Pubblicato il 09/02/2011 00:41:39
Mai visto un maggio simile. Una volta, per l’accomodante temperatura che l’accompagnava, in quel mese mi innamoravo tre volte al giorno. Quest’anno piove. E pioveva anche oggi mentre entravo attraverso la porta automatica del centro commerciale. Una ragazza alta, magra e bionda mi veniva incontro, sembrava una fotomodella e mi guardava. Ho chiuso l’ombrello e mi sono girato intorno. Non c’era nessuno. Guardava proprio me. Quando ho intravisto il bambino infagottato che aveva al seguito ho capito. Guardava l’ombrello. Serve l’ombrello? – ho detto. Guarda, questa pioggia è da impazzire – guardava proprio l’ombrello. L’ho accompagnata vicino ad una cinquecento mezza scassata. Le ho detto – A posto? Mi ha detto – Veramente è quella. Un Suv di cui non si vedeva né l’inizio e né la fine. L’ho accompagnata all’altra macchina. Mi ha detto – Sei stato davvero gentilissimo. Ho detto – Non preoccuparti. Ho pensato – Lo vedevi se eri un cesso come ero gentile! Ho comprato una macchina telecomandata per mio cugino di sei anni, me la rigiravo tra le mani tutto felice mentre camminavo. Quando ho alzato la testa, una famiglia composta di tre bradipi attoniti mi fissava: bradipo grande, bradipo medio e bradipo piccolo. Che cazzo volete? Mi piacciono le macchine telecomandate. C’è gente che ha gusti più strani. Compongono certe famiglie! Con loro non sentivo alcun obbligo di essere gentile. Mia figlia di ha definito Frankenstein al posto di Einstein. Ci può stare. Un passero è entrato nello spazio chiuso precedente all’ingresso e ha preso a svolazzare tutto intorno. Sembrava stesse per impazzire. Una signora seduta sulla panchina accanto alla mia si è messa in piedi dicendo – No, no, no. Guardava il passero, poi ha detto – Non sopporto i volatili dentro. Si è calmata, poi ha rettificato – L’uccello dentro mi fa impressione. Ho pensato – Signora, dipende dall’uccello. I bradipi si sono fermati ancora a fissarmi con i loro occhi da bradipi.
19 maggio 2010.
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