Lo stesso viaggio
Infagottati dentro antiche tristezze
sembriamo tutti passeggeri
su un treno senza mèta a scarto ridotto
spettatori di un grigio vapore ai finestrini
dove le dita sfiorano fredde
paesaggi d’un tempo andato
amori sepolti, affetti lasciati
speranze affumicate
dove le dita talvolta
non sentono più nemmeno la vita,
mi ribello
non voglio essere un piccione
appeso al filo elettrico del disincanto
c’è troppa amarezza nei bicchieri di tutti
anch’io sento la vita andare
la sazietà, il vuoto, la non parola
il silenzio immane che verrà
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