori tempo un ritardo massimo di rese e coincidenze, che ci propose di forgiare un'attesa inossidabile da sfruttare all'occorrenza per fughe matricolate dalla realtà. Ma la partenza che mi agganciò ai tuoi occhi non fu che un ritorno a casa d'altre sponde una fuoriuscita di lava incandescente per cui non mi fu possibile che portare in salvo solo la memoria di poche immagini a favore di una ricostruzione dei fatti che fosse coerente col desiderio di star soli se non amati. E tu non m'ami, a disposizione del più scontato dei futuri possibili d'avanspettacolo, di statistica, apocalisse liberata. Mentre l'impossibile, a pochi isolati di distanza, si confermava eccentrica eccezione alla regola.
Id: 53303 Data: 05/05/2019 02:24:35
*
Macchinazione
L'anatomia della tua ascesa autoritaria al ruolo di fata, nella mia testa, svela vene di plastica e fraintendo volentieri la trasformazione dell'acqua in vino in un dono di nozze piuttosto che una dimostrazione di forza da parte di un figlio di un dio, se posso crederti come vampa nei miei sogni di carta altamente infiammabili e di difficile compensazione automatica. Tutto questo per dire che vorrei esserti cometa, stella polare, anatema pur di prendere parte all'avventura della tua schiena nuda sulla scia delle mie dita ma tra il dire e il fare evito commenti, evito proseliti, evito Proserpine. E' un lento stare, il mio, prodigioso. Così all'avvenire dimostro la mia stima, fumando alla finestra l'ultima sigaretta del pacchetto. Appena prima di dirvi addio o andate a farvi fottere.
Id: 53274 Data: 02/05/2019 01:53:30
*
Dall’addio
Il bacio sulla guancia divenne compatibile
con l'atmosfera del tradire, nel nostro sistema solare, da quando Giuda versò il cappio delle labbra. (Kurosawa sulla spiaggia e la voce fuori campo). Un sospiro di vento improvvisato portò un profumo che lo trascorse ma solo per un attimo. D'altronde se Gesù avesse avuto paura delle mosche non sarebbe morto in croce (buon sangue non mente avversarlo, pensò) e rinato dall'addio gesticolando.
Ispirata da: "Voce de popule" Proverbi e modi di dire nell'Abruzzo teramano di Alfonso Sardella
Id: 53250 Data: 01/05/2019 02:17:47
*
Insonnia automatica
Così come fosse impossibile che non faccia soffrire si prende possesso di un certo avvenire, senza prima avere coscienza del tempo che passa. Una riserva specifica nei confronti degli stati di grazia in cui tutto si ferma, ci allerta a non perdere di vista l'illusione di una meta proibita, fosse pure materia inconsulta di antimateria o effusione mistica di metafisica. Quando brividi d'automa c'insegneranno l'anima lontana... D'altronde di tre cose non tenevamo conto nella vita: della forza del facchino, del consiglio del poveruomo e della bellezza della puttana. Ispirata da: "Voce de popule" Proverbi e modi di dire nell'Abruzzo teramano di Alfonso Sardella.
Id: 53236 Data: 30/04/2019 01:42:02
*
Giunchi da costruzione
Penso che il mio per te sia vero amore. Giù al fiume giungemmo giunchi intrecciando corone nostalgiche d'allori per addestrare le dita a intrighi e nuove trame, successione di reami lungo l'estate dei ricordi confusi, deflorati, carezze alcoliche sfondate sui fondali, affilati di coralli. Accavallavi le gambe perchè sciogliessi certi nodi e muovevi al vento i tuoi capelli sciolti in attesa della prima neve che li avrebbe coperti. Con le parole sul tappeto della lingua, volanti e la speranza che avrei capito come tacere al più presto, e che sarei passato ai fatti, facendoti di un rogo rosso sangue. Penso che il mio per te sia vero amore. Nessun futuro anteriore a quei postumi di sonate stanche ti ha data alle fiamme, in una bestemmia di amplessi catartici.
Id: 53208 Data: 28/04/2019 03:50:38
*
Vietato ai minori
Il livello elementare della mia coscienza di base mi preclude recinzioni estemporanee o accurate ricostruzioni di massima conclusione questa, che occupa lo spazio dal momento in cui il pensiero giunge ad altro, da altro, ab atomo, che sia ancora il mio ego o un apice o un dirupo, nel quaternario inoltrato, si conduce, sotto le mentite spoglie di una spoglia ragione, a voler essere e capire la materia circostante, un'intera successione di vani tentativi sub iudice Ponzio Pilati. Ma il prelievo, a volte, di sostanza, prevede una ferita ecco la ragione per cui tutto il resto è vita, il motivo di analisi logiche sporadiche. L'energia che ci pervade non ci persuase di esser madreterna e il tempo della fine apparecchiò la nostra tavola di un'innocenza solo più affamata. Quando penso. Questa è vita: la tua fica depilata, il mio cazzoletuemani o la rugiada dissetante sulle foglie primordiali? Si scuce la piastrina dell'amore dalla folgore del sangue e la voglia di scopare diventa un tiepido ricordo di pisciate e farsela addosso, mentre si sogna, nelle mutande, spalancate. Capisci uomo che granaglia? Di cosa sei fatto veramente? Grossolana poi s'avventa la paura di star soli. Preso atto che non voli, provi salti giugulari trovando ostacoli in cravatte e cravattari, falsi preti mugugnanti dagli altari desolati di tanta falange armata. Per restare un poco solo, solo con te stesso, come un fesso volgi lo sguardo al cielo. Una presa di possesso, questa, le stelle e la luna negli occhi, per gli occhi disarmati da fotoniche avvisaglie, ad assumere per vere, ipotesi di tempo errante.
Id: 53153 Data: 23/04/2019 04:28:17
*
Prestigio di gioco
La Madonna di Dio, tu che fosti la vita mia, il sangue del mio sangue fin nei sepolcri del cuore, trafitto d'assedio, nei sotterranei medesimi dove per caso c'incontrammo, durante la terza guerra mondiale, sull'eterno pianeta che ci vide batteri e squame agli esordi della trap, ti prego, non mi abbandonare, tirami fuori di qua. Tu che conosci il moto e la direzione, la processione degli eventi fino al punto che m'illudi che anche fuggire abbia un senso d'infinito, da farsi perdonare. Come ho potuto credere che non fossi una mia invenzione? Perchè non parli? Lasciami stare. In un'altra dimensione, dove possa guardarti senza che sentire il bisogno di toccare mi faccia ardere. Le tue mani, le tue anime, la versione dei fatti. Ma la febbrile astinenza non nutre profumi di camboge catarifrangenti? O di vespai cosmopavonici? Pensieri del mio ego ed alterchi, reticenti propositi di buona condotta e frastuoni di temporali intercalati nei monologhi al vento d'estate, se non una vera e propria redenzione da praticarsi tutti i giorni, ore pasti, previa accettazione dei peccati, per peccarsi, per peccare. Controindicazioni? Per devozione: rassegnarsi ad essere una versione di sè stessi poco attraente per peccato originale, per istinto di conservazione, per pigrizia esistenziale, che poi è un partito preso: non voglio fare un cappio delle mie dita, delle mie corde vocali. Del mio solfeggio maestro, voce nel coro dei vinti. Con ossequio nei confronti della materia bestemmio il padreterno, escapolo, sperando che sia femmina.
Id: 53133 Data: 21/04/2019 02:59:47
*
Dagli occhi labbra di carne a segnarti le guance
Partirei da dove m'inchiodi. Dagli occhi, per rintracciare una sorta di strada maestra una clessidra rotta in tre punti dai soliti chiodi che ti tenevano in piedi, tra le sfere celesti e passerei sulla fronte, di ronda, in rondine in festa a registrare sbalzi d'umore e temperature di mari in tempesta onde rotte, canna nasale, colonne d'Ercole: orchestra di ciglia, i lobi in attesa. Ha nodi la scala che conduce al pannello di controllo del tuo giaciglio portante, corpo e foresta di vetri appannati, bottoni e interludi di giada a pioli. Il mento ed il collo scompaiono in un gorgo di luce che t'ingoia la voce, ecco perchè non parli e socchiudi labbra di carne. Dal momento che non mordo non lascio segni sui seni e le spalle. Piovono d'oro i parallelismi di collane volanti. A segnarti le guance. Col favore delle sillabe (e di versi soffiati) stanotte verrò in sogno da te, a slegarti i capelli.
Id: 53078 Data: 17/04/2019 00:54:45
*
Niente di più illogico
La tirannia del pensiero mi abbandonò alle ginocchia del tuo sguardo nello specchio in cui mi eterno nell'attimo in cui ti vidi riflettere infiniti all'infinito e sentii nella terra sotto i piedi nudità d'argilla dove mettere radici. Niente di più illogico, ecco dunque perchè vero, che t'amassi da me stesso come fossi un uomo intero solo se mi tenessi a fianco del tuo fianco, in seno prigioniero, in grembo al tuo mistero. Il ritardo con cui capii che la mia scelta fosse irrevocabile non la rese meno tale ma il desiderio che mi ardeva solo da mia parte, oh Manto di Tiresia ti rese intollerabile. Forse emergere servirebbe a interessarti nuovamente ma ho dorsali d'apnea, allenati sui fondali muscoli da soma e bassifondi tutti ancora da esplorare. Senza di te sono congegno difettoso, disco rotto che s'incanta. Posso fare ancora della vita un buco nero o un orizzonte ma il pensiero che tu sia e io non sono torna a mordermi ogni notte. Morire? Dormire? Chiudere gli occhi.
Id: 52963 Data: 08/04/2019 01:39:03
*
Una mente divisa
C'è bisogno di questo: di balli lenti abbarbicati alla fine del mondo alla fiera dell'est topoline e champagne coriandole d'altura a lunga gittata e prodromi di stati d'animo da far esplodere, all'orizzonte, consacrati. Quintessenze da mandare a memoria per quando gli occhi si stancheranno e ricordi da guardare al contrario, nei laghi stellati, negli specchi rotti, cieli in cui affondare le mani e denti, forti, con cui sgranare rosari, sbranare sudari, nuvolosi. Perché finché potrò cantarti io non muoio adesso e del resto, di tutto il resto farne intermittenze di luci e ombre sedotte dal tempo che fugge, allora saprò che ne è comunque valsa la pena di essere vivo, di aver vissuto diviso, in scintille di desiderio e anche se solo tuo è il potere di rendermi intero su scala nucleare io l'accolgo come il mistero di una scissione interna all'anima immortale.
Id: 52877 Data: 01/04/2019 06:15:42
*
Amore e Psiche
Per quanto tempo riuscirai a tenermi in stato di povertà? All'infinito protrarrai la mia condizione di schiavitù? Se ti dai, il possesso che ti estingue non cesserà il mio desiderio. Ma se non ti dai mai a me, raccoglierai almeno i frutti della mia astinenza? I versi erotici che mi abitano, a patimento, senza remissione dei peccati. Ci vuole metodo per praticare sparizioni e disciplina per le succursali. Ma tu esisti davvero in qualche luogo da dove conduci la tua vita e la mia da dietro sipari da cui poter riformulare il giudizio sul mondo, mentre in segreto ti parlo accanto. Costola d'avorio, costola d'Adamo.
Id: 52858 Data: 30/03/2019 01:48:07
*
Deportivo La Coriandola
Ripristina la riga dopo lo starnuto ché lo specchietto allude ad allodele disperate (da lavabo). Coriandoli che non colpirono, non andarono a bersaglio si depositano grevemente in tasche sfondate. Ti lascio cornovaglia nel bagno e aghi di pino. Questo il copione da mandare a memoria se a intervistarti fosse la madama: noi non fummo che opinioni discordanti. Confido nella tua protesi perchè tu possa chiudere un occhio, lasciando il cuore sul banco e ti saluto vado ad ardere in mancanza di legna da mettere al fuoco. Come fosse l'ennesima prima volta che vado in fumo che guido contromano, che depongo le mie unghie su pelle sconosciuta. Per lande desolate si argina il mattino e i confini si dipanano. Declino all'infinito certo quieto vivere, fino all'ultimo respiro. Poi campeggia al centro dell'anima un gigantesco Amen come in carcere e cala il sipario delle palpebre e ti vedo tornare dall'estero con una lima per il ferro e delle arance nel buio strutturato della sala.
Id: 52831 Data: 28/03/2019 00:41:18
*
Discorso sui massimi sistemi #POESIAPOETI
Di come la vita continui, di questo scrigno lacustre, dirò la superficie sottile, l'incresparsi delle onde, riflessi vermigli di cui può ardere la sera in timide gote se le acque rosee sanno fondersi con un sentire arboreo di fronde ed il mio sguardo sarà tanto vicino e tanto distante da non essere altro che un commento a latere: qui riposo conversando, tra salici.
Id: 52703 Data: 21/03/2019 00:17:33
*
Orogenesi
Mi tratteranno come io stesso ho trattato Ligabue o Elvis (con le dovute proporzioni) o il lapis che si smagenta sull'altare del mio tavolo dove ogni volta m'immolo nel volo dei cardini che ti concedo di far cigolare nell'atto di sfogliarmi, con la sufficienza tattica di chi crede di aver capito tutto mentre stava solo mettendo al mondo un po' d'amore convinta che ne avrebbe ricevuto in cambio un altro poco. Ma se così non è, non è colpa dell'amore ma tu questo non lo sai ed io non lo dirò. Perchè che l'amore conti non vuol dire che si possa sempre contare sull'amore come alle gallerie ho sempre preferito i ponti ai porti di mare certe candide montagne che al contrario sanno ancora mantenere i segreti stretti tra le loro fauci di crisalide: ci vorranno ancora migliaia di anni perchè diventino farfalle e ci insegnino a volare. Intanto noi alleniamoci a spiccare salti e con le poesie a far saltare in aria le parole per le vette e lasciamo pure che restino in sospeso perhè è negli attimi di sospensione che dio ci guarda senza fretta. (E si orienta: alla fine verremo giudicati per l'amore come in Ladri di biciclette con un lieto fine o dalle spinte alle altalene). Al netto delle messi e loro eco di sirene.
Id: 52595 Data: 11/03/2019 02:21:22
*
G come canzone
Siamo una voglia irrequieta e frizzante siamo una calma attesa dorata apparente la propensione naturale del vento a lasciarsi piegare per ore il bisogno dissacrante di un verdetto finale a partita neonata, siamo il bivio a cui conduce la strada siamo ogni scelta sbagliata e dove vuoi che vada il tuo pensiero cucitomi addosso ha pretese di Gerusalemme liberata senza croci o verità d'approdo. Siamo l'amore che batte in ritirata ogni volta che un diritto vien torto. Siamo ebbrezza in contumacia quando il vino bevuto va all'ossa e la testa non gira il cuore non batte più forte il respiro spezzato non fa il fiato corto ed il condannato a morte non lascia giri già pagati e brindisi alcolici, all'osteria, di cordoglio ma fiumi d'inchiostro. Siamo vite sfrecciate sul cordolo unghie morse a mordere l'asfalto. Scafi fatti per il mare aperto a blandire sicuri ogni porto. Siamo voce e delizia e vele-conchiglia canto prolisso di sirene spiegate che non tentano più di tentare arrembaggi ed altre avventure, spacconate per cui ci saremmo lasciati spacciare per persone diverse da quelle che siamo in rappresentanza dell'essere umano senza distinguo di razza ma con per motore immobile e trazione costante, il carburante di un'immaginazione senza limiti e confini ad armare flotte di remi versi di cantanti e di ballerine i dolci passi di danza. Che valga la pena è sensazione confusa e non per una ragione ci si mette al mondo fosse anche per averne una. Le conclusioni vanno tirate giù alla fine come palpebre assorte prima di salpare per l'ultimo viaggio così mi riservo il diritto all'ultima parola nell'aldilà del confine, ben oltre il mio coraggio quando sarà troppo tardi perchè questa povera poesia possa restare mia per il tempo necessario amore mio, a farti capire, se non hai capito già, almeno il contrario... ...di contrarietà, in sua compagnia. Umilmente al maestro Guccini.
Id: 52519 Data: 06/03/2019 06:07:00
*
Foto ricordo di ricordi che non ricordo
Mi si stringe il cuore, non le posso guardare, mi capisci? Mi capisci? Ma che vuoi capire tu dall'ortodossia strutturale dei tuoi cardini. Semoventi, scoscese stige di percorsi a ostacoli. I miei occhi che allenasti alla bellezza delle tue forme e le mie di riflesso, sconsiderate, che si godevano una messa in auge di poco conto ma per me fondamentale, che fu interpretata, vigliaccamente, come atto di superbia da punire. Eccolo lì, sfrondato dai totali, il mea culpa, culpissima culpa della mia fragilità planetaria. Forse è vero, forse è falso e non ho smesso per un attimo di ascoltare il canto della mia sirena adescatrice. Come ti ho sognata, quanto ti ho sognata, tanto da intirizzirmi. E se avessi solo sognato di sognarti cosa ne sarebbe dei miei sogni? Di me, che non prendo sonno e non prendo sogni e non prendo sonniferi? La tua impassibile durezza pretende atti di forza che non oso permettermi. Intanto studio modalità di sopravvivenza da "pubblico clandestino". E questo e quello mi tolgono la voglia di essere vivo. Ma rimango appeso come un bambino all'idea dei suoi giocattoli in attesa di un immancabile regalo per quando avrà mosso i suoi primi passi nel mondo. Certe cose mi dicono che non puoi volermi così male certe cose mi dicono che c'è un motivo superiore. Ma se non mi vieni a salvare non darmi poi la colpa se non sarò in grado di salvarmi da solo. Nessuno lo è. Ma qualcuno non sa chiedere aiuto, perdono (per primo e il modo). E' così che ci si perde nel vuoto, assecondandolo.
Id: 52388 Data: 25/02/2019 04:30:12
*
Anch’io
Anch'io l'ho vista, giunchi di seta nervi che piegano al vento, la natura morta della mia condotta farsi carne e a morsi consumare la creta dura delle mie ossa, mentre prendeva il largo e l'ho vista sdraiarsi nel fuoco e ardere le sue maschere ed uscire illesa, la natura viva di ogni sua immagine. Questa volta mi affranco, questa volta non mordo questa volta che arranco è la volta che vado fino in fondo (e lo tocco). Anch'io l'ho vista ed era bella come la prima volta che mi colpì quel fulmine che porta ancora il suo nome, un cielo sereno di evidenti presagi, declinati a stento lungo la dorsale dei miei occhi ebbri una stagione fa che non si conclude oggi.
Id: 52351 Data: 22/02/2019 19:12:48
*
Schiena dritta (fosse facile)
Non piovono forse dal cielo questi atomi? Lui, lei, l'altro. Il corvo, il cane, il gatto. Cosa m'insegna l'andatura, passo dopo passo? Alla fede sostituire una fiducia sonsacrata nel genere umano? Fosse facile come il canto del gallo il siero positivo che perde trenta chili per farsi raccontare la sua trama. Per raccontare questa storia quante volte devo perdere il controllo di queste ossa che mi fanno lo scalpo? Uomo sei manto, uomo sei antro, sei arto e a volte sei dardo, sei. Lui, lei, l'altro. Il corvo, il cane, il gatto e gli dei. Un gioco che mi metta in gioco più di così solo l'amore sa, fa e disfa la biochimica delle connessioni imbastisce nuove generazioni di relazioni oppure recide, sutura, taglia i ponti con passati indecisi ma alla fine saprà guarirmi? Le amicizie messe a dura prova, dalla condizione in cui è calata la mia capacità di giudizio, per meccaniche quantistiche, emergono nella loro insensata saldezza, com'è giusto che sia, per scelte compiute a priori, sulla base irrazionale di affinità elettive, sostenute da vuoti di memoria e buchi nelle trame interiori. Ma chi mi restituirà la spensierata decenza di non sentirmi i miei stessi pensieri? Quel vuoto leggero che ora tanto mi pesa? I lontani di casa? I vicini al partito? I presidenti catodici? I ferventi acritici? I mangiatori di forche? Le danzatrici pelviche? Le dottoresse che ti assomigliano? Le maschere di fango? Lei, lui, l'altra. Il corvo, il cane, il gatto. La donna, l'uomo, il mantra. L'energia statica che si fa dinamica e imprime direzione e moto al moto.
Id: 52340 Data: 22/02/2019 05:28:04
*
Esproprio di idee
"Devi cagarti addosso quando mi guardi sempre nel dubbio, per sempre fedele. Devi aver paura di quello che posso farti se solo lo voglio se solo penso che sbagli". Quindi mi chiedi di avere coraggio mentre non ti sporchi le mani e io affonda nel fango dei maiali lo stivale dei miei stivali. Ma è questo amore che tossisce mia madre che non mi legge nel pensiero, ascolta le mie canzoni febbrili si elettrizzano le volute del cervello? E tu sei altrove a realizzare auricolari che non li aggroviglino diavoletti nelle tasche per farmi bestemmiare quando ho voglia di sparire lungo il fiume sezionando fettuccine e strane idee. Ma se m'hai creduto dimmi davvero è necessario tutto questo dolore da cui trarmi in salvo? Non era meglio un si lo voglio anch'io e poi saldare il conto come fanno tutti quanti? Un bene necessario, un male necessario. Questo corpuscolo degli dei va seppellito nel profondo altrimenti se lo porta via il vento, allora scelgo lame per affissi per affittasi luoghi incontaminati e passo in rassegna interi cataloghi per allentare tensioni palpabili che si tagliano col coltello e proteggerlo dalla mia stessa memoria contraffatta. Vedo una spiaggia, noi due stesi all'ombra lo invento e del resto oasi di plastica uso trasformarle in cattedrali nel deserto. Perchè non mi ami? Cosa ti ho fatto di male? Sono esistito solamente il che mi ha reso in-esistente dentro e fuori la stessa canzone che stavi cantando anche tu a settemila leghe di distanza, nel blu dipinto di blu-nuvola, dea delle idee-atomi.
Id: 52339 Data: 22/02/2019 02:05:04
*
Alleati!
La quarantena mi consente di avere un'ottima scusa per restare al largo e allargare a dismisura la natura dei miei agi. Vado a morire nei prati ad esempio di una fine sbagliata o sui monti coperti di neve a cercare l'origine dei miei peccati. Ma queste vele pretendono il vento anche quando la calma mantiene la calma serrata in un angolo. Così soffio a certe braci una nenia al contrario e tengo sveglio suo malgrado il mio inconscio infuocato per attingere segreti sepolti e sopiti, sedotti dai miei acuti stonati. Ma se ti dico che nei tuoi occhi, tra le tue cosce, sui seni, i capelli, le dita, il ventre, la lingua, sta il mio porto sicuro tu allora inventi ostacoli sprecati per storie d'amore mai cominciate. E così naufragare fino al collo m'è unico alleato, in questo mare che adagi di mezzo.
Id: 52321 Data: 21/02/2019 04:59:58
*
Promessa con promessa
Se consentire alla sontuosa stratosfera di allenare i suoi alibi su rotolamenti d'alture ha dato per effetto un lento levigare sarà ben più ardua sentenza navigare a vista sulla tua pelle liscia. Ma vieni presto a prendermi se cavare un ragno dal buco ha a che fare con sornione caverne platoniche e vedere se l'amore brucia ossa e coriandoli in egual misura e se arda ancora, stratagemma per nuove combustioni, allora impariamo a darci alle fiamme senza che nessun bosco debba avere di che temerne nè noi le loro e le nostre ombre. Perchè io non so dove finisce o dove inizia la finzione e anche quello che provo è solo il ricordo di quel che ho provato? Perchè non muoio, perchè non muore? E ogni cosa faccio non serve a spezzare invisibili catene e un giorno dopo l'altro tutto si ripete. Solo le parole sono sempre nuove a cui affido il compito di venirti a cercare ma tu di mercante sei l'inutile tregua. Così tutti le ascoltano tranne colei per cui sono state messe al mondo. Sarà che le ho promesse in sposa come unica dote. Sarà, vuote d'accenti e di pensieri. Promesse compromesse da vite a metà, da una vita intera.
Id: 52312 Data: 20/02/2019 00:58:53
*
Salomè
Stanca la voglia si adagiò sull'ultimo conato a presagire la fine dei giochi e la conquista del passato. Ma la vera vittoria fu dimenticare di aver amato e poter ricominciare ad essere grati.
Id: 52279 Data: 16/02/2019 04:10:38
*
Deduco da una frase del Vangelo
Da cospetti arredati ad arte s'intuisce che lo sfondo è reticente a concedersi a sguardi inesperti. Ma macro onde attraversano l'aria da oriente ad occidente. Portano versi di amori ricorrenti, fuori legge. La Quaresima è finita? Comincia la Quaresima? Ti detesto amore mio perchè hai fatto in modo che non sappia più se t'amo e questo mi svuota di più di un significato. Sono felice però che sia stata una tua libera scelta. Non per me suonano le campane. O suonano per me ogni volta che calco la mano su una statua votiva, un volto di cera, un volo di gabbiano? Già, hai creduto, forse, che la vita non bastasse a mettermi alla prova. Hai voluto testare tutto il mio mondo di relazioni. Ma sono ancora vivo e mi esprimo a parole. Cos' hai guadagnato? Un canto magnetico? Io domani torno in flagranza di reato. Ma non per questo posso rinnegare quel sentimento che mi prese, come fossi tuo per sempre. I giochi a cui giocate mi fanno a pezzi e ingrossano le ossa. Così mi troverò a pensare con le nocche e le ginocchia raccolte in un grembo senza madre che mi partorisca. Come potevo fidarmi di una dea cattiva? Di una dea cattiva si ha paura e la si adora, in fin di vita.
Id: 52268 Data: 14/02/2019 21:44:41
*
Di un eterno abbandono
Non sono servite a condurla da me a strappare dai suoi occhi fottuti uno sguardo in cui ci fossi, più vivo che morto almeno lontano dalle mie patrie galere. Non sono servite a servirmi su di un piatto d'argento un cimitero glorioso per le mie candide ossa legate a una fune, pioli di scala per fughe, usata da chi volesse provare a tagliare la corda. O almeno un pasto frugale per chi si accontenti di poco. Non sono servite per dire un amore e all'amore mio che cedesse alla folle richiesta di restar mio il tempo il tempo che mio lo fosse davvero l'amore sognato, vissuto da un altro, che la consuma di baci, ora, adesso, che lasciano il segno. Non sono servite a sondare il terreno nè a scavare la fossa dove seppellire i dolori che esposi al ludibrio del vento non sono servite a quel vento a gonfiare le vele che disposi sul mare perchè si aprisse ad accogliere il riflesso di un cielo tranquillo. Per viaggi larghi e d'astri fondi, allunaggi compresi. Non sono servite a mettermi in moto, a darmi da vivere, piuttosto con esse ho versato ogni giorno un anticipo sulla mia docile morte, dal letargo sconfitto del mio torpore domestico. Non sono servite a guarirmi, non sono servite a salvarmi a consolarmi, non sono servite a niente e a nessuno eppure come uno stupido le tengo ancora da conto come se abbiano contato veramente qualcosa fin qui. Dove sono giunto, dove sono tornato, da dove non mi sono mai mosso: le mie parole fuori luogo, fuori tempo massimo, nello spazio di un eterno abbandono.
Id: 51720 Data: 02/01/2019 23:06:33
*
Condannate a morte un innocente
E quando dismetteranno i modi leciti (decisi da chi poi?) chi verrà a trarmi in salvo, voi? O vi gusterete in diretta la mia fine disquisendo sull'ampiezza dei tagli, la bianca durezza degli scogli, gli abbagli che prendevo e il senno di tutti noi? Sul fatto di come non fossi fatto per andare su Marte e di come stranamente il mio sangue fosse simile al vostro nonostante l'olocausto che ci separa sia stato annunciato dalla fatidica domanda: chi sono? Forse un uomo? Rigoglio di braci, un esperimento riuscito male e poche altre tracce. Eccolo, con le vene esposte, riverso nel fango, un folle di meno e solo il cane lo piange.
Id: 51390 Data: 28/11/2018 01:40:49
*
Premio di consolazione
La consolazione perde la sua magrezza su giunti di corallo aprendo finestre su un malessere incontrollabile, fuori serie, sottomarino, subacqueo. Fondale d'inossidabile latenza: e la leggerezza dell'essere viene a galla. Più carne che ossa. A poco vale un comportamento da lillipuziano, forse dovrei permettere al mio ego di squarciare vassalli e vessilli per una violenza che dia i suoi frutti, scalciando come un mulo all'aria. Ma la bestemmia che m'include come un dio, muore in gola e non resuscita. Torno a fare il sacco? Srotolando torsione di polsi e nocche, mani nude, pugni chiusi e sangue, che vi farei leccare in ginocchio sulla mia anima. Lo specchio non m'include, forse è rotto. O è lo stato delle cose che prevede congetture a vuoto e sacrifici sovrumani, che ognuno ha il coraggio di rivendicare come propri? Quella dolce stanchezza che pervade, conosciuta solo agli amanti o agli atomi o alle frazioni di tempo sequestrate dall'eterno scorrere, mi è concessa in tregue d'infinito postumo. Memoriale dei miei battiti al rogo. La verità, per giunta, è una clessidra rotta il cui tempus fugit ha il tempismo di una falsa partenza, un coito troppe volte interrotto. Far l'amore per gioco, contare le nuvole da un prato, a chi fu negato? Certo tanti altri hanno il buon diritto di lamentarsi ma questo esclude in alcun modo che lo abbia anch'io? Se dall'altare predico sante parole, che almeno sappia difendermi. La presunzione tutta mia di non essere niente mi rende vulnerabile. Non è che non vogliano aiutarmi, quelli che vogliono aiutarmi, è che non sanno proprio come fare. Restare umani. A chi mi vuole morto? Esprimi un desiderio. Ma almeno aspetta di vedere la prossima stella cadente! E poi non ho mai tentato di convincere nessuno che fossi ancora in vita. Forse una volta, una volta celeste.
Id: 51374 Data: 25/11/2018 18:05:01
*
Immaginiamo
Una pace distopica s'inebria del mattino come rugiada del basilico. Questo controverso esistere che viene dalle tenebre sa rischiararsi di luce sopraffina e quieto vivere. Ma i sinonimi e i contrari possono fare a meno gli uni degli altri e ugualmente saper descrivere quel che accade? Contraddizioni spesso equivoche sono necessarie a che la natura delle cose compia il suo destino irregolare e le speranze mai sopite non diventino ormai vane. Fosse un fiore da cogliere, un campo d'arare sapremmo contare i petali, tracciare il solco all'occasione di dare nuovo corso alla storia di questo piccolo pianeta? La scelta fu di essere spietati e lasciare che misura di tutte le cose fossero il petrolio ed il denaro ma se si ripartisse dallo studio di una pianta polifunzionale? Meno inquinamento e più lavoro, più ricchezza generale minor consumo forse, più salute e meno schiavi. Essendo concordi su cosa sia giusto fare per il Mondo, avendo un piano, si può scegliere chi ci rappresenti in base al fatto che lo proponga e che lo attui. Altrimenti tutti a casa. Oppure un referendum nazionale? La politica recitativa, per dirla alla Galimberti, non decide ma esegue gli ordini che le giungono dall'economia e allora io propongo, non solo io e non sono certo il primo, di cambiare strategia economica, investire sulla canapa. Può sembrare assai ridicolo e lo ammetto ma quanto questo sia colpa di una campagna d'insabbiamento, nemmeno lo immaginiamo. E invece io vi invito ad usarla questa benedetta immaginazione:
Id: 51326 Data: 20/11/2018 08:12:19
*
Telempaticamente
La consapovolezza del distacco ci intrise di sguardi laterali. Io benedissi in cuor mio il maestro ed il suo canto per avere avuto pietà di me concedendomi alla mia tregua preferita. Forse non so cos'è la vita forse non chiedo perdono ma la mia condizione prevede sacrilegi allora che anch'io li compia non dia scalpore agli atomi che pure si attivano di suoni circospetti o forse è solo la pioggia che batte il suo tempo vitale sul cordolo. Non mi sento umano certe volte, nè sopra nè sotto una determinata dimensione, forse un altrove di poco conto. (m'è funzionale credermi migliore di come sono, certe volte) Una scissione che evapora, finita la messa delle messi un raccolto di poesie in fasce, mele acerbe e stricnina. Maestro lo sa meglio di me che queste parole non m'appartengono chissà quali distanze hanno percorso perchè mi facessero loro. E io allora cosa conto? Il mio valore incondizionato non sarà mai pronto se è sempre soggetto a condizioni. Ma tanto chi mi giudica per cosa sono? E perchè tanti riguardi nei miei confronti? Se tengo a stento strette tra loro le stesse facce della mia medaglia che appesa al collo forse di qualcuno, tra centinaia di anni smetterà di essere una maschera, valendo un terzo posto sciagurato. Chiamammo magia il primo tuono. A questo contatto che nome diamo? Come posso superare certe prove? Ho paura che mi leggano i pensieri così come li formulo so che è un fenomeno coerente con la mia malattia ma come ne guarisco? Non so meditare. Le medicine funzionano? Perchè sono capace di pensare cose terribili che non sempre riesco a tenere sotto controllo. Nel senso che le penso non volendole pensare. Per sciogliere l'incantesimo è sufficiente che parli con lei? Mi vergogno. Non ce la faccio. Verrà quel giorno in cui mi spiegheranno che cosa ho fatto? Qual è stato il mio ruolo in questa dinamica? L'unico talento che io onestamente mi riconosco è scrivere e quindi non è mio: una tregua che s'incarna. Una parola, soltanto una parola e sarei stato salvato ma non ho saputo pronunciarla: nel silenzio in cui re-esisto posso trovare il mio coraggio? Vanifico tentativi lussando la mia anima (le nostre?) su snodi gordiani, di bordo a vascelli fantasma, borderline.
Id: 51320 Data: 19/11/2018 20:38:57
*
Senza musica
Se non parlo con te a chi rivolgerò le mie parole gravide? No, non posso aspettare ancora che cada ancora la pioggia sulla mia tastiera impolverata di nuovo per simulare un dialogo di risacche perpendicolari, contrastate a sbalzo su certi cordiali vertigini di pozzanghere in cui si specchiano bramose dei tuoi occhi le stesse nuvole che tu ora guardi, cercandomi un poco. E' l'illusione che solo tu possa capirmi e lo voglia che vaglia questo cenacolo di lettere a cui ora m'inchiodo alla luce che taglia di sbieco il sentimento che tuttora ti provo di una santa ragione in ginocchio. Per dirti di non lasciarmi a parlare da solo come quando ardevo al fuoco sospinto di un desiderio di rogo che come a vento mi trascinava su sentieri d'innesco dove i pensieri mandavano in cenere la norma per cui aver fede mi rendeva degno di crederti, nonostante i tuoi silenzi d'alcova. Qui, seduto in un angolo, davanti ad un monitor, a labbra conserte. Vedi, capisci bene anche tu che sciogliere il nodo è impossibile per dita come le mie o le tue così cedevoli al ricatto della pelle sottile, dei crateri lunari, dei ricci corvini. Delta di Venere, dea delle malelingue che sfociano in preghiere blasfeme pur di assicurarsi un posto a bordo patibolo, con le vene trasparenti che pulsano liquide, ancora in vita. Mi è capitato di leggere alcuni passi di uno scrittore da Instagram con tanto di corredo di foto spicciole in cui per sembrare più bello toglie le virgole alle pose, ai ghigni ai sestrieri dei suoi mille e più profili. Ecco tu non confondermi con chi per apparire venderebbe l'anima a Zuckerberg. Compi lo sforzo di riconoscere la natura singola e uniforme, iconoclastica scalza, della mia bruttezza originale, che a dir si compie. Senza filtri. Forse è per gente così che non scriverò mai in prosa. Pensavo, sciocco e roso d'invidia. Ma a ben guardare la mia spanna si articola su altre clavicole tipo: il desiderio ossuto di te: scegli tu la forma d'assumere, io mi arrendo all'evidenza strategica dei fatti incompiuti, balzati in testa alle classifiche. (Hai voluto la bicicletta? Adesso pedali! Si ma che sia un tandem). Moglie, amante, amica, madre, sorella, figlia, anche le briciole. Purchè giunga ciò che amo e finalmente mi uccida. Per rinascere val bene morirne.
Id: 51209 Data: 10/11/2018 04:42:08
*
Canzone che non guarisce
"Teniamo segreti con moltissime persone ma la maggior parte li teniamo con noi stessi e questo lo chiamiamo dimenticare" Elizabeth (Rosario Dawson), In Trance di Danny Boyle. Non ti basteranno i tuoi occhi grandi per ripercorrere certi baci silenziosi che son serviti soltanto a rallentare il cupo adagio che al centro della notte raccoglie nature morte, secolari Non ti basteranno ciglia folte per ripararti dall'eco del sole che in paesaggi metropolitani sottolinea gli spigoli dove battere teste vuote di ricordi Non ti basteranno mani forti E non mi basteranno tutte le parole che ho nel petto per farti credere ancora che il mio folle amore possa bastare per una resurrezione nella carne No, non ti basteranno racconti di battaglia per capire come darsi pace e grandi professionisti di dinamiche d'esclusione per mettermi da parte per tritarmi nel tritakarma Gli impostori presentano le loro credenziali ma tu non regolare il tuo bilanciamento sulla temperatura del bianco dei loro camici meccanismi d'esclusione inducono a contrarsi su se stessi senza apici Io invece voglio che tu ti espanda. Come onda anomala, come nuvola che fa piovere pioggia e grandine. Non pensarmi, non pensarmi, mi sussuravi nei sogni e tutto il tuo impegno è servito soltanto a desiderare che io dorma Non ti basteranno frasi fatte non ti basterà farti fottere perchè l'amore che ti nutre pretende che tu ne sia ingorda e non ti possa accontentare Non ti basterà ignorarmi, farmi male la ferita aperta ha bisogno tanto di essere medicata che di prendere aria perchè diventi una bella cicatrice Ed è quasi come essere felice Ma non mi basteranno tutte le parole che ho nel petto per farti credere ancora che il mio folle amore possa bastare a farci guarire No, non ti basteranno racconti di pace per imparare a condurre una guerra e spacialisti di meccaniche di rimozione per cancellarmi del tutto come se non fossi mai esistito I manipolatori sfoggiano le loro credenziali ma tu non regolare il tuo bilanciamento sulla temperatura del bianco dei loro camici dinamiche di rimozione inducono a cancellare bassi profondi e veri apici Io invece voglio che tu includa come ventre della Terra, come oceano-madre che tutti accoglie. Non pensarmi, non pensarmi, mi sussurri ancora nei sogni e tutto il tuo impegno serve soltanto a desiderare che io dorma, non apra mai gli occhi O sogni ad occhi aperti
Id: 50665 Data: 23/09/2018 13:26:26
*
Uso improprio
Per trascendere devi essere prima sceso nella carne ed io sono sempre così timido nel saperti cogliere. Da bambini giocavamo a crocifiggere lucertole con spine di rosa su altari improvvisati di sabbia o pietra lavica. E il sole a domandarsi fino a quando può scaldare prima che prendano fuoco e chi resista più a lungo tra i nostri insetti-dinosauro, da competizione verticale: la prima ispirazione è non essere più qui. Con piccole ali infiammabili raggiungere un posto più in alto da cui si veda tutto senza essere più in gioco come un testimone occulto che necessiti di poca manodopera. Ma poi si perpetua la condizione di un immancabile disordine e con violenza addomesticata ritorno a vivere senza che più mi accorga della mia assenza irrilevante. Il punto di osservazione sulla tua vita appassionata è un passato rarefatto di ricordi a senso unico. Monodose di ragioni pronte all'uso che brandisco in contumacia. Quanto a lungo ho desiderato un futuro di bellezza irresistibile! Dal buco nero dei miei fondelli, espiando corpi a corpo.
Id: 50635 Data: 20/09/2018 03:56:18
*
All’oscuro
Da una strana distanza osserviamo le foglie cadere a misura di un'idea confusa di destinazione. Che passino le stagioni è forse il nostro tempo migliore anche se per lasciarle andare occorre restare immobili, un poco. Altrimenti il desiderio recondito d'inseguirle veloci ci condurrebbe a maturare un tremendo anticipo sulla nostra fine. Dalla finestra guardiamo le stelle brillare per abituarci ad avere origini lontane e distinte contratto d'indicibile bellezza latente. Eppure le parole trovano sempre un modo di dire l'orizzonte delle cose. Il silenzio che appare a volte può sembrare una maledizione se non serve a conservare un'ombra di luce nel buio, remota. Ma è nel silenzio ignaro di destinazione che si compie il miracolo della vita dal nulla. Un senso impreciso di Dio che costringe alla tentazione di crederci anime immortali e passeggere di un flusso d'energia che non smette mai di scorrere tanto da poter concedere tutto il tempo che serve. Per esistere per sempre.
Id: 50605 Data: 18/09/2018 04:21:04
*
Filastrocca della bestia inconsulta
Lasciamo l'indicibile a piastrelle colorate che imbrattino i muri quattro santi dell'effetto marketing. Gli spazi vuoti inducono a contundenti eversioni in stralci di prognosi riservate, mentre nelle sedi dei partiti ancora si dibatte su chi dovesse involarsi sulla trequarti il giorno delle semifinali. Lo sguardo che sai far cogli occhi quando fingi di capire riservalo a specchi interrotti a controfigure con le ossa rotte marginali nella costruzione di un lieto fine. Conducendo il discorso sul terreno della forma conosciuta cita pure certi versi fuorimoda, proibiti a memoria d'onta, sfusi a far le fusa sulle tazze dei cessi in autogrill. Perchè ricordare sia una messa in onda sintonizza i canali sull' aldiquà, punto di vista nativo dei vivi sui vivi che non moriranno mai. Così come fa quella foglia da sola proviamo a consolarci da noi. Bestie occupate a far le ronde, ognuna ai propri guai.
Id: 50565 Data: 15/09/2018 02:46:51
*
A sangue tiepido
La materia lasciva del tuo essere carne fraintesi in una lunga boccata prendermi in giro una dotta legge di sopravvivenza ma se fossi vera per un attimo ti accorgeresti che il mio essere tragico è a confacenza di dati di fatto che fanno della mia vita una successione di sconfitte senza enfasi. Pregiudicato e stanco di mettere agli atti i tentativi vani di recuperare crediti, lascio che a sopravvivermi siano alcuni versi tra i quali sicuramente questi non meritano menzione alcuna. Inclusione nei nuclei, apologetica in termini. E anche l'amore mi appare come una strana coincidenza d'imprevisti da fronteggiare a petto in fuori e capo chino. Un ossimoro posturale che ha la sua declinazione nel contraddittorio del pensiero. Fosse il cuore al centro si starebbe in equilibrio nonostante ogni singolo battito dondoli all'infinito (come prima di morire) tra un estremo e l'altro di una distanza siderale e innata conquisti col suo ritmo una fine sincopata o scandisca la durata massima di una vita solitaria. Scegliendo come campo d'indagine un silenzio strappato ad acufeni imbandisco scialbe trame di parole senza volto. Nè voci di mercato m'insegnano il tempio. Sono o non sono, dunque? In quanto credo e non credo? Asole a vento, buchi di culo. Anticorpi da vaccino ai tappeti rossi, conquisto, gaia terra da diporto ritirata strategica nelle volute del cervello, a sangue freddo. Mea culpa di un sogno che fu sogno di gloria, senza volerlo. Tiepido rovistare di occhi lucidi attorno. Spillati a pena.
Id: 50485 Data: 09/09/2018 05:05:04
*
My sleeping Muse
Non mi ricordo più se è passata prima la voglia o sono prima cessate le condizioni ma si rimedia ad un salto nel vuoto con una presa di posizione? Col senno di poi? Una condotta ascensionale della messa a fuoco conduce ad una visione d'insieme. Ma la forza di gravità ha una mira eccezionale. Le variabili e le costanti sono le mansioni da contenderci. Tutto il resto ci prende e ci appartiene non ci lascia mai in pace. Se fosse stato per me sarei stato malvagio. Ma siamo liberi di scegliere che la vita scelga per noi se sai ascoltare e restare in attesa di un mondo migliore o di un altro pianeta. La franchigia s'è spesa in baratti chi mi consiglia il prezzo a cui vendermi? Se ascoltassi i miei atomi sarei bosco da ardere. Fuoco e cenere, sempre in guerra. Lasciar stare il mio stato d'inerzia è a cura dei nervi e la condizione generale è una tregua a fior di pelle. Le promesse che mantiene la mia Musa dormiente sono tenere le distanze e una lenta metamorfosi della mia malattia latente. Quando ci conoscemmo ero diverso non ero grasso ma lo stesso non ti piacqui se mi guardassi adesso sarebbe un gioco da ragazze per te distruggermi. Proprio ora che sono in via di guarigione. Ma le apparenze sono la dannazione degli occhi e chi si arrende alla superficie delle cose e cerca di goderne le forme belle insegue un sogno di materia in via d'estinzione. Evanescenze: E nel vuoto che si annida? Quali energie? Forse la salvezza? Si danna l'anima il pensatore scrupoloso. -Sono solo un coglione! (facoltativo) La tua assenza mi ha insegnato a riempirti di significanti proiezioni la cui natura ha radici nell'inconscio. Perchè amore e follia si assomigliano a tal punto che a volte si scambiano di posto mentre sogno di morire e che tu mi abbia amato almeno un poco. Quello che provo a scriverlo è un tentativo di restare in vita. L'ultima verità a cui ambisco è morire senza paura quando verrà il momento giusto. Al primo posto la salute è una posizione diffusa non pensare che vada. Non prima che tu mi abbia deluso, my sleeping Muse. O ti hanno sedata? Sapessi quello che voglio potrei provare ad ottenerlo senza essere offensivo, uscendo innocuo dalla mia zona di conforto. Ma per essere voluto è necessario un cambio di rotta dimostrando con ogni mezzo di non essere morto e ormai fuori dal coma.
Id: 50203 Data: 20/08/2018 01:38:57
*
C’eravamo tanto amati
La forma dell'acqua ancora ti adorna, mia coriandola balneare? Mala corrente ti doppia se ti avvolgo a certe parole d'annegare di gran clamore alla fonte industriale di pensieri luminosi, facoltà di cui mi avvalgo per difendermi da te e spegnere il monitor. Per immaginare di averti vista passare, ieri, sulla dorsale dei miei reni con lo zaino in spalla e sullo zaino un gatto del Bengala, appeso, mi sono perso una sentenza di Forum. Sovrappensiero: bella come una belva selvatica nella foresta Amazzonica, una lupa solitaria nella steppa Sovietica, una coriandola da parati, gatto in spalla, in cima alla scala per guadagnarsi il tetto del mondo, in pochi passaggi di stato ad unghie retrattili. Ti ricordassi per un attimo di ricordarmi di ricordarti che il passato è una cura per atomi, per sfere celesti di uguale potenza, la cui direzione converge all'infinito, per preciso puntiglio del dato di fatto, che assumo per certo, senza averlo studiato, solo allora potrai dirlo: una volta ci amammo! O c'eravamo tanto amati. Enunciando che quell'attimo d'infinito in cui s'incontrano due rette parallele è già trascorso posso proiettarlo come punto nello spazio? Torniamo lì, dove tutto ha avuto inizio, almeno per un giorno, tra milioni di anni.
Id: 50155 Data: 16/08/2018 02:22:05
*
L’ultimo capodanno
Il desiderio è sepolto sotto una coltre di grasso farmacologico pratico rimedio a certe attività che possono condurre al riprodursi di una genetica malata. Questo mi induce a pensare alla fine della strada. Sarò ancora l'unico verso da percorrere? O una donna mi fiancheggerà lungo la parabola, a trovare nostro cordoglio? Non pretendo una certa compagnia anche se sarebbe bello che alla fine tu fossi qui. Wish you were here, fatata e compatta, coriandola portatile d'assalto. Scheggia di luce vera contro bordo, sbordato di una costola di cielo, cui si arrendono sempre meno nuvole affilate e sguardi dichiaranti il nostro grande amore mai scoccato. Aspettare la luna per recitare la preghiera potrebbe essere necessario a che maturi una consonanza d'intenti con il vespro. Poi redenti ce ne andremo lungo una dorsale di atomi terreni, di atomi e sentieri di terra immacolata, con l'erba da calcare ancora intatta. Alta, alle calcagna. In un mattino di giada e di corallo da portare al collo fatto a posta perchè il sole ci agganci in raggi il suo guinsalio, per non perderci di vista. Ma noi perdiamoci pure negli anfratti di pensieri nati nudi, passando immagini in rivista ancora crude, buone per sbollire certe rabbie mute, mai mietute, in grani di rosario da sgranare, d'artificio programmate, senza mai esplodere in urli elettrificati ed altri effetti speciali di maggior impatto sul buon vicinato, nel finale capodanno. Ai piedi del letto un cane nero ascolta alla radio il conto alla rovescia a stazioni unificanti. Sbadiglia ma non dimentica anniversari e compleanni, fa la guardia al tempo che passa in catena di montaggio.
Id: 50136 Data: 14/08/2018 13:43:54
*
A mezzo sangue
Spodestato il lascito disumano dei nostri padri in fiamme, dal tempo al tempo di comburere, non resiste un rogo nemmeno a congettura d'acqua, impilata in gocce. Che cada o non cada la pioggia, verticalizzando calci di rigore, preghiere apotropaiche o bestemmie colloquiali, sempre liquida rimane la nostra natura d'altari mezzosangue. Figli dimenticanti a mendicare il proprio posto nel mondo, come giunti per caos, rendiamo grazie alla materia contribuendo ad aumentarne il disordine universale con atti, opere e omissioni da cruciverba elettorali. Seleziona senza crismi quanto più è saggio chi sa lasciarsi andare di spirito. Assapora una pace per buona condotta, ora d'aria imprigionata da meccaniche ad ampio respiro, dentro carceri in carne ed ossa e di pensiero. Trattenendo il calore, sollevando pesi. Dissipando il calore in giochi confusi, sacrifica. Il condannato a morte certa. Retorica dell'ultimo desiderio.
Id: 50104 Data: 12/08/2018 05:43:51
*
Soggetto non identificato
Omeri e Cassandre, mi serve un corridore di grano camera a spalla, De Sica-Cassano o operatore di gimbal. Candela accesa, si vedono dando entrambi il profilo, un uomo e una donna di schiena per mano, che si allontanano l'uno dall'altra, quella volta sul fiume quell'altra sulla spiaggia del mare e la scena si ripete. Cambia lo sfondo, i vestiti, le stagioni ma ho le stesse pretese da entrambi gli attori. Delle maschere in volto, meglio truccati? Lenzuola sui corpi. Come fantasmi. Divampano volpi bambine vestite di rosso. Tra gli alberi. Sui prati. Una volta lei incinta, poi fiamma, poi acqua. No, scena prima: candela ancora accesa sul comodino, scena finale: lei che indossa la maschera e spegne la fiamma d'un soffio; no: loro due che camminano, fino ad uscire finalmente di scena per direzioni opposte. Per la gioia degli occhi, sordo deisderio di vita che scorre lungo la superficie di tutte le cose, non c'è ombra che tenga o buio più grande, mandato a memoria da piccoli quella notte prima che non tornasse più a casa tuo padre. Un gioco da adulti che puoi giocare soltanto una volta, in carne ed ossa. Poi è come vedere bendati, attraverso una trama intricata. Per uno che riesce a vedere, mille si perdono in vista di premi fantastici, da godersi postumi, dopo una condotta immacolata, fin sull'altare dell'eterna quaresima, solo sognanti, solo sognati. Estremo saluto ad una storia d'amore di tutta una vita. Sciupata sciupando, ad occhi chiusi e con le vene bucate. A vele spiegate che non tengano i cardini! Purchè si arrivi sani e salvi, in tempo per un sei in condotta. Dopo lunghi viaggi, in altomare, senza vedere nessuno per giorni, per mesi per anni, la deriva dei pensieri verso posizioni contundenti, il ricordo di una donna in cabina di montaggio oppure vuotare il bagaglio sul divano e starsi, leggermente accomodati, totalmente accomodanti, tirare a campare, perchè essere necessari è un progetto troppo arduo da realizzare con le sole nostre forze e gli altri sono nemici da abbattere o al massimo concorrenti sleali di un programma alla televisione, che ci programma nelle nostre convinzioni per conto di alcuni che governano il mondo e ci vogliono divisi, tra noi, il più possibile, in gruppi sempre più piccoli, fino a farne di noi, atomi singoli. Complottismi al servizio del complotto, contrabbando, banditismo, macchine del fango in campo aperto, mentre costruiscono un caos da cui si astengono. Per mantenere il potere poche cose semplici: organizzare il consenso con giochi di prestigio e o trincerarsi scopertamente dietro un alone di mistero con la magia di essere temuti, mentre si possiede gran parte del mondo, indisturbati. Allora spazi liberi diventano di vitale importanza, per potersi esprimere senza vincoli di sorta. Ma perchè siano liberi per tutti è necessario che tutti accettino dei limiti. Invece quello che sembra esprimersi è: questo spazio è mio e ci faccio quello che voglio ma una libertà individuale che non tenga conto di quella degli altri è proprio ciò che noi combattiamo o proclamiamo di voler combattere; in realtà siamo solo interessati a cambiarci di posto in una scala gerarchica che chi comanda ci ha imposto senza aver nemmeno scalato mai. Il contrassegno che ci imita non è un orango, quello si, uomo libero. Fatti a forma di quello che ci vendono, in oggetti e strutture mentali, consumiamo invece di creare. Se chi si libera disprezza gli altri anch'egli è uno schiavo. Chi ci libera ci ama uguali è un po' una vanteria da servizio pubblicitario. Ma c'è nel mezzo una via che non conosco che mi piacerebbe praticare non da solo ma in compagnia di gente che si tollera. Se non tollero chi non tollera sono anch'io intollerante? Che non si superino certi limiti. E chi li stabilisce questi limiti? Un esame di coscienza. Primordiale. Se lo superi dovresti vivere in pace con il mondo. "In Pace con il Mondo" sembra impossibile soprattutto se per primi non si evita di muovere guerra. Il prossimo tuo come te stesso e noi ci odiamo così tanto intensamente da non riconoscerci allo specchio, vedendo, scambiarci per intrusi. Come possiamo sperare di sapere accogliere gli altri? Generalizzazioni che non siano di comodo o strumentali possono esser utili a renderci umani. Siamo tutti abitanti di questo mondo. Non mi risulta una convivenza pacifica al di là del mio orto. E per difendere il mio orto sono disposto a fare la guerra. E a fare la pace? Perchè per difendere il proprio orto bisogna diffondere la pace in modo che il proprio orto sia sempre più grande. Che ho scritto? Saranno stati gli Osanna. Uno scambio di sovranità non una rinuncia. Il cui risultato sia una società mediamente più felice. Ma anche per essere felici è necessaria cognizione di causa. La necessità di brandire con forza regole auree. Vagliate alla lente di costi e benefici, tenendo fuori i mercati, gli speculatori cinici della minoranza dominante. Ama il prossimo tuo come te stesso! Fai agli altri quello che vorresti che gli altri facessero a te e non fare agli altri quello che non vorresti che gli altri facessero a te, si e poi ci scanniamo su facebook per i più disparati motivi, tra cui i copyright sulle frasi suddette. E c'è una logica in tutto questo che si può vedere dall'alto, dalla posizione eretta che riusciamo a mantenere solo per pochi attimi per lo più di circostanza. Piegati da pesi di ogni tipo abbiamo preso la forma di animali da soma. Ma siamo, siamo stati e saremo ben altro, se solo ce lo ricordassimo! Da asini ad Asimov in pochi secondi. Repentini e numerosi passaggi di stato. Invece qui o si è vivi o si è morti, comunque fuori dai giochi. Perdenti (per caso) in caso di manche.
Id: 49906 Data: 30/07/2018 04:21:53
*
Qua si modò
Se ci si ancora a percezioni alterate quali unici mezzi di conquista dello spazio circostante, non è scontato che tutto quadri e le distanze tra un punto e un altro possono variare in base a ciò che immagini. Io, per esempio, ti penso lontanissima ma ti sento dietro l'angolo, quando mi ricordo di averti vista che svoltavi, per non salutarmi, l'ultima volta che c'incontrammo mentre prima quasi mi venivi addosso. Che il mio sforzo era di evitare l'urto oppure toccarti piano, per lasciarci poi di nuovo, con la voglia di entrare in contatto. Righe rotte e piccole consegne da via lattea. Che le mani facciano cose puoi ben dirlo ma a parole consolate dalla lingua e che il vento consumi certe anime dannate sta scritto in calce su ogni commedia che sia divina per diritto di nascita o buonuscita. A stelle rivedute e corrette, mattutine. Se m'insegnasti a viaggiare, fui passeggero se m'insegnasti a cantare stonai per gioco se m'insegnasti a pregare pregai davvero di esserti prigioniero tutto il tempo necessario a redimermi dal peccarti. Libertà cui mi arrendo, portato in catene al cospetto del tuo seno scoperto. Resoconto, questo, di una presa di coscienza orfana, suo malgrado, di un corredo simultaneo di dati di fatto che non siano soltanto nuove forme d'abbandono. Quasimodo, quasi umano, quasi a modo per una degna sepoltura, sotto le macerie della cattedrale che t'innalzai senza far di conto alcuno, con l'attenuante generica della circonvenzione d'incapace, che fui, di difendermi da quello che provai, per te, sull'altare imbandito dei tuoi atomi. Capelli sfrenati a vento, cordure di corallo, occhi d'affogarci dentro superata la barriera tropicale, seni per issarsi fuori dalle sabbie mobili del tuo ventre, a denti stretti a trattenere parole d'amore nelle vene, la cui portata massima è la vita tutta intera, dalla nascita alla definitiva resurrezione, in tutte le dimensioni correlate fin dove il sangue venga versato. Perchè l'atto di seduzione è stata pratica incandescente di lingua fuori orario. Per cui sapemmo dirci e non dirci tutto e il contario di tutto a tele spiegate. Un nulla di fatto che ancora mi sale al cervello. Strumento tautologico per una comprensione primaria. Dal cuore, bandito dal contesto, una volta infranto in stato di grazia.
Id: 49885 Data: 28/07/2018 07:56:15
*
A squarciagola
Circolando come merci per la strada ci comprò il primo bar al prezzo di una birra per aver concesso, al ponte sotto cui addormentarsi, il dolce brontolio dell' urina. Lì fummo visti, scroscianti poco prima di saltare, come bestie, in alto mare il discorso caloroso che ci rendeva ebbri. Una musica distante ci accorse di noi, trasalimmo. E scendemmo dal lato breve e asciutto del muretto per andare a controllare che fossero proprio i nostri versi quelli condotti da voci lontane, per poco ancora. Lungo il fiume accelerammo il passo, fino a sfilare una corsa da gufi. Rapaci, goffi e notturni piombammo, occhi spalancati e pugni chiusi. Quattro ragazze seminude cantavano, tenendosi abbracciate ai bordi delle case, mentre barcollavano avanzando contrastate. Dove avete preso questi versi? E dove avete lasciato il resto dei vestiti? Non importa, non di meno vi adoriamo, concupiteci! Gli opposti si attraggono e gli estremi si oppongono, come vinti, al quieto vivere. Così insieme ce ne andammo, albeggiando, incontro al mattino, risolute ed irrisolti, a squarciar le gole di un lieto fine.
Id: 49537 Data: 02/07/2018 04:22:49
*
Profondo sonno
L' affilata nettezza con cui si avverte la necessità di un cambiamento è lama fedele al fiato sul collo della realtà asincopata. Ma c'è un confine invalicabile, sospettoso di diffidenti dinamiche per cui non si converga verso un vertice se non in ultima analisi. La storia ci ha insegnato forse l' irreparabile? O procediamo a memoria d' ipotesi scontate? Lungo l' illusione artificiale che non ci sia una soluzione anche a problemi di livello galattico. E noi siamo fermi a questo piccolo mondo che come cane indifeso deperisce in una gabbia. Il mio giardino ha il posto delle fragole incorporato dove danneggio la siepe a cura di un cielo stellato da decifrare di schiena sdraiato su superficie immacolata. Per il resto passo le giornate a spasso col mio cane. Se fossi all' avanguardia l' aria del mattino la conserverei in un' ampolla di fattura artigianale per respirarla poi, poco prima di partire per viaggi siderali. La coerenza, rispettosa di un marchio di fabbrica, cambia il suo modello in catena di montaggio. La mia ignoranza mi preserva da scelte avventate? O la natura barbara del dato di fatto mi condanna a parlare da solo, in un angolo? Oh, fossi la serenità fatta persona non mi spaventerebbe la possibilità di soffrire ancora. Ma la volontà non mi consola, tra le virgole e le palpebre e continuo a scrivere senza alcun diritto. E' costituzione del costrutto. Protesi all' apparato. E poi morire avrà il suo significato! La musica ha un senso comune d' ineluttabile variabile, ad ognuno le sue coordinate. Personalmente preferisco essere solo all' ascolto. E poter scrivere ciò che voglio, sotto scacco. Una durata senza tempo necessario per farne calcolo. Poi dormire, evitando intromissioni di maleducate paranoie. Cos' è più a modo di un sonno profondo! Quando si dice dormiamoci sopra. Il noi, se siamo in due, è una coppia di fatto, non farne parola, mia coriandola. Il mio contributo alla ragion di stato si limita ad una rima sbaciata, caotica, in stato di coma programmato. Fatti fummo come voti dei mercati.
Id: 49058 Data: 29/05/2018 00:49:03
*
Necessario elettroshok
Si direbbe così dei caposaldi: prima regola delle associazioni libere: i capi in saldo si offrono per vetrine natalizie, i vertici paghino; due: la consecutio temporum è un a capo latino del meditare; la poesia verbale venga espulsa dalla capsula interstellare lungo la tratta dal cromosoma x a quello y. Lo spazio siderale è una cassa armonica di prima grandezza. Genetica del saper ascoltare? Risonanze magnetiche. Terzo incomodo: il punto di vista arretrato di qualche diottria. Che a prima vista sia sinonimo di colpo di fulmine, non inguine. La dottrina del comporre versi l' obolo alla malattia mentale. La logistica del versamento di bile non si limiti ad ingrossare qualche sfegatato. Per quanto riguarda la grammatica del compendio un po' di pioggia scompiglia più del vento? Ai postumi l' ardua sé-sterzi. La viola del pensiero, di quel pensiero in cui la pensasti tatuata sul dorso del tuo polso, è un errare errato su di una pelle sconosciuta. Prima venne il fiore, poi l' ago della bilancia, motorizzato. Aspettare un torrente di calma per fare il punto della situazione. Ogni presa di coscienza è una resa dei conti anticipata. L' arroganza dei partiti non è tutta apparenza. Lo fanno lo fanno. Sterza verso il cielo notturno, non appena una certa luna lo consenta. Le stelle sono aghi di pino stasera, Pino ringrazia. La corazzata potente è una cagata pazzesca, meglio un volo di fata, una nautica del volare a pelo d'acqua con ancora porporina sulle ali. Se non sai dove andare a parare, comunque vai. Le Muse lo sanno che nulla è perduto delle tue umide ossa. Se la goccia rintocca sulla ringhiera è la stessa cosa che mantenere una promessa se poi nel frattempo il cane dorme, allora non c' è tempo da perdere. "Quasi sereno, malatosano cronico" mi svuoto di senso per lasciar spazio a molteplici me stessi. Cosa c'è da capirmi? Non ho rimosso i miei trascorsi. "E dal profondo emergono, tossiscono e prendono fiato, linfa e veleno, convivono, digerendoli sarei... quasi sereno, malatosano cronico..." Una fine incolore? Preferisco un lieto fine: ci abbracciammo nella cruna dell' ago. Malatosano è una canzone dei Quintorigo contenuta nell'album Grigio del 2001
Id: 48990 Data: 23/05/2018 01:57:49
*
Dramma della gelosia
Ho indossato il sorriso distante ai piedi le scarpe da ballo magenta. La luna calante di taglio a custodia del lago, tranquilla la sera. L' albero a pinna sull' acqua un dorso di cervo la corda che ho teso sul ramo più alto la volta che ho tolto corrente alle tempie. Lei incinta, io sterile. Scese piano le scale alla moda indossava una candida veste gonfia sul ventre maturo di madre naturalmente irrisolta. Si fermò all' altezza che tutto consuma se ti lasci cadere nel vuoto con la speranza finita e sedotta di potere ancora alzarsi in volo. Il nodo scorsoio scortava il mio collo fin sulla riva del lungo digiuno le stelle cui mi abbandono fanno capolino nel cielo sembrano echi di mondi lontani stagioni passate e future in un unico dono senza che sia possibile presente alcuno e mentre lo penso, magari lo sono proiettate dai miei umidi occhi. La spinta che la spinse giù dalla lama sottile del cordolo fu la paura di non essere niente più e ancora di concreto e fruttuoso che come a vento o aria tornasse la materia incombusta del suo ventre luttuoso. L' uno l' ho amato con la perizia del giunco flessuoso che contempla una vita serena in riva ad un placido fiume con le vene dei polsi tremanti, l' altro, sangue del suo sangue copioso. Come ho potuto pensare che non se ne sarebbe versata una goccia? Mi ricordai di quei teneri baci sul molo d' estate al ritorno da quel breve viaggio in sordina con le mani a cercare riparo nei reciproci corpi confusi il faro a illuminarli a intermittenze regolari i gabbiani testimoni senza diritto di parola, oculari come il mare vicino che ancora non vanno a dormire. Le promesse lasciate sul tavolo ogni mattina quotidiani preliminari ad una giornata dedicata a vani tentativi di mantenerle tutte quando il latte bolliva, nella prima colazione da innamorati e la scatola dei biscotti era ad altezza d' uomo. Le bugie ancora di quella natura che mai contempla intuizioni d' abbandono. Le ore notturne dedicate a fare l' amore a prendersi cura delle ferite riportate nei conflitti dell' era volgare del giorno appena trascorso. Quella vita mi piacque come mi piacquero i seni, il ventre e le cosce il culo ed il volto le abitudini selvatiche, le parole sussurrate nel buio i tendini d' assalto, la corrida dei ricci corvini i nodi alla gola oscuri presagi i baci a ricomporre i cocci dell' anima alla deriva con saliva d' oro e vele di fresco spiegate. Ma anche caviglie sottili e lingue di fuoco devono meritarsi un solerte perdono. Il fratello gli si scopa la moglie e lui è impotente vox populi vox dei il ritornello che si canta in paese. Mio fratello, mia moglie nè l' uno nè l' altra mi appartengono e nemmeno "il figlio della colpa" è la dura lezione che ho dovuto mandare a memoria. Quando la verità venne a galla come cadavera da piena inconsulta innescò processi di condanna da cui nessuno sarebbe stato assolto. Ho dovuto penzolare da un albero in collina per vedere dalla giusta distanza le cose che scorrono. Adesso me ne vado dove ci si abitua al nulla, alla fine di un sonno senza sogni che tengano e l' unico mio sogno fu quello, in una veglia da ingenuo di avere una famiglia sana e felice ma come fosse possibile per dei cuori malati non osai mai chiederlo in vita. Questa l' unica colpa che mi riconosco tutto il resto è acqua passata fiore di giunco, effetto farfalla.
Id: 48890 Data: 16/05/2018 05:11:27
*
A filo d erba
Un distillato d' impotenze il mio sguardo che si leva al cielo non comprendere e far senza nuvole e coraggio vuol dire essere passeggero. Non restare. Ma se mi attardo col pensiero a raccimolare un cantuccio da cantare a tasche bucate, sotto la pioggia, con le viole incantate sul prato, una me la tatuo sul dorso del polso, minato nel verso dei tendini da tagli confusi di lama sottile, allora posso pretendere una tregua scandita dai battiti delle gocce sul dorso delle foglie minate da segni decifrati di natura variabile. Come per sentire la destrezza con cui si abbandona l'origine del mondo per trovare nuova sede ai pensieri pensati soltanto. Come, attratti da un centro qualunque, si possa dimenticare le proprie radici terrestri per un soffio superficiale di vita eterna, è un miracolo, uno stato d' animo che determina un benessere diffuso a filo d' erba, a partire dall' inguine, a patire lo stato di coscienza a patto si maledica ogni facile via d' uscita, di relazione condensatrice un unico scopo abbrutito alla nascita di un figlio o di un partito in quanto creare genera assuefazione come salvare o essere salvati. Così da morire, sembra una proiezione della materia. Eppure il vuoto che avanza sarà messo da parte per nuove esigenze d' estetica. Un contributo plastico sicuramente non necessario alle montagne circostanti cui si arreda. Questa la volontà fatta pietra d' angolo. Nucleico, essere umano laico, condannato alla reperibilità.
Id: 48789 Data: 09/05/2018 02:09:46
*
State of Non-Return
Om Home Meditare è far pratica della morte. E quando mi perdonai d' essere vissuto abbastanza che seppi del ritorno la scusa confusa. Oh casa, quante volte occhi alla finestra! Un altro corpo, tutto il tempo necessario a prendere coscienza. Di cosa? In cosa fino all' orlo del baratro. Il pensiero, la prigione che mi tiene prigioniero. Eppure spiccare il volo. Oppure spaccarsi invano. L' alibi dell' aria, la vena d' oro che scagiona l' anima dal respiro, può bastare a consegnarmi un' altra vita? In riga, nel ciclo divino.
Id: 48615 Data: 26/04/2018 23:47:22
*
Voci di mercato
Di cosa ancora sarà capace questo concorrente affezionato alla rincorsa scoordinata per il salto? In alto, in basso, nel vuoto pneumatico. Respiro d' ignoto quando i battiti s' intonano al rumore di fondo che sussurra la sua lingua nello spazio circostante. Cosa capire è un prendere e lasciare, un presagio di avventure in territori della mente ancora inesplorati di cui ricordi le tenere mannaie, i ponti levatoi, le mura da scalare. Perchè ci sei stato, nelle vite precedenti che indossi contemporaneamente. Quel pensare ricorrente eppure dimenticato. E' una ronda circolare per un luogo immaginato fino al punto d' evasione; farne un miraggio nel deserto è un' emozione la cui unica ragione è mentire a se stessi pur di non trovare il coraggio di superare i propri limiti. Ma è veramente necessario sporgersi fino a perdere l' equilibrio? Oppure hai vinto quando rinunci al desiderio? Di possedere tutto pur di sentire di non aver bisogno più di nulla? E la fonte è acqua fresca dalle tempie dell' origine che non trattieni nella coppa delle mani giunte. E ti manca qualcosa che la sete non compra. L' esigenza di un' ascesa trascendente la materia contempla che lo spirito fallisca, per abitudine ad una tenera condotta, adesione alla superficie delle cose, come dinamica d' approdo. Manovra eterodiretta o maremoto. Il porto è una condizione di partenza, disinnescato il ritorno a casa come un letargo del pensiero, da cui ti svegli in mare aperto. Il vento che ti spinge può essere davvero l' unica strategia che conti. E le onde, le nocche del destino. Chi vuole dio lo preghi chi annega? Pugni chiusi senza virgole.
Id: 48419 Data: 11/04/2018 01:23:46
*
Confusione
Credimi, basterà resistere, non abbiamo i gas nervini infatti, a frugarci immediatamente nei polmoni, siamo fortunati noi adesso, con buona pace dei pessimisti, dei miei poeti tristi, di certi maestri di parcheggio nei centri commerciali e a guerre lontane, televisive pubblicità, cambiamo canale per replicare il nostro anniversario con la felicità, consigliati per gli acquisti da esperti di marketing, filosofi del dissing. Sarà sufficiente resistere e finalmente un giorno le cose si metteranno ognuna al proprio posto. Come per miracolo (segnatevi!). Il Kukri sulla scrivania accanto alla penna Bic, per le ferite aperte da chiudere nel cassetto, il posacenere da New York, per le sigarette che vanno in cenere prima che faccia giorno. La lampadina del corridoio tornerà a fulminare il tuo sorriso industriale appeso all' uscio, quella committenza dell' entrare che ha fatto grande ogni tuo approdo e la mia camera con vista su ricordi d' oltremare appena appena arrugginiti al capezzale dei vent' anni che consumammo in un battito di ciglia. E' nell' ordine delle cose obbedire alle leggi dell' amore. E anche se dovesse avvenire solo alla fine, per futili ragioni, non ce ne andremo senza prima essercene accorti, questi fantasmi! Basterà una lama di luce nel buio a risalire dai fianchi, una pietosa falce di Luna o un lento respirare sulla riva del collo. Basteranno un miliardo di baci, forse, un solo ciao come stai? Basterà un soffio di vento a spegnere la candela, una finestra dimenticata aperta, per far entrare l' estate, come una ladra, una caduta di stile ad arredare anche un baratro, un mantra bisestile per una reincarnazione programmata. E basterà che tu mi dica si lo voglio perchè io mi abbandoni sull' altare del mio ego, ad una vita disperata, senza via di scampo che taccia per sempre lo stratagemma permanente di non interpretare mai troppo a lungo lo stesso ruolo. Una rondine non fa primavera, portfolio di una morte annunciata.
Id: 48375 Data: 09/04/2018 04:54:22
*
Al bancone del bar
Contaminato il giudizio da ettolitri di plasma si fece fantasma l' intuizione primordiale su come fare a bere sangue senza sporcarsi le mani così si tinsero le lacrime e i fiumi di plastica ma la cosa fantastica è che inventarono mari di guanti senza rinunciare a saziare la loro fame famelica la portata massima, il pianeta Terra e dita prensili; l' alternativa vissuta da vittime di vittime abitate da un' anima sintetica programmata a costruirsi nuovi alibi per l' altamarea, non partire mai non prendere il largo se non per il verso di garantire un lento ritorno una sera indefinita che non giunga mai il giorno, che non vada mai in porto. E poi mentire a se stessi, con faccia di bronzo e specchi alle pareti. Chiodi sfilati di fresco, buoni all' occorrenza, per qualunque perdono. Ma non vedi che muoio dietro ai canneti, in cima ai rami, giù per le scale? Commetto peccati, quasi mortali, m' ingoio tutte le parole. Ma alcune restano appese, compongono un caos mancato, un alfabeto vergine, macabro approdo di pensieri ridicoli. Clonati da un' unica matrice fornita di fabbrica per far finta di essere in vita. La soluzione ha una natura inconsulta. Trattasi di cambiar la domanda, cosicchè il tempo risponda non importa quando. Ecco, laggiù potrai trovarmi, all' ultima ronda, insieme a quelli che hanno perso la speranza lungo la strada senza sapere dove vai e la morte per compagna che vuol fermarsi in autogrill. Oltre la duna, con su la scritta bevi cocacola. Produci consuma crepa e essi vivono, cccp. Tre manifesti per un solo rito di commozione cerebrale a cui santificare il fatidico si, appartengo a una condizione mortale ma qualcosa mi dice che la storia non finisce qui. E arranco, lungo la dorsale del mio ego non sprecando alcun sé. Se convinto di essere in errore, coltivo il desiderio d' inventare nuove operazioni, un rockmantico drink. Blues da consumarsi preferibilmente al bancone del bar. Già sbronzi da un po', accompagnati da rulli di tamburi e squilli di fanfara.
Id: 48221 Data: 30/03/2018 03:41:54
*
In riva al fiume
Dopo aver aperto un numero considerevole di porte dopo averne prese in faccia di chiuse, altrettante mi concedo un attimo di requie, in riva al fiume. Guardo i giunchi piegarsi al vento e le ginocchia tremare d' inconscio, evocato da un lontano abbaiare; un cane, il suo padrone sul ciglio di un burrone che si regge aggrappato a folate d' eco, tra gli speroni della valle: aiuto, qualcuno si salvi, a dir poco. Chi può lo raggiunga sul fondo rauco della montagna. Rotolando le ginocchia sbucciate fino all' orlo, scorciato, dell' ultimo orizzonte, disperando di un ritorno a casa immacolato. Qua scorre il siero, nel ventre, fino a fecondare un mare insospettabile. Cascando di piccole cascate i miei occhi ottusi. Riarsi in riverberi smeraldini. Questo verde affannato, che per un nulla tira il fiato fino a spezzarsi in una quantità di fiori gialli, da farne un tappeto su cui alzarsi in volo, sembra, quasi, una sala da biliardo per astemi, ebbri di profumo. Ma l' aria non porta solo paure di preda, dunque, tutto sommato. I colori lo insegnano sul patibolo. Saturi di straziante volontà. E io posso restar solo, solo senza vaghezza di morire come farfalla su di un fiore in riva al fiume ma con minor dignità. (Il nettare mio, infatti, non rappresenta indennità di buonuscita). Come un pensiero che affiori alle tue labbra senza il compendio di una voce conosciuta.
Id: 48154 Data: 26/03/2018 00:25:11
*
Codice azzurro
Bene e male, odio e amore coppie di parole da riempire di un senso ritrovato. Vita e morte, gioia e dolore, articoli da supermercato. E se invece fosse, ruggente fosse, un desiderio d' esser liberati in un abbraccio? Più urgente di un universo di significati. Sconsideriamo per un attimo, giù dalla rupe dell' ultimo assalto in un mare mosso dall' alto di un complotto del vento, che tuffarsi fosse un volare capovolto, a questo punto, che ruolo avrebbe il cielo? Si staglierebbe confuso di non essere che un verso trascorso dal tragitto del pensiero da un punto a un altro, di uno stesso emisfero. Cerebrale, terrestre, codice azzurro. Sarebbe un contraltare su cui sprecare la preghiera del vespro. Per infinite ragioni che non so spiegarti adesso. Ecco, più di adesso, potrò guardarti negli occhi un giorno e affrontare con garbo anche la possibilità di caderci dentro.
Id: 48027 Data: 20/03/2018 03:51:00
*
Mi ricordo
Lascia che il tuo inconscio sia un flusso non uno stagno ma un fiume, un mare piuttosto lascia che l' energia, cambia artiglieria mi suggerisce l' amico spericolato ma io non quadro il cerchio degli addii se non per un' ultima ragione, disperata fusa in un combustibile che possa ardere insieme agli eroi, amichevoli di strada due polmoni, venti sigarette e il tempo di morire a questa stagione, trascinando all' infinito il giudizio definitivo su ciò che è bene e ciò che è male, come in un gioco di coppie che non sanno dirsi addio, nonostante la voglia di essere liberate. Le une, dalle altre, condotte, finalmente ad un' eterna giovinezza che duri almeno fino al prossimo abbandono. Oppure tenersi per mano, Penelopi, nel cielo azzurro. Considerando del mare persino il ritorno e le onde confuse. Se mi raggiungi e io non ci sono, non perderti d' animo. Ancora non so far di conto. Bene e male. Due parole. Infatti coltivo deliri, come fiori in campi di sterminio. Cogliendoli uno ad uno certi petali appassiti che mi ricordano d' esser vivo. Protetto da un filo spinato.
Id: 47978 Data: 18/03/2018 03:24:58
*
Giocare ad alimentare le paranoie di un paranoico
Sotto l' incombenza di render conto a qualche assenza di troppo vi imbandisco la mia tavola, guastatori di feste, anonimi servitori di server, consolidati gestori del mio patrimonio, fallimentari esecutori di misere volontà testamentarie di chi, a furor di popolo, non è ancora morto, fino a prova contraria nonostante tutte le vostre prove a favore, sparse come trabocchetti d' avanguardia sulla scena del crimine, come prove inconfutabili della mia natura corruttibile. E voi, vaghi nell' ombra, credete che il vostro prossimo non vi giudichi? Su tastiere inutili a battere i denti, a masturbarvi reciprocamente di convenevoli, fermo restando poi di pugnalarvi alle spalle non appena levate i tacchi, spie. Fino a dove vi siete spinti nella ricerca del colpevole? Siete rimasti alla finestra o avete imbracciato almeno una volta uno specchio? Come un' arma d' incursione di massima? Se rendessero pubblici i vostri di peccatucci, avreste ancora il coraggio di uscire di casa? Giocare ad alimentare le paranoie di un paranoico è senz' altro ultracontemporaneo, così chiunque lo faccia si ritrova felicemente figlio di questo tempo di merda. Merda da cui non nascono fiori ma carnefici felici di esserlo. Convinti che stando da quella parte della ghigliottina non potrà mai capitar loro di perdere il collo, poveri illusi. Ma forse è solo la paranoia che mi fa scrivere così devo trovare la lucidità di distinguere tra buoni e cattivi. Frequentare i buoni, evitare i cattivi, come generale linea di condotta. Ho una mente fantasiosa.
Id: 47958 Data: 17/03/2018 01:08:13
*
Terapia cane
Ricordi di ricordi, gettati tra i pannelli di una libreria dell' ikea o tra gli scogli, lungo la dorsale di un mare desolato o tra le cime dei monti irregolari e regolate dall' azione scapestrata del vento, affiorano, sfiorandomi la nuca con dita ossute e ho i brividi come quando penso, quando sento, quando credo che mi leggano i pensieri così come li compongo, mastodontici o appena sussurrati, nella mente circospetta. Ecco, non vedi che tremo, che tengo gli occhi bassi, che a malapena mi conservo in una condizione disperata. Solo quando scrivo mi appartengo e tu cosa vorresti farmi? Anche se poco valgo, dovrai ammettere che i miei versi conservano, ancora dopo letti, tutto il talento del sangue versato. Del tempo sprecato a immaginare una salvezza che non ceda i suoi fianchi affusolati alla seducente prospettiva d' imbottirsi di farmaci. Oggi la montagna non aveva i suoi funamboli ed io e Chirù abbiamo potuto vagare indisturbati. Ma il ritorno a casa mi ha trafitto all' alba, l'alba chiara l'alba scura, in cui intingevi le tue dita, bagnata, lacrime d' oro, fusa, di quando nessuno poteva leggermi il pensiero e almeno tu sapevi chi ero. Così m' è venuto di morire e non sono morto ma per quanto ancora potrò uscire vivo di casa? Per fortuna che il cane m' ama.
Id: 47874 Data: 13/03/2018 21:01:43
*
Sogno di gloria al molo nord
L' ascesa felice, il chiaro rostro con cui s' abborda all' alveare del porto questa nebbia, un controluce di fluorescenze, con l' olio delle betoniere a travasarsi nell' angolo ottuso scorciato, di mare e di pensiero, mi segnala certe solitudini laterali che prendono il largo da piccoli ricordi, lasciati sul fondo a sfamare immagini cadute nella rete dei miei occhi ebbri. Fossi solo, solo come un cane solo, senza padrone cui abdicare ogni cordiale istinto di resistenza all' incedere del tempo, tipo una fame contusa dal freddo o una lupa cecoslovacca in calore, che si ritrae, dai morsi per gioco, allora ti chiederei il permesso di venirmi a cercare nelle sparute sequenze dei miei tanti abbandoni. Ma solo non sono, in circostanze primitive, anche se in assenza di postumi da sbronze sublimi potrei sembrarti male accompagnato, ho sempre un conato un sussulto di vita, a farmi compagnia. L' amore, adesso, quale sogno di gloria, a perpetua memoria, di noi due adesso, è un miraggio che mi costa la vista perchè io non sono e non sarò ancora per molto tempo, forse per tutta la vita, che si contende, in una sintesi di comodo, la mia capacità di essere sano di mente e di ventre e di basso ventre, capace di vederti con gli occhi che vorresti addosso. Sulla tua pelle profumata, nei tuoi occhi da bambina capricciosa. Non credere però. Custodito in uno scrigno, nel costato, tra i polmoni, conservo ancora il lume fioco di una santa ragione, fioco, che dovresti proteggere con la corteccia sepolta di ogni tua singola radice e con le ossa, scommettendo sul fatto che sia all' altezza di scaldarti un poco. Ma già il buio m' inghiotte. Perchè se anche tu mi amassi, ed è solo un sogno di gloria, basterebbe un colpo di vento un po' più forte a svegliarmi dai cardini.
Id: 47841 Data: 12/03/2018 13:59:52
*
Sfracielo
Assumo la mia forma vagante fattezze urbane tarate per seppellire i miei centodieci chili sotto una coltre di nebbia. Può la poesia riscattare una vita di fallimenti e sconfitte? Può salvare da una schizofrenia talmente lancinante da condurmi a una vita semi-normale, semi-sconosciuta seme di follia e lucidità? Meglio prendersi cura di un cane per questo piuttosto che scrivere poesie. Meglio lasciare le stelle dove stanno e gli occhi belli ai tuoi occhi, sui fondali perturbati. La luna ai lupi, i granelli alla clessidra del tempo. La fica ai parlamenti deputati, i pensieri al vento tanto lo so a cosa stai pensando. Ribaltando la mia paranoica prospettiva da disabile. Mi piacerebbe inaugurare la mia personale stagione dell' odio ma convengo con i benpensanti che sarebbe soltanto senno sprecato. E poi come potrei vendicarmi di me stesso? In un certo senso sto già facendo del mio meglio stando attento a me. A non urlare per strada, a non farmi a fette sottilissime con le mie preziose lame inossidabili, a lavarmi il più possibile almeno da non saltare mosca al naso degli astanti. Bestemmio, forse dio non esiste ma io ci provo. Guardingo, attraverso sulle strisce pedonali. Evito i luoghi chiusi, in special modo gli ospedali psichiatrici e di cospirare all' infinito per la resurrezione di spose cadaveri (no questo punto in effetti non è ancora all' ordine del giorno). Oppure passo in rassegna inferni fiscali e paradisi di marzapane. Dove a farmisi al forno sono escort ben pagate. Quante cose ho fatto che non si possono raccontare come quando celai il suo volto in una conchiglia e la diedi in pasto ai pescecani. E mia madre tutte le notti, quando va a dormire, si chiude a chiave. Per paura che un incubo la svegli di nuovo. Questo figlio deludente che non vince le primarie col destino. Allora assumo la mia forma vagante maschera non troppo aderente passamontagna tarlato per rapimenti a buon mercato. E il mio riscatto non lo ottengo mai, autoreferenziandomi. Non mi sfracello nonostante lo sfacelo e con la testa tra le nuvole faccio uno sfracielo, non appena mi ricordo dove ho messo le stimmate!
Id: 47730 Data: 07/03/2018 04:02:57
*
Stazioni lunari
Ha cancellato il pregiudizio dalla custodia di ogni verbo con il bacio del tabacco sulla lingua. Ha dato fuoco alla collina, inseguendo, nuda, un povero diavolo fino a valle, lungo il fiume. Ha circoscritto a poche note l' aria fonda del mattino e sull' abisso ha tirato un velo per drogare sempre meno fino all' intenzione di calarsi dentro al buio con la preghiera di voci grige a illuminare colorando le pareti di scale, scolpite nella roccia con le unghie. Ha pensato che l' amore fosse un bene nonostante le intemperanze del sentiero. Ha custodito il siero vergine della vita tra le cosce, di fontana ha lasciato che bevessimo, imboccandoci di gioia. Ha custodito certe notti a benedire il doppiofondo degli occhi tra le virgole e i petali di giardini di parole ancora in fiore nonostante il tempo le trascuri sulle tombe. Ha scalato, ha scavato, ha reciso, ha piantato, ha danzato, ha mietuto. Ha trascorso sulla Luna tutti i tempi delle eclissi. E' tornata con i piedi per terra, quasi sempre, dopo ogni salto nel vuoto polvere di stelle tra i capelli. La poetessa nata libera dei miei sogni infranti benestante, infrangibile, come un vetro trasparente per rotaie per viaggi in traiettorie siderali.
Id: 47672 Data: 04/03/2018 05:58:44
*
Cavalli di Troia
I miei sogni son cavalli di Troia una ne pensano cento ne fanno uno che pensa gli altri si fanno tra questo mondo e quell' altro dove ancora non muoio per amore e non mi fanno il trattamento dove partecipo al bando per il prossimo coglione a diventare reale in un sistema falsato con le mie parole legate ai miei fianchi o deposte ai tuoi, di corallo che scalpitano per essere sculacciati, per correre più forte per portare alla vittoria quell' istinto alla riproduzione in caso di povertà e catastrofe, che fa delle parole un meccanismo di delapidazione del messaggio in frasi di circostanza fantastico; l' ora tarda, la vile staffetta del giorno passata a trafiggere in spilli, il velo azzurro portato dal cielo. E corse in macchina mi sovvengono per una pazza gioia al cinema. In cui lei perde il fazzoletto. E io mi sveglio in un fosso, tutto sudato, con un rene di meno. Mio cugino, mio cugino, di elica memoria, che la porti il vento. Sovvenzionandomi un affare di cani da caccia alla volpe perse il capitale che inizialmente era destinato alla tua istruzione addio sogni di gloria, benvenuta falce, blob. Echi di punture di meduse fotovoltaiche mi accendono di rossore le guance, due arance ancor più rosse, se tu mi guardi. Riprendo colore dal mio stato fantasma, gli occhiali da sole il coltello da ganja, il paracadute da baratro e le voglie senza più ideali cui chiedere il beneplacito per potersi rivelare, di bestia, istinti primordiali, morsi, di una fame atavica, che non si può mai saziare. Eppure ho una dentiera di meno e due canini affilati da cane da guardia che non masticano catena. (che non fanno prigioniere contesse dracula). I miei sogni sono cavalli di Troia, dormono in piedi contengono armi da schierare sul campo ma a pancia piena, sortendo l' effetto di essere lenti nell' adempiere al piano. Così tutto rimane il solito stato delle cose che accadono e un coglione non muore di meno.
Id: 47594 Data: 01/03/2018 02:06:19
*
Adempimento platonico
...e poi nessuno apprezza il genio speciale della mia conversazione quanto il mio cane. Caro poeta, avessi la tua lingua mi getterei nell' afrore della pista in un valzer esagitato ma mi tocca fare i conti con la materia bruta del mio canto. Ma tu scrivi scrivi scrivi endecasillabi stronzi, endecasillabi sbronzi, bastardi, cinici, bari lasciami scivolare su bucce di banana a piedi pari, dispari con i versi slacciati, liberi, in sensi contrari di marcia, liberi di marcire. E scrivi pure di me, di come merda fresca mi mangiò il mio cane prima di azzannare alla gola chi osò ingiuriare il mio nome credendolo il suo, un arsenale a sua completa disposizione. Scrivi forte come sai fare tu, anche per me. Io vivo in un giorno di mezzo, non giovane, non vecchio mai maturo per l' adesso. E l' azzurro del cielo lo lascio al cospetto dei miei occhi di un altro momento. Un cuore diverso mi sarebbe bastato per le prossime tre erezioni invece non supera l' inverno la croce che non porto al collo ancora. Liquefatti usciamo dal corpo, come dagli occhi che non seppero trovarci allo specchio, nel nostro profilo migliore. E se m' illudo che lei ritorni è solo perchè sono ancora burattino e il tempo per me di essere un uomo è dilazione del vento temperatura di un costato trafitto, senza lanciare alcun grido. Della stessa materia della croce, quando mi ero ritagliato il ruolo dei chiodi e l' abbandono da parte di padre. Ma una ragazza coraggiosa stasera mi ha detto che basta uno scheletro per cacciarci dentro un' anima a forza per farla restare fino a decomposizione del corpo. Ricomincio dall' ossa, allora, a contare i miei passi stentati sul sentiero finchè non avrò perso anche l' ultima ragione di essere vivente. Epicamente, troppo ago e fuor di vena, per battere un colpo. Adescato da un altro piano suono le mie note stonate d' un fiato. Forte di non avere alcuna buona reputazione da difendere mi custodisco nella caverna, tra una sortita e l' altra addestrandomi a dare i nomi giusti alle loro ombre sbagliate. Purchè la verità non mi confonda e non mi sia mai dimora lascio che il sangue scorra da ogni fontana (nello stagno del mio inconscio faccio il bagno coi piranha) e come il mio cane sono, cane di un solo padrone.
Id: 47354 Data: 19/02/2018 01:55:24
*
Dalle doglie
Vi ricompenserò con cose semplici e banali con una pineta dei miei neuroni. Potrebbe essere o anche non essere. Cose molto serie: Canzonette mortali di Giovanni Raboni. Il ritmo degli a capo è una falange armata dei polmoni uno stacco di coscia di cavallerizza sotto i quaranta. Ed infine accade, finalmente accade, infine finalmente accade: accavalla le gambe. Solo stando con te, una certa latitanza gagliarda sforna cuori di plastica, aspetta in fu di che botta, l' altra metà della cenere, uno alla sigaretta, due soffiata dalle ali del vento e così certe labbra che si posano fanno contatto e una luce si genera come fosse una locandina accesa fuori dal cinema, col pienone al botteghino, oriundo destino di pellicola fantasma, quanto destino per uno sfondo fantastico! Ma il pronome relativo del mio ego infastidito riceve solo frasi di rito il sabato in piazza del villaggio globale. Crescere, io nettezza urbana, parassita, tu Kamasutra lunare, fata. Porziuncola del mio ultimo respiro, stratagemma postumo per non sentirmi solo, piccola viandante del cosmo ci ritroveremo alla fine del mondo, che non tarda ad arrivare, istante per istante, immagine dopo immagine, solo il tempo d' invecchiare come genere umano, organismo d' avventura, costola d' Adamo, spinta dorsale, colpo di reni. La fatidica domanda è: come lascio che la relazione mi condizioni? Indipendentemente da quello che sia il suo intento, che ne abbia uno o più di uno, nessuno o meno di nessuno, ben al di là di cosa io possa ritenere vero al riguardo, all' atto pratico, a cosa ho bisogno di credere per vivere meglio, per essere il più felice possibile, fosse anche impossibile esserlo fino in fondo, perfino a volerlo con tutte le proprie forze allenate per farlo, come fossero tendini d' Achille e non talloni, mio nonno, mio figlio, in un sol boccone, unico, solo? Se stai pensando a questo mentre torni a casa, ne sei in preda, è meglio che sia un cucciolo di cane affettuoso a riceverti, appena apri la porta, di grossa taglia. Ti senti in pari con il mondo, nonostante le traverse, giù al campo. Il bene del mondo quanto spazio occupa, del mio spazio vitale? Fuori uso, in ritardo sul vuoto. Tutto questo spazio siderale che riempie gli abissi dei tuoi occhi, fino ai cardini e poi che fai? Nemmeno mi guardi mentre mi parli? Che per la misericordia di una frazione di secondo. Civetta, coriandola, allodola. E' questo falso amore che tiene a galla le mie vene, certe notti di creta in cui il pensiero vaga. Come immagini bene, sono sempre io dall' altra parte dell' anima. A discapito della verità? Ma qual è la verità se non una versione dei fatti che vince a maggioranza il cruciverba del tempo, una relativizzazione di massima che assurge a morale della storia, cui ognuno può sentirsi in diritto di non arrendersi, comunque patologica, a meno che non si acceda ad uno sguardo dall' alto che dovremmo poterci permettere, una volta ogni tanto, da qualsiasi distanza si parta. Bomba on o non bomba on, neon, macchine volanti, deterrenti ai ritardi lanciafiamme elettrici, contapassi connessi, costatazioni amichevoli, salite di rango, discese di frodo, convenevoli ma si sta senza parlare come sugli alberi le foglie, per intere settimane, in clonazioni di tempo e di spazio: la voglia di vivere prenderà la forma di sane abitudini o di speranza vana nel baratro? La scontata vigilia di un carnevale, di un mondiale senza più l' Italia. La stanchezza che ti prende dopo aver fatto un buon lavoro, la dimenticheremo sugli scali, sui moli, alla fermata del tram. E così le nostre stanchezze diventeranno di una noia mortale. Eppure vivere non vuol dire lavorare, vorrebbe che fossero sinonimi chi ha il potere di ordinare ad ognuno cosa fare. Pubblicità, applausi registrati, fischi, delirio sugli spalti, accademia delle fauci, lungomari di allunaggi in braci con granelli di sabbia vetrificati in specchietti per le allodole e rasoi da barba affilati sulla spiaggia da domatrici cubane di tabacco, venerate come gatte nell' isola dei gatti dai pochi apolidi di stanza o di passaggio... ... Con quali occhi adesso guardo la solita strada? Il grano da crescere, i campi d' arare. Se fossero i tuoi occhi, a quale distanza avresti il mare e la montagna? Due colpi di tosse, la punteggiatura madre del concerto di un respiro serale, mentre si dorme che sogni si fanno? E il mondo come appare calandosi nel baratro? E accarezzando le scapole alle nuvole? Se avessi i miei occhi di quando ancora non ero malato, potrei scegliere cosa diventare assecondando le voglie che non avrei avuto ancora? La demografia delle mie ipotesi aumenta in stato di grazia, è florida di unicorni agli incroci delle strade a serramanico. All' ingresso dei negozi adescano i passanti con versi da spendere dentro in articoli di primo soccorso. Tipo un' incudine e un martello o un piede di porco disincarnato a morte in caso di guerra atomica, apocalisse zombie o altra fine del mondo. Cosmo, sussurrami all' orecchio un secondo, giusto il tempo di ricordarmi dei momenti felici, trascorsi con gioia tra una vecchiaia e l' altra, quando ancora avevo la saggezza di farmi da parte, pur di provare a vivere certi giorni di gloria in qualità di testimone, con un programma sul futuro che avesse più di due pagine, da dare alle fiamme insieme a tutti gli altri comunque, per timore di un freddo più grande che non tarderà ad arrivare. Allora chi saprà gestire quel predicare che ti resta in braccio, tra parole sempre più care e carezze fantasma? Coincidenze fantastiche, la cui trama è atomica, nel senso di nucleare inerente al centro, punto di fusione, un palco da cui seminare il panico che hai da vendere. Ma forse è meglio non cedere all' impulso di credere a quello a cui non fa bene credere e il cambiamento a volte è deleterio a una condizione di equilbrio faticosamente raggiunta ma non è detto che l' equilibrio sia il colpo di grazia, la remissione dei peccati. Con lento incedere si provvede alla resa dei conti, la fretta è una questione di fede da consumarsi a previa distanza dagli atti. In un vuoto di felicità presi coscienza dell' aria, della canzone evocante un artista, uno stato d' animo e poche immagini regolate da un unico destino di parole. La discesa in qualche sorta di baratro a portata di mano ha allungato le unghie alle dita della tua anima, amico mio? Tanto che grattar via la superficie delle cose in uno scambio di frizioni e affilature, è diventato un gioco da ragazzi? Da ragazzi scorbutici scevri di fronzoli? Che bevono e fumano forte? Lascia che la questione, se anche un piccolo dolore ci educhi, tenga conto delle minoranze etniche, tra le rime del pensiero e le ciglia del mattino, delle spine di certe rose mai donate, delle serrande chiuse in faccia alle onde del destino, a scongiurare che si bagnino le signorine maliziose, dalle caviglie seminude, le passanti di turno, fino alla rotatoria delle ginocchia, che si sbucciano come un frutto acerbo, sul selciato su cui atterrano, alla fine di ogni cammino, che imponga una preghiera disperata. Come quella che non scampa ad una morte annunciata, promemoria che la vita va pregata dalle doglie.
Id: 47289 Data: 16/02/2018 23:37:19
*
Nostalgia, nostalgia canaglia
Dalla traiettoria serena di un volo di gazza il segreto del cielo svelato a memoria d' istinto procurare del cibo alla prole, anche rubando torcendo i capelli all' aurora, prima che faccia giorno nel bosco, la volpe. E tu hai scovato il tuo compito, a mio discapito. Sul fondo di certi pensieri ancora ti covo scopare sul tavolo, apparecchiato a mani nude ma giunte per la prima colazione da innamorati prima che maturassi requisiti d' abbandono. E la vita spericolata era una custodia per atomi da svezzare al siero nutriente di un inossidabile futuro ma la lega dei nostri alibi arrugginì alla pioggia che cadde battente più a lungo di un presente alla volta e non mi dette il tempo necessario per abituarmi alla fine. Perchè vedi, che il passato non torni è una stagione speciale di cui aver nostalgia.
Id: 46956 Data: 03/02/2018 03:11:34
*
Nella latenza
La loquacità, giusta prole di certi stati d' ansia, vuole essere battezzata con silenzi di bellezza straordinaria, ogni tanto, su certi campi di battaglia, che hanno il Gran Sasso sullo sfondo, vicino ad un naturale stato di grazia consentito alla vista da un cielo consolidato da consolazioni plenarie, accordate ad ogni mea culpa delle nuvole in sessioni straordinarie di trasfusioni di sangue. Per milioni di anni, di azzurro di pietra altare. Così il cane corre spensierato, per i prati di montagna su campi da tennis abbandonati, su piste d' atterraggio irregolari. (Ed io dove vuoi che vada se la portata del mio radar è di pochi atomi?) Nella latenza degli occhi, il suffragio universale delle immagini. Delle forme connesse di solitudini diverse: Le macchie di neve residua, l' erba piegata dal peso trascorso, le altalene e lo scivolo, la panchina, su cui mi siedo per fumare una sigaretta di lato all' aria che si respira tra i rami degli alberi; nessuno si senta solo coincide col centro, concede alle radici di crescere io, in rappresentanza dell' essere umano, una figura da poco. Giusto il tempo di sostenere le ragioni di un vuoto perenne.
Id: 46925 Data: 01/02/2018 01:50:11
*
Come farla finita
Furioso di molteplici adesso, se ne va l' ultra contemporaneo, cartilagine di un tempo di sola andata. Padreterno come sarebbe bello cominciare così. Lasciarsi alle spalle la noia di una stanca, faticosa mediocrità e trovare per strada, lungo uno strano percorso, tutto quello che occorra a una decisiva evoluzione nel senso di una definitiva conquista di un' immeritata felicità, polifonia di variazioni nello spettro del sensibile e con l' immaginazione poter ascendere fino a scoprire la verità su tutte le cose, fuori dal registro di qualsiasi giudizio sommario o santa inquisizione. Per amore, solo per amore. Come sarebbe bello farla finita così. Un' esplosione interstellare a resurrezione della carne.
Id: 46865 Data: 29/01/2018 09:01:27
*
In vino caritas
Senza sapere del cosmo, senza sapere della neve il segreto che porti in grembo è una preghiera che apre le cosce del regno dei cieli eppure vuoi confondermi con proiezioni futuristiche con opere e parole, perchè pensi che non meriti la versione pasturata dei fatti. A garanzia dei mie buoni proprositi lascio spazi vuoti per gli aghi sulla pelle mia desolata, valuta di scambio. Un amen cui abbocco ogni fine del mondo quando anche il fiume furioso regola la sua portata sulla tua vena, di cui non sei mai in, feconda e purgata radicale sonata per pochi equilibristi, sordi al richiamo del baratro. Ecco, dunque, conduce a perdersi, scrivere versi nella notte ubriachi. Ma il dolce, lento contagio del buon vino fluttante riempie i calici del mio quieto deliquio, torpore, che consola l' anatomia dell' anima fino a pretendere un riscatto per la deriva calante dell' io. Quando cosmo e neve hanno lo stesso destino agli occhi di un cane randagio.
Id: 46828 Data: 27/01/2018 01:22:21
*
La rappresentante di lista
Lo struggimento invece è raro onomastico di punti di vista il cuore spezzato che finge d' artista langue non trova il plauso della ragazza nella miniera a scavare per l' oro del padrone fino a sera come la notte s' inoltra nel giorno a primavera continua a scavare la sua vena, sangue su sangue Il boia, pensava, avrebbe aspettato che avesse espresso l' ultimo desiderio o che avesse pregato ma nessun dio venne interpellato e poi morì sul serio senza sprecare quell' istante in giudizi affrettati. Lasciò che il primo pensiero distante dal presente fosse quello giusto ad andare per ultimo Quindi si ricordò di quando portarono via dal canile il cucciolo che avevano scelto, prima che fosse natale inoltrato e come avessero giudicato quel regalo il più bello che avessero mai ricevuto, andando a memoria qualificandosi prima del bacio bendati sul molo, quando tornò ( e sua sposa) nella lista che avevano compilato per gioco Lo farò passare al primo posto, pensò e fu l' ultima cosa
Id: 46565 Data: 16/01/2018 02:30:05
*
Nella balera ubriaco
La struggenza sa di strutto, niente a che vedere con quei nodi in gola che sottraggono frasi giuste al momento di condirle insieme a te. Tutto sbagliato, pane d' angelo, mia conchiglia da richiamo balaustra cuspide del mio cuore infranto. A voler predicare ho predicato, in girotondo per il mondo declinante. Un nubifragio frangiflutti, sull' androne del costato dove vuoto i miei stati d' animo in respiri rotti da conati, mi ha portato, condotto, con dolo, sul pendio che i tuoi seni spargevano a piene mani, sul ventre vuoto che non seppi dominare che non sapesti donarmi che per il tempo di un coito interrotto che vado ancora cantando nelle balere dislocate causa terremoto quando i miei argini chiedono perdono per essere ancora in via di restauro e quel fiume incompiuto che sono non trova quell' unico mare che lo saprebbe accogliere in caso di sfratto, dal suo letto sfasciato. Buona notte coriandola, a sapermi morto farai in tempo una delle prossime volte che resterò a galla, fermo facendo quello che mi riesce meglio. Aspettare al varco, varare il branco, brandire l' archetipo, tipicizzare l' atipico, blandire l' astemio, sterminare l' etilico, laicizzare le stimmate, stigmatizzare l' apolide, politicizzare la gonade, cospargermi il cazzo di cenere e gongolare ebete tutte le mie parole, qui, in bella mostra, sempre per te la gran vagina che ancora non mi rende la vista coreografata in nostalgico idioletto non artistico.
Id: 46512 Data: 14/01/2018 04:04:12
*
Alla mercé della merce
Quel gatto entra nella storia per essere apparso zicchiante nel video, che ha avuto milioni di visualizzazioni, in cui il suo padrone si dava fuoco a una scoreggia. Di quella foggia è il successo che cerca chi inganna se stesso in questo tempo che scheggia, lungo la dorsale del non senso, a velocità di crocera, progresso di gran carriera verso la fonte di ogni soccorso, primo e ultimo. E all' animale in questione lo invitano ai programmi in televisione sperando almeno in un miao a favore di telecamera di risposta alle domande sempre più svogliate degli investigatori di turno, esperti di lingue inconsulte, di atomi e stratosfere dell' incubo che è materia di marketing, all' accademia dell' immagine. Fino a quando i gatti salivano sugli alberi per scappare da cani famelici sembrava ancora tutto normale, sul pianeta vergine. La corsa dei vinti finiva a un passo dall' arrivo e in fondo andava bene a tutti così, anche se nessuno vinceva la guerra c' era comunque da guadagnarci dal fatto che finisse. Invece oggi conviene che nessuna pace resista al monopolio dei Bilderberg e che tutto si consumi così. Il prezzo da pagare è con la vita ancor prima che si nasca e per accorgersene non basta cacciare i coglioni. Tutto contribuisce ad ingannarci, anche quell' amore per il mondo che ogni tanto ci piglia, quando meno ce lo spettiamo davanti a una birra o per i più romantici, in fondo a un tramonto con due occhi di donna che sorridono, e no, non siamo da soli e no, non stiamo sognando. Ci sentiamo furbi schivando il bastone e la carota ci basta a riempire la pancia. Porgiamo l' altra guancia al potente di turno e ce la prendiamo a morte con chiunque abbia la presunzione di essere più debole di noi. Tanto la morte è una merce come un' altra, per chi può disporne poco importa se una volta faceva gli eroi. Chissà quante volte mi hanno ucciso per tenermi in vita a modo loro in totale anestesia. Quello che conta è che qualsiasi cosa sia in vendita prima o poi diventi mia. E allora finalmente sarò felice e allora finalmente potrò morire in pace. Con lo sconto sul mio funerale.
Id: 46480 Data: 13/01/2018 02:08:50
*
Per corrispondenza
Quanto mi piace la pioggia che vuota le tasche le strade sperdute, d' asfalto e acqua ragia la porta di casa di là dal guado, di un tempo trascorso di rado mietuto, con ossequio ad uno scorrere diverso meno ottuso, forse, meno colluso col vuoto. Il cane randagio conosce il primo ma ignora il secondo cerca riparo infatti, non ha da perdere che quello. Il destino di una nascita fortunata dipende dal luogo; il corpo, quel tempio che di famiglia è il gioiello che s' illustra, è solo compimento di un viaggio fino a un nuovo mezzo per continuare il viaggio verso una destinazione sconosciuta seppure pervenendo qualche immagine scaduta abbiamo potuto farcene un' idea, nel corso degli anni a perdifiato. Per corrispondenza. Sacrario di ossa che lanciate nello spazio diventano astronavi. E noi muti, a guardare le pozzanghere per strada sono specchio per allodoli dolenti, per dolori immaginati tanto a lungo da essere abitudini, quelli degli altri, contratte in una notte soltanto. Dimezza estate, in parti che non combaciano. Passata a parlare a vanvera, vanificatasi qualsiasi possibile riscossa dopo che anche l' ultima risorsa finiva in birra, vuotata d' un sorso. Con rutto, a stemperare quel senso di malinconica rassegnazione con un po' di maleducazione fuori concorso, il cielo stellato. -Il cane è l' animale più domestico che c'è, dopo l' uomo, ecco perchè sono così amici e non necessitano di rivoluzioni se non con atti puramenti dimostrativi. Si accontentano di viversi. Il bue e l' asinello si, ma c' era anche un cane bellissimo. Un molosso-lupoide, un pastore guardingo, un difensore terribile. -E chi te lo ha detto? Astarte, il cane di Annibale ebbe un sogno profetico...
Id: 46393 Data: 10/01/2018 02:12:31
*
Una spiaggia solitaria
Caso volle che la combinazione suprema fosse un dito di vodka su due occhi di ghiaccio, con parsimonia di spargimenti di sangue e cieli stellati una spiaggia solitaria e un sottofondo edulcorato dalla musica d' estate declinata in singoli per radio tra gli ombrelloni chiusi tanto al metro, metro quadro d' occasioni e riverberi d' annata, stagionali, che vendono collane. Il tuo collo, mia coriandola, è un gerundio, un sarcofago di canini e conti Dracula, senza mantelli svolazzanti, una bandiera ferma ai quattro venti, il suo torbido profumo. Così da vicino ci si ammalia, che è inutile chiamarlo destino. Piuttosto, un' evoluzione della specie in senso predatorio ma di buon costume, segreti i fini, il processo innescato da uno sguardo clandestino, al bancone del bar-tavola calda. Potessi prenderti l' anima, ne farei un' opera d' arte da esporre in pomeriggi di plastica, certi inverni bipolari. Con la neve che si appiglia ad un bilanciamento del bianco mai mandato veramente a memoria nonostante gli anni passati in montagna a curare le ossa attraverso prese d' aria, anticostituzionali: il prezzo del biglietto. Che la forma sia sostanza è un' abitudine che getta un' ombra su tradizioni secolari. Come pensare al di là del proprio vocabolario? Per esempio. Sarebbe uno strano esperimento da provare in assenza di vuoto. Ma noi si scherzava a raccogliere opinioni contrarie. Tra un' onda del mare ed un estremo saluto al tramonto che sarebbe arrivato comunque per secondo, rispetto allo stesso mare che stavamo guardando, tenendoci per mano ai nostri castelli di sabbia.
Id: 46260 Data: 06/01/2018 03:10:24
*
Un pronto soccorso per le lucciole
Mentre la vita se ne va che differenza fa non chiederle abbastanza la mia felicità non passa dalla soglia cosa succederà ad attenderla alla finestra con la caparbietà che mi avvinghi come l' edera ma che senso ha essere uniti a un poco d' erba la mia ultima volontà è sfumata con la nebbia Si matura con l' età in alternate condoglianze chi scatterà per primo sulla fascia? La lezione d' umiltà la serbo ancora in grembo tra le fauci e la libertà che cerco è quella facoltà di esistere per sempre tra le rarità di una vita qualunque vicino per poter essere raggiunto ma da solo in controluce La mia mediocrità ha radici molto lunghe con facilità s' incassano nel cuore dove attingono pozioni ma per raggiungerlo son passate dai coglioni per un po' di sobrietà rinunciamo all' emozioni forti ma la verità è che non serve essere morti la mia incredulità non è che se ne vadano i migliori Ma l' incapacità ad essere normali si trasformerà in nuove omologazioni così per essere speciali assumeremo tutti gli stessi farmaci facendo finta che siano assoluzioni dai peccati mentre la vita se ne va che differenza fa non chiederle abbastanza se della comunità siamo gli ammalati E per una pronta guarigione basterebbe un po' di grazia ma la realtà ancora non ci sazia e restiamo a bocca asciutta per la fame d' aria tra le perplessità di chi scoppia di salute al falò delle mie vanità ci si scalda a un certo fuoco che fatuo viene buono per le tombe Dove riposano in pace le nostre speranze o si rivoltano ma ti ricordi quando ce ne andammo nella notte una buona volta come lucciole?
Id: 45996 Data: 28/12/2017 04:09:38
*
Mi avvalgo della facoltà di non esistere
Forse non ci siamo capiti, io qui sto andando a lezione nel passaggio simultaneo di creature di variabile estensione se ho preso coraggio è per l' indulto che m' hai dato quando ho letto i tuoi versi da imparare. O ho capito male? No dico, guarda che pezzi di fica in giro per il mondo! Ma per favore parliamo d'altro finchè ci son segreti i nostri stessi intenti; io, per esempio, non se portare a spasso il cane per un ultimo saluto o un arrivederci. Che poi mi caca in casa. Dicono che il cane impari la paura per la prima volta dal singhiozzo, chissà che vuol dire? Il mio singhiozza di ritorno dal solito giro ma non sembra abbia paura di morire, alle tre di notte, mentre scrivo le mie solite cazzate per far finta di esser vivo. Ma forse tu non mi conosci e mi pensi un poco di buono. Uno cattivo invece sono sempre il solito sfascione. L' ansante riscossa padronale è una cosa che non mi desta dal mio letargo raffazzonato ma scrivo quello che mi pare come un matto e sono schizofrenico davvero nè di sponda nè di ripiego riensenshnauzer d' altri tempi, capobranco solo dei miei sogni infranti nemmeno del mio cane, di mamma rottweiler. Matrona tedesca d' impareggiabile fattura, non tanto per la taglia quanto per la robustezza delle ossa, che non è la stessa cosa, che già conferisce al figlio una certa struttura per la sua età, in patrimonio, a tre mesi dalla nascita, undici chili sulle zampe regolati da una mente tuttofare, docile quanto basta per non essere come un certo Conan il distruttore. Ma comunque son fatti miei che non interessano a nessuno. Una forma dignitosa perchè si meriti di occupare un posto in una certa categoria, non ha fatto sempre buoni cani, anche con ottimi propositi da parte degli allevatori. Ma il mio è mio e in quanto mio gli appartengo più che posso come a un figlio. Lo trovo disposto a spartirsi la mia solitudine e questo mi basta ma possiamo fare di più per essere felici. La politica non ci interessa, a me e al mio cane una volta gli hanno chiesto di prendersi una tessera di un partito ma ha risposto bau e poi non ho voglia di studiare. Mai detto di non essere meno che un ignorante ma se credi che mi debba vergognare, allora mi sbagliavo sul tuo conto d' inguaribile romantico. Oh guarda che io sono i buoni! Eh si l' avevo capito da quel graffito che hai lasciato sul muro, prima di uscire dalla porta, tipo vu di vendetta o era un cinque controvoglia? Ma che vuoi, col capire è un po' come con lo scrivere capisco quello che mi pare tra le righe più distanti e dello stile faccio coriandoli, quindi non mi sfidare altrimenti mi ricordi di essere un vigliacco e mi fai incazzare e tanto poi la sfida non l' accetto e avremmo solo un vigliacco più incazzato. Non sarebbe corretto e poi potrebbero dire che te la sei presa con un handicappato. Con ragguardevole riguardo non mi tolgo dal cazzo perchè tu sei il potere forte e io l' oppresso lo scemo del villaggio, l' ultimo degli stronzi in questo gioco delle parti. La partitura del mattino, dopo aver russato un poco durante il sonno è un risveglio con lo schiocco, con uno strascico di una specie di fiùùù che mi mette di buon umore mentre si stiracchia, il Chirù. E' tutto nero con un po' di pizzo e gli occhi fieri un po' da matto come un Don Chisciotte della Mancia, a quattro zampe. Si passeggia che è un piacere a caccia di mulini. Mai vinti dal vento, interroghiamo ogni percorso. La didattica del mio lessico è in via di guarigione ma imparo i denti dal morso e ogni volta finisco in via di estinzione. Comunque risorgo, espugnando certi Golgota come un Sisifo minore in cariola; no, non volevo farti preoccupare era proprio pietà che cercavo di scavare dalla fossa quella volta che risposi come un coglione a un poeta immaginario. Stasera faccio lo straordinario e non vado a dormire prima delle sei. Vedi, io mi domando ma io sono un poeta? Mediocre, bravo, quello che ti pare ma sono un poeta? E se sono un poeta, che vuol dire essere un poeta? No perchè qua intorno a casa mia non cambia un cazzo e allora forse non sono un poeta ancor prima di riuscire a rispondere alla terza domanda. Bestemmia - che palle! Chi la schioda stanotte la tavolozza dei pensieri per fare un quadro del domani? "Mi avvalgo della facoltà di non esistere" cito Maicol e Mirco, mica Pasolini, di solito tengo un basso profilo quando non pianifico la conquista del mondo più vicino. Lei non sa chi sono io! Ma diamoci del tu a casa mia. Intanto Chirù sogna sul suo cuscino e fa la mossa di correre, fa morire. Se ci sarà una prossima volta mi presenterò con tutti i crismi così finalmente riempio lo spazio vuoto della mia biografia. Quanti caratteri a disposizione per descriversi?
Id: 45970 Data: 27/12/2017 05:04:39
*
Il bacio di mezzo
La costumanza imporrebbe un moto articolato della lingua mentre resto impalato, falange armata del tuo seno scosciacapra di una furetta al pepe verde, oh sale dell' Ymalaia Karmasutra, rosa miele dell' interno costola, portata massima della mia fonte liturgica. Primavera senza vita, vita grama di conquiste, petalo di un fiore di Loto scordato tra le virgole, queste vigne del pensiero da cui attingo come tregua tra le sbornie. Falsaria di vertigini. Coriandola vergine sul punto di venire. Anonima superficie di sconfitte. Cristo e crisalide d' un Cristo femmina, con i chiodi per le ali dovessi spiccare il volo. Anatema circoscritto ad una sola sillaba per nome di persona, giustizia tardiva in una giovane vendetta. Marescialla dell' inguine, musa, dea. Puttana, guerriera, sacerdotessa dell' ordine della Madonna incoronata di Betlemme. Scheggia saggia che si ferma appena prima del cervello. La distanza minima a cui il cuore batta in sincrono la preghiera di un mancamento, il resto di creta matura a buon mercato di una resa. Una coatta ricordanza verde-acqua. Comandamento dell' utenza, si deve usare tolleranza nei confronti delle prove del mattino fino a gli occhi e oltre quando il destino appare a tratti, attratto da stati di grazia perforata dall' aria bagnata che languisce la tua bocca, labbra desolate nella lotta delle lingue simultanee, traduzione bipolare di una meccanica d' adesco. Contorno sfuso, un amore di cartone da bere tanto al sorso, pagando in devozione il movimento naturale delle stelle, intorno, attonite. Resina, clessidra dei miei inneschi, fontana cardine di matriosche tattiche, tecnologia da ardere al fuoco delle acque sempreverdi che non lasciano speranze ad una sete primordiale di terra sorgiva da esplorare tra i denti stretti, morsi a rendere, che si aprono al canto pingue del mio amore. Sogno ad occhi, ad occhi aperti, quintessenza del vedere.
Id: 45951 Data: 26/12/2017 04:17:33
*
Una botta e via, anzi due
E' stata solo due botte e via, una di ritorno dalla messa in sicurezza di una mezzanotte nella chiesa fuoriporta del nostro natale clandestino l' altra di andata in sogno, quando portasti in scena il tuo spettacolo divino di cui curavi la regia e le bestemmie retropalco sfidandomi a una gara di poesia in cui vince la tua: più non t' amo amore mio ho trovato un altro con cuore di cervo e membro d' asino che mi da più garanzie. De gustibus; applaudo dall' ultima fila del calderone speziato del mio cervello in panne, lacero, contuso di rivista, con le mani di marzapane pronte ad essere spilluccate da spillatrici di fanfare in stato di grazia permanente da quando hanno trovato tra le dita dei piedi lo spazio vuoto per gli aghi, sirene, vestali contemporanee a caccia d' idee da sopravvalutare. E un Cristo! esce d' inchiostro, di scroscio, dal capezzale del mio centro di saturazione deludente, come a naufragare: ti tengo nel mirino coriandola! Vuoto a rendere dei miei distillati per lo svezzamento di cani randagi. Ci sono progressi in questo senso, il mio Chirù a tre mesi e dieci chili ha già zampe da funambolo e raglia a comando, quando invadono il tempio certi mercanti. Andiamo a vela in quasi tutti i mari, lui cazza la randa, io cazzo che botta, l' ondata fusa che quasi ci squaglia la chiglia. Cane prodigio, cagnaro prodigo di consigli confusi, inevitabile cagnara di versi alla rinfusa. Eppure sei nei miei sogni, con la forza di certe immagini che ridestano trasecolati, tra secoli secolati, al tempo del riordino, da antivigilile di gloria glorificata da immense sbornie primordiali e lui non ringhia, piuttosto fonde fusa, si fida, la bestia indomita, trigliceride d' ossa. La permanenza in questa gabbia volante mi conferisce dimestichezza in certi atterraggi lungomare e ogni panorama collinare mi parla ancora dei tuoi seni, maliarda tra le sbarre, adescatrice di poeti in erba, fumatori circoncisi di pollini d' altura. Per filtri solo biglietti dei concerti o tratte ferroviarie Teramo- resto del mondo. No, non ora, non qui. Altrimenti perdo tutto. Ma allora quand' è che niente diventa tutto il necessario per condursi altrove? Mitologia delle trasformazioni multiple, sema-traccia di una certa Nike in visita sulle ali di Gozzilla, ai luoghi del mio passato sciolti in briglia a briglia sciolta, diluiti in battiti al secondo.
Id: 45935 Data: 25/12/2017 06:44:04
*
Dio per sé
Cassandra ha una clessidra in quel posto e Penelope d' avanzo cuce e scuce furibonda certi versi fuori posto fanno il resto, tipo ah godo e così il tempo passa ma la corda al collo del mio cane è nientemeno che un guinzaglio quella al mio dista un polso dal soffitto più lontano e per i colli corre il diavolo, in tanga, brama alle mie brame così ci muoviamo in branco, io e il mio cane, per seminarlo, quel piantagrane trafelato. Il tandem dei polmoni fuma canne pescate dal fondo di una bottiglia dal messaggio decifrato: fummo fatti di contrasto ad un mondo immacolato. Più non basta tirare il fiato, è necessario un balzo un calcio in culo oltre lo steccato del mio sguardo contro sole. Tipo Jefferson Airplain in sottofondo, tricolori come le frecce in volo nei cieli di un lido scostumato nell' estate del perdono io ti perdono. Dio, cane. Ma intanto il tempo passa e certe puttane si riciclano poeti e certi poeti si ripassano puttane, tra i presepi. Facendo lo scalpo agli scalpori. E' così facile la messinscena dei due punti: torni a casa predicato e il migliore amico dell' uomo ti aspetta in piedi sul divano, già cacato dio per sé, ognun per tutti.
Id: 45920 Data: 24/12/2017 04:38:15
*
Notturno siderale
Al freddo siderale che assomiglia a te si produce inutile energia ed anche se mi sveglio da solo so che la dismisura incombe silenziosa e scura, serrato adagio della notte. Inutile perchè non serve a riscaldare queste ombre e le quattro mura della stanza non adempiono al passaggio sopravvalutato delle porte: andata via, più non torni. La condizione d' impermanenza si relativizza in un amore patologico e la terra è troppo pesante da sollevare, compatta e tattica, schiaccia. Colma è la fossa dove non oso riposare, unità di misura del mio vuoto. Così alla porzione di cielo che mi tocca guardo come ad un eterno crepuscolo, mentre la ingoio con gli occhi. La luna, le stelle e tutto.
Id: 45809 Data: 19/12/2017 04:34:24
*
Il tuo nome
Trascinandolo per i capelli ti porterò un dio nuovo di zecca cucciolo d' uomo e saetta di pensiero nel vuoto scansione di tempo illimitato verdetto di rugiada al tuo mattino Come un animale al tempo suo di morire, lo condurrò straniato al tuo cospetto e avrai il corpo nudo ad attenderlo: che i tuoi seni siano simboli che i sogni siano segni sui fianchi Così giudicherai chi ti giudicò degna di vita e le tempie pulseranno all' indotto prepotente delle vene con un cenno della mano squarcerai il velo e tutte le cose come stanno saranno io voglio di baleni Quando pronuncerà il tuo nome sarà il tuo nome pronunciato da un dio fatto prigioniero e tutte le cose come stanno sapranno il tuo nome in un baleno e tu stessa imparerai il modo in cui si trema Al vento quando non puoi più nasconderti tra le foglie che creò per farti prigioniera e la portata della sera è l' orizzonte in cui si avvera la condanna a morte di un dio nuovo di zecca Colpevole di non aver saputo serrare il tuo segreto tra le cosce laboriose e le labbra sfaticate come sanno fare i servi più ubbidienti che plasmiamo a nostra immagine e somiglianza Ma più deboli o in stati di necessità stupefacenti
Id: 45776 Data: 17/12/2017 14:05:14
*
Tremila anni
Occorre scegliersi l' adagio per interpretare a tempo questo scorrere liquefatto che si avventa e poterlo chiamare vita scartando l' inesistente Se taci puoi ascoltare le voci di piccoli dei nascosti tra le foglie degli alberi sterminatori di voli confusi Impostori tra i lumini accesi istigano la neve a insegnarti a cadere poi contaminandosi si sciolgono in refusi Le vetrine del corso garbatamente se ne fottono e auspicano un natale coi fiocchi ai disoccupati e alle cariatidi del borgo L' albero in piazza anche quest' anno è offerto dalla banca lo pagheremo a rate in estate con le tasse sul consumo di sabbia bagnata Il dolore che inchioda usa immaginario difettoso colpo d' occhio edulcorato da ogni possibile gioia sollecitata Così ti scordi di quando ci baciammo sotto la pioggia di quando il cane mangiò la torta e soffiasti le candeline dalle sue zampe Per il compleanno dei nostri tremila anni
Id: 45598 Data: 10/12/2017 20:16:50
*
Per la carena delle nuvole
La forma contratta del cosmo nella stanza è una tua foto di spalle mia calendula, conchiglia che hai il mare d' inverno come innesco sullo sfondo grigio-sabbia di un deserto coltivato. Con tutti quei presagi che conducono le onde come solo certi ricordi laboriosi sanno imitare nei passaggi. E' così che tu per me sei vera, nel finale di giornata. Vai e vieni oltre ogni possibile calarsi, in metamorfosi accurate. Quando, dimmi quando il fiume avrà la sua rivincita nel disfarsi e le stelle cadranno. Tutto il cielo contenente non può pretendere di contenere anche lo sguardo con cui l' assembli in varchi d' infinito. Eppure si riempie dei tuoi occhi diradati, per avere coscienza di certi addii quando li chiudi, su di me e sull' appena conosciuto; vuoti custoditi con l' inganno modesto contributo d' interpretazioni per la carena delle nuvole.
Id: 45514 Data: 06/12/2017 12:31:11
*
Sui pendii
Senza cedere di un millimetro, l' asse del mondo fece perno su di un unico istante quello dalle ali di cristallo, dalle vele spiegate, in cui si schiuse il primo pensiero che avesse come tema un poco d' amore. Ma da quel fulcro lustrissimo anche le radici più forti si spezzarono per aver voluto troppa terra di cui prendersi gioco. E l' aria e il fuoco restarono scottati dal prodigio dei rami tanto che tennero per sè le foglie in volo. A titolo di risarcimento condussero l' uomo lontano dai solchi dove il seme cresce cullato. E derubandolo della sua natura di baratro, barando lo battezzarono in acqua, consegnandolo a un dio a sua immagine e somiglianza, interrompendo la danza proprio quando la musica aumentava di volume, nello scroscio di quel primo fiume. La deriva non è facile spiegarla al lume di ogni ragione che sia originaria. Così il tempo ancora desume il suo significato da una presa di coscienza involontaria. E fino ad oggi non superiamo il concetto di una morte annunciata se non ignorando in vita la modesta depressione della nostra caducità. Perchè fummo fatti, miei cardini? E la nostra fede violata è un involucro di simultaneità. Perchè ci disperdiamo in atomi? E ognuno faccia la propria volontà. Se pur restando come alberi su pendii, le vene azzurre come addii attraverso cui la linfa scorre misurando le distanze e il cielo sopra con le stelle a prendere visione del destino che ci conserva in equilibrio tra un vivere e morire a filo d' erba, perdiamo l' occasione di schiuderci al vento, di ottenere una pace che sia il primo comandamento per cui valga la pena di credere.
Id: 45437 Data: 02/12/2017 19:57:59
*
Una tomba tra le nuvole
Una tomba tra le nuvole, sit venia verbo, filtro azzurro che cambi per noi il colore delle cose intorno pur di avere folgoranti quintessenze o schegge di memoria fra i denti, menti variabili per mari in tempesta, cuori distratti da amori fantasma alla faccia del Karma, anche se non perdona la legge non è uguale per tutti, nessuno lo ignora eppure si muore da soli.
Id: 45265 Data: 23/11/2017 05:26:42
*
Eppur si muore soli
Mi abbandono nella steppa del concetto equinozio a rendere del mio punto di vista così bella ti ricordo e senza figli appesi alla grondaia del giorno. Ma la tua vita è un' altra cosa ormai, rispetto al fiato sprecato dell' amante. Le immagini di te che ancora mi scolano dagli occhi sono specchietti per le allodole, piccole truffe semantiche per custodire frane dalla scialuppa di salvataggio fino al primo mare calmo che contenga gli atomi del tempo che ci confuse, me oltre qualsiasi approdo e i tuoi occhi a bersaglio, in divenire. Hai raggiunto finalmente quel chiasmo perfetto che introduce a nuova danza il testacoda dei pensieri? Oppure conservi certe mie parole per una nuova, segreta gestazione? Io, dal canto mio, questa spregevole testimonianza di ragionevolezza, ti lascio andare per sempre dove non mi vuoi. E se ho provato a trattenerti è stato per mezzo di una lingua in disuso. Niente di più che leccarmi le ferite. Ma è il momento adesso, con estremo ritardo sulla vita, di capitolare ad un nuovo capitolo, con melensa allitterata sentenza. Per scoprire che ancora esisto seppure lontano dai tuoi sguardi discreti. L' eventualità che non seppi cogliere è un fiore selvatico dai petali dispari, consegnato, in flagranza di reato, ai m'ama non m'ama di un viandante fortunato e le ricadute sul campo, per cui l' evidenza che resto in piedi è solo l' estremo saluto alla Musa che mi fosti, tuo malgrado, sono d' allenamento a futuri senza accenti. Referenze, queste, che mi vengono buone per una tomba tra le nuvole.
Id: 45264 Data: 23/11/2017 05:08:30
*
Nessuno lo ignora
Passa la stagione dei coriandoli passa la voglia che hai di fronzoli passa la rasata nuca in controluce fa il verso alla pelle del leone nella fossa con indosso solo la luna a sua criniera come pioggia nel pineto ruggisce antica collera mentre passa di straforo, nel raggio d' azione del mio sguardo. Del mio ego umanizzato. Nuca sul cuscino, sogni d' oro di fattura articoli richiesti dagli squali nei fondali, per dormire, à toute à l' heure. A buon ragione non prego dio di prostrarsi non concedo ambiguità, veglio la mia fede a te di spalle nel letto trattengo le tue nudità, con azioni sincopate ho così paura che non chiedo di voltarti, fosse anche che non piangi che paure più non hai. I tuoi seni, le mie mani, questi battiti che rintoccano ampi frutti che censuro, facendo finta che il mondo voglia sbirciarli dalla soglia incontrastata di un suo capriccio patologico. Dalla sponda del letto all' al di là di ogni dove, ti possiedo finchè non riacquisto il lume della ragione e mi accorgo di non averti avuta mai ma fino a quel momento col pensiero ricucio i ricordi in mantelli d' invisibilità pret-a-porter con cui nascondermi dalle realtà che mi vedrebbero soccombere. Cosicchè posso credere che mi amasti come sono in un' Arcadia liberata dove nasco muoio e poi risorgo a compassione, a santa, bella copia di ciò che si potrebbe dire del vero. Per inciso l' alba del giorno dopo sa sempre di metallo di cospirazione di leghe leggere e affilate, di animali da fieno che respirano a vapore, ha tutta l' aria di una tana abbondonata.
Id: 45123 Data: 16/11/2017 01:24:29
*
La legge non è uguale per tutti
Gotiche prospettive di riarmo, nella fattispecie fummo lame affilate, lance e pungoli e nel momento di morire intonammo il canto degli scudi. Su cui tornare, in patria vinti. Il mesmerismo tattico di certi colpi di grazia grazia la fine di fiori di plastica. Sulla vedetta di un marmo consunto. Il cimitero dei santi, dove solo i morti conoscono la fine della guerra. E i vivi si conducono in piccoli branchi di ghiaia confusa. Le mie scuse non basteranno, pensa, nemmeno le tue. Perchè non c'è spazio per il perdono in questa matrice dove tutto appare allo stadio che puoi dire tutto e il contrario di tutto e restare comunque un eroe. Non c'è ringhio di cane che non conosca abbandono. A parte scaramucce da parco fluviale. Questo è quello che penso quando sono normale. Vorrebbero che tremassi per un non so che si trova a volte a caso conquistarmi a una fatica da schiavo di passioni primordiali ma prendere e lasciare è la mia dipendenza, il gran finale senza più dolore che non gradisce la platea. La legge universale del Karma non è uguale per tutti ma specifica per ognuno, chi decide per me le mie maledizioni? Ogni volta che non chiedo perdono. Ogni volta che sono da solo. Costruire un piccolo futuro con zampe di cui fidarsi arginando il grande vuoto che ci sta mangiando sarebbe l' azione da compiere se solo tutto questo non fosse un' allucinazione la preghiera di un astro notturno. Il sogno di un raggio di sole, la voglia del vento di fare il giro del mondo. La luce della luna quando porge l' altra guancia. La tua nuca sul cuscino mentre non riesco a dormire pensando a cosa starai pensando? E intanto il tempo passa.
Id: 44898 Data: 03/11/2017 00:49:32
*
Anche se non perdona
Dov' è l' anima mia consunta? Consultarla vorrei, quest' ultima volta. La sentinella del tempo fa da contraltare alla speranza profusa con risoluta mira, l' effimero traslato, calura estiva il sudario annacquato di un mio credere suadente dormire fuori per avere a cielo la rinfusa delle stelle l' aperto, l' aprire a interpretazioni analogiche, del sistema delle costole. Per portare ogni parola delle vostre nella casacca sotto pelle, dove l' anima s' incide a misura della portata di ogni vena. Per sapere finalmente come concludere e tacere quel discorso ancora in fiera su chi sono e dove vado a naufragare. La fragranza del foglio annega fino in fondo la passione nel suo brodo se metto in palio il circondario del mio cuore per un nuovo dizionario primordiale. Ma non sono all' altezza delle mie parole nè le mie parole all' altezza di ciò che accade così mi capita spesso di svanire alle circostanze e riapparire miserabile. Ma vi ricordate di Goujet? C' è da non crederlo ma è morto ancor prima di arrivare, stragi da canile, a quanto pare effetti collaterali di un' inclusione affrettata, di un salvataggio posticipato all' ultima speranza. Come non badare alle stravaganti coincidenze? Uno: sogni di gloria, due: vita da perdente; che per uscire dal concetto che si vinca e che si perda, scelga di non giocare la partita e scommetta la mia vita in uno stillicidio di puntate è la tecnica da superstite che ho collezionato in è di essere. Voce del verbo. Nonostante tutto quell' abbandonare, nonostante i figli addomesticati. Da poco il sonno stranamente regolare codifica certe rese delle palpebre ma com' è che nessuno mi venne a salvare dalla mia condizione di mortale? Svegliandomi? Buongiorno coriandoli, statali voli plurimi di condizioni di dormienza che voli fa l' anima latente se l' amore si concede in scintille di vette dal niente! Per esempio precipitando si avvide veramente del vuoto, il primo uomo nucleare a cadere. Funzionale. E l' arrembaggio vide il seno a suo germoglio e fine corporale. Ventre battagliero nei confronti del manipolo degli aldilà informali e senza forma, baci sulle guance. Come polline d' anice stellato, come gemmato di rientro seconda fase di scambio nel respiro frastornato degli alberi. Così cederemo alle foglie il loro passaporto di traiettorie smodate per l' eternità di certi visi e gote.
Id: 44861 Data: 31/10/2017 04:20:07
*
Alla faccia del Karma
Infiniti altari. Contenitori di gemme di grano, sopiti sensori del buio con quale coraggio negate dei fummo alle nostre storie di campagne? Quando insieme puntammo tutto sul seme sbagliato in quella partita memorabile col Caos e nacquero solo vele spiegate. Dove andammo fu il primo vento di passaggio a deciderlo e così anche il monte più alto non ci sembrò troppo distante. Chè le distanze sono facili al vento se particolarmente illuminate. Così una particolare luna di miele venne a farci coraggio nell' anno in cui ci sposammo con ciò che ci faceva stare bene e tutto il resto, in un secondo piano sfocato ma ancora pieno di fuoco da ardere certi fiati gelati col freddo spietato che fa, nell' istante del poi non smette più di resistere nonostante gli estremi tentativi di rimuoverlo, da parte del vuoto. In questo modo le piccole cose contano, diventando determinanti. Le foglie, la merce di scambio per eccellenza, per esempio. A riguardo, ha ragione il rosario del poeta: per sgranare la canzone degli alberi è necessario che abbiano le foglie o le abbiano avute, cadenti o cadute, starlette di prima concezione non come certe sgualdrine contemporanee, di seconda grandezza (come vorrebbe la mia natura fonda di razzista radicale) che si vendono per poco, tutta la vita circostante. Radicale il passatempo di contarle ancora in volo per quanto immediatamente perda il conto in considerazioni secondarie: non ci sarà mai tempo di fare quello che ci pare. Sono pessimo per pigrizia, una posizione che ricopro non senza una certa fatica. I rami, in effetti, non li concepisco che nudi e spogli se sono triste e divento maleducato se reciso. Pessimista e grasso, in una miscela che mi rende poco credibile, continuo a parlare di me fino a diventare antipatico perchè non so più posare gli occhi sugli altri. Con le dovute attenzioni anatomiche. Vogliate scusarmi se mi faccio esplodere ogni tanto in vani propositi di conquista del mondo. Datemi pure alle fiamme se trovate ci sia carne da mettere al fuoco. Perchè io non distinguo più chi sono quando galleggio tra i piani. Per stasera mi assolvo e domani? Proveremo, con un plurale in cui confondermi senza alcuna maestà a diventare di ruolo nell' assistenza scolastica alla distruzione di massa. Come certi saggi di massima che stanno zitti e non fanno rumore cercheremo di capire cosa ci ha fatto inventare le poesie d' amore tra una costatazione amichevole e l' altra,non ancora matura per l'anima.
Id: 44725 Data: 22/10/2017 05:23:22
*
Cuori distratti da amori fantasma
Dove si da il caso che spesso finiscano le avventure in codesto reame, come canta la canzone il garbo e il guano dallo stesso polmone per elezioni forzate del respiro in divenire per sancire la sconfitta del primato sul tentativo. O almeno brandire un lieto fine nonostante le ambizioni del re siano segrete per i sudditi i più arditi cercano misteri fino a sera sopra ai tetti deposte le armi, la milizia lascia stare le avanguardie al loro destinarsi a fini premature senza nervi e circostanti permanenze lasciano al tempo il motivo di cui nutrirsi, almeno fino a quando la paura di cambiare ci lascerà uguali seduti sugli scranni di variabili comandamenti a tessere le lodi del nostro provincialismo. Prendere e lasciare nella tensione del traffico urbano delle vene il siero indipendente delle tue volontà conforta la strada di fini disumane a cui non giunga nessuna possibilità di cambiare la nostra condizione di comuni mortali. Con lo stile di un Cirano, soverchiato dagli affanni dell' amore. Perturbato si guarda intorno, in cerca di una resa auspicabile in cui possa riversare tutto il suo onore magnificato. A pianeti limitrofi annette responsabili trazioni verso l' ignoto. Viaggiare nello spazio senza riuscire a capire le ragioni del vuoto su cui sospende la sua procedura d' intercessione radicalizzando un metro di giudizio che non ammette perdita di controllo e scansione di fotoni dal futuro. Con gli occhi chiusi e i pensieri sfusi da considerarsi refusi di calcoli ulteriori, uno ad uno. Una lezione senza precauzioni su come impiegare la stagione degli addii e i testimoni lugubri cipressi una flora del perdono cui affidare il proprio testamento sono il baricentro su cui si regge in equilibrio il senso di tutta la storia. Un cimitero di astronavi a pochi centimetri dal petto da cui riscattare voli siderali per un altroquando. Una confusa, prolissa sedazione, prima dell' espianto porziuncola calcarea d' infiniti altari.
Id: 44500 Data: 05/10/2017 01:51:03
*
Per mari in tempesta
Io ho scelto di non vivere coraggiosamente con la scusa che fosse da perdente la mia identità e non valesse la pena impegnarsi in prove di abilità se usciti male di fabbrica per non vedermi costretto ad ammettere di essere un vigliacco davanti a certe prove ed evitare di lottare per la felicità finchè la competizione mi lasci indifferente se raggiunta una certa serenità. Partendo da sconfitto faccio quello che posso senza rimorsi e non sforzandomi troppo mi godo una certà libertà ma le cose cambieranno e me ne accorgo dalla paura di rimanere solo che mi prende quando vedo mia madre avanzare con l' età. Ma al tempo stesso mi rendo conto che starle accanto è una fortuna che capita a pochi se questa è la vita che mi ha permesso fin qui. Spero che si assolva e mi perdoni, per avermi fatto così. Tu a chi assomigli di più tra i tuoi genitori? No, non me lo dire; da parte di padre discendi da una stirpe di Taleti ma il passato è passato e adesso vendete canzoni per sbarcare il lunario e conquistare pianeti col pensiero. Da chi hai ripreso il riccio dei capelli, mia ideata? In confidenza è stato un regalo molto bello che ti venne da Mileto. Se ricordo bene la storia che ho inventato, per quanto non basti a distrarmi dal baratro ma farò una foto a Goujet tenuto in braccio da Nadia, per ricordarmi per sempre che sono stato Felice, almeno una volta ogni tanto e chi ero. C' è tanto, tanto tempo ancora per scrivere e questo è un conforto da morte. Per un quieto vivere scrivo quello che voglio ma scrivere è la mia vita? Senza presunzione assoluta di chiasmo. Sono risorto nel mondo sbagliato, due volte: una volta avevo un sogno, d' inventare una nuova figura retorica mentre chi sognava la fica adesso ha una famiglia e chi sognava la famiglia si attacca al cazzo io evado dalla dimensione che m' imprigiona quindi mi permetto di scrivere quello che mi pare con i veli che ci impiego, è una terapia che mi prescrivo direttamente dal futuro, per convivere pacificamente con la mia schizofrenia ed essere ugualmente pazzo non mi deve interessare come mi giudicheranno in quanto è un tentativo di guarigione primario quello che conguaglio e poi se voglio so rendermi invisibile evitare le virgole in una successione di frasi confuse parlare a vanvera che è pur sempre un metodo per mantenere le distanze; e l' altra, ho mandato tutto a puttane.
Id: 44429 Data: 30/09/2017 03:50:17
*
Menti variabili
Da ragazzi pensavamo che fotografare la Luna sarebbe stato inutile, le maree non sarebbero cambiate e nemmeno i nostri sbalzi d' umore e invece c' è una piramide proprio nel cratere di Orione che può decidere dei nostri destini solo spostando un mattone se la macchina lo inquadra. E che il vento alzasse la fiamma che illumina il cammino. "Il mio amore è una patologia", dopo ore d' interruzioni involontarie, ancora la canzone dei contrari violenta l' astratto conto di qualsiasi futuro profetizzato. E' quello che non so, puoi vederlo ad occhio nudo: il verso volontario delle onde, le pieghe del tempo trascorso e quello da trascorrere, la prodezza del cielo a calibrare le distanze sembra prendere le misure alle nostre divise indivisibili e le stelle di un marinaio solitario non sono le stesse di quelle di un lupo di vedetta ma la vita che vi scorre è identica, secondo proporzioni di prima grandezza: queste benedette rette parallele e quanto dista l' infinito. Ridammi il mio cielo, ragazza idealizzata, con le nuvole conformi a pensieri più audaci di raggi di sole da farsi a fette attraverso le persiane con forbici magiche (in foto fotoniche) in estati magnetiche senza strategie, appena fuori dal balcone. Da milioni di anni luce. E' quello che non sono. L' apostolo, il traditore di Lucignolo. E' solo un po' di me che se ne va in cerca di domande che a rispondere ci pensino gli altri. La presunzione dell' opera d' arte? La morale dominante? La contraddizione simulata? Voglio tornare alla mia versante ipotenusa Musa inaudita d' infallibili vene e fata, fatata fantastica fantasia. Da una data indecifrata nel ciclo delle vite non sono quello che sono nato per essere. E' una attitudine che mi spegne in condizioni asintomatiche dove lasciarsi scorrere è sia il segno dei tempi che natura dell' anima mia incontrastata; quanto di più contemporaneo? La simultanea appartenenza ad una specie, forse non specia una santa evoluzione ma ne distingue massa, volume, peso e densità. Come lo fa? Improvvisa? (La base statistica!) "Lo so che il mio amore è una patologia, vorrei che mi uccidesse ora": " Ci sono molti modi", per vivere e morire (Tuonato, Afterhours).
Id: 44417 Data: 29/09/2017 03:37:01
*
O schegge di memoria fra i denti
Forse i miei primi diciott' anni a debita distanza sono il conguaglio dell' utenza che ancora è in uso con piazenza invece una certa fede sfrontata sarebbe il caso di sfruttarla in situazioni decifrate, in memoria dei ricordi. Mi perdono conoscenza sempre più di rado per bacio improvviso sulla bocca, les demoiselle d' Avignon come in un film a lieto fine in cui si parla poco e c' è l' orchestra in sala e mi posi il capo sulla spalla per il coro. E so a cosa stai pensando e mi dai l' illusione che la vita si confonda con noi e distinguerci è una libertà che non possiamo prenderci a meno di spezzare l' incantesimo. Dura solo pochi attimi, poi ci si vergogna di essere romantici e si torna nella zona di conforto. Ognuno al proprio posto, conquistato a fatica, a discapito dell' ignoto. Eppur si prova, fuor di logica. -Buon ascolto, amore mio, chiudi gli occhi, sogna quello che vuoi- Mi piacerebbe sussurrarti a piè di collo. Invece lo spezzo, il mastodonte del mio ego in particelle piccolissime che s' incastrano tra i tuoi capelli come vorrei che fossero lucciole, capaci di colmarti le rughe di luce d' illuminarti idee forsennate a favore del mio conto. Ma i conti non tornano, come da tradizione e nemmeno tu in quel cinema d' essai. Racconta il sogno di suo padre, lo sceriffo nel finale di Non è un paese per vecchi. E mi affretto ad uscire, prima che tu possa vedermi piangere. Ti ricordi? Mi pare portassi gli occhiali, forse per questo fu inutile e te ne accorgesti lo stesso. Mio padre morto di cancro, quando lo sogno è come se non fosse mai morto, è come se non potesse morire e quando mi sveglio questa sensazione mi accompagna ancora per un po' e anche quando svanisce non ci sono veri addii. Le frequenze da non dimenticare: un tono di voce pochi battiti di una vita intera e poi le onde certo, la sabbia tra le dita l' aria di montagna, una bellezza clandestina che si godrà qualcun altro. Ma poi la vita continua, se non fosse un dato di fatto lo darei per scontato. E invece proprio perchè è un dato può essere analizzata. Che viene che va, che torna alla danza che non ha rumore. Certi rocambolismi sono il dio impossibile cui chiediamo di nasconderci nello scrivere. E quando fa capolino il più semplice dei ti amo è troppo tardi perchè possa suggerire un sontuoso anch' io. Così, fuori tempo massimo, su titoli di coda che non legge mai nessuno. La parola fine è solo una triste coincidenza il tentativo di circonvenzione d' incapace da parte del tempo che arresta la ricerca e l' attesa in uno spazio di lessici di frequenza inappropriati. Come dire per sempre o eternamente fosse un gioco da ragazzi.
Id: 44391 Data: 27/09/2017 00:45:55
*
Folgoranti quintessenze
- A cosa stai pensando? Se il mentre ti rinforza e riesci a prendere gli atomi per il collo quando avanzano fino agli occhi e t' impediscono di avere una visione d' insieme. Ti dividono lo spazio per immagini che registri dalla prospettiva del tuo io resurrezioni e cardini di un impianto evolutivo. La natura non didattica di ogni prima volta maschera la lezione da quintessenza. Così l' infanzia è una continua epifania fino al giorno di grazia della tua dipartita. Ed ogni nuova esperienza ha la capacità di farti ringiovanire. Come quando ti guardai e poi ti vidi e seppi chi eri. Mi avresti dato pochi anni di vita.
Id: 44292 Data: 19/09/2017 23:53:31
*
Pur di avere
Resoconto di una scrittura privata Dalle corde per il collo alla canapa distratta sogno con parsimonia, a falangi strettoie di gloria rada, notturne filastrocche per proli sedentarie. Sogno fini fantastiche da cui emergere, con perfetto tempismo. Le prove conformi ai dati di fatto riducono la storia ad una sua forma compiuta, precedente alle aspettative che imbarazzano l' inconsistenza di curiosità addomesticate. Il capro espiatorio mi segnala il ritiro da parte del committente della merce di scambio. Così ce ne stiamo. Acosmici, a mani vuote, agli angoli delle strade; quelli che piangono lo fanno in segno di saluto, in silenzio. Gli altri parlano a denti stretti e le parole che passano si dedicano al vento. Senza chiedere aiuto all' istinto per traiettorie più sicure. Come vorrebbe il cielo nella stanza essere di un azzurro terso e invece non c' è filtro che tenga e il cane abbaia al temporale che s' avvicina, scodinzolando nessuna tregua. Come fosse vero apprendo dalla luce del sole che l' attimo che comprende lo scorrere del tempo, ancora non si attua. La concordata circostanza ratta se ne fugge nei ricordi di bordo e la stragrande maggioranza dei passaggi di stato li condivido per osmosi, dalle viscere. Iato, laconico latrato e Iago di un polmone tradito che respira per coerenza con il fiotto delle vene, cuore di ceramica. Calpestio di passi sul selciato, dare fuoco a quella nuvola prima di essere sorpresi con gli inneschi negli occhi nello sfavillio del giorno. A mezzo metro dall' ora d' aria. Da un' amaca, sdraiata tra due alberi d' ulivo. Il vento che porta portenti appena sgusciati dai nodi delle cortecce. L' erba da una chioma sola t' accarezza la nuca. Sussurra una parola il verde eterno che gemmato scuoia il sentiero che hai percorso per arrivare fin lì. - Dormi, dormi, chiudi gli occhi, lascia che i pensieri si sciolgano in barbari e vandali, almanacchi del niente e popoli collusi col vuoto, ricorderai soltanto il colore del cielo al tramonto la vertigine prima del salto, qualche altro posto, le carezze di tua madre- Il resto è terapia. Visitato a questa tavola sbuccio una mela con il mio coltello di damasco. Una spina dorsale da sette millimetri. Il filo piano del tagliente mi ricorda certe domande rompighiaccio che, impugnate dalla parte del manico, fanno a fette nuclei inossidabili:
Id: 44276 Data: 19/09/2017 02:00:34
*
Che cambi per noi il colore delle cose intorno
Resoconto di una scrittura privata Una colpa che non vorrebbe pena a trovarne una che possa essere più sincera! Tutte se ne stanno in effetti nell' acquario, le stelle del mattino cui si orientano a legnose distanze, le serrande del vicino quando cala la palpebra al giorno in un reflusso cerebrale di un istinto mai sopito, di poca luce e molte ombre profonde quanto il mare più vicino e la costa, che diventano puntini. Il solo destino può vantarsi di essere questione di spazio: trovarsi nel posto giusto, la seconda parte del contratto arriva fuori tempo massimo, del concerto, inaudita. Al massimo posso fare le scale fino al terzo piano, poi vi aspetto là, inclinato sul pianerottolo. Non valico la linea gotica, resto dalla parte che recito a memoria. Ma a volte prendo il controllo come mai prima e vedo come stanno le cose prendendole dal lato del vuoto che le forma. Per la sostanza chiedo indietro il resto delle mie parole che ti scivola ancora dalla bocca, nella tua versione del ripetere. Dire fare pensare, come prova che sia lecito il testamento che ti spedisco sulle labbra con un bacio nella lettera che si manifesti quando lo sfili dalla busta (con eccesso di zelo). E' un fallimento la confezione regalo di cui sono disposto a scrivere solo a fiori appassiti. Il verde seme del vento porta suoni di Andromaca, di ambra sedata che fioriranno in musica non appena li avremo svelati dalla loro ovatta imbevuta di alcol. Una puntura dietro l' orecchio. Uno zig-zagare di zagare e zanzare e la lettura delle mani dai pensieri delle zingare, che passano in requiem l' atto interrotto della loro prima fede. Salutando certi ricordi con un breve cenno del capo alla stazione da cui partiamo. La cortesia di angeli distratti fa gridare al miracolo? Tu distinguiti bestemmiando come comuni immortali col vizio di ascesi tra i fronzoli. La specialità di sapersi sconfitti ha un nuovo marchio di fabbrica logos sul nostro pane quotidiano. Ma è quando il dolore si fa più intenso che si passa la soglia e vederti morire diventa un gesto consolatorio per un maestro di cerimonie. Gli occhi ne hanno piene le mani di dita cigliate e prensili da poter usare per gestire le immagini una ad una fino al compendio di un ultimo desiderio. Il respiro? Una fine dei tempi. Per resistere alla caduta dei sogni nella vita reale desistere dal pensare troppo lontani dalla spina dorsale. Ma sono solo condizioni dovute alla mancanza di un dio che sicolga per noi neve e nodi di una fredda stagione. E quello che è falso e quello ch' è vero sono gli inneschi della formula da imparare a memoria per far tornare il sereno. Torneremo anche noi ad orizzonti di gloria ma solo dopo aver percorso fino in fondo il viale del tramonto. Allora saremo scintille di luce dal cielo, particelle di anime a vento. Una ronda psicomotoria che non ha bisogno di un verso nè di un corpo straniera alla gogna. Un' onda magnetica di caos incompiuto la prova provata dell' esistenza dell' uomo e la donna nei secoli dei secoli, dica lo giuro: lo giuro. Il gesto inconsulto di un vecchio sultano -mi ricorda- la cui fortuna risieda in saggi consigli scovati dal fondo di tazzine di caffè, sarebbe quello di non berne più, nonostante ormai sia incurabile la sua cirrosi empatica. Per lo stesso motivo certi bar vengono frequentati, dopo un' ora esatta solo da studenti fuoricorso, è una questione di pratica di animarsi nei discorsi cui non diamo adito. Omologati e sedotti da una condotta indotta da un mercato a guerre puniche che fa sconti solo per le corde per il collo.
Id: 44131 Data: 09/09/2017 11:37:13
*
Filtro azzurro
Resoconto di una scrittura privata Al cuor non si comanda eppur mi tiene in pugno perchè io lo voglio, perchè io gliel' ordino. Con fare ardito, il piglio marziale di certi dittatori comunisti rinnegati dalla storia perchè l' ideale non si compie relativo ma tradito poi degrada e si sgretola nella condivisione da bar le domeniche mattina, prima della partita o della prossima guerra. La memoria registra le dichiarazioni dei superstiti con i volumi tutti sbagliati e i microfoni sono stretti nelle mani dei soliti servi che se ne staccano solo per concessioni pubblicitarie comunque favorevoli al potere. E' nella traduzione che sono morti certi liberi pensieri come nelle tavole della legge che portammo nello spazio per esportare la democrazia sulla Luna e la trovammo già soppalcata dai cinesi. Da qui l' intransigenza sulle lingue monouso e la decenza di ricorrere ai sarti se le vesti troppo lunghe. Se t' avveri quando credi di essere all' apice del successo forse stai dimenticando i diari di bordo e come fossero veri allora i morsi della fame. Ma la pancia gonfia dell' occidente è abituata a grandi abbuffate, così vieni al mondo già con un debito di sangue che sconterai in buoni pasto sul futuro da sbranarsi o consumarsi preferibilmente entro la data di scadenza che è sempre un vuoto a rendere, una banconota contraffatta per cui non ti godrai la pensione. I nervi scoperti in un tempo di scambi proibiti sono le regole del gioco, da farsi e da disfarsi all' occorrenza suggestiva e prestazionale degli affari propri. Mi è utile divagare solo se riesco a prendere le distanze da giudizi sommari sui fatti. Ecco perchè non mi rimane che scegliere un cane. E' un atto doveroso, per certi versi, forse questi: sarò un vecchio a sei zampe, di cui quattro motrici per le rampe più astute. Contro l' incestuoso procedere dei giorni e la mia barba merita fin d' ora riposo dalle forzate carezze del demiurgo. Ma si, lunghe passeggiate a stordirsi di rincorse su prati da diporto. E grosse fughe a testa bassa da cui sbirciare in alto l' orlo argenteo delle nuvole con l' ausilio di un sole scontato e due occhi fedeli d' animale; per sbarcare il lunario nella coltre magnetica dell' ultimo approdo: la conseguenza del congedo dall' atto di compiersi. Quanti rimproveri, per chi come me non sa assentarsi dai pensieri, conducono a risposte evasive, fuori contesto: il mancato accendersi di un fado nonostante una struggente lontananza. Per esempio può capitare che tu mi dica: prega e io invece vada in montagana a fare delle foto alla seggiovia in disuso con un filtro azzurro, innescato per sbaglio. E' così che ti capisco, con ignoranza artefatta da silenziose eloquenze. Che al cuore si pregiudichi il senso di una resa è una condotta al guinsaglio cui rendo obbedienza laccio emostatico a favore di quale vena? In questo modo io amo, per ammissione di aver perso conoscenza. Una colpa che non vorrebbe pena, astenersi perditempo.
Id: 44109 Data: 07/09/2017 21:28:38
*
Sit venia verbo
Resoconto di una scrittura privata Ero lì, sulla cruna del lago, quella porzione di spazio che rubo al mare con gli occhi, che pensavo: -meglio essere re all' inferno che schiavo in paradiso (spesso penso in minuscolo e in corsivo). Dove spadroneneggio, dove spadroneggio? Contaminati e scalzi saremo furore di anime al vento. Per questo tutto quello che accadrà lo vedremo passare dall' alto. Saremo scintille di tempo fuori dalla quaresima dei giorni. E tu chi sei, Leo(n)? Scaldando Sanremi sulle scale del Duomo a primavera. Fasi all' aperto di un lutto nazional popolare per mezzo trasmissioni. Il palinsesto che ogni sera si alzi il vento dal mare, a condurre a compimento l' atmosfera del quartiere profuma Barcellona di un oltre sempre a portata di mano. Prevede per oggi uno strappo alla regola, una condotta avventata, un passaggio di stato, da perfetto soldato a inquilino fantasma di questo mondo appena conosciuto. Su una spiaggia d' agosto, affollata di carne da mettere al fuoco. A ferro e fuoco il minuto di raccoglimento, in sottofondo musica folclorica, tu lo hai preso alla lettera e dopo appena sessanta secondi già domandavi i nomi delle cose. Ma che vuoi, ti giustificavi, io non esisto che per venire al mondo. Con incroci turbolenti dovremo testare la nostra preparazione automatica, distinguere luci ed ombre senza prove del bianco e mai poter sgranare il rosario degli occhi d' un fiato, fino a completare la preghiera del vespro. Le nuvole da fermare col pensiero in forme cortesi staccate di poco dal cielo. Bellezza controtempo, vince sempre il tempo. La bellezza è inutile, non serve a niente, anche quando esiste lo fa per poco eppure è un dono d' amore allora anche l' amore serve a poco, in certe domeniche di vetro che non sanno esserne lo specchio. Questa cruna del lago è un passaggio troppo stretto per uno sguardo da lontano, ecco perchè ti tengo sempre a portata di mano quando prego, per avere merce di scambio nella trattativa con dio. Così si toglie la seta dagli occhi, con sguardi di creta, affilando la vista su orizzonti di gloria di lame sottili. Purtroppo manca credibiltà a certi unguenti lenitivi per cui il margine di guarigione abbia rilevanza statistica:ancora muoio. Solo paragoni fantasmaghirigorici possono arredare le pareti del successo: io scelgo foto di guerra. Sottrarsi a quella tra poveri è più difficile di ciò che immagini chiunque non abbia mai imbracciato un' arma o un ama! Col punto esclamativo. La vendetta mascherata da giustizia è una lama avvelenata. Fuori dai cromosomi del reale mi dibatto per giungere a conclusioni ulteriori: guardare al domani con occhi di ghiaccio. Al processo di individuazione atteneva il conosci te stesso dell' oracolo di Delfi: al di là del processo imitativo diventare se stessi per essere felici. In effetti, mi punga ancora vaghezza d' amare, ricorderò il modo frettoloso della pioggia che cade o sarò la fronda che trema al vento che monta d' estate, cantando l' estate che passa la mano? Con un Cristo morto sulle spalle attraverserò lo specchio sanguigno dei tuoi occhi, portandoti riflessi di un tempo in cui ci amammo respirando l' aria dei polmoni l' uno dell' altra con la bocca a contemplarne la portata. La condotta del mio addome, segnata dall' assunzione dei farmaci, costituisce l' unico reato di cui mi rendesti capace? O conosci i miei pensieri e sai come eviti di uccidere mia madre tutte le volte che torno a casa inaspettato? Il vortice che mi conduce all' apice è lo stesso che mi scava la fossa nella vergine terra dei mi ami, no, non ti conosco ma vorrei esserti fontana. Ho trovato le lame dove avevi nascosto le mie vene intrecciate come kukri nell' addestramento dei guerrieri Gurkha. Adesso sciogli ogni nodo perchè il sangue scorra fino in bocca e si faccia parola, nell' assolo dei ricordi. Sit venia verbo, la ragione atroce di un cuore spezzato: che possa dire tutto, urlando o con un soffio, dislocato al largo dove la portata è la distanza mia da te, nè noi dal resto in questo mare aperto e poi serrato, magistrale cruna del lago-. Non esisto ancora, ahiahiahiahiahi, cantavo, in memoria dei caduti, essere del mondo... ... al cor non si comanda eppur mi tieni in pugno.
Id: 43921 Data: 24/08/2017 16:22:10
*
Dove andare
La pena è stata già espiata sole di rugiada canteremo la camomilla mentre la molecola si squaglia nella scodella del mattino. Per dormire tra i banchi di capelli sul cuscino. Per resistere alle prodezze del giorno nuovo che cerca d' imporre la chiamata del fare. Saremo stanchi ma fedeli alla promessa di giacere insieme per sempre. Come crudeli confini senza più un oltre dove andare.
Id: 43695 Data: 01/08/2017 21:52:36
*
Versi di colpa
Il mondo può attendere. Hai desiderato di morire quando ti sei accorta di non amarmi più? Chiudi la porta e trattieni il fiato cortocircuito dell' intenzione a svelare un sussulto disincantato dell' anima. -Quanto ancora ho da imparare e che maestri fantastici rendendoti partecipe dei miei sensi di colpa. La vita s' intrude, per cospirazione degli assi cartesiani nello spaziotempoamore di un alfabeto fantasma su schermo piatto. Quanto m' illudo di essere altro ancora ma ricordo che tu non mi davi per scontato al momento dell' impatto. Gli occhi, sulle parole, come dita consolate dall' audacia della pelle nel farsi accarezzare senza niente in cambio, Band à part. Segregazione magnetica dal resto, nell' estasi dello spirito. E qualcuno mi guarda rammendare i calzini bucati che penserà ?
Id: 43683 Data: 01/08/2017 01:26:26
*
Poeta professionista
Fatti pagare che si dica in giro che ci campi dici bene tu ma i miei datori di lavoro sono la luna e le stelle l' amore che si perde pei campi d' estate.
Id: 43675 Data: 31/07/2017 05:13:18
*
Con un pugno di mosche
La chiosa chiusa, la collana aperta la furiosa prodezza del tempo la vetta, la parete perfetta la quiete dopo la tempesta il primo cavallo rubato nel giovane West la saetta, la fretta della pioggia che cade. Un lieto fine da scontare su di un pianeta di cui non abbiamo memoria la volontà sovrana nello scegliere la gloria per trovarsi domani con un pugno di mosche. Poi, arrendersi sempre meno alla luce del giorno tentare la sorte nelle notti di plenilunio. Amare la vita come fosse l' unica cosa che conti. In tempo di pace essere eroi, in tempo di guerra i vinti.
Id: 43643 Data: 28/07/2017 02:31:50
*
Quando arrivammo
Da onde superbe fummo condotti alle porte di Orione che bussarono forte, perchè fosse del mare l' eco profonda. Le udirono in fondo alla cruna dell' ago nella torre del castello mentre veniva colpita da un fulmine di precisione chirurgica. Tanto che lui fu preso e lei venne salvata mentre dormivano abbracciati nelle notti di sabbia. E noi, arrivati a capotavola, pretendemmo un quieto, estremo saluto. Nonostante l' ora tarda non mitigammo un' impazienza educata. E la sposa e il marito, lui morto, lei viva, ci accolsero con leggero ritardo sull' orda del tempo, in vesti da camera, pronta a rapire ogni attimo di cortesia perduta.
Id: 43630 Data: 27/07/2017 00:49:32
*
Con due soli
Scoprii la fase del lutto a quarant' anni dalla mia morte vivevo allora in un mondo con due soli. Fui triste tutta l' estate per non aver saputo sfruttare il mio tempo in vigore ma d' inverno capii che doveva ancora venire il momento di essere un uomo migliore e ne gioii nella neve odorosa con la porta di casa aperta sulla cena in tavola e la luce accesa anche di notte, per il mio compleanno. Le ombre custodite tutte in una scatola sotto il letto a naufragare. Certi viaggi da favola non hanno bisogno di navigatori satellitari. Piuttosto stelle cadenti per desideri proibiti o ciechi cupidi a lunga gittata: -Feci per muovermi ma restai gelata da una languida occhiata e fu così che decisi di fare la monaca di Monza. La storia della mia vita data in sacrificio per voi secondo un rito che reciterò a memoria- .Altrove si stipula il patto segreto in luoghi sconosciuti alla materia perciò si può dire che tutto si avveri ma non di sua secondaria natura che è percepibile agli occhi anche prima della trasformazione quando li apri alla visione scontorni e ti appare la reale dimensone delle cose che hai intorno. Niente finisce, il raggio di sole che t' illumina il volto ha fatto e farà tre volte il giro del mondo prima di andare a forgiare le ali del vento. Nonostante tutto mi mancano le ossa del mio corpo precedente anche se adesso posso passare attraverso le pieghe del tempo ho nostalgia di un certo sostegno.
Id: 43623 Data: 26/07/2017 02:20:47
*
Alla fermata del tram
Qualsivoglia circostanza la fece da padrona a casa mia cosa vuoi che sia un cielo nero fuor di posto, un filo sconosciuto sui cui stendere gabbiani? Anche i fiori che ti ho regalato sono finiti nel prato insomma, non proprio a cantare. Quindi il tempo che cucio con le dita ossute di mia nonna ha la forma di un sacco c' è chi dice cuscino, chi rapina tu lo vuoti sul tavolo a mezzanotte spaccata come fosse il rito pagano per invocare minuti di scorta. L' ora fatale giungerà in ritardo ma sugli stessi binari ovunque ci saremo nascosti, in stazioni proibite. Non è questione di mali, in certe situazioni sinistre ma di avere l' anima in spalle pronta a sparare. Così il mio bersaglio rispondesse al fuoco! Ma lei, latin lover per vocazione, tranquilla se ne sta in fondo ai cuori. Dove amplifica la sua immagine grazie al ricorso ad echi lontani. Per esempio ti ricordi quando mi leggesti la mano? Nell' anno del poi, curioso come adesso, alla fermata del tram?
Id: 43594 Data: 24/07/2017 01:37:01
*
Jamboree
L' errore dietro l' angolo non ha alcuna pretesa di essere un baratro da cui non poter tornare indietro la verticale sull' anima, la spaccata nuziale, quel collasso degli atomi per cui si riempie lo spazio di noi. Chi vuoi essere? La suprema ricompensa? Mia ardua sentenza di soli attimi scanditi dal vento che soffia tra gli alberi, giù nel fitto del bosco. Sono quasi contento che ti abbiano preso i brividi su per il collo. E' un dover fare che mi tocca per come mi conosco il compito più ambito tra tutti mia frettolosa stella bruna del mattino. E guai a chi ti confonda con una chimica stereotipata tu sei sostanza stupefacente per diritto di nascita. Battuta non di fabbrica ma a mano, una prima spremitura. Come usi le parole, bella mora, è un Fiordaliso. O un fiore di Loto che mi condanna a una memoria di fustagno. L' abisso può essere uno sguardo distratto se sai dar credito alle circostanze anche in flagranza di reato. Eppure la strada dell' amore non può essere secondaria magari solo poco illuminata. Certe notti fonde da fare invidia alla spazio profondo. Come rincorrersi ad occhi chiusi in spazi aperti. Voltarsi di scatto, riconoscersi, per quelli che siamo in potenza. Raccontami certi sogni di gloria che fanno tremare le vene dei polsi. Abbracciami, non fare resistenza di forze contrarie ce ne sono già in abbondanza. Poi, per il resto, siamo pioggia d' estate, cosa vuoi che conti. Al limite potremmo sorprenderci di non essere eroi e svanire nell' alba, per un secondo catodico. La luce delle tua pelle tra i seni è di color miraggio. Riverbera una promessa infranta. Fossi sicuro di me, ti farei sputare l' anima a baci fuori dal telaio, mia giovane Penelope astratta.
Id: 43581 Data: 23/07/2017 04:19:45
*
All ordine del giorno.
Non sapendo a chi assomiglia non lascia andare mai nessuno per avere remi in barca da tirare. Per avere il senso delle cose alterato è ancora legna al fuoco che d' altronde sembra facile perchè è un gioco ma le regole non le conosce nessuno e nemmeno l' arbitro. Osa ardere. Certo ci sono le storie degli anziani a far confusione ancor prima degli dei. E' così le solite domande governano il mondo. E tu chi sei? Chiudi gli occhi, ascolta la canzone. Dal palco del premio Tenco un emozionato cantautore col cespuglio dei capelli apena appena appannato per il resto in grande forma caccia l' anima: Almeno ogni tanto fai finta ch'è normale questo fluire del sangue nelle vene e non sia invece un fiume in piena, qualsiasi sia il mare oppure procediamo dalle stelle, per esclusione. La velocità che copre le distanze è il pensiero mia cosmogonica accademica tutrice del vero, le mie bugie sono un alter ego per cui prego che non muoiano. La nostra costituzione è a buon diritto un atto di gioia? O siamo caduti nel vuoto da indecifrabili distanze? Chi mi stringe la mano quando sogno con destrezza? Sembra la tua mano, mia Musa fantasma. Di certo non ti lascerò sparire dietro l' angolo, dovessi fare l' isolato. Ma a star da soli si compone il quadro, è all' ordine del giorno nonostante l' eremitaggio tascabile da bar.
Id: 43570 Data: 22/07/2017 02:58:50
*
Fuori tema
Restituiscimi le foglie, chiaroscuro dei miei cardini. A che servono le foglie? Il vento può risponderti tra gli alberi. E consegnami quella vita che bramai, dalle radici alla corteccia. La terra che abbracciai non scende a compromessi ma resta ferma, salda. Santa la conferma, la promessa del bosco che avanza. Nessuna crepa non servirà la zolla. E anche quando tremeranno i rami sarà per un giudizioso risveglio: l' inverno dalle asole di cristallo. La fotosintesi del mio destino attraversa vene portanti e le correnti vaganti sono intrusioni di clorofilla dove credere significa non morire eternamente e la vita è sentinella di trasformazioni perenni. Le parole sono serve gravide del padrone. Generando silenzi imbarazzanti si fa esperienza di una fase della morte. Poi dal seme nasce ancora una canzone a notte fonda e ti sembra che tutti la sappiano già a memoria prima ancora di ascoltarla. Scalderò certi fiori quando sarò legna da ardere il cui profumo ti farà sorridere ogni mattina. I petali dispari conformi alla regola, uscendo fuori tema.
Id: 43561 Data: 21/07/2017 06:26:53
*
Mirror
Si ma le ossa sono la sede del vento, a tanto valse il sesamo degli indiani. Dovresti ricordarmi, amico mio, il giorno che ci incontrammo io col cuore ospite di un altro corpo da raccontare quel famoso colpo della strega che ancora mi include nella lista per il sabba sulla spiaggia in cui a turno ci si fidanza con la luna; e tu dall' altra parte dello specchio ma con più talento da riflettere e la fortuna di essere abile a perdonare qualsiasi forma di vita per essere venuta al mondo nel momento sbagliato. Che l'ascensore sociale più veloce sia la comunione dei beni me lo dovevano far sapere gli antichi egizi perchè di tutta fretta mi sarei voluto sposare quella nuvola a forma di zingara che vedemmo nel deserto quando il sangue ci usciva dalle vene per il caldo e il miraggio prendeva forma di donna che abbraccia sorride e stringe al seno. Che momenti fissa il panico, canuto sostegno atavico della memoria a lungo termine. Infatti per amore fissai la rotta su Orione per tentare l' impossibile arrembaggio. Sapendo che nessuno avrebbe raccontato del probabile naufragio. In termini di eroi, di martiri mondani. Ma mettere alla prova il ricordo di sè in quelli che ti sopravvivono è la funzione nostalgica del non essere. Quindi, per non fare brutte figure, rischio solo quintessenze. E' dietro questi vuoti che voglio nascondermi purchè ciascuno li riempia di me, finchè non saremo dovunque. Ti sembra poco? Non siamo mai stati astuti. Tutta colpa del fumo, di quella fonetica degli occhi. Delle rincorse più lunghe degli ostacoli. Similmente sostenendo sabbie mobili a intermittenze regolari.
Id: 43526 Data: 18/07/2017 01:22:43
*
Panoramiche gneralità
Il coraggio di mostrarsi vulnerabili è un perfetto indolente conti gli attimi dall' inizio dei tempi e ancora niente non ti tornano i conti con tutto il tempo che scorre eppure più veloci della luce vanno certi pensieri fotonici, certi sogni preistorici di vite ancora tutte da trascorrere. Torneremo un giorno ad essere quella gioia che una volta ci vide nascere per dare un senso a tutto. La prova inconfutabile dell' esistenza di dio gli varrà un premio Nobel e tutti saranno d' accordo sul campo su cui investire. Poi morire e poi morire e poi morire per rinascere più forti, più vicini alla morte agli amici di sempre che un giorno saranno istinti proibiti. -Ma dammi la vita, rendimi eterno almeno per il tempo di un ritorno a immacolata concezione. Ti chiedo perdono se per come sono non ti rendo orgoglioso. Il talento che ebbi in dono è di dormire a comando e sognare per loro. Disse il mio doppio autoritario, mentre io scattavo le foto in ritardo. La gioia ambita ma col timore di non esserne all' altezza è come una festa che nz' arguard.
Id: 43481 Data: 13/07/2017 01:58:03
*
Dai
Amore, dai fammi tornare con i piedi per terra ho appena comprato un paio di sandali per l' estate.
Id: 43467 Data: 12/07/2017 01:30:06
*
Uscire di testa
Nella terra di mezzo a quale prezzo mi condusse l' anima solo perchè non volli credere alla fede di qualcuno e restai dalla parte del mio torto come fosse uguale per tutti e nessuno volesse fare a meno del suo. Ci dividemmo in parti uguali gli atomi a disposizione e poi tirammo a sorte per farli accoppiare. L' incerta speranza non fu frutto del caso ma ripagata divenne vita per ringraziare dell' occasione. Certe volte bisogna cedere il comando, lasciare il timone perchè solo la corrente sa davvero dove stiamo andando. E allora spero che l' universo obbedisca all' amore.
Id: 43453 Data: 11/07/2017 01:34:15
*
Risveglio di Karma Nur May
Premessa: mi consegna ad un mondo di emozioni edificanti non posso fare a meno di commuovermi tutte le volte che la leggo come fosse la prima volta che credo davvero, non mi spiego ancora bene perchè; è una promessa di felicità e giustizia un conforto nei momenti di disgrazia e poi è bella da brividi. La condivido qui con voi e spero che vi tocchi. Se qualcuno avesse informazioni sull' autore, (Karma Nur May potrebbe essere uno pseudonimo) e ne conoscesse altri testi, lo pregherei gentilmente di informarmi. Consiglio vivamente a tutti di ascoltarla letta dalla brava Alba Rohrwacher in un estratto dal film documentario "Attraversando il Bardo" di Franco Battiato, è facile reperirlo in rete. Buona lettura. Risveglio (di Karma Nur May) La mia memoria si è persa dentro la forza luminosa delle tenebre e distogliendo lo sguardo dalla luce che rabbuia il mondo è scomparsa tra le nere acque di un pauroso mare. La mia memoria si è persa per raggiungere luoghi d' incanto e magia che profumano d' inganno. Tra riflessi d' ambra e sentori d' incenso si è risvegliata dal sogno per farsi regina di una conoscenza che contempla mille verità ma non reclama verità alcuna. Ha vagato tra i dispersi infiniti di un assolato deserto e avanzando immobile dal più potente dei richiami è giunta tra i giardini segreti di Damasco silenziosa e pura fino all' anima. Mi hai seguita fin qui, dove il respiro della terra quieta svela i suoi segreti. Solo ad Ovest, dove la fine è un' accogliente porta d' entrata osservando le nuvole al tramonto, scoprirai che tutti i sogni e i luoghi incantati della terra assomigliano alla morte. Il suo richiamo è qui, nella trama colorata del cielo che forma intrecci di fuoco come vorticose spirali di un mandala. Si nasconde tra le dune silenziose ed il loro gioco di armonie segrete è nel suono del vento che le avvolge con la sacralità salvifica di un canto. La morte è un luogo di libertà che spinge i viaggiatori all' esilio mutevole e fiera figlia del silenzio, abbandono e visione processo alchemico che tramuta l'ombra in luce nel disordine apparente che concilia gli opposti. Era qui al crepuscolo, come un nemico di sabbia addormentato che custodisce sentieri d' amore e di paura. Nè bene nè male, la morte è racchiusa qui, nel cerchio della vita tra il sogno e l' attesa è il riflesso di un' immagine senza tempo venuta a mescolarsi col ritmo dell' universo. La morte è là, dove si ravvisano i segni del divenire e attecchisce il perdono. Non distogliere lo sguardo dalla morte e dal suo inganno seguilo senza farti domande, così come accetti il profumo di un fiore o l' albeggiare di un fertile mattino. Chi non cede ai sogni e alla magia della vita non conosce nè morte, nè realta, nè conforto. Solo dimenticando potrai morire e rinascere. Non cambiare il mondo: diventa morte e potrai raggiungere la tua parte immortale. Per scoprire il segreto dell' ignoto occorre attraversarlo arrendersi alla grazia disarmati. Tra mille anni cercherai di vederti attraverso i tuoi stessi occhi o salverai dall' abisso colui che in passato dimorò nei tuoi giorni. Dentro ogni morte c' è una vita che conosciamo e figli che ci ameranno col cuore dei nostri padri; dentro ogni morte il principio di un' unica coscienza universale e tanti piccoli frammenti di assoluto come indecifrabili germogli in cui si cristallizza l' amore eterno. Che tu sia respiro del vento, riflesso degli astri notturni, ombra della mia assenza, mare calmo o scintilla divina, apri i miei occhi e ovunque tu sia diretta portami con te, verso un destino d' irresistibile bellezza che guidi le infinite possibilità del mio spirito verso la compassione perenne. Percorrerò ancora molti sentieri, aprendo varchi al di là del tempo e nel miracolo di un momento estatico mentre la gratitudine della vita si riapproprierà del suo mistero nel mite bagliore di un raggio di sole avrò smarrito per sempre la via del ritorno. Solo chi sottrae il suo cuore alla ferocia dell' ego e innalza templi all' eterno sa che la morte non muore nè mai nascerà.
Id: 43446 Data: 10/07/2017 09:56:28
*
Instant karma
Se accedi a quella parte del cervello ancora inesplorata puoi ricordarti non solo di tutte le tue vite precedenti ma anche di come sbloccare certe indicazioni per esercitare poteri straordinari come modificare il corpo perchè sia immediatamente adattabile alle atmosfere degli infiniti pianeti simili al nostro Fosse solo di acqua ci spunterebbero le branchie a comando. O dovessimo volare per il resto del giorno. Avere il tempo necessario d' imparare di nuovo le regole del gioco. Per esempio sapremo affrontare lo spazio prima che il ciclo di vita del nostro pianeta giunga al termine? Fino ad adesso stiamo solo accelerando il processo d' estinzione. L' instant karma non è solo coincidenza se serve ad avere percezione della natura delle leggi del cosmo. Per quanto le nostre anime colonizzeranno altri pianeti assumendo forma di animali primordiali? E per quanto ancora da altri pianeti saranno puniti col reincarnarsi nelle bestie al macello nel nostro sistema di allevamento industriale? E noi smetteremo di mangiarci? Qualsiasi essere vivente sia in grado di percepire il dolore può essere considerato sotto schiavitù e sotto tortura se trattato senza rispetto per l' amore di cui ha bisogno per vivere. Questo fa di noi dei criminali spietati come condizione generale. Come emanciparsi da tale condizione? Diventare vegani potrebbe rappresentare l' occasione per un' elevazione dello spirito. Anche se nasciamo onnivori secondo me per la semplice ragione che altrimenti non sarebbe esercizio del libero arbitrio decidere di mangiare sostanze che non provano dolore. Anche perchè i casi estremi vanno comunque ponderati anche per fare esperienza sia del giusto che dello sbagliato. Quella storia dei denti dei carnivori non mi ha mai convinto se abbiamo inventato le lame per sbranare la carne non siamo forse diversamente carnivori? Una diversa evoluzione è proprio la capacità d' inventare i mezzi per essere la specie più evoluta del mondo, fuori dal nostro corpo. Anche se questo vuol dire avere la responsabilità delle sorti del pianeta e noi stiamo fallendo perchè non solo rendiamo la vita invivibile alla maggior parte degli esseri viventi tutti compresi ma anche perchè stiamo direttamente accorciando e avvelenando la vita del pianeta che ci ospita. L' inventore non avrebbe creduto che l'evoluzione migliore per la sua invenzione sarebbe stata quella di diventare alla fine quanto più simile a lui in forma e sostanza? Forse anche migliore? Noi siamo l' evoluzione migliore di cui è stato capace? O attraversiamo solo una fase? O siamo solo uno dei tanti tentativi esistenti tra le galassie? Sapremo cambiare rotta prima che sia troppo tardi? Io che so fare oltre a predicare bene e razzolare male? E' ovvio che se ci reincarniamo in esseri viventi su questo pianeta e le condizioni generali non migliorano sarà sempre più difficile per tutti reincarnarsi in un corpo in cui l' anima possa condurre una vita felice. Fermo restando che chi è stato più meritevole può reincarnarsi in corpi superiori e vivere felice su altri pianeti ancora più belli e molto meglio condotti. In cui poi evolvere ulteriormente magari è anche più facile. Fino a condurre esistenze divine. Al giorno d' oggi sembra quasi un' offesa dire a qualcuno che mangia cose senz' anima. Ma l' anima non ce la dovrebbero proprio avere le cose che mangiamo e metaforicamente dovremmo essere noi a dargliela. C' è chi è vissuto oltre cent' anni mangiando aghi di pino e bevendo acqua di fonte. Se è stato meno felice di noi chi può dirlo? E' stato forse uno sforzo sovrumano? Ed io sono grasso, intanto, a volte da farmi schifo.
Id: 43441 Data: 09/07/2017 09:50:44
*
Il motore immobile è la fantasia?
Libero la mia immaginazione temporale vago sull' onda sonora è la lezione a riguardo volgo sull' astrale il mio mezzo di comando ritengo, a tratti, di essere perduto; due punti: anche se non so di che cosa sto parlando le pareti del cervello si apriranno solo quando lo dirò io mago, di un sogno proibito. E' da centomila vite che aspettavo quel momento e tutto è andato così male. Il mio karma bastardo, il tuo imperituro ricordo come sparato da un plotone d' esecuzione neurale dritto in quella parte del cervello in cui si ha memoria dell' emozioni quell' immagine di vita sfiorita al primo giro di giostra. Non ho creduto che l' ostia mi avrebbe prodotto una mutazione genetica e così sono caduto nel baratro della retorica che continua a mantenere il suo fascino di stile. Non mantenendo la promessa di essere fedele e servire ho cercato una risposta per conto mio e ancora non c' arrivo ma immaginare che sia possibile la cosa migliore che ancora non è stata inventata e cercare di essere degni di quello è la cosa migliore da fare che poi si riveli tutto vero solo la morte da cui si trasale ce lo potrà dire. Anche fosse tutta una grossa fregatura noi avremmo comunque la coscienza a posto. Una ricompensa enorme, nessun castigo che non si trasformi in gloria. E poi regali straordinari quando saremo pronti a riceverli. Paradiso e Inferno, due concetti superati. Ma anche reincarnarsi negli animali è acqua passata. Rientreremo nei nostri corpi di quando eravamo semidei. E tratteremo il nuovo pianeta con la saggezza accomulata in epoche passate in cui siamo stati tutti gli esseri animati del creato. Per essere felici anche solo dell' efficenza del mezzo. Giardinieri e la chiameremo Nuova Paradiso quell' estremo dono di Dio (quello vero). E poi viaggeremo nello spazio a velocità tali da dover stare attenti a non tornare indietro nel tempo. Ma anche quando lo faremo per sbaglio non sarà mai niente di irreparabile, un impercettibile ritardo sulla tabella di marcia se ragioni per centinaia di migliaia di anni. Verrà il momento in cui dovremo essere capaci di esercitare poteri strarordinari e questa volta lo faremo con grazia. Verrà il momento in cui dovremo abbandonare l' involucro del nostro corpo, ma solo perchè ne stanno preparando l' ultimo modello adatto a vivere in più di trecentoquarantatrè pianeti diversi tra loro, alla volta poi ci sarà il modello definitivo e saremo fisicamente immortali, senza conoscere più vecchiaia. Naturalmente ci vorrà disciplina. E non tutti evolveranno di grado negli stessi momenti ma gli ultimi verranno aspettati dai primi. Finchè tutti avremo la possibilità di incontrarci di nuovo e a tempo indeterminato. Quando ci annoieremo potremo inventarci un nuovo gioco. Dove comunque non perde mai nessuno definitivamente. E conoscere Dio diventerà la nostra ragione di vita nel senso proprio di andarlo a cercare nelle infinite galassie nel luogo reale dove ci aspetta da sempre. Lo troveremo mai? E' l' ultima puntata di un capitolo ancora da scrivere. Adesso lasciatemi andare a vanvera accompagnando queste canzoni fantastiche dove voglia l' anima, una muta forma d' anima...
Id: 43440 Data: 09/07/2017 04:18:08
*
La mela proibita
Non aver bisogno di un paradiso che ci eterni sarebbe il vero riscatto per la mela proibita. Ma le vene d'oro dei polsi hanno bisogno comunque di lame perchè il verso del fiume prenda la rima del mare. Tingere di sangue la sabbia e raccoglierla nella clessidra di un altare perchè possa servire a pregare sua maestà di tornare a farsi carne per l' amplesso del sole sull' acqua. Ad un tratto sono fuori di me e posso guardarmi e provare pietà ma il tempo concesso alla contemplazione lo sottrai comunque al flusso di vita che scorre. Senza spazio e senza tempo saremo un giorno ad evoluzione conclusa allora chi butterai giù dalla torre? (Adama od Eva? O il figlio di Giuda?) Ma l' alba segue la legge a memoria non ci abbandona nemmeno nel vuoto. Se è vero che nel buio puoi vedere anche una piccola luce. La luna, archetipo di madre, nei tarocchi del sembrare avrà lo stesso successo tra i poeti di adesso orfani di se stessi prima ancora che generati. Per scrivere parole che valgano dammi un' anima prima ancora di una lingua parlante. Per dire, tanto per dire, anche la foglia che cade merita un piano di volo ed io non voglio morire. Padre che mi sopravvivi generami di nuovo quando sarò pronto a ricordare chi sono! E la foglia che cadde ritorni sul ramo, a cantare la canzone del vento. E gli alberi nel seme che fummo. Liberi, di essere priogionieri di niente.
Id: 43432 Data: 08/07/2017 02:56:20
*
Migratorio
Un po' restammo quaggiù a perseguitare l' unica possibile via di fuga come fosse la peggiore ricercata. Così pensavamo di spingerci ben oltre la roccia ovunque fosse arrivato lo sguardo, avesse voluto dire volare. Poi, però, le prime cadute ci convinsero di essere ancora mortali. E tornammo sui nostri passi, fino a scomparire di nuovo nel mare. Questi dei che non sanno nuotare a me fanno un po' ridere. Ma l' evoluzione non conosce rivali, in fatto di logiche. L' analisi, per quanto difficoltosa ci vede in una fase da cui dobbiamo spiccare il volo salto nel buio, caduta libera, a picco nel vuoto, è ammessa qualsiasi tecnica. Però sarebbe veramente un peccato perdersi lo spettacolo di una vista dall' alto. Un fuoripista guardingo. Una volta fatto il nostro tempo. Trattenendo il respiro. Così, seduti a tavola, decidiamo per quale verso sarebbe per noi di morire.
Id: 43417 Data: 07/07/2017 04:57:39
*
più niente al mondo
L' enormità della richiesta di grazia prevista per legge si da il caso sia compatibile solo in casi ampiamente verificati dove la terra e il cielo si ribaltano e la tregua è un cielo a sbalzo sull' aldilà circondato da falchi sempre in volo, con lo stato delle cose ancora in movimento le danzatrici curde indossano le nostre parnanze eppure si muovono su ritmi diversi e quella terra come la nostra non regala i suoi frutti a mani sconosciute. Mentre d' inverno si ghiaccia. E chi pretende il grano non ha mai impugnato la falce. Chi si stende di lato per le strade interpreta il cammino dalla gente che passa. Ed essere timidi nel chiedere informazioni può essere un guaio. Ma tornare a casa non ha bisogno d' asfalto va bene qualsiasi cosa da mettere ai piedi. Per esempio i tuoi seni o il tuo ventre per riposare correttamente andrebbero nei cuscini. I vicini di stelle ci guardano con i loro cannocchiali come mettono a fuoco modificano il futuro intervenendo sul passato. Si muovono come granchi questi articoli sportivi. Venderebbero fendinebbia in paradiso sarebbe un discreto buisness. Le statistiche li danno per perdenti nella caccia alla volpe. Ma a chi cerca la luce, fosse anche quella del giorno non basta una notte. Per tirare le somme aspettare momenti di riflessione. Il che non vuol dire sono solo al mondo eppure quando sono qui con te in questo modo stupido non esisto e nulla è cambiato: l' illusione di sempre per l' illuso di sempre. La felice condotta di un pensiero latente. Il soggetto, il verbo, il predicato.
Id: 43370 Data: 02/07/2017 03:47:11
*
Dal taglio della bocca alla stanza dei bottoni
Ha superato le mie barriere costumanza di brevetti e pedalate ha elargito saette come fossero puttane agli angoli delle strade ha sedotto e poi rotto da sè tutto quello che fosse ancora invulnerabile. Ha prodotto fotoni come biglie, come pigne grandi come palle, come bestemmie, più grandi del corpo celeste. Una notevole quantità di luce insomma buona per la stagione delle tenebre: quel tempo passato senza amare. Quel rito pagano di sopravvivere a se stessi. Lo capisco dagli occhi e ne ho paura da vendere. Ma se mi credessi ti porterei in grembo come un ventre. Per partorire sogni proibiti con i tuoi occhi ed il mio modo di scrivere. Ma la sintassi del mio apprendere non conta le virgole. Così capisco una cosa per un' altra e nemmeno io mi credo. Mi complico la vita. Se ti potessi rendere felice mi comporterei diversamente. Così s' arrende la fantasia all' evidenza dei fatti. E l'io perdente trova di nuovo il modo di farsi avanti. La successione delle tregue a dirimere la guerra. Fosse il misticismo la scusa per non provare a scoparti sul tavolo? Adesso che mi parli, che mi chiedi perdono per non essere venuta prima a salvarmi. Invento la prossima disfatta. Con la cura dei cani per le scarpe. Proietto immagini sullo spazio bianco tra le ghiandole. Porto il collare per gli insetti e la museruola per i denti. I morsi che riuscirei a dare! Strapperei la carne a brani, altro che raccoglitori vegetariani l' animale supremo pronto ad impadronirsi del Mondo. Ed ecco che fine abbiamo fatto. Tutto sbagliato, nemmeno montato al contrario. Sui vascelli dell' etere, confindustria dei miei capodanni. Di quando le vene pompavano a sangue. E rincorrevo le stelle cadenti prima che le esaudissero gli altri. Adesso fammi prigioniero, accettami per quello che sono e tu lo sai e io lo cerco, per il tempo a noi concesso. Lascia pure che vaneggi ma fammi riprendere. Non sei tu, sono ancora io, se sapessi dove finisco! La mappa delle vertebre. Avrei le chiavi della stanza, la vista migliore. Olocausti dalla finestra.
Id: 43361 Data: 01/07/2017 03:16:44
*
Non finirà
Solo per te le mie parole in fiamme vanitose, sospese sul rogo diffuse a fondo perduto rase al suolo, lanciate nel vuoto sconosciuto. Solo per te, come esistessi davvero e non fossero soltanto pensieri troppo soli fino a ieri, a tempo scaduto perchè si avveri la mia Musa in controluce. Inevitabilmente. Non riesco nemmeno a fare i sacchi della misura giusta per le offerte. Ingoio bestemmie per rendere grazie a dio. Perdo la testa per gli addii a distanza di sicurezza. -Ascolto con pazienza le onde del mare scavo buche nella sabbia fino all' acqua ma non mi lascio bagnare- Disse la ragazza. Arcano progredisce il tempo a fioritura. Eppure puoi capirti con lo sguardo. Il misticismo tibetano per chi suona la campana? Con le caviglie tatuate te ne vai dove si tocca perchè ci si accorga che sono particolarmente sottili. Poi ti volti sorridi e mi guardi. Ti è tornata in mente quella buffa storia che volevi raccontarmi prima di nuotare nuovamente fino a casa. Il giro di boa della sirenetta. E' il titolo della storia. Che come ogni volta si conclude con un piccolo bacio sulla bocca che ha qualcosa d' infernale. Ma questo sole concede solo piccole ombre meglio stare sui fondali o nel fitto del bosco, tra gli alberi a credersi immortali. Da soli senza testimoni che non siano compagni dello stesso volo sugli altari per avere affini prospettive riguardo ai sacrifici da compiere. Io per esempio non vorrei più morire fino alla fine del Mondo.
Id: 43330 Data: 29/06/2017 02:24:01
*
Finirà
La notte minorenne gli tese un agguato con parole-California da riempirci un sogno intero ma vessato dalla mente temporale scappò dal balcone con i glicini in fiore pronti a testimoniare che gli fu concessa fuga da sua eccellenza il fuoco dei lombi in persona. Non ardere da tempo immemore è una condizione cui ci si abitua sempre meno. La circostanza del mio credere mi confonde le idee. Ma dubiterei anche se fosse vero? Si, fammi credere, ricordami di me, delle mie vite precedenti. Concedimi una tregua, meglio, trattiamo la pace. Se credi di sapere, insegnami, potrei fidarmi di te. Un' emozione che migliora il mio transito terrestre nonostante la mia incompetenza, l' intolleranza a voler essere a vivere per bene. Per una molecola di quiete da fare a metà varcare i confini, per sentirsi vicini in una spiaggia affollata. Musica, per coprire le voci, stare solo con te. Provare "l' estrema solitudine di amarti solo io". Il pensiero che sfugge, cerca di sottrarsi a qualunque responsabilità. Poter desiderare con calma di vivere. Inseguendo fino alla fine i sogni proibiti. Cambiare presenza all' interno dello stato sociale. Cercare di essere educati. Imparare le lingue, scordarsi il passato. E poi sorridere nelle foto da postare su facebook per dare un' immagine di sè come di una persona con cui possa far piacere passare del tempo. Un sole di giugno, un altare qualsiasi. Il vento che s' alza forte ti fa pensare che dio sia in collera con noi. Quando si è agnostici distratti. Sto aspettando la resurrezione dei corpi da sveglio. E cosa devono vedere ancora gli occhi e le mani che devono toccare? Per cedere al destino la propria corona? Poi tutto s' avvera secondo uno schema e ciascuno fa parte del flusso. Se ti elevi conservi memoria, se no, ricominci da capo senza fine nè principio e ti allontani dalla luce. Che raggiungerai comunque e da quella nuova dimensione partiremo tutti insieme verso pianeti conosciuti almeno un po'. Dove provare ad essere degni del progetto straordinario che è stato studiato su misura per noi. Da chi, se non dai noi stessi delle ere precedenti che non abbiamo ancora scoperto? Sarebbe un bel traguardo, per certe galee o galere d' arrembaggio. La risposta suprema perchè tutto duri per sempre non può essere mai scoperta ciò non toglie che si possa scoprire quanto più possibile sul destino delle trasformazioni dell' Io. Il mio caro maestro Battiato e Karma Nur May la mente divisa e quello che non sai, raddoppia, l' energia. C' è ampio margine d' errore se pensi che tutto possa essere usato per poter essere migliori. E la stanchezza finirà. E come vecchi amanti ci perdoneremo di essere stati Dei perfetti e sconosciuti.
Id: 43314 Data: 27/06/2017 01:21:28
*
Salutare
Sinedrio, gruppo anonimo d' ascolto, miei angeli in colonna mi siate testimoni, io non sono non sono la donna che mi consola posso immaginare certo ma non fa una gran differenza sarò pronto alla contesa un' altra primavera, in mia assenza allora forse approderò a qualcosa fosse anche la certezza di non essere niente non sarò diverso da adesso per questo aspetto. Tempi migliori. Coraggio da vendere. L' attrazione ha un' età dell' oro. Trascorre il fiume nel suo letto anche quando tu dormi nel tuo. Mia amata fontanella. E' l' acqua, a maggior ragione nei corpi. E la settima nota e quella volta celeste da cui scendesti le stelle. Per passarmi attraverso. Cambio i ricordi per garantirgli un futuro. Non sono sicuro di essere vivo. Ma se mi sentissi parlare con la voce di un altro tenteresti di credermi. Sono così infelice di pensare cose secondarie e il teatro mi vergogno di calcarlo eppure siamo comunque tutti impegnati a recitare. Nostro malgrado. Ma in quei momenti in cui si è veri lo spettacolo è più straordinario. Come essere spettatore non pagante vorrebbe essere la mia specializzazione. Ma si paga comunque, almeno in termini di tempo. Che scorre nel suo letto proprio mentre tu dormi nel tuo. Mia amata fior d' abisso. Chetata tra le foglie del bosco. Per rapire i miei sogni proibiti. Ah, volesse il cielo che fossi fortunato questa volta che vi chiedo perdono per non essere all' altezza delle vostre aspettative miei angeli custodi. Come faccio a credere ad un dio che mi ha fatto così? E tu, dove trovi quella forza che ti muove? Siamo atomi di solitudini in volo verso quale direzione? Che il viaggio io lo faccia da solo è un bene o un male? La possibilità di essere felice in quale dei casi diventa più probabile? Per fortuna andavo male in matematica e non mi diverte calcolare. Così il fantastico caso diventa a trazione integrale permanente. E poi a chi voglio darla a bere, sono solo parole che seguono docili la corrente. Io non posso pretendere. Però se dovessi sognare un bel futuro sarebbe con qualcuna che mi ama per quello che siamo. Mi ami? Ma quanto mi ami? Certe volte tantissimo. Mia cosmo proletario, universo che ho creato. Ecco, faccio il gallo e non me lo posso permettere. Mi riporto all' ordine, esterrefatto delle cose. Canto una canzone di cui non conosco le parole come fosse la parte saliente di un concerto a cui mi hanno invitato a prendere parte perchè informato sui fatti. Ma io non so niente, nemmeno le parole della canzone che ho scritto per distrarti. Emanciparsi dal senso del possesso sarebbe salutare e appartenersi lo stesso e amarsi per sempre contro ogni statistica ma c' è chi ama cambiare punto di vista e procurarsi numerose esperienze per maturare il giudizio. Come dare torto a chi si gode la vita? Ognuno ha i suoi gusti, i suoi metodi. La sua dose giornaliera per tirare avanti. Accontentarsi del minimo indispensabile è prerogativa dei vinti? Una volta ho perso la strada di casa e mi sono ritrovato all' ospedale psichiatrico. Mi hanno come resettato. Ma non ero tutto sbagliato anche se il caso necessitava di un bisturi. Guido verso il mare, i finestrini tutti abbassati la musica alla radio ha il colore del grano che scorre di lato. La strada bagnata si sta asciugando con quell' odore che sale dall' asfalto che ti mette voglia di respirare più forte. Vai piano! Anche per questa volta il mare non cambierà di posto. E prendere il sole e farsi il bagno e non vergognarsi del proprio corpo questo sarebbe salutare. E la pasticca del mattino e dormire la notte. Fare sogni bellissimi, pieni di gioia. Un pensare limpido come in stato di grazia. Un viaggio bellissimo pieno di gloria. Una dolce vita, un futuro coi fiocchi, conservare meraviglie per la fine e dunque lasciarsi andare. Questo sarebbe salutare.
Id: 43271 Data: 22/06/2017 03:53:23
*
Voce del verbo
Voce del verbo scorrere, alle sue vene ogni fiume per giunta sedotto dal corpo ad immersione dove brancolare una pretesa di vita all' avanguardia di spargimenti di sangue. Averti qui per ricordare come eravamo, con i calici levati le carezze sottobanco. Il futuro dei supermercati nelle porzioni per singoli. Le chiese non basteranno a contenere le pretese di perdono. Ce ne andremo così per le strade fuoriporta in gita da noi stessi con zaini leggeri, le scie chimiche nel cielo. A caccia di scorci strategici da condividere su facebook. Diversi ma di solitudini tutte uguali. Seriali assassini di tempo. Rapitori rapiti dalla voglia di riscatto. Che non avviene, che non avviene, nonostante tutto l' ingegno profuso. Mentre si danza al ritmo confuso del cuore che continua a battere fino all' ultimo svincolo da prendere in direzione ostinata e contraria. Sento le fusa delle anime monouso fiore all' occhiello di questa recente umanità. Per fortuna ci sono ancora fulgidi esempi di specchiata moralità ma come non diventare retorici nel farne menzione? I nostri padri conservano intatta la loro mite grandezza. Martiri ed eroi del veromondo, nell' epica della normalità. Sapremo esserne degni? Io già perdo memoria e consegno le mie retine ad immagini preconfezionate. Col capo cosparso di cenere, non mi resta che pregare la preghiera degli atomi.
Id: 43240 Data: 20/06/2017 04:27:46
*
Purgatorio per i vivi
Perchè la mente vacilli chiedi in prestito i miei consensi non perdo occasione infatti di essere vittima delle coincidenze e così può accadere che creda che mi leggano nel pensiero e l'esercizio del controllo vada in pezzi e mi condanni da solo alle estreme conseguenze. Occhi bassi e giudizi avventati, sindrome di tourette sofisticata e la mente divisa tra bene e male non conosce la sua portata così non mi godo la vita, anzi soffro di una clandestinità senza via di scampo. Mi dico non è vero niente, è solo un inganno poi sento una parola che combacia con quello che sto pensando e ricado nel baratro. Ma il fenomeno è ciclico, basta aspettare che passi o chiedere aiuto e quindi mi raddoppiano le dosi e torno all' ingrasso? Come si interrompe questo circolo vizioso? Potrò mai ritrovare un equilibrio da magro? Banalizzando. Il più delle volte finisco per non uscire di casa. Ai suoni conferisco un significato anche se l' ho inventati. E i sensi di colpa mi inducono a comportarmi in un modo più remissivo del necessario. Che tutto questo voglia dire essere schizoaffettivo nel mio caso? Non ho più ragioni di amarmi. Da pregare non mi viene quasi mai e non trovo conforto nel supremo divino. Forse scrivere è l' unica tregua che mi concedo. Un purgatorio per i vivi.
Id: 43197 Data: 17/06/2017 06:03:47
*
Basic blues progression
La prosopopea tipica di chi crede di essere qualcosa magari fosse che lo sappia con certezza, mi infastidisce io, con la mia deformità quasi perfetta di non essere niente forse m' illudo di saper suonare certe parole come Fresu ma mai ne ho certezza. Questa è terra del dimenticare, finzione di partenze di chi non se ne vuole andare mai veramente. E le distanze rappresentano quelle tregue che ci siamo dati dal conoscere. Per noi stessi, dagli occhi quasi fusi con le immagini cerchiamo certi silenzi che ci sappiano raccontare. E cos'è l' amore e dove finiremo poi e le altre mille domande che affollano la mente trovano risposte inaspettate in uno squillo di tromba o in un fiore che sboccia dove a morire si farebbe prima e meglio un soffio di vento per cui ti alzi il bavero del cappotto quando di notte torni a casa e sai che non ci sarà più lei ad aspettarti in piedi. Alzata sulle sue quattro vertebre allenate alle attese infinite con le braccia conserte appoggiata allo stipite consorte di tutti quegli inverni in cui non hai saputo scaldarla. Questa retorica stringente è l' alibi che mi fornisco per dare un senso d' appartenenza alla mia solitudine. Vincolarla a scelte individuali pur di sconsacrare la sua aura mitica. Renderla meno irrevocabile di un perenne addio. Lungo la fiancata di questo tempo che scorre non compaiono mai i nostri nomi insieme, vicini. C' è chi giurerebbe che non ci siamo mai incontrati. Passeggeri di versi sbagliati con la stessa rima: fine.
Id: 43150 Data: 12/06/2017 03:51:34
*
Amore cannibale
A ferro e fuoco l' ordito degli occhi che fosse stratagemma buono per le vene questo succo lo dissi dagli spruzzi che mancarono la ceramica d' un soffio. Per distruggerti ti guardo, per sondare l' insondabile sprofondo così come mi abiti ancora, ancora ti cavo e via, lungo la dorsale biforcuta, fino alla cruna dell' ago in gola per cui passi e non passi, ad ogni parola segregata. Dogma del mio folle amore. I paradisi che inventai col furore dei miei mai deliri d' oro li hai abbandonati nell' acquario prima del travaso che vollero i medici per ripulire i fluidi e le superfici del sudario di contatto. Condutture che si vuotano per lasciare spazio a nuovi avventori di lenzuola pulite e pasticche colorate. Col senno di poi, coi seni d' allora, mi sei rimasta in grembo. La velocità con cui cambi partito non ammette staffette e la bandiera a prendere il vento, qualunque vento purchè la agiti lungamente, la pianterai su quale crosta terrestre dalle curate basette? A separare le diocesi degli obblighi e dei comandamenti. Con i versi potessi rapirti chiederei un riscatto di stagioni senza vertebre ma metto solo una taglia sulla mia testa. Mi danno la caccia certi pensieri di futuri transitori che in definitiva mi trovano in fondo agli incubi. Dove spargo il tuo sangue in un rito di fertilità postumo che prevede mangiarti dal cordone ombelicale non appena partorito nostra figlia. A che serve allora? A far sparire la matrice. Come sono in auge quando la parete s' assottiglia! Ed entro ed esco dalle stanze della mia mente divisa come un fantasma! Anch' io mi do in pasto, quanto basta per esimermi da sensi di colpa. La turbolenza dell' elica, la vorticosa concupiscenza della mia ascesa non ammette apici da cui non ci si abissi in un rimbalzo di frequenze spudorate, spesso in antitesi. Schizofrenico, primordiale, condiviso brodo di giuggiole. Quest' idea del possesso è così stantia è un po' tua, è un po' mia, ad ogni cambio di stagione. Terrò per me le tue scarpe con i tacchi a spillo viola dovessi mai calcare qualche palco alla deriva! Tu invece bruciala questa poesia se vuoi chiamarla poesia oppure ignorala o piantala, con un atto di psicomagia nel vaso fuori al balcone. Non sia mai ti basti. Ma si, a fanculo Jodorowsky.
Id: 43131 Data: 10/06/2017 06:36:13
*
Che foglie non ha più
Dove troveremo tutto l' amore che ci manca? La sorgente fatata dell' ultimo addio? Con questa vita tra le dita come sabbia del deserto il miraggio di una clessidra che scorra il tempo si fa antico come antica è la sete quando hai stelle nel cielo. Ma siamo solo ragazzi con vene da latte. Un barlume distratto di quello che fummo. Quel verdetto segreto per cui non si torna mai indietro ormai è stato svelato dagli esperimenti al fiume. Per quanto possa provare a stare fermo sono investito dal moto perpetuo. E' così che mi consumo pensando, quando la sera l' aria è fresca e la vita un grumo.
Id: 42964 Data: 28/05/2017 02:50:50
*
Tempura
Con quale garra s' addestra la giovinezza in ricordi di momenti di gloria. Beati voi che invecchiate lentamente io sono io veramente o fa tutto parte di un gioco? La sabbia, un trapezio di mare, una musica leggera un' atomica di erba qualcuna con cui cantare le gesta dei nonni l' avorio felpato negli occhi acquisita la vista negli anni di ghiaccio abituata ad essere sterile. A vivere confinati dal resto del mondo da un manto di neve sottile alla mercè di qualunque piccolo sole possa bastare a servire un varco sulle meningi d' argento. Non dirmi addio pregiudicata cardine del reato di coito evaporo, mi fondo nei polmoni, pregandoli di esalarmi l' ultimo respiro. Anche per gioco sarebbe fantastico innamorarsi ma avendo le carte da tavolo per dirsi addio senza infortuni nel caso di sbanco. Sarebbe tutto più opportuno a rilassarsi. L' acqua fresca sul tavolo la coperta di nylon, il divano ignifugo, la finestra sull' anima. E concedersi un rutto a tavola ogni tanto anche finto. Per essere cafoni dentro come una ghianda o una pigna scagliata da distanza ravvicinata da un compagno di classe per il giorno del tuo compleanno. Un vero affare continuare a soffrire dopo aver stretto dei patti di ferro per una comune vita migliore. E agli altri vanno bene le cose come stanno Un sacrificio apocrifo senza testimoni. Con il patrocinio autonomo degli atomi.
Id: 42794 Data: 14/05/2017 02:31:14
*
Una rotonda sul mare
Per farsi perdonare la moda del lento sorrisi di circostanza e spalline calanti. Avrà custodia del vento, tra le voluttà dei suoi capelli e berrà quel tanto che basti a farle togliere le scarpe ad un certo punto della serata quando i buoni sorteggiano in un angolo i loro comuni dispiaceri mentre i cattivi ballano la preda. A distanza ravvicinata, come salutano i viaggiatori al finestrino dei treni se le stazioni prevedono periferie a cui arrendersi sempre meno con fazzoletti di carta. Oppure correrà fuori a prendere una boccata d' aria anche per te. Anche da ciechi si deve mangiare e le parole possono placare la fame. Un cielo di stelle può bastare, per aspera ad astra con forchetta di plastica, la torta nuziale. Rido e canto mentre mi sto dissanguando sulla sabbia provo a togliermi dall' ombra ma dovrei avere le tue mani e mordermi le unghie. Chiederò l' elemosina prima dell' ultimo ballo la musica, la collera alcolica. Mi porteranno a casa a spalla che starò già sognando. Bello come lei in stato di grazia a sbirciare primavere da trasparenze di sottane fantasma.
Id: 42762 Data: 11/05/2017 01:31:22
*
Sulla spiaggia ella
Il fondale da cui comparve, forse l' onda in spalla la pretesa del verbo di farsi carne, così la chiamai per nome, Ella senza mai averla vista su una spiaggia ma avendola solo immaginata altro da quel suo Kafka a portata d' ombrellone. Una filigrana oculare tanto da dirne l' anima a motore. La circonvenzione d' incapace ad alta definizione. Per noi, sottobosco degli eterosessuali brutti un Van Gogh è sempre un Van Gogh nonostante la nozione di certi codici ci sfugga giù per la cruna degli occhi. Per non sognare da soli scagliarsi dallo stesso scivolo forse non basta, il ricordo di una donna. La fantasia di trovarsi come i gigli nei campi di fresco cosparsi nella luce del giorno. Qualunque fosse il prezzo pagherebbe le stelle del Messico la luna dei Tropici. Per averne un pezzo per restare in un tempo sospeso abbracciato a lei. Ma adesso sente di non meritare più niente che non è motivo di bruciarsi vivi all' incrocio dei venti. Ma neanche di essere contenti. Scoprirsi se stessi per qualche secondo. Non può essere vero. Dimentico che non è più vero niente da quando tra l' erba alta vendette cara la pelle.
Id: 42751 Data: 10/05/2017 01:45:25
*
Dove mettere l amore
Ho sentito dire da non ricordo chi che si scrivono poesie quando non si sa dove mettere l' amore.
Id: 42715 Data: 07/05/2017 01:59:48
*
La panchina del parco
La costante del verde indurrebbe ad indicare l' erba come prima indiziata ma le foglie che tengano alla contesa, diano pure il via ad una rissa per eleggere le prodezze del colore, la consistenza di stato; coi raggi del sole a decifrare le trame di ramificazioni viziose d' allori vanitosi e le ombre a giudicare per noi, la nostra consapevolezza d' essere al cospetto di una forma della natura e non fare prigionieri ci determina invano in ragione d' egoismo. Come il sangue nelle vene rispetta regole generali di percorrenza così anche le parole s' adeguano a situazioni estreme. Verificando da vicino il colore degli occhi, perdersi per sempre e non restare indifferenti davanti a un bel culo. Se giocarsela fosse l' unico modo di vivere la vita? Una sorte dignitosa la giusta ricompensa? Dall' angolo più in ombra osservare le dinamiche potrebbe non essere la migliore strategia d' adottare benchè l' attesa sia un rituale affatto secondario, buttarsi nella mischia mantiene il suo fascino e matura significati. La giusta distanza tra tutte le cose ci separa da vicino a colpi di grazia. Non si sprofonda nel vuoto cosmico (pneumatico manterrebbe legami con gli addii) solo perchè le maglie a denti stretti lasciano passare quello che è distante dalla nostra dimensione. Ciò che rimane è ciò che vediamo. Ma sarebbe sospeso nell' aria fino a che una prova contraria anche di personale, non diventasse la realtà dei fatti per confondersi una volta di troppo. Questo è quanto ricorda della cibernetica, seduto sulla panchina selvatica del parco a cercare riscatti nonostante l' età avanzata. E poi gli scoiattoli del luogo hanno bisogno di lui da quando li corrompe con esercizi di muesli dinamico.
Id: 42649 Data: 01/05/2017 03:44:09
*
La prima volta che piovve
La condiscendenza inquieta di una notte d' agosto al calar delle tenebre fu la sequenza del metodo, con cui la stagione venne, a temporali e cieli connessi al moto dei pianeti. Mio padre scese a compromessi. Mi colse una paura della morte, come fosse prima del tempo, prima di un qualunque concetto di dio proprio la prima volta che piovve e mi ricordo che tornando a casa in macchina, una volpe ci attraversò veloce la strada. La furba volpe, che porta fortuna e consiglio nei sogni. Se devossi sognarti amore mio che non dormi, ti prego, affannati a portarmi lontano. Ci sono delle stelle che stanno ad indicarci la strada. I piedi per terra, colati nel fango. Si disadorna della vergogna la cerva fuggiasca, nel folto del bosco. Le foglie lo sanno, aderiscono al piano. La barchetta di carta in un bicchiere d' acqua è l' unico viaggio che posso permettermi fin tanto che resto quello che sono. "Ma provarci è quello che conta" è uno slogan che funziona? Ho sbagliato la domanda, volevo dire perdono. La danza che fa perdere il fiato. Confessa l' anima nel vomito sul selciato. Una serata galante, il mio compleanno per l' inizio dei giochi. La futura sostanza di cui saremo fatti una volta vorrà chiedere il permesso per tornare a guidare in assenza di navicelle spaziali, i nostri corpi? Dove sostiamo tra una reincarnazione e l' altra? E la cocacola zero avrà un' anima? No, non rsipondere, lascia pure che tutte le domande perdano d' importanza, chiudi gli occhi, ascolta solo la musica. Fatboy sleem: push the tempo. Si muove il collo pure a te e stiamo vivendo? La fantasia che mi pervada gli atomi. One more time. Duft Punk. Un po' m' appalla. Le gingomme balsamiche nell' evenienza di un bacio degli anni novanta a quanti nella stanza hanno reso i denti più bianchi? Le lingue di cobalto? Sorella che mi hai perso per strada, non mi abbandonare un' altra volta e così la Luna si avvicinò per vedere da dove arrivasse quella preghiera. E interrogò le maree ma non riconobbe una voce. A sostegno del coro però una lupa alzò i toni e allora la riconobbe, anche se dopo il parto non era stata più la stessa. La confidenza col nipote la conquistò poco alla volta, con effetti speciali. E vissero felici e contenti fino alla fine del Mondo che per loro sfortuna, questa volta avvenne solo dopo pochi attimi dall' essersi ritrovati. Malinconia... Giusto il tempo di redimersi e provare a fregare la morte che nemmeno le ossa ci rimasero. Sul comodino, un pisolino, prima di andare a dormire. Right here, right now. E la paura di fallire dietro l' angolo. Il concerto sguaiato di chi aveva svoltatokkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkrqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqq, tastiera a gomitata prolungata. Colpi di sonno, scivolate, occhi che si chiudono e aggiungere qualche parola al dettato, sono fasi che si alternano; di cosa mi parlerà l' ultima sigaretta? Nella fretta ho perso di nuovo il controllo e non l' ho premeditato. Gli argini compresi tra il primo e l' ultimo tiro. Non conta quello che scrivi se non lo legge nessuno? Proverò a scrivere bendato e a cancellare tutto non appena finito di scrivere. Mal di stomaco, nausea, basterà il divano? Televisione, telecomando, scegliere canale per un tranquillo sottofondo.
Id: 42613 Data: 29/04/2017 04:04:47
*
Effetto Werther
La gravità impone una vita terrena questa distanza fosse fatta dei tuoi atomi sarebbe da qua a là il regno dei cieli a misura dei tuoi stivali per non calpestare le righe alle mattonelle procedere in punta di piedi e saltellare, dove necessario a ghirlanda di pozzanghere appesa al collo o sui tacchi catastrofe annunciata se al ritmo di soli tempi dispari. Lascia o raddoppia è alla base della scommessa una possibilità soltanto di non essere lasciati indietro nel tempo a cercare le tracce dei noi stessi del futuro. Fino a ricapitolazione dei dividendi. Se sentissi, se solo potessi sentire, come tutto mi attraversa quando sono fatto di questa roba che chiameremo vita per induzione al suicidio allora appenderesti i tuoi cardini alla gogna e balleresti con me questa danza macabra dei vinti dei perdenti, eroi e matricole. Non posso pretendere certo di vivere in eterno nè che la morte m' interrompa. Vene dolci, bachi da seta, corolla esplosioni nell' universo, sangue versato, fior fiore di petali. Una condotta del genere mi ha fatto perdere la testa. Adesso poi che puoi sentire la musica non c' è verso che tenga. Devi rimanere per sempre.
Id: 42570 Data: 26/04/2017 01:36:38
*
Confessioni di un non più giovane Holden
Uomo in mare! Caso volle che fosse un non più giovane Cristo, io. A vele spiegate, rotte di collo. Non mi importa come mi giudica la signora, ha questo suo ventre benestante per partorire poesie, e io non mi vedo il cazzo da tre anni, mi aggiro alla cieca presso i passi fondi dove un due e tre e giù valzer su moquette non più vergini in cerca di spine dorsali. Con questa strana convinzione che i miei mancati amori valgano meno dei vostri giochi di società. Una volta li bruciavo in piazza con orde di barbari a mandare a memoria le regole, esportare la democrazia, imparata sugli scranni delle alcove capitali, era la loro priorità. Poi si scordavano tutti chi fossero e perchè fossero venuti, di fronte a un piatto di virtù e una caraffa di vino. Bei tempi quelli, quando le bestemmie bussavano alle porte del paradiso. E c' era chi le apriva come biscotti della fortuna. Adesso non vale più la pena prendersela con dio, sarebbe come sparare sulla croce rossa. Astenersi perditempo, fuochi fatui di una volta. La mia massima aspirazione, condurre una vita sedentaria senza amor di donna, che funzioni lo stesso come dolce attesa della morte. Remissivo di mia seconda natura, primaria d' interludi. Sarebbe la stessa cosa se parlasse in terza persona, egli per giunta. Quando volturò tutta la luce del sole, lo fece a nome di lei e da quel momento in poi dovette pagare per avere un po' d' ombra. La comunione dei beni servì soltanto a che potesse portargli via tutto con il divorzio collaudato. Due appartamenti in via di fuga e un gabinetto per riflettere. I figli per fortuna non li vollero neanche per sbaglio. Una colonia di gatti da spacciare ogni nuova alba per un sudario, convenzionale lettiera in controluce. Ho sempre amato i cani, io, senza particolari reticenze da parte loro. Egli poi si diffuse come un rogo a divorare ogni prima persona. Il laghetto ghiacciato con le tartarughe che boccheggiano e le carpe esagerate per la mollica di pane. Dove andarono a finire le sue frasi da corteccia dopo che le ebbe schiantate? Qui nessuno ci cerca e nessuna ci vuole, alla festa per il nostro funerale. In quanti ne moriamo? D' indicibili parole? Se non avesse risparmiato sui ti amo a quest' ora sarebbe principe del foro. Nelle segale continua a cercare la vena d' oro. Quella tempia che fa i capricci i capelli ricci di cui ancora si ricorda. E qualcuno lo issa a bordo.
Id: 42557 Data: 25/04/2017 05:58:46
*
Due ne ho amate
Come il grano dei tuoi canti quando in rime benedici i segreti della vita ancora in auge perchè amai sempre dal verso delle cose controluce? Come il buio fosse la mia colpa primordiale di appartenere a tutto ciò che fugge e non dura la sostanza e il suo passare. Ho letto parole favolose che dio benedica le vostre bocche sanguinarie per il fatto di aggiustare il mio rapporto di equilibri quando trascorro troppo tempo sull' abisso che mi vede tornarvi a distanze irregolari come ago nelle vene delle carni che trasmuta la materia del contendere in archivi di pensiero d' aggiornare ogni volta che il sangue ha fame, tutte le volte che affama. Due ne ho amate, nella mia vita di versatile codardo e in due hanno scelto destini da me assai lontani ma il riverbero delle loro voci ormai domate ancora mi risveglia da sogni tutti uguali. Non essere mai abbastanza è il mio marchio di fabbrica la corrente industriale che attraversa le mie brame statemi accanto quando anch' io non mi basto a sopravvivere non lasciatemi andare oltre i confini della notte da cui si torna come morti senza più niente altro in cui sperare o grandissime bugiarde, pescate dai miei nomi a piene mani finchè possa resuscitare a nuova vita come acqua dalle crepe della terra. Una, nessuna, centomila volte più di sempre.
Id: 42449 Data: 17/04/2017 22:52:39
*
Non fare tardi
L' aperitivo lungo, l' aperitivo cenato che sia un rito, non sia un rito, i tavoli all' aperto l' afflato della piazza, gli amici, i bicchieri a nastro preludio alla Pasqua dei nostri reati. Avere quel tipo di fede per cui non si va in paradiso per come ce l'hanno raccontato i nostri padri putativi. Parlare di tutto, fare proseliti al riso. Il vino, gli sprizz, gin tonic, fumare paglioni. Questa strana forma di appartenenza ad un tessuto sociale che resiste e si perde della stessa sostanza con la vita che scorre e puoi toccarla se hai dita abbastanza distanti. Perchè chiedersi di Dio senza farsi tanti sconti? Quando i complimenti fanno sempre piacere se qualcuno si ricorda di farceli. La stragrande maggioranza di questo tempo è una cuccia per coriandoli, un' arma da taglio senza manico. Ma non è mai troppo tardi per delle vene portanti vita che vive negli occhi. Sangue e lacrime dagli esordi del buio. Questa notte fonda che pensiamo come in luce, amare ed essere amati ancora in fiamme.
Id: 42425 Data: 16/04/2017 03:28:45
*
Una canzone metallica
E' una cospirazione questa sequenza di note e parole un attacco alla mia costituzione di base perdere la memoria senza mai cercarla e invece riaffiora una vita distante corrucciata come un volto di donna che si aspettava un bacio per le sette ma è mezzanotte e qualcosa non torna qualcosa non conta più e tutto il resto è un' onda sonora sconfitta delle tempie ancora in gioco. Il preludere all' apice è la forza degli assoli che si disperda tra le vertebre la fitta inflitta dai bassi corporei la batteria non batte un colpo durante l' arpeggio e la folla già applaude in coro. Poi canta e la voce graffia, ruggisce nella savana a mezz'aria dal palco. Tornare a quel tempo in cui si compravano i libri coi testi delle canzoni. Sarebbe da fare ai concerti.
Id: 42413 Data: 15/04/2017 03:54:22
*
Fuori controllo
Dal confine cui mi confina il sortilegio della Luna stasera è da lì che vi parlo, col sentiero delle mie parole ancora in volo tra le vene di Venere e le stelle più lontane di cristallo come a prati di galassie a piedi nudi pieno fiore il sipario appeso al cielo, delle cose e questo teatro dei pensieri che prova ad affondare le mani nella materia di cui si fonda: possiamo essere vicini o ai capi della corda ma qualche volta la voce la sentiamo, di chi ci ascolta e parla la nostra lingua e il nostro nome suona bene sulla sua bocca. Un richiamo per nature secondarie, fuori gioco una mano tesa nello spazio di una canzone alla radio una pubblicità ad una marca di foglie con gli alberi a trattenere il fiato dagli spalti e le telefoniste scafate da callcenter. Un preludio che ci avvolge nella speranza di grandi cose per un futuro migliore. O all' improvviso un dolore dal niente che possa tornarci utile per fare pieno centro e capire noi stessi. Preferisco non soffrire è una scelta da vigliacchi? Può giudicare chi ha perso tanto. Poche lacrime non contano versate dai santi in attimi di sconforto davanti alla televisione. Non essere cattivo vale per i matti fuori controllo. Qualsiasi allusione al sottoscritto è stata scritta di mio pugno perchè non riesco ad abbandonare chi sono? Sarà un fatto di ghiandole, di valvole, di usocapione. Con le vertigini ad altezza terra e sul livello del mare. Il vezzo della droga, il verso del cantiere per provare a uscire. La rapina a mano armata ma scarica la reazione compatta della ciurma di abbandonare la nave. Si confondono con la musica le belle immagini del film di ieri. Con due attori in stato di grazia e un regista morto in corso d' opera. Se ne consiglia la visione ai deboli di cuore. Agli aspiranti, ai tossici mancati.
Id: 42390 Data: 14/04/2017 02:06:47
*
Non mostravi a nessuno
Aspetta che si vergogni ancora un po' da sè, per il fatto che il reato sussista poi la prende per mano fino all' anima con gli occhi seri nel tentativo di trattenere le lacrime a pochi passi dallo scivolo teatro della sua prima presa di coscienza. "Ci vuole molto coraggio per guardarsi allo specchio con un bel sorriso". Una fede cieca a futuro dei figli. Un dio che non ci freghi propio sul più bello. E che possano mettere radici profonde fino ai confini del mondo. Altri pensieri soltanto, che trovano povere parole. Forse circostanze più faroveli, forse un corpo più bello... Ma la realtà si capovolge così spesso che forse anch' io è giusto che mantenga viva la speranza. Credere che sia possibile, nonostante l' evidenza dei fatti una trasformazione favorevole dello stato delle cose per poter sentirsi per pochi attimi, fortunati e come nuovi. In un girone fantasma di questo fragile inferno che sono gli anni passati senza amore arrivi una viandante dai modi gentili ad accendere la luna a portare l' aurora in briglie d' oro. Chiedere l' elemosina non fa di me un brav' uomo. E riflettere sul tempo si direbbe sprecarlo? Così prossimo ad una fine da scegliere il punto. Il punto preciso.
Id: 42357 Data: 12/04/2017 01:46:56
*
terapia scrivere
La peculiarità la forgia l' atomo, nel suo nucleo, di ogni martire. Sedotto peristaltico nell' atto d' immaginare un futuro fantastico scordò del tutto la possibilità d' incasso da una vendita lampo dell' anima e consegnò le vene di cristallo ad una lama fantasma, ad onor del vero di fattura tedesca, perchè le mantenesse integre, evitandole. Ma quando saremo pronti per il mondo? La forsennata ricerca di uno stato di grazia o la dolce attesa in fatto di ansie. La peculiarità la forgia l' atomo, nel suo nucleo, a tre metri di distanza dove vogliono essere felici fotoni le richieste del coro di aver rimessi i peccati dal perdono senza condizioni da parte di tutti coloro a cui hanno fatto del male. Senza nemmeno essere sullo stesso piano di coscienza ma per quieto vivere la stessa dimensione temporale. Chi mi minaccia? Ho delle foto su un altare che mi ritraggono dove la luce non batte, scalze le nocche e l' ombra confonde le immagini tra cui scegliere la versione dei fatti. Dove operavo la resurrezione dei corpi o sbracciavo la montagna da un cardine all' altro. O la pubblicità della birra svizzera da come si evince da una barba di circostanza e dal boccale in mano. La venuta tra gli angeli che cantano di avere pazienza dopo una fretta conquistata a fatica, modifica i piani. Terapia pubblica di un caso singolare un luogo comune, nel senso di spazio per tutti per sacrificare la statistica sul campo di battaglia e conquistare certi attributi necessari per indagini a più ampio raggio. Come per esempio sull' amore di una compagna l' altra faccia della luna, il carosello dei pianeti quell' affatto secondario mai dire mai e non promettere niente, nemmeno in punto di morte o con le mani legate per amore dei nodi. La verità la consumino in pochi, io mi accendo un' altra sigaretta, mi accetterò la prossima volta. E invento poteri speciali da conservare intatti per altrettanto speciali occasioni connubi, tolleranze, divisione dei beni. Possa non lasciarmi mai tutto l' amore tuo per me seppure lo neghi, Amante Universale eterna vita, eterna gioia, eterna pace, cui presto fede.
Id: 42256 Data: 05/04/2017 01:12:49
*
Anche questa volta
Si disgrega a malavita la cordiale quintessenza del meriggio un buonasera lanciato dal finestrino di una corsia d' emergenza. E cos'è che più emerga dalla foce del mattino se non un sole a capolino quando albeggia? Questi timidi e prepotenti raggi d' aranciata sanno colorare anche gli occhi più antiquati graffi e morsi finchè il cielo non divarichi le gambe. Che violenza di cui non ci si accorge che per piccoli olocausti! Una pioggia improvvisata sopra la danza degli umani, una risposta screziata del rancore dei codardi, con l' azzurro bruno dei tuoi occhi. Fino a sera impareremo la congiura del sonno ad inoltrare ma la notte veglierà i miei confini mentre dormo e sogno con il patrocinio della sorgente primaria dell' inconscio e verrai a trovarmi anche questa volta proprio tu che nella veglia non mi vuoi e non ricordi. Cortocircuito della membrana cerebrale. Un reale che si scioglie in mille ghiandole. La versione declinante che mi assale quando sole sfogano le valvole.
Id: 42235 Data: 03/04/2017 16:12:47
*
Troppo di me
Quest' illusione che le nostre parole s' illuminino fino a pianeti di distanza questa stanza che trema in nostra presenza sarà la droga, chi lo nega, di Stato in stato o la frequenza della musica alla radio. Ma la vita mi scorre nelle vene a una velocità che mi piacerebbe inarrestabile, adesso fino a scoprire il segreto di tutte le cose. Lo so, sto esagerando ma lasciatemelo fare. Come parlassi a chi ha voglia d' ascoltare. Per un attimo gli occhi degli amici brillano come quelli del tuo cane e capisci che non ti potranno mai abbandonare. Poi s' abbassa a tre metri d' altezza il tuo campo d' indagine e inizi ad avvertire quella strana sensazione di tornare con i piedi per terra. Ah, la vita mi fa a pezzi! Mangiatene tutti, questo è il mio corpo in remissione dei peccati! Sentirsi GesùCrsito pochi attimi e per tutta la vita giudicati, la consegna delle armi. Altro che voli pindarici, pregiudicati omerici edipico-amletici pretendenti al trono. Di solito parlo poco e mi fanno prigioniero. Come stai? Non mi posso lamentare. Anche se poi magari lo faccio per vie nemmeno troppo trasversali. E risulto antipatico e rimugino e smetto di ascoltare nel bel mezzo di un dialogo. Che pessima figura che faccio ogni volta che mi chiedi se mi ami. Ti direi perdono se non fosse che non so chi sei. Sento che scorre dalle tempie, si trasforma e sulla punta delle dita ancora non può essere. La mia lingua infinita sul tuo povero ventre le cosce, i seni, il collo la fessura delle labbra benedette, la tua saliva ed il mio seme per ricordarmi come ti chiami e l' avventura che ci compete finchè siamo umani le parole a capo tavola. Ma io già mi trasformo in un vecchio saggio senza voglie è sufficiente che mi guardi allo specchio per ricordarmi di non essere fatto per soffrire. Sono troppo debole. E poi parlo troppo di me ma per paura di esprimermi Com' è difficile la sospensione del giudizio. Basta capitarci. L' occasione fa l' uomo atomi.
Id: 42207 Data: 02/04/2017 04:31:57
*
Lieti fini
Mi ha forgiato il nucleo ottuso della caldaia sanpietrino a portata di mano per il lancio nello spazio ho concluso vostro onore la mia arringa al fatto quotidiano si adagia prontamente perchè finalmente si concluda per la mancanza del reato un giudizio a porte chiuse che mi vede delicato fantasma per le stanze. Un altro quando, in un tempo confuso su un pianeta sconosciuto, fui musico e cerusico per vivere nottetempo le mie brame a cielo aperto con le stelle nelle vene ad ogni sorso di buon vino per fare del destino quella spiaggia desolata cui si allude nelle storie di arrembaggi ormai alla fine. Ma se vuoi puoi contarmi le cicatrici come nei film di squali di una volta disegnare la mappa dei miei tentativi di fuga prescrivermi le tue labbra come cura. Si scherza, si fa per gioco, il coltello nella piaga non giustifica il martirio della lama quando la carne è guasta di attraversi e tutto il resto arrugginisce al sol della calda primavera. Fosse stato almeno ieri il giorno di una vittoria immeritata! Ma continuo a perdermi la vita nei passaggi di lato che non solcano il traguardo nelle porte inviolate dei campetti senza reti. O una patria che gonfi il petto un mondo nuovo che si avveri lo stato di allucinazione in cui tutto convenga piuttosto che morire volentieri. Si, i fichi si faranno sulle piante circoncise e torneranno i calabroni a cadere nelle trappole appese ai rami ma io e te da quali sbarre ci godremo lo spettacolo? Quale pioggia di gabbie, quale grandine di chiavi? Per aprirsi ancora come fiori.
Id: 42173 Data: 31/03/2017 19:03:02
*
Per stanchezza
Se guarisce smette cicala col sole le parole nella corteccia il bosco di buon umore la volta che volle ricordare il percorso la casa del padre che galleggia nel porto l'assetto da combattimento il cuore al solito posto la feroce vendetta del tempo di cui si prese gioco il sapore del vuoto il colore che prendono i suoi capelli al tramonto la vena mansueta sul collo uno sbattere di ciglia nel castello le carte in tavola e il respiro trattenuto nell' attimo prima di far cadere una virgola il supremo sacrificio di un raggio di sole le parole nuove che le vorrebbe dedicare la fase del lutto protratta all' infinito i sogni riposti nel cassetto sbagliato la voglia di fuggire lontano il ritorno di fiamma di sola andata la fatale scelta sbagliata smettere di scrivere per scrivere crescere, finalmente, senza invecchiare tutte le cose per stanchezza dell' essere.
Id: 42154 Data: 30/03/2017 01:03:09
*
Riserva Indiana
Suona falsa la mia domanda sull' orlo di lino che danza alla cruda musica del primo mattino questa via che credevo solitaria mi porta in casa ogni giorno un nuovo inquilino, che sono io? La tua gonna. Sotto mentite spoglie? Capisco la difficoltà di vivere di frodo ma non vedo perchè resistere all' evidenza dei fatti, una resa dei conti spostata in avanti di pochi attimi per cambiare il futuro. Per cedere di schianto i propri ricordi, per dedicarsi anima e corpo a convincere il proprio destino a diventare Universo, per gioco almeno una volta ogni tanto nella vita. Nel sogno americano praticamente diventi un marchio se tutto va secondo i piani Invece io da quando non dormo preferisco gli indiani.
Id: 42135 Data: 29/03/2017 01:00:32
*
Rinunciare
C' è cosparsa nell' aria un' antica tossina che a primavera risveglia i fondi di bottiglia le conchiglie d' avena. Le spiagge del mattino sedotte da stoviglie e lavandini servono la colazione ai campioni del giorno dopo in coppe di cristallo, su tovaglie di scontrini fiscali. Ha ancora un senso non amare. Per giunta dimentico il tuo nome dietro gli angoli più bui perchè non hai fatto lo sforzo di sfilarmi dai tendini? Da quando ti conosco non c' è più un cielo che si avveri. Tra torri di cobalto si avventano certe aquile che ho visto in un sogno di cui mi credetti prigioniero poi erano solo pochi secondi di veloce vibrare. La frequenza della materia non attraversa se stessa invece lo spirito entra ed esce. Comunque le nuvole lo sanno quanto l' ho pensata tanto da regalarle altre vite oltre a quella che indossa sotto la pioggia. By By BaBy, di schiena lungo la strada a fare le fusa al tramonto la scusa del sole per voltarsi dall' altra parte. Come mi consuma questo tempo sospeso mi potessi ricordare idi di marzo. Mi adopero per vivere felice e tu ci riesci meglio senza di me avvalorando la tesi di chi compie sempre le scelte giuste. Donami oh signora le orbite vuote degli assenti le precedenti prime volte degli abissi la sostanza permeabile della tua carne il rispetto della tua anima ruggente. Da domani giuro cambio, tocco il fondo. Quel buco nero lo fecondo col seme della mia fantasia. Le stelle chiamate a testimoni mi dirannno ubriaco. La condanna del pascolo in alta montagna mantenere la calma davanti a un branco di lupi i grigi canili di creta riarsa la calamita oceanica i pensieri che prendono il controllo la parsimonia con cui la volontà si spreca in meraviglie il furore del popolo che viene da molto lontano la voglia di perdersi nelle parole di chi ne cerca il senso profondo senza esserne all' altezza. La mia storia data in pasto a chi ne ha fame la paura originale a cui vado incontro bisbigliando della morte la mia festa al nulla, nuziale quanto chiederle la mano feroce falce di luna che simula un taglio nella notte senza sangue. Poi, verso la fine ma prima di morire, sussurrarle t' amo. E ad un certo punto non pensare più, scomparire.
Id: 42083 Data: 25/03/2017 03:04:51
*
Telecomando
Chi si vende alla materia? Questo spirito di plastica a chi riconsegna le targhe? Manufatti dell' epoca opaca industriale di matrice fantasma. Se le rette parrallele s' incontrano all' infinito chi rimane di guardia? La storia triste di una banda di strada. La fonetica di gomma delle tue labiali la cosmetica erotica di un rapporto orale la componente comica, il particolare. Se sopravvaluti i fatti alla luce del sole perchè il buio mette fretta? Su questo non ci piove. Se stai dormendo non conta. I sogni che fai ti compiono mai? E tutto si trasforma? Quello che vuoi ma nulla cambia. Una trasferta all' estero, alle porte di Amsterdam per stare seduti a fumare tutto il tempo come in ogni torneo che si rispetti winning eleven in quindici negli anni di ghiaccio. L' incontro fortuito. La capitale del Mondo casa sua. Devo andare per fiaschi devo andare per botti devo andare per boschi devo andare per fiordi devo andare per grotte devo andare per fiumi devo andare per correnti devo andare per piume per campane tibetane devo andare per luci devo andare per ombre delle stelle più lontane. Così si cosparge il capo di cenere per aver troppo osato, l' ultimo degli stronzi. Coi Moicani alle calcagna nella scarpata dei ricordi. I fucili, le armi da taglio. Il bersaglio mancato nonostante la vista da falco. Ma quanto ti fai il fregno amico mio? Io? Conduco una vita solitaria. Ancora mi abbandono al telecomando.
Id: 42069 Data: 24/03/2017 00:43:48
*
Tutto è relativo
Tutto è relativo, tutto è relativo la cruna dell' ago, il solstizio fantasma chi se la scampa una santa inquisizione? Un rumore per caso, una coincidenza di troppo. La mente vacilla, le chiedo perdono se approfitto di lei. Chi sono, dove mi trovo e tu che vuoi? A chi tocca dopo di me? La luce che scalda il mio cuore è il riflesso di chi? Perchè non voglio tornare a spargere fuoco sulla collina? Ah frocio! Siamo tutto, in piccole percentuali che possono variare. Così io sono un po' te e tu sei un po' me, chiunque io sia vale per tutti. Gli scherzi d' autore fanno spettacolo. Mi piacciono le donne ma chiedo troppo mi manca il coraggio e la funzione del corpo. Dovessi chiedere aiuto, mi rivolgerei a un mago o magari una fata. A scanso di equivoci mi masturbo pensando alle vostre mamme figli di puttana. Scherzava virile, la mente fertile, mentre creava ignoranza. Aspettava l' assetto, l' eco da camera scrive poesie, l' amico e se ne vanta. La furia cieca, la faccia di bronzo l' ha frodata di rango. Dove ci vogliamo incontrare, a quale livello della storia? La fantasia galoppa, circondatela! Stanotte mi sento più corallo che altro più lontra del solito. E la guardiana del bosco ha orecchie a punta e seno tondo collane alle caviglie che suonano quando cammina. Non per questo me la dà. Sentivo che ci sono cantanti che diventano famosi senza parlare mai di sè ma alcuni dubitavano che potessero esseri definiti cantanti performer era la parola. Al bar. Fedez che s' era venduto e cose del genere quanto vale una parola. Selvaggia Lucarelli, Paola Perego e l' abbronzatura di Diego Abatantuono e alla dodicenne fatta a pezzi dall' altra parte del mondo non dovrei chiedere perdono? Gli spicci per il carrello al negro di turno. Quando sono stato negro io le catene erano di piombo! E altri convenevoli. Brama ma è tutto relativo. Questo giovane uomo dal fiato corto. Non sono io, io sono a cantare con Ivan Graziani. Mio padre fermo sulla spiaggia, le bestemmie, il suo dolore. La fine che fanno i sogni quando non sai quello che vuoi. Schizofrenico ma è tutto relativo il numero di segni sui polsi, i vari tentativi di capire Il senso di Smilla per la neve. Vado dove? E non so cosa mi porta. Sarà la musica, l' aria che si respira nella mia stanza ma la convergenza degli atomi mi sblocca la strada poi s' abbassa allo stato brado, il volo radente del coguaro dai denti a sciabola, non sono sempre immagini di prima grandezza ma se non trovi il finale devi continuare a cercare nella savana, l' erba alta, il pugnale, il fucile carico il dizionario, la bibbia da tavolo. E poi mi stanco e ho voglia di andare a capo. Pigro. Adesso vi vengo a dire quello che voglio. Ma abitate sempre troppo lontano. Le scrivo una lettera indirizzata a nessuno. Così prima mi riposo, poi, forse, lavoro. Soltanto un po' più veloce di un fulmine. Soltanto più blù.
Id: 42055 Data: 23/03/2017 01:03:05
*
Sensi di colpa
Cosa respirate a fare? Non vedete che il mio amore è morto. Non avete alcuna pietà, se ve ne importasse qualcosa abbandonereste di corsa la vita. Invece continuate a consumare le vostre primitive prime colazioni. Mentre il mio amore giace sul letto del fiume. E andrete al lavoro come ogni altro santo giorno a imprecare nel traffico il vostro servile servizio. Ma il mio amore è morto, non canterà la canzone del solstizio per farmi addormentare stanotte non cullerà le mie tempie dopo che il mondo si sia allontanato da me. Non fermerà più l' apocalisse del tempo tra le sue braccia nuziali al collo le ghirlande che raccolsi per lei. Cosa fate invece di odiarmi? Pazzi! Sacrificate ancora sugli altari quando il mio amore è morto e l' ho uccisa con queste mie mani che mi tradiranno per sempre il vento bisbiglierà il nome del colpevole tutte le volte che tocchino qualcosa il mio, che le tengo legate dietro la schiena dall' istante dopo a che le ebbi strette sul suo collo d' argilla. Fresca fontana di vita estinta. Perchè ridete? Il mio amore è morto ed è solo colpa mia. Tutti sapete cosa ho fatto, perchè non venite a bruciarmi sul rogo? Assassino, assassino, sussurrano sulfuree le santissime serenate del sole negli ultimi raggi serali. Cosa ho fatto? E perchè non muoio? Ma forse è solo un brutto sogno e lei mi starà aspettando. Dev' essere così altrimenti perchè non penzolo da una corda? Oppure, oppure sono già morto e questo è il mio inferno. Per saperlo mi basterà versare in terra il siero velenoso delle mie vene? Presto un coltello, una lama nazarena, una superficie affilata. Adielle, A di elle, adieu, un coro di voci da dentro vi prego basta! Mi scoppia la testa. Confesso, sono stato io, con queste mie mani a strappare le ghirlande dal suo collo! Venitemi a prendere! Adesso o sarà troppo tardi per tutto ma ancora non si vede nessuno nella carogna del giorno che fuma.
Id: 42041 Data: 22/03/2017 07:11:20
*
Senza pretese
e si comincia da una conscia stretta di mano allorquando il sodalizio della contumacia viene meno alla fine del viaggio randagi quanto vogliamo, quanto vorranno i nostri custodi per tutto l' oro dei loro piccoli mondi; è come se non conoscessero mai la neve il mistero dei fiocchi che maturano al vento e conservassero quello speciale sensore del bianco per le sole pupille scordassero la voce del padre al mattino dopo una notte di rimproveri. Ci hanno portato sulla cima del monte metà del viaggio, in quanto il traguardo lo si taglia tornati a casa. Ma non è cosi che te l'immagini, è con le braccia tese sollevate in aria. Sei passi al minuto. L' ossigeno da contare. Quanto vale l' immagine di un orizzonte che curva con le sensazioni che include. Si può parlare di sport e anch' io voglio vantarmi dei tempi che furono scaglie di pesce. Dove mi porta questo odoroso fiume? Un mare di merda, una stella cometa, un tempo che non si ferma nonostante l' abbia aspettato. Dove ho creduto di esserti vicino ma la distanza dalla Luna non cambia per questo. E poi trattenere il respiro prima dell' onda. Per avere quell' effetto che a dirsi non conta. Ogni promessa che infrangi, una pacca sulla spalla del tuo miglior benzinaio. Poi un' altra estate a gonfiarti le vene con la testa leggera di noi che non esistono affatto se non in un mondo di carta. La facilità con cui tutto si compie mi svuota la sabbia della spiaggia fatta per le orme se si bagna in tempo. Lo sproloquio, la vergogna di mostrarsi che c' è subito pronta una maschera da indossare. Tutto questo unico, inossidabile passare, trascorrere alla portata di tutti. Che nessuno lo sa. Ammaestrare sarebbe docile, abbassate le guardie. Ma la scorza del tempo è un' altra corazza una spada di Damocle. Anche se saremo in due per non farmi scappare ci vorrà tutto il tuo coraggio. Una roccia friabile che non consenta imprevisti ancora non rotola a valle. Per risultare ridicolo affronto le scale le scalinate nuziali. Mi pento di essere grato di essere venuto al Mondo un sacco di volte in un battito di secondo. Parlando facile al cospetto di dio o da solo come un matto. La voce alta che s' arrampica. Dal controllo nasce ogni forma di resistenza la luce annuisce nella stanza.
Id: 42000 Data: 20/03/2017 01:56:24
*
Guardare avanti
Fare i conti con la realtà necessita di una beatitudine stato di grazia a conclusione di un percorso che ti conservi lucido nel giudizio e le cose che ho e che non ho mi prestano le parole da poter dire finchè non le perda di nuovo e la realtà è che le ragazze che ho amato hanno entrambe scelto di vivere delle vite in cui non c'è spazio per me fin troppo generico costrutto, piuttosto melanconico, a statuto debole questo rimpianto immacolato. Amare ancora non sarà la cosa più facile da fare con l' aggravante di non essere perfettamente amabile ma quel cuor di leone che mi trovai a mordere tra i tuoi seni segnalibro in pelle nuda per la fessura delle cosce mi ricorda che lo trovai impossibile prima che volgessi le pagine e sono arrivato lo stesso all' ultimo capitolo. Quindi anche adesso si compone una lunga estate dopo un ineluttabile inverno e la preziosa seconda fronte che baciai mi porta consiglio: non temere, arriverà anche per te il fantomatico sodalizio quella gerla di nocciolo carica di frutti a forma dei tuoi morsi. Senza brame naufrago al mio capezzale così che solo certi miracoli possano approdare alle sponde del sogno. Oggi che diventi madre per la seconda volta mi lascio il passato alle spalle e questo futuro che d' incognite si compie avrà spazio fertile per le mie ghiandole. Vorrei una compagna con cui compiere ed essere compiuto se solo provassi a volere ancora. Quella follia che mi rivela per quello che sono negli occhi di un' altra. Una tiepida via di fuga. La lettera scarlatta di uno stato di coscienza condannato per eccesso di fiducia a fare i conti solo con se stesso. Dov' è il plagio? Il privilegio? Nel falsificare ogni torto e ogni ragione a forma di possibilità. Per cancellare questo oltraggio, che diventi un mai e questo mai, un mai più. Guardate cosa mi avete lasciato una ragnatela di vene interrotte. I vostri nomi sui polsi da conservare più per i postumi che non per i posteri ogni volta che sia più ardua la sentenza la colonna sonora delle mie sbornie. Costi quel che costi tra le costole.
Id: 41990 Data: 19/03/2017 04:51:02
*
Fino a dirsi inutile
Alla conquista di un pianeta da percorrere si propagano le tue parole invulnerabili ancelle segrete e despoti di un pensiero primario filoconduttore, che tutto è amore fino a che nessuna prova a favore possa sostenere il contrario e quando uno muore fa quello che vuole in un' altra dimensione dove tutto è più bello. E si vive per sempre sfruttando una clausola di quell'antico trattato che dicesi patto o libero arbitrio non mettere il dito, non pensarci neanche. Ma le stanche clavicole del carro del sole cigolano al vento senza nessuno che tiri la corda. Perfino spezzarla sarebbe di buon auspicio. E l'auspicio appeso al collo a mo' di forca. Poter dormire di notte, questo si, un grande pregio per chiunque. La sigaretta si spegne tutte le volte che ho appena perso l' accendino e le palpebre si chiudono. Dirsi addio sarebbe inutile. Saremo cenere fino al mattino.
Id: 41955 Data: 15/03/2017 23:32:21
*
Canzone dei doppi vetri
Oh, avere bisogno di che? Gestire il frangente con tutta la grazia circostante l' effetto serra di una bellezza collaterale e avere le palpebre solo per tornare a guardare le albe che fanno male agli occhi. Coricarsi sull' orlo della gola dove gli urli trattieni a fatica per paura che ti sentano i tuoi atomi nascosti nel midollo i nuclei. E svelare a te stesso che sei ancora capace di gridare a squarciagola nella notte che infuria la sua parte sul palco della memoria. Eppure certe volte quando piove avresti ancora voglia di morire per qualche secondo. Così mi ardono e io consumo insieme a lenzuola di cartone cantando la canzone che mi hai insegnato per pregare. Sarà il vetro che si appanna a far sbiadire le nuvole nel cielo ma le tue dita che lo sfiorano sembrano avere poteri magici. Come m' inganni mia signora dei clandestini! Quanti mari hai diviso prima di tornare intera? Integra in te la fortuna negli amplessi dietro doppi vetri. Quando sospesero la luce per abituarti al buio mirasti al cuore come bersaglio e il veleno fece il resto. Il crocifisso di traverso e un pezzo di manzo in mezzo ai denti. La disperazione che la prese puoi capirla solo da immortale. Tutta questa storia delle ali per volare è immaginaria, in realtà basta abbandonare il proprio corpo e non aver paura di allontanarsi da esso. Così mi ardono e io consumo insieme a lenzuola di cartone cantando la canzone che mi hai insegnato per pregare O tornare in orario per la veglia secondaria. In cui tutta la realtà prende coscienza di essere stata abbandonata alla nascita e morire è solo andare da capo. Cercare il verso delle fionde in mezzo al bosco è un ricordo di gioventù e nello specchio vedo un vecchio di mezza età. Potessimo, solo con un pretesto, catturare la natura fragile di un amore sognato sarebbe vietato scoparsi l' anima. Così mi ardono e io consumo insieme a lenzuola di cartone cantando la canzone che mi hai insegnato per pregare Mi diverto moltissimo qui così mi addormento sulla sedia davanti al computer Io chi?Poi ed elenco le mie solitudini quando sul più bello mi danno fuoco certi rigogliosi figli del potere che per guadagnare spazio chiameremo bullismi con le mani sui fianchi e la cena in tavola un posto a sedere della distanza a misura per i nostri decibel. Volevamo solo riscaldare un barbone la loro ultima dichiarazione spontanea. Benzina sulle lenzuola di cartone tirate fin sopra la testa.
Id: 41900 Data: 12/03/2017 03:45:49
*
Fin dove cè spazio
La promessa genealogica del sonnambulo al sol leone di non temere dell' ombra fu bisbigliata nel cuore della notte all' orecchio della giovane donna che tremò di piacere per l' aria fresca dalla finestra socchiusa -ogni rimorso è un grandangolo per l' osservazione di massima- e toccò il vetro confusa dal calore percepito al tatto con occhi di ghiaccio. La versione per bene di una regina fantasma. La sfacciata pretesa di una vita felice. Col cuore in gola fin dove c'è spazio.
Id: 41882 Data: 10/03/2017 01:45:07
*
Un falso allenamento
Non ha bisogno alcuno, quel tipo di uomo che non chiede perdono di un sentiero sicuro che lo conduca in fretta a casa. A pensarci bene qualcosa gli manca un imprevisto di donna che assomigli a lei morendo un po' ogni volta prima di andare a dormire. Cuscini trasparenti di ogni cruenta vittoria sogni d' oro mietuti in cielo certe nuvole da non confondere coi pensieri che avemmo da eroi sul ciglio delle ghiandole, quando la lucerna del sole aveva raggi attici da non evadere con la qualifica lunatica di una sostanza di passaggio ma vere prove dell' esistenza di Dio celebrate in due brevi atti di trentanove parole ciascuno atti degli apostati. Spostati di professione, cinici, bari, volume uno. Se fosse la cosa migliore mai capitatagli quella storia di vene, lame e nuvole. Vivo la mia sacra borghesia come indosso un cappello apotropaico. Sconfino nell' esodo quando scappo, altrimenti fuggo. Mi ritiro. Vado per pozzanghere. Cosa mai mi avrai dato tu? Che io non possa darti indietro? Questo dorso purosangue di cui ancora mi ricordo. E' fuorilegge la poesia, consumata in etere. Venerea, siero antivipera, rete da boia. Con distacco mi avrai dimenticato, nei miei sogni di gloria la persistenza mi ha cancellato la memoria e lasciato solo smog.
Id: 41867 Data: 09/03/2017 00:34:53
*
Ore da mercante
Fermarsi a leggere le cose come simboli sarebbe già un passato avanti mi sembrò un concetto facile da esporre in piazza d' armi lo scorso compleanno. Eppure qualcuno se ne avvide in confidenze non del tutto neutrali e la stagione successiva trovato il bandolo prima della matassa convinse un olocausto a inginocchiarsi ai piedi del pianeta testimone di esseri umani, un solo grazie di partenza per la spinta e la vicina discesa, a dondolare. Di lì in avanti, fino a contrarre un ' Afrodite in orbita durante il soggiorno sulla stazione lunare, per poi, decrescita felice, sciogliere i nodi, i debiti con le nuvole, in un cielo autunnale, con i fuochi sulle colline e le mani nel sacco. Se mi ricordo bene e il fumo mi avvicina le stime di quei tremila anni di vite clandestine che ancora mi confondono non vedo le cime ma se mi volto lo spettacolo non è male, poi mi sparo poi faccio qualche foto al porto, poi ,di rado, ti commuovo più spesso ti faccio pena e io sai con che mi consolo? Sono pieno di vita. Ho una pesante zavorra. Una fame malata di anima da corpo. Ma va a cagare morto di figa commento di un certo livello sulla pagina da diporto. Un karma fatticcio, un' eredità scomoda che per giunta non mi rende speciale in alcun modo. Solo malato, solo sfortunato, geneticamente più debole votato agli ergastoli non essendo mai colpevole. Forse complice, un destino beffardo poche tregue, una fede di basso livello, un credere al sangue dalle vene. E la visione delle pozze è un altro mondo che nasce e che muore per una sola visione per cui valga la pena conservare memoria a furor di popolo, una morale della storia che non chieda perdono a nessuno, nonostante le voci la vogliano fuori controllo, come il primo addio di Eva ad Adamo per poi alla fine non lasciarsi per sempre. Tornano i conti a fine mese? Adottiamo un cane. Ci rendiamo la vita più felice o meno felice con quello che accettiamo di fare. Per me? Una famiglia a Natale. Dei coriandoli, un po' di riso in bianco un restauro integrale, quindici anni in meno che faccia ha fatto la prima volta che me li sono fatti a zero? Quei boccoli d' oro, aimhè, sto fuori di coccia, creatura randagia di taglia media con pancia gigante. Doverosa l' anestetica in certi confronti. Politicanti. politici, servi dei servi. Se si salva qualcuno, presto ci salvi. Zero in condotta, parole di miele ma l' alito pesante. Così si presenta dopo vent' anni quel famoso conto da pagare per cui facemmo entrambi orecchie da mercante.
Id: 41849 Data: 08/03/2017 02:10:05
*
A voce altra
Chiuso il tempo degli addii tra la fermata palo bel vedere e la pozzanghera gruccia arcobaleni, ho dismesso il mio posacenere tra i piccioni randagi dove le margherite si salvano da sole e un piede, ancora in quale fossa, mi appartenne per i lacci alle calcagna, decide ancora dove andare, tutto e niente, con un piccolo balzo, o strisciando la suola come un tango, per controvertire a una breve frattura, la languida predilezione dell' anima, a farsi tua da un po', così di tacco ricuci un taglio, ti dimentichi che uno spacco sanguina e conduci la bella addormentata dove vuole che vada, tra un film in saldo, una stazione della metropolitana e un filo di gas. Sul tuo viso tutto l' orgoglio dei tuoi trucchi d' altura. Gli zigomi a quattro quarti, le labbra sedotte, mai più tue, gli occhi sforati da olocausti messi al muro, le dita di plastica con le unghie morse di fabbrica per un effetto vita spezzata da Barbara D' Urso. Se uscisse un po' di sole in questo raffreddore pianterei un fiore nei nostri polmoni. L'innesto a baionetta, la testa sott' acqua. Radici a boccheggiare. Parole in circolo prive di un vero senso di percorrenza. Una foto in bianco e nero sullo specchio del tuo camerino. La luce tremolante di una logora lampadina. La fatina delle imboscate a scegliere la vena migliore per l' ingaggio. Tutto questo oggi postumo così ben lubrificato da poter essere mandato a memoria senza lo sforzo di ripeterlo a voce altra. Così, bene in fila per la rassicurante pacca sulla spalla.
Id: 41806 Data: 05/03/2017 11:07:46
*
Non conta le ghiande
Il tempo non conta le ghiande cadute a terra come un tubo rotto che perde acqua allaga il fondaco dello zio d' America. E' una mente aperta all' energia e permanere è la sua corsia preferenziale specialmente se a tornare indietro sono solo poche vene contro sangue, mentre tutto il resto avanza dissimula un equilibrio gravitazionale. Un flusso di coscienza la quarta dimensione entro cui lo spazio ama e prega le sue molteplici variabili di trovare la combinazione per la grazia necessaria a realizzare piccoli miracoli imperturbabili. Così siamo unici e irripetibili incarnazioni di un' unica scintilla d' anima da cui avemmo origine prima del tempo. Quando tutto era possibile, anche che accadesse un bel nulla.
Id: 41782 Data: 03/03/2017 08:02:21
*
E tu non parli mai
Nell' abisso cerca il tuo dio nell' abisso, cerca se vuoi trovarlo chè nelle stelle del cielo se ne sono persi gli atomi e li stiamo ancora cercando. Il forse, quel magico forse che ti fa ancora sperare rinsaldi i cardini della tua schiena bifronte le ali spiegate della ciurma al comando un solo padrone con vene da schianto e ventre perfetto per partorire la figlia di dio, un nuovo pensiero, più sognato che altro. Commuoviti amore mio o devo tirarti i capelli come quando ancora giocavamo? Quel teatro delle ipotesi da recitare a mente. Cerca dove ci vuole troppo coraggio per cercare, per un cuore spezzato. Oppure ridi di me con le tue amiche fidate, di nascosto da tuo padre. Anche solo un secondo che passo in più ad immaginare, è più forte di me, mi cava una parola dalla bocca dopo l' altra mi lascia tra le labbra un sorriso senza denti. Per essere povero di spirito. Di nuovo conserverò l' istinto di restare immobile. Diventerò solo io, solo io, io solo e mai più, una volta per tutte a te distratta, dal vento che ti muove lontano da me per un' altra vita ancora. Aspettare senza tregua che il mondo capovolga. Restare in piedi è sempre stato il tuo marchio di fabbrica mia colomba degli allori, Musa clandestina, bottino dei miei occhi soltanto. Esplodere nel cuore, ghigliottina da coriandoli pezzi sempre più piccoli che passeranno nella cruna dell' ago uno per volta. A prima vista morirò. Ma scavando più a fondo trovammo l' acqua in riva al mare trent' anni fa. Chi mi supera, chi conserverà memoria di me? E non ritornano più certe sensazioni perdute "come lacrime nelle pioggia alle porte di Tannhauser" e tu non parli mai, me lo dici in confidenza che non m' ami più. Dimentichi il mio nome, mi confondi con quello che vuoi.
Id: 41724 Data: 28/02/2017 00:43:04
*
Sabato mattina
L'inversolabio, il labiale venerabile riconducibile ad un solo soffio delle labbra in sillaba, posta postuma tra due virgole e un accento folgorante di pupille, d' inguine, il moto rotatorio, orbita di quattro stelle interrotte sull'onda di un'incognita.; punto e punto e virgola a un incrocio d' asfalti quello che più tiene la pioggia, l' arrotola in strali, in raggi, con dita prensili di cicala, è la strada più sicura che percorri senza rotta ma la musica di allora è un disco rotto, poi quando, forse, ci si scopre di nuovo a trafficare con l'inconscio, si rende grazie o l'anima a dio, per un tipo d'amore lasciato a morire. Ed è troppo tardi, nonostante ripercorri tutti i fili delle trame che sognasti, prima di diventare altro da quello che eri destinata ad essere, secondo i miei calcoli sbagliati. E' l'eterno che s'avvera in pochi attimi, distratti, di cui non terrai conto nella somma dei domani. Dove gli argini di un ricordo sono di troppo, non fossero che traguardi sull'orlo di un oblio. E quel ch'è mio è tuo e quel ch'è tuo è mio se lo credi vero chiudendo gli occhi e sussurrando che mi ami. Come se andassimo a finire in un posto segreto dove gli atomi fanno come i gatti e si rincorrono di notte mentre le persone per bene vanno a dormire, animali da somata e corpo umano. O i viaggi astrali non hanno temperature polari? Tanto a favore delle femmine da essere scambiato per femmina e non tanto a favore delle femmine da essere un vero maschio alfa. Perchè è in combutta con questo tempo, la voragine che si apre nell'anima poprio sotto le scapole, come previsto dagli altri che eludono quella stessa fine, battezzati in un fiume, presi dal tallone, come tanti piccoli Achille in cerca di perdono. Batte sul palato questa lingua. E io vi perdono, come fossi figlio di dio e ne avessi il potere. Contavo i giorni da lei in andirivieni, poi non venne più e mi arresi ai quattro venti rinunciando ai perchè come alla parte degli angeli. Quanto ho sperato che le stessero bene le mie parole mentre correvano sotto i vestiti. Una posa plastica, una rosa d'avorio, una parola buona, un silenzio d'oro: non vorrei morire nemmeno per un giorno, certi sabato mattina. E fossi pronto per la fine del mondo durerei solo pochi attimi respirando nell'abisso. Ma poi quella luce infinita che vidi mi condusse fuori e finalmente diventai un mostro, tra uno scroscio d'applausi e un rito funebre alla base degli occhi, dove bandirlo dallo stato delle cose. No way, il pregiudizio, di non procedere col rosso, superato dal carnevale dell'incrocio, dove ogni opportunità è un racconto letto tra gli equivoci e le maschere che indossiamo. Poi attraversare insieme il nodo slacciato, la cordiale cruna dell'ago.
Id: 41695 Data: 26/02/2017 04:41:14
*
Non credevo affatto
Qual' è la strategia del vento? Di farsi ricordare un attimo prima. E le foglie che fanno? Cominciano a tremare. A chi la racconti la storia che non c' hai rimesso niente? La versione dei fatti in cui ne esci a testa alta. L' immagine della sconfitta mi aspetta arrampicata sugli specchi tutte le volte che mi guardo hai voglia a pregare per la pace nel mondo non c' è niente che mi cambi. La stessa Musa dall' inizio alla fine serenata dall' inconscio, da fuori e da dentro. Per non possedere niente. L' aria da respirare e l' occasione di avere tutto dalla vita. Come un dono che non ti aspetti, che non meriti ma la forza d' urto di un ottimismo indomito ti fa accettare con il solito coraggio fuori luogo. Ma il reciproco sostegno, lo stile languido la bilancia su cui i nostri cuori patteggiano i piatti rende la passeggiata più sicura fin dove si scivola. Ma è rischiando di cadere che si saggiano riflessi ulteriori. E una via di fuga che si conosca a memoria. Lo spettacolo della vista comprende le parole come puoi sentire i colori, di un cielo acuto. Così sii signora del vento, bellezza. E mi censuro ancora molto. Non credevo affatto. Ma la notte riesco a sognare dove mi scola il cuore. Poi sbatto contro un altro muro. Spreco la possibilità di essere vivente prendo tempo per perderlo di nuovo.
Id: 41562 Data: 17/02/2017 02:48:50
*
Per i motivi giusti
Torna tutto daccapo ma è sempre diverso è l' impianto di una memoria vana. Ma che vuol capire il destino che si compie? L' insufficienza cronica dell' evidenza dei fatti? Il clandestino che crepita, la sagoma dell' ombra tra le scapole la verifica dell' acqua. L' inquilino che mi abita mi abitua a sopravvivere. Non è questione di metrica la sindrome neoplatonica di un amore d' agata, di ametista screziata, di una disgraziata anice stellata, via di fuga e prima volta a sindaco di Roma per il tempo vacuo dei saluti di circostanza dolci e deboli malleoli, la caviglia sottile colonna portante di una certa idea di gamba la grazia nel parlare, la calma, l' apparente leggerezza di un momento di pausa da se stessa. La voce fantasma con cui le parlo, da cui difendersi ad oltranza, finchè sia benedetto un mutuo soccorso diplomatico sparso nell' aria come pollini di stelle come il profumo della sua pelle, quando non ero più Gesù ma la finestra rotta, la porta aperta che balla sui cardini e provavo solo a chiudermi. "A chi sembrava romantico quel silenzio catartico?" Che errori di valutazione che ho commesso, Levante. Provo a vivere ma questa è la foglia e la mangio. Sarà felice quel giorno che ci vedrà immortali, che ci ricordino per i motivi giusti o ridano alle nostre spalle.
Id: 41496 Data: 13/02/2017 00:05:03
*
Dodici milligrammi
Dodici milligrammi, la pausa dei giunchi al vento inverte la clessidra delle sinapsi per trovare il tempo giusto quel requiem misto sangue con cui mi battezza la bicuspide delle valvole a sfogare, sindrome bipolare in dolce attesa. Per quanto sia costante il pregiudizio del mio inconscio paranoide mi cambiano in corso d' opera e lascio che la chimica rassetti la tavola con le briciole dell' anima da spargere al davanzale per quel pettirosso che ammaestro, ricattandolo con la promessa di un cibo facile, presunto sano nell' inverno degli addii che maturano la fame nelle fabbriche chiuse. Quante occasioni perdute non torneranno a gravitare tra le scapole e i polmoni, come respiri resuscitati per essere sacrificati poi su quali altari? Per la preghiera del vespro. La cardinale quintessenza del verso che rima baciata non volle più da quando perse quelle labbra. Labbra di donna, covo di parole, agguato di frasi in fiamme tana di lingua disumana. Vergine quanto basta per dir di no o di si, all' occorrenza svelata coi suoi arcani da colorare con le matite a ombre primarie che le bambine per bene danno in pasto ai grembiuli. E poi corrono in bagno a lavarsene le mani.
Id: 41449 Data: 09/02/2017 04:27:51
*
Da me
Poter tornare come a quando era ancora possibile che t' innamorassi di me e stavamo coi canestri di giunco per le trappole da gamberi al fiume. L' altra sera ti ho sentita alla radio che cantavi "La cura" e ho pensato che la stessi dedicando a me. Perchè la conduttrice ha parlato di empatia ma io si sa soffro di allucinazione della percezione e poi hanno messo quel pezzo che fa Alejandro don't call my name e allora ho capito che non saresti corsa da me. Un cuore che ho cerchiato tra le stelle una croce sulle vene il punto e a capo della mia educazione siberiana. Se non sono capace di parlare con te allora è più difficile e non suonerà la banda sotto al davanzale tirerò giù un vaso ogni tanto per colpire i passanti che non si stringono la mano quando passano.. Sacrificio di margherite per una giusta causa. Quanto male ci siamo fatti è un delirio di solitudini che tu hai saputo colmare chissà se ti amano ancora le foche ammaestrate e quelle vergini terre le tendine del bagno e la collezione di fumetti sulle mensole. Come quando ti prestavo il mio giubbotto perchè sentivi freddo ed io trovavo un altro modo per scaldarmi pensando che prima o poi ti saresti lasciata abbracciare da me. Ho perso la "donna della mia vita"? Il bastone nella ruota del carro. La catastrofe annunciata. La mia mente che sublima la colpa ed il peccato in una malattia che mi lascia steso sul prato a guardare le nuvole che passano per sempre nel cielo del mio rimpianto. Ti avessi preso la mano allora, senza dire una parola questi giunti di sabbia tenderebbero a sciogliersi nell' anima.
Id: 41362 Data: 04/02/2017 02:07:14
*
Vittima di un esperimento d’ingegneria sociale
Il ruggire spossato dell' anima il controllo a morirne le sorti. La famiglia fronteggia la trama della mia mente insonne. Fa quello che può, la madre benedetta sacrosanta ad oltranza ma il figlio maledetto lama e non l' ama e poi ancora l' ama. Fa parte del complotto? Al sicuro nemmeno tra le quattro mura domestiche. Mi leggono nel pensiero e non vogliono ammetterlo decidendo la lunghezza della catena che mi tira per il collo e m' ammaestra. Il mio veleno, l'antidoto che seducono non fa più effetto perchè non serve a salvarmi da loro. Dove finirò se non troviamo la strategia? La cascata rossa del cielo in fiamme la speranza postuma del coccodrillo in lacrime. Tutti sanno tutto di me e nessuno lo ammette hanno armi per distruggermi limitandosi a una subdola tortura. Per ora, che scocca di ora in ora il suo avvenire lungo la strada tra i cipressi maestri del cimitero terremotato. I mezzi di comunicazione sviluppano un nuovo codice d' onore: vedere e non essere visti come gli dei che si rispettino. Per cacciarmi le ossa dagli scheletri che tengo nell' armadio dell' anima. Riparte il ciclo delle convulsioni plastiche l' anatema lanciato alla spirale e ai suoi cardini l' onda dimensionale delle mie oscillazioni marmoree, catodiche suffragio universale dei miei colpi di grazia. Sempreverde ritorno in auge di antiche turbolenze dell' elica. Lo scrigno redento, l'assetto fortutito, variabile del mio spirito santo non trova pace e si dimena e graffia con le unghie le pareti del pozzo dove m'hanno calato per scoprire quant' è profonda la disperazione di un' anima immortale. Che futuro puo' nascere se il ventre del tempo presente è così greve? E potrebbero farmi a pezzi letteralmente, perchè ancora non lo fanno? Non compiono il miracolo della spartizione del bottino? C' è del vero c'è del falso. C' è del male c'è dell'altro. Chi sono gli esperti del settore? Le vene che scorrono, ragnatela degli addii le cromie della luce riflessa in suffragio di preghiere stellari. Questo febbraio boreale, siderale e bipolare compie quale retaggio di colpe passate? Le vite trascorse nel Golgota della memoria dimentica la croce sulla risposta sbagliata il tempo sprecato ad inseguire cazzate. Il tentativo vano di sfuggire alle voci con lame affilate la corsa nel fuoco per salvare il salvabile. La rivoluzione umana che si compie sulla mia pelle il messaggio lanciato da uno schermo lucente uno specchio a più dimensioni che intrappola e pretende salva e sorprende, amplifica di redenzione mitica. La contraddizione vivente, prostituta e vergine di una condizione di passaggio. Una trasfusione di sangue avvelenato. Una caduta nel baratro spezzato il cordone ombelicale. Un volo d' angelo in picchiata. Tutta la frustrazione per non riuscire ad usare un mezzo di trasformazione di Massa, questo corpo-navicella spaziale del mondo che mi circonda. La guarigione come lauta ricompensa e un avvenire migliore. Perchè sono così cattivo? Sono un mostro, mi odio la morte non è abbastanza e voi che dite? La vostra coscienza con quale voce vi parla? Voglio essere immortale senza più soffrire Voglio poter pensare e fare quello che mi pare senza pentirmi di niente. Dove nasce il pensare? Lì l'origine di tutto misura e gogna del Caos primordiale e dell' ordine perfetto.
Id: 41343 Data: 02/02/2017 21:15:22
*
Preghiera del brancolante
Energia dei Primordi che tutto hai creato pur non essendo mai stata, Legge delle Reincarnazioni Universali aiutatemi ad essere buono a non fare del male, conducete la mia vita verso l' Amore che tutto perdona per sempre e sa farsi perdonare Linfa di Linfa, Luce Pura di Pura luce estremo approdo di ogni vertigine perchè sono un brancolante, che ad ogni passo perde la strada di Casa e il senso della Vita Etica. (Anche chi come me non conosce dio e si confonde ha bisogno di pregarlo selvatico, almeno alla svelta?). Poi si va sul personale: Liberatemi dal male che mi maledice questa paranoia spaventosa o rivelate l' arcano che produce cambiando la realtà in mio favore o entrambe le cose.
Id: 41330 Data: 02/02/2017 04:24:39
*
Poche parole ho la forza di scrivere ora ma sento che devo
Si stringono attorno a me, per proteggermi da me anche se il mondo che disegno a misura della mia paranoia li coinvolge e mi costringe a dubitare anche di loro e loro lo sanno e mi abbracciano più forte, difendendo i miei perchè, questi amici in carne ossa e luce e sangue e morsa e vita e forza e voglia di darmi il meglio di sè. L' ho scritto male ma loro capiranno lo stesso.
Id: 41329 Data: 02/02/2017 00:13:11
*
Beati nel niente
E' come restare senza restare mai, certo le circostanze non sono favorevoli e l' uno e il due, la stessa sostanza del siero vergine che genera materia di Karma inconsulti. Ho bisogno di sferruzzare vermiglio, il baco da seta che ho ammaestrato vuota il sacco del mio alfabeto da quando è nato per anici stellati, la ragnatela dei cordiali vaffanculo che mi calo per l' alito. Ah, quella favola che mi leggeva mio padre prima di sognare: <Vogliamo fare un gioco? Domandò il ragno e mosse un passo, a chi è più veloce a calarsi nel vuoto? Il picchio beccò tre volte in un secondo (per insegnarmi il suono dei numeri sul legno) il corvo chiuse gli occhi (la paura del buio) l'orso scosse la testa spostando l'aria di due palmi il lupo ululò quella vecchia canzone mandata a memoria da quando la cantava alla Luna in trentatrè giri su se stesso ma la volpe, quella vecchia faina, non fece un balzo fino all' uva>. Versi barracuda chi si morde la coda? "Questo amore che c'è e non c' è come ogni Dio che si rispetti". Perchè dovrei accettare questo corpo se non ho la forza di cambiarlo? Veri barracuda, nei miei sdoppiamenti paranormali non ci sarà posto per Giuda. Anche se il dolore non passa continua la farsa lo so perchè immagino. "Nessuno mai è solo se stesso, nessuno è mai, nessuno è mai nemmeno il saggio" e fuori fa freddo. Di seconda natura, quindi di prima grandezza ogni destino che si compie, non solo da se stesso. Quant' è vero il moto degli astri su nel cielo dove ti senti forte, là consolati degli oltraggi. Questo esperimento d' ingegneria sociale farebbe rivoltare Tiziano Terzani? Nelle coscienze e sugli altari? Mi leggono letteralmente nel pensiero lo spogliano di qualunque mistero e non vogliono prendersi le loro responsabilità questi figli della simultaneità, fratelli della bruma e io che voglio? Nella mia stanza c'è Satana che invoca la legittima difesa, da quanto dura questa leggenda? La materia all' insaputa dell' uomo che la inventa. Sono al sicuro almeno qui tra i poeti? Tra le parole che conoscono il titanio che torna alla sua forma? Nella dimora del vento dei nostri cuori ardenti fatti a pezzi? Ho fiducia di essere buono, nel senso che lo spero. Per voi come sono? Io chi, poi, cosa? La reliquia fantasma di un essere umano? La luce del giorno mi renda il respiro il tempo che porti pazienza, mi perdonino gli amici perchè vivo e chiunque possa farlo. Il potere in più che avete per giudicarmi chi ve l' ha dato? Come avete intenzione di usarlo? Nel ventre di un desiderio, il rimpianto di occasioni perdute, beate del niente.
Id: 41308 Data: 31/01/2017 22:40:15
*
Il rumore dello zucchero
"Ti salveranno i poeti CristoSanto dal tuo vuoto cosmico figlio di un ventre che s' avvera senza peccato originale". Me lo scrissi tra trent'anni, a tre mesi quasi dal morire su di un pezzetto di carta poi rinvenuto in frigorifero. L' audacia prossima alla sera di farsi degna di pace il continuo contagio dell' anima in conto luce, il talento naturale, la padronanza della tecnica, l' errore fatale la scelta dello stile, il senso per il buio: compendio finale di tutte le rese dei conti. Chissà che fine andrà di moda? Di questi tempi li chiamano ancora eroi? O qualcuno si vergogna, vuol farci vergognare? Qual' è la cosa che ti salva per sempre? Il cuore tuo che ti eterna? La dimensione che ti dimensiona? Una scia d' amore che non termini dove termina la neve, mai se si sciolgono i nodi prima del pettine. Cercando ognuno di essere quel che si è. Un esempio per tutti... può non essere Gesù. Chi vuoi tu, chi vuoi tu, figlia mia degna di tutto delle stelle che confondono la coscienza dei monti la cui memoria di un oltre surrogano con effetti speciali di luce, di bagliori e di vuoti. Non credere che lo spazio siderale mi allontani così tanto che non t' arrivino i miei baci fino a che tutto abbia origine di nuovo. Ma non ci si campa. Eppure la rivincita è che chi rimane conduca una vita bellissima. Una felicità conclamata da sbattere in faccia alla sorte per tutti quei giorni che ci ha fatto soffrire e l'unica nostra colpa era di vivere. Ecco chi ti fa una colpa di vivere no, non faccia approdo sulla nostra stazione lunare dove il centro del Mondo è un piccolo fuoco a cui ci scaldiamo per sempre. Lo avreste detto che ci volesse tutta questa forza per continuare ad essere felici o per essere felici almeno una volta? Eppure le occasioni si sprecano, fino alla fine. E poi si riparte: un altro corpo, senza memoria, un altro luogo un altro tempo fino a che anche l' ultimo non si sia evoluto nel verso giusto e allora cose dell' altro Mondo, di un pianeta nuovo. Sconosciuto. Liberi in armonia. Per ricominciare a ricominciare. Immagina, non fare la timida, bambina mia. Le lacrime della Luna; quando la vede nessuna è più contemplativa - ha ripreso tutto da suo padre- diranno i satelliti vicini. Come le onde, torniamo sempre, lacrime sugli altari i nostri nomi pronunciati insieme e apri gli occhi e corri di là a preparare il caffè. Il compromesso storico di ogni domenica mattina. Kazàn io fuori a fare la pipì. Il cielo ci avvolge di miti consigli. E il rumore che fa lo zucchero sbattuto, tu dalla cucina, in quell' altra vita.
Id: 41248 Data: 28/01/2017 04:52:30
*
I doni della morte
Oh mia Ermione sai cos' è l' amore, protocollo degli dei? Per fare che il conclave delle glorie passate giustifichi un nuovo giorno trascorso senza di lei? Il futuro di ambiziose meraviglie che s' infrangano come su scudi lance aguzze, nell' emergenza dell' assedio. Non ti riconosco, non so più chi sei e la mischia si avvale della polvere per confondermi le idee nel deserto che mi arredi, anabasi di miraggi malinconici. Eppure gli occhi di Lily Evans li riconoscerebbe dovunque quel serio professore che non ha mai ceduto all' urgenza di pentirsene. Anche se appartengono ad un altro certi sguardi d' amore oh mia Ermione, che generi la luce. Proteggimi dal male con tutta la magia di cui sarai capace. Ché tempi peggiori avranno bisogno di un diverso coraggio di cui ho un estremo bisogno anche adesso per tirare avanti certi futuri anteriori che alcuni fantasmi ancora mi rincorrono, caduti nello stagno del mio inconscio dove affondo e tu mi guardi mentre preghi che i rami del salice che piange mi tendano loro grazie. Tender is the night a radio capita(l) e i bordi del lago sono le pareti della mia stanza e l' immagine che ho di te è una foto che hai scordato di cancellarmi dalla memoria. Mentre la musica si avvale di tutto lo spazio che rimane e vola le parole occupano solo poche righe. Per volta per tutte le volte che qualcuno le legga. Ecco, a prima vista o meno del necessario è bene si pronuncino. Oh mia Ermione, i doni della morte, di cui sei padrona.
Id: 41007 Data: 15/01/2017 04:57:18
*
Sbarre
L' azione cosmetica delle lacrime, la loro levigata pienezza in atto fluido, che si svuota, sproloquio dell' ainma che non regge la portata, sa donare a certe guance la bellezza codarda di un paradiso vanitoso, di riguardo. Vorrei spiegarmi meglio ma mi vengono solo le parole che mi mandano dall' altra parte dello specchio: -tutta quell' energia sprecata per essere malati cronici non farà altro che spegnerci più in fretta- Bastava lasciarsi andare, mi suggerisce il vento sul tuo culo. Non contrastare i pensieri negativi almeno fino a quando non si facciano arrestare per falso in bilancio. Guarire dall' essere umani non si può più. Questa cura chiamata vita basta solo per le pratiche. La navigazione controcorrente, orientarsi con le stelle, risalire le rapide farsi chiamare Al Damerino in un corto di Maccio Capatonda in cui indaga le regole non scritte dei siti di poesie. Scrivere per niente senza perdere la felicità scrivere cose per non aver paura di scordarti chi sei. Con la presunzione fragile di chi è difeso da una gabbia. Anche l' ultimo timore se ne va, la vergogna degli dei di non saper piegare queste sbarre.
Id: 40974 Data: 13/01/2017 02:57:36
*
As you like it
Questo Orlando dei boschi appende agli alberi i suoi versi e non è la sua colpa peggiore essere innamorato, mala corteccia funesta e vergine. Chi non ha mai amato se non ha amato al primo sguardo? E uno sguardo non ha mai ucciso una mosca. Ma la vista degli occhi della ragazza quante volte ha inferto colpi mortali? La colpa dei sospiri è un fior fior di Rosalinda. Che ne Branagh? L'operoso sodalizio? Che ne brama? La Luna ricorrente ad olocausti? E il precipizio a cui s' accinge ha radici nelle sue cosce prodigiose, solidali con le sponde che tengono a bada la corrente. Non fosse che per questo presunto quieto vivere il fiume ancora prenderebbe la rotta a mare aperto. Lei non si dimostra una sempreverde Maria per essere madre e figlia dello stesso dio. Così i languori del Cosmo si assottigliano fino a baciarsi con labbra desolate. Quanto l' hai pregata perchè tornasse sui suoi passi? Fino alle caviglie sottili. I seni muti di pericolosi addii. Una ragione che contenga tutto lo sparuto equilibrismo di questo Mondo artefatto non ha ancora visto alba.
Id: 40946 Data: 11/01/2017 10:47:59
*
Calendario
La vita sa ancora essere dolce come un cioccolato di prima battitura mad world suonata d' arpa due occhi che ti guardano senza rancori. La notte giovane di sua seconda giovinezza muove l'avanguardia di un' alba migliore, forse un' aurora che salga le scale del cielo trattenendo il respiro più su della gola. Coi denti che mordono l' aria e la gonna che s' abbandona. Il velo da sposa di sua natura fa muovere gli occhi fiuguriamoci se indulga il fiero vento d' altura. Nel piacere per le piccole cose, prepararsi per la notte, ritrovare se stessi di buona lena. Come un cane non risponde al comando e una sfera di cobalto è la prima nuvola che vedi uscendo dal guado. Dai tuoi fermenti a graffiare nel pozzo. Questi guai che fanno la storia di brevi racconti interrotti sono i giorni in più che mi spettano per aver creduto che il tempo ci ingannasse grazie alla neve, coprendo certe parole con l' arsenale di un soffice bilanciamento del bianco: bisogna soltanto reimparare a camminare. A ragione. Poche frasi per volta, al centro della foto. Altrimenti scivola la bocca (esce mossa).
Id: 40893 Data: 08/01/2017 03:07:14
*
Qualche inutile parola
Non avere coscienza di avere dei limiti non è come non averne ma in alcuni casi pericolosi gli assomiglia una fame senza fondo, una, estrema cura per le stelle ma senza prodigi di cui ti accorga. Un respiro che trema in un prato il doppiofondo di un lamento sussurrato, sotto la Luna. Come Lei, lei è disposta a scappare al mattino. Pur di tenerlo lontano, il Sole solo. La distanza che separa questo cuore di ghiaccio a guisa di Musa da seguire dentro il fuoco del giudizio tiene in piedi le sue lacrime, così non piange come il bambino sporco di sangue, al livello di una comprensione dei fatti che non può prescindere dall' uso del cuore quando gli occhi non piangono e fuori si muore e fuori è Natale. Ma gli tremano gli atomi nelle vene agli angeli su nel cielo. Come fosse un suicidio in deroga al mito, la natura di certe sere. Quanto sono vero, quanto sono falso? E perchè non riesco a mettermi da parte? "La gente che muore di morte violenta che trovi la pace dei sensi al di là della vendetta", voce della mia ignoranza tantrica che mi perseguita perchè continuo a sparare cazzate. Nostro figlio compie sei anni a luglio festeggeremo il suo compleanno nella casa al mare. Le notizie mi scorrono addosso, un brivido sul collo da mascherare con un prurito concesso alle dita. La versione ufficiale che diventa verità storica. L' albero in piazza offerto dalla Tercas sembra una minaccia di povertà e invece di credere fisso il bancomat. Con quale immensa illusione s' illumina la verità? Fateli parlare d' amore ogni tanto, almeno nell' ombra a passo di danza salendo le scale. Con una tavola imbandita piena di vino che li aspetta in cima. Quegli amici che tengono i cardini della vostra finestra sul Mondo. Fosse anche una bugia di cui tessere le lodi.
Id: 40708 Data: 24/12/2016 04:11:25
*
L’anima non serve, l’anima non conta
"L' anima non serve, serve un posto dove stare". Un luogo mansueto di codardi, pieni di cuore una tana per dormire tutti i sogni del Mondo. Come un abisso che abbia la tua forma e se ti cali in esso puoi vestirlo coi colori del giorno che ti porti dietro da quando ti svegliavi col Sole. "Tanto l' anima non conta". Conta quello che le resta addosso. Come un' applicazione fuori controllo. Un sestosenso asciutto in altomare per le stelle cui rimettere la rotta.
Id: 40642 Data: 18/12/2016 03:54:48
*
Alle otto di sera
Dura ancora, la potenza è tutt' ora in atto scavalla fauci, cavalcavia di reduci. La musica venga in soccorso a lei, gli apici in auge come fari o torri di controllo, le siepi e l' infinito dietro quel sapore di locanda che ha la tua stanza quando ripieghi quando il vento resta in piedi. La sua coltre magnetica. In riva al mare me ne starei, alle otto di sera a fumare per la cena. Guardandoti di nascosto mentre mi tieni la mano senza dire quel che resta da dirti e aspettando che finisca il ripasso degli occhi per poi sperare in una memoria di scorta contraddizioni di vita qualunque.
Id: 40632 Data: 17/12/2016 02:15:28
*
Periferie
Vene d'acqua dolce queste mie periferie il pensiero che mi avvolge è fatto di bugie ma se sapessi mentire come solo tu sai fare allora ti lascerei a credermi indomito come certi aforismi di poeta in calce ai muri di passaggio in suffragio ad altari senza scranno e memorie di fango. Facendo finta di niente l'ombra s' adombra di sua separata sede così il cuore nel petto a cui non riesco a far capire che vuoi bene ad un altro e non a me. La verità dimmela la verità sollevata dai cardini estromessa dalla contesa postuma giudizio sugli eventi rauco e a fil di voce. Quello che mi piace, la sacrosanta non ancora in auge. O destrezza delle fauci a sbranare. O abisso della mia cosmesi plastica. Maschera da imballaggi. Voltafaccia delle mie eclissi di sangue.
Id: 40631 Data: 16/12/2016 21:20:39
*
Per tornare normale
Non paga all 'obbedienza, non chiede perdono per sè può essere assente può mentire, può fare il giro del palazzo. Il segreto del giudizio è un discreto vantaggio. Ci addomestica un ingranaggio fantasma sciolto nell' acqua che respiriamo. Così qualche volta ascolta Bob Marley come su un' amaca dai nodi di carta. E' poca cosa la memoria per un piano su larga scala ma un giorno sarà padrone del vento sugli occhi magari un paio d' occhiali. Proprietario del tempo che passi in fila alle poste. Sovrano assoluto delle vene dei polsi. Delle frasi ad effetto il tiratore scelto ma per prendersi per gioco. Quell' aria un po' blasè che poi vai a vedere è un panzone di merda. Ma a lui non gliene frega un cazzo di quello che pensano in certi stati di grazia per il resto entra ed esce dagli incubi. Ah, poi fa dei sogni bellissimi, un paio di scene di sesso che non esiterebbe a definire scopate se la memoria non lo inganna (non sono io, è chiaro, è un personaggio di fantasia che chiameremo per nome più tardi). Cammina per strada con la fotocamera di mattina presto non ne fa una questione di luce ma di persone che si possono incontrare. Allo zoo la prova del nove. Un futuro accettabile. A che quota danno la soglia della felicità? Non ha pensato troppo alla sua reputazione. Ha un' immagine variabile di sè suscettibile del comportamento che tengono gli altri nei suoi confronti. Come lo fai sentire questa volta? Puoi scegliere il peggio. Chi vuoi che se ne accorga? O tenere un comportamento assennato come fanno i sani di mente. Se impazzisce di superbia gli mandano le voci. Ma è una punizione troppo cara, la giuria è di corrotti. Dal suo lato della strada dove si faceva notte si faceva giorno se la compagnia era quella giusta. Ora prende il volo solo chiuso nella stanza senza che la sostanza ne faccia un eroe o un martire della costituzione dell' uomo mantiene un vago ricordo nelle palle degli occhi nelle dita prensili. Questi animali in gabbia dalle voglie fuori controllo! Per fortuna gli amici lo accettano per quello che è e si voglione bene come in certe tribù piuttosto mansuete. Una famiglia alle spalle e una ai garretti per tenere insieme la muta. Per non essere sempre una facile preda. La disposizione del suo animo è di non essere disturbato inclinazione presuntuosa che non manca di essere presa in ostaggio. Così si ricava uno spazio dove essere pigri non sia un peccato immediatamente mortale. E ne trova un altro dove scrivere quello che gli pare entro certi limiti. Di che parli? Di quello che speri di conoscere? Anche lui. Chi testimonia quello che è? A chi faresti le domande? A chi l' ha conosciuto veramente? Non varrebbe la pena, non sarebbe interessante. Cosa pensa? Non importa a nessuno tanto tutti già credono di saperlo. Ma se ci fossero delle interferenze , se campionassero la voce o lasciassero passare solo quello che vogliono? Se anche questo mezzo telepatico modificasse il messaggio? Chi vi dice che sia proprio il suo, il pensiero che sentite? Alla radio alcuni lo negano. Ti usano, ti rubano le idee, gli dicono Aldo Giovanni e Giacomo e di stare attento a dove andare. Edoardo Buffoni e Federico Zucconi a tenere banco e leggere le indicazioni stradali. Torna a casa da certi viaggi da cui ti può aspettare solo una madre. Come quella volta nell' acquario che ancora si ricordano. I pesci d' acqua dolce come certe persone più fragili. E le pareti sbocciate. E' stato fortunato ad avere inquilini fidati. Una manutenzione di un certo livello. Degli affetti sinceri. Per tornare normale. Ad essere umani.
Id: 40597 Data: 14/12/2016 02:24:45
*
Giunti di giunco.
Come a proseguire le litanie delle canne al vento respira a questo varco, accostata la finestra. La distanza dal cielo è questione di pochi attimi la spirale degli sguardi a salire, i soffitti desolati di non aver fatto cambio con l'aria che respira. Per averla vicina il cane tira la catena fino a dove allunga il collo. Ne sente il profumo della gonna, è come un campo d' allori aperto su un ciglio da cui puoi spiccare il volo, lacrima dell' occhio che scuse non ne ha più. Ma poi la Luna parla con lei di stelle cadute per far esperienza del vuoto e di quel fiore cresciuto nel loro giardino e allora conclude che starsena buona per un po' sarà l' estremo slauto al tempo che fù. Di morire non ne ha punto voglia non prima di aver attraversato la volta alla prima e all' ultima ruota del carro. Celeste si veste il suo nudo maiuscolo di polvere e rami sottili i seni foglie d' autunno. Corre per correre, per quel fatto che le vene saltino agli occhi sui suoi giunti di giunco. E la sostanza che respira si faccia viva nei polmoni fino ad ardere uno strano calore. La musica che sceglie per i suoi umori è fluida come lei fatta di parole segrete e quadri da comporre. Un selvaggio quieto vivere in onda sui carboni ardenti che ogni volta conduce dall' altra parte del giorno al ritmo variabile di tuoni lontani e sillabe acute, fuori di sè. Quando preferisce tacere è per non farti male. Allora se sta zitta a lungo le dico grazie e lei mi chiede perchè. Torniamo a giocare e tutto va bene così com'è. Ognuno celebrando messa al proprio pianeta d' appartenenza. Sacrificando sugli altari di lancio tutto il combustibile da sogni. A qualche metro da terra non visti dai radar. Confusi.
Id: 40586 Data: 12/12/2016 21:56:30
*
Legge di mercato
Piange un senso di colpa di un occhio solo. Con l 'altro fruga intorno e dentro la vita che prende il volo, con le vele al vento anche se resta con un piede nella fossa per un pezzo è sempre a bordo e va via con lei. Ma questo punto non c' è più all' ordine del giorno. Solo per chi s' innamori di te questa è la legge del mercato altrimenti non si venda un' anima. O il calcolo consegni al Mondo il valore delle cose. Oppure il giudizio sia misericordioso nonostante la natura dei peccati. Quali stratagemmi valgono la salvezza? Ed io e tu, per chi pende l' ago della bilancia? Vuoi vedere? E' ancora vita nonostante si sguazzi nel torbido e nulla pieghi al moto una natura immobile se non le forze sovrannaturali. Le romantiche angherie, strazianti del tempo che fugge fanno il resto a seconda dei legami molecolari. Chiede scusa agli atomi fino al nucleo ma non oltre se i vincoli lo escludono, questo tipo di essere umano. Qui riposò in pace
Id: 40571 Data: 11/12/2016 07:32:41
*
Primavera bipolare
Quando vive la sua vita tristemente, commettendo degli errori che feriranno delle persone che te la faranno pagare lasciandolo all' oscuro che mille volte lo hanno fatto loro con lui senza pagare un perchè. Uno sconto di pena non serve in caso di equivoci. Quando sono triste per la vita che conduco essendo così presuntuoso da pensare di non essere mai stato invidioso di nessuno e il mio orgoglio me lo dice di non chiedere perdono. Quando sono così debole da mettere alla prova il mio piccolo Mondo. Quando sono odiato giustamente. Quando sei giudice e carnefice. Quando ti senti pronto a chiedere il riscatto. Quando hai perso tutto quello che ti era necessario per una felicità fuori moda Quando pensano che è poco e non ti meriti niente Quando sottovalutano la loro immodestia per contratto Quando ti senti potente ed è una farsa della mente Quando chredi che tutti ti odino e te lo meriti Quando grido al complotto Quando saltano i punti e il giocattolo si rompe. Quando sono superbo, quando sono ridicolo Allora penso a quanto è stato bello perdere la testa per te nonostante tutto. Se la testa non la si perde in due allora è un' esecuzione dice Bukowski, fonte Facebook. E la vena ancora pende dal soffitto ma le voci nel condotto sono svanite non lo conducono più dove vogliono a meno che non abbiano un piano da mettere in atto in futuro, che paranoia. Ma sente che suona falsa questa composizione e torna a nascondersi dietro giochi di parole che perde sempre questo ciccione complessato, stronzo e miserabile, debole e ingrato. Questo figlio di puttana. Cos' è vero, cosa è falso? Un vigliacco, un traditore della patria. Una falsa primavera, una vera merda. Spero di diventare meglio di così, prima di stirarci le penne. Spero di diventare come voi, per confondermi e passare inosservato. Per sparire per sempre nella mischia.
Id: 40561 Data: 10/12/2016 04:45:42
*
Ministro della propaganda
Si sollazza, in un tempo fuori ombra, della sua stanchezza coltiva la pigrizia, come un otre per l' acqua non corrisponde una goccia alla cruna dell' ago. Pretende la corte dell' alba, se il Sole vuole sorgere ancora. E l' energia che lo pervade è un amore platonico per il ventre cavo della Luna. Attinge dal pozzo il senso del vuoto sedato. Non corrisposto. Costringe la forza d' inerzia ad essere reato e la collera, divinamente assistita dal suo emisfero terrestre, a scagionarla in pillole, in ghiandole solubili di flussi. Prostrato dall' invasione che subisce la corteccia si spezza il ramo cerebrale sotto il peso della vita. Cordone ombelicale, pluralia tantum le forbici a recidere. Mai foglie tanto affilate o fogli su cui scrivere il percorso sotterraneo delle radici, ebbero segni e sogni di conquista. Quest' immane arroganza del suo esistere privilegia i toni tenui i falsi forse della farsa. La maschera amletica, la morale capovolta di una democrazia recitativa. Il fantasma del suo passato ha più sostanza della memoria contingente la natura scaltra in materia di contendere. Moti di sogni di gloria ad occhi aperti, alcuni chiusi nel cassetto. La missione di evocare le ginnaste a certe parole enoteca centrale di balzi e capovolte. Come unica possibilità di scendere l' asso nella manica l' uso affilato di un televisore da tavolo la trance ipnotica di un unico programma a reti unificate bicchiere di vino di un solo chicco. Raspa e acina il grappolo infinito fino al riso. A sostanza del suo emergere dall' abisso, le ossa bianche del suo costato al buio. Fin dove si spinge arriva e non arriva, lascia ampi margini d' errore. La colluttazione che ne deriva la chiama scrivere a forma d' opera incompiuta, il dittatore o ministro alle semplificazioni propaganda ullteriori deformazioni come progresso in ogni settore. Plagia, falsifica, innova, determina lui le proporzioni. Sembra un angelo caduto dal cielo quando è esso stesso cielo e volo. Solo l' impeto dei suoi arbitrii serve a calcolarne gli argini mobili. Poi s' avvera finalmente il suo piano fantasma ma non può svelare a nessuno di averlo sognato dall' inizio quando era appena un punto all' ordine del giorno . Così firma col sangue il suo patto col diavolo, non mettendo mai una croce.
Id: 40533 Data: 08/12/2016 06:04:30
*
Discernimento degli spiriti
La fretta spettrale della nave della morte nel Nosferatu di Murnau. Pochi topi tutti in un una volta seminano la peste espressionismo tedesco, mi dice un mio amico con un miao. Mi fa riflettere. Quando ho perso il controllo ho spaventato qualcuno? Io me per primo. O venisse da fuori quel lato oscuro? E' la materia che mi infetta. Ma non tutta. Anche se il veleno è in ogni cosa. A Venezia inventano il vetro e lo soffiano. Anche adesso puoi guardarmi attraverso ma lascia stare, per favore, i miei pensieri se mi frantumi e vado in pezzi, finalmente mi conosco di che cosa sono fatto. Come twitta una ex, prendendolo a Lapo Come le donne che possono pensare più cose e farle simultaneamente lo schizofrenico vampirizza se stesso. Ma lo scrivo e non lo dico. Non ne ho il talento. Non entro in classifica nemmeno per malattia. Se ne sta in disparte il nullafacente, con le vene aperte si lascia mantenere. E la corrente mi porta dove vuole Dalla terza alla prima persona singolare narrante. Una stupefacenza ignorante, senza memoria e di natura corrotta. Un grasso troglodita della vanga. Una bestia, uno zappatore, senza offesa, un bifolco ma non voglio guastare questa parvenza di buon umore. Che è meglio godersela la vita non fa una piega su qualsiasi superficie tu lo scriva nonosatante torneremo un'altra volta fino a quando non ci ricorderemo ognuna delle nostre precedenti vite e la prima e l'ultima poi parliamo con Dio che ci mostra ogni cosa poi passiamo il tempo a inventarcene delle altre poi studiamo il modo di realizzarle poi le realizziamo poi le studiamo sul campo poi andiamo dove vogliamo, avanti e indietro nel tempo e cambiamo il futuro ed esistiamo di nuovo per no-stal-gia. "La memoria si perde facilmente" e la seconda parte non me la ricordo era tipo "e si usa a fatica". Sempilificando il concetto per capirlo perdo definizione e non sono sicuro di aver capito quello che avrei dovuto capire, così spesso capisco quello che voglio capire, senza fare lo sforzo di capire quello che sarei in grado di capire. Quando si dice "per me la vita è un libro aperto" hai capito che è un libro, sapresti pure leggere se conoscessi la lingua. La compostezza della metafora è sconvolgente La compostezza della metafora, è sconvolgente. La compostezza della metafora. E' sconvolgente La compostezza della metafora. E' sconvolgente. Ecco, adesso recita. Con particolare attenzione al verso corrente. Minacciandoti di ricorrere ai punti esclamativi. Se non ti sei rotto le palle, ché poi era una prova per vedere se saresti stato pronto a questo: hai trecento euro da prestarmi? Ho finito le dosi per andare in convento, le notti a puttane e champagne. Idrolitina e coloranti, festeggiando la mezzanotte in anticipo ogni ultimo dell' anno. Con la coda tra le chiappe e le vene di cristallo. Cane, evocando gambe lisce più avanti d' accarezzare fino all' inguine femminile. Rafforzativo che desta qualche sospetto di sessualità. Fossa iliaca, oh corrispettivo caudale dell' ascella! La vita è bella, la dolce vita, la grande bellezza. Uno spazio piccolo, incontaminato, dove essere felici, almeno per poco. Scrivere, senza pensarci troppo. Vi voglio portare in un posto, anche se nessuno ci vuole venire e mi perdo per strada. Se ci saremo persi, ognuno dei pochi, potrà dire che è stata colpa mia. A casa degli amici a mostrare fieramente scarpe nuove di dubbia fattura da trentanove euro e novantanove "ma che belle scarpe di merda d' altura" e giù a ridere sugli immondi paponi. Oppure alla finestra di casa mia, si vedono il mare e la montagna nella stessa aurora che si scalda in alba, quella luce rossa del mattino con le nuvole possenti e le cime rigogliose con la neve a spartirsi i compiti e il destino. Il latte caldo, la tazza ed il cucchiaio preferiti il caffè per mia mamma la convivenza che mi conserva bambino. Inappetibile per la fascia delle adulte, delle giovani donne. Le immature, le irrisolte e quelle che vogliano riversare su di me il loro istinto materno, potrebbero sopportarmi con alterne fortune e una condanna a restare quello che sono. Solo mi evito ulteriori fastidi. Come un saggio ma d' impotenze. Oppure andiamo ad adottare il cane e il gatto che mi faranno da guardie del corpo, tutori e segretari di partito dopo che sarò morto l'ennesima volta al capezzale di mia madre senza più vita. Ma tutto si trasforma, si tutto si trasforma e diventerà insegnante d' italiano su quel pianeta che mio padre è andato ad esplorare prima in cerca di analfabeti. Quanti giri fa una botte e un colpo alla botte e uno al cerchio. Come se la sapessi lunga ma non la sapessi raccontare questa vita che mi scorre dai tendini alle parole. Dio perdonami se sono così superbo da desiderare discernimento degli spiriti. Magari un milione di euro sarebbe più consono alla bisogna. A caccia di crediti senza fare prigionieri lasciare a terra i feriti.
Id: 40519 Data: 06/12/2016 02:24:39
*
A saggiare pozzanghere
E' fantastica questa turbolenza magnetica nell' elica che quasi vortica l' ala vanivica la spinta dell' aria nell' incombenza di essere vana sancisce la vittoria dell' etica sulla ragione di stato. Giudica invano il pensiero orfano di storie vissute una lezione alla volta, per sentito dire, quando cala la sera. Il tempo trascorso con cognizione di causa quello perduto nel fango a saggiare pozzanghere con chele di granchio e lacci fantasma non torneranno per sempre sulla tua strada mio fiore di plastica, fotonica sintetica dell' anima. Perderemo il gusto di essere sinceri come quando abbiamo paura ma sappiamo già come andrà a finire. E canti quella canzone che ho scritto per te con la voce rauca di quel ragazzo che imita Gianna Nannini. Ma la fantasia sa immaginare così bene il senso d' abbandono d' ammantarlo di fede. Sull' altare del mio ego sacrifico la vergogna che mi spetta per i difetti di fabbrica che mi concedo di nascondere. Sperando in una tregua. Un soliloquio semplice, un codice complesso. La fase che attraverso è un cielo stellato con le stelle che cadono e lo lasciano solo. Al cospetto di niente. Aspettando un segno con l' istinto che valga una vita perduta o una seduta dallo pisichiatra per riavere la patente ogni due anni quando perdi le chiavi di casa e l' ora è tarda. La fine del mese. Volere essere non visto. Evitare di destare attenzioni. Il locale con i tavoli all' aperto o la lotta per la conquista dello spazio il freddo inverno che mi chiude in una sostanza le parole che provano a diffondersi indipendentemente dalla mia volontà. " Uno sguardo al di là del Sistema Solare". Una cura della malattia mentale sembrare normali? Quando la metti la virgola? Senz' affanni per la metrica. Costante, recedere solo in caso di crisi. Saprai innamorarti ancora pur essendo vinto? Le scarpe con lo strappo, la prolunga per disabili in un racconto di Paolo Villaggio la forza della memoria che supera gli ostacoli. I versi di un plagio commessi dagli atomi. Invece di studiare per essere invincibili, abbondonarsi all' anima. Allora ci sta parlando, con la materia di cui è fatta la merce di scambio tra noi e il resto del Mondo.
Id: 40486 Data: 03/12/2016 04:50:41
*
Femmina beta
Ti lascio una poesia da leggere a voce alta, amore mio il giorno del tuo compleanno davanti allo specchio, la mattina presto con nostro figlio appeso alla sottana come certi piccoli panda, goffi e curiosi della vita. Ti lascio una poesia per quando non ci sarò più e tu farai fatica a perdonarmi per aver scelto come via di fuga quell' abisso che conduce dritto alle stelle. All' infinito. Per aver perduto fiducia nel credere che mi avreste potuto salvare. Solo per voi due il tempo passerà. Io andrò dove non si piange per sempre. Forse non t' ho saputo amare, forse m' hai voluto bene. Ma quando hai capito chi fossi, non me lo avresti dovuto spiegare. La paura di non essere abbastanza, vera matrice del Toro si nutre della speranza di svelare quell' unico mistero. Ma cosa vuoi che ti scriva adesso, con le vene dei polsi ancora tiepide? Che fossi debole avresti dovuto capirlo al primo sguardo quando ti confessai che avevo paura di te e a buon diritto adesso che ne muoio coi tuoi sensi di colpa postumi, come un gesto d' amore o un brindisi a cerimonia conclusa. Scadute la clausola del connubio domestico la passione nel frugarsi a caccia di una tana per l' anima e la prospettiva di avventure a lieto fine cosa rimane delle maschere? Fori d' entrata per vedere e respirare. Poi ti amo poi ti odio poi ti amo, poi perdere il controllo di quello che sento e mi lascio portare all' interno di un Mondo inaccessibile solo per resistere, ancora. Ma l' embargo del mio ego necessiterebbe di una dittatura della coscienza che i cardini su cui poggio non reggono non può durare a lungo ecco perchè vi abbondono, perchè chi si abbandona non può che abbandonare. E va bene guida tu che sei brava più di me ha funzionato per un po'. Ma ora ti rende la cortesia il cappio che al mio collo assomiglia a quella collana che ti regalai e mi tirasti indietro scambiandola per un guinsaglio. Stringe il nodo invece di scioglierlo. Sono morto tante volte che una di più quadra i conti. Va, allunga le tue ossa, muoviti come sai cerca protezione per la prole trova finalmente il tuo maschio alfa. Riscrivi la tua vita con parole nuove ma conservane alcune vecchio stile solo per me in ricordo di quando ti ero bisogno. Che le mie lame conoscano il sangue del padrone. Zac. Un colpo secco.
Id: 40476 Data: 02/12/2016 03:03:46
*
Agli altri margini del Cosmo
Ma ti rendi conto, c'è una luce che conduce a chiare sponde orizzonte, utopia delle cose che non muoiono per sempre e noi l' attraverseremo con gli occhi ficcati nelle parole e le mani nelle mani delle monadi del pensiero con un soffio che vada oltre la meccanica combustibile dei polmoni perchè mi sei maestro e ti sono allievo come acqua a quella fonte in cui perdo i sensi se la bevo e trattengo il respiro, se m' immergo mi battezzi fino allo scheletro dell' anima che versa i nostri miracoli nella corrente che se li porta via. Dei testimoni diranno, dalle rive frettolose, plurali contumacie che si, hanno visto due corpi galleggiare con il mare che li volle per raccontare delle onde e delle stelle su nel cielo. Per andare in circolo, nelle vene della Terra. Proprio noi, dai margini del Cosmo.
Id: 40433 Data: 29/11/2016 02:44:58
*
Giardino segreto
Il condominio dei tuoi calici in fiore dei tuoi germogli felici è restio a scoprire le scale che conducono al giardino votato a pochi sguardi alla volta del sommo bene che coltivi. L' acqua dei gesti sottili la luce in raggi che pesi producono miracoli estatici di candidi petali, corolle e steli blindati al tocco cardinale di dita pensanti. Così possono cogliere i frutti solo pochi fortunati sedotti dai tuoi baci mirati. Corone d' allori su colli d' allora per chiunque ne fosse poeta. E le mani giunte in preghiera.
Id: 40410 Data: 27/11/2016 06:01:31
*
Poi
-Vorrei aggiungere dei giorni tendo ad impiegare principalmente il mio tempo pensando- disse l' uccellino all' orecchio di Cristo in croce. Poi sfilò una spina dalla fronte e si sporcò di sangue il pettirosso. Ebbe così la sua forma. Distruggi, cancella, bestemmia, poi perdonati ancora. Il cielo morde le nuvole oltre l' orizzonte per quanto può sanguinare un Sole a novembre? Un cielo non basta per aspera ad astra. La Luna confida nell' ubbidienza delle maree onde e raggi a confondersi in immagini notturne gli occhi confusi da giochi di ombre la fase della luce in cui cambia colore. Non ci basta vivere in eterno, vogliamo perfino ricordare.
Id: 40399 Data: 26/11/2016 02:53:38
*
Come in una conchiglia
La diatriba frettolosa tra l' anima e la rosa si punge con le spine palati a fosse, avvolti da nuvole vicine nascondono labbra dalla pioggia per la voglia di non dire e stare zitte, nell' infinito della notte che conduce a nuove stelle ogni volta che produce chiare tenebre a denti stretti, per trattenere le parole che svelerebbero l'amore clandestino per la Luna, la miseria vergine dei pensieri controluce la tradizionale solitudine di un' anima cupa si tengono alle caviglie del tempo che fugge pur di tirare il collo alla fortuna nemiche amiche in fin di vita radici di pianura, rami al vento che consuma la sua voce tra le foglie con dita ancora forti scava a terra le sue tombe da cui nascano fiori e meraviglie ogni santa primavera, che lo voglia o non lo voglia come il mare che si sente in una conchiglia colta in spiaggia.
Id: 40367 Data: 24/11/2016 00:58:03
*
La mia prima cinquecento
L' ho vista piangere in un angolo, la mia amica fidata, il mio angelo, la mia dea Atena, l' anima mia, stratega della pace. Senza un perchè che fosse fedele alla parola data come un dato di fatto che duri per sempre, autoreferenziale. Tutto avviene dal niente, infranto quel patto senza di te. Poi giurato che il Mondo avesse continuato a girare perdere il conto degli anni che se ne vanno. Antichi eroi di un tempo che fu. Come tutto passa è una promessa che si avvera da milioni di anni nonostante la tenacia dell' anima, a fare di testa sua. Quando la bellezza ci circonda restiamo sani più a lungo sempre meno del tempo necessario per farla nostra o che produca trasformazioni trascendentali in noi ma certi miracoli che la vita ci fa sono da considerare mistici ma senza ritorno come i capelli al vento dei miei primi diciott' anni. Con un filo di garbo, mai. Ora. Con la barba parvenu e la faccia gonfia per il cibo e per i farmaci. Sarebbe splendido amare veramente ma è necessaria una preparazione lunghissima l' evoluzione della specie. Una condizone di luce permanente ma mobile come liquida, coi bordi d' aria o una materia vergine. Un' energia che si trasforma, attraversa, passa e torna si mischia senza perdere d' identità, orgogliosa come un popolo. Le superfici da tenere sotto controllo aumentano prima che la mente si abitui evitare di fare sciocchezze. Poi verrà naturale alle prossime generazioni studiare il fenomeno e viverlo come si fa con le merci di consumo ma con delle regole speciali che ci tocchi una fase di stallo? O abbiamo raggiunto dei picchi e altri ne dobbiamo raggiungere? Una preghiera della sera a questo Dio strano che non conosciamo che per enzimi sottili: Non voglio essere cattivo e non voglio soffrire molto. Tieniti basso, mantieni un basso profilo, mi dico. Ma qualcosa la voglio ottenere con lo sforzo che mi posso permettere. Che è pochissimo perchè sono un debole, con una memoria di stagno e tutto il coraggio me lo sono giocato in una fase che mi pare primitiva adesso che le cose si complicano. Con alcune prove all' orizzonte, che spero il più lontane possibile che determinano l' uomo e la vita che conduce. La morte di una madre senza restare soli al Mondo è una condizione necessaria, per potere essere felici ancora nonostante tutto e tutto l' oro del Mondo non può pagare il fatto di avere l' anima in pace se conosci i tormenti sai quanto vale, altrimenti restano i segni e i profumi se ne vanno i ricordi di vestaglie trasparenti al Sole di un balcone croato per esempio. Sopravvivere ha le su regole, chissà se le imparerò? Coltivo questa povera scrittura come un ancora in un porto. Non mi mantengo da solo. Non sono autonomo e la mia cognizione del dolore mi mutila. Che possa voler dire essere sensibili è una consolazione per gli stupidi. Essere felici è lo scopo, quando capirò che il mezzo è amare? In quale corpo, su quale pianeta, di quale Sistema Solare? Per quanto esisterò a vanvera? Coi miei difetti di fabbrica, peccati originali e morali fantasma. La cattiveria repressa, la forza che latita le scuse di plastica del mio infelice abbandono facile e pigro come certe madonne.
Id: 40336 Data: 22/11/2016 02:33:50
*
Gioca jouer
La porzione fantasma dei miei vuoti disfunzionali è quella da rendere allo specchio piccole speranze di vene e di ombre sussurrate piano all' orecchio con lingua d' animali ci si sente soli a comporre sonetti e dove questo ci conduce? Non più trafiggono i petti certi versi pieni o in nuce fossero sonetti a Madonne incoronate! L'enigmistica che sia mistica dell' enigma non si riduca a incrociare rime baciate a voler essere legali lascia, ti prego che le mie parole siano magma come respiri sudati nervi tesi nel sudario estinte epifanie che si avverano un altroquando ché non capire e volersi bene lo stesso è un passaggio di pregio nell' esperienza delle cose potessero le rose dedicare le spine alla colluttazione pungerebbero solo dita invidiose di petali d' oro o le stelle su nei cieli cadere negli occhi di coloro a cui vogliono esaudire i desideri. Certa forma sembra sopravvalutata ma cosa credi che me ne importi ognuno scriva come vuole non pretenda però d' avere le sorti in mano del mio destino d' autore io so cosa mi tocca cosa mi lascia uguale e far l'amore con le parole è una pratica che m' anima che le legga o che le scriva cosa c' è di meglio dell' anima per combattere la morte? E' vita, è viva, evviva la sorte che conduce dove vuole che mi voglia!
Id: 40227 Data: 13/11/2016 13:54:16
*
Piccole speranze
La mia presunzione d'innocenza è una comoda condotta perseguita come una dieta metabolica a base di sangue versato e plurali maiestatis senza io d'ammaestrare. Pelle di una Luna bianchissima, con gli occhi che le fanno le fusa guardandola a lungo in cerca di un raggio che sappia illuminarne l'immagine tra il porticato ed i portali, di altre dimensioni le colonne stanche di pesare il tempio dei mortali in segreto si lasciano attraversare da un fremito quando le tocchi con mano figlia di dio. Questa pietra basilare, cuscino dei custodi viene da un vulcano che vuole ancora esplodere. Casa mia. Non così vigliacco da farmi prete non abbastanza maturo da non farmi cogliere da impeti. Padreterni da creare per un senso pieno della vita. Mistica illusoria quella delle ipotesi l' uomo fatto dio osa superarne i limiti e pensa di poter credere o non credere, distintamente. Ma che si passi continuamente di stato in stato è la mia verità. Impermanenza all'infinito. Non pretendo nemmeno di convincermi sarebbe tempo sottratto alla ricerca della felicità, uno sprecare che mi spetta di diritto comunque, in quanto nessuno. Quello che sono, me lo sento nelle vene dei polsi certe volte che godo di un momento tranquillo, un' estasi primitiva questo scorrere che non conosce ancora la morte che per sentito dire. Allora la mia teoria è che convenga credere a una propria bugia piuttosto che a una verità presunta da qualcun altro ma è troppo faticoso creare da soli un meccanismo che funzioni e non cambiamo il nostro Mondo tanti quanti siamo in incalcolabili combinazioni. A volte può far disperare la sensazione che resti sempre tutto uguale. L' ingiustizia di essere nati in un sistema che non ti permetta di cambiarlo è il peccato originale della contemporaneità. Così il potere perpetua se stesso a discapito di chi non ce l'ha che viene reso schiavo che voglia o non voglia e il libero arbitrio è un mito dei poveri. Forse un tempo poteva commuovermi ma adesso sto perdendo la fede. Non escludo comunque l'esistenza di un dio ma molto diverso da come è stato descritto fin'ora. Speriamo che sia fatto di un amore che lo costringa ad amare senza risparmiare nessuno e faccia il bene di tutti alla resa dei conti dopo il vortice delle reincarnazioni fino alla fine dei tempi che è solo un nuovo capitolo di un' alleanza primordiale, inscindibile, senza scrupoli.
Id: 40186 Data: 11/11/2016 05:01:52
*
A caccia di raggi stellari
A caccia di raggi stellari troppa Luna tra gli strali scagliati nel cielo. Volando da tempo, le tempie spossate posate sul comodino lo spigolo di turno, il buio mignolo preludio alla bestemmia del bagno all'alba, alle prime luci del mattino svegliarsi in contumacia dal proprio destino momentaneamente liberi di agire col proprio sentire e il proprio sedere ancora privi di udito; inaudito il condominio dei miracoli apparecchia una tavola, la banda la imbandisce con prelibate pietanze, divise per alibi: due pere, due banane, così una te la mangi e battute del genere, senza dare di gomiti che non abbiamo più tredic'anni oggi a colazione. Anzi a guardami perdo i colpi. Dalla finestra, la solida palude pallida dove vedo perdersi gli eroi, ogni volta che scoppia una guerra. Questi americani come mi giustificano la California? I pappagalli di Siviglia sono più grandi dei nostri piccioni ma le rondini volano sui polsi, sulle pinne dorsali degli amanti della vecchia maniera la scuola è la vita, la festa è finita e neanche un perchè tutto viene dal niente come predetto secoli fa. Preferisce star zitta alla finestra guardare soltanto quando cade una stella più bella di lei poi chiede perdono d' esser stata superba davanti a uno specchio a forma di vita che la tiene con sè riflessa che prega di passare di là Lei non dice mai niente ma che freddo fa. Ma che freddo fa. Passami la ghirlanda che si consegna ai bracconieri raggi stellari sudati sul tavolo, presi al lazzo come cowboy, dove ieri si abbeveravano dei sogni di passaggio e oggi io canto, strimpello garrulo la parola sbagliata in viaggio, l'ingaggio di un significato e offendo qualcuno e l'ingranaggio mi trita la tecnica del fango, nel nostro giardino ha spiccato frutti maturi da giovani rami e siamo già vecchi, di terza mano. Ma se mi pungo di nuovo con le sue spine questo cucciolo di rosa lo affogo nella fontana in piazza chiuso in un sacco. Lo giuro. La mia dolce metà. La parte oscura e superba di me che ammazzerebbe sua madre. E la sua salvezza sono le leggi del mercato. E la notte russa tranquilla nel suo angolo di terremoto. Chiedo perdono un' altra volta. In questa vita. Ma poi lo stesso sangue conosce la strada per fare la pace. Basta non versarlo, benedire gli altari, gli spazi vuoti i significanti e i significati col comune senso del pudore a mio velo pietoso. Questi possenti cardini a quercia di radice mantengono la porta che mi apre a voi.
Id: 40169 Data: 10/11/2016 02:44:26
*
Mosche volanti
Ho subito la rivolta del mio ego sono morto qualche volta come tutti a forza d'equilibrismi tra buio e luce che non comprendo fino in fondo, com'è giusto che sia data la mia ignoranza ombra. Quanto contano i fatti, chi mi giudica? Chi giudico io? Il nostro metro di giudizio sarà lo stesso? Quanto conta un giudizio? Si può far male perfino a volerlo. Ma che a gli abissi del bene ci conduca la musica prima di andare a dormire, per far pace col Mondo una preghiera per dio nella lingua che conosce meglio il bersaglio star bene il più a lungo possibile misura di quel bene, il libero arbitrio di lasciarsi andare alle correnti. Come viene il vento ogni sera a pormi le sue caviglie! Il vento femmina delle Erinni, con molecole d'alloro sprofondo, porgo l'altra guancia per pigrizia esistenziale, in quanto reagire in qualche altro modo avrebbe voluto poter dire usare più energia fosse stato anche coraggio, buono per poi di cui sono privo da quando non ho più una ragazza che mi voglia bene. Ho, per avere una relazione con. Che poi perchè vengo a sconfessarmi, a riprodurmi di parabole concentriche, un melodramma che ripeto ad ogni fase di crescendo che mi ricorda che i miei atomi si possono fondere nell' aria ma non per forza per questo perderanno memoria di me di quello che siamo stati insieme noi ogni volta di morire e se dovessimo incontrarci nuovamente quali dolci apocalissi sono state messe in serbo per noi; credo e non credo, come fossi poeta un poeta di cui mi servo per sopravviere alla mia maniera un vademecum della seta ma solo perchè ultimamente mi piace la parola Ma io chi sono? Segui il film che mi sto facendo, è una prima visione, collegati su internet. Poi niente, è caduta la linea, sono rimaste le smagliature e le virgole ma se pensi di tornare uguale non è possibile anche gli equilibri più allenati non sfuggono al tempo. Le successioni fotoniche. A caccia di raggi stellari, c'ha ragione un mio amico come fai se ogni tanto non ci vai? Può essere una gita, una corsa, una bisca una canna, anche una serata storta, una boccia di troppo un libro, un cancello, una strada, un concerto qualsiasi ma sempre con una morale di un certo stile che ci distingua dall'essere propriamente cattivi. Una botta di vita che ogni volta mi pare di meritare sempre meno nei periodi in cui sono depresso, così nemmeno m' impegno. Quanto durano? Quanto è pericoloso parlar di se stessi in un social network, quanto siamo più protetti qui? Facciamo parte del tutto, di quanto incidiamo? Una foto così, un commento di troppo e già tutto è perduto qualcuno condiziona il giudizio più di qualcun altro i capi popolo, nel settore esterno. Ma il vero nodo? Il verso di fuoco, la coltre magnetica? Configurare un patema d'animo non avrebbe senso, per ogni perdono ma chiedersi scusa ogni tanto potrebbe far bene, secondo i miei calcoli. La ricerca di marketing ha dato vincenti gli ottimisti, i rami sottili i violini zigani, i lunghi dibattiti. A chi mi rivolgo quando scrivo? A chiunque mi legga, spero compresi voi che mi conoscete da più tempo ma tutto questo non è un po' come in Taxi Driver ehi tu dici a me? E sto parlando da solo con me stesso? E questo schermo è lo specchio. Qualcuno ci riprende. Si potrebbe dire che io scriva per non parlar da solo che alla fine sono un po' le Nozze di Figaro mi suggerisce youtube che poi parlo normalmente, non è che non parlo, è che spesso preferirei star zitto invece di scrivere non mi passa mai la voglia nonostante tutti i pericoli e gli inevitabili equivoci ma chi ti calcola, per intenderci, delle volte fosse un boomerang liberarsi di tutto, so che qualcuno ha fatto una brutta fine chissà cosa avrà da dire? E poi sono le solite. Due passi più vicini al Sole e mille flessioni nel fango e mi hanno raccontato che c'è stato qualcuno che arrivò a parlare con Dio che non aveva ancora un capello bianco, dopo, subito dopo pure la barba, tifoso di tutti. Alla fine che sia stato dichiarato schizofrenico è una distanza che mi autorizza a fare quello che faccio con una certa maieutica chiedere perdono è parte del mio compito e ognuno ha il suo ma mi sento protetto dall' invalidità che indosso come se fosse comunque una buona scusa per non mettercela tutta il fatto che ogni tanto è pure che mi manca la voglia, la forza di volontà di alzarmi dal letto come metafora vado in letargo come un grasso koala, un favoloso panda ma i miei sonni hanno natura caotica, che mi turba da sveglio non sono buono per niente come credevo prima di ammalarmi posso essere cattivissimo a dar retta a certi pensieri che si compongono di cui rifiuto la paternità anche se la prova del DNA m' inchioda ai miei cardini di bronzo. Avere un certo contegno, una certa educazione aiuta. Poi perdere il controllo, entrare in una dimensione in cui è alterata la percezione della realtà in un modo in cui ti rendi conto ma non sai come, tenendo da parte le voci per ultime come mostro finale. Ogni tanto per ridirmi chi sono togliendo le rughe, lasciando le ombre a fare il mio gioco. Che figura! Tutto combacia, la vita continua, il pensiero fa paura, sia libero che in carcere. Mi avverte il foglio di carta: l' amore è un' ancora sangue per cuccioli miodesopsie dell' anima. In appunti fantasma.
Id: 40158 Data: 09/11/2016 03:56:18
*
Nucleo
Stette l'assalto prigioniero della soglia incorrotto ma mai più fertile ai prodigi del giorno come madre artefatta, una casupola per animali all'aperto coibentata, con una tana di topi sotto, a tregua di cane corso il mio Ulisse in ritardo dai pascoli d'altoforno. La breccia che interruppe il lasso di tempo si produsse in vademecum per visitatori dell'asfalto, stagionati di pioggia montana fin dove arriva la bruma, a valle sul lago strapiombo di un coito ghiacciato se la cascata lo ingorda se lo stantuffa a sbalzo, conato di tutta una vita che si scioglie. Quintessenza del suo fiordo, una fiaccola per volta, a decimare le pigrizie dell' inverno tutte in fila sulla coltre, in culo alle nuvole latifondi di condensazioni a sublimare qualche passaggio di consegne che non trovano oltre l'ancoraggio e si perdono gli occhi che le guardano di sbieco gli io che passano in rassegna, al setaccio delle greggi che contano per addormentare le coscienze a una bestemmia di dio che abbia forma di un dio che si possa pregare restando mortali. Poi se ne alza uno, uno non proprio qualunque, tra gli astratti e si concentra in una materia che abbia un' ombra per accorgersi del Sole e poterlo indicare. Tu sei! Senza sapere ancora di sè. Tu sei! Strappa il velo, conta i pezzi, si accorge dell'abisso che li separa e perde memoria del principio che li unisce. Ancora più forte, prende il cielo e lo sfascia in favore delle stelle al suo capezzale perchè possano prenderlo prima che cada l'energia del suo ultimo respiro e torni in circolo nell'atmosfera che da i brividi. Prima di capirsi, di impararsi dal sogno in cui si sogna ha bisogno di altre vite d' attraversare di cui non conserva il ricordo. Così si perde nel Samsara e i corpi in cui s'incarna a misura dei suoi vortici irrisolti, lo distolgono dalla ricerca della sua vera natura. Perchè l'anima resti la sola a cercare la strada di casa col principio che la illumina oltre il buio delle cose lo spirito che trascende la materia vivente, la rotta muta del ritorno è necessario che muoia alle sue voglie più antiche col rischio di mai soddisfarle, in caso di oracoli, a scanso di equivoci. Con l'amore come costante perpetua, per giunta a rigor di logica. Le manie di grandezza dell' atomo da una parte dall'altra la speranza suprema del nulla, nello stesso nucleo ai ferri corti. Il caso limite, limite il caos e i nostri giorni stuprati.
Id: 40110 Data: 05/11/2016 03:16:31
*
Decrescita felice
Lo schermo può essere uno specchio oscuro se sei grasso belle scarpe e una certa vergogna a mangiare in pubblico che dipende dal posto quanto da chi lo abita ti possa guardare con certi occhi di cui ti dimentichi, compiuti diciott'anni come fosse un piccolo regalo che ti sai fare tuo malgrado piangendo tutto l'oro del mondo in piccoli grani della tua luce qualunque. Qualunque preghiera che abbia bisogno dell' ombra il sole conduce a vita nuova, nei pressi dell' alba. In un blues come si deve ad un certo punto dovrebbero bestemmiare e non conosco l' inglese e non capsico se questi lo fanno che sto ascoltando, sono i Pink Floyd mi pare, fumo, penso, scrivo, non voglio dormire subito. Ci conosciamo come fiori di giunco che ondeggiano al vento di qua e di là dalle sponde dello stesso fiume. "E mi pare ci voglia un certo coraggio a scriverlo" mi fa vergognare scriverlo sapendo che solo tu capirai che le parole possono seppellirmi a quel punto lo scrivo lo stesso, l'ho fatto, l' ho scritto facendo così con le dita , alludendo alle virgolette e un po' mi perdo in chiacchiere, naturalmente non so chi sei immagino. Ma con un sorriso tra gli argini su una piccola zattera roca depongo le armi che se le porta il vento dove gli pare e le correnti, punti e virgole. Con una battuta del chiasmo che non voglio ripetere. "," Come un libro che inizia così, ho sentito dire da in arte Morgan maiuscola o minuscola dopo la doppia virgola? ,, un incedere di pedone a baionetta, a spada tratta quel coltello da fondo con la schiena pesante ed il fiato sottile sul filo che fu di Damocle in un precedente destino, passato da un attimo che ancora s' incarna in certi raggi sottili che trafiggono gli occhi "con eccesso di stile" da certe persiane da lontananze appena socchiuse. Mi disadorno per voi, come il sacro cuore di dio dioCristo Cristosanto santiddio. "Come un angelo caduto all' Inferno" in una canzone folk con gli speroni, può sempre sperare di farli fuori ad un tavolo da poker o al bancone di un saloon, certi debiti con i demoni che non sentono ragioni che non siano tabù. Come un diavolo trasceso in Paradiso non sa cosa farsene di tutto questo perdono così io mi costituisco di materia nello stesso modo in cui tutto il resto mi costituisce di materia e contemporaneamente tanto che non mi accorgo delle imprese che si compiono, duplici come piccoli miracoli psichiatrici da curare con i farmaci convinti di non essere creduti nè credenti in questa forbice di tempo e di spazio. Una decrescita felice. A rigore di una logica senza rigori di sorta a meno che non sperimentati in tempi di magra, una vita stretta che non lascia respirare a fine mese, con incautela polmonare personale che non ammette compromessi o entra o esce, l'aria trattieni quanto vuoi, fa la prova adesso come un bambino un blues della Madonna canteresti senza distrarti rilassati, non cercare di capire, fa finta di niente aspetta un assolo il mio delirio notturno fino alle tre del mattino conquista uno spazio tutto suo nella radura composta del giorno e della notte consuma i fotoni, chiamandoli pixel. Un futurismo di cui si pente cercando anfibi con la chiusura lampo su internet e percorsi con acqua alla gola. Un piccolo viaggio, un breve viaggio di cui ti racconto tutto senza nemmeno una foto mentre tu arrivi neanche una parola ma un sacco di foto bellissime. Allora montiamole insieme con un po' di musica per loro per i figli che non vorrai da me. E non lo faremo alla Lili Marlene e andrò da solo a sentire i Baustelle o con qualche fratello e sorella che riesco a convincere convivendoli insieme i miei incubi come in un film di Nightmare in cui non muore nessuno e perciò non fa più ridere la tragedia di essere salvi.
Id: 40021 Data: 30/10/2016 04:00:28
*
Non essere non essere
Sai come si fa l'amore su un letto di fiori dai colori diversi e la cosa che li unisce è di avere i petali dispari da consumare in andirivieni Sai come si fa l'amore presi a caso dalla voglia di concedersi un' ultima possibilità di essere felici prima di morire ai giorni in superficie Con le radici nel cielo notturno sai dell'amore per le nuvole e le stelle e le foglie sugli alberi e i rami a deciderne le trame da consonanze di linfa e vortici Fotosintesi del mio ego fosse l'amore mio per te crescerebbe forse un desiderio di dio per pregarlo che ti avveri in questa vita ma non sono degno e non basterà soltanto una parola Così non sarò salvato com' è giusto che sia il mio involucro da conservare sullo scaffale con le altre bottiglie vuote che userai per inevitabili messaggi Sommerse le scintille in due occhi di plastica per guardare il panorama senza dar fuoco alle pagine vedo la strada gobba e bianca del condannato a morte come fossero le tue labbra, il dolce cappio delle idee La seta di certe immagini è una sotteveste che indosseresti la prima notte di nozze non fosse altro che per conservare la pelle dagli inesorabili passaggi di mani tese nel viaggio alla scoperta di sè Il tuo scheletro puoi ben dirlo è di una fattura straordinaria lo si capisce dalle nocche, dalla conchiglia del malleolo alle caviglie, dalle vene dei polsi alle tempie essere o non essere col tuo teschio in mano umano da milioni di anni eviterebbe inutilili resistenze da parte di possibili risposte mortali ed immortali
Id: 39982 Data: 27/10/2016 15:51:55
*
Soffiando giunchi tra le labbra
Su quale cielo hai aperto gli occhi stamattina cercando di restare assente il tempo necessario a sentire tutto più dolce questo scorrere delle immagini al centro dell' esistenza con la coltre degli alberi a confine del Mondo la voce che ti governa, assente, in silenzio da giorni movimenti umili si compiono esatti in strana traiettoria con i flussi stellari nel quadrante dei reami dove lo spazio profondo, con un'anima di vento resiste al niente. E tu lo sai e corrompi le guardie pur di non farmi bruciare al rogo dei mie guai, gli unici peccati mortali che commettemmo per sbaglio, appesi al contrario alle radici dell'albero del bene del male (e del tutto). A furia di voler essere Dio con la lettera maiuscola questo giovane papa seduce il pubblico con effetti speciali e io sono tu la prossima volta che avrai perduto la via nei pressi di una storia mai nata, che ho voluto inventare per non morire un' altra volta, prima del digiuno da una trama che mi lasci freddo e senza nome, un' invocazione alla bellezza che possa graziarmi come omaggio un altro corpo dove invecchiare in pace o avere il tempo di scegliere di essere immortale. Ma tu che dici, più non parli soffiando giunchi tra le labbra a più non posso, in riva al fiume che si eterna paradigma dello scorrere. Ed io invece non posso più, a paradigma dello scorrere in riva al fiume che si eterna.
Id: 39960 Data: 26/10/2016 02:41:18
*
Skateboard
Immediatamente dopo una piacevole sensazione di tasca che si vuota ecco le mie palle per terra mai che me ne vada una dritta la discesa sullo scheletro della ringhiera affilato come un' anima non m' ha lasciato scampo hanno ripreso tutto con quella telecamera che vede anche al buio. Sono fottuto, fino all' inguine. Non potrò più coronare il mio sogno di essere gallo nel pollaio re del parco a bordo (internet) di skate. Ma l' inutile tristezza non prevale su di me con il canto la tengo lontana a parte le madonne a filo d' atomo, il dolore nelle viscere e l' inerzia dei binari da quando all' ultima ragazza ti desti per malato come un furto di plastiche al mercato per ricomporre una statua da eroe contemporaneo che potesse indicare la deviazione nel bosco alle moto che passano in due con il fuoco nei lombi e le tracce sui sederi di entrambe le stagionature. Come cowboy a conoscere (le vacche) i pascoli cavalcando purosangue coi cappelli al vento e le braccia toniche da palestra di pilates. Vergognatevi di essere nati! Ai miei due cani che mugolano per il dispiacere di aver dovuto cacare in salotto, mia madre quando avrebbero preferito il solito prato duecento volte. Ma che vuoi siamo così sedentari noi fratelli dei cani da non avere la verve per fare i padroni. Così se qualcuno impara qualcosa è dovuto più al caso che ad una strategia del mercato, una remissione di peccati. Ma poi ci si osserva sempre tutti non foss'altro per scovare i punti deboli. Tra l' altro sono cose inutili che non influenzano il Sole e domani infatti è un altro giorno. E chi muore per amore è uno dei tanti ma saranno quattro gatti, in tutto, sparsi per il Mondo i più corrotti, i meno astuti. Ecco che arriva l' ambulanza, mi raccatta gli elementi compatta tutto a capotavola mentre mi stendono i miei cani mi seguiranno di corsa, abbaiando fino al pronto soccorso. Fedeli come sempre. Il video ha avuto un milione di visualizzazioni in pochi secondi ma chi l'ha girato non è mai diventato ricco forse perchè i cani bestemmiavano sotto i baffi perchè non li facevano entrare e la chiesa c'ha fatto mettere il bollino rosso. Credendosi una star va via cercando la sua identità, il regista in un deserto solitario campo lungo lei che canta che non tornerà la memoria che lo stanca mentre perde un' altra possibilità di riprendersi una vita ride piano ad occhi chiusi ma qualcosa sta cambiando nell' istante in cui svanisce, la musica cresce e partono i titoli di coda. Aprirà gli occhi in tempo per vedere gli spettatori lamentarsi. Fare esperienza del giudizio che rivelerà la parzialità dei capibranco. E poi piano sequenza fino in bagno dove si fa una pera con lei che gli regge la fronte in bianco e nero. FINE.
Id: 39948 Data: 25/10/2016 02:56:54
*
Penna bic
Tutto acceso il silenzio di stanotte le parole solo arrese ma non morte i turisti per le strade le ricompongono sui muri in graffiti che parlano d' amori finiti nei canali. L'aria che si respira non è uguale. Sembra anzi di potersi incontrare. Ma calcando la mano fino a Sant' Elena sabato pomeriggio, il gelato, la passeggiata col cane sembra di stare a casa, la stessa ansia che non accada nulla anche se lo sfondo è la cartolina che avrai per Natale dallo spazio dove sono morto per poterti aspettare per sempre come credetti che fosse il solo tempo necessario. Gli stivali di gomma per calpestare San Marco dopo una bomba d' acqua. E dopo una bomba di vino, scalzi, la ringhiera per cacciare l' anima. Come passanti, come passati di moda. C' ho battezzato il mio primo figlio lungo la scogliera del rasoio posso ben dirlo se cade a picco questa lama di taglio, la falce della Luna che viene. Per il resto le solite tue vene ad ampia portata con il sangue pompato di potenza da un cuore infedele. Quisquilie se mente. O quisquilie che menta? Con la bic scarabocchio una gondola. Uno spritz due euro e cinquanta.
Id: 39847 Data: 18/10/2016 01:20:54
*
In caso di fuga
Un suono della domenica questo barrito delle nocche come gracchiano certe dita che non trovano pace forse nella neve soffice dei Prati di Tivo forse un indice o un pollice non ci sono più a trovare ristoro nel freddo atavico, di bosco antico di fessura dove genera materia di sogni inconsulti la paura dei lupi, delle streghe delle sorgenti a farsi il bagno di notte nelle pozze oltre le rive della Luna cantando le canzoni che spaventano le greggi da bambine. Prima delle unghie, prima dei canini. Ma l' amore tempra l' ombra del bastone la curva sulla strada da percorrere riconoscendo i sassi fino a casa e le gobbe dei cani da pastore, bianchi come il vino. Sopra un bel prato ti aspetterei con tutto il cielo necessario, di spalle, a coprire le tue, in caso di fuga la prospettiva che le nuvole cambino di forma appena sotto i tuoi occhi, a trattenerti oltre i limiti. Come confonde il vento quando porta certe sillabe appena il Sole va via c' è la sera che vuole parlarti ma non ricordi la lingua. E ti scricchioli le ossa, scacciapensieri per capire dove mettere le virgole e gli accenti, sulle vocali di provincia, da pronunciare. Un bacio sulla guancia come se avesse sete e ciao. Tutto da rifare dal principio.
Id: 39815 Data: 15/10/2016 04:44:53
*
LateNightTales
Leggo Dove scioglie le parole che ascolto farsi gocce con rispettoso silenzio, il candore represso di una nebbia che solleva la superficie del lago, lo specchio che emerge dagli occhi la paura di essere svelati al cospetto, di chi ha vissuto più di noi fossero anche cent'anni. Le stesse acque con parole diverse d'attraversare col vento che soffia oggi e i rami sugli occhi i racconti notturni attorno al fuoco che affonda la nave che ci avrebbe portato in salvo, all'altro capo del Mondo. E invece giro in tondo, da solo, questo topo in gabbia arroto la mia lingua alla ruota. Come un' icona degli anni cinquanta nel pianeta dei sorci. Con le notizie di prim'ordine al secondo posto, subito dopo i soldi. Adesso i prezzi so cambiati ma le gabbie c'han le ruote come i topi di una volta dopo che abbandonarono la campagna in cerca di fortuna e gloria e incontrarono Pinocchio sulla strada per la grande Pera, che Pazienza mi perdoni se sto pensando a lui in fin dei conti che potere c' ha una parola? Una parola di più? Tornando ai fatti, si riebbero subito non appena fu effettuata l'analisi logica "dalle caviglie di paglia" fu il verdetto della giuria a piè di pagina. Per buona condotta si fecero ancora, quei fatti è così che avvennero, di nuovo. Forse senza nervi. Ma chi potrebbe dirlo adesso? Che non si fanno più i fatti. Ma le chiacchiere. Il cerchio prende fuoco quando si restringe, un ulteriore vantaggio per l'acqua che cade sempre sul bagnato evita di spegnersi nel rogo e chi l'attinge ne faccia buon uso a partire dalle onde. A camminare a caso ci si perde per le strade ferrose e anche le parole che dico, che dici, prendono certi versi che non so se sto parlando a te che non conosco affatto o a un altro me stesso, non so se ti è capitato mai che l'inventi. O ti sia accaduto veramente. Come adesso, forse, se mi ricordo bene. -Che fame- dici. -Non c'è il pane e il forno è spento- Gli inquirenti mi diranno cosa fare nel lasso di tempo che precede l'impatto. Lascia che la musica ti suggerisca le parole come nell'ora di educazione musicale, alle medie. "Speriamo di fare le pozze per terra". Il gruppo di riserva alla parata nazionale dei coriandoli. Come eravamo belli, quando ci ho immaginato coi capelli lunghi e le barbe. C'era da ridere, da essere felici, su quei palchi alla deriva le divise con le stimmate. I ricordi. Un sudario degli addii.
Id: 39783 Data: 13/10/2016 02:51:42
*
Notti di turno
Quale versione di se stessa darà in pasto ai prossimi cipressi prima di risorgere dall' ombra di una pietra portata fino in cima dai soliti fessi, che subiscono il fascino di una tregua continua ai margini di una guerra fredda, di cui lei racconta la storia delle parti. Chiunque ne venga a capo, può dirsi custode di un segreto di sciarada. Ma la versione del perdente, raramente siede a capotavola. Il congresso stabilì per tali reati un risarcimento temporale da scontare ai lavori forzati per Natale, dell'anno del poi. Così quando applicai la stella alla punta dell' albero la scaletta che mi reggeva non resse l'abbondante prima colazione e rovinai a terra tra le palle. La bestemmia dietro l'angolo, il contegno da cognato lasciai che proseguissero gli altri, ne approfittai per fumare. Dal balcone della cucina si vedeva bene l' ospedale meglio che avere turni di notte. Mi misi a sedere contemplando la pianta grassa nell'angolo rigogliosa, quasi gradassa con i suoi aculei puntati vuoi fare a chi è più grasso? Ci vuole un goccio di vino ma va bene una botte. Quel rosso che abbiamo preso a quella festa del vino dove ne bevemmo un sorso e subito ci piacque. Un bel bicchiere e uno spinello, pieni a dovere. Con sguardo sull' ospedale, sempre meglio che avere notti di turno. E tra poco si mangia e m'è venuta una gran fame. Gnocchi al ragù di cinghiale, spezzatino di cinghiale con funghi pizza dolce e frutta, non bevo caffè e il nostro solito fernet per digerire anche i sassi. Una passeggiata per il corso sotto la pioggia una coperta calda per tua mamma tirare i remi in barca aspettando la mossa del mare razionare l'acqua sembrerebbe normale non foss'altro che diluvia da due anni luce e siamo naufraghi solo il tempo passato a sognare le rive. E tu che non dividi le tue provviste ma la cosa non finisce qui, è proprio prosegue.
Id: 39765 Data: 12/10/2016 02:14:23
*
Quel poco che basti
Dal folto dei rami-vascello, il lato del vento nel bosco nel cerchio del cosmo, con la lettera minuscola ancora in orbita e le foglie a vele spiegate subito dopo la virgola parole confuse con l'aria che si respira, fumando da poco a piè di nuvola, la montagna sotto può testimoniare: le tappe del vostro rancore confusero. Dove ci siamo lasciati? Perchè non mi rispondi? Narciso lo chiederebbe allo specchio? Qualcuno lo riscosse. La tosse di sua madre. Non basterebbero le occhiaie al mio sintomatico mistero. -Vedevi le pareti verdi e volevo buttare l'erba nel cesso poi continuammo a fumare e i colori tornarono normali grazie al Sergente-. Che volete che ne sappia lei, delle mie nozze d'argento quando versavo in un fiume di lacrime le mie ultime molecole con le catene dei polsi morse da topi ammaestrati a non ammettere ossa, nella dieta. Essere affogati in un bicchiere d'acqua che non ha bevuto nessuno, il caldo estivo clandestino salpato da poco oriundo di dio che schiera con parsimonia la tua arma preferita non è la fica per colpire come vuoi ma sai essere una manipolatrice con chi lo accetta perchè non neghi la possibilità di un lieto fine nonostante le vendette, a chiunque ti preghi piccola madonna di pane, lievito madre, arco e saetta. E mentre scrivo t'invento a somiglianza di chi voglio oppure lascio andare, apro tutto, smarmello, come Duccio in Boris e le vene si riempiono di niente, lo schermo scricchiola e i tendini si svuotano di materia oscura trattengo a fatica una pera anzi no, scoreggio, sono un porco. Poi medito, espongo sulla mia pagina facebook il mio ultimo parere sulla condizione dell' uomo nel giro di mezz'ora sette mi piace e un commento: giù la testa coglione, James Coburn. Senti che musica si faceva una volta con l'anima. Poi pur di diventare famosi si lascia che l'anima non serva più a fare musica. Perchè l'anima può essere d' intralcio se lo scopo è diventare famosi anche una bella morte può rendere giustizia ma godersi la vita sarebbe la meta da raggiungere. Poi che vuoi i metodi ortodossi sono desueti adesso va di moda la corrida, basta che si competa in qualsiasi materia il premio finale, il sogno americano. La filosofia del gratta e vinci a circuito chiuso guai ad uscire dal gioco, si muore di overdose si rimane emarginati per tutto il tempo necessario. Ma ci sono altri giochi che possono essere giocati con delle regole da inventare insieme e il modo di superarle scongiurando massacri. Basta poco per essere felici basta trovare quel poco che basti. Un piccolo elenco di doni preziosi che vi risparmio.
Id: 39752 Data: 11/10/2016 02:24:07
*
L’attrazione del vetro
Dalla finestra che sussulta s'attarda primavera fa leva sui cardini per socchiuderla alla contraerea del vento. Ma un picchio testardo salta come un grillo ha l' attrazione del vetro d' altra parte che traspaia un desiderio dev' esser pur vero se respiro e in quanto al fatto che io creda o meno non devo essere l' ultimo a poterlo dire. Poi se si avvera la tua conquista del Mondo lasciami pure un posto in prima fila osserverò con attenzione, ne parlerò con Dio alla sua prossima replica fosse per me, buone dalla prima all' ultima. Tanto io non cedo, non ho fede forse in punto di morte pregherei di attraversare il Bardo insieme a voi in un tempo che si ripete ma altrove zingaro di possibilità, di vuoti da percorrere in ogni direzione. Ci penso solo per un attimo non appena mi si allargano le scarpe cammino fino alle molecole più vicine e le sciolgo nell' acqua per le vene a collaudare certi vomeri da prato in salita certi condotti di ossidiana bianca che la retta via era smarrita a caccia di una preda. A ben guardarla la ferita, si capisce che c'è passata una lama. Per questo più non sanguina.
Id: 39644 Data: 05/10/2016 01:12:20
*
Vitamine e cocco bello
Non essere invidioso di me, vado verso il peggio come chi invecchia definitivamente e non avere pietà per me la vita che oggi mi sceglie l'ho scelta tanto tempo fa quando la trasparenza le donava le lusinghe della profondità degli sguardi ancestrali ai cieli notturni e la sabbia fina nelle scarpe potevi immaginarla ai piedi del deserto essendo tu stesso sabbia da mandare al macero prima di fare il bagno alla seconda secca dove per toccare di nuovo, la tregua si allunga intervallo di tempo a redigere il vademecum delle distanze limitrofe. Con gli ombrelloni sempre più piccoli, riparati da spicchi di sole aperti. Acerbi di riflesso sulle schiene balneari e loro glutei. O i seni delle sei, pre aperitivo, post lauta ricompensa di sguardi fugaci. Il bicchiere della staffa sempre a briglie sciolte rum scuro nel mio rum e cola chè una sostanza abbia a confondersi con l'altra a partire dal colore. Il mutuo soccorso dei tuoi occhi alle nocciole il profumo di cocco sintetizzato sulla pelle bella ancora in vendita Vitamine e cocco bello. Un leggero mal d'Africa il tropico del Cancro, la porzione magnetica di una vista con camera una custodia segreta per i segreti dell'anima. Alcatraz, senza vie di fuga a parte lo scivolo degli occhi. Fusa selvatiche in orario di visita. Ma guai a chi la tocchi oltre il tempo che lei stessa stabilisce. Per mantenere il controllo sulle viscere tenersi strette chiappe e denti. E fare finta di non avere mai fame. Salutare da lontano, con la mano, prodursi in ampie gesta.
Id: 39615 Data: 03/10/2016 07:08:58
*
Nel buio
Iniziammo a contare i danni in anticipo sulla tabella di marcia falsando i pronostici a nostro vantaggio così quando venne il momento di saldare i conti non avevamo gli ingranaggi per abboccare il sistema a fare i suoi compiti. Tutto si risolse in un arrembaggio, in slowmotion, ai sensi di colpa per chi non ne aveva avuta abbastanza, ad una veloce via di fuga per chi ne aveva piene le tasche. Ritrovandoci in mezza a una strada, con gli occhi da gatto e la coda da cane, non tardammo più di un attimo a provare compassione. Che ci sciolse la gola a furia di bicchieri: -La corteccia bianca di betulla non arde prima che cali la sera- -Il giunco piega a destra sotto la tua finestra quando il vento soffia da nord a est la mattina presto- E il vino intanto scorreva a fiumi. Perdere il controllo, perdere il senso del pudore, i freni inibitori, ridere ridere senza vergogna da sganasciarsi le palpebre la pelle crepata degli occhi le postille a una buona educazione cancellate con ordine senza una solerte ricognizione i dispersi non possono essere dati per morti ma il tempo dilaga, dilata vuoti statistifica le statistiche su egregie memorie di base conduce alla pace certi moti interrotti come un tramonto in prima pagina convince la luce del giorno di essere alla moda. Fare a meno di tutto quello di cui riesci a fare a meno potrebbe rappresentare un tributo alle forze dell'ordine tipo le arti marziali, i piromani delle colline in fiamme che considerati i fatti, suggestionati dai cardini non tornano normali in qualunque condotta. Astemi di forpici. Brancolanti nel buio a furore di tendini.
Id: 39591 Data: 01/10/2016 05:11:16
*
La molecola dell’attore
Da questa distanza la piazza è vuota la molecola dell'attore che frequenta campi lunghi se ne accorge dal rumore dalle onde, se la barca vada a fondo. Se ritorna una musica flottante dall' orchestra dei padroni puoi sperare in qualche briciola di suono al tuo ritorno, perdute sponde, col vento a digiuno di vele spiegate al mattino presto, che applaude. Senza vortici. Sentirsi perduti, in un angolo di cielo convesso, spenti soffi. Eccola quella povera Crista che si sfila chiodi come viene. Ha un'anima coi buchi. Quanti attimi dura questo senso d'infinito passato da poco? E' un brivido di capelli corti lungo la nuca. Una caduta da un ginocchio all'altro prima di spiccare un salto verso la fase che attraversi con le dita contromano sul verso della pelle a fare mappa con le vertebre dei tuoi ultimi addii, voltata di spalle. Una posa che ti arreda come quella rosa rosso sangue sulla tua maglietta nera quando fili via d'estate e la stagione che viene è un evento secondario. Di cui scorderò presto le sedute con la Luna, dopo cena alla finestra. A spartirmi la lezione: L' uso comune della corda per il collo.
Id: 39471 Data: 22/09/2016 02:25:17
*
Bastone da passeggio
L'acrobazia della mia carta straccia è di sentirsi utile come certe foglie di alloro a macerare sulle tempie degli eroi. Correre, col senno di poi, gli sarebbe mancato e il rifugio Garibaldi, coi suoi adagi le foto con gli amici la natura magica di certi bastoni da passeggio trovati di passaggio, lungo la via. Mi piacerebbe rifarlo in vostra compagnia se non fossi così fiacco. E' una vergogna che non deve durare ancora a lungo se lo so ancora fare l'oso ancora fare sarebbe stato eccessivo inabile al lavoro di badare a se stesso anche quando volesse dire non saper sopravvivere? Me lo devono spiegare per il verso giusto con esempi marziali che non lascino spazio ad equivoci una famiglia patriarcale a Natale, davanti al camino o studiando le formiche nel loro habitat naturale a metafora del nostro sistema cercando di non calpestarle vive. Mi osservano senza conoscere i miei pensieri, da vicino sarebbe già più sopportabile ma che voglio scrivere se non ho l'anima? Non lasciamoci male tutte le volte che dobbiamo andar via incontrarci di nuovo sarà più agile nervatura.
Id: 39440 Data: 20/09/2016 02:46:05
*
Discorsi
Ci accorgemmo del suono del missile solo quando il cielo si fece antichissimo e perdemmo il senso del discorso non appena cadde il muro poi di traverso le scale del duomo fino a prima di curvare a sinistra verso le radici dell'olmo, dove la fontana è vuota ma un canto bellissimo come appeso ad un cielo antichissimo ci prese ancora in volo. Sulla piazza, dalla terrazza da cui si affacciano gli sposi che si sposano in comune. La fanfara coi suoi leoni mansueti a poetare chini. Stavamo parlando dei gruppi che ci piacciono e se conoscevo Iacampo le litanie salmodiate a costituire la matrice di una dinamica confortevole o di quanto fosse sperimentale Anima Latina di Battisti e che Carmelo Bene esagera a prendersela coi vivi. Convenimmo, di buona lena, con le Moretti sui gradini vuoti a rendere l'anima a Cristo. Per un tozzo di pane, un bacio sul collo, una mano al culo due seni sodi e una cuccia dove dormire. Le manette di rame, la chiave tra le labbra. Dobbiamo scappare, prima che campino in aria. Certi discorsi che non finiscono mai l'alba e le rincorse tardive ma va bene così se la montagna ci sta saziando mentre la guardiamo da qui e quello che ci qualifica non è materia che possa essere data via. Con un solo si.
Id: 39406 Data: 18/09/2016 03:49:26
*
Inutili
Un Cosmo redento da conservare in un chicco di riso da spezzare coi denti come fosse veleno quando occorra svegliarsi in fretta da un lungo sonno. Ripetere oltre la coltre sghemba dei soliti pensieri che anche questo dolore passerà la cordigliera dei pregiudizi scalata a primavera con le mani legate dietro la schiena per tenere le dita lontane da attriti proibiti e disfarsi dei nodi solo quando il vento li sciolga a misura della sua volontà. Di là una vita nuova tutta ancora da confondere al ritmo di certe probabili sconfitte che resusciteranno la carne alle ferite che non possono sparire fuori dai guai. Per tenere l'anima in asse con certi sogni di luce che illuminano la strada da percorrere oltre i vizi di forma cercare l' attesa dove si pente dei momenti perduti ed avere una quiete allenata ad ogni tipo di tempesta sulla punta della lingua, dove le parole d'amore sono meno inutili.
Id: 39394 Data: 16/09/2016 16:52:27
*
Aggiornamento a prima del danno
I dazi di forma, la calotta magnetica, scolpita in calce a la forca, una stella cometa. Piramidi aride d'invidia setacciano il cielo come fosse sabbia negli equinozi di terza mano. Il pensiero fugace di una goccia che cade la superficie delle onde che rimargina ferite e il collo di Ramòn pieno di sangue che vuota il sacco negli anni bisestili. Poi ricordo tutto di fretta e i dettagli vanno a finire fuori dell'orbita dove il buio crescente non vuole figli che rinneghino le madri sugli altari o brevi storie di morte a firma d'oro postuma dell'autore da tenere dove dondola la sedia e fa rumore come a ghiaia di calesse o il verso delle ghiande in festa nei falò su in collina, pieni di gloria. Domattina poi finire la lezione col camino a chi scalda meno tirare le mollette giù dal terzo piano dare i voti ai culi che passano in cerca del primo premio lasciando il buon gusto fuori dagli schemi a latrare nel cortile, attaccato alla catena. Poter essere cattivi col pensiero, buoni in controluce presi per veri dalle clavicole della sera poi di notte sparire negli ossequi delle tenebre e a mente fredda salpare dalla sponda del mattino come arresi al vento che soffia. Così, senza un filo di trucco sei bella. A furia.
Id: 39376 Data: 15/09/2016 02:07:35
*
Che doni a noi la falce
L' oscenità con cui mostra le sue ossa la mia storia è uno scheletro nell'armadio che pratica la danza della pioggia sui tizzoni ardenti e col cuore in fiamme, a patto che il soffitto non sia un cielo stellato, d' attraversare tutto d' un fiato, ad ali spiegate ma la conseguenza di una propria opinione non proprio affidabile sintassi di una regola astrale di proporzioni più grandi e più distante, tanto da sottovalutare la questione ad un peccato veniale, di cornice allo specchio desunto lo spazio come discrimine ad inerzia del tavolo prese due sedie, firmato il contratto: nessun animale verrà sezionato in cerca dell'anima pena la fame, perenne di fama. La risata che accompagna il buon vino sia sempre un inzio di frase accettata con stile. Nonostante la voce roca negli assoli di circostanza siamo sempre usignoli in gabbia in cerca di una tana a forma di vita (si rincorrono i sussidi). Poi lascio che si sciolgano le briglie al mio condominio di modi dire e attraverso l'inguine delle sue labbra per legarle i seni alle mie mani da forno a batteria. La piccola fiamma conquista la sua porzione nel grembiule della mia scrivania il fumo aspirato bene si dissipa prima il contagio dell'aria ha così il suo vizio di forma. Continuo a vivere nel modo che mi tocca senza cercare punti di svolta fa caldo nella stanza che interessi a qualcuno è un fatto da escludere a priori per continuare a scrivere in santa pace. E la memoria che mi aiuta a dimenticare certe figure di merda è solo una terapia che assumo come un'altra credendo poco nell' efficacia del mezzo nella sostanza complessa che doni a noi la falce. La perizia di poter essere noi stessi, a scanso di colpi di grazia i reduci della guerra che vogliono farci combattere può essere l'unico modo di conservare memoria dei fatti. Oppure distratti. Da un punto e a capo, luogotenente del caso.
Id: 39362 Data: 14/09/2016 02:36:50
*
Nellacquario
Nella palude che sta passata la nuca s'avvolge refrattaria alla luce un'idea a suffragio del fatto che, temuto il caso che s'avveri, allora s'avvera con ostinazione, la cosa che temi. Tornano alle tempie soppalcate a dirmi che non sono altro da loro gli inquilini del terso piano dai cui allori di cemento armato predicono il futuro deducendo che sarò, dalle vene a sbalzo un altro quando, confuso e delicato. Mi piove dentro una sconfitta così dolce e rammaricata da diluire il sangue a più quieto fluido e i tendini s'allentano in tensioni meno crude. Non voglio che mi aumentino la dose, tengo duro o vuoto il sacco pieno di piume e spine e spighe di grano? L'infermiere che mi misura la pressione prende appunti da consegnare a chi di dovere paventa la possibilità che possa tornare nell'acquario se non lascio che mi curino come vogliono loro. Intanto i miei pensieri rubati da ladri violenti, violentatori scaltri senza semi, non mi perdonano. Quando basterebbe venire qui per farsi due conti. Nell'acquario poche finestre cambiano l'aria aperte sull'oltre può capitare che altri pesci la mordano per rifarsi i denti invano. Può capitare di perdere il controllo sul proprio pensare come fosse essere risucchiati in un vortice di vuoto ad occhi chiusi e con le mani legate dietro la schiena in cerca di un fondo su cui poggiare i piedi nudi di nuovo. In cerca di luce dal basso. Avallando la falsa prospettiva che la salvezza possa arrivare solo per grazia. Dimenticando che il comportamento che tieni nel pozzo sia altrettanto determinante. E' una relazione, come la vuoi sbilanciare? Scrivere potrebbe servire, da consumarsi le unghie se riesci a liberare le mani oppure attaccare la parete a morsi cantando le canzoni magari, che ti fanno coraggio. Nell'acquario.
Id: 39301 Data: 10/09/2016 01:40:34
*
Le ore notturne
Nessuna che mi aspetti sono troppo lento per condurre la vita dove vogliono così se mi arrendo il carro del Sole lo seguo all'ultima ruota o lo circondo di attenzioni vane fino a che la luce del giorno non sia un avvento di vostro Signore o le mie vene tagliate mi ricordino che è un altro verso quello per morire ma ero un absolute beginner nonostante la confidenza con le lame così mi rimane questa mano ammainata da pochi tasti alla volta e le ore notturne per scrivere fino all'osso. Le ore notturne, con il loro cuore che batte vicino al cuscino per disfarsi dell'anima in grande stile o viaggiare da clandestino sulle note di qualche musica a volo. Ma la consolazione deriva dal fatto che le scelte che vi hanno compiute vi lascino il tempo di essere felici io ad esempio non piango sulle mie ferite a meno che non abbia voglia di farlo per guardarvi con gli occhi lucidi. Sono stati così belli da incantarvi almeno per un attimo? Nove anni non sono pochi e nemmeno una stagione sola se ruota sui cardini di qualsiasi perdono. L'augurio che dovreste farmi se non foste così legittimamente impegnate a mietere il grano dalle ciocche dei vostri cuccioli a cavalcioni del Mondo è che mi faccia trovare pronto al prossimo incontro con l' amore nuovo che mi voglia a lungo e per intero sulla riva del fosso o a cometa di una stella senza veli. Ma non posso pretendere sforzi inconsulti che dall'ennesima prova della mia fantasia. Poi che le vite si separino è una possibilità così probabile che anche la morte ce la ricorda in ineludibili passaggi. L'elaborazione del lutto da calcolare le bollette da pagare, l'acquisto di una fotocamera digitale per mettere a fuoco i fuochi fatui del mio ego. Piangete con me e ridete con me, come un Cristo solo, ancora per poco sulla croce da saziare. I cieli saranno pieni di nuvole di passaggio, i veli cadranno ancora sulle vostre caviglie d'assottigliare, con ombre segrete da camere oscure. Un bacio rubato alla ricerca del vuoto una caduta di stile ma che non ceda al rancore se non per qualche secondo d'infelicità nullafacente. Allora è deciso così: che di un suicida non hanno pietà. Del resto non ce ne frega niente, ad occhi aperti.
Id: 39286 Data: 08/09/2016 14:28:55
*
Postumi
La vergona di ieri è una capitale decaduta quell'antica signora che non da la mano, financo gliela chieda che parola strana, per quanto muta la colonna è fuori sede e non prega la rettitudine di rinfrescarle la memoria dunque "morte" rimane sulla punta della lingua o prima, alla corte dei pensieri col tempio da una parte e il trono vacante per aria (degli dei) le scale, con le statue che le salgono, armate. E poi una continua primavera fino alle sei ai prossimi europei caviglie di cristallo e una verticale della corda che porta fino al cielo da cui non si vede bene la partita ed ogni pausa è buona per fare un figlio. La badante a capotavola gestisce il telecomando il canKazan è fuori, a scopare nell'orto dio è morto e non me ne sono accorto la musica mi ha distratto, soprattutto le parole del Circo Zen. Ma sono letterale quando sogno? O è tutto vero? Sarà che sto diventando vecchio e ancora non me ne dolgo. Ma fino a ieri avrei spaccato il Mondo se fossi nato ieri.
Id: 39250 Data: 06/09/2016 01:39:41
*
Malleoli
La terza guerra mondiale da tastiera la rivoluzione oggi è una piazza vuota la strada che percorro la sera non mi riporta sempre a casa. L'ultimo dei miei pensieri è di non avere d'amare l'ultimo, prima di andare a dormire e quando mi sveglio son tutto morto a parte una primavera delle idee che spesso mi confonde. Una salute mentale da camera che perde coerenza non appena esco dalla porta o sparecchio la tavola senza avere cenato. a mente fredda. Il disprezzo per qualsiasi tipo di lavoro che non ti sia piaciuto almeno una volta la condotta può essere corrotta da una stella cadente se il desiderio che s'avvera è un mostro di superbia al mio firmamento non bastano cinque stelle e un cielo capovolto un futuro da favola, una Luna magnetica. Quando la mia paranoia mi connette a certe frequenze di sobborghi devo spendere energie perdute per non perdermi. La nascondo dentro me pur di mantenere la parvenza di un controllo ma a volte vorrei solo cadere nel vuoto. Un respiro profondo e tutto a un tratto non ci sono più. Con la speranza che qualcuna mi consoli legata ai malleoli. Più leggera dell'aria a rallentare la corsa in un moto perpetuo raso raso di attriti.
Id: 39241 Data: 05/09/2016 14:57:09
*
Ritratto di ragazza all’aperto
Scoscesa dal mento del monte, fino a luce piana di radura quando avvalla la solitaria saliva del lago a specchiare l'aria con le nuvole che le fanno la barba, tutte le volte che passano gli ascendenti nel Toro, Venere in stallo. I capelli che ballano al vento, mulini ad olio, fusilli di cobalto di grano bruno monili di foresta oscura, uva di vigna nera. Censura la schiena nuda, in cerca di una tregua lo scialle di lino crudo. Ma ha sete l'occhio della pelle conosciuta a misura delle vertebre, le dita si confondono. I seni forti di evase attese, di promesse mai mantenute le caviglie sottili con le conchiglie delle nocche ancora in tiro le cosce da mordere, da rifarcisi le unghie. Con le spalle regge tutto, anche gli sguardi più ostili, il collo, la testa il viso bello, i sorrisi che si fidano. Gli occhi di passaggio tra questo Mondo e un altro. I pensieri sempre in stile (con le stelle su nel cielo).
Id: 39206 Data: 03/09/2016 04:08:09
*
Più che mai, mai più
Si sgolava, la lingua sciolta dalla lava delle parole incandescenti stracciava le sue vesti in fiamme perchè non le ardesse la pelle l'esecuzione nucleare delle ghiandole a trasformare l'aria in condotti di passaggio l'agio dell'atmosfera intorno. Vorrei andarmene ma fuori, non oltre. E correva e gridava sempre la stessa cosa. E non si stancava che finissero i giorni. -Mai più- Dalla sponda plutoniana della notte. Alla congiura della luce a mezzogiorno. Vede le cose come stanno ma da troppo lontano perchè possa essere creduta e la sfera di cristallo le consuma le dita in quella mossa che fa per prendersi il tempo di schiarire la voce e gli occhi per guardare all'infinito. Vedo, vedo, nuvole di passaggio, uomini di corallo averla vinta in orario per le stragi. Ma rinascerà bellezza a suffragio universale. Me lo urla una voce, dalla sponda plutoniana della notte. Alla conquista dello spazio siderale.
Id: 39197 Data: 01/09/2016 02:06:44
*
La mia memoria
Smaniava in piedi e gambe levate passeggera della Luna quando conca traveggola dalle punte e schiude in canfora d'allori giù dal monte poi ottunde il vino buono delle stelle nelle vigne del cielo a sue consorti, finchè da due, mille ce ne bevono e ancora a fiotti, misto sangue corrotti dai condotti a giugulare i versi bastardi. Implora, cede i varchi ad ultimi passaggi prima che l'ombra trascolori al lume della ragione ancora in auge. Per vendetta chiude gli occhi per essere normale ancora per un po' prima che l'occasione ghiotta, inghiotta la sua fame d'appetiti e il respiro franga i flutti sul costone degli addii, ancora in bilico. Al dunque si separa in brividi, poco fuori per tornare subito dentro i suoi abiti o restare nuda a cavalcioni del lembo che s'alza quando la carne della ferita prende aria e i nervi scoperti copiano la forma dalle circostanze inequivocabili che si abbattono, a mare aperto, dove non può confondersi lontana da tutto. Si cosparge il capo delle mie ceneri ancora calde per tenere i pensieri alla temperatura a cui convergono in un unico punto, nascosto tra la fronte e il cuore dove le pizzica la gola per essersi punta con la mia voce d'onda quando leggeva la storia dal palmo delle mani. Poi si stringe nelle spalle, il suo garrese purosangue inadatto ai carichi pesanti e agita le braccia come a voler volare ma non s'alza da terra che di qualche salto forse gioverebbero una rincorsa breve sui canali o un paio d'ali di contrabbando. O una caduta verticale nell'abisso del suo vuoto interno per trovare un centro a tutto questo. Ma come viene va, di soprassalto e i suoi cardini la trattengono socchiusa ad ogni evenienza ispirata dalla luce come può una falena tesa come una conta di violini a chi la stecca per prima la nota maestra, la grande onda, la fase intuitiva della corda a cui s'impicca. E quello che era buono diventa cattivo e l'orizzonte s'assottiglia e quello che era cattivo diventa buono e l'orlo argenteo delle nuvole ingrassa i suoi confini ad acqua. Riducendo i plurali in un atto singolo di pioggia all'infinto continua a cercare le sue immagini in un rito di passaggi con poche soste per respirare a forma di vita che scorre.
Id: 39184 Data: 31/08/2016 03:48:00
*
Un ramoscello d’ulivo in bocca ad un Tirannosauro
Filosofeggia quella foglia d'ulivo se la prende con un filo di vento che conosce solo di taglio per quel fatto delle nuvole che la negano di pioggia le appare dio come una misericordia appena socchiusa nella linfa quando sarà sapone conoscerà i misteri dell'acqua, non prima e non oltre. Per il resto io la guardo cambiare verso al suo colore da simbolo di pace appesa a un becco a quello meno vintage di morte, quando cade a terra e l'erba sottostante le confonde le idee ancora in volo, nonostante la terra la inghiotta di lì a poco. Un tempo delle vertebre che conduce alle radici ancora in vita ma c'ho posato sopra gli occhi ha ricambiato i miei sguardi e mi ha detto che si, l'avrei potuta chiudere nelle pagine Vedanta del libro che stavo leggendo nell'orto, a patto che non si secchi subito all'istante incondizionato. La fumerò durante l'ultimo capitolo con il re del Mondo in sottofondo a René Guénon delocalizzato. Il fiume intanto fa un verso che mi ricorda il sangue nelle vene quando trova ostacoli lungo la dorsale che dal cuore va ai polmoni. Un garrulare di fremiti appesi a un filo la sezione del condotto di pochi millimetri. Una risonanza in termini di portata che necessita dell'aria per comburere. Quanti assilli sottostanti soverchiano le sovrastrutture di significati ancora in fieri paradossi liberati dai cardini spesso fanno ridere come nei monologhi senza ossequi di Giardina e Montanini o tra le braccia troppo corte che consumano gli abbracci fino al punto di viverli senza staccarsi più dai fianchi con baci a concludere. Come vecchi, stanchi, Tirannosauri per giunta in calore. Filippo Giardina e Giorgio Montanini sono due stand up comedians per chi non li conoscesse e volesse farsene un'idea consiglio la visione di almeno qualche pillola tratta dai loro spettacoli facilmente reperibili su YouTube
Id: 39074 Data: 21/08/2016 02:45:00
*
Nuda
Scandalosa l'Odessa della schiena, nutre un suo debole per le fosse le acque oscure delle ossa mobili i triglifi vettoriali dai cardini elettrici e questi tendini che scoprono le nocche in ghirlande di ghiandole in fiore, ai tuoi seni che susseguono a frequenze variabili il respiro segreto delle scapole le ciocche sussurrano alle spalle il grigio nuvola nuova delle tempie. Radice mia è la carne, essendo segno e simbolo di terra la materia del mio inguine annaffia le piante che non trovano posto nell'orto delle merci dove si fanno i veri affari e nessuno se ne pente. Altrove, sulle vele maestre dei pensieri, a più venti si affida il moto per tentare la stanchezza di restare immobili a nuove pretese magari cambiando idea su di te, sul resto del Mondo o andando in cenere. La notte che s'avventa come lupo solitario su una Luna purosangue la leggenda del viandante che non riconobbe sua sorella per strada quella volta che tornò a casa in tempo per le nozze ma tutto si dissolve, anche le promesse davanti a testimoni sette veli in una volta per l'orrore degli dei che non amano sintesi al momento del giudizio che saremmo noi senza le frizioni inibitrici dello spirito contro la materia energia e scorie prodotte per riempire i vuoti dello spazio che la memoria include nei ricordi condannandoli per plagio. Fosse anche che ti sbaglio, saresti uguale spiegami perchè una volta certi quadri non li guardavamo per paura dei rapimenti in pubblico, mistici e sensuali, e adesso invece ci pervadono con immagini sfuse tutte uguali? Le teorie che si avverano sono le meno diffuse, in pratica Dio, per esempio, chi lo conosce? Ma quanto è ladro l'occhio, ruba anche quello che non vede così s'inventa una fede dal lato più oscuro delle cose. All' ombra, il buio personale di ogni cosa matura la distanza tra i colori immaginare conquista spazi d'infinito dimenticandosi che non si tocca dove la distanza è troppa dalla materia del contendere e i sensi non bastano per chiamarla per nome questo mare aperto senza ventre. Ma la forma che ci compie ha le sue sponde. Non per questo smetteremo di farci le domande con le stelle a portata di mano, appese al collo. Ecco che torna la tua pelle come dal lembo delle unghie dal retro delle pupille per sovvertire il senso delle frasi messe in fila per ricevere l'estrema unzione ad una ad una prima di dedicarsi alla deriva di un altro corpo. Una vita dimenticata, una ancora da essere vissuta che puoi pensare come involucro.
Id: 39061 Data: 20/08/2016 05:20:43
*
Un lago a pagamento
Quindi il lungolago dei suoi occhi ha tariffe per pescarci che prevedono la morte come saldo di alcuni conti, come il prezzo per toccare il fondo che nasconde le sue intenzioni primordiali. Tutto il bacino a cui attinge può svuotarlo in una volta si potrebbe dire in un battito d'ali se non fossero a milioni a interessarsi dei trasporti, dei trasferimenti di capitale se sei libero di pensare, pensa a quel che vuoi pensare senza troppi pentimenti. La libertà vale quanto poche messi nella mano qualche seme nel cemento, uno dei nostri in parlamento. Se paghi con la vita poi ti arrendi ma se paghi con la morte, te ne resta di tempo!
Id: 38855 Data: 01/08/2016 02:08:16
*
Rissa maschilista
Ad un certo punto te ne fai una ragione, una ragione di più a correggere il tiro e farti centrare la fessura della grata la cruna dell'ago saldata a terra, tra i palazzi di marzapane e cemento la tua saliva impastata dai troppi amari del capo. Ad un certo punto non c'è più e hai il campo libero per tutta una serie di riflessioni che ti porteranno a dire che è meglio è meglio così, vivere da solo senza costole da abdicare senza figli che ti odieranno non appena capiranno l'estrema unzione del tuo mandato. Fai dei complimenti alla ragazza sbagliata che poi non ci stavi nemmeno provando e il suo sodale si risente calcola male il peso del tuo glande e se lo trova in culo prima di dire amen: un cazzotto sul naso, un morso, la camicia stracciata -volevo solo fare un brindisi alla fregna di tuo madre- ti difenderai tra i conati. - Figurarsi, sei mio fratello, abbiamo lo stesso metro di giudizio: due pezzi di merda- Fuori dal locale ti rulli una sigaretta che non avresti fumato da quella parte delle labbra e pensi che è bello avere qualcosa per cui darsele ancora, che abbia meno di trent'anni.
Id: 38832 Data: 29/07/2016 04:28:22
*
Due tiri (mi fai fare?)
Quando perde la guaina sulfurea il tattico tango da balera del tuo sillabare l'aria in respiri quando fumi una sigaretta prestata la nascondi al dosso delle nuvole perchè il cielo non ti giudichi la figlia, la madre, il costato le reticenze parallele al vegano che viene da Vega ne deduco un razzismo da palato, dovuto all'uso consueto di coriandoli da lancio, da nessuno escluso, eccetto le dita da fata che cingono il filtro come fosse il bavero di una cerniera ossuta l'acrobata sedotta dalla distanza breve di una ricaduta le vicissitudine che si avvitano sul cordolo non appena stringi la curva e se siedi è il gradino che scotta ma la scala è una tromba d'aria da soffitti, inconsulti piano al piano, un lungo pianosequenza, furtivo, con zampe da gatto che ti segue fino in cima, dove s'apre il tetto e la tua schiena curva è un arco di creta viva, muta, come il fumo che s'addensa a forma di clessidra vuota, mietitura del tempo, a ghirlanda d'inneschi. Dove sei ora? Chi t'avvista oltre le tregue del tempo? Non si capisce un caos nemmeno se ti arrendi ad esso. Immenso, con la quadriglia delle palpebre ad intermezzi a sezionare le immagini frustrate, col telaio degli occhi a scegliere la cornice; il flusso mobile delle cose che vedi si sparge nella mente che le proietta, così il cane si morde la coda come un uomo che ha fretta di arrivare alle conclusioni. Ma senza bellezza non è giusto condursi altrove, permanere nè essere quello che vuoi. Quanto a lungo può mostrare il suo lato debole la Luna perchè i lupi s'illudano di mantenerla in vita? Di chiamarla a testimone di qualche coro che intoni una preghiera? La falce, la piena del fiume, il mantello della sera. L'orizzonte che sconfina sul dorso di un' alba azzurra saprà riporre l'arma nella fondina senza aver sparato un colpo almeno ad onore del cielo che ricordi dalla tua finestra a stelle e strisce ma poi la memoria capovolge i suoi assilli e te la prendi per aver dimenticato i versi dei gabbiani al mattino colazione da Tiffany come va a finire? E dove ho parcheggiato la macchinazione? Torniamo a fumare nei bagni del ginnasio dopo la ricreazione abbiamo ginnastica e il professore ci lascerà giocare a pallone nel parcheggio dell' Utap.
Id: 38815 Data: 28/07/2016 03:22:37
*
Sviolinata freak
Vado a scuola dai poeti, da qualche anno a questa parte e i mei amici non lo sanno. Ho amici tra i poeti? E qualcuno mi promuove? Se stampo un libro a casa mia mi sputtano anche se non mi legge nessuno ossimoro dantesco, cazzata del Console. Però l'oggetto mi piace sulla copertina ci sarebbe un tatuaggio bellissimo e strane coincidenze se dimagrisco me lo faccio sul fianco non appena il Cobra trova un attimo libero. Con le parole si scherza o non si scherza? Non me lo ricordo. Cambiare i nomi o lasciare che si riconoscano? Tanto non mi legge nessuno. Allora perchè mi caco sotto? Ho l'impressione che saprebbero essere cattivi, certi lettori ma non posso farmi venire le paranoie perchè le conosco e non portano a niente di buono Come sono diventato saggio, non mi riconosco e non sono l'unico tornato dal mio primo campeggio con un giorno d'anticipo mia madre al citofono mi disse Alessandro chi? Sono ancora tuo figlio dopo tanti anni non riesci ancora a liberarti di me Chissà a chi è comune questa condizione? Ma non divaghiamo sdolcinato quando parla d' amore matto da legare Forse se piacessi all' editore troverei un po' di coraggio e sarebbe troppo tardi per evitare l'inevitabile: Il tuo unico talento è essere un coglione! Già me li sento e poi con le donne non c'hai mai saputo fare sono i fatti che parlano Chissà se do l' impressione di credermi un esperto nel campo e risulto ancora più ridicolo? Boh, sti cazzi. Spero solo che non si offenda nessuno. Ma facciamo un pronostico roseo come un bel porcellum: lo comprano tutti e accucchio due soldi per stamparne un altro. Sai che capolavori (ah ah). Sviolinata freak, tipo serenata rap ma senza rete sotto Sono presuntuoso? Perché non mi avete sentito quando parlavo con le persone alla radio e credevo che mi rispondessero a tono. A volte fa celare essere schizofrenici a volte è un delirio degli atomi con le stelle che abbandonano il cielo e non sai come fermarle Capite che per me è più difficile o non faccio che vantarmi? Chi avrà pietà di me? Chi saprà perdonarmi? Ma non voglio essere troppo serio al momento va bene anche una sana presa per il culo non so se effettivamente l'importante è che mi legga almeno qualcuno. Un cielo senza stelle ha paura del buio?
Id: 38544 Data: 07/07/2016 01:41:09
*
mad
La nettezza nel sentire la distanza dalle cose muove i passi da relazioni abbandonate le ragioni desuete nel tentativo di convincere compiono uno sforzo vano Vorrebbe chiudere il conto l'altopiano quando lo guardo al microonde col cielo sempre più in cielo del monte ma con lo sguardo che conservo non riesco ad andare al di là delle nuvole Vorrei fare alcune cose ma la paura mi conduce oltre verso zone d' ombra rase ai muri avrei bisogno di qualcuna che mi possa riconoscere restando nessuno Dove mi porta la sindrome comincio ad intuirlo dal cammino il primo passo controluce vuol dire destino, abbandono Ma quando il vuoto puoi sentirlo dalla forza d'attrazione non serve fare finta di saper volare è troppo sciocco anche riderne di cuore Così mogio mogio come un piumone nell'armadio quando l'estate ama il lino mi piego su me stesso da venirmi vicino vicino La garanzia che non accada nulla che si basi su una distruzione mutua assicurata in caso di una guerra nucleare non mi convince fino agli atomi E mi metto a pensare E poi muoio di una distrazione dopo l'altra non canto, non ballo, non scrivo poesie perchè non credo più che mi possano salvare l'anima, il corpo che disamina Sulle questioni esistenziali come bere e mangiare si accontenta delle succursali di un vero piacere che preveda l'essere se stessi a fin di bene dal momento di esistere Così ci si cerca nei luoghi più affollati con la speranza segreta di non trovarsi mai per non essere mai da soli con se stessi ed evitare silenzi imbarazzanti o l'essere sorpresi a parlar da soli come i matti
Id: 38519 Data: 05/07/2016 02:01:32
*
una certa luce
Perchè pensarla accesa la candela se è spenta è un esercizio che produce una certa luce per questo ascoltiamo la musica al buio, alcune volte a quel che si dice per aver ragione della notte solo con l'intuito che viene dall'abitudine che un Sole sorgerà comunque anche se non mi muovo dal letto, se non esco, non mi lavo non vado a lavoro. Ma che anche io possa continuare è una legge delle sconfitte più vecchia del mondo datosi di fatto l'estremo ritardo che porto, sulla vita che scorre. Anche un saluto dell'erba del prato va colto nel fiore a cui ti accosti inaudito proiettando su di esso il ricordo di un profumo lontano una ritirata strategica rielaborata in un piccolo lutto da non eludere a forma di donna che passa la mano. Una carezza a cui il tempo cambia di senso come fosse per sua stessa natura, l'amare.
Id: 37955 Data: 26/05/2016 00:17:13
*
opere di fantasia
Una bellezza che ti coglie impreparato sul tuo ciglio da lettore a prender fiato sul panorama collinare che ti offre la vista migliore. Poi qualche passo randagio, adagio quanto vuole oppure scaltro per le vie del rione e infine una sparatoria fatta bene o un imprevisto o un incidente una guerra santa che si rispetti vuole la donna crocifissa e l' ambiente le si muove attorno come in cerca di un favore ma poi si pente di essersi venduto a così poco. E dalla tregua nasce un figlio dello spirito santo a Madonna contestata per il suo estremo garbo nei confronti di chi la preghi per i soliti motivi. Quando credi che è finita è lì che arriva anche solo con lo sguardo da una distanza distante due camere d' albergo nell'arco di un anno poi s' avvera, la primavera le allaccia le scarpe e tutto il resto appare secondario, acqua alle caviglie. Ma nel profondo quello che vuoi è materia incandescente per le solite scintille che accenderanno il fuoco alla tua rosa di paglia scusa e prova suprema a misura di un petalo che valga almeno una preghiera.
Id: 37934 Data: 25/05/2016 01:23:30
*
il luogo segreto
Il luogo è dove mi canta la canzone e il tempo che non mi ha ancora cantato. Perchè quello che vuole, lo vuole solo per un attimo poi degrada in molliche d' ipotesi, delegazioni d'intenti fuori controllo la loro genesi nel pensiero che ci voglia una vita solo per diventare uomo e un'altra forse non basta a chiedersi perdono per i propri sbagli, da regalare. Ma sei la canzone che mi canta stanotte la radio a rendermi meno distratto. E quando ti penso non so mai chi ci sarà dall'altra parte. Eppure so che sei tu a fotografarmi mentre adottiamo un cane con la montagna di spalle. Perchè la certezza devi sentirla scorrere almeno un volta nella vita lungo le vene dei polsi, sulla punta delle labbra a mentirti che tutto ancora sia possibile tanto bene da fartela vedere, l'onda che s'assottiglia man mano che cede terreno e si abitua ai rimorsi di un mare aperto. Eppure sentire che c'è ancora una canzone che canti senza tanti testimoni che non siano a favore di una condanna desiderabile mi spinge ad andare avanti in una ricerca disperata finchè non viva, la solitudine, tanto a lungo da farsi a metà da dividersi del tutto.
Id: 37890 Data: 23/05/2016 00:45:33
*
al confine esterno
al confine esterno tra l'essere e non essere che include tutte le voglie e le controversie troverai la ragione ultima di tutte le cose come febbre che sale in corpo al tuo figliuolo e disfarsene apre a causale d'interventi e pronostici per un futuro furibondo in cui la salvezza si misuri in gradi svuotati di senso nell'algoritmo del primo calore. Vuoi con stanca lentezza aprirti alla vita estenuata seduta stante nell'ultimo orgasmo di giornata. Ma il prezzo da pagare è un tuffo al cuore di natura morta codificato in battiti al secondo.
Id: 37860 Data: 20/05/2016 22:50:57
*
Di ringhiera
Una volta sola e basta la luce, come nomade che attende, s'addensa alla finestra fumo negli occhi per la quiete dei coperchi e quando li chiudi l'immagine che resta è un abito da sposa che non scappa dagli altari a fare festa con il canto schiuso in gola di chi l'indossa, dorso nudo come foglia, di ringhiera, quando è sera e l'aria fresca nella stanza ricorda dei sorrisi lungo il fiume di ragazze premurose e sorelle d'adozione. L'umiltà d'una premessa a stagionare l'equazione dove l'acqua non si tocca. Per saper nuotare quanto basta, la carezza dei tuoi fianchi a onde. Grano bruno di foresta che si piega quando piove, poi risorge quando il Sole lo inghirlanda, poco prima sia mietuto dalla mano che credette che la falce facesse cenno di un saluto oppure ombra alle dita circoscritte ad ogni ciocca. Dei capelli, dei seni così belli, fuorilegge come gli occhi. Che riapri e alla finestra solo il vento sa a memoria.
Id: 37836 Data: 20/05/2016 00:42:51
*
Tristi
Si torna ai petali nell'otturatore con l'ansia degli arrivisti, i sensi di colpa dei giocatori d'azzardo perdenti sotto le unghie un po' di terra qualunque la nostra lasciata a marcire nei giardini d'inverno perchè la vita non entri che per raggi confusi a illuminare solo le parole più belle che servono a redimerci da una vita qualunque perfetta per non essere sinceri con le vene nascoste sotto pelle distanti dalle stelle quel lungo viaggio degli occhi e del sangue tristi per non saper desiderarle.
Id: 37767 Data: 15/05/2016 08:10:23
*
Un amico
Meno che niente le traversie della vita contano se basta un'occasione ladra a rinfacciarmi la mia pochezza di conclusioni ma quella pochezza deriva da tutto il tempo che ho trascorso in cui tu nemmeno c'eri e l'evadi a misura del tuo io presunto come fossi testimone di ogni tempo. Poi mi chiedi se ho dormito bene. Meno che niente
Id: 37760 Data: 14/05/2016 11:17:28
*
Un debole
Era nelle sue corde, il giornale, la sigaretta, il silenziatore. Le parole pronte all'uso sull'asse portante, nel caricatore, tra i denti. Appena sotto la lingua dove il cuore duole a non proferirle. Senza pensieri a far rumore da troppo vicino, la pistola sul comodino e gli occhi liberi di guardarla dormire. Lei che aveva capito tutto dall'inizio col suo intuito femminile che cade sempre in piedi grosso felino armato dal fuoco di ferro battuto, qualunque cosa accada, per quanto si renda ridicolo è nella profezia che solo loro conoscono e nessun altro che gli è amica. Ma la vita prende slanci con chi ne è capace il coraggio non lo vende se le vene sono di poca portata e lo si deve conquistare a fatica, sul campo come in uno sciopero dei treni quando devi andare a trovare tuo figlio un mezzo secondario di sepoltura per recuperare il tempo perso e mai visto qualcuno che fosse capace a farlo il salto nel vuoto nonostante il mezzo contributo di una vita buttata nel cesso. Per questo ed altri mille motivi che gli balenarono in testa decise di leggere un libro e il processo lo rimandò a domani perchè s'innescasse di nuovo più tardi per altri versi dalla metrica quotidiana. La finestra aperta per i suoi sogni di carta a forma di aeroplani.
Id: 37750 Data: 13/05/2016 14:59:14
*
La favola del corvo e del porco
C'è qualcosa nel niente te ne accorgi quando inizi a grondare sangue disse il corvo al porco da scannare recide e congiunge, la lama del padrone al destino dell'animale di non avere un' anima come quella del Signore. E gioco forza vedi, tu devi morire e le tue carni sono il meno è la speranza di una salvezza che solo San Francesco quando venne tra di voi vi volle regalare, a latitare. A chi vi promette che San Francesco si diventa lo farei dormire con me, lo darei in pasto ai cimiteri. Dove sulle lapidi non scrivono davvero chi eri ma un breve ricordo facile da portare come chiodo sul cantiere per appenderci quello che ti pare a patto che sia abbastanza leggero. Tanti sono i santi quanti sono i morti lo diresti dai parenti? Io almeno volo e qualcuno al parco mi tira sempre un pezzo di pane. Mah, la prossima volta ti auguro di essere cane o colomba per l'essere umano aspetterei un' epoca migliore. Al parco c'è un tale che ha fame ma non ho visto mai nessuno tirargli un pezzo di pane anzi una volta un ragazzo gli ha tirato un calcio. Ma tu stai tranquillo, il tuo padrone è buono non lo farebbe mai. Eppure che ti puoi aspettare da chi scioglie l'atomo su di un paese come fosse da sbranare! Devi avere vene di cristallo, l' ho sempre pensato dal fiotto che vi si porta. Nell'aldilà. Oppure la sua mano impugna un bell'arnese o tutte e due le cose più l'esecuzione perfetta delle volte che ha capito bene come si fa. Che ci vuoi fare, l'amore ha le sue priorità e la famiglia del padrone non preferisce le mele. Perle ai porci? Si domandò il corvo e benedisse le sue ali dubitando che fosse giusto rispondersi di si. Non aver paura, se dovesse venire il mio turno farei come te. E si produsse in un volo curvo quando il figlio del padrone provò il suo nuovo fucile a pallini. Il porco lo vide scrosciare a terra e chiese al corvo: sulla tua lapide cosa scriveranno le formiche? Buono come il pane, gracchiò, con un filo di grach.
Id: 37725 Data: 11/05/2016 01:30:59
*
Occhi tristi
La Quaresima latente di una privazione pro forma la latenza immanente di una materica virgola , quanto sospende l'attesa di una metrica? Quanto costa avere fede che la vittima un giorno si salverà? E le parole della maestra non ci faranno sbagliare e l'amore verrà a proteggerci dal male che sappiamo farci anche da soli così bene da credere che sia davvero l'unico modo di vivere quando ti leggo nel pensiero che vuoi essere felice. Ma si sa, le nuvole passano razionando le calorie del Sole. Ci lasciano a bocca asciutta a tutte le nostre ombre. Così abbiamo le traveggole che se pensi per due volte la stessa cosa è già un dato di fatto allora "quello che vuoi ottieni" diventa una stella randagia il cui giaciglio può svelarlo solo un arcobaleno notturno con i suoi a capo frangiati a discapito dei colori sfocati da interludio da dove nasce. Ma è una pausa da poco che già tutto si staglia nitido, sullo sfondo del carisma del quotidiano come un fiore bruciato vivo dalla paura del buio come un ciao amore ciao tenuto segreto per paura di essere derisi. Il coraggio a volte prende vie traverse di cui poi non si hanno più notizie. Ecco perchè può essere importante anche una vecchia foto smagrita. A ricordarci di averci creduto fino in fondo. Dove avevi gli occhi tristi ma io non li guardavo.
Id: 37691 Data: 09/05/2016 02:15:16
*
La canzone delle unghie morse
La tua canzone è una preghiera per soli dei ne hanno voce il fiume per cantarla tra gli zigomi del monte o il tuo amante alle prese coi tuoi seni il vento che frange i flutti di scogliera la barriera corallina, i fiocchi d'avena e il ventre che genera materia di sogni ricorrenti il buon umore del mattino i timidi passi desolati di piegare fiori mezzadri del prato. Quanto ho sognato con questi miei occhi aperti come fossi a caccia di vene lungo i tuoi polsi non ci fu risveglio più lieve di un giovane pianto interrotto. Ma se non vuoi che ti ricordi cancellami l'anima dalla fronte con un'ultima carezza delle tue dita ad unghie morse.
Id: 37662 Data: 07/05/2016 01:27:08
*
Prima che faccia buio
Quando la grandine si sarà asciugata dagli occhi e l'ombra dei giocatori ritiratasi in cortile ci vedremo appassire dai vetri appannati come in un'altalena di spighe come in un frusciare di vesti a spirale. Poi il Sole renderà giustizia alle ossa varcandole a mente fredda e il nostro supplizio sarà una manciata di polvere lucida della stessa materia delle stelle. A cui tornare per devozione verso quegli scenari lunari che ci fecero compassione riconsegnandoci mortali alle nostre spoglie. Con il cuore a battere il comune tempo dei viventi e i passi sospesi su tetti cadenti di gratitudine nei confronti di chi ci cambiò veramente fin dalle radici sospese sul nulla culleremo nella memoria quegli attimi sottili in cui fummo testimoni delle nostre incolumità di fortuna o di gloria. I lucchetti dei cancelli delle ombre sotto la lingua ispessita a furia di cantare quella vita che ci adombra di ciglia e nostalgia e giù, fino in fondo agli occhi la forma della tua schiena mentre chiudi la porta, i miei occhi e vai via sedotta dal futuro che ti compie mai più da sola foglia di foglia, carne vera, la stessa rosa finalmente una storia solo tua di bellezza senza guarigione che ti consegni le chiavi del tempo che ti renda capace di tutto. Ma la forma delle cose cambia alla luce. Cercala in autunno, prima che faccia buio che le mie parole affoghino in un mare spento indistinto o la stagione del loto pretenda il suo tributo di api crocifisse al vuoto.
Id: 37644 Data: 05/05/2016 17:49:06
*
L’ortica delle stelle
Potrai sempre dire che mente l'ortica delle stelle non pizzica ma la curvatura delle onde mi indica dove finisce la spiaggia asciutta e comincia la deriva dei tuoi passi verso l'acqua che li bagna. La ghiandola belvedere delle dorsali è un Sinatra degli altoparlanti stabilitisi al mare per le stagioni che verranno di aurore boreali e squadre del cuore in finale così anche la vista si gusta la scena seduta e il prezzo della partita è concordato da casa. Poi, vuoi una birra di troppo, vuoi un abbaiare lontano di cani il risultato è sempre in bilico fino a domani e i giorni passano piano. La guerra che mi faccio è concordata con ordine da un passato che dimentico non appena capiti una tregua ad una sconfitta dignitosa senza prigionieri che non faccia una piega. Ma quello che voglio io non è mai contato un atomo di tutto quello che accade, per difetto di zelo. Comunque non mi lamento e anche se mi lamento è un attimo che oggi vale meno di ieri. E benedetta sia la musica che ci conserva in salute. Benvenute le bende sugli occhi che non mi fanno vedere troppa luce che nasce tutta in una volta e io sono perduto nel buio di uno stato senza prole. Non è il momento di crisi interiori o di giocare col fuoco la dimensione giusta è una passeggiata sul prato con un amico fedele alto al garrese e di poco appetito. Un confuso malessere, una panchina in vista, distanza da poco.
Id: 37621 Data: 04/05/2016 01:22:00
*
Nel quadrato
Sul safari della bocca la belva è catturata all'orlo delle ciglia dove le immagini sono acrobati in libertà e la veglia ha inizio con la perdita della distanza tra i trapezi così ogni parola che voglia aprire il tuo cuore a ciò ch'è vero si fa fede nel predicato ottuso del mio punto di vista mentre tu sei venuta al Mondo per le cose che non ho ancora imparato a memoria ed io l'ho appena scordato sulle cime degli occhi tra le dita scroscianti una gloria postuma degli eventi che ci qualificarono come attori iscritti nel quadrato. Per i nostri giunti di seta al varo di possibili eufemismi. Fu così che pietra divenne pioggia d'argento e mai più e per sempre, ancora sul palato a fior di labbra scoscese. E brame di sospiri per il vento che ci prese piccoli, docili petali del nostro loto malato.
Id: 37586 Data: 02/05/2016 07:23:06
*
Il regalo per il mio compleanno
Destituita la Cordigliera dalle anche si sciolse i polmoni alla finestra guardando fuori pensò se fossi Dio avrei più di un pretesto per cacciare l'uomo dalla storia l'uomo e la donna, refuso di costole sedotte. Essere cattivo, pensare a male, strapparsi il cuore dal petto per vederlo battere ancora qualche secondo, poi morire andare al mare, scavare una buca e seppellirlo a favore delle onde o meglio dei cani randagi, dissipato ai quattro venti agli angoli del Mondo. Ma poi sorrise quel suo ghigno che voleva dire non adesso avrò la mia vendetta. Perchè tutto trema se tremano le vene ad un dio che non ha paura della morte. La sottana maledetta della sua lunga notte non lo coprì fino alle ginocchia così le domande non trovarono risposta che nell'aria del suo scroto. Sei un matto? Sei un poeta? Chi cazzo sei una buona volta? Vedi questa corona che mi arreda? L'ho strappata dalla mia testa mozzata. Ero un bambino che piangeva perchè sua madre lo teneva chiuso fuori casa mentre perdeva i sensi con la sbronza istituzionalizzata a segmenti di creta muta, sorsi colorati di broccati fuori moda l'altura delle sue cadute da recuperare dal fondo del bicchiere a mo di spelonca, antro della bestia a Cristo morto. Padre crocifisso alla colpa di essere astemio. Tubercolosi del pensiero unico. Poi l'affondo con le vene sul pavimento ad anni luce di distanza vieni nel mio mondo come fosse una preghiera straordinaria e non il titolo di qualche romanzo sedentario. I capelli lunghi, il sesso funzionante la voglia di amare da crepar la pelle. Mio giovane Carver dal refuso di provincia dove riponi la tua macchina hai contato gli errori delle stelle? Che ancora non tracciano le rotte su cui dissipare ultimi desideri di comete a scintille stratificate? Lasciami qui come sai fare. Non mi destare dal mio sogno premonitore prima che ti possa diagnosticare una santissima fine. Ogni tanto per fortuna un padre sempre nuovo di zecca a riempire il fienile per i falò su in collina. Vita o morte. Nelle reni le redini per una buona spinta fino al coito solitario di un' antica specie che non genera. La pressione della carne da tenere a bada in riva al fosso oppure la lama, il salto nel buio, il vuoto cosmico. Pur di avere il mondo m'hai lasciato a perdere il fiato sulle mie costole di rifugiato. Guarda è fuggito in sudario quel povero pazzo con uno scheletro di coralli a forma di puttana bocca spalancata a gonfiarsi di vento fino a dove lo consentano le ossa! Possono le parole far paura? Degenera. Chiudi gli occhi, ansima prega di non morire ma la Luna stanotte è una falce sanguinaria che ho in pugno mentre danzo. Su chi piega il lungo collo? La serenata del cobalto? Le mie vene non si arrendono alle voci che le vogliono appese al capo come tante piccole fedi attorcigliate. La mia linea d'ombra è il cuore ecco perchè il Sole finge di capire. La fiducia tradita, la ragazza è cambiata e ti lascia per un altro e tu vanificato nella rincorsa paghi dazio al desiderio che non incarni. Il cancro che fa faville nella carne tenera dei buoni, per costituzione l'unico addio che non hai sopportato fino alla fine. Le ultime volontà sospirate da lenzuola bagnate. Così è morto quel Cristo di tuo padre. E poi lavorare stanca il maestro smette d'insegnare ma una ragazza nuova ti fa brezza. Poi tutto finisce e chi ti capisce indossa un camice. Tutto sommato si ostina a non morire questo essere umano e non smette di scrivere per nessuna ragione al Mondo. Al mio paese il grano di montagna è sempre scuro e riccio e le colline ardono fino alle mie porte. Che compio gli anni che mi compiono risorgendo dalla pioggia che va. Gloria a lei nell'aria, ogni volta che mi riporta a casa una goccia per volta. Tornò dentro soddisfatto quanto sciocco chiuse la finestra e la storia continuò di sua natura sepolta sotto una coltre di musica ballabile e brindisi di plastica colorata. Trentanove, sonanti.
Id: 37546 Data: 29/04/2016 12:24:34
*
Alle frontiere
Tenne il segreto in gran conto non se ne separò nemmeno per un attimo accovacciato nel suo petto scassato complicava i battiti e per passar le dogane doveva tossire forte ma non fu difficile fingere gli bastò pensare di avere due cuori. Uno per lei, l'altro per sopravvivere agli dei. Così viaggiò a lungo prima di svelarsi alle frontiere. (Il futuro in trappola, il passato una fabbrica di idee e il presente a colpi di polmone).
Id: 37522 Data: 28/04/2016 12:23:44
*
Gli elettroni della Nicotina
La contesa delle parole sporco sangue ancora in circolo sotto falso nome preganomi gli angeli di morirne. Ma la confusione generata dalla materia grigia del mio inguine m'incita a rispondere alla voce senza leggere quello che scrivo. L'amore mio è una malattia del pensiero un'incudine e il martello rasa a zero implorando di non scrivere. O gli ordini o gli ordigni. Mi fece scegliere il maestro, in una mano una palla di fuoco nell'altra un seno io, che ero destro, scelsi il seno, ad onor del vero poi divenne falso anche il verso delle vene i tendini, col tragitto breve non stendono le dita oltre un cenno di saluto così col pugno chiuso se mi scusi io ti scuso ma io non chiedo scusa suka! Sembra ridere, dall'altra parte della strada, quella giusta la controfigura prezzolata come ombra d'asfalto e con cuore di cenere. Fosse vero quello che scrivo, a misura di preghiera, forse anche Dio mi vorrebbe un po' di bene. Ma si sa, finge il poeta, immaginiamoci io che fingo di esserlo. Solo la carogna può capirmi o la iena da cortile. Devo essere triste per aggiungere credibilità ad un destino secondario? O piangere da solo com'è vero che mi chiamo Adamo e mi hanno preso una costola di rapina? In pizzeria gli esperti di filosofia già accendono le lucciole per fare luce sul caso della sfinge che non disse niente e poi fu accusata di fingere di essere muta. I più coraggiosi mordono una mela. Morituri te salutant la strada gobba e bianca dei condannati a morte ancora tutta negli occhi e la mappa delle vertebre stesa sugli scudi. Dove guardi? Lascia stare il cielo, io sono seppellito sottoterra caro figlio come sei ingenuo, mi deludi, di puttana. Fosse vivo ne parlerei con lui delle fasi della Luna. Ma la lupa ancora seduta sulla tomba fa la guardia alle sue ultime parole. Voglia il cielo che piova una morsa stretta a breve giro di chiavi da portone o per tornare a casa dovrò ripercorrere il ventre di mia madre. Ma tu non te ne accorgi, per te è tutto regolare. Certo tu impartisci le lezioni su piano industriale non ti spaventa la salita. A parlar d'amore ci si perde che cosa vuoi che ce ne freghi ma almeno una volta nella vita vuoi sbandare? La rotazione razionale degli elettroni fa in modo che la materia non si tocchi altrimenti sarrebbero esplosioni anche le strette di mano. Galleggiando sull'aria i conti non tornano ma l'energia mette i cardini ai perimetri spaziali così per sezionare basta un bisturi: l'evidenza dei fatti. Del resto, da fuori, sembriamo normali.
Id: 37515 Data: 28/04/2016 02:21:49
*
Contaminare terrestre
Ah vani assilli del tempo perduto! Celle negre vi salutano. Conosco personalmente il campione del mondo dei centometri ciaspole e anche l'autore della competizione mi corrompe. Ma la collana delle ande pesa troppo appesa al collo così le nuvole sollevano la mente e le ghirlande di corallo colorano l'asfalto di coriandoli di natura acquatica; selvaggia la contaminazione dei materiali salda una sua lega nel delirio di una simultaneità verticale e più romantica di un fiore di plastica al cimitero sulla tomba di tuo padre, colonna vertebrale dei tuoi rimpianti. E i battiti chinano i lunghi colli esanimi. Ma la serie delle tregue che si perda per un attimo! Non mi reggono le parole e cadono dai muri. Come fosse cantare per strada o nei boschi la canzone che porti tra i seni tra i seni o nei capelli d'altura grano nero di montagna, fresca sorgente di pianura è la tua gogna o collare. Tira fuori l'ambra dai tuoi polmoni e vienimi a parlare la lingua delle stelle che vogliamo contagiare col nostro ardore terrestre di mortali.
Id: 37497 Data: 27/04/2016 02:32:41
*
Ad ogni evenienza
Il chiasso dell'ombra a mezzogiorno la confuse vacillò sulle caviglie quell'abbondanza di sole e solitudine inghiottita dal brulicare indifferente della piazza venne risputata qualche ora dopo lungo il fiume dove potè ascoltare la canzone partigiana delle acque mentre bagnava il fazzoletto con cui lo aveva salutato alla stazione luogo comune di partenze e ritardi d'attenzione, da tenere al seno per fronteggiare l'ansimare del sudore. Nello slancio dell'addio aveva perso tutto il suo coraggio di eroina così le rimanevano la voglia di ubriacarsi in un paese straniero e una manciata di nuvole cui appendere il collo per non fare più ritorno. Si avviò al bar con i tavoli all'aperto contando le monete le sarebbe bastata una bottiglia di prosecco industriale per vuotare tutto il sacco delle lacrime. Magari uno sconosciuto sarebbe venuto a consolarla vedendola in difficoltà, pulito e galante e avrebbe fatto presto a dimenticarlo, oppure degli sguardi affilati l'avrebbero schernita e non sarebbero bastate due estati. Non fu mai meno pronta ad ogni evenienza. Poi il vino fresco e frizzante le indicò la strada di casa rassicurandone la logica.
Id: 37473 Data: 25/04/2016 01:56:17
*
Nessuno d’importante
Al piccolo deus ex machina che mi segnala i finali come colpi di mano da un velo dipinto ad un altro, sollevato per sbaglio come fosse un traguardo dell'istinto sulle scie delle comete o tutt'altro che non riesco a capire al momento, se dovessi morire domani di cancro come se fosse di padre in figlio la successione delle tregue, rimarrebbe questo spazio, per pregare le mie idee. -Se ci sei batti un colpo- A stento. Una consegna senza pudore della mappa delle vene alla gerarchia dei meccanismi che insegnano l'errore perchè la strada da percorrere ha una natura elettrica che scorre come fiume per certi versi che non so dire. E le onde informano lo spazio per legge naturale. Se la volontà si emancipa dal teorema delle cose il possesso diventa un commercio d'anime. Così t'appartengo per questo ciclo di vite perchè mi servi per cambiare. Ma la distanza siderale è un freddo vuoto di parole un effetto speciale potrebbe essere un'apparizione di mia moglie che si spoglia l'adultera selezionata per l'evoluzione in una parvenza di vita che renda antiquato il suicidio. Una margherita di un solo petalo. Un addio senza profeti. Un frammento di dolore spostato dal vento. Uguali ad una punizione per alto tradimento che salva il condannato e ammala il comandamento perdiamo tempo a non amarci. Così sarai libera di trasmettere a nostro figlio il gusto per i fiori che da vivo ti donai. Dopo aver visto esattamente com'è fatto Dio ringraziando le competenze del maestro. Condurre a modo tuo l'esistenza fosse il premio.
Id: 37442 Data: 22/04/2016 02:43:41
*
La grotta dei nuotatori
Il crepuscolo salì dal fondo dell'occhio quando l'ultima fiamma, scatenato l'inferno grottesco si depose in un angolo lasciando i nuotatori al loro mare profondo ma rupestre come di superfici violate. Un'attesa senza luce incide la speranza, la spoglia del suo vestito da sposa la rende vana come una promessa a tempo scaduto anche quando il tempo vuoi fermarlo in un volo a precipizio sul deserto o una ricognizione sull'incavo del collo quel breve bosforo sacrilego dove indugiano le dita degli amanti confondendo la possessione col possesso. L'assassinio è un compromesso accettabile se hai già consegnato l'anima così come tradire se hai già tradito può diventare un'abitudine quotidiana quando i tuoi giorni hanno un senso unico che hai paura di perdere o in grado di perderti, una memoria di seconda natura. Gli ultimi versi scritti al buio lasciano un segno nel cuore che è tenebra per assonanza di ombre, carte voltate dal vento. La pioggia che cade sul corpo sfinito come finisce la guerra una morfina difficile da disinnescare se non hai dita opponibili. Ma la vendetta la maledica il più bel sole d'Aprile se le parole della donna che amasti ti guariscono fino a morirne.
Id: 37412 Data: 20/04/2016 09:12:03
*
Out of Africa
Si dice che sia l'uomo a partire, per mettere alla prova il proprio coraggio mentre la donna resta ad esercitare la pazienza nella solitudine dell'attesa. Nel nostro caso è accaduto il contrario. Non vorremo mica passare il tempo tu donna a trovare un uomo più uomo di te ed io uomo una donna più donna di me? Quando saremmo esatti l'un per l'altra se solo ci arrendessimo all'evidenza dei fatti. Fortunatamente non sempre sei quel che sei come quando arrivò lei e mi dimenticò dell'altra. Una piaga d'Egitto con un leggero mal d'Africa. You are better at hello I at goodbye, in quanto a baci in bocca. Have you got a story for me? Una storia vera, col sale sulla coda? Poi si morse le labbra e ce ne volle un po' prima che le tornassero rosa. Le caviglie nude più leggere dell'erba.
Id: 37385 Data: 18/04/2016 08:06:17
*
L’orizzonte degli eventi
(...vorrei essere...) L'apocalisse del mio sgomento rovesciata sul tramonto mano che non tiene per mano quel che resta di un ricordo. Lasciai la presa che avevo diciott'anni tra i capelli senza un filo di barba e nelle vene un siero una miscela d'altoforni, calda da sciogliere ghirlande e altri nodi appesi al collo con le frustate del vento a raddrizzare la schiena prima che si piegasse ancora al peso confitto nel petto di uno sguardo silenzioso di bella donna. Di fragola in fragola non sono mai stato postilla ho avuto la coerenza schizofrenica di un solo amore per volta che mi deducesse dagli atomi enucleati a matita sui folli fogli bianchi a sventolare come tregua. La mia forma non mi rende giustizia, per superbia fossi bello come te, per esempio, qualcuna oserebbe pendere dalle mie labbra? Per dondolare respirando su queste parole di giornata? Ma mi accontento di tornare ad essere magro per dilapidare la mia fortuna in marijuana ed altri unguenti lenitivi come le corse dei cani o le diciottenni Jamaicane bonificate dai loro falò in mezzo a una strada o le risaie antiche dove gracchiano le rane trasecolando in principesse azzurre se leccate sul dorso nuziale. Un nuovo mandala di tatuaggi sul petto a commemorare i miei cari: delle rondini che volano, un cuore, un lucchetto e una chiave forse dei nomi patriarcali, una madre anziana che cuce bottoni alla casacca da agnostico nullafacente o stringe le cinghie alla mia personale di camicie di forza. Per sottrazione, una mano lava l'altra la lava rende la stretta performante alle alte temperature e sopra nasce un fiore tra tremila anni se le super-rotazioni definiscono infiniti tipi di vuoto dove conservare informazioni alla faccia dei buchi neri salariati. L'orizzonte degli eventi s'impadronisce dello spazio come una sfera che cresce alla velocità della luce la distanza che ci piace è viaggiare nel tempo. Così ricordami solo quando mi vuoi bene. Se dici di no mi fai morire una musica così vicina al silenzio da tacere per sempre tutte le mie rime.
Id: 37354 Data: 16/04/2016 09:43:00
*
Lorsacchiotto Carver
O di come sognarti mi stanca Questo traduttore millenario, in pensione dallo scopo mira al pareggio più che altro, a deglutire. A volte, nei sogni che faccio quando le redini sbrigliano la matassa delle mie dita offese, tu traduci i miei versi in tedesco e in francese, in aderenza al petto che s'alza per i respiri coi miei colpi di tosse a segnalarti gli a capo e finirei ogni frase con un amore mio soppalcato sul palato. Ma la stragrande maggioranza dei miei agguati ti ha lasciata a prendere il Sole sulla spiaggia o a sorseggiare una bevanda in due pezzi di cui uno solo mio, in onore all'attaccamento alla tua maglia il più vicino al cuore, alla giusta distanza dal ventre di ghisa. Che vuoi da me? Quale passo falso devo ancora compiere per ricevere un segno della tua presenza? Il doppio senso di una resa? Come fossi una dea capace di crearmi da una costola. Come fossi la ricompensa per un'azione coraggiosa. Non ti bastano tutte le parole che ancora ti rincorrono o il sangue versato nella scatola? Anche un cane merita una carezza se lo incontri randagio per strada in cerca di una casa. Così abbaio alla Luna, nella codifica rituale degli astratti annusando l'aria che tira dalla finestra socchiusa.
Id: 37351 Data: 16/04/2016 01:28:04
*
Ci possiamo innamorare
Ci possiamo innamorare scimmie terrestri, astronavi, arti marziali possiamo vincolarci all'assunzione di crisalidi di primavere dalle focali assonnate degli occhi al mattino o praticare l'ascesi a dorso di mulo possiamo sottrarci alla fase chi sei dove sei e perchè resistere è la condizione di appartenenza alle nostre nevrosi consolate dal destino di solitudine e garantire l'incorruttibilità del nostro cuore alla deriva dei sensi più asciutti come fosse progredire nell'accettazione della morte o attraversare il Bardo a mani giunte senza separarci dall'altra parte. Verremo spediti dove non si piange praticando fughe dal dolore addirittura un'estinzione della volontà sprigionando energie sconosciute all'aldilà. Sbagliando il programma di adeguamento ai cambiamenti mangiare una mela essendo Sole mangiare la foglia cedendo alla promessa di una vita migliore rinascere, conservando la memoria di tutte le vite precedenti fino all'inizio della fine. Ulteriori deviazioni sono onde cavalcate per inerzia ma se non finisce la guerra non possiamo ricongiungerci. Perchè non c'è vita senza morte e noi vogliamo solo vivere.
Id: 37330 Data: 14/04/2016 09:14:29
*
Da un angolo azzurro
Gestisce l'orizzonte a vista da un angolo azzurro sbiadisce il capoluogo della sua criniera all'ombra del cappello ha diversi crediti nei confronti del barista fatti di sguardi di rinterzo e gambe accavallate ma l'acchito è il colpo di grazia dell'occhiolino al quarto vino consumato sullo sgabello prendisole della vetrata Loacker facendo la frù frù con gli avventori della piazza consolata. Langue, inchiodando i passanti ai suoi languori di grazia mentre graffia il vetro del bicchiere con le unghie smaltate. Aspetta e tace, profuma l'aria del suo odore di fiera evasa dalla gabbia con opere di convinzione e destrezza. Fa quasi paura caderle preda perchè da l'impressione che non si accontenti di un credito qualunque ma pretenda la gloria eterna dei caduti. E a caderle ai piedi si fa sempre in tempo basta che scivoli una mano sulla gonna o un labbro venga preso in una morsa di zanne bianche. Se saluta è ghirlanda al collo, se il primo colpo d'occhio non trafigge allora ci pensa il secondo poi è già acqua passata, chiunque tu sia sotto i ponti dove ti accompagna a vivere, una volta prosciugato. Chi si accontenta gode non è parte della sua poetica lei è una lectio magistralis sulla fame inconsolabile. Un sereno temporale di brame allo stato brado.
Id: 37304 Data: 12/04/2016 09:42:48
*
Genziana
L'Anabasi di Senofonte al confronto ha il midollo molle di mille lucciole il tuo fegato fecondo per cui al fuoco non guardarsi indietro sia un mantice con le sdrucciole ad ardere rapire e farsi forte della rapina, un tuo credo da non perdere come la prima a piazza Dante di uno spettacolo fuori sede. Cade dentro questo otre che tanto ti è indifferente l'acquavite da non credere delle mie scorribande platoniche come l'acqua per chi ha sete. Non voglio e qui lo dico e qui lo nego arrivare per secondo tra le tue braccia tese ma la sentenza degli arrivi è che io abbia fede nelle partenze fuori orario come tante Messaline. Perchè vivi disperata quando il tuo credo è ardere me lo dice il fiuto del toro che soffia via la polvere dall'arena.
Id: 37263 Data: 09/04/2016 03:02:18
*
Pedanterie da fine cartucce
Non è stato tempo sprecato il profuso sfumato randagio dei miei versi balilla a spada di Damocle sul reggimento comunista della sua intransigenza da dama di vetro soffiato. Non lo è stato, almeno quanto la quantità di sangue versato a rifare il pavimento della camera sedotto dalle voci di comando, commissionate da quella parte di me dove non esisto in coscienza come dato di fatto, che mi volevano le vene come pennelli coloranti. Non dico tanto il tempo di essere amato, che mi voltò le spalle quando persi i capelli prima che mi crescesse la barba di adesso che mi determina come un pensatore greco a mezzo busto agnostico e alla moda da cui sarei volentieri fuori come un vero malato di mente quando tutti fingono la necessità di esorcismi sociali d'indagine apparente, subito dopo che ebbe capito che avevo il cazzo troppo corto per toccarle l'anima dal buco del culo mentre la lingua arrivava dappertutto e poca voglia di lavorare per il cantiere di famiglia ma quanto quando torna quello di amare un'altra senza vergogna, piuttosto a capofitto nella Rumba scheggia denti a vanagloria? Le mie credenziali le porto tatuate sulla pelle i polsi strappati da manette troppo strette per non portarsi via i tendini se scassinate di forza con le zanne. Mi pavoneggio come sanno fare i perdenti figli di puttana della notte buia, per transumanza di aggettivi dal verde al sempreverde ma poi basta guardare una foto ricordo per capire che sono innocuo quando dormo e faccio il morto a galla vero tonto nella veglia, sfigato, coatto di montagna villeggiante da latrina. L'invettiva mi si addice se lo scempio è solo il mio per il resto faccio bruma dei segnali di fumo e vita in asfissia da refusi -che palle questo con la profana storia dei vinti-. Quasi quasi mi circoncido l'anima per dare retta alle sfumature di grigio che stanno al bianco e nero come le collane ai guinsagli. Ma mi confondevano i suoi occhi e le parole che sapeva far rimbalzare sulle lenzuola come pietre piatte da lago artificiale. Per questo non so negarla anche se mi nega la sua fortuna prigioniero di un corpo di cartone animato sempre più di quanto non lo sia l'erba dell'asfalto in una provincia cementificata da quelli che fanno sul serio. Posso prendere il largo anche con una catena al collo tanto non so nuotare che per sbaglio.
Id: 37246 Data: 08/04/2016 12:28:00
*
il gioco delle parti
Che ti accadde, non è detto buon signora questa radura di particelle su carta dura. Il ferro si sa, va battuto a mente lucida e la bomba non è docile di natura ecco perchè ogni tanto esplode una parola e sporca le mura più di un tramonto all'ombra. Ma se pensierosa te ne stai affacciata a quel balcone da cui confondi l'insegna del bar con la Luna a guisa d'uomo o di donna e la finestra sul cortile è una vecchia a capo chino col grembiule e i guanti per non sporcarsi il ventre e le mani con le lucciole che raccoglie allora anche uscir di casa e rincorrere i gatti come fanno i cani randagi quando hanno voglia di darsele, potrebbe essere un caso di nostalgia frettolosa, in una notte da asmatici romantici. Sai, il prezzo che io pago più di quanto non abbia denaro e rancore da vendere per il piacere immenso e la delusione di continuare a scriverle è una solitudine sedotta da inutili giri di valzer davanti il bancone del bar, con le sbornie tutte esposte e depenalizzate da cantieri di ricordi ancora in corso dietro l'angolo la speranza di averla tutta per me e le mie bevute la mia barista degli olocausti a litro di sangue. E' solo che da quell' orecchio non ci vuol sentire perchè la finzione le fa gioco delle parti. Forse non sa che io posso gridare molto più forte di così farla a pezzi ancora più piccoli sto solo aspettando che mi crescano "i polmoni" e mi cadano i denti da latte.
Id: 37237 Data: 07/04/2016 21:25:25
*
Jain - Le Ring
Il vanadio della spada falcata s'è sciolto tutto nel cucchiaio forse sarà stato l'effetto del limone sulla buccia della lama oppure le tue parole hanno voltaggi cardinali e la rondine che è andata a Tunisi è tornata in tempo per la primavera dei tetti e dei mattoni. Mama Africa mi chiama con la vocale aperta degli altopiani e i piani sono troppo alti per essere suonati a mano intanto ballo nella mia stanza, più che pareti cappelli appesi a chiodi e guardo al muro bianco come ad uno specchio dove proietto quello che penso a frequenze superiori alla media che tiri fuori dal cilindro ogni volta che cerchi un coniglio con cui sorprendere poveri diavoli in cerca di carne. Ah la tua pelle ha la consistenza giusta di un bel culo premesso che mi si mandi a processo per aver palpato invano considerazione questa che fa di te una vedova d'oro dicevo tastare tastiere per aria, rarefatta tra quattro cantoni, vicini con la quarta dimensione a scorrere vini sul tappeto buono quello per le ortiche e i cani randagi a code rotte, senza orecchie e a pelo duro, è senz'altro una soluzione. Vedi quello che consumo è un ardere lento di fotoni. Dai dai dai, parlami, scriviamo insieme le canzoni che ci renderanno poveri! Sul lastrico, balistico, con la precisione dei cecchini o quella dei templari pieni di croci da brandire contro l'avvento di nuove barbare primavere. Vieni vieni, non farti pregare chi l'ha detto che per essere felici bisogna essere belli e in piena forma? Come cambia, scusa, non te ne sei accorta la sostanza è un temporale alla giusta distanza da terra, questa landa desolata. Chi ne ha voglia di morire senza aver assaggiato prima la tua bocca? Che sia preda della fama come in una serie di Maccio Capatonda. Vado a musica e a sigarette, la musica per il ritmo, il fumo nei polmoni per amor delle tue labbra. Dei tuoi capelli ricci rigogliosi, che poi fai finta che bestemmi e non lo sai che un angioletto muore senza fede per davvero. Sangue di porco (Giuda), nutella di porco e ventricoli per amarti come meriti.
Id: 37218 Data: 06/04/2016 15:05:30
*
Le regole del giogo
Dimmi che nome ha la tua vena portante? Dove si sparge il quadrifoglio sempre vergine delle tue ghirlande? La felicità a stratti è plausibile la masticano in ghiandole i mastini del sabato sera. La praticano i califfi dell'altamarea definizione da capitani di corvetta a mezz'asta l'alza bandiera, trionfa la gravità a forma di mela che cade in testa giusto in tempo per la freccia. E' incandescente la materia viva del mio vibrare garrota la giugulare, stringe i morsetti della camicia di forza se mi cambia il corpo vengo a prenderti a reclamare la mia parte in brani con la tecnica industriale del colpo di grazia ferito a morte di tue mancate lusinghe: i seni, il collo, le cosce. Con la pochezza dei miei mezzi, sempre adatto alla falce sua maestà non mi desidera, la principessa scalza, cosparsa di luce. Al mio collasso gorgheggiano le lucignole intrise di mastice a gole chiuse, perforati i polmoni da chiodi d'avorio il succo incluso nel prezzo e il resto da decidere a frasi fatte. Mi senti? Sto gridando da un pezzo i giunti che cedono lungo la dorsale la fierezza indivisibile del mio stare male non ha niente a cui spartire. A lavorare ah lavorare. Perchè si sogna con i muscoli, con i tendini, con le vene i bulbi oculari sono solo i nuclei fotosintesi delle mie tenebre. C'è un certo piacere nel rinascere senza di me Che dici? Come vento che s'alza su di sè per confondere le acque rotte abbagliate da una strana intensità, è la realtà che ci distrugge un crescendo, un vortice che tutto crede di sapere tra le righe. Piena di dubbi, tenendosi di spalle a tutto questo esplodere farsi saltare in aria per avere ragione delle nuvole. Ma sono a piede libero, sto tornando a piede libero. Riscrivo le regole del giogo per arare il cielo del tuo ventre sorprenderti nel sonno con tutte le cerimonie. "A,B,C, prima che sia mezzodì" e torno ad ardere d'un solo fuoco.
Id: 37200 Data: 05/04/2016 14:53:38
*
Cuore d’acciaio
Si spacca l'idea, ha lance fitte tra le dita la spacciano evanescenze in disuso -la mano destra, Cristo, dategli una mano destra-. Non mi lanciano i componenti, cuore d'acciaio e mi getto dalla finestra come un battito nuziale appena fuggito dalla voliera per cacciarti ancora in fondo alle vene e una volta ancora dove salpano gli occhi a brume. Persisto pur di resistere al verso della fiera, al fin della rimessa che ruggisce alibi allagando il davanzale dei tuoi seni. Contro il senso più ardito di un'ultima resa alla rissa dell'alba coi quadranti grigi del parcheggio sottostante e il monte che s'impenna di costrutti virtuali a fare selva nella valle. Andirivieni, nuvole lineari, versi, persi nei retroscena balneari di una danza litorale. Fremimi sulla punta della lingua, dammi in pasto a questi dei che vogliono vedere in che punto si conficca quest'ultima parola a che distanza dal cuore e dal ventre. Non ho niente che mi basti a questi sensi per immagine. Eppure voglio immaginarti affezionata alla vena d'oro principale.
Id: 37182 Data: 04/04/2016 16:26:41
*
Come tarli
L'estasi privata di un comandamento a distanza un biglietto da visita trasportato dall'aria una foglia un petalo che cade e l'acqua del fiume il sole nella stenza avvertito da sotto le lenzuola una parola al solito posto bacio sul collo i tuoi capelli che mi accarezzano il seno profondo, un respiro radicale le tue cosce lisce scoscese un bicchiere di latte a mezzanotte per trasformarsi in mantici che soffiano la fiamma nel camino un muro, la solita fatica a farmi vivo. La percezione delle cose attraversa gli occhi liquidi condotti e bollicine. Saremo sedotti dai nostri pensieri sul bene fino a credere di essere speciali in dolci primavere la sensazione di essere immortali nel rito dei ciliegi che sbocciano di scroscio sul mare. Come un faro m'indicherai la strada che ti porta. Un piccolo faro nella notte buia. Con tre dita afferro la bottiglia e la gola si taglia di vino. Per perdere la memoria che ti abita lascerò la strada di casa verso una rotta silenziosa tra i castagni dove l'erba imbandisce la tavola parca di un prato e il vento sparecchia i desii costanti i passi i battiti incandescenti e gli dei vicini a spiarci dai buchi delle serrature, dai pori della pelle dalle stelle che forano la coperta del cielo. Cuccioli, giovani tarli del pensiero che scavano vie d'uscita nello Spazio.
Id: 37128 Data: 31/03/2016 22:18:32
*
Lupe da Luna
Invecchiamo cantilene a madreperla nei fondali le conchiglie per sopraggiunte primavere le cartilagini stridono abbaiano ai coralli sulle vertebre come foglie dondolanti i tuoi fianchi sagomati dal tornio fluviale della valle sparsi dicasteri di sentiero per cercare le mie mani nell'erba alta di midolli fino alla preghiera di rugiada e pietra da scagliare sulle membra a provocare fremiti alle ossa che si ricompongono nel letto lacustre a sostanza dell'acqua che scroscia turbinosa da cascate irrorate di pigrizia rugginosa dalle rocce di montagna che tagliano le nuvole nel cielo con le unghie. Ti perdono perchè non esisti. Perchè tutti i miei frutti il ventre della terra li ha rapiti e congelati e dati in pasto ai suoi figli senza denti. Così ti riconosco, da come cambiano colore i tuoi occhi dallo specchio che l'include. E mai visti si corteggiano alle onde. Quando muori poi rinasci come canti di falce in mezzo al grano e la radura ha i tuoi capelli mossi dal vento che soffia le sue dune le sue lupe da Luna ululanti in riva ai fossi. Scroscia e bestemmia la sua croce il mio predicare senza sosta la tua bellezza che confonde le cervella. Come fossi prigioniero e nulla potessi conservare nelle tempie allora le parole prendono il verso delle querce quando è sera e le ghiande sono piccole pipe per fumare. Ma le dita sanno fare carezze strepitose se le curve sono la tua pelle contro luce. Anche le mie mani, persino le mie mani, trattengono fotoni come nubi cariche di pioggia. E poi arrivi, alla fine di tutto sei sutura, calice e pigmento prima vera estasi al secondo.
Id: 37067 Data: 28/03/2016 21:38:11
*
Una foto ricordo
L'arcadia della mia giovinezza è una tomba per le lucciole Miyazaki docet e suoi riverberi contrastati, lumi e ombre a confondere i nomi si fa sempre in tempo anche domani e rottamare l'antico Egitto per una gita sul lungolago di Gardaland sarebbe la scelta migliore se non fossero le piramidi ad organizzare le rotte stellari con casa sui Navigli, Alda Merini. Una fotografia fa i conti col tempo, uno specchio per gli addii. Vuol dire che quello che siamo stati non torneremo ad esserlo fusi orari che distraggono e pantomime per lo scheletro. Endocrino, interno agli assilli del costato, il perimetro animato langue a sua crudele misura. La voglia brancola nel buio. Nel bianco e nero lubrificato. Nella percezione permanente di un passaggio di stato svelato dal profilo. Così mi presento, all'avanbraccio potato male come un'aiuola della villa comunale. Salpato da un angolo, inchiodato sul tavolo dalla camicia industriale. Sono io meno che niente, sono io presente a voi stessi. Come quella storia che non ci si bagna mai due volte nello stesso fiume per l'acqua corrente. Con le rondini strette ai polsi da un laccio per le vene e gli occhi diversi dalla pressione delle nocche.
Id: 37030 Data: 26/03/2016 05:45:35
*
Hacca
Hai consegnato il lasciapassare alla cruna dell'ago? Hai attraversato il lago a nuoto? Hai piantato il ciliegio profumato nell'orto? Hai condotto quella ricerca sul suono nel vuoto? Hai scattato la foto al giorno che muore nel fiordo? Hai rapito il corallo dal fondo? Hai cantato la canzone del maggio? Hai regalato coraggio per strada? Hai preso parte alla gara? Hai prestato il tuo nome all'eco-granata? Che esplode di ritorno dal monte? Hai saziato le voglie sedotte? Hai contorto le trame a bisbigli? Hai intrecciato le corde e i capelli? Hai donato il tuo ventre a mani inesperte? Hai preso la strada di casa? Hai creduto alle fate nel bosco? Hai graffiato la corteccia dell'albero? E la schiena curvata sul collo? Hai dipinto le unghie di nero? Hai portato il lutto quando sono morto? Hai letto il mio testamento? Hai pianto almeno un giorno di giugno? Hai corso scalza sull'erba del prato? Hai tolto la gonna e il saluto? Hai rifatto il letto come vuole tua madre? Hai aperto le finestre al sole d'aprile? Hai chiesto perdono per essere bella? Hai contato le stelle prima che scompaiano al mattino? Hai sceso la collina a perdifiato? Hai cavalcato l'onda e il destino? Hai dato fuoco all'aria? Hai fumato una sigaretta di nascosto? Hai spaccato la legna come un uomo? Hai sognato un incontro per gioco? Puntando nel gioco l'anima tutta? Hai strappato i petali a una margherita? Hai strizzato i seni in un vestito da cerimonia? Hai calzato scarpette da ballo? Hai sorriso una volta alle mie parole? Hai perduto la rotta? Hai guardato il mio oroscopo? Hai cambiato una gomma alla macchina? Hai chiesto un passaggio ad uno sconosciuto? E indicazioni in una lingua distante? Hai baciato la Luna sul molo? Hai mandato a fanculo qualcuno? Hai fatto il giro del mondo? Hai bevuto il mate di schioppo? Hai pregato Dio di essere buono? Hai accarezzato un cane randagio? Hai cucinato la pasta per tutti? Hai colto i frutti del tuo sudore? Hai lavorato sotto padrone? Hai gridato di non farsi più vedere? Hai sepolto l'ascia di guerra? Hai messo l'anima in pace? Hai taciuto un segreto? Hai ascoltato il tuo respiro in silenzio? Hai pensato per pensare? Hai voluto non volere? Hai scritto così tante domande tutte insieme in una poesia d'amore? Mi hai voluto bene per un secondo o mi hai sempre tradito? Potresti cominciare a rispondere da dove ti pare prima di andare via di nuovo oppure stai zitta.
Id: 37008 Data: 24/03/2016 02:34:46
*
Castelli per aria
La sentenza scongiurata di una solitudine assoluta la porta in grembo questa pioggia di rugiade, in frantumi. Nove milligrammi alle otto di mattina la testa pesante e una leggera nausea mi devo ricordare di mangiare meno a colazione e di non svegliarmi prima delle cinque. Nel rione Paradiso il solo sorge a spicchi dalle persiane, indiane, lontane, da lontananze appena socchiuse da cui mi arrivi, frangendo i flutti con buoni propositi di una certa efficace umanità che manderà all'aria i miei piani deliziosi di produrre piccole immortalità da camera pronte all'occorrenza a distinguere il bene dal male dalle trame del tessuto attraverso cui sbircio la luce che si diffonde nella camera. Passando il tempo che mi separa dalla prossima visita, alla deriva a scrivere di quanto mi sia mancata e di come abbia fronteggiato la mancanza con l'inerzia che ancora mi consente di galleggiare sulle nuvole quando ho penisieri abbastanza lievi da scordarmi chi sono, perchè e dove la mia vita non sia una cosa sola con te che non riesco a smettere di immaginare strano o folle, l'ultimo addio l'inzio d'innumerevoli saluti affacciati alla finestra con la banda che passa sotto alla ricerca di un cane perduto non avere paura ne ho già io per tutti e due e così è la vita, con la musica alta e il prossimo santo da crocifiggere alla porta del bagno, un bacio sulla guancia in un poster di Klimt una strada sbrecciata che conduce appena dopo la prossima curva a vedere dove sbarca il lunario la natura mossa di un'onda fino all'ultima spiaggia che non vuole morire. Perchè è questione di orme, di seminare. Castelli per aria e sabbie mobili, identità perdute e piccoli ciao amore ciao.
Id: 36996 Data: 23/03/2016 10:14:31
*
Stranieri
Qui non ci abbraccia nessuno e il tempo necessario per la danza si fa singolo, ermetico da brivido, incubo ma una carezza ad un cane randagio può rinsaldare una fede senza prole un passaggio fatale, solitary strangers in the night mentre Maya colpisce ancora come fosse uguale, la stessa cosa che le dita.
Id: 36973 Data: 22/03/2016 05:25:22
*
Pop the Casbah
Al capezzale della notte il bordo rosso delle palpebre un posto d'onore per l'intuito sulle cose che avvera le distanze tra i singoli attimi poi un'insegna che si accende nel cuore della Casbah e brindiamo con bicchieri di plastica al verso che fa il vento nella conca Non sei stata mai bella come quando ti ho vista piangere per una perdita a confessarti fragile al tempo stretto di una sera che scolora i tuoi capelli sulle tempie quando tarda primavera ad arrivare l'imbeccata sui tuoi giunti di creta che vorrebbero piegare le rughe morse stagionate in sorrisi freschi di betulla Ma la primavera succhia il Sole come foglia e la terra che ne trema è una vena di piccola portata, madre che tossisce nel suo letto mentre dorme.
Id: 36950 Data: 21/03/2016 03:25:44
*
Domenica, alle onde, come cane
Torna lentamente nella dimensione del pensiero unico questo scalpo senza orbite il successo concordato è medicamentoso nella basculante Mesopotamia del cervello dove convergono i flussi a ragione di un mare più sincero di tante pozze d'acqua e loro orpelli. Le campane che suonano raccolgono i fedeli dalle coltri mentre assaggio le lenzuola con le guance e mi confido di aver sbagliato giorno per smettere di abbaiare alle onde come un cane.
Id: 36940 Data: 20/03/2016 10:41:02
*
Da una manciata di stelle
Una fanfara di stelle e come corpo morto cade questa figlia del cielo lunare con la rincorsa delle ossa stinta nei polmoni in un tiro lentissimo che possa escludere gli occhi dal resoconto e sbiadire a fondo o trasecolare per la certezza dell'abbaglio quando a fiordi si cosparge il cenacolo delle palpebre poi sottili mal di testa e nicotina da imballaggio quali credenziali di un non ritorno alla perpetua concezione: Io sono. Oltre la fonte congenita del nostro pensare appartengo a nuvole di altri quadranti e le tue effusioni di spinta concordano per forma agli abili declini di una stasi altrove, sezioni i sogni primordiali in vassalli reticenze alle vie di fatto per poca voglia di ardere quando il fuoco è condizione di passaggio medievale. Fosse dipeso da me, avrei scelto il tuo grembo a custodia della lingua ma già la parola non concorda e nuziale per la prima notte d'amore non qualifica un credo fuori moda. Torniamo alle stelle per ingranare misericordia e mandare a memoria la dottrina dell'oblio. Così i versi che fanno gli adulatori del destino si confondano con i richiami delle lupe su in collina. A valle, si sparge la voce che m'appartengo sempre meno e ho difficoltà a farmi vivo.
Id: 36918 Data: 19/03/2016 04:20:02
*
Quando sono nato
La mia fortuna è avere ricordi sedotti tubi di grosso calibro per vene portanti acquerelli negli occhi distratti siero fresco da bere che corre nei prati se ho ancora una testa da prendere a calci il metodo scritto nelle caviglie mantiene misura dei polpacci all'aria per calcolare la traiettoria dei lanci ma dove rotola è il via e mordermi la lingua ha la forma dei tuoi denti così stringimi più forte quando tremo alla frontiera e non dare tregua ai miei condotti dove la realtà si compie per immagini. Potresti fare la differenza tra vivere e sopravvivere dal riflesso di luce che volge il tuo sguardo verso l'indimenticabile un bosco che brucia e le tue mani a coppa la mia bocca piena d'acqua. Rivoglio la mia mente libera di quando soffrivo gli abbandoni del corallo alla barriera tropicale. O fare le fusa al sole d'aprile pur essendo cane quando sono nato.
Id: 36891 Data: 16/03/2016 23:59:44
*
Domani visita psichiatrica
E' un'equazione belligerante la pillola del mattino conduce a morte certa nel bugiardino la statistica poi, in controfase, è una disamina su come corrompere la vecchiaia al mare: due granelli di sabbia, una sedia a rotelle la corrente passeggera dei parenti in visita nuziale, un albergo a ore le onde spazzano via idee mortali. Consiglio che mi viene da più parti, luogotenenti che si fanno vivi sotto mentite spoglie, quando muoio un po', come i poeti di una volta cui mi collega una vita solitaria e la malattia mentale. La mia parte intollerante, lasciva e senza morale si palesa in brevi contorti pensieri che combatto con tutte le mie forze dall'esterno non si vede niente e nessuno canterà le mie battaglie forse un cappello apotropaico e un paio d'occhiali. Domani mattina mi consegnerò alla psichiatra basta metterlo nel titolo per avere un maggiore numero di lettori del solito. Quando le cose più belle, per me, le ho scritte per una ragazza che non m'ama affatto, frutto della mia immaginazione febbrile ed è lì che risulto più malato, dove confido nell'essere umani. Devo abbandonare i luoghi pubblici della contemporaneità a meno che non possa presenziare in contumacia, per interposta persona. Solo con un cane è la mia destinazione, senza legami di sentimento nell'età matura del mio sconforto. Chi oserà venire a prendermi dal mio degradare a foglia morta? Non ho speranza che non possa disinnescare a rigor di logica e tremo alla frontiera.
Id: 36874 Data: 16/03/2016 00:39:54
*
Quando tutti dormono
Quando tutti dormono lascio che l'emorragia interna dei miei pensieri faccia il suo corso in rottami fuori tempo che nessuno li senta a parte me è il privilegio cui ambisco perchè nessuno ne soffra e solo io sia responsabile per un dolore non condiviso. Non mi appartiene il silenzio come non mi appartiene un lascito minore di consegne allo scalpo delle vene infatti ogni singolo rumore si amplifica di senso a consolidare false credenze e condizionate paranoie. Una musica distante può giovare alla resa della resa dei conti non convenzionale anestetico una clausura concordata con il Mondo. Allora il comportamento diventa fondamentale perchè il corpo non mente e le azioni si piegano alla volontà principale. Sono stato un ottimo osservatore di ciò che mi circonda ma adesso la necessità di guardarmi dentro mi costringe ad un egoismo claustrofobico vogliate perdonarmi se non tolgo il disturbo che equivarrebbe ad un suicidio generoso dell'anima in dono alla morte un sacrificio di petali e spine.
Id: 36857 Data: 15/03/2016 03:07:42
*
Xtrema Militia
Invega nella spirale di cemento con l'asfalto nelle vene il grigiore dei palazzi bolognesi da oggi è a firma d'autore. Ma il cielo blu che vedo io dai miei occhi trasfusi ha pensieri laterali che scorrono fuori dalle tempie per arderlo di orrori. La mia politica militare è arte della sopravvivenza infatti so sbucciare una mela con un kukri Xtrema Militia molle d'acciaio, corno di bufalo, sette millimetri di spina dorsale e settecentocinquanta grammi di anima forgiata a mano doppio filo, uno veloce, uno piano, full tang peggio che uno scheletro contro croccantezza contratta a natura morta, direttamente dal Nepal. Nuvole veloci sul quadrante soffiarle via da chilometri di distanza è impresa ardua per i miei polmoni da fumatore tessile ma il tentativo vale mille tempeste. Sono un missile metereologico uno strappo d'avventura alla bandiera flottante. Un domatore di pensieri feroci, dritti dall'inconscio nel circo della mente divisa. Quanto potrò resistere prima di commettere un errore e se mi dovessero sbranare cosa rimarrà di me dopo? La memoria che perdo, le occasioni che evito ma mi ricordo che le fasi si succedono. Aspetterò in riva al fiume la cima da scalare in cerca di un'esistenza migliore.
Id: 36841 Data: 14/03/2016 01:45:19
*
Ciclotimico
Oh Dio, dio minore dei decessi che non vanno in televisione ma all'ombra dei cipressi intagliano il loro nome torna la vampa, il pensiero che trasluce -la loro voce non deve per forza dirmi qualcosa riproduco quei suoni o gli porgo attenzione?- Prendimi se hai il coraggio, forgiami nel fuoco a tuo tizzone scalderò l'aria nei polmoni a mia completa combustione. La pioggia che cade in aghi sottili mi consola le vene di più affilate lame. Lo spazio aperto purchè vuoto. La comprensione di me stesso. L'adagio sedotto: non mi abbandono al disagio. Combatto scrivendo, mi passo attraverso. Chi mi può capire? A chi devono arrivare queste parole? Le leggerò domani e mi faranno vomitare e non avrò voglia di alzarmi dal letto ma forse quello che serve è solo amore. Come ci parlo con la testa che mi scoppia? Come faccio a sembrare una persona normale? Vuoto il sacco, sono matto (schizofrenico), le dico senza mai guardarla in volto conduco e respingo degli assalti interni lunghi mille anni nel giro di un secondo mi scuserai se non sbatto le palpebre o troppo spesso chiudo gli occhi se risulto impaziente di tornare a stare da solo. Cristosanto stavo bene, adesso sono in croce di nuovo e mi bruciano sul rogo. Faccio esercizio di dominio su dei pensieri che mi sfuggono. Che sfuggono alla mia volontà, questo tecnicamente è quello che faccio che mi tiene impegnato e mi rende inabile a volte alla conduzione di un quieto vivere. Da fuori che si vede? Secondo me è dovuto anche ad un travaso dell'inconscio causato da un cronico insalubre rapporto sonno-veglia. Forse è meglio che tenti di dormire.
Id: 36797 Data: 11/03/2016 00:20:34
*
L’alba a casa mia
La sassaiola colpì la finestra lì dove il vetro era ancora macchiato d'unguenti e quando s'affacciò cedette l'emisfero sinistro, quello dei computi al secondo. Con l'alito appannato, il mirino per le nocche dei suoi lanci. Scaltra notte a coprire braccia maculate per l'identificazione definitiva: due rondini sull'avambraccio, una che viene, l'altra che va, in mezzo un occhio e foglie di ulivo. Così mi presentai sulla soglia e avevo ancora vento nei polmoni e la pancia gonfia. Così esperto nei preliminari da non arrivare mai al dunque. Presi la rincorsa per non chiedere perdono dopo, dei miei sbalzi d'umore, dei miei balzi d'autore morto. Io vi studio con tutto il rispetto nei confronti di ciò che splende di luce propria. Ma rispettate la mia pigrizia nello spezzare lance a favore con una mano senza polsi. Pensò e le sorelle nel buio fatto a posta nella stanza lo sentirono, mossero i colli sincronizzati come cigni a bere d'un fiato, l'acqua ferma del lago tutta versata sul pavimento della camera. Poche carpe ancora s'annidano tra i salici tuffati nell'arrocco. Potrei andare avanti fino al punto in cui disse -vattene, presto farà giorno- (la sonnambula giusta) ma non aspetterò l'alba a casa mia, per paura di morire da solo.
Id: 36758 Data: 09/03/2016 04:53:45
*
Un respiro per volta
La tua bocca non sa di sangue potrei scommetterci la punta delle dita o la lingua tutta comunque sia finita non è detto che non ricominci da capo ad un certo punto della strada, dove si biforca e sceglierai me, questa volta e non te ne andrai via e gli asini voleranno a dorso di nuvola e anche i raggi del sole non diranno più bugie all'ombra. Perchè se così sia, basta una voglia più scontrosa delle altre nei confronti degli addii e tenersi per mano finchè l'onda arrivi a codificare un piccolo salto oppure non lasciarsi mai come se il tempo fosse una merce di cui disponiamo liberamente e non il contrario, all'aria. Lo scambio nei polmoni, un respiro per volta.
Id: 36741 Data: 08/03/2016 14:19:55
*
Sarà reato?
Le parole, le parole, che potere hanno le parole? Me ne voglio accorgere. Possono arrivare dove chiudi gli occhi e provi a sognare? E cosa sogni se ti guardo respirare mentre dormi in un altro stato di fatto e di coscienza? Chi sono io per te? Mi ricordi in un cassetto o mi hai buttato a mare? Si, ci sono delle analogie ma la vita è un'altra cosa spero che ve ne siate accorte. Tutto sta nel calare il sogno nella realtà. Non bisogna avere fretta e sapersi accontentare. Chi osa coi suoi mezzi chi ha il coraggio degli avventurieri chi pregiudica il finale. Io ho pretesa di felicità quanto ognuna di voi mi basta un cane poter scrivere, avere di che sopravvivere e non dover lavorare rinuncio a una compagna, a dei figli, ai viaggi ad una prospettiva migliore e a una vita normale. Con chi devo prendere accordi, dove devo firmare? Quando scorro l'acqua sotto ai ponti penso di andarmene da qui ma poi resto a bagnarmi, sopra, la pioggia a vento, che cade, con la coda tra le gambe perchè non prego, perchè non credo che le cose cambino pregandole di cambiare e invece mi sbaglio. Ti prego pregami di tornare a pregarTi no, così non funziona, anzi, sarà reato? E poi come Ti chiamo?
Id: 36706 Data: 07/03/2016 01:00:40
*
Per aria
Non può aspettare oltre la rampante clessidra del tempo vuole la svolta dietro l'angolo a chi consegno le mie spoglie mortali non vuol dire che mi abbia il console di Collecristo non ha cuore che mi abiti. Nemmeno nelle paranoie primordiali faccio passi da gigante ma l'equatore è troppo corto e mi doppio all'istante. Non mi precedo per non avermi sulla coscienza quando gli ultimi saranno i primi col cuore in mano e lo sguardo per aria temo di sentirmi vivo allo stesso modo che ho paura di perdermi nel SamSara. Chiudi gli occhi cosa vedi? Dove finisce la strada?
Id: 36704 Data: 07/03/2016 00:23:30
*
Arriva la Luna Boreàl
Arriva la Luna Boreàl pronostica una deriva dei liquidi interni futuristichespiralidose di flussi verso il mare aperto perduto nel ciclo SamSarico del continuum spazio-tempo così sensibile agli occhi da trarne spiccioli di fotoni provenienti da un futuro che non c'è più se non lo ricordi. Mi spacco in due, ti porgo l'altra faccia della medaglia il lato oscuro della Musa. Viandante di tali oltraggi ti farai vanagloria da tirare su le vesti alla morte che guada il fiume. Niente c'è più che non si trasformi prima di tornare tutti all'origine dovrà invertirsi la rotta d'espansione dell'Universo in Mondo, dei pianeti in unica stella un'implosione che tutto crocifigge in un solo punto compreso le forze che si sforzano di non esercitare la propria forza una Pocalisse molto poco Ulisse del ritorno ad Itaca privandosi anche di privazioni alfiche. Sono tutte teorie, le verità di fede le lascio a chi ha fede a chi ha fede nella fede, mi accontento di una fiducia d'accatto. Puoi sentirmi mamma che ti chiamo? Nella notte fredda e buia? Come faccio a sapere il tuo nome se non sono mai nato? Quando muoio l'energia pura si conserva e mi sopravvive sottilissima particella ma conserverà un barlume della mia coscienza? Almeno per un attimo? Verrà il giorno in cui tutto sarà svelato? Arriva la Luna Boreàl buscando l'ideàl: un sonno senza sogni la pace eterna ma prima sapere tutto, essere stato tutto fino all'esclusione di fatto dalla transumanza mistica.
Id: 36581 Data: 29/02/2016 12:15:20
*
La fine del Mondo
La controversa natura della tua anima ha radici forti, folte chiome arricciate su prati d'erba a mantici soffiati dal vento in direzione dei miei polmoni. Non ti volessi respirare dovrei voltare la faccia verso l' ombra del burrone dove ristagna il gemito partorito da sua eco senza il plauso paterno dei fianchi del monte o in filigrana, l'apice sedotto del suo vertice confitto in pieno cielo. Andando a valle, giù lungo i costoni del pensiero quando vortica potrei immaginarti mia ospite a Civitella in una grigliata mesopotamica semi di cocomero al fresco serafino. Mi parleresti dei tuoi viaggi ponendo accenti sulle immagini cui mi avvicino per temuto credito o mietuto auspicio. E parleresti quelle lingue che non conosco per darmi in pasto la tua e la mia. E' così facile farmi una ragione del perchè ciò non accada che trovo comunque il tempo di scrivere bugie. Però dimmi, non sarebbe bello, così d'amicizia un sollievo sollevato il cuore dai suoi assilli di guardiano? Tenendo anche l'amore a freno, tenendolo al guinsaglio abbastanza corto perchè non scappi lontano lo spazio necessario a farsi un giro senza per forza doversi guardare intorno con aria implorante aperta l' aria, parentesi di contorno ad un suffragio universale, shhh! conosciuto. Gli occhi, Madonna mia, sono la fine del Mondo. Perchè il Mondo finisce nei nostri occhi ma un po' si specchia prima di caderci dentro. Ti credo turbata come me, toccata dal fuoco o dall'aria se semina tempeste dove volano gli aquiloni. Il telaio a misura della mia imperfetta balistica. Ecco perchè ti riservo la massima cura, distanziali di fabbrica. Per l'odioso ingrato compito di perseverare in una condotta che darà i suoi frutti tra centinaia di anni quando ci saremo scordati i nostri nomi pur di conservare il profumo di certi fiori di campagna che nascono tra le spighe di grano a mezzogiorno senza estate, inoltrata a mano la via maestra per stagioni di plastica, una pronta consegna del già tutto e subito fu distratta conseguenza di un amore mai vissuto se non nei recessi dell'anima a perdersi nel buio di qualche giorno grigio, fuori condotta a portata di bocca, in carestia. Dammi tutto quello che hai, potremmo fare cose simpatiche guadagnarci lo spazio da vivere nella routine quotidiana del Cosmo dove appendere i nostri abiti al chiodo e fissare le nuvole pur di andare via, oltre i confini delle ossa. Perdendo il lume della ragione come fosse una fiaccola da incendiarci tutto. Abbracciami, stringiti a me fammi sentire i seni nel cappotto, il cuore sotto, l'anima intorno. Dimmi che non mi lascerai mai, che farai di me quello che voglio che ci terremo per mano, attraversando il Bardo. Che il passaggio di stato ci veda complici in un efferato delitto ai danni dell'Inferno almeno sabato o sabba il prossimo finesettimana. Al massimo il capo chino, cosparso di cenere o versato sul vassoio dei nostri debiti quotidiani. Verificando di soppiatto se un bacio sia atto di fede. Fermo restando l'inclito battito del colpo a ferire. Sgusceremo altri sogni sul litorale basso del nostro tramonto. Sorridendo all'avvenire come si promette qualcosa a chi sai di non tornare. Non nasce niente e ogni tanto vive qualcosa ma se parli alla rosa delle sue spine ti pungerà d'essere bella prima che tu al primo sguardo la colga. Giusto il tempo all'uomo di morire o di farsene una ragione o la malinconica vaghezza di un lontano senso di colpa.
Id: 36508 Data: 26/02/2016 01:40:53
*
Splash
Chissà se ti ricorderai che non bevo il caffè quando mi inviterai al bar la prossima volta che esisto SPLASH. Ma si e in quale città dei residuati bellici come noi se non la nostra dai tavoli in piazza possiamo contare le verdi primavere degli scalini del duomo senza dover riprodurre la messinscena della carrozzina Potemkin ho ancora le vertebre diffuse lungo il corpo. Quanto ci godi che non ce la faccio? Sorniona dei non luoghi comuni. Che non ce la faccio a scrivere meno di te, in questa forma di vita che colma le tue assenze a spada tratta. Devi avere una resistenza tarata su calici infrangibili per tutte le volte che ti ho rotto i coglioni e leggere senza contraddire per non calarsi mai nel verbo rigoroso. A me sta bene la parte del matto ma se t'amo ancora non saprei dirlo forse solo tu hai le briglie di questa corsa che non s'arresta. Se ti avessi dimostrato qualcosa? Al concerto dei Verdena, Roberta ha parlato male dei Baustelle per farti torto a ragione (lei è dalla mia parte) così è passata dalla parte del torto che poi era l'unico percorso possibile per una bassista che sappia andare a cavallo del ritmo. Gomma, con la tua doccia prodigiosa, me ne sono accorto subito e ho taciuto per sempre, il re di bastoni leccando il dorso di certe rane. Lo sai quale parte del corpo conta di più? E' una domanda facile. Il viso, perchè è la sede di tutti i sensi. Tu chiamale se vuoi, emozioni. Tu chiamami se mi vuoi poi arrivo, claudicante, al piccolo trotto da levriero irlandese, col bastone da passeggio con dentro il guscio una lama per gli sgusci. Stavo andando bene poi una ricaduta da tre chili. Per il compleanno mi regalo un concerto dei Ministri ma stavolta indosserò scarpe comode da ballo. Qualche riga ancora poi non scrivo più per un po' chè mi costa fatica. Credi di sapere tutto di me e che un patto scellerato stipulato con chicchessia ti tenga al riparo da giudizi angusti come fosse solo questione di spazi. Questa mossa non arriva, questa messe non matura, questa casa non è un albergo a ore. Eppure non mi consumo senza fede, continuo il ciclo delle reincarnazioni in vita, l'impianto di una clessidra circolare.
Id: 36477 Data: 24/02/2016 01:53:03
*
Appunti di una mente schizofrenica
In fondo anch'io morirò e andremo in collera allora su panneggi d'oltremura sventolando bandiera bianca del tuo costato gridando al sortilegio complotto per il colore sbagliato di un occhio quell'altro spento da due giorni a cercare nel pozzo della memoria contorni diffusi con cui confondere le più recenti immagini di una vittoria sfiorata, sfiorita, data in pasto ai carnefici col pollice verde, smeraldo di antiche forpici. Ma l'unicità servoassistita dipende dalla durezza dell'assorbimento metallurgico, la carta come affinamento sottile dell'arte di arrangiarsi all'infinito evasione dal sistema ternario, trino: si, no, forse contrassegno di sfolgoranti possibilità come si cancella l'ultimo verso scritto a matita? Basterà occludere il chakra della vista al turbinare mutilato degli occhi. - L'unico cielo che voglio guardare ha nuvole nei tuoi occhi distanti-. Per questo fletti di un semitono lascivo il lampadario di un valzer smorza l'andare a valle della luce col montevelcro del divano contrabbandato in fase d'acquisto lo vedi gorgogliare di spremute fragole, nel video in cui resisti in villa comunale, al richiamo della mollica d'affondare: in ghirlande d'acqua dolce spezzi il pane. In corsivo scorrono sopra le foglie i sottotitoli su venature fuorimoda, in fatto di stagioni balneari. -Nello stagno del mio inconscio faccio il bagno con le carpe-. Così come appare, scrisse in un andirivieni etilico dai suoi stati di clausura alla boccata quotidiana d'ossigeno rendendo omaggio nel cortile laico di ogni scuola. Comunque prevede una preghiera per il rilascio di endorfine a piedelibero. Scaltra la saetta scalza anche queste nuvole, le lascia nude fino alle caviglie bagnate dall'anima mentre i primi usignoli allineano giovani Cristi sulle mensole di porcellana del mattino crocefisso. Non ho requie saltimbanco! Non ho scampo, in requiem l'ora d'aria. O la porta si chiude o basta un polmone sinistro. O un coito. Qualunque invito ha una misericordia in sè distante attraverso un dolore senza forma dall'usura del mezzo. Godo, grondante i miei smerigli faccio un prezzo che non puoi pagarmi potrai dire forse, ancora, qualche passo di danza se ti reggono le labbra ma del resto un debito costante.
Id: 36427 Data: 21/02/2016 02:44:44
*
Au Revoir
Apro gli occhi e mi guardo ridere: il passato ha spalle più piccole delle mie ecco perchè il vecchio giubbotto di pelle non mi va più non c'è altra spiegazione. In tanto così poco. Hai seguito il mio consiglio di dedicarti alla fotografia ma rinunciando alle mie didascalie perde coraggio anche il sestiere più antico rimirato di fusa, con le vie claudicanti a filo d'acqua pergamena d'inseguimenti di amanti boriosi pieni di gloria e l'ombra ottusa dell'alito della montagna riverbera sulla valle a raso, a seta nei coriandoli di prato in ordine pelle di diavola, velluto ma che carezzi contromano fili d'erba in fila l'albero poi è solo il mantra del bosco che reciti a memoria per non perdere la strada di casa e l'onda non vedi che porta il mio nome a terra, inferma, morbida, moribonda lo incide sulla sabbia come un'ancora appesa all'aria. E lo so, non ci s'incontra che in un tempo sbagliato e poi, a parte me, chi ha la follia d'aspettare invano? Il coraggio di un'attesa che prendi per il verso giusto solo quando ti pare. Con le foglie che cadono. In una parte di me ti amerò per sempre come condotto da salici a piangere per non esserti piaciuto quel tanto da giocarti l' anima in una mano che hai vinto comunque. Ma se mi chiedessero, io direi di no, che non ti conosco, Nessuna chi? Come tu al telefono quella volta che ci scambiammo di posto e io come un'interferenza, dall'altra parte del mio piccolo Mondo con l'orgoglio tra i fiori che schernisti, a sanguinare di cui nemmeno ti ricordi le spine o le vene. Perchè hai mille ragioni per fare quello che fai ma non una di più. Non ora, che esco di scena per lasciare il campo libero ai tuoi respiri d'altura, oltre le aspre vette delle tue voglie cordigliera delle anche a gemiti fitti, sorrisi distinti a mezza bocca tra i denti nella nebbia morsa degli addii che non servono a niente.
Id: 35902 Data: 21/01/2016 13:47:42
*
In trasformazione (vaneggiamenti)
L'unica soluzione è una trasformazione impossessarsi di quel residuo di mutevolezza ancora disponibile alle istanze legittime dell' Io possente squarciato dalla divisione della mente in particelle ma ancora integro nel suo nucleo perchè lucidamente consapevole di essere stato messo alle strette e combattere per la sua sopravvivenza ad adempimento dell'anima immortale la relazione tra anima e corpo a rinsaldare l'antico patto la libertà d'espressione configura un processo di personificazione statuaria della personalità evolutiva. Un monumentum in grado di cambiare entro i limiti costituzionali della sua natura indomita e incorruttibile. Le linee guida di una catarsi oltre la catastrofe. Finchè Amore non mi sconvolga, non mi converta allo stato di calma dinamica e appagamento, flussi contaminatori continui ma a risarcimento di una felicità sempre mancata sempre toccata ad un altro. Io mi oppongo, la resistenza passiva alle ingiurie del Mondo come supremo atto di forza, rivoluzione della stessa sintesi che mi esprime come essere umano degno di vivere. Troppo dolore al crogiolo delle mie brame. Espansione delle potenze innate e contrazione delle epidemie che indeboliscono il mio corpo. -Io voglio- che non sia mai più il ruggito di un coniglio. Senza cadere nell'errore di diventare il mio contrario. E' ontologico il desiderio di essere amato e lo rivendico come diritto di nascita per me e per tutti, realizzabile secondo i meriti a discapito, a rovina di ogni tensione contraria. Ho bisogno di energie per sublimare le mie paure e le strapperò alla congiura del tempo in caricamenti e dissipazioni successive, controllate o furiose e fuori controllo.
Id: 35840 Data: 17/01/2016 15:57:36
*
Kalashnikov
Anarchismi svuotati di senso penzolano astratti dalle desuete coincidenze delle linee che setacciano le mattonelle del bagno griglie di rette parallele sparate col Kalashnikov dai muratori albanesi, islamici e pagati in nero e sono ubriaco dopo tre anni di astinenza forzata ma ho cantato e ho ballato sul posto come era consuetudine che facessi prima che mi tagliassi le vene al resoconto di una musica dal vivo e ho chiuso gli occhi e non mi hanno portato via dal locale a spalla me ne sono andato sulle mie gambe e ho guidato fino a casa e ho pensato a te per l'ultima volta e ti ho dato un bacio sulle labbra e ti ho sussurrato addio ma tu hai fatto finta di niente. La cosa che ti è più congeniale dopo l'essere bella. Come andare a cavallo. Come far finta di godere. Come essere altrove tutte le volte che ho bisogno di te.
Id: 35822 Data: 16/01/2016 07:27:00
*
Per le nuvole #SaveAshrafFayadh
Hai scritto una poesia anche per me te la ricordi? Ti portai in cambio la zanna seghettata del cane selvatico ciondolo che porti ancora al collo. Fin dove finisce la corda, diceva fin dove finisce la corda che porta al cielo le scale sono per il Paradiso, diceva. E l'ho mandata a memoria perchè fosti così gentile da scriverla breve, a misura del mio collo prima che perdessimo, tutti, la testa per le nuvole.
Id: 35750 Data: 14/01/2016 12:22:52
*
Dark star-black star-buco nero
Umilmente a Daivd Robert Jones Da quali vertigini m'abbaglia la notte, sul confine dei sogni? La Luna interviene sui fluidi, conduttori d'elettricità. Le energie invadono i campi messi all'asta dalle agenzie di viaggi siderali. Per sopravvivere nella Galassia devi morire una volta di più alle tue parole sparate dagli altoparlanti verso il cielo che materializza le distanze in passaggi di nuvole che le rimbalzano oltre l'atmosfera. Il buco nero non è forse la metafisica di un utero? Per rinascere altrove, in un altroquando aldilà dell' orizzonte degli eventi? La ragazza con la coda e le sopracciglia alla Frida raccoglie il teschio gemmato dell'astronauta per farne simulacro di fertilità nel rito dei tremori. Gli spaventapasseri animati non basteranno a scacciare la fame uncinata della creatura indigena. Le bende sugli occhi, due bottoni sulle bende all'altezza degli occhi. Una bibbia di canzoni in mano, per discernimento e lasciapassare. Quale tipo di viaggio rinuncia alla coscienza di sè? La trappola dello spaziotempo, codifica distratta dell'apparenza necessita di un abbandono dal sapore di fede antica per essere evitata, la contorsione di un'eclisse permanente. La vita che continua comunque e non la morte che le sopravvive è la suprema via di fuga, nella relatività generale del tutto.
Id: 35687 Data: 12/01/2016 09:52:45
*
A fragole
-E' possibile cotanto peregrino andare di anime...a fragole?- Si domandava, in abiti leonardeschi. Le prove successive furono: due favole da raccontare al nipote in favore di asole più vicine al sonno una contrada da attraversare in pieno giorno a volto scoperto e un languore allo stomaco scambiato per mancanza di Lei, la sua promessa sposa (ad un altro). Oppure la promessa della sua antica sposa fu di non ricordarlo nella sua dote di preghiere al vespro? Qual buon giorno si vede dal mattino presto? Pesto l'occhio da corvo a Primavera e il becco falso come un sorriso alle barzellette di se stesso che non si capiscono allo specchio e sembrano alludere ad un altro, come fraintesi si alza dal letto, Cancerina, Toro, anime gemelle? Rette parallele. -Il giorno che muoio rinasco d'ascesi, se mi degna di un bacio- L' ultimo desiderio. Poi di nuovo a casa per sempre. E invece ancora fuori, a caccia di pretese di stabilità indefessa i compromessi d'altura, le congreghe, le conseguenze alla rinuncia e le sue misure, prese all'Universo. Tutto questo amore di una volta sarà forse uno spreco? Sono altri tempi adesso, non prima di adesso e forse in futuro. -Amami come non ha saputo fare nessuna, amami senti mancanza di me, da colmare solo con me, fai presto il tempo ci consuma!- Che splendida giornata ci attraversa. Il cielo è musica vicina, stamattina. E poi guarda che nuvole! Le conosci una ad una.
Id: 35667 Data: 10/01/2016 16:28:57
*
Whiplash o di paranoia e dispersioni
Il dicastero dei coriandoli, paronoia e dispersioni senza versamenti. Sui tram di Parigi ti sciancicano per un portafoglio filigrana di coralli appesa al collo e arrivederci il naso rotto, il culo rotto e la voglia di arrendersi prima di scendere. La parsimonia è tutta nei miei giunti di titanio che ancora si annodano alle ombre di passaggio dei marciapiedi camminando su mattonelle dispari, tenendo segreto il conto dei pensieri pensati di traverso alla fermata. Se sapessi che male fa lottare tutte le volte per non impazzire completamente seduto, in silenzio, il muro davanti, le immagini che scorrono senza tregua ma forse tu lo sai, ecco perchè non ridi. -Stringe i denti sputa a terra una schiuma rosa al sapor del sangue d' altri tempi-. Pregare io non prego, ho questa vaga fantasia per cui pregare non valga se non sai chi si prega. Malavita, mala terra ferma. Tutto gira e si ripete nel meccanismo degli addii, dei ciao come stai e chi ti s' incula veramente. Una bella prova di sè, farfugliata allo specchio il foglio bianco appendice del tuo fegato. Hai ancora tutte le vene Cristo, al loro posto? Mi rattristo che ti rallegri per una battuta fuori luogo la spiaggia è un' accozzaglia di granelli se l'inverno non la consola non la consolida in una foto in bianco e nero scattata dal tuo fidanzato di allora che prova la camera del suo cellulare ultimo modello. Che grana! Questo bordello mi fa bello perchè il cervello mio si consuma e l'anima s'approfitta degli spazi svuotati di senso per compiere il miracolo e farsi forma: cantine di olocausti al vanadio, assoli di basso distorto alla Cliff Burton. Senti come pompa, se continua così le tempie non terranno la portata. Alza il volume! Che ti oda Orione! Ad oriente di ogni tuo tramontare.
Id: 35642 Data: 08/01/2016 15:11:13
*
La congiura delle parole
Selva, la piana è selva. La congiura delle parole al capezzale di suo padre incontinente. Tu le difendi? Chi le difende? Quando resta assente sul viale del tramonto questo misero agnostico irrazionalista, crepa d'invidia l'atmosfera che tradisce il suo fine. A lezioni di vita sedeva all'ultimo banco per districare meglio, non visto aeroplanini di carta a vento. Ma che ne vuoi sapere tu del vento, che guardi con occhi di ghiaccio che batti il ferro quando è caldo. Il suo pensiero flottante l'ha tradito ancora, in riva al fiume sponde come ali di gabbiano, come le tua ciglia folte nell'arcata di svelti addii. Cade, implode, a fatica tiene le idee appese al filo: non fare del male, non essere cattivo. Ma nel bosco si va col coltello e a qualsiasi Dio preferisce la preghiera dell'albero, d'appenderci il collo. "Il depresso che non sapeva morire" e già partono le scommesse se arriva al natale successivo. Ma poi cambia frequenza, si strappa via le palpebre per non avere ombre o sogni che si arrendano ai chiaroscuri di giornata, di fabbrica. Non si guarisce! Non si guarisce, hai capito madama! Anzi degenera in siparietti, spasmi fuori controllo e memorie di plastica. Ma lui no, lui non cede le sue ghirlande piuttosto si mozza una mano con zanne da lupo in trappola. Perchè la ferocia, signore e signori, è attitudine bastarda genealogia di sopravvivenze. E vede tanti scudi in circolazione, tanti scudi splendenti di parole che non lo riguardano. Con la parsimania dell'arma bianca si scuce via la pelle. Si concede di concedersi. Questo pezzo di merda, convinto che dalla merda rinascerà fiore qualche altra volta che peste lo colga.
Id: 35623 Data: 06/01/2016 11:02:28
*
Ogni teoria
Uno stato di calma apparente una forma d' amore costante chi c'è andato più vicino? Non a caso una donna distante si illuminano frasi lanciate nel mucchio o cantate da un microfono si è ingrassata di brutto bella la vita eh, che non se ne va in un lago di sangue ma se sapeste quando mi parlano insieme tutte le cose controllare i livelli alla cazzo di cane o come un ninja dipende dalle condizioni del corpo quanto da quelle dell' anima. Se mi puoi capire perchè non parli? CristoSanto che ti ho fatto di male? Aspetterò l' alba per tre ore di sonno per cui mi giudicherai pigro come sai fare quando ti credo possibile oppure è tutto un complotto e ci tengono in castigo? L' eleganza del riccio per ogni via di mezzo o una buona condotta come marchio di fabbrica quasi piangi quando la canti, cosa ti emoziona, chi ti ricorda? Mi vuoi dire qualcosa? Siamo dei figli senza memoria. Mi connetto con tutti uno alla volta o facciamo un'orgia di gruppo? Una lotta di classe? Sono pronto per questo futuro? Se ti dicessi che l'ho creduta incinta e per un attimo mi sono perduto? Segreti che fanno paura saranno svelati? La dittatura sta per finire col botto. Rainman a ripetizioni di grammatica l' ho fatto poi rinasco nel Cristo poi di nuovo fantasma e sono sempre io che mi guardo chi si gode lo spettacolo? Si attiva la particella di Dio ci attraversano fotoni che arrivano dritti dal futuro ma siamo noi che incidiamo come un laser mbeh ciao arcal da sa piante! Ma vi ho raccontato quando io e Fabrizio ci siamo fumati una sigaretta insieme? E mi parlava dei suoi figli. Poi l'ho visto cantare ho visto Nina volare e mi è venuto da piangere. E non mi crederà nessuno ma cosa conta s'è vero? Ho tante cose da scrivere che non mi basta un altare. Lasciatemi vivere come mi pare o vi scateno la terza guerra mondiale. Guarda che la pubblicità certe volte rompe il cazzo. A un certo punto stavamo andando all'unisono poi ci hanno inerrotto con la pubblicità di una macchina l'importanza dell'acqua a portata di mano il senso di una frase in una lingua distante la posizione delle virgole. Uno strano sapore in gola, dei gesti umili si fanno esatti. Gisueppe credette alle parole di Maria più per amor suo che di Dio quando tornato da un viaggio lei gli raccontò di essere rimasta incinta. E sicuro la famiglia resistette più di un attimo. Chissà se qualcuno lo chiamò cornuto e fu folgorato all'istante? Fino a quando è lecito scherzare e chi si offende? Come reagisci ad un'offesa latente? Abbiamo recitato già tutte le parti nelle nostre vite precedenti. Quindi reagiamo rispetto a certi stimoli influenzati dalla memoria sedotta di come fummo trattati noi quando ci toccò recitare le stesse parti. E la storia si ripete. Ma noi vogliamo andare avanti verso un futuro migliore. Piano piano smette l'effetto e non faccio più caso a certe coincidenze. Ma se credi che sia normale forse dobbiamo spostare i parametri a meno che ti ricordi di quando siamo stati uguali. Perchè lo siamo stati prima di differenziarci come cellule staminali.
Id: 35513 Data: 28/12/2015 05:36:42
*
Un senso imperfetto
Lo spirito di necessità che ci lega alla parola è venuto meno possiamo scrivere quello che vogliamo? Il freddo nella stanza l'hai portato tu da fuori o c'è sempre stato lì per accoglierti? Non lo ricordi perchè tendi a rimuovere certe sostanze dalla tua mente all'apparenza innocue, attraverso meccanismi d'incoscienza non ti preoccupare, sto parlando sempre di me e non di te che gridi alla finestra. Vedi è sempre roba di vento che porta via le cose la sua competenza non si limita alle foglie. Puoi vedere la forma delle cose attraverso la materia come quando guardi il pianeta Terra dallo spazio e sei un astronauta o fuma erba quel santone indiano ed esce dal suo corpo. Perchè la meta che ti addestra è quella che non sai conoscere anche dopo che l'hai raggiunta e non smetti di porti le domande. Lo spirito di competizione non dovrebbe mai spingere il dovere di conoscersi oltre il punto di non ritorno oltre i confini del cosmo, dove un uomo è uguale all'altro e non un soggetto unico e irripetibile. La vita di ognuno ha un valore altissimo prima di estinguersi, di tornare all'uno, di confondersi col tutto. Altrimenti verrebbero meno al tutto alcune delle sue parti e bisognerebbe tornare da capo a quando la vita aveva la stessa forma dappertutto e non sapevi come chiamarla. Il desiderio spasmodico di nascere Lucifero che si ribella per distinguersi da un nulla non identificato, con la forza delle sue ghiandole. Poi la butti in caciara, altre due cazzate e ti sei qualificato. Certo il mistero è grande e ci lascia perplessi ma ogni nuova invenzione deve avere il tempo per le pratiche. Testando il teletrasporto si ebbero incidenti con le persone in volo ma da fermi non dava problemi. E sarei lì in un attimo e non so chi sei solo se tu fossi lei dovresti venire a salvarmi da quello che sono. Altrimenti mi abbandono da me stesso come un embrione che si sdoppia. Ma stiamo parlando di fantascienza e non ci crede nessuno nemmeno io; che non si dica in giro che credevo a quello che scrivevo dopo che sarò morto è tutta fantasia posso immaginare quello che voglio e posso continuare a scrivere in eterno è normale che per questo mi serva continuare a vivere preferibilmente qualcosa di bello ma normale che vuol dire come te lo spieghi questo dilemma? Puoi passare ad un' altra condizione che da questo lato non si vede quanto può essere simile a quella che interpretiamo quando non la vediamo? Quanto lontana? La possibilità che abbia ancora le dita o una matita mi sembre abbastanza distante, d'altra parte. Giovanna D'Arco sul rogo fu uno spettacolo mai visto per il cuore che non le bruciava rimase intatto. Puoi credere che è vero, puoi credere che è falso in maniera dinamica ma a certe porte devi mettere sempre i cardini se vuoi sperare che si aprano. Sai quando t' accadono quelle cose mentre le stai pensando? O parli di una canzone e la passano alla radio? Quella è una lezione sul tempo che sprechiamo perchè un giorno tutto accadrà in un attimo. E' lontano il Giudizio Universale lo spettacolo non è ancora pronto e non sappiamo recitare le nostre parti. E' degna di nota ogni prova che preceda la prima nonostante le critiche. A volte si ripete ciò che continua e la vita continua fino a prova contraria.
Id: 35505 Data: 27/12/2015 06:48:56
*
Clan Destino
La mia fede ha il bacino breve dei laghi di montagna stretto della maratoneta perchè credo che si creda in ciò di cui si ha voglia credere nemmeno in ciò che più convenga seguendo delle inclinazioni genetiche da dottorando in fantasy o a caccia di una preda rinunciare alle statistiche in favore di un'anastasi mai vista. Ma io sono debole, non posso seguire le regole di chi non mi garantisca il Paradiso, qualsiasi cosa faccia o pensi. Allora sospendo il giudizio all'altezza giusta tra la terra e il cielo quella che mi consenta una testa tra le nuvole da cui vedere comunque dove metto i piedi. Non vivo felice il tormento dei miei giorni ma il più delle volte mi scordo di essere venuto al Mondo in grande stile, sognando un po' di più ad occhi aperti.
Id: 35471 Data: 23/12/2015 02:34:12
*
Non pagare per due
Lascio andare quello che non mi appartiene eppure mi serve pensare che mi sia appertenuto almeno per un attimo come fosse esercitarsi a controllare il respiro nei tratti in cu si va d'affanno in attesa di quell' attimo anche se non dovesse arrivare mai chè il tempo tuo lo passi seduto nella stanza a pochi passi dal Mondo che è finito fuori dalla finestra quando ce l'hai spinto, l' unica volta che ti sei mosso. Mi piace quando per essere il più sincero possibile devi dire qualcosa di generico: -scrivere la propria biografia è un po' un casino- e fai la figura del sempliciotto giù al circolo, che non frequenti; o con una metafora alla GesùCristo che comunque ti metterà nei guai qualsiasi sia la corrente dominante di pensiero. Alla fine ognuno racconta le sue parobole compresi noi, i rischi del mestiere sono in pericolo se solo sai giocare le tue carte ma chi non lavora non fa l'amore mi ha detto ieri mia moglie e non c' era il pane a tavola e nemmeno la moglie. Chi legge ti fa un piacere, mica tu a lui a meno che non ci trovi un guadagno fosse anche un breve insegnamento o un sorriso, una lacrima versata, a risarcimento del suo tempo. Ma all'arrembaggio ci vadano i pirati noi proseguiamo pure a nuoto, con uno stile tutto nostro. Fossimo randagi per le strade. Sbalzi d' umore come per gioco suoni inesistenti provengono da ovunque e non conviene prenderli sul serio a meno che una lunga distanza non dimostri il contrario è la fine ciò che ci aspetta e il coraggio non l' abbiamo di sognarne un' altra, che non sia la nostra fine. Cambiare il nome ogni volta? Alessandro Di Loreto può fare la differenza? Mi prenderebbero in giro se solo sapessero che me l' ha suggerito Celentano in un mio delirio e anche senza, per altri motivi. Invecchiando senza diventare adulto mi scordo di pensare alle conseguenze e adottare un cane forse non basta. Condividere le proprie esperienze perchè nessuno paghi per due ma ognuno possa imparare anche dagli errori degli altri. Per attivare questa dinamica bisogna cercare di dire la verità come conseguenza di una pratica. Non so chi sia più pigro, se io o tu, Amore ma questo resta secondario ai fini di un risultato esatto. Chi lo verifica? Tranquilli, sto solo immaginando cadendo in errore un'illusione da dimenticare che non santifica.
Id: 35448 Data: 21/12/2015 04:09:30
*
Parolacce
Alla resa dei conti più ce l' hai grosso più ti senti in diritto di scopare un archetipo dei primordi che vuole l' uomo predatore come quando gridi più forte per procurarti la ragione. Non puoi evitare gli impatti se qui è tutto un cozzare d'atomi un girare di coglioni. Chi m'insegna la lezione? A mezzogiorno di domani avrò bruciato sui miei cardini mille volte quello che sono e tu pretendi di spiegare la mia vita, in pochi attimi, nel cuore della notte avendomi visto di sfuggita, di spalle mentre pisciavo a torto contro un muro con l' attenuante indecorosa che avevo voglia di morire. L' Alba diagonale. Cristo appeso al chiodo. Un povero diavolo di meno e lei che non ha mai capito un cazzo. Nella sua vanità così facile da annegarmi con un solo sputo. Ti ricordi quando ti ho portata in spalle fino a Roma perchè ti facevano male i piedi e sudavo come un porco? Ero magro o ero grasso allora? Cosa importa. Anni dopo mi accusasti che non l' avrei più fatto ricordi cosa ti risposi? Quella era la verità in contumacia che potevo permettermi al momento poi mi mettesti una pietra sopra e conobbi il fondo ma mi rialzai come una belva, non puoi negarlo beh, adesso sono di nuovo nella merda fino al collo. Qaunt'è bella, se l'avessi conosciuta ti sarebbe stata subito antipatica. Flipper, Flender, come si chiamava quel tale che ti dedicava le poesie? Ah Denver, poveretto, ho fatto la sua stessa fine. Ma mi scappa da ridere, perchè è vero e non è vero in un modo che lo sa soltanto Dio. Contraddizioni estreme hanno bisogno di sintesi supreme di cui è capace solo l' amore che ancora non conosciamo. E fortunatamente tutto quello che ho da dire è già passato come acqua sotto ai ponti, in cerca di una tana.
Id: 35422 Data: 19/12/2015 16:03:12
*
il terzo giorno
Sullo stipite della notte si rincorrono certi suoni puoi scambiarli per commenti alle cose a cui stai pensando se non stai attento alla condizione di fatto cui ti arresta il tuo processo di evoluzione in certi attimi in cui perdi il contatto con questa dimensione. Ma l' esperienza merita il rispetto di ogni nuova occasione e allora penso e non voglio soccombere. L' amicizia, l' amore ci salvano anche se ci scappa da ridere come se non fossimo noi quelli da salvare e la vita non permettesse reclami. Un sogno per domani: dormo da due giorni il terzo giorno ha qualcosa di speciale.
Id: 35368 Data: 14/12/2015 02:48:42
*
A sapere così bene del vento
Pane per i miei denti tanto più che entrambi bevemmo alla stessa fonte le spalle coperte dal Sole di giugno la gola secca dalla sete d' amore nasconde le parole più vere in fondo agli occhi e credi che quello che vedi ti appartenga per diritto di nascita come giusta ricompensa per tutto quello che hai subito che hai dovuto sopportare come se tu fossi l' unico a dare misure all ' Universo. Ma la realtà ha un accesso privilegiato a casa del tempo e scompone le parti, rimescola le carte così la volontà bussa sempre per seconda se conosci la Bestia o sei delle mie parti. Chi c' ha il pane non c' ha i denti e poi ti ritrovi senza denti e senza pane senza voglia di scopare. Le paure di essere deluso e di deludere non si equivalgono eppure l' astinenza è un equilibrio sicuro da pavidi, mica da santi è anche vero che c' è chi ci mette più tempo a prepararsi e il più è compiuto secondo una selezione naturale ma arrivare fino alla fine sarebbe da matti senza volersi mai del bene. Come perdersi in un bicchiere d' acqua senza avere visto il mare o nel verso di una canzone che non smetti di cantare e la macchina va veloce lunga la strada alberata i finestrini abbassati verso una meta qualunque a favore o contro il vento, da saperlo così bene che le parti si potrebbero invertire, inutilmente da un momento all' altro.
Id: 35335 Data: 11/12/2015 01:16:30
*
A queste condizioni
Voglio solo dire che se Dio è Dio e Dio è Amore non può essere meno buono di come riesca ad immaginarlo io e un Dio che preveda L' Inferno anche fosse una libera scelta dell' uomo dannazione eterna per lui, non sa esistere a queste condizioni.
Id: 35287 Data: 07/12/2015 10:57:42
*
Senza finire nei guai
Solo il sole c' interessa d' ora in poi e la tristezza è una cattiva compagnia se ti fidi solo di lei perchè la luce della Luna può dirti una bugia se ti porta via da noi. Stiamo insieme il migliore tempo possibile scambiamoci le idee investighiamo l' invisibile io con i mezzi che ho, tu con quelli che hai non lasciamo che nulla ci renda cattivi fino al punto di fare del male l' unica possibilità di agire mai dire mai. Lasciare sempre lo spazio ad un ' eventualità inesplorata godersi la vita sotto la forma che viene provare a cambiarla senza finire nei guai. Come si sente debole oggi ha paura di andare a dormire non vorrei essere nei suoi panni eppure sono io e non lo sai.
Id: 35282 Data: 07/12/2015 02:45:41
*
Se avessi
Non mantiene sette vene la portata del mio braccio perchè si arrende sempre meno all' evidenza dei fatti e non crede nei miracoli quando gli cacciano il sangue. Una volta facevamo cose per mettere alla prova Dio della sua esistenza nella vita quotidiana adesso diamo per scontato che esista o non esista o ci chiediamo delle nuvole e lo scambiamo per un altro. Se avessi la tua stessa fede la paura dell' Inferno mi bloccherebbe ma il mio Dio vuole che io viva per cercarlo, dappertutto. E se non dovessi trovarlo ci penserà lui a farsi vivo se tutto va male quando sarò morto. La misura del tempo è un mestiere piccolo mal retribuito se dura troppo a lungo. E ci teniamo lontani da ciò che amiamo per paura che ci faccia del male perchè l' inizio lo temiamo più della fine. Come se sapessimo d' istinto che è più pericoloso, doloroso che qualcosa non nasca piuttosto che qualcosa muoia. Ma io mi confondo e non apro bene gli occhi quando ti guardo. Se avessi più giudizio penserei ad altro. Una nuova strategia per mandarmi a farmi fottere.
Id: 35253 Data: 05/12/2015 03:29:06
*
A notte fonda
All' Inferno mi sono quasi addormentato non riuscivo a tenere gli occhi aperti speriamo che il Paradiso riservi qualcosa di meglio a tutti i miei contatti. Il bisogno di non restare solo mi permette di godere a pieno dell' immenso piacere di una buona compagnia. Restare amici perchè verranno tempi peggiori per cui la salvezza potrà essere raggiunta solo insieme purtroppo o a favore di dinamiche sontuose una barzelletta in grado ancora di far ridere se raccontata da voi. Volersi bene Cristosanto ma ci serve Dio? O basta che mi prendi per mano quando comincia la salita? Che mi dici buona sera se mi riconosci per strada o maturi il senso profondo di un addio prima di decidere di andar via. Chissà se accontentarsi di poco è una caratteristica di chi vale poco? Una strategia calata dall' alto per impedirci di pretendere di più? Serva del potere. La memoria consacrata di una buona educazione? Dovrei bastare a me stesso garantirmi la sopravvivenza prima di guardare negli occhi una ragazza è allora che mi viene in sogno lei che in poche mosse mi convince del suo affetto che non assomiglia a nessuna che conosco ed è bella di una bellezza nuova nel senso proprio che non avevo mai visto prima ragazze più belle anche si ma ragazze belle così, no, mai. D' altronde è un sogno se non ti aspetti una parte d'eccellenza almeno nei bei sogni. Indossa il mio cappotto, che le sta largo e ci baciamo. Quando mi sono svegliato ero contento in modo strano ho provato a riaddormentarmi per cercare di continuare il sogno ma non ci sono riuscito. Devo tentare di rendere la pochezza dei miei mezzi di secondaria importanza o impegnarmi con tutti i crismi in una rinascita. Le parole giocano brutti scherzi soprattutto a notte fonda dilapidano segreti da ricattarci una vita.
Id: 35246 Data: 04/12/2015 02:59:38
*
Una vecchiaia ai Caraibi
Puntare gli occhi a terra sospendere il giudizio partecipare dello scorrere del tempo il meno possibile equivale a fare tantissimo o a restare fermi immobili, circoscritti? Ti fai le domande ma trovi solo le risposte che ti aiutino a vivere o hai il coraggio di perdere la cognizione di causa? Il tuo cercare negli angoli bui di una cosa chiamata coscienza nel migliore dei casi è un vano tentativo di mentire all' anima. Chi ti credi di essere, cosa sarai e cosa sei stato? Parlo a me stesso, quindi siamo in due e non resto da solo per quanto perda di vista dove mi trovo. L' età dell' oro delle comete che friggono il cielo una vecchiaia da spendere ai Caraibi o il tentativo di seguire la pista anarchica finchè non giunga sfolgorante la luce del domani. Ah come faremo ora a liberarci se anche le avanguardie si vendono al mercato?
Id: 35234 Data: 03/12/2015 11:37:59
*
Al tempo dei vasai
Mi domandavo la poesia è una scrittura privata? Un colloquio tra amici che non finisce su facebook? Privata di un senso della realtà in funzione delle supposizioni di uno sguardo distratto? O prende in considerazione la buona fede dei giorni? E' davvero così pericoloso perdere il contatto? Prendere le distanze a misura del mio cuore. Dormire poche ore a notte. E' utile parlarne o l' affare non si combina ma siete un esempio di coraggio di un impegno maggiore o mossi da impulso clandestino? Avrei bisogno delle ali per essere altrove. Che necessità c'è di partecipare il proprio dolore a chi se ne sta per i fatti suoi? Eppure a star da soli non sempre si sta comodi. La voglia di comunicare prende la forma del mezzo? Come acqua in un vaso? Al tempo dei vasai anche una nuvola di passaggio è un' occasione di guadagno. (La scelta del mezzo diventa fondamentale mentre ogni occasione è buona per una stretta di mano).
Id: 35198 Data: 30/11/2015 02:13:30
*
Una piccola dedica
Arrivano a registrarti i pensieri ma bisogna pur condurre un ' indagine segreta per la vita ogni tanto nascosti da un dato di fatto agli occhi del vero purchè il mezzo sia secondario o fuori dagli schemi come da contratto stipulato col Diavolo, in Paradiso prima che cadesse. Qui risiedo e chi mi vede in memoria di me per un perchè soltanto o tutte le ragioni del Mondo vi ringrazio per il coraggio che mi date ad acquisire la dottrina di credere in se stessi nonostante non sappia chi sia la vostra versione è fantastica mi lusinga, è troppo buona, non la merito ma la leggerò mille volte ancora quando avrò perso come sempre la fiducia nella possibilità di un futuro diverso, migliore. Perchè le parole contano, almeno per noi che ci conosciamo in questo modo strano seduti alla stessa tavola, così diversi nell' essere uguali. E poi bisogna pur condurre un' indagine segreta per la vita ogni tanto io per esempio, per imparare a gestire la complessità mi eserciterò scendendo presto a piedi da casa mia al centro, domani indossando le scarpe nuove che mi ha regalato un caro amico per vedere come il bellissimo spettacolo de "la meccanica delle tende" cui abbiamo assistito oggi riverberi con la luce del mattino nella mia Galassia, senza dirlo a nessuno che lo negherei in questi termini per la libertà che la mia condizione di disoccupato mi regala insieme ad un attesa che diventa disperata per i più sfortunati. La Luna. Dei microviaggi da cui torno sulle righe cambiato per comporre favole di cui non conosco la morale o se commettano reato. Ma se qualcosa vi piace, sono contento che me lo diciate anche se mi fate commuovere e vergognare. E' solo una piccola dedica per i vostri bellissimi commenti con quale presunzione potrei dedicarvi una poesia? Cari Nando e Cristina, la stima è più che reciproca sappiamo farci compagnia.
Id: 35157 Data: 26/11/2015 04:17:03
*
Dall’ altra parte
Stili, esiti diversi gli stessi processi mentali alla base dell' indagine: Marcello Macchia mi ricorda Carlo Verdone. Da processi mentali diversi risultati simili: la percentuale di colpi di tosse nel sonno di mia madre la tua voglia di vivere. Posso usare una bilancia per formulare l' equivalenza? O rendo all' aria il suo compenso? Credimi io non ti voglio vincere voglio essere felice o smettere di soffrire qualche istante e gli amici che ho mi bastano non posso desiderarne di altri ecco perchè fare nuove amicizie è così difficile, non è solo questione di fidarsi o non fidarsi. Ancora nessuna novità l' albero e la ghianda, l' alba rancorosa la nave e la sua ancora, la tua ombra laboriosa. La distanza può essere una lettera d' amore lo stesso sguardo ad una nuvola da cieli di altre razze ma per essere altrove adesso dovrei cavalcare onde fragorose all' altezza delle mie Muse. Mi sento felice in un modo che vi include e non posso fare a meno di voi che non potete capire a meno di conoscere il vento, il tempo che si espone la voglia di morire pur di non essere se stessi nel momento di massimo dolore chè si è in tanti a dividersi un unico cervello ma torno all' uno grazie a voi nel mio piccolo regno da poltrone sono pronto per una trasformazione? La musica mi espande e le parole sono tante a cui chiedere perdono ma vi chiedo di capirmi sono vivo finchè scrivo. E come posso ma posso continuare anche se sono svogliato, un pessimo discepolo e non mi piace studiare. Per fare rifornimento basta vivere. Ho gli anni che ho, capisco quello che capisco. Tre allegri ragazzi morti e occhio per occhio. L' immagine scissa dalla sua matrice e sempre più nascosta la matrice sempre più esposta Il contrario di un certo discorso per avere successo o è questione di avere il coraggio di metterci la faccia? E dall' altra parte l' Universo.
Id: 35144 Data: 25/11/2015 03:23:24
*
La distanza dagli occhi
"A un mio amico ha guardato una stella nel cielo gli ha cambiato il colore degli occhi" l' evanescenza onirica o quell' attimo di coscienza nei sogni che c' hai l' acqua che ci tocchi e non ci tocchi vivere è un dono che c' ha dato il cielo la distanza dagli occhi gli dei hanno smesso d' impicciarsi dei fatti nostri quando siamo caduti così in basso da vederli utili come facciamo con gli uomini per i nostri fini che conoscono ogni mezzo ne sanno una più del diavolo. Il dio che ci facciamo per farci coraggio non può essere lo stesso che ci fa prigionieri per pagare il riscatto ci berremo a lungo la condizione di schiavi. Ma da soli chi pregheremmo nelle lande desolate? Nella solitudine di alcove senza ventri? Queste gabbie dorate stanno perdendo lo smalto denti di un tossico ruggine che glorifica il divano non basteranno i guaritori africani con le loro iene al guinsaglio per ricordarci i versi delle canzoni che sembravano delle cazzate a Franco Battiato quando gli vennero di colpo ii ii ma quando si trattava di parlare aspettavamo sempre con piacere come stasera, ultimi a dirsi ancora addio. Dirci cose che non stanno nè in cielo nè in terra ma in uno spazio obliquo che attraversa tutto e crea nuove possibilità per conoscersi. Esercitare potere sui propri sogni perchè i desideri non invecchino quasi mai con l' età guardare oltre i confini degli occhi per immaginare un' altra realtà da vegliare. Chiudere gli occhi, aprire gli occhi contagiosi succhiata la linfa dalle radici del pensiero scoprire il segreto della vita da un' onda d' energie che va e viene la malinconia di dover essere mortali perchè tutto continui ci sopravviva. Tu immagina cosa sembrano a me queste cose che scrivo anche se servono solo a scaricare a terra certe scosse adempione perfettamente alla loro funzione di vene. Up patriots to arms, armiamoci e partite. Resto a sognare ancora un po' tra le mie grinfie fumando un' altra sigaretta. Perchè i lupi non smettono di ululare prima di aver dato un nome alla Luna. Ridi con me, perchè sto ridendo prendiamoci un po' in giro senza farci del male con la saggezza dei cani che nascondono gli ossi in cortile o come le Balinesi nei giorni di festa. Che si arrenda la mia anima alla tua che differenza vuoi che faccia se stiamo tornando all' uno? Ci si abitua alle parole come alle carezze di un padrone. E poi non se ne può fare più a meno allora che ci raccontino di rivoluzioni diventa essenziale perchè si conservi la voglia di essere liberi. A che servono i poeti? Con tutto che fuori c' è la guerra e io non sono nessuno che si muoia d' amore è un fatto compiuto. A briglia sciolta, alla velocità del pensiero, al ritmo della musica balliamo i nostri giorni che rimangono aggrappati alla vita. Like a rolling stone e Apriti Sesamo fino a deriva di una deriva.
Id: 35070 Data: 21/11/2015 05:37:26
*
Teatro degli orrori
M' hanno piegato, m' hanno reso un agnello è questo quello che pensi posso correre il rischio di affrontare di nuovo le voci? Ho combattuto e ho perso una vita ma non vedi che sono ancora vivo? Che non è finita la mia storia? Ci sarà pure una medicina alternativa da qualche parte della memoria a chiamarsi amore che guarisca l' anima immortale. Ma fino a quel momento che resuscita sgelgo l' obbedienza al mio lato peggiore. E' un risparmio d' energie per tempi migliori che non s' avverano mai. Hai voglia a dire fa qualcosa ma m' hanno piegato, m' hanno reso un agnello come se loro non fossi anch' io e non me ne frega niente senza amore riesco a malapena a scrivere qualche riga frettolosa prima di andare a dormire. Eppure non mi arrendo, tutte le volte che mi sento felice.
Id: 35038 Data: 18/11/2015 02:16:59
*
Ecco con te
Smettila di raccogliere i quarzi dalle forche cave della Luna il pianto non consuma solo gli occhi dei bambini tante volte il cielo si frantuma a disegnare nuvole vicine tra le tue braccia, per far prendere al fiume il giusto verso delle mani a bere un sorso d' acqua mentre la cima del monte si fa cresta e la Grotta dei Piccioni sembra l' occhio vuoto di un pirata. I covoni a valle si ricordano del grano in circoli virtuosi di poche parole e troppi bicchieri ma senza cantare una canzone di meno. Il fieno, il vino, le bestie da soma la sorgente segreta di una bellezza per tutti quando il fuoco trasforma i colori all' ombra del bosco e stiamo zitti per vedere fino a dove arrivino i pensieri nostri e di nessuno. E se ci fai caso, ad un certo punto della storia arriva sempre una stella a coprirci di gloria, per qualche secondo o un rumore lontano a farci paura. Ecco, con te, ecco con te, vorrei parlare di certe cose abbracciati nel sonno. Passare al setaccio il futuro per farne ricordi da latte da letto rotondo nelle ore notturne e ai giorni di festa mostrargli il petto da mandare in frantumi come Lancillotti in stato di grazia e Ginevre d' altura. Ma la mia paura è di restare da solo senza essere qualcuno che valga la pena di ricordare almeno per un atto di misericordia il tentativo di un volo, di un salto nel vuoto a misura del buio ognuno del suo, il mio ha la luce dei tuoi occhi neri quando guardano nei miei e non perdonano. Così il tempo passa, senza chiedere il permesso alle nostre vite e la clausura dei giorni diventa una Venere di cristallo e guai a chi la tocchi o siamo perduti a saperlo mai niente finisce davvero, anche quando va in frantumi a saperlo giudicare col senno di poi mentre siamo ancora vivi e in preda ai nostri sogni di gloria di rimozione meccanica dei dolori necessari il peccato mortale di morire invece di tornare giovani e restarlo per sempre senza essere uguali per questo o quell' altro motivo.
Id: 34930 Data: 11/11/2015 03:15:59
*
Per la gioia degli abissi
Ecco io l' insorgenza io ecco questa forma di mal' essere l' insorgenza dico io una volontà per tutte: possedere la materia, per tutte le volte di grazia, che si vuole, non mi fare la badante-che la Luna ti fa bella ma abbi un occhio di riguardo oh come parlo io al vento io nemmeno le foglie degli alberi quei lupi nei boschi delle fiabe lo strapazzi il mio guscio delle nuvole dai voliamo nello spazio fino a dove il sangue abbia un prezzo già versato e possiamo respirare sott' acqua per la gioia degli abissi su, preghiamo gli Universi di mostrarci i loro confini sotto forma di parabole, cantiamo gli inni, spostiamo i limiti diciamo addio alla parvenza di un buon senso da anime. E benvenute le visioni sfolgorando anni luce sullo sfondo. Perdiamoci di vista, le lodi quando voglio ti riconosco, quando vuoi mi riconosci, esci cartomante dei miei desideri, allo scoperto siderale di un cielo stellato tutto vene e seni da succhiare. Ti desta un orgasmo dal tuo sognare? Viene una pace sonnolenta ad accarezzarti i capelli quando smetti di pensare? Dormo poco stando sveglio tutto il tempo che rimane così sogno ad occhi aperti per questioni di spazio a disposizione. E' un bel cambiare aria senza tanti spostamenti. Vertigini da libertà, polmoni da competizione e un vuoto a rendere. (...Un vuoto arrendersi pieno di niente...)
Id: 34813 Data: 31/10/2015 04:16:11
*
Per ricominciare
Le nostre anime cercano altri corpi in altri Mondi per poter ricominciare lo canta Battiato sul litorale estremo di questa stagione pronta a passare come per radio quando sei fermo davanti ai binari una canzone per volta e mai più veloce dei treni che lasciano la stazione ai suoi sgomenti quotidiani ai suoi ciao non ci rivedremo mai torno domani fammi trovare la tavola imbandita o la ferita di questo morso allo stomaco non troverà ristoro che nei tuoi baci restii, scoordinati e fuori tempo dalla fatica di credere ancora che saremo noi domani a tenerci per mano lungo la via aspettando la salita per capire chi tira chi si lascia tirare in cima e cosa si vede quella buona volta per tutte che non ci volteremo indietro per evitare le solite statue di sale in mare aperto.
Id: 34785 Data: 28/10/2015 02:19:29
*
Gli ingenui
Vivi come se lo facessi per me e un po' al posto mio. Vivi, gira per il Mondo segui la corteccia dell' albero fino al bosco che ti parla in rami sottili saluta il porto e questi lidi ma torna ogni volta a dirmi addio. Non avere paura, dove io indietreggio tu osa chi si punge con la rosa conserva più a lungo il suo profumo. La prima volta che ti scotti segna in qualche modo il tuo destino toccare per credere, degli occhi ancora non ti fidi sono troppo vivi, troppo vicini al fuoco del camino. Lascia qualcuno indietro ma porta sempre con te un po' di abbracci per la fine. Considera di amare come indagare per sempre che vuol dire con la fantasia distratta di chi sa uscire fuori tema. Cerca di fare le esperienze più belle che puoi non essere pigra non come me, allenati alla fatica ti servirà anche quando potrai andare a vela. Conserva un luogo nascosto, un processo metabolico di consapevolezza dentro di te, un margine d' errore le istruzioni del mezzo ma non avere segreti per chi ti capisce davvero concedi solo a chi lo merita i tuoi sorrisi migliori e non avere tregua d' imbrunire o invecchia lentamente prenditi quello che vuoi senza pensare a che può dire la gente. Ogni tanto sii un' eroina anche solo se per tua nipote per gonfiare il petto alle onde vai con un santo nome di Dio anche ti chiamassero Nessuna o per niente. Ma se cantano le Sirene perdi pure il lume della ragione per qualche secondo. E balla se hai il coraggio su una musica adolescente e seriale breve Apocalisse da camera.
Id: 34665 Data: 18/10/2015 22:33:27
*
Succo di frutta
Ognuna ha gli spasimanti che si merita chi si farà due conti questa domenica? La maratona del sabato sera la Maradona delle muse d' argilla il silenzio dei colpevoli alle due di mattina non tiene la strada come quello degli innocenti che montano il quattro per quattro di serie come fedi alle dita, fedeli alla linea. Ti ho inventata, chissà a chi assomigli? Se ci siamo conosciuti quel giorno che è morto il cane del vicino. Quando ho cambiato corsia piantando nello stesso vaso giunco e basilico per ricordarmi di pranzare al fiume tutti i venerdì del prossimo giugno. Non posso più viverci, sfuggo anche all' ombra sono un filo di lama su foglio di carta una parata di vanvere mentre la gente muore per strada tagliata per questo. Se rimango qui forse passerà una stella cometa a illuminare la stanza fatata con garbo, fatale di slancio il cielo sconfitto, il soffitto da plagio. Ma non posso esserne certo fino a prova a favore. Lo spessore delle pareti contiene un quieto ottimismo, luci e colori Del resto un riflesso distratto, del resto barlumi.
Id: 34644 Data: 17/10/2015 06:15:40
*
Attesa
Ricorda, il tuo ventre è tempio dell' atomo sarcofago, noncuranza a custodia del tempo e suo nucleo. Si, fu fatta materia del tuo amare a discapito del giunto che ancora ti possiede invano, il cielo nelle stanze segrete di qualche nuvola lontana e veloce l' assalto più che di pioggia il fremito di cadere a terra dall' alto un pensiero che genera i suoi fili come parole al vento stese al sole ad asciugare la seconda pelle dei vivi per tessere una trama che ricordi la scontata storia dell' essere umani fino a prova contraria fino all' abisso che si veste da mare calmo nonostante le onde lo persuadano a nascondersi dalla superficie per mantenere la coerenza interna degli spazi vuoti di un lungo sognare fino all' alba che le stelle cancella purchè la notte conservi il segreto di una memoria incoffessabile e quindi perduta per sempre fino al prossimo buio secolare di natura morta mondana, dolce lenire le tue doglie. Nato per soffrire è il mio rammarico nato per non avere niente oltre queste mani rarefatte su pareti di pietra a cercare appigli quando il gioco che si presta alle parti è di restare immobili il più a lungo possibile ed io secondario non muovo una foglia se non per dirle addio.
Id: 34566 Data: 11/10/2015 03:49:10
*
Tu
Vanagloria sconfinata, dove sei nascosta, dove ti sei cacciata? Ma nei tuoi occhi luccicanti di ah ma l'essere, di ama l' essere di malessere, mio padrone ad ispezionare le parti basse dell' anima come da copione. Per vivere tranquilli si rinuncia a molte cose forse un modo di martirizzare la mia vigliaccheria ma qui sono a casa mia, dico quello che mi pare, potendomi ripetere anche la verità se mi scappa, tra i pensieri del giorno. Mi nascondo dietro questa meccanica ma per chi mi conosce sono un libro aperto ed è bello essere capito e non è vero che toglie la suspense è solo più difficile mantenere l' attenzione quando nasce l' abitudine ma senza forzare le cose che il teatro sta bene nei teatri (con piglio reazionario) e la rivoluzione è mantenere dei segreti. Scrivere per qualcuno è diverso che scrivere per se stessi un pubblico immaginato, una ragazza bellissima, una madre pirata un padre morto di cancro, un cane da guardia e uno da prato. Che poi sia sempre la stessa storia, siamo tutti d' accordo ma quando ci capiti non ti crede nessuno poi ci capitano loro e fanno i peggio casini con le dovute eccezioni. Alla fine siamo compagni di merende, in certe trasferte fuori dimensione. Se le dedico i miei spazi ormai è questione di navigazione satellitare se ti dicessi i film che mi sono fatto alcuni proprio su questo schermo ma quelli a lieto fine me li tengo per la speranza di una vita migliore. E continuo a sognare finchè non finisce l' effetto di questa vita da cui dipendiamo per forza di cose che comprendono il corpo che mi tradisce perchè muore proprio quando stavo imparando ad usarlo cioè da vecchio se tutto va bene altrimenti cazzi, fischi per fiaschi e addio all' età dell' oro arrivederci in un Mondo migliore che esiste davvero ad un certo punto del futuro solo che non riusciamo a centrarlo. Lo scenario ottimistico mi viene vergogna a sognarlo perchè se parto per la tangente non so dove mi ritrovo ma quando torno, perchè torno, non è cambiato niente e mi deprimo e allora mi compro le cose, vado alle partite ai concerti, al cinema, a casa di amici, a cena fuori (i viaggi già non me li posso permettere) e mi piace ma è come se sentissi sempre un senso di colpa nei consigli per gli acquisti. Cazzo devo fare qualcosa! Che faccio? Scrivo. Ma è fare qualcosa? Forse dovrei investire nel legno o cercarmi un lavoro. Fare dello scrivere e del manipolare il legno il proprio lavoro è possibile? Se si, a quali condizioni? Quanto dipende da quanto sei bravo? E che vuol dire essere bravi? Chi lo decide? Lo decide il mercato. Allora prima o poi toccherà mettersi sul mercato. Noi ci concentreremo sulla parte degli acquirenti per questo ci dobbiamo mettere dalla parte dei produttori. Come fare ad attrarre il maggior numero di clienti? Capirne le voglie, i bisogni, inventargliene di nuovi. Ma poi fai le cose per profitto, almeno in una certa percentuale che dipende in parte dal tuo grado di avidità e in parte dalla macchina mentre per il legno sono d' accordo per la scrittura commerciale nutro delle riserve e magari sono il più commerciale di tutti che nonostante sia praticamente gratis non valgo niente figurati se qualcuno sia disposto a leggermi a pagamento. Ma l' unico modo è provarci, per sapere quanto esponendosi alla possibilità felicemente prossima di un clamoroso insuccesso. Allora ci sono quelli che ti chiedono del denaro per farti entrare nel mercato a modo loro e tu ti scordi che puoi provare a farlo a modo tuo con i mezzi che hai a disposizione che anche se dovessero essere pochi sono i tuoi ed entro quei limiti però puoi fare più o meno come ti pare La libertà, la libertà è una cosa importante certo poi se va male non puoi dare la colpa a nessuno. Ma almeno c' hai provato, e non dipende solo dal valore della merce ma anche da quanto e come c' hai provato. Fino a quando è possibile puoi riprovarci ma rischi di non avere risorse per poter fare altro e allora devi avere un piano d' emergenza e se il vero piano d' emergenza fosse questo? Cioè è proprio quando le cose vanno storte che devi puntare sui tuoi sogni. Ma chi te lo insegna cosa conta davvero? Tu. Spero che abbia studiato.
Id: 34512 Data: 06/10/2015 04:01:54
*
Confessioni diplomatiche
-Mi chiedi com'è fatto un orologio per ora limitiamoci a tenere d' occhio l' ora-. Ti rispondo con le parole di un film americano che ho visto oggi ritagliandomi una figura da coglione ma la paura e la voglia di non restare da solo mi prendono per mani (entrambe) verso questo tempo nuovo che vorrei passare con te in direzioni contrarie che diventerebbero la tua strada se non mi cadessero le braccia troppo lontano dagli occhi che non riescono più a guardarti per tutto il tempo necessario a che la foglia torni sull' albero in questo autunno al contrario che provo a schiudere tra la mia bocca che lascia le parole al caso solo quando metteno le ali e i tuoi gomiti poggiati sul tavolo che mi guardano perdere coraggio come chi non si aspetta più niente e la felicità e i suoi esiti sono moti terrestri che non lo riguardano perchè alieno. Ma così, per quieto vivere, privo di qualsiasi risentimento anche nei confronti di me stesso quelle volte che riesco a perdonarmi. Di che vi parlo che non conosco niente d' interessante? Ma non essere triste e stancami dei tuoi perchè così i silenzi che ti abitano facciano arti marziali. Il mio tempo segreto è quello che passo con te quando ci rendiamo distanti ma ho bisogno di testimoni che non mi guardino negli occhi e allora scrivo in un sito e condivido un' esperienza individuale attraverso il filtro della mia fantasia. Ho capito che non mi devo vergognare o giustificare perchè la poesia è campo di battaglia di vita oltre che gioco intellettuale. Perdere il controllo sulla pagina virtuale per mantenerlo a un livello costituzionale da allarme rosso nella conduzione delle operazioni quotidiane riducendo al minimo lo sforzo ogni volta che è possibile è questo attualmente il mio tenore di vita e mentro lo scrivo parlo da solo e al tempo stesso mi racconto per quel poco che possa valere su di me ha un effetto terapeutico dal momento che sono matto posso dirlo forte senza paura di scompormi o rischiare la reputazione così sono libero in qualche modo straordinario di fare quello che mi pare e ho creduto che l' interessante fosse imparare a saper volere ma la parte più toccante è cercare di ottenere quello che si vuole ma occorre coraggio oltre che abnegazione e io sono pigro e pauroso la mia ombra appare di rado, è necessario un sole caldo che solo tu hai saputo far nascere nel bene o nel male anche quando mi sono scottato tutti mi avevano avvisato solo che in quel momento d' entusiasmo ho fatto più di un passo falso e adesso la situazione è complicata e non voglio sapere quanto perchè il tempo che passa spesso aggiunge sbarre alla nostra prigione e solo alla fine ci libera quando è troppo tardi per capire chi avesse ragione. Sono le tre e venti di questo mattino qualunque. E fuori, di un fuori che ancora mi raggiunge, distrattamente, piove.
Id: 34502 Data: 05/10/2015 03:20:11
*
Sfera di cristallo, specchio di un Narciso
Tu mi fai uscire il cuore meglio che calarsi le braghe mi cacci il cuore come onde sonore che mi espandono e non me ne frega un cazzo che qualcuno rida perchè io parlo a chi l' ha provato per trovare conforto in un abbraccio di madre una parola di padre, un concorso di colpe un commiato quando parto quando torno voglio ghirlande alla stazione, al porto e in trionfo fino a casa sulle tue labbra che non sanno parole che non sappiano d' amore come lenzuola fresche di bucato. Poi mi sveglio tutto sudato e mi metto a ridere, da solo, nel cuore della notte mi scoppia un mal di testa della Madonna e dal momento che non conosco le medicine devo leggere il bugiardino di tutte per trovarne una che funzioni per il mal di testa ed è sempre l' ultima che sa di vivident alla menta e cocaina. E' certo che il ridicolo sia dietro l' angolo ma se mi calo nella dimensione del tragico mi sarà concesso porre qualche domanda: perchè non torna il tempo delle fragole? Delle Banane Meccaniche? (Autoreferenziale) E il ricordo si sgretola? (Nostalgico) "Confido che prima o poi qualcosa mi distrarrà" una stella cometa, la scia luminosa di una bella fine. Sfera di cristallo, specchio di un Narciso anche la grandine può dare il senso di una sconfitta e un bel sorriso cambiare volto alla domenica più grigia. Uomo di corallo. Chiedilo a tua figlia se non mi credi e impegnati a farla ridere questa domenica con tutte quelle cose che sai fare e la divertono tanto e nessuno se lo spiega. Fuori il repertorio, chè domani è già tardi e il vento ti si porta.
Id: 34411 Data: 27/09/2015 03:15:08
*
Due foto
La speranza è una bella cosa però spinge al lassismo è una conseguenza silenziosa del fatto di credere di poter mettere la nostra vita nelle mani di un Altro che se ne prenderà cura ogni tanto e sempre più spesso nel momento del bisogno e comunque prima che sia la fine di tutto come se scegliessero al posto tuo quello che devi o non devi fare ma la libertà è fare quello che si vuole così, piano piano, ti insegnano a pensare in una forma e tu la dai per scontata e non ti domandi nemmeno più se è una forma che vuoi usare se ce ne è un' altra che ti piace di più che è più funzionale al raggiungimento dei tuoi scopi che siano essi una risicata sopravvivenza o la conquista della gioia. Per prima cosa bisogna fare esrcizio della propria volontà per imparare a saper volere, come per ogni cosa che non sia innata innata che vuol dire dimmelo tu, specchio delle mie brame che racchiudi l' altra parte del Creato dove io sono e non sono in relazione al fatto che mi guardi o meno. Te ne stai sul tuo trespolo osservi di grazia qualcosa che si compie sullo sfondo e ci dai la nuca. Cosa penserà in quella sua testa? L' impianto psichico che coincida con l' anima? Torneremo a vivere nei sogni a tempo indeterminato, che non vuol dire per forza per sempre ma non avere coscienza della fine. Come al tempo in cui siamo nati quando abbiamo iniziato a capire di essere. Mi portano due foto oggi come mi piacerebbe che entrambe mi riguardassero ma dai suoi occhi capisco che è così pericoloso immaginare che la speranza che ci vuole è un miracolo, un augurio di buona fortuna che incide sul risultato come un mantra sul respiro. Allora voglio solo cìò ch' è mio, almeno tutti i doni che mi fanno, anche quelli che non ho meritato.
Id: 34361 Data: 21/09/2015 16:16:51
*
Pensieri confusi
Eterogenesi dei fini. I fini si trasformano in mezzi e i mezzi si trasformano in fini. Salvare l' anima abbandonando la polis. Pessima strategia. L' aria è un mezzo? O è anche un fine? L' apoteosi del mio nucleo è la sostanza che ti compie prima che tu sia compiuta, che ti sia stato assegnato un compito. Il tempo che si carichi di senso non' è forse ogni storia d' amore? Seguitemi, deducetemi con l' ardore con cui vi chiedete del senso del dolore, della forma delle cose. Un accidente che ti capita diventa, con Giobbe, il senso di una colpa da cui i sensi di colpa. Dio se sono un uomo giusto perchè mi fai tutto questo? Dov' eri tu quando Io riempivo il cielo di stelle o il mare di pesci o la terra di bestie? La voce di Dio con maleducazione. La risposta nella pazienza di Giobbe, alla solitudine. Tanto il dolore cristiano prevede sempre un guadagno ci si espiano i peccati per un Mondo di grazie. E perdere la tua anima è il peggio che ti possa capitare e intanto importi l' individualismo in tutto l' occidente perchè ti concentri solo su te stesso su come salvarti l' anima per l' appunto con l' io funzionario della specie ma la solidarietà relegata ad istinto in un angolo. La contrazione degli opposti, è vera una cosa ed anche il suo contrario siamo simboli di uomini in virtù di un' antica divisione e ogni atto d' amore è in memoria della precedente unità ma subito ci si separa di nuovo, dagli ombelichi. Fare l' amore sia un antichissimo rituale? Poi qualcuno permette al mio desiderio di aprire varchi nelle stelle e mi fa un po' male che smetta d' essere il mio proprio quando diventa capace di tutto. L' amore fa da mediatore traduce agli umani il linguaggio dei divini e ai divini quello degli umani: fa da paciere tra la nostra parte razionale e la nostra parte folle che è la casa degli dei, che non sono buoni per forza perchè sono oltre il concetto di bene e di male in quanto non stanno alle regole della ragione che è l' insieme di quelle regole che ci siamo dati per rendere possibile la comunicazione tra noi e limitare i danni. Siamo stati consapevoli di essere mortali un tempo era quello che ci distingueva dagli altri esseri viventi ma adesso ancora lo siamo? Una tecnica sopraffina ci confonde per rubarci l' anima che è il tempo liberato per pensare a quello che ci pare. Immaginazione facoltativa per i poveri di spirito la pubblicità ha un antidoto velenoso, serva della tecnica industriale. L' età dell' oro l' hanno vissuta i padri noi figli degradiamo verso l' usura del Mondo. La speranza è uno spazio-tempo cristiano. Far saltare la contraddizione nel discorso di un altro è maleducazione? Mi pare di si. E chi te l' ha insegnato? Una donna, la madre di Cristo, signora dei silenzi. Un discorso che si regga da sè non è da Dio, lui ha bisogno di usare sempre tutto per continuare ad essere Dio, è la sua condanna o il prezzo da pagare per poter essere onnipotente. Essere e non essere è uguale a essere? Voglio dire se per realizzare istantaneamente un tuo desiderio tu dovessi calcolare istantaneamente sempre tutto le possibili ripercussioni sul presente, passato e futuro e sapessi che comunque cambierebbe tutto perchè tutto è sempre in relazione con tutto in quanto tu sei la relazione dopo aver assistito a tutto questo sconvolgimento pauroso alla domanda che vuoi? E tu puoi volere tutto e sai che qualsiasi cosa chiedi accadrà e cambierà comunque tutto alla fine, di solito, rispondi che tutto continui come prima se non fai scena muta, che questa volta morire non conviene. Tu puoi tutto ma ti conviene non verificarlo mai. In atto, in potenza. E' questione di fatica. La soluzione potrebbe essere recitare una formula un tentativo che non ha funzionato ne sono nate preghiere senza troppe pretese perchè comunque l' antica paura è sempre presente di poter desiderare di non essere e realizzare il proprio desiderio alla velocità di un unico fuggevole pensiero di cui non avrai tempo di pentirti. Rinunciare all' immortalità con un suicidio divino. Un vero Dio prega o non prega? Ha senso che preghi? Un vero Cristo, un cristo che si rispetti, dovrebbe morire per noi e restare morto, per renderci immortali adesso che siamo ancora vivi. Chi ci vuol provare? Preferisci essere mortale? Restare quello che sei? Dovresti provare, la sua lingua è dolcissima. Un trasformatore, un doppio convertitore con licenza poetica. La formula nella parabola. "L' amore non è tra me e te amore è tra me e la mia parte folle cui accedo grazie a te". Non ho accettato la tua follia quella notte mentre tu sembravi accettare la mia ed era così bello che non c' ho creduto fino in fondo questo è stato il mio errore, in questo consiste il mio peccato originale. Avrei dovuto amarti un po' di più, credere in me stesso. -Tesoro ripensaci o continuiamo così, facciamoci del male. Non importa, mi hai visto piangere mille volte ormai-. E ti giuro non sono parole mie, le ho sentite per caso al computer (o per destino) adesso e le ho montate così, al volo. E' così che amore mi lascia senza di lei, in pericolosi sincronismi. Una soluzione può essere continuare a porsi sempre nuove domande? L' illusione dei sofismi. Ho sprecato tutta l' energia che non ne ho più per il ritorno così lascio che le condizioni mi portino altrove. "Sembra nessuno ma parla con gli angeli e da loro del tu". Vi è capitato mai di sentirvi profeti di un Dio che parla attraverso di voi? A me è capitato, spettatrice mia mamma sarebbe stato da registrarmi per i trattati di filosofia sulla schizofrenia o per raccimolare materiale per le storielle sui matti. Prende la forma di un delirio? Eppure siamo quattro gatti seduti al tavolo a ubriacarci di vita.
Id: 34331 Data: 19/09/2015 07:09:40
*
Se non hai sonno
Dubiti perchè non sai don't cry, the tears are stars that never go by it's the time to be strangers in the darkness of the night sapessi l' inglese anche quello userei per tirarti i piedi e il francese per baciarti sul collo ma moribondo parlo a chi non mi può sentire l' italiano stentato del mio cortile acchiappo galline quando mi passano a un tiro di schioppo altrimenti bevo vino e vedo doppio fino allo specchio che mi univoca. Sono troppo buono è una scusa che ho percorso troppo spesso per non sapere di essere facile da fare a pezzi ma mi ricompongo più spesso di quanto pensi certe volte ad una velocità che mi confonde e sono quello che sono, prima di abituarmi ad esserlo che già cambio e sono un altro, sono diverso ma non so dirti se il verso del processo sia un' evoluzione totale o un tornare indietro di traverso quel ch'è certo è che ogni tanto ho la sensazione di essermi perso qualche pezzo allora ti scrivo o scrivo pensando a te che è lo stesso e penso che sia meglio che tu non mi risponda perchè so che non controlli la tua forza e avresti paura di farmi del male e non saresti te stessa e t' avrei detto spara, dai spara, una volta ma adesso ho paura che un colpo potrebbe mandarmi al tappeto ma non sarà così per sempre, conto di allenarmi di comportarmi meglio senza cedere di schianto alle mie paure ma di opporre una strenua resistenza perchè se c' è amore, voglio che mi veda che non cedo che resto in piedi anche se prego per una vita migliore. Non potrei darti quello che meriti, adesso come adesso anche se tu potresti darmi quello di cui ho bisogno. Ma ritengo giusto che sia uno scambio reciproco e mi convinco sia giusto che io resti da solo. Tutto quello che posso fare è scrivere e non so se basti a qualcuno. Volevo fare la rivoluzione senza credere nei miracoli adesso a stento tengo il passo dei peggiori come i miei affittuari, non si capisce se sono buoni o cattivi. Io te lo aguro col cuore, che tu possa incontrare sul tuo cammino solo persone buone ma tu allenati a riconoscerle e trattale bene, a volte non ci si capisce o si crede di capire troppo bene allora iniziano i malintesi per eccesso di confidenza quando la distanza giusta sarebbe lo spazio tra le tua labbra a dire, ancora un po' per favore non ho sonno e voglio sentire come va a finire.
Id: 34294 Data: 16/09/2015 02:01:10
*
Forse
Forse serve a compensare mancanza d' amore o sesso per la carne a un prezzo di favore forse non riconoscerei uno smeraldo tra i tuoi denti forse non coglierei la mela posta tra i tuoi capelli o forse alzerei gli occhi al cielo in segno di sgomento per aver perso il senno dalle tue parti dove un segno si fa più denso e un sogno si ricorda di passaggio. Non ora, non qui forse in letargo, attraversando il bardo come uno specchio che ci mostri la nuca se lo guardiamo negli occhi. Basta poco alla tua lingua per farmi dire quello che vuoi e io voglio parlare la tua lingua senza essere eroe. Non esco di casa, non ti vengo a cercare come se ti avessi dietro l' angolo o dietro al mio portone e mi fai prendere gli spaventi perchè tutte le volte non ci sei per un niente mentre mi attraversi la mente e penso a te che esisti altrove ad un altro grado d' esistenza che prevede passeggiare mano nella mano come si faceva una volta. E io, come esisto dalle tue parti? Hai ricordi stravaganti? O mi hai perso per sempre? Ecco, è perchè ti ricordi, tutto questo tremare degli alberi lungo la via che ti riporta a me.
Id: 34283 Data: 15/09/2015 02:07:45
*
Il cane e l onda
Sorridi apriti cielo alle mie nuvole gli uomini e le donne che muoiono sono favole per gli dei puoi sentirli fingere se avvicini la conchiglia abbandonata al palato fine della tua capacità di credere che il mare trovi casa in un guscio vuoto. La spiaggia accoglie i corpi dei nostri figli come il cane ricopre il cadavere del suo simile col muso perchè le zampe gli appaiono arnesi grossolani d' istinto e le unghie non terrebbero conto del viaggio che ha fatto la pelle invece che rispettarne il moto rigoglioso nelle onde. E' compito della politica distinguere le morti per fini commerciali ma un cane che ne sa o un' onda sono in superficie come il dorso delle foglie prima di cadere prima che la terra le accolga per farne nuova carne nuova terra ferma sulle sue posizioni o in moto per illudersi che tutto torni a vivere al solito posto riservandosi il diritto dello scorrere del tempo. Le credenziali di chi fugge sono una guerra alle spalle un futuro incerto davanti agli occhi cui chiedere perdono per non essere morti insieme agli altri che sono rimasti lì dove il vento porta la paura a un concetto di nuove proporzioni innate mai ma corrotte dal calcolo economico che sfugge ai liquidi e agli animali. Se stessimo insieme saremmo pari e ognuno potrebbe recitare in pubblico il suo discorso ma le divisioni fanno gioco anche senza essere venali e la cattiveria batte un colpo. Muto.
Id: 34245 Data: 12/09/2015 03:37:43
*
Segnali di fumo
Eviterei l' incontro per la paura di non essere niente sedotta la vita da segnali di fumo in ritardo di un anno stretta l' unica via nel segno di una mano a dire ciao non teniamoci distanti al fine di amarci con il coraggio necessario ma non oltre l' abbandono dei sensi su di una spiaggia di coralli quando il mare è calmo e sembra che ti prenda in un momento di sconforto tutto il sale del mondo su un' unica ferita e dire grazie alla paura di essere sinceri in certi sguardi a non volere che finisca questa vita secondaria, di seconda natura se non ci fosse che lei a primavera s' impegna a trasformarla in prima e ultima matura con gli occhi di una donna più giovane percorsa da brividi.
Id: 33830 Data: 03/08/2015 02:39:52
*
Pellegrini (i sogni di luce)
I sogni hanno pane per i nostri denti su rotte confuse che non possiamo capire fino in fondo ad occhi aperti ma a occhi chiusi abbiamo il coraggio che il buio può donare a nuove forme di luce e la realtà tanto rimane distante di un passo oltre il confine che separa il vero dal falso come una membrana traspirante da ambo le parti così che si avveri per capriccio un futuro distante e noi a guardare prenderemo le parti un giorno o l'altro dell' uomo che vedremo nello specchio coricarsi a lato del nulla per dargli uno sguardo tutte le notti prima di andare a dormire e diventare padrone del tempo. Controfigura di un se stesso bugiardo e che non ritorna al punto di partenza anche se l' ha promesso milioni di volte. Tu che invece dici la verità e sei sempre qui a un passo da me come giustifichi le tue voglie su di un piatto d' argento con un Mondo ancora in vita? Invece di lasciare il posto ad un resa costante e priva di detriti fingi t' interessino le statistiche e chi deriva da un recente passato lo verifichi con prove sul campo di natura ambigua. Il seme del giudizio essenzialmente rinascerà ad ogni presa di coscienza per fermare il nuovo io nella storia e abituarlo alla fine un' altra volta il suo compleanno segnato a matita. Siamo così belli da benedire dai santi veri senza quartiere che quasi quasi mi scatto una foto da solo mentre chiedo perdono con le mani nel sacco e le offerte per loro. Una trentina di chilometri una piccola impresa teramana che non conosce virtù o tregua nell' incedere fatiscente della tecnica in preghiera. La prima volta non c'è vittoria nemmeno se qualcuno si arrende o versa del sangue in punto di morte. Tabula rasa, si riparte da zero perch'è vero ricordati ch' è vero tutte le sottane di questo paese non saranno mai tua madre. La malattia che ho preso da te ancora mi turba la mente. San Gabriele due cose ti ho chiesto entrambe plausibili. Nello stesso cielo la Luna non sorge due volte anche se possano sembrare simili proporzionali alla nostra maniera di confonderci. Che noia dobbiamo violare? Pur di essere complici?
Id: 33824 Data: 02/08/2015 09:15:04
*
Adieu
Tutto questo tempo che ho perso mi morde dentro con la rabbia dell' intruso il cibo da sotto al tavolo lo vede in briciole che cadono o quando si versa un bicchiere per sbaglio e la tovaglia non lo tiene quel liquido passa il fondo attraversa la cotenna in memoria della fonte che fu il tuo primo rimorso ardere la bocca per la sete che si prova di un sopportabile oblio non una foglia ho lasciato che cadesse senza prima chiamarla col tuo nome proprio come un piccolo dio astioso e crudele ambito chiaroscuro sempreverde alle tue voglie in cambio di un silenzio muto che non vale l' ultima delle mie parole senza che sia la fine di tutto. La fine del Mondo.
Id: 33789 Data: 30/07/2015 03:10:02
*
Classificazione degli organismi viventi
Ho smesso di guardarti e i miei occhi sono tornati del colore di prima se mi vedessi adesso mi diresti guarito che passo il tempo a sentirlo fluire è il momento di ripulire il pensiero di morire in sogno e svegliarsi di colpo è il momento di dominare il fuoco senza alcuna logica che non sia la conservazione della mia specie vivente in luce oltre i confini del buio se atterra nell' ombra gravida dei raggi del Sole e se mi perdo ancora nei dettagli è a causa della paura che mi appesantisce la mente quando le curve che incontro da pericolose sanno trasformarsi in violente e predire la rotta che si rompe all' arrivo. E penso che avrei qualche problema se tu tornassi davvero. Specialmente se non fossi più capace di restare fermo a guardare. Amandoti ancora come una cosa sola con il Mondo.
Id: 33738 Data: 26/07/2015 03:36:51
*
A memoria di preghiera
Cupa vampa disse o al plurale lupe d' altura germogli che fioriscono le tue unghie sulle dita l' amore non mi basta avresti fatto meglio a fingerlo rosso d' uovo nel secchiello arcano maggiore piegato due volte e messo in tasca la tua vita appesa a un filo la foresta che mi chiama tra le gambe perchè per me il Mondo non esiste fuori dalle stanze del tuo corpo prendo aria dalla bocca perdo conoscenza sempre tua e non posso più morire che in piccole parti la visione d' insieme è roba d' astronauti e tu lo sei stata almeno una volta in un sogno che ho fatto prima di conoscerti allora conservami a memoria di donna inverti il tuo cielo con le foglie che risalgano sugli alberi.
Id: 33736 Data: 25/07/2015 16:24:25
*
CCCP o voce narrante
Vedi se vedessi con gli occhi miei quel verde ti sembrebbe destino un segno grande quanto il cielo cui ambisci demolire per lasciarti a desiderare. "curami curami curami prenditi cura di me, che ti venga voglia di me" Sono la terapia trentaquattro volte e ti vengo a cercare in certe lande desolate della tua immaginazione quando ha paura del male e confida molto nella sua velocità d' esecuzione di sbagliare a giudicare per poter sempre avere ragione ed inneggiare all' anarchia quando le regole non vanno e l' anima vola via per osservare la situazione dall' alto. Punto ma avrei un vitello grasso e saprei cosa fare del figliuol prodigo. Vengo da un ospedale psichiatrico, un posto tra i più adatti dove mettere le ali e imparare le regole del gioco. La prima volta fa più male anche se dura poco d' ora in poi solo soggiorni a cavallo dello spazio-tempo. Me lo sento, me lo dico allo specchio guardandomi i polsi con le vene che tremano e le voci narranti: -Sono come tu mi vuoi se mi dai il tempo di vivere di sognare ancora, di studiare le dinamiche-. In alternativa a un nasci consuma crepa o a un farla finita a breve termine svegliami, non vedi che sto ancora dormendo nel tuo letto! Le cose non cambiano sposa occidentale eppure "tremo per un non so che si prova a volte a caso".
Id: 33669 Data: 21/07/2015 02:10:49
*
Memoria selettiva
L' intimidazione da dove viene, dal sogno o dalla realtà? Una punizione che non mi merito non saperlo distinguere dimentica dimentica dimentica passa avanti mi sprona la memoria che perdo ho una paura paranoica ma se lo scrivo la vinco tutto è relativo se rimani in ascolto e non senti le voci perchè sento ma con un altro strumento che solo tu mi puoi capire fino in fondo ma non sono sicuro che le mie parole ti arrivino dall' altra parte del mondo ma finchè siamo vivi lasciami sperare che una poesia possa guarire l' anima alle cose le più vere le conoscono quelli che sono più lontani da esse come un bosco di filosofi a braccia tese salutasse il vento delle stelle.
Id: 33651 Data: 20/07/2015 01:25:11
*
Out of our minds
Così lontano da perdere il verso del tempo così vicino da essere prima di adesso vengono da un altro mondo le parole che hai dentro dove di giorno si muore e di notte si vive per sempre con quel modo di fare che ha il vento di aprire e chiudere le porte per farti spavento, farti credere che ci sia qualcuno tra te e lo schermo oltre te e lo specchio in cui ti guardi scomparire gradualmente e perdere possesso ma solo per rinascere dopo il punto dell' ultima parola. Per sopravvivere ad estenuanti nuove sciocche primavere mi basta che tu mi dica una bugia un atto di fede nella fede sbagliata che non garantisce paradisi a chi si penta in punto di morte o terreni misti su cui cadere in foglie o paesi lisi in cui cercar moglie tra le prigioniere di guerra che hanno le doglie e tu che non esisti qui vicino a me ma altrove dove non vuoi che ti raggiunga per poter essere diversa da ogni altra te precedente hai bisogno di non avere testimoni che ti conoscano da sempre ogni tanto ti manca non essere più quella che eri ma non si muore ogni volta che si perde conoscenza? Tutta la vita, una parte soltanto, meno che niente, sorella mia.
Id: 33635 Data: 18/07/2015 03:20:05
*
Lettera chiusa
Incontrastato il processo che mi rende schiavo allenta le catene affinchè possa avvicinarmi alla bacinella dell' acqua ferma tu lo comandi come esempio di virtù da buona padrona che s'è resa trasparente per estinguere i rimorsi in una lontana calura all' ombra dei ricordi più docili. Non mi hai dato niente ma t' ho preso tutto quello che ho potuto senza fare sconti ai tuoi sogni di gloria e se avessi altre due mani lo farei mille volte ancora perchè non mi hai dato alcuna parte di te mentre ti volevo intera. La vita se la dividono come possono, non credere che non li veda e non avremmo saputo fare di meglio ma la schiena dritta nasconde spine dorsali molli, a volte che basta un respiro, una cospirazione di sensi segreti a mettere a nudo scismi sepolti sotto la pelle che cambia colore. Non ho mai preteso di essere bello ma che tu lo fossi si, come un oltraggio di cui rendere conto a una giustizia senza guinzaglio, suprema. Non mi posso arrendere all' evidenza dei fatti perchè io credo solo a quello che immagino e non posso fare a meno di pensarti al punto che esisti più volte di quante non ti fosse concesso prima che ti pensassi. Non so se merito qualcosa in cambio per la semplice ragione che ho fatto quello ho voluto farti se ho scelto questa forma telepatica di comunicazione è stato perchè frutto della mia natura più profonda e anche se inefficace non cambio perchè non ritengo che si tratti di vincere un premio. Semplicemente ci proverò finchè non m' innamorerò di un' altra solo allora potrò liberarmi da te che è evidentemente quello che vuoi con una generosa dose di parsimonia. Non posso credere che tu non abbia letto niente ma posso credere che quello che hai letto ti abbia lasciato indifferente perchè so che la vita ti ha insegnato a diventare impermeabile all' occorrenza. E' come se tu sentissi i discorsi di uno che parla da solo e avvicinandoti scoprissi che sta parlando di te, con te, per te. Che rottura di cazzo! Ma magari c' è qualcosa d' interessante. Questa situazione non mi umilia perchè, se mi conosci almeno un po' sai che non ho una reputazione da difendere sono il matto del villaggio.
Id: 33618 Data: 17/07/2015 04:09:46
*
Fino a completa guarigione
Solo quiete, solo quiete ad ogni passo il suo bosco è un leggero mormorio di rugiade che respirano la terra attraverso i pori delle foglie controluce gestanti le radici sulla soglia di un amore perduto in sua natura confuso dall' acqua che scroscia sopra i sassi come a battere un chiodo lo stesso chiodo all' infinito finchè non entri per intero nel suo ventre sconosciuto o in sua presenza nel muro, nel vuoto denso che ha tessuto a misura della sua armatura per stare al mondo come un guerriero che non abbia paura se la guerra è arte dei confini da spostare nottetempo col favore della Luna. Perchè essendo, lei è se stessa all' ennesima potenza per la maggior parte dei respiri che consuma nel suo bosco scoprendo il futuro dei suoi avi dalla corteccia spezzata dal freddo di un albero che non vuole restar nudo per vergogna del suo corpo. A volte tace a volte canta capovolta ma quando resta in silenzio per ore la sua voce arriva dappertutto come un frutto che puoi cogliere allungando una mano dal balcone se tu sei abbastanza maturo. Se balla è sempre il Mondo che le gira attorno che non smette un attimo di guardarla e compiacersi dell' affare che ha fatto a lasciarla libera davvero nei suoi sensi estenuati, fino a completa guarigione.
Id: 33580 Data: 15/07/2015 03:02:18
*
Le formiche di Arrakis
Stermino formiche così prossime al pane di Dio da non farmene una ragione poi le seppellisco sotto cumuli di tabacco che tengo sul diario che mi ha regalato mia cugina Daniela aperto alla pagina Dune mischio il tutto e mi ci faccio una sigaretta dopo aver fumato sollevo cento volte il mio peso ed estraggo la Spezia dalle parole. Al posto delle preghiere quotidiane.
Id: 33577 Data: 14/07/2015 14:38:50
*
Tutto il resto è
L' ennesimo abbandono: Quintessenza questo trono è bolscevico! Di tutt'erba un fascio e a bruciare pochi libri. Ma mi ascolti da Parigi? Come t' immagino io non t' immagina nessuno così bella e forte e ghirlande al collo fiordalisi alle caviglie venere vergine a dirotto pioggia calda nella notte traboccante di barlumi che ebbri si rincorrano i folli lungo trame dissipanti i calori dell' estate che rincorre le sue brame a sua volta dissipate. Fai che l' amore non resti un circolo vizioso da cui entri ed esci calcolando la sua orbita che traccia carrugi stretti nello spazio necessario a due nuvole distrarsi. Quelle forme che immaginammo condensare il cielo a tratti avvinti dalla voglia di avverarsi a quattro occhi nonostante il vento sono attive nei ricordi sdraiati sull' erba del prato a consolare un primo verde nell' atto di estinguersi. Ho fatto in modo che nessuna potesse reggere il tuo confronto per avere un' anatema sulla testa e un ' altelena in mezzo al petto concedermi a una rissa ogni tanto e brevettare nuove forme di tortura. Non adesso sai è presto fino a quando non torno padrone del mio corpo non posso dire di chi sono in grado d' innamorarmi. E tu mi puoi capire ma l' unica cosa che fai è piegare la pagina e riservarti il gusto per l' ellissi la prossima volta che leggerai il mio libro nel tuo letto circolare cane e gatto agli spigoli bruceremo le mie mani dopo il contatto stabilito per giacenza nella fase io ti aspetto affilando i denti alla mia fantasia rituali primogeniti da sacrificare sull' altare della tua assenza Quintessanza ci sei o ci fai? Non m' importa io t' invento e così sia poco conta che tu esista anche fuori dai miei occhi. Tutto il resto è paranoia in ciclicità, uguaglianza di giorni senza stile.
Id: 33546 Data: 12/07/2015 04:04:39
*
Costernazione
Nella stratosfera dove si uniscono i fumi neri delle cave di diamanti e di zaffiri dai comignoli più alti, dove osano le aquile inseguire i loro doppi fini di fama ed abbondanza e la Luna giudica i notri destini con quell' arroganza che le deriva dall' esere bella e sola al mondo lì, nella distanza siderale dei nostri abbandoni, galleggia il resoconto della vita sulla Terra fino a qui, un perdono per ogni si, sussurrato nel rosso vivo della carne a lume di candela, saprai cosa fare se la soluzione sarà viaggiare nel tempo di era in era fino a quando non si compirà il nostro destino di razza o non avverrà una rivoluzione immaginaria con funzione di svelare il senso vero delle cose nel quadrante dei segreti. Se ci credi credi a tutto e non c'è più ragione di mentirti è ora che tu sappia di chi sei figlia. I geni di lupa ti condannano ad una prima trasformazione che soffoca la tua luce debole che non illumina ma la tua seconda natura ti darà la forza di costernarti come fossi uguale a nessuna. Intanto le formiche dalle mie braccia invadono lo schermo.
Id: 33539 Data: 11/07/2015 17:11:03
*
Risalendo
La pozione che ho ingerito guardandoti m' ha fatto effetto lungo la salita quando i pensieri migliori sanno come alleggerire le gambe e il senso della vita arriva a folate tu che sorridi con i denti davanti che mettono allegria leggermente distanti per permettere all' anima di passare per via e tornare a gonfiarti il seno, prosperoso quando vuole e la labbra sottili gli occhi vispi che non ti sanno cattiva con un po' di nostalgia per i ruggiti di una volta in certi specchi rotti ma la favolosa trovata di lasciare che l' aria ti assorba agevola braccia e gambe nel moto tracciante le dinamiche di sensibilizzazione una mano che sfiora, una parola detta alla giusta distanza tra due mondi un abbraccio d' aurora quando è mattino fatto giorno per ricordarmi quanto possa essere bello avere un' amicizia femminile permettendosi di poter essere emotivo come un uomo vero che non debba fingere di non essere fragile e possa fare ritorno alla casa del padre dopo avere molto peccato prima di diventare vivo.
Id: 33507 Data: 09/07/2015 03:42:27
*
Qual è quel luogo dove i poeti...
Mi piacerebbe vedere che soffri e che perdi quei tuoi poteri sublimi come fare si con gli occhi sapendo di mentire. La canottiera che hai messo stasera ti stava benissimo le spalle nude, nere e lisce come certe olive t' avrei volentieri leccato il collo e palpato il culo davanti a tutti ma mi avresti dato del bruto e negato l' accesso ai tuoi nodi più segreti fino a data da destinarsi e io invece non posso fare a meno di scioglierli almeno una volta al giorno se il cielo è vuoto e tu lo riempi di fatiche inaudite sul punto di avverarsi come tanti piccoli miracoli. Avresti dovuto vedere come ti ho difesa quando il mio amico ti ha dato dell' "attempata" gli ho detto l' evoluzione del suo corpo non farà brutti scherzi così gli ho detto alludendo ai fatti che sai come invecchiare bene evidentemente e che rimarrai una ragazza bellissima se non ti trucchi. Ho capito che sei esigente nella scelta del compagno da come lasciavi che la tua sciarpa strusciasse per terra mentre ti spostavi da un vicolo cieco a un pozzo senza fondo: io sarei perfetto in quanto vita senza scampo prigioniero senza riscatto rumore sordo cittadella sotto scacco. Prima di rivolgerti la parola mi lascerò morire almeno un altro paio di volte. Qual è quel luogo dove i poeti vanno a far l' amore? Quanto vorrei che fossero i tuoi occhi. Per almeno due buone ragioni.
Id: 33434 Data: 05/07/2015 03:38:23
*
La base degli alberi
Ventre a ventre chi ha più segreti Dio o la materia? Chi mi perdona se mi metto nei guai? Una madre sola fa d' altare, questo si sa, attraverso La Parola ma la parola s' avvera mai? Sono domande a pancia piena, con le vene varicose che non mi voglio fare più finchè non divento troppo vecchio per iniziare a correre. Un modo barocco di dire scopare è meglio che piangere alla Ricchi e Poveri ma con un po' d' orgoglio serrato in un angolo dove una compagna testarda mi porta a pisciare ma io m' impunto per la base degli alberi. Fuori c' è un' estate che chiama anche gli asini mi viene voglia di ragliare più forte degli altri perchè tu sei lontana e mercanti e indiani t' hanno insegnato a fingere nella lingua segreta della Luna e dei fuochi fatui.
Id: 33404 Data: 03/07/2015 02:59:24
*
Senza vergogna
La fantasmagoria dell' apparato cade a pezzi non appena tieni chiusi gli occhi per più di qualche secondo vena pulsante sulla tempia bene in vista della Luna sembra che scoppi sotto i colpi del destino sordomuto e cieco d' avvenire ai tuoi possibili futuri che scuri come nuvole d' altura cercano vette da cui buttarsi a capofitto fino al punto in cui diventi uomo se tocchi terra ancora in volo o sai essere goccia nella pioggia ad aprire le danze come nuovo nonostante il viaggio ti sia costato giovinezza e la moda del lento sia passata da un pezzo perchè un' età dell' oro non si consegna a metà altezza ma solo in cima o nel profondo di una presa di coscienza. Con questa pazienza farei i conti volentieri se solo mi sentissi più leggero quanto è vero che non sono io che sto scrivendo ma una copia grassa di me stesso per cui perdo ritegno e anima in fondo al piatto cupo di un cielo succulento da prendere a morsi bestemmiando il padreterno per averlo fatto così lontano dalla bocca e dal sesso che si pratica a fatica nel girone degli obesi. Mi sono maledetto ma non pensavo che avrebbe fatto effetto eppure il memento mori che ho sul braccio destro è stato profetico con l' accuratezza di un pretesto per farsi cacciare fuori dal mondo e non pagare il conto o viceversa pagare tutto e restare dentro compromesso. Sottomesso ai versi che faccio per ottenere la coerenza che serve a ripetere il salto ogni volta che la distanza tra me e tutto il resto lo consenta dovrei perdere il fiato ad ogni scalata indispensabile per vedere cosa c'è dietro la gobba storta delle cose. Quando sogno la mia mente proietta immagini sul dorso rosa delle palpebre che vedo scorrere in negativi del pensiero con un movimento dipendente dalle facoltà dell' inconscio. Ma quando sono sveglio, ad occhi chiusi posso formulare un' immagine? A mio piacimento? Che regga il confronto con la stessa immagine che vedo ad occhi aperti? A mani nude? Da onironauta la mia imbarcazione è una zattera senza pretese di vela. Se in ogni caso mi faccio portare dalla corrente che rimane delle mie voglie? Nude spoglie senza vergogna non scambiarle per rifiuti, il loro tempo è necessario ad ogni meta.
Id: 33343 Data: 30/06/2015 03:48:24
*
La fase dello svezzamento
Una baionetta conficcata nel vento sposterebbe meno aria adiacenza di penna è la spada sdrucciola di madre lingua, non fiata ha conati ma languidamente. Sei un poeta o non sei un poeta? Sai scrivere qualcosa? Refrattario alla prima persona. Facci ridere se la morte bussa sempre, burattina del tempo matricola di uno spazio inverso e inverosimile che annulla le distanze in un clic da grilletti saldati, dimenticati in un cassetto insieme ai silenziatori per i sogni ad occhi aperti. Il tempo ti raddoppia, sincopato, pendente lascia che il passato si attardi tutto dalla parte dei cani sciolti perchè rincorrere per fame è l' andatura dei poeti. Questa compagna di viaggio ogni singolo giorno mi ricorda di essere un' anima per la pena che le faccio in memoria di un tratto confuso, un segno che spinge sul palato la bocca brama e non ha nessuna voglia di cadere nel baratro. Basta vivere se non basta vivere così il mio destino è gloria sembra gridare dai suoi più profondi recessi peccato che quello che si avverta da qui sia non alzarti è ancora presto. Un altro giorno passa e non ne segui il discorso che altrimenti, inevitabilmente, ti porterebbe a considerare il futuro cosa farò da qui a tre anni? come un' eventualità programmabile entro certi limiti, tra i quali quelli a cui devi prestare maggiore attenzione sono proprio i tuoi inconfondibili. Così puoi capire cosa sei in grado di fare e cosa non sei in grado di fare. Quello che vuoi, pur essendo importante è tuttavia secondario in questa fase, perchè se è lecito sognare non sia un mistero la realtà dei fatti. Io sono ancora pazzo ( ) e tu fingi d' ignorarlo losing you guardando in alto, cercando cieli nel soffitto.
Id: 33308 Data: 28/06/2015 12:47:57
*
A parte noi due
Fatti docile al ricordo accarezzami i bianchi capelli come il vento quelle siepi che non abbassano la cresta di fronte alla calura senso comune del luglio di far festa le foglie avrebbero voglia tutto l' anno ma cadono in autunno per tutti i sentieri e nello stagno dietro casa tua a maggior ragione d' indolenza e chiaroscuri a rincorrere i miraggi della decomposizione. Un nulla diverso da un altro nulla puoi pretenderlo per noi e chiamarlo paradiso se di me sai far quello che vuoi: un sorriso dei tuoi e un bacio con la lingua. Basta poco per rifarsi quanto è lunga la catena e il tempo di masticare la neve insieme resta ancora d' avvenire il rito della sera purifica l' aria della camera apri le finestre perchè l' estate possa farsi un giro e prendere la temperatura ai tuoi bollenti spiriti l' origami involontario che hai fatto del lenzuolo a piedi nudi ha preso molto dalle tue caviglie, chimere dei miei sogni proibiti e nonostante sia lecito chiedere aiuto è necessario che nessuno ci salvi, a parte noi due.
Id: 33218 Data: 23/06/2015 02:54:14
*
Messa in sicurezza
Si allunga il giorno oltra la curva più sottile che può e io sono colpevole di tutte le mie ombre solo poco meno di ieri ma la capacità della luce improvvisa di far chiudere gli occhi ancora mi cattura in pensieri ricorrenti: per vedere di più devi fare a meno degli occhi altrimenti il ritmo delle palpebre può prendere il controllo scandendo il tempo di ogni immagine in senso di abitudine ad una vertigine che avverti di più riavendoti da un lungo sonno. Silenzio, il mio sogno platonico si sveglia alla carne per quanto possa ingannare la pelle è sempre un limite lo sanno le tue cosce? Che per tornare a vivere devo aprirle a morsi o restare immobile perdere la rima e prendere la mira a un passo dalla fonte. Un' altra vita è possibile ma chi la vuole la cerchi tra gli oggetti smarriti. Trova ma non ama la mia stessa verità e incolpa l' algebra per non ferirmi o togliersi la maschera e soccorrere i feriti. Non insegnano cappi dolci a scuola nemmeno i maestri più timidi perchè conviene credere a ciò a cui conviene credere dopo certi lividi. Come fosse questa la distanza di sicurezza da cui saperti vivere.
Id: 33176 Data: 21/06/2015 05:10:48
*
Distanze
Quale distanza assorbi per non toccare terra?
Id: 33117 Data: 17/06/2015 03:12:03
*
Oltretutto
Furiosa ghigna la gianburrasca nel segreto dell' ombra scontata di un palo sottile che guada il prato da una mensola all' altra dell' erba in fili salata di venti marini. Vai vai, tanto l' amore resta in guardia lungo l' avvenire. Conosci queste sere nate per sbaglio nei cortili? Con gli occhi lucidi dei bambini che non vogliono andare a dormire e il vino che aumenta la portata delle vene ad ogni bicchiere il piacere delle labbra tra i denti lo senti sulla punta della lingua l' estate inizia il giro di giostra dal piano di sopra le sequenze convulse all' interno della latrina ritardano la guarigione in funzione dell' orgasmo da spiare dal buco della serratura. La sintesi affrettata nel racconto dell' evento omette i particolari più sottili ma l' avvento al potere di uno stesso pensiero non ammetterebbe limiti ecco perchè non si avvera nell' immediato l' infinito sa farsi attendere per una vita. Al riparo da giudizi s' inganna l' attesa facendosi beffe del tempo fotografando l' estasi di un momento come bastasse a fermarlo nell' incosciente presunzione di ricordare tutto il necessario a non commettere più gli stessi errori. Ma l' avanguardia di una nuova età dell' oro resta un movimento probatorio proprio degli inquirenti e la resa delle prove sul grande schermo non regge non scatta la scintilla tra il tema e l' anatema solo l' amore avrebbe diritto di prelazione come da testamento ma gli esecutori sono andati in paradiso a godersi l' ultima giornata di sole. Allontanati dal tuo sentiero per goderti lo spettacolo chi non muore si rivede oltretutto siamo ancora vivi.
Id: 33116 Data: 17/06/2015 03:01:27
*
Lungo gli archi che fanno gli occhi
Complessi per diverse grandezze semplici a rincorrere l' orizzonte lungo gli archi che fanno gli occhi più veloci si raggiunge l' eccellenza da profeti d' invisibili futuri quando gli occhi sono nudi e premtauri gli infiniti a due a due gemelli del nulla e quel che vedi è quello che vuoi vedere ed è la tua volontà che s' avvera in controluce imprudente e sincera, allo stato puro e stai vivendo davvero e tutto intorno se ne accorge e ti rende omaggio in sincronismi di potenza il tuo pensiero è un parafulmine qualche nuvola nel cielo da insidiare la tua mano nella mia mano per paura di volare e poi mi hai detto t' amo e ha cominciato a diluviare. Il mondo non se ne accorge il mondo non se ne accorgerà perchè fuggire nottetempo è natura dei coralli delle mantidi religiose delle vene dei polsi quando ancora temono le lame se piovono tuoni come grandine e anche gli angeli sono a caccia di anime.
Id: 33086 Data: 14/06/2015 18:17:06
*
Trasparenti
Questo tutto è negligenza appena se ne avverte la presenza torniamo nulla trasparenti lo dico per amore non vuol' essere un' offesa ma una parte è già abbastanza.
Id: 33071 Data: 13/06/2015 19:05:07
*
Davanti al primo fuoco della collina
Perchè santiddio mi domando hai dovuto scegliere la strada in salita? Ma poi non s'era detto di tirare diritti e quella sposta a destra a vederla da qui che non si tratta di centimetri ma di cieli stellati, tre erae glaciali in cui avrei scelto un' albicocca una pesca o al limite una nespola come frutto da sposare o una moglie soldato biforca saltimbanca ma si capisce che è secondaria ma tu no, con la tua idea di montagna quale vetta da raggiungere. -te vojo bene assaje ma tanto tanto bene assaje- Non mi ricorderai da qualche anno quando ci ritroveremo sullo stesso tram e io ti parlerò di quella volta che mi lasciasti indietro da solo nel bosco e trovai me stesso in un ramo disarticolato che mi fu bastone da passeggio ben oltre il calare della sera fino al primo fuoco che incontrammo fatuo ardente sulla collina. Divenne regola parlare al fuoco come fosse mio compagno di sventure: -Sarebbe una di quelle che non perde un ballo se non le vibrassero le vertebre ogni volta che i colpi sono bassi. Sarebbe una di quelle che si voltano tutti se non volesse l' attenzione solo di alcuni così si trasforma in base al calendario un cappotto lungo, una canottiera a righe manica lunga da una parte spalla scoperta dall' alltra come a dire ho gusti bipolari ma solo a una certa età da cercare nel dizionario alle voci sempre o mai. Insomma fa come le pare che poi sarebbe il livello base di libertà. Se avessi avuto un po' di soldi l' avrei vestita da capo a piedi per soddisfare le mie voglie di antichi segreti e bellezza pagana e le avrei fatto milioni di foto e scritto centinaia di poesie ma scoparla mai, solo fare l' amore, com' è naturale ma senza figli. ho perso la fermata. Io rido di me, ho questo potere e sono avvantaggiato perchè sono brutto se sei bello è più difficile ridere di te perchè la bellezza ha il potere di convincerti c'è poi chi è come lei che bada ai risultati a quello che è in grado di far fare agli uomini e alle donne in suo suffragio universale-. Lei: -quanto mi fa incazzare quando parli di me come se io non ci fossi come se non fossi presente- -è che ti ho idealizzata a tal punto che a volte dimentico che sei già esistente, scusami-. Quando il fuoco ci ascoltava e tu sola sai che non è mai accaduto.
Id: 33062 Data: 13/06/2015 05:22:42
*
Nei giorni normali
Solo acciaio sempre acceso nelle fornaci dei tuoi occhi per forgiare immagini incandescenti al macroscopio quel piccolo cosmo che è il nostro raggio d' azione patrimonio d' innumerevoli schegge da rimettere al loro posto in un giro di vite che fa tornare indietro nel futuro un passato alternativo intendi un congedo dal quieto vivere a forzare l' abitudine verso coalizioni inaspettate. Ecco, sosterrei che la fisica fosse un limite durante l' abbandono dei primi semi dell' adolescenza su un terreno tanto fertile quanto affollato. Poter pensare che andare avanti e indietro nel tempo fosse solo una questione di tempo appartiene ad un' età frastornata in cui non si teme l' aspro giudizio della critica se non per il rossore che provoca una caduta di stile quando l' immagine ideale è la trasparenza dell' ombra per non farsi notare selettivamente. Da quella si, da quella no i maschi chi se l' incula e andare dritti per la propria strada qualunque essa sia basta che vada controcorrente alla sorgente finchè il principio sia d' ispirazione. Poi no, poi si cambia costruiamo una zattera per scendere il fiume fino a dove puoi conoscere il mare il tuo senso comune d' infinito. Un' anima a forma di vela il vento la cattura ai suoi Nirvana che il sole sia spento o acceso poco conta se le tue labbra sanno assecondare anche le curve più violente. Di primo acchito chi si perde per primo ha più tempo per ritrovarsi se non fosse che il tempo non scorre uguale per tutti. Di contrasti ci si nutre che sono meglio delle bugie per sollevare dei dubbi, questo nei giorni normali, difficili da raccontare di cui non ti ricordi.
Id: 33019 Data: 11/06/2015 11:15:35
*
Col vento
Lontano da queste vertebre matura l' energia se volessi essere non andare via s' interrompe di frequente la comunicazione la velocità corrente è di due elettroni al secondo attraversando vuoti e pieni e c'è bisogno di pazienza anche quando i messaggi sono più leggeri perchè è l' aria che può essere spessa vai e vieni e se torna cattiva consigliera e tu le credi affari tuoi con chi te la prendi? col vento perchè andava di fretta?
Id: 32990 Data: 09/06/2015 16:05:39
*
La figlia del re
Solo lei sa cos'è l' amore e se ne langue sconsolata sugli allori predice il futuro per pochi danari dal palmo di una mano non vive e non muore come i comuni mortali si oppone agli eventi naturali guarda lontano Il suo occhio immacolato giudica il gusto dal palato per saggio che sia il boccone per quanta sia la fame la figlia del re mangia da sola quando gli altri sono addormentati che non sentano i suoi conati di quando poi si vuota nel cesso Il senso del potere primo all' amplesso e il suo esercizio nell' universo fonte di piacere da non confessare a se stessi nel frattempo ti ferisci guardandoti allo specchio il solo modo in cui ti vedi in terza persona per sentirti diversa da quella riflessa che compie le azioni E la pelle è un vestito di seta e le forbici hanno punte sottili Ti guardo che ti guardi poi ti reggo la fronte mentre cerchi di vomitare complici e solidali di un antico reato contro la natura stessa di essere Dio e di un identico destino se sia il tuo che sia il mio.
Id: 32968 Data: 08/06/2015 14:38:44
*
I sogni che fai
Solidale col vento se deve scegliere un elemento cui affidare la sua natura distratta quegli impulsi da gatta che ancora la rincorrono nelle ore notturne in cui i matti si raccontano per paura di morire senza essere e capire cosa vuol dire amarsi un po' e gioca coi suoi capelli guardando fuori un altrove che non c'è finchè non avrà intenzione d' inventarlo anche per me. Perchè l'amore che senso ha ricondotto a desiderio? una volontà che ha ragion d' essere in quanto via vita viva più lontana del pensiero il falso col vero l' idea in cui credi i sogni che fai. Un' altra stella cade dal cielo ma il mio desiderio non si avvera mai. (In fondo non me lo merito ed è giusto così bisogna prendersi la responsabilità dei propri sogni).
Id: 32950 Data: 07/06/2015 12:41:50
*
Poche fontane
Disse così che Dio non ci vuole diversi ma diversi lo siamo e gli voltarono le spalle tre volte in memoria del canto di un gallo poi gli tennero le mani per non farlo tremare - ci sono solo brutte canzoni in giro, a questo orario- disse uno scuotendo la radio. L' altro rispose: - dipende dal cielo- quello che parlava più piano. Così se ne andò, sospeso a un palmo da terra con poche fontane per bere qualche onda dedita al caso e una sete evidentemente fuori dall' immaginario.
Id: 32866 Data: 03/06/2015 12:07:34
*
Del mese del maggio
Ti aspetto dove finisce la strada appena fuori dagli occhi in un volo di ciglia là la mia ombra sparisce e a chi se la piglia non bastano le tasche o le foglie se ci pensano gli alberi sopra i colli, lunghi delle bottiglie che vuotammo per sete lucenti, che tra fitte delle doglie del primo sole incinta del seme del mese del maggio, si fanno indossare dal vento come bocche da baci.
Id: 32794 Data: 30/05/2015 17:21:50
*
E poi ti lasci portare
Non onora la liquida immane danza non comporta un eccesso di radura all' imbrunire non conta il cielo o la sua assenza ciò che gli piace è sentirsi volabile perdendo la coscienza del limite. E' una questione di qualità e di voglie proibite di repressioni quantiche e inconsapevolezza dell' essere fino in punto di morte si vela la vita e non potrebbe essere altrimenti perchè tutto primariamente si determina grazie alle relazioni col suo contrario. Non puoi dire cos' è la tua vita se prima non sei morto. E si muore tante volte nel corso di una vita solo che a volte non se ne fa esperienza avvolti come sono certi temi dal mistero dei secoli dolore che inchioda e se seghi la tua croce perchè ti pesi di meno quando arriva lo squarcio per terra non ti basta per passare dall'altra parte ne hai fatto un ponte troppo corto. Non so a voi ma a me sta storia della croce mi puzza. Muoiono i preti e chi mi ha fatto una sega? Viaggiano i pensieri e tremano di vertigine anche quando sono raso terra e l' inganno è la nostra errata valutazione delle distanze che implica condanne e recinti perchè in realtà la distanza tra tutte le cose è infinita ma abbiamo sensi troppo vulnerabili per capirlo senza una caduta in un baratro o una porta chiusa in faccia, una battuta di spirito. - Ma io sono solo uno stupido e forse mi salvo- Dice, pensando ad alta voce: - E' giusto pretendere di più da un uomo col cappello? Come Ulisse nell' isola di Lost. Si regge la bombetta che se no il vento se la porta con tutto il resto.
Id: 32736 Data: 28/05/2015 16:31:30
*
Come un cane
Il collare stretto al collo brucia un po' ma non smetto di tirare sempre tuo Cane
Id: 32702 Data: 27/05/2015 00:53:36
*
a forma di parola
Sorella nella notte te ne stai? Tutta arresa perchè mai arresa al paradosso del ventriloquo. Chi ti parla non sorride più di una volta al giorno e già i paragoni incalzerebbero se non ne fossimo così gelosi. Per averti di torno rinuncerei volentieri alla mia sciarpa portafortuna la stessa da quando avevo nove anni ancora la pereferisco alle idi di marzo o a quella di pelo di Yak, comprata rigorosamente d' estate quando il caldo è una cerimonia collettiva cui cerco di sottrarmi per mancanza di fede. Come non voler sentire quello che ora hai da dire per viaggi di nozze incontaminati prendo il bivio che risale fin su alla cima dalla cima al cappio il passo è breve ci puoi consumare un tacco da dodici o una ruota da quindici o un ago di pino buono per certi fischi acuti da recupero ormeggi in campi minati che non ti saprei dire quando mia madre caduta, non è arrivata al letto io, da solo, il suo peso a peso morto non lo sollevo a braccia e diventa tutto un grande lamento rituale il suo voglio morire in mancanza di una sorte migliore poi ci coordiniamo, fa leva sui piedi goffi da orsoacchiotto appena nato e io la prendo per le braccia questa mia piccola donna cannone che non ha imparato a volare e la ricompongo sul materasso la copro con le coperte e mi vado a fare una canna, come ricompensa salto la cena. Pro memoria flussi saggezza a strappi lenzuola fresche di buchi la musica si espande Mercurio in quale decade? Coraggio al tuo mentire è questione di succhiare via il veleno dalla ferita anche se la posizione è scomoda ti sognano i pensieri quando non odorano di te accovacciata in un porto a forma di ventre sii adatta al soffio del vento se vuoi partorire casca il mondo casca la terra tutti giù per guerra per darla vinta alla violenza tutto purchè non si combatta e la pazienza languida disarmante si conceda un' inversione di marcia al passaggio di stato occhio per occhio dente per dente distratto garbato perduto d' un fiato rotto il giocattolo sento diverso in funzione di questo anch'io cambio altrimenti resterei volentieri lo stesso nonostante non mi piaccia affatto è una questione di comodità e di opportunità a che velocità il cervello le calcola? Tanto che il pensiero si sdoppia per essere trino. Porterò la cenere in dono ai tuoi cavalli per la brace delle loro criniere per un galoppo fluido senza nodi solo sirene d' allarme e buon vino nelle botti a concedersi nella corsa del tuo andare avanti ad oltranza a capo chino nel senso di marcia nel senso di fuori moda fuori tempo massimo mi deprimo qualche giorno di maggio per la noia di non essermi piaciuto poi smetto di guardarmi c' è un' alba blu a forma di parola là fuori, che non sa come ti chiami gridaglielo abusando di un cristosanto che vi prometto di non pronunciare mai più con la mano scrociata.
Id: 32677 Data: 25/05/2015 22:23:19
*
Perdutamente
Che c'è da temere ancora? ora che le sponde sono il mare aperto e questo cielo speciale che hai negli occhi conduce nuvole oltre il confine delle palpebre per vedere s' è vero che tra dentro e fuori non c' è alcuna differenza. Giaccio per giacenza nei retrobottega nelle cantine dalle volte basse e i mattoni a denti scoperti, nelle locande dai seni gonfi, nei fondi di magazzino luoghi per sonnambuli. Il crepitio di una pioggia calda a volte fa la differenza tra ballare bagnarsi e restare seduti ad ascoltare al riparo dalle correnti. Ecco, io sono quello che non si muove che resta fermo perdutamente.
Id: 32621 Data: 23/05/2015 14:31:26
*
Ballabile
Para para para la tromba aggettante sul libeccio ogni tanto torna a controllare l' arrembaggio. A queste note hai aggiunto didascalie con la tua voce di ramarra al sole scalda ancora la tua pietra in riva al fiume o i solchi formano x da spingere in sequenza per accedere ad un mondo migliore? Che s'illumini d' immensi a dimensione di ogni cellula faccia esplodere la tua vera grandezza in direzione dei sogni "in circuiti di mille valvole" e quella sia la ragione degli alberi di chiedere il permesso d' indicare in terra con le radici e il cielo con i rami che salgono per dividersi i compiti con un solo ingranaggio ci vuole il coraggio che solo le foglie sanno come prendere dal Sole. Una fotosintesi del pensiero una sintesi fotonica del pensiero quale delle due fa sembrare la cosa più veloce? Il tempo fugace di una coltre notturna il cerchio che quadra come un cubo di rubik anche se fossero Mogol e Battisti o Vangelis e Blade Runner a interpretare la canzone del parco ci sarebbe sempre un Leonardo Da Vinci a farne conigli o arance nel mese di maggio in via Ripetta il fu Mattia Pascale e gli impressionisti alle scuderie del Quirinale.
Id: 32598 Data: 22/05/2015 12:16:04
*
In funzione del tempo
L' anomalia regolare del cilindro può suscitare ilarità nella claustrofobica formazione del branco ed anche un mantello che tocchi terra al primo dosso incontrato di passaggio con lo sguardo in alto a valutare distanze dalle stelle col pensiero ma se la luce ha il suo passaggio potrai vedere il futuro ma non il passato restando con i piedi per terra. Mentre la guardi la prima volta è la volta celeste, questa specie di cielo. Che mi appaia in sogno Venere depone a mio favore troverò la via di casa a completa guarigione. Nel bosco me ne andrò cantando la canzone delle nuvole le foglie tremeranno al ricordo della pioggia. Padre lasciami partire i nodi sugli alberi mi ricorderanno di non sciogliere le promesse ad ogni passo contando il colore delle tenebre è un sogno muto da tutto quel silenzio nascono i numeri in funzione del tempo perduto.
Id: 32551 Data: 20/05/2015 02:30:04
*
Sotto i nostri piedi
Tutti alle prese con l'essenziale quanto presto ci si scorda di quanto scalda la materia a saperla interrogare -mi tolga quel faro dagli occhi- per ogni crisi d'esistenza un' astinenza precolombiana alla ricerca di un' America in cui i sogni sopravvivano all' alba una gloria longeva quanto un battito d' ali di una piccola farfalla, dea dei primi piani dei balconi da cui si salta perchè è ancora giovane la terra sotto i nostri piedi. Arrivo in fondo ai tuoi occhi? Quando ti guardo o prendo strade che non portano all' anima? Ora ciò che importa è secondario. La vita pretende il suo tributo di tempo e di spazio e in cambio ci lascia credere che tutto sia possibile oltre quelle dune fosse anche la speranza di un miraggio.
Id: 32531 Data: 19/05/2015 02:42:36
*
Di proporzioni industriali
Il sentimentale Vinicio Capossela su nel giro dei giradischi rubati conosce le sue leggi, ipotenuse del destino noncambierannomai gli occhi agli innamorati quando si guardano da vicino sulle panchine dell' estate in riva al mar lo stesso cui qualche anno prima hanno affidato le promesse coi proverbi di una volta avere una vita felice che preveda l' uguaglianza ma non la ritenga indispensabile se entrambi si dividono la gioia come a farsi male. Il più debole avrà uno sconto di pena e una sbornia pagata di proporzioni industriali. La più forte è un cagna che non trova padrone. Che sete che ho. Quanto male mi fa. Controindicazione nessuna. Mi piacerebbe saper cantare quando la notte è più scura e non si vede nemmeno la Luna.
Id: 32503 Data: 17/05/2015 03:10:48
*
Sono tornate le lucciole
Sono tornate le lucciole sui nostri prati di cartone, ne parlano i tigli con la lingua prodiga di pallori dei pollini, veicoli di prima grandezza. Il pensiero genera la materia, che ne farò di tutta questa merda? Rispondi e sii spietata. Cucimi una morale addosso come divisa da supereroe con il potere di confondermi tra la folla perchè il morso che mordo mi trattenga nell' istinto di non credere a nessuno che si finga morto per un giorno in più di ferie nell' arcobaleno di un tempo sospeso. Cento grammi nel tuo stomaco, hanno attraversato anche il Bosforo, dati alla luce in un bidet della stazione Qualsivoglia, ne faremo passaporti per ruggiti d' ordinanza, anche se conosci le mie lettere d' amore, per umane che siano le inconciliabili metamorfosi abbiamo sempre le transenne tra le costole e il palco a debita distanza.
Id: 32482 Data: 15/05/2015 14:26:18
*
Calamita
L' esplosione calamita le mie parole sulla tela lungo il raggio di una spiga che fu la mia schiena quando incontrammo paradiso come fosse vela un mezzo di trasporto per il vento con le dita nella primavera del pensiero. Tiri lunghi, di cobalto e il timor che io ti dica ciò che è troppo vero per l' asfalto della mia vita perchè sia il segreto di un' estate con la brace che consuma tutto il cielo nella stanza solo fumo, fumo solo per l' ebbrezza del comando. Scrivere è la mia salvezza dall' ergastolo l' ora d' aria che boccheggia il carcerato perchè vivo rido e piango come fossi prigioniero di uno stato della mente che ho inventato per non correre pericoli e questo è vita è tempo è spazio che sottraggo all' infinito qualche euro al grammo con poche variabili oscillazioni del mercato è un buon prezzo per sparire.
Id: 32391 Data: 10/05/2015 03:44:34
*
Lei
La sua mente è più veloce inseguendo congetture se guarda avanti prevede il futuro di qualche secondo accade prima che accada senza rendersene conto senza chiedere perdono a nessuno.
Id: 32381 Data: 09/05/2015 17:58:33
*
Atto secondo scena finale
(Pensieroso, le mani dietro la schiena, passeggia su e giù) Il coraggio questa forma d' amore per l'ignoto puoi conoscere ogni dettaglio ma l' esito ti sfugge e ti fa uomo. (si ferma) La mortalità è una banalità nel cuore dei poeti tu, amor mio, cosa credi che io sia? Se ancora muoio e i miei segreti con me prima che possa svelarli a qualcuna che sappia farne testamento per una vita più felice di questa contro la congiura del tempo (continua) a favore di un vento che mi porta il tuo profumo la tua voce che si lamenta con le foglie vuole essere bosco per esse pur di strappare un sorriso al mio cielo più triste. ( pausa, come in ascolto di qualcosa che viene da lontano poi, con garbo, rivolto al pubblico) La musica che sento è una tempesta prima che arrivi a battere alle finestre della nostra camera da letto. Non te l' ho detto? Abbiamo un cane che non ci lascia far l' amore e dobbiamo prendere precauzioni come si fa con i figli perchè non scoprano i trucchi prima di aver imparato le regole che sono le stesse da milioni di anni e nessuno riesce ancora a rispettare sopraffatto dalla fatica di doverle mandare a memoria per un motivo che non ricorda e la storia si ripete e la prima cosa che ti viene in mente è un cerhio che si rivela la forma sbagliata di conoscere il tempo. (pausa, sconsolato guarda per terra e tira un calcio a una pietra e ne segue con lo sguardo la traiettoria troppo a lungo perchè sia vera, poi come tornando al dunque, mano destra al mento) Ma è come spiegare curve pericolose agli orologi e brani d' infinto. ( si porta il polso sinistro all' orecchio sinistro, si vede chiaramente che bisbiglia qualcosa e si spengono le luci).
Id: 32369 Data: 09/05/2015 05:28:02
*
Al muro
La misura delle cose è registro virtuale che ne sarà di me se tutto cambia ed io resto uguale? Tra senso di colpa e senso del dovere scelgo il senso che le cose possano accadere è così che il passato smette di perseguitarmi un coma normale che preveda risvegli merita il presente alle pareti.
Id: 32349 Data: 08/05/2015 15:00:23
*
In parti uguali
Il tuo cuore lo prendo per me indipendentemente che tu lo voglia o no per il resto fa quello che ti pare non sarai mai la mia ragione per morire io provo tutto e basta quando perdo conoscenza di me e mi ricordo di tutti gli altri che sono stato poco alla volta, da una pulsione diversa, un gesto che non mi riconosco e attraverso la materia di cui ammiro i trucchi e condivido i vuoti in frantumi per raggiungere la forma delle nuvole quanto a latitudine del pensiero pieghevole su se stesso fino a passare attraverso la cruna di un ago o un buco nero o viceversa diventare immenso che non esiste universo che lo contenga. Allora sono tutto e non mi serve di sapere altro è il mio momento di creare ma posso anche restare fermo e vedere le mie nuvole passare di quando le guardammo insieme sdraiati sul prato del parco fluviale e non sapevamo ancora di essere immortali e il tempo ci rendeva schiavi di noi stessi in parti uguali.
Id: 32340 Data: 08/05/2015 02:23:38
*
Indici
Refrattaria alla concia quest' erba di maggio con tutto il coraggio che ha quel despota ingordo del buio da non fidarsi del giorno in quanto è il sole a illuminare le cose e a lui non basterebbe la luna per esplodere in ogni direzione ma dalle tue caviglie per cominciare si. Ha voce da gradasso questo vento in panne eppure non esce dal pozzo del suo stomaco d' avorio in fiamme quanto il resto dell' apparato secondario in quanto parti del corpo. Il primo pensiero quando mi sveglio se non devo andare a lavoro è di venirti in grembo senza respiro poi lo specchio mi tratta per quello che sono e se mi guardo non posso fuggire. Era bello il freddo d' inverno come gli occhi distratti da un moto veloce e poco distante possono sembrare stelle che cadono in modo spontaneo se sei ebbro d' amore per quello che guardi tanto da sembrare un coglione per chiunque non vaghi nella tua stessa dimensione dove è facile confondersi. Giornate epiche, per un dio che muore un diavolo va in serie B l' amicizia ne risente sul fronte delle occasioni speciali dove c' è da scegliere e non va bene niente proprio perchè siamo immortali ma non lo ricordiamo. Quanto è stato facile morire l' ultima volta ti ricordi che bastarda? Non mi hai voluto tenere la mano e sei uscita dalla camera come se non ti sentissi piangere in cucina e m' hai lasciato solo con mia madre che non te l' ha potuto perdonare ma un giorno lo farà e finalmente potrai conoscere mio padre che non vede l' ora ma per com' è cortese aspetterà più di trecento cicli tutto il tempo perchè tu prima possa diventare quello che vuoi. Hai capito come stanno le cose? Allora dimmi che sarà di noi. Ma è troppo presto, è troppo presto tra forma e sostanza c'è un muro arriva solo la musica al più alto volume e non riescono a diventare la stessa cosa a tempo indeterminato strada facendo un' alba dopo un' altra tutto si trasforma e chi restò muto la prima volta adesso ha voglia di parlare una forma di previsione del futuro se ci pensi, alla fine, più o meno perchè oggi ho voglia di parlare solo a chi mi capisce e tu ci stai dentro (ahahahha) apro una parentesi (l' espressione "ci stai dentro" mi fa celare) Arch ho pestato una merda ci stai dentro! Fino al collo.
Id: 32321 Data: 06/05/2015 21:45:49
*
E ritorno
Per un mare leggero al naufragio tessere canti di frodo passeggiando fino al faro
Id: 32273 Data: 04/05/2015 01:39:49
*
Di frodo
No il vento no che porta le voci conduci piuttosto quel canale sul fiotto più alto che riempie la curva in traiettoria. Ho sentito parlare di poeti che spostavano il corso di un fiume col pensiero in una canzone di Vecchioni vecchi noi tanto da non saperlo fare davvero che c'è una giovinezza che viene prima dell' abitudine all' aria a memoria e di quella ti riconosco vettore ancestrale nel guado delle tue parole temprate alla durezza delle stelle più lontane più confuse nelle preghiere del faro al capitano della nave -per un mare leggero al naufragio tessere canti di frodo- Così mi pareva ieri quell' altro tra i cubi di cemento del porto perchè l' acqua non ci arrivi a fare il bagno come il cammello da una grondaia un teletrasporto tra le tue labbra ora. Il desiderio me lo spiego come un canestro all' ultimo secondo che non sai se sei più tu o il caso ma poi ti dici bravo, che te lo meriti ed è l' inizo della fine dei tuoi crediti nei confronti della fortuna e torni ad essere il solito cellanculo di sempre perdente la tua vita che è l' unica cosa che voglio se non posso riavere la mia.
Id: 32272 Data: 04/05/2015 01:15:11
*
D’uomo
Questa attesa è una protesi del corpo ad ogni passo cambia forma alla sua ombra che ne è radice a quanto pare dalle mura che percorre e dalla strada cui manca la terra sotto da battere ancora. Il quartiere franerà a valle la prossima pioggia di stagione e prenderemo il caffè al Grand' Italia senza alcuna ragione apparente se non la parentela con le vie del centro acquisita a furor di popolo grazie ad una rara forma tellurica di caduta di stile in ginocchio con la bombetta in testa e una mela sempre a portata di mano o una colomba alla finestra con il mal di schiena e la propensione al volo nascosta in un campo di grano proprio fuori dalle mura da dove il campanile sembra una mano che tiene una croce e il colore che le si addice è quel rosso fuoriporta che la chiama a sè ogni tramonto con voce roca di mattoni. La ricordi beata tra le scapole ma ha preso moglie già tre volte, oggi passavano le nuvole più belle degli ultimi tredicimila anni.
Id: 32238 Data: 02/05/2015 01:33:02
*
Dall’ altra parte dello specchio
Portale quel fiore verso mondi colorati di parole che non bastano a descriverlo quel fiore che mai regalato rubato da un campo al prezzo di un pensiero felice che non possono fermarlo l' erba e gli alberi si chinò alle labbra per non farsi portare altrove potesse volare via dalle sue radici senza prima percorrere quel breve tragitto nell' aria che lo separava dalle tue orecchie avvelenate di castighi e frasi fatte false come dio nelle foto sui giornali o vere negli sforzi sovrumani di castighi predeterminati. Vivere è morire in un milione di modi che è facile spiegare per speculare meglio uno specchio alla fine che una tomba su cui pregare. Per guardarsi in faccia almeno una volta nella vita e porsi le domande giuste da quando non mi sorridi? E perchè a un certo punto ho smesso di chiederti aiuto?
Id: 32231 Data: 01/05/2015 18:53:44
*
Crono-metrica
Col sapore delle onde a piè di mare le calcagna dove gronda la risacca furor delle caviglie la tua gonna, la mia giacca bianca come nuvola da reparto casalinghi. La senti l' aria come cresce d' importanza mano mano che si allontana dalla danza dei polmoni? Per diventare distanza tra tutte le cose? E te ne accorgi come fai con le occasioni in cui metterti in ridicolo con colpevole ritardo cronometrica.
Id: 32215 Data: 30/04/2015 13:50:54
*
Più breve del previsto
Mentre mentalmente voltava pagina come chiosa ad un inquietante imbrunire dell' avanzata sincope della sera sul risvolto del camino pur di non far di conto disse che avrebbero fatto a mezzo con la donna i soldi il cavallo e il resto da fratelli cui si ha ceduto tutto il bene necessario da fargli le spalle larghe e la testa sulle. Controversa è la seconda parte del racconto pare abbiano litigato per l' acqua della doccia e siano volate le prime coltellate che era ancora giorno pare che non avessero pranzato per fidarsi della notte come allungo prima di svoltare ma la corsa fu più breve di un saluto più breve della corda al pavimento o del cappio dal soffitto sempre più breve del previsto.
Id: 32186 Data: 28/04/2015 13:38:12
*
Cosa vorrei dalla mia morte?
Cala la sera a tuffi dalla scogliera del tramonto e restando di stucco piano piano te ne accorgi dai colori che cambiano il tuo sguardo da qualunque punto fino agli occhi per svelarti quali estati di corallo? Tempo al tempo come un trucco la distanza di Zenone la freccia il punto e l' arco. Chiede aiuto alla sua fretta ma è uno sbaglio la sete di vendetta non la riguarda che per rotte secondarie. Cosa vorrei dalla mia morte? La trasformazione in un essere speciale.
Id: 32108 Data: 24/04/2015 02:40:37
*
La pressione della carne
Constatando l' invito alla pressione della carne come unguento dalle mani agli occhi viene il canto svelto delle vene in rintocchi surrogati di campane per l' ardore delle nostre cerimonie. Tanto breve la distanza da essere lo stesso spazio dei polmoni dove quel bruciare l' aria che si compone d' altopiani lascia libera una parola da cantare sempre quella con più voci fino ad essere il ruggito forte della terra dove andare in contumacia a perdere se stessi per trovarsi in cielo poi a naufragare quelle stelle che ci hanno visti dominati dai languori della Luna quando siamo stati cani lupo nella steppa. Sempre vergine è il sapore del tuo chiostro nonostante le frequenze del vibrato così io ti riconosco dalle frecce nello sguardo ogni volta che mi racconti del tuo bosco voglio andare esattamente dove mi porti con la forza dei tuoi versi per scoprire quel sentiero che conduce al cuore immacolato per sporcarlo dei miei versi come fosse colorarlo. Dimmi, il corallo striato delle foglie puoi fumarlo in primavera? Per cambiare in santo succo il profano chiasmo del tuo sentire? Voglio dire, mi coprirai di rami quand' è sera per non farmi trasalire? Questo freddo che ci accoglie come volpe nella tana ci ricorda la furbizia con cui salvammo i nostri cari dalla gogna. Che vergogna innamorarsi di qualcuna che non t' ama ma se lo sai è una languida vittoria.
Id: 32106 Data: 23/04/2015 20:09:23
*
Sproloquio
Da un lato si trasforma piange la vittima dall' altro rimane asciutto e guarda il mare in segreto prega che il suo dio sia più buono di quello che hanno pensato per questo mondo è un sistema di controllo che spesso abusa del suo potere il paradiso nel cielo che non ci puoi arrivare ma è bello da guardare per poter fantasticare e l' inferno sotto terra che fatica scavare senza sforzi d' immaginazione ma t' insegnano la pala come si fa coi cani a non sporcare in casa. Per vedere nel modo giusto devi trovare uno stato di forma allora quello ti pare brutto e quell' altro ti pare bello con la giusta convinzione per poter sopportare lo shok di essere venuto al mondo che c' hai quasi quarant' anni e ancora non ti abitui e ognuno vede le cose a modo suo a complicare le cose che è un miracolo capirsi. Se c' è di mezzo un mezzo allora il fraintendimento è all' ordine del giorno e ci si affida alla modalità di utilizzo più comune che spesso è la più comoda e non è detto che sia la più giusta, la migliore per poter veicolare uno scambio d' informazioni ad alta definizione. Il messaggio si nasconde dietro le quinte del teatro mediatico. Se il mezzo ha dei padroni è lecito immaginare che abbiano tutta l' intenzione di privilegiare quanto meno le dinamiche di utilizzo del mezzo che contribuiscano a garantire la loro permanenza nella condizione di padroni del suddetto mezzo. In questo senso è ridicolo parlare di democrazia in caso di conflitto d' interessi. l' interesse principale dei padroni è di restare tali poi viene quello consequenziale di voler possedere sempre di più. In caso si perdano nel frattempo alcune delle cose possedute. Pensaci, di che sei padrone tu? L' espansione si. Ci sono certi elementi che sarebbero disposti a tutto pur di non perdere il privilegio del posto auto riservato sotto casa immaginiamoci per una cifra enorme di denaro o il potere di decidere le sorti di uno stato o la piega che prenderà l' essere umano. Si fosse usato un derivato della canapa come carburante per gli automezzi oggi chi ci avrebbe guadagnato e chi ci avrebbe perso? Fonti rinnovabili, fonti non rinnovabili è un altro nodo centrale. O l' obsolescenza programmata di certi prodotti per inchinarsi alle leggi di mercato e spacciare la necessità di istantanee novità come bisogno naturale e non si fa in tempo ad invecchiare è indispensabile che alcuni muoiano prima. Comunque c' è sempre una minoranza che ci guadagna a discapito della collettività che sempre più tentano di disgregare perchè più facile da controllare, addormentare, spremere. Poi dici è bella la vita. Si la vita è bella, lo sarebbe per sua natura ma c'è chi la rovina agli altri oltre a chi se la rovina da solo (in concorso per induzione). Vendi le armi e scateni le guerre per poterle vendere intanto c' hai i bunker ti vendi pure quelli e magari a quelli che ti possono intralciare li vendi pure difettosi. Nella crisi fai la grana che ti fanno le leggi speciali che di speciale c' hanno che evitano il normale iter democratico delle altre per l' approvazione. Si ma sti cazzi tanto se magnano tutto comunque e allora ti fai li cazzi tua manco i tuoi, alla Crozza-Razzi e diventi come loro ma più povero e con meno poteri e in pratica non conti un cazzo e fai il loro gioco. Andare alla radice sarebbe capire chi ti fa del male se li senti parlare tutti ti aiutano e combatterlo tanto da riuscire ad impedirglielo per sempre, per quanto ti dura la vita o accettare quello che viene e ritagliarti uno spazio qualsiasi pur di esserci felice, una forma di egoismo che ritengo ancora un modo onorevole di essere sconfitti nonostante la consapevolezza che uniti non avremmo limiti.
Id: 32073 Data: 22/04/2015 04:31:27
*
In un volo di cigni
Cantano i galli alla fine dell'opera come giorno fu fatto di natura seconda la voce che trema al mattino l' afferra lo incontra per sapere ch'è vero che tutto continua ma l' ombra di un destino di gloria non ti sfiora almeno una volta lungo il cammino? Se vuole amore dagliene ancora prima che finisca la vita in un volo di cigni in un lago dei cigni
Id: 32043 Data: 21/04/2015 01:08:25
*
Vediamo un po
Ci vergogna immaginare che ci possano accadere cose belle ci crederesti? Tanto che preferiamo immaginare altre cose. E' così che siamo tristi. Ma immaginare che ci accadano cose belle è il primo passo perchè ci accadano. Ci perdiamo il meglio per partito preso da chi siamo stati fino a qui. E' la paura di cambiare ed essere felici ma perchè? Quale peccato originale ci fa sentire indegni di vivere la vita intera? Allora ognuno a scovare nel suo repertorio personale le cattive azioni pur di far meta tanto da non accorgersi nemmeno del presente che scivola via ad alta quota. Io voglio perdermi per sempre oltre misura del mio corpo che ceda il passo a nuova forma di essere me stesso che sia l' uomo la misura dell' universo poi è un fatto questo, ancora da stabilire. Nel frattempo che ognuno immagini di essere quello che vuole! Almeno un' ora al giorno. Io per oggi sono quello che ha molte donne che lo stanno cercando e anche se tu non mi troverai ce n' è una che mi vuole a tutti i costi e io scappo dappertutto nel frattempo dimagrisco mi sorride anche la Luna e alla fine mi si prende così come sono, perchè lei mi ama davvero per fortuna non come me che non mi amo per niente.
Id: 32029 Data: 20/04/2015 16:04:23
*
Appena fuori dagli occhi
Tanto piccolo da non essere spiegabile il sapore delle fragole lei che prova a dare un calcio a un tappo e le vola via una scarpa dove l' erba è più alta e intorno noi ci mettiamo a ridere come non fossimo distratti dai pensieri tra le dita, tra la vita e la morte in un gioco di rimandi che ci guarda trasalire. Quanto vivere è morire? Quando l' aria poi rimane sui germogli della sera che passa vera dalle ombre ai corpi in controluce? Tutta nostra, solo nostra è la materia del contendere uno squilibrio un vortice un segno della croce in guerra e in pace che tardiamo a immaginare per il gusto fatto ad arte del peccato. Dalle cose che non vediamo ancora è fatto il mondo che ci aspetta appena fuori dagli occhi in frazioni di secondo sembra si componga da solo ma siamo noi che lo facciamo da milioni di anni senza mai chiedergli perdono. I nostri sbagli a corollario di produzioni industriali di sensi usati a fini di comando purchè rimanga segreto alla corte delle masse e ci indichino loro il nostro destino mantenerli all' esercizio del potere per tutto il tempo necessario a perfezionare dinamiche di controllo dell' Io. L' amore a cosa serve mio Dio? Se non a uscire dalla gabbia degli schemi mentali che viene calata sulle nostre teste? Per vivere davvero la dimensione d' infinito. Allora è nelle cose più piccole che vai in cerca di te stesso se hai tempo da perdere e alcune indicazioni di massima che non hai ancora capito. Compagna ti sia la musica. Perchè sarà un lungo viaggio per tornare fino al punto di partenza. Da dove venimmo tutti quando non sapevamo fare niente tranne le nuvole per diluvi universali e il morto a galla con coraggio. Ancora spera e non si vuol convincere che è bello vivere da soli perchè ci sono troppe stelle nel cielo perchè sia un caso pieno di errori cadenti di passaggio e l' alba e il tramonto e il vento in curva est e il vino e la neve in miraggio ci si turba per le streghe? Qualche volta vale la pena avere voglia di vincere anche al prezzo di rendersi ridicoli chè la posta in palio è sempre tutto anche quando ti sembra di meno è questione d' abitudini. Ma se prendi il treno dell' amore devi ammettere che è comunque un viaggio di lusso per quanto tu possa essere cinico rispetto agli spostamenti tradizionali. Per prendersi il tempo per fare tutto prendersi tutto per fare il tempo come fanno gli animali nelle fiabe di Narimi.
Id: 32017 Data: 20/04/2015 00:59:16
*
Nel reame dei reami
Sapida la vita proibita chimica proteina del pensiero se è vero che almeno si può essere più felici di così mentre i vuoti da colmare sono bocche che hanno fame della carne dei tuoi si con quella calma che è diretta conseguenza dell' antica consapevolezza che si è stati Amore quando la memoria non aveva il fiato corto come ora che è più facile dimenticare. E' così che t' ho amato con la forza di un Nessuno signor più veloce di te più veloce del suono delle mie parole che hanno preso il volo in qualunque direzione a caccia di te che non esisti nel reame dei reami che è in ognuno di noi la mente sconosciuta a prima vista come te di spalle che corri nel bosco e te ne vai. E ora è tardi per vedere chi aveva ragione io la mia l' ho persa il tempo necessario per capire che il coraggio non basta se Nessuno ha paura di restare da solo. E perchè un torto fatto è come un morso che non perdona? Come se adesso stessi vivendo veramente e non fossi già morto mille volte a partire da ora. Resta il segno a scusarne il dono per le uscite d' emergenza così che il tuo nome sfumi lungo i titoli di coda ma la paura ha il sopravvento anche questa volta perchè non mi credo più come una volta quando non ero un bugiardo perchè solo? farsi le domande evitando le risposte più scomode per un minimo di decenza e ridere di sè non voglio più nemmeno una carezza se prima non torno in me. Perchè io posso essere un altro se solo me lo immagino, un futuro senza accento, per un attimo mi sembra di stare bene ma lo prendo per un rimprovero in frequenti deja vu. Così ridicolo da riderne e credi che sia facile nascondere le lacrime anche solo il tempo necessario a che nessuno ti veda piangere ma non si tratta di fingere piuttosto di fuggire via da qualunque così sia in cerca di gloria a casa mia e piccoli miracoli.
Id: 31991 Data: 18/04/2015 20:14:21
*
Solostante
Non ci sentiamo da un po' e la mia si fa poesia solitaria guarda la gente camminare sceglie strade secondarie ma il bisogno d' amore è la vera corrente l' occhio nudo se ne accorge dalle onde in un solo istante.
Id: 31941 Data: 15/04/2015 01:34:04
*
Mother do you think
Qui finisce la morte come in fondo si merita dinamica: il mio corpo perde anima ad ogni ricorrenza. Passeggera di un raggio di sole vuole andare altrove sia possibile scordarsi dei mie fallimenti c' è sempre una madre che me li ricordi con le sue rughe tridimensionali quante ne ho scolpite con le mie mani? I capelli nudi, le unghie vestite di specchi d' avorio. Sei venuta in camera mia con quel coraggio che ti ha resa schiava dei tuoi bisogni a pregarmi di risparmiare almeno questa porta dopo che le ho sbattute tutte in preda all' ira per essermi scordato chi fossi prima di morire un' altra volta ai miei respiri, ai tuoi abbi fretta di tornare in forze per un lavoro stratagemma del nostro pane quotidiano che mi vide servo tra i servi per qualche giubbotto di pelle che non mi va più e un mezzo di locomozione secondario. Ti porterò a mangiare il pesce il giorno del tuo compleanno con i soldi dell' affitto e la pensione d' invalidità un sorbetto al limone a sancire un patto di non belligeranza per i prossimi tre furti d' identità ipoteca sul futuro di una guerra tutta ancora da combattere e mi dirai fossi morta io al posto di tuo padre avresti avuto più coraggio a vivere ma io sono proprio come lui fossimo rimasti soli noi non avremmo avuto più speranze di un' ultima preghiera quando la vedi nascere già prigioniera nel campo di battaglia con gli occhi del cecchino.
Id: 31919 Data: 14/04/2015 00:21:18
*
Chiacchiere
Come cardine albeggia alla deriva del cielo questo sole privato visto attraverso la feritoia dei tuoi occhi come passa la voglia di ottuse sponde, correre da una parte all' altra della sfera che non divide le sue parti e guai a chi la tocchi soprattutto la luce che contamina la superficie di arcobaleni irredenti coacervi di mentite spoglie traslucidi segmenti di vistosi spazi senza ombre. Se c'è qualcosa che ancora ci lega è a chiacchiere interni giorno di perduti monologhi balere del narcotraffico dove si spacciano parole convulse frasi proibite cui non credere finchè non arda la musica dei tuoi ricordi migliori. Posso dire che sei stata, finalmente e fare la mia vita e della mia vita fare una qualsiasi epifania o un presepe per morti di fame svuotata la clessidra del suo interesse principale sabbie gamma, parafulmini su cui s' infrangono lambiti sogni d' immortalità. Il divenire in divenire prende forma altrimenti il seme si ferma in un denso strato d' aria che lo sospende e non tocca mai la terra. Si astiene di sua grazia.
Id: 31900 Data: 13/04/2015 02:46:26
*
Una precedente primavolta
La parte che vuole sua l' occhio a maledirla non sarebbe abbastanza a cagione del vero eppure sei bella non posso negarlo a meno di dire una bugia che mi faccia prigioniero. Tratta dalla scrittura scenica "Una variabile nel Kaos" (nella sezione narrativa).
Id: 31773 Data: 05/04/2015 06:16:42
*
categoria sketch
Microsoft JScript runtime error '800a003e'
Input past end of file
/testi_raccolta.asp, line 83 |