Ci son cose che mai muoiono: stanno
lì all'angolo, immote nello stanzone,
che non ti fanno più caldo né freddo
come il termosifone grigio e in ghisa
pesante come solo l'aspettare,
in fila e zitti, all'ufficio denunce
del commissariato. Ben altre sono
quelle che s'involano all'aria aperta
tra scrosci e zampilli dette e ridette
dalla fontana: con quel getto intenso
luccichio di brusii discreti
che, ricadendo, sbertuccia la pioggia
allargandosi in cerchi vanescenti.
È l'insondabilità del restare,
del doverci stare al di qua del getto,
a fare si che il dolore s'insinui atro
nella mente, dal buio e dal silenzio
ribadendo assassino, come archetto
sulle corde di violino scordato:
"zavorra è ostinazione di quel lume
che brilla senza tempo e senza scampo."
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