Non credo in quel che d’ambo le parti si propina
come assoluta verità. Complesso l’animo umano
i suoi progetti i sogni le speranze le illusioni
che intreccia per regalar a se stesso talvolta
un passatempo. Valgono le intenzioni, buone,
pungolo di giorni nuovi di orizzonti aperti
promessa d’un viaggio che oltrepassi le oscurità
e sia mistero al punto giusto nella direzione
che trovi gli altri concordi, nelle partenze e negli approdi.
Vero è questo sguardo che racconta di menzogne e falli
e attinge al cielo la forza per rinascere migliore
vero il tremore della mano che raccoglie il pianto
per tenerlo in serbo negl’istanti di gioia
vero il verbo quando nasce monco da un pensiero sublime
che soffre il travaglio della luce
vero il silenzio quando narra del tempo e non distingue
l’età bianca dal grigio dell’autunno
vero il triste moto delle foglie rassegnate alla morte
e il vento nel suo vortice d’obbedienza.
Non credo in una verità che si premura di troppe prove
anche le più superflue. Credo nella verità che muta
perché umana e perciò imperfetta.
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