I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Si che poco s’apprende
È che si fa fatica, amica cara. Anche in una giornata così aperta e assolata costa molta fatica aggirarsi tra bancarelle in fiera. Tanti bambini: chi col broncio e piva chi ride, chi piange, chi serio segue gli animatori e nel gioco s'insegue ... e quanti adulti e giovani distesi al sole, oppure vecchi all'ombra sonnecchianti! Tutto sembra un sorriso dalla vita che sui salici ci sta appollaiata e ad elici strappa fremiti. E spruzzi osserva, sfacciati, da quel passero incurante del viavai, che sta a bagnarsi lì, sul bordovasca della fontana guizzante di pesci e verde di piante non visto quasi fosse invisibile. Passeggio ai più invisibile com'esso ma attento, considerando di quante piccole meraviglie ci sfuggano peggio che miraggi aulenti d'essenze. Che fatica coglierle, amica cara. Pure in una giornata così aperta e assolata: sgusciano e non l'afferri tanta vanità han le cose belle. E alla fine mi stanco anche di questo su una panchina sedendo spossato che, bianchi, sudan resina i papaveri tra paglie arse, senza placarmi l'ansia. Lo sai: ci resto sull'orlo d'abisso d'apparente normalità stupito molto più tempo di quanto si pensi. si che mi ritrovo gambe scalcianti penzoloni nel vuoto e vorrei fosse ben chiaro a tutti che non mi sta bene che ci si spari e ammazzi da ogni parte pur s'è uso in voga da epoche remote. È così estenuante, amica cara, anche in una giornata così lieta e assolata starci a passo dell'oca ché non ci appartengono queste guerre Mi guardo in giro. Vedo e me ne faccio scudo con falsa indolenza di sempre: se ne sta chiuso ognuno nelle cose inchiodate in testa con la costanza degli anni. Non considera nemmeno che ci possa finire sotto tiro da un momento all'altro sotto le bombe. È cosa che a loro par non competa come fosse l'istinto a farli struzzi. Ma fosse di sopravvivenza istinto ci si andrebbe in piazza furie di pace, manifestando ripudio di guerra e guerrafondai pure. Invece niente. Me lo chiedo, sai, se come tu dici basti lavorar strenui su se stessi per poi "riuscire a cambiare qualcosa". Si che poco s'apprende, amica cara sebbene sia giornata così tersa e sgargiante, a lavorar su se stessi mentre incombe e m'acconcia lo sgomento: in questo universo, interiore sia esso o esteriore, risalta asperità d'animo che sembra malvagità pura: al tracciarci nel sonno percorsi, fatalmente ci conduce ad incubi avverandosi catastrofe a notte. È un po'come se in noi fosse un vulcano che, ciclicamente, necessitasse di sfogare un'energia primordiale. Mi strema tutto ciò, amica cara anche in una giornata così ariosa e festosa, sentire brontolare Il magma che risale dalla viscere
Id: 72027 Data: 11/11/2024 20:35:49
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Alone di luna
... certo è un po' sentirsi nelle movenze come d'un gatto l'incedere lento guardingo sull'asfalto ancora ardente che della notte ne sgomitoli ore arruffandone innamorato i fili. Scherzi di luce tra i baffi e gli sfizi di versi miagolanti pieno strazio: va randagio nel plenilunio, vago d'un amore che sappia il vero darsi con negli occhi un tondo alone di luna.
Id: 71966 Data: 28/10/2024 21:03:51
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Nudezza anima
rovente è nudità offerta brezzante da un punto cardinale: essa sconfina, da stagione slegata, in emozione che scotta più che sabbia sulla pelle nelle more d'un ritaglio d'autunno. Priva di sintassi turbine s'invola d'un monologo interiore crudezza che ammali e lustri lume discinto sul cimitero marino flottante ove sprofonda diafana innocenza. Nudezza anima: puntini sospesi come pollini a primavera rechi sull'ali migranti, sebbene fumo d'averno s'attorcigli ora tempesta e ogni anelito soffocando smorzi.
Id: 71902 Data: 17/10/2024 22:06:34
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Nel mezzo del cammin d’un’altra vita
Tante vite fa ricordo di essere stato su un isolotto appena a sud di Creta: circa 4 h di navigazione lenta a bordo di una lancia di pescatori, sul mare gonfio di onde ottobrine. Contava più chiesette sui crinali delle colline che abitanti, gatti, capre e cani compresi. Non ho contezza dei ratti. Oggi posso dire di esserci stato un paio di settimane sull’isola dei sogni. Ed è tutto stampato nei miei occhi, nella mente, nel cuore… come quella rada con una spiaggia candida dalla sabbia finissima, confinante per un lato con una testuggine gigantesca pietrificata in uno scoglio; per l’altro delimitata da una scogliera che al tramonto s’infiammava di rossi. Il paesino, 4 case abbaglianti di calce con un pozzo d’acqua dolce, sorgeva in cima alla collina più alta, con d’intorno il competere di mare e cielo per il possesso dell’indaco più intenso. Per arrivarci si risaliva dalla spiaggia, superando dune sabbiose tra aghifoglie dai frutti variopinte, poi camminando su per una stradina bianca di sassi e rossa di terra tra boschi fitti di pini marittimi. La notte era un dialogare con le stelle d’un cielo, così generoso nel mostrarle da rimpicciolirmi oltremodo, in quella veste d’osservatore attento che il tutto mi imponeva. Si che pure le scintille dal falò, gelose, erano filanti verso l’alto per rivaleggiare con esse in splendore. Un bacio al cuore, scintillante di quelle stesse stelle d’allora, me ne viene ancora in certe notti, quando inanello spirali di fumo con boccate oniriche di meraviglie. *** ringrazio ed abbraccio Lisa che, col suo stupendo viaggio a Santorini, attraverso i suoi occhi blu m'ha permesso di andare a ritroso nella memoria. 06/09/2024 Woodenship
Id: 71848 Data: 07/10/2024 21:31:42
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Boccia er sonetto Jenny!
E di fans c'è tutt'intorno 'na marea: "Lasciateli lavorare!" Canea che uggiola: "lasciateli lavorare!" nelle schifezze umane a debordare che poi fango schizza addosso. "Alla fine pur che vivo ci resti alcuno infine s'ha da giudicare, alla fine!" Rutta oltre a" Quel gran pezzo dell'Ubalda, tutta nuda, tutta calda" rimessa in scena per ministronzolo che sbava e sguincia mandrillo con scodinzolo a cena a ogni osso d'amante porgendo guancia come fosse l'eroica pupaccena che, alla cultura, preferisca pancia.
Id: 71783 Data: 26/09/2024 21:29:59
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Sdrucirsi all’infinito d’un filo
Qualcuno che mi veda andare avanti e indietro, sempre giù per questa strada, potrebbe pur pensare che non abbia mai fatto nulla di diverso in vita; che sempre mi sia limitato a questo indirizzo di cose. Certo sbaglia: sapesse come tu che ora mi acquieti con malìa di cammino uniforme, fossi complesso in altri tempi e vario d'altri sensi adducenti in quel di Cnosso: li percorrevo seguendo sdrucirsi dalla veste all'infinito d'un filo col miraggio d'arrivare a por fine al digrigno in me del mostro latente. Ma oggi a che serve che me lo ricordi ancora nel labirinto e mugghiante? Senescenza, potrebbe dir qualcuno, credendo che stia rigirando a vuoto. Tu lo sai ed è per questo che mi vegli, strada nella memoria tanto cara, pur nella patina spessa che tutto copre e la topografia disconosce ai toponimi togliendo ogni nesso l'anima estirpando da ogni mattone.
Id: 71700 Data: 09/09/2024 20:50:15
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Sono Stato(Palestina)
Id: 71620 Data: 28/08/2024 01:38:14
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25- Esperidi
… e dell’inconscio si spalanca la porta oltre c’è ancora uno specchio riflette altro che ancora non s’intende se non flebile speranza woodenship 24 ottobre
Id: 71599 Data: 09/08/2024 23:31:32
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Fiore di chissà quando
Mi raccogliesti da terra che stavo in una fiala imprigionato e folle: convinta fosti d’un botto ch’io fossi ode in etere, si che tra le dita per inalarmi spezzasti il vetro. Ne fui lusingato e mi illusi al punto di credere d’esser davvero, d’una ode, l’essenza che inspirata ispira: verso a verso, strofa a strofa declamati fumenti terapeutici. Per nari risalendo il tuo respiro ti fui al cuore e poi, in un flash, nella mente. Così mi arrivasti anima che frange sortilegio di prigione vitrea. Così arrivai a te essenziale come aria di poesia che brezzando sfoglia petali d’ un fiore di chissà quando. A confessarti arriverò un di, forse: un errore fu a mutarmi in essenza ialinica, rimpicciolito in vitro maldestro apprendista stregone astruso dimentico della formula inversa. Almeno, questo penso a mia discolpa: si sa già come van le cose, vanno come devono andare. Si che, fuori come me, sfuggono dal vetro infranto, d’errate convinzioni amore affranto.
Id: 71532 Data: 15/07/2024 21:17:17
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Frattali iterativi
. eppur d'esserci già scambiati versi mi parve, indossando abiti di rime e petali, al ballo in fondo alla notte. Nel deserto festa bianca di sale fu rito delle dune vagabonde vorticanti d'intorno in gorghi fondi. Testimoni entrambi fummo in tali vesti dello sgranarsi di scorpioni in grani di festa pagana scandendo tempi tra ombre degli attendati negli anfratti nomadi danzanti al suon di sonaglli bonghi e faville sparate alle stelle. Respirò frustando la sabbia il Ghibli: emise strusciando insonne un richiamo sibilo per frattali iterativi. Un dir poetico l'andar diverso nel seguire forme a sé stesse uguali ingrandenti su differenti scale: poesia astrale il nostro percepirlo per linee caotiche armonia, geometrie d'universo in reti.
Id: 71422 Data: 01/07/2024 22:04:44
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L’ergersi sfrigolio grasso
Non facile stabilirne l'eresia dell' ironia: si è in epoca in cui regna conformità al potere del volgare. Si che stesa è sulla pietra d'ardesia l'ironia, meglio che grigliata mista, perciò succulenta al gusto corrente come da sinestesia che alla musica l'aggiunga fumo, carbonella e puzzo. Come da intonar di flauto è l'ergersi sfrigolio grasso aperto e osceno, a orecchio nota è incauta all'opposizione: stona la verità declamata, simile sarà al digerir pigro. Che si sappia: è furbizia servile piatta e bassa di un servo ironia in commedia di Plauto. Al proferire ironico fesso fesso che verga ne accarezzi dorso pronta! Solo che l'ironia ha la schiena forte. Pure che dannata le gambe ha lunghe diversa da bugia che arranca tozza: hai voglia a percuoterla con intento sano, a raddrizzarne devianze e vizi!
Id: 71282 Data: 18/06/2024 22:15:29
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Turbinio
amore è turbinio d’elementi in sbuffo di tempesta perfetta: sensualità d’un lampo d’orgogliosa nudità. Profumando di salsedine e di sesso, procella è a prua che inebria come una risacca di umori tra denti: da bocca a bocca, da pelle a pelle, sbocciando di blandizie insinuanti simil marea monta ch’è delirio di spume tra scogli con schiocchi d'abbagli!
Id: 71135 Data: 05/06/2024 20:57:57
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Irrimediabili
I colori perdono lucentezza, i colori! E l'annunciarsi in letizia di stagioni in fieri, non pare altro che impennarsi fatuo d'attese vampe già che subito s'acquattano stanche infingarde e vigliacche. Cosa ancora può riservare questo clima nero spungente da ogni punto cardinale? I profili antartici delle coste follemente sbiadiscono tra tonfi degli iceberg in mare e picchi assassini d'un calore che stempera tramonti sempre più invasivi e dilatantisi, come l'invecchiare irrimediabili: stendono ombre curvandone le schiene.
Id: 71032 Data: 24/05/2024 21:19:29
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Al di qua del getto
Ci son cose che mai muoiono: stanno lì all'angolo, immote nello stanzone, che non ti fanno più caldo né freddo come il termosifone grigio e in ghisa pesante come solo l'aspettare, in fila e zitti, all'ufficio denunce del commissariato. Ben altre sono quelle che s'involano all'aria aperta tra scrosci e zampilli dette e ridette dalla fontana: con quel getto intenso luccichio di brusii discreti che, ricadendo, sbertuccia la pioggia allargandosi in cerchi vanescenti. È l'insondabilità del restare, del doverci stare al di qua del getto, a fare si che il dolore s'insinui atro nella mente, dal buio e dal silenzio ribadendo assassino, come archetto sulle corde di violino scordato: "zavorra è ostinazione di quel lume che brilla senza tempo e senza scampo."
Id: 70946 Data: 15/05/2024 21:13:14
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... che mi dice urla
Ho qualcosa dentro che mi dice urla e in petto un pianto trattenuto a stento in groppo tra il mediastino e lo sterno a ogni intervento esterno resistente. Sia pur planar d'ali forse d'angelo: colui che s'aggira con cero ardente e con entusiasmo ispirato arringa rivolgendo più volte gli occhi al cielo, richiedendone la saggezza aperta di un velo di nubi a coprir vergogna chè tutto ciò che è umano non è orrore. Ma ho qualcosa dentro che mi dice: urla!
Id: 70864 Data: 06/05/2024 21:42:05
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Canto che s’involi alto
Ah come d’amore mi riempi gli occhi e la mente m’inebri tosta, quando t’allunghi onda languida sul mio corpo! Si che s’accende passionale il gioco al rilancio. Ed il mio cuore ribatte alle tue mani, perverse sulla pelle di carezze, col pulsare d’organo che vibrante d’armonie si spande a seguire canto che s’involi alto.
Id: 70800 Data: 29/04/2024 20:58:06
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Ineffabile
"Ineffabile" è il sentir delle pietre, intanto che la pioggia le arrotonda ed alliscia al tatto che le accarezza, prima di lanciarle a pelo d'acqua: ecco il vorticare di giorno e notte, ch'è vibrar d'aria turbata da massa d'un sasso che più e più volte rimbalza su specchio, infine andando per abissi.
Id: 70566 Data: 17/04/2024 21:17:59
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Carne da macello
A occhi chiusi e labbra dischiuse al sole ridevo in faccia al cielo oggi: è arroganza di chi pensa di saperne di più, lo so. Ma che dir della teoria più stupida che ci sia? Paranoica teorizza la sostituzione etnica, (cioè che faccian venire da altrove disgraziati senza alcun dove e illusi per sostituir noi disgraziati e frusti) ignorando il fatto che la macchina già ci ha sostituiti noi genti tutte: dopo averci risucchiato ogni cosa, nozione o ricordo dall'intelletto. Sol carne da macello ci han concesso d'essere: prede in trincea dei droni.
Id: 70497 Data: 08/04/2024 21:17:35
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Masticando petali di miele***
Vendi fiori con sorriso di vento, tristezza recisa rivendi appesa. Con labbra umbratili dispensi baci: carnalità d’un soffio intenso vibra d’animale stretto in spelonca d’ossa. A masticarne lo stelo d’asprigno a mordicchiarne i petali di miele la tua bocca d’ombra è un bacio che sfiora la fronte con febbre diffusa fiamma. Carne disciolta forse sei l’inferno; forse il paradiso: fa che le stelle rimangano lì, c’erano già prima e volevo già comprarti fulgore fiore che tra dita scintilli azzurro con tremori e gemiti dilagando dolore maledetto che giunge urlo fino a smorzare d’ogni altro domani i versi goduti. E sai già anima mia l’evocare che non verrà mai meno felicità per il tuo essermi esperia. Nubi appena levigate saremo nello spazio l’aggrovigliarsi strenuo d’instabile gassosità che ottunde nebulosa dalla bellezza algida necessitante anche e solo favilla woodenship 28/05/2012 (riletta)
Id: 70416 Data: 28/03/2024 21:12:59
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Non solo l_otto di marzo
Quel che m’intriga tosto è una pietra non scritta apposta tra virgole: inciso, inciampo inviso che non si ha che dirne altro.
Donna, bersaglio in preci fiondate contro i lumi. Un tempo mai avrei detto che potesse far pioggia, in giornate dal cielo terso, astratta mestizia. Seppure l’ingiustizia in lacrime ti sciogle che te ne viene ruga, tu donna, che dell’acqua hai la forza di goccia, dal dolore trai forza.
A un uomo, è negazione di beltà, a dargli forza ch’è morte all’altro da sè. Non è natura, donna guarda: non è natura che ti si neghi vita.
Id: 70359 Data: 21/03/2024 20:18:18
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Ghiaccia pure la voglia
Oggi aria gelida ancora sui poggi: in giro solo miraggi d'un qualche raggio fugace tra nidi deserti ove ancor di nidiata non vi è traccia si che ghiaccia pure voglia d'andare in cerca di primavera precoce.
Id: 70300 Data: 13/03/2024 22:36:33
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In eredità rancorosa messe
Sono attimi di sgomento e sconforto , quelli che in versi ci consegnan stanchi all'orrore inscritto al muro del pianto: prosciugato d' umanità è da un pezzo sebbene ancora in molti, un tanto al chilo, ci facciano lamentazioni accese. In fondo coloni sono del nulla: son chi assilla e s'arrovella ch'è sacra l'eredità d'un fazzoletto in terra steso tra mare e Giordano, con odio arati i campi e col sangue irrigati si da sopravviverci male bestie. Ma quale dio, anche esistesse maligno, potrebbe mai concedere patrigno in eredità rancorosa messe?
Id: 70233 Data: 04/03/2024 22:34:42
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Casa è parola
Casa è parola di due sillabe e piana, lettere accusate d'essersi accasate le sillabe: fonemi che fanno linguaggio domestico, tanto in cucina ai fornelli che sul divano in tinello dinanzi alla tv. Dicasi muri portanti, tramezzi, pavimenti... e travi: vene in cui ci scorre armato il cemento, perchè dovrebbe cementarci individui sotto il tetto, come pure in camera da letto tra i guanciali; vita dalle geometrie imaginate nel disegno del progetto. L'architetto ha solidificato il sangue in calce, pensandolo forma stabile dai balconi sul mondo: condivisibile di sentimenti e apprezzabile, nelle ragionate finestre aperte e negli angoli in squadra per muratori consci della necessaria compattezza di mattoni linguistici, come per i pilastri la logica... La poesia è amore per quella parola che si fa casa di un sentimento intanto che il cuore la distilla.
Id: 70179 Data: 26/02/2024 21:38:08
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Par mare l’inverno
Par mare l'inverno! Lo sento così algido nella sua danza che s'avanza fosca movenza volteggiando bassa di nubi. È brezza che s'avvita e sprizza onde d'aria che esonda e frange distratta, risucchiando foglie, sterpaglie e orme stinte da zolle. Anche quando t'abbaglia freddo ch' è viscido il sole tra nebbie e i merli sgusciano via lesti, ha un senso l'inverno a esser mare: chiedi ai rapaci che, di becco, si tuffano dai rami nudi alti, sognandosi gabbiani.
Id: 70095 Data: 14/02/2024 21:20:02
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Dimmi ch’ è ancor giovane la notte
Grazie mia cara, ora ch’è avvento e ghiaccia a poco dal solstizio, per avermi rimboccato le coperte ieri notte: ho dormito davvero bene in terra madre. Tanto che non intendevo storie, per uscirne fuori da quelle coltri. Si che il giorno fosse ormai fatto pieno. Per il resto non ho le competenze, ma nemmeno gli strumenti che vorrei per dar vita ad un simile connubio. Il lavoro di scrittura richiede solitudine, riflessione, amore, silente esaltazione: sofferenza! Il dolore dell’esistenza ti apre a sentire tutto, il rantolo pure; come anche dir d’adrenalina, prima che ci si schianti contro il muro vero. Spesso la scrittura è questo: lavoro, note oscure che, nell’inconscio a fondo rimangono a pender dalle palpebre, come sipari rei d’obliare, calati sulla tragedia dell’esserci…forse potremmo partire da qui: raddoppia verdi i miei occhi con i tuoi. Lavoriamo come tu dici a quattro occhi: dimmelo se possiamo trarne versi da questo grezzo scriver dello stato dell’arte. Dimmi che ancora è giovane la notte!
Id: 70020 Data: 05/02/2024 21:10:15
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Con d’intorno l’ignoto
È pieno di gente che non conosco il mondo: ci cammino tutti i giorni e me ne do di conto molto spesso che non c'è nessuno ch'io possa dire a me noto. Hanno tutti facce ignote coloro che mi incrociano per strada. Certamente lo sono anch'io per loro pur quando mi aggiro alieno per casa: oggi, volevo darci fuoco al mondo, tanto mi era sì estraneo e distante avvolto in polveri che luccicano d'un dicembre che s'intona male, come abito scuro gessato liso indossato al cenone di fine anno.
Id: 69965 Data: 30/01/2024 20:59:54
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Digiti panico
Il cielo stellato è un friggere d'astri infinito: ti schizza fuori in feedback dalle pagine web, si che di pace digiti nel panico l'utopia, dando la stura al frizzar di faville lassù, nell'universo virtuale ove un tappeto si fa firmamento, sul quale appellarsi senza tempo: ti sfuggono fuori, dalle mani giunte, galassie rutilanti d'intenti, infiammando volute di scintille sui palmi. Vola celeste, unico e al tempo stesso molteplice: ti scorre fuori in vampe dai polpastrelli, intanto che strisciando s'allunga scintillando il vorticare di onde lassù, tra i fiochi echi flottanti dell'imbrunire d'astri in buchi neri.
Id: 69904 Data: 22/01/2024 21:41:04
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L’anno che va
già gli alberi si stremano di loro tra richiami e voli di ramo in ramo che poi è col vento che si stordiscono, ed ancora è piacevole sentirli. Il loro si fa grido quando sorda ne morde il tronco la sega o ne scheggia il legno l'accetta. Oppure ne incide corteccia mano d'amante che non ama e ha un cuore che neanche bomba sbreccia tanto si è perso tra ruderi e ceppi che pare di granito persino ora che il solstizio ridonda di mestizia ... ne ho sentito tante grida di alberi. Come anche di uno stormire sui tetti all'aria che sapeva di neve e fumo crepitio di tronchi nel camino arsi.
Id: 69827 Data: 09/01/2024 21:17:11
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... un verso altro, per non dir nuovo***
Il passato è una parola sfuggita stupida aria data ai denti e rimpianta. Talvolta occasione perduta resta come marchio d'infamia impresso a fuoco. Il presente è parola che non trovo. Mi dilania perché ce l'ho nel cuore che fuma, sfuma e offusca senza uscirne a conforto per quel che tanto duole. Il futuro è parola ancor non detta: nel buio dell'altrove giace non vista inaudita perché ignoto fonema d'un verso che si suppone diverso. Forgiato chissà dove a guisa d'ali lo si vorrebbe tanto per viaggiare per oscuri flutti di un mondo nuovo senz'altro migliore per un verso altro. ***Un augurio un inizio dei migliori. Di cuore E che serenità sia ancor più per l'anno che s'avvicina nuovo: possa essa calar le ali sui nostri cuori, acquietandone travagli e dolori. ......w......
Id: 69760 Data: 01/01/2024 20:32:57
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Era di giugno***
Erano questi gli arbusti, sicuro ne sono: sapevan tanto di morte, così vizze le foglie sui rami stecchiti, avvolti in sudario candido e denso di ragnatele. Poco più in là stava l'uomo in pietra sotto il ginko biloba: stanco e sordo agli schiamazzi di fine scuola, in quell'andare di gavettoni nel viavai di sole e luna di giugno. Ora, che il solstizio s'appressa inverno e le pupille tornano a spandersi, verdi li trovo che brillan radiosi come non fossero mai morti invero. Mi direte: che c'entra giugno con dicembre e le festività in divenire? Nulla all'apparenza, ma se si tiene conto della circolarità delle stagioni, ecco che può sembrare fulmineo andare da giugno a dicembre in un batter di ciglia, ritrovandosi a farsi gli auguri di buone feste. Auguri tanti e di cuore: possano queste festività essere occasione di rinascita e serenità. Un abbraccio a stretto giro d'orizzonte ........w.....
Id: 69701 Data: 23/12/2023 21:26:19
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Se di altro o di nulla
I luoghi riesco a fermarli in memoria, sempre. Si che ci arrivo a primo colpo senza attardarmi per vie tortuose. Come tornarci, è il rebus che mi assilla: finisce che prendo strade mai viste prima, perdendomi in giri viziosi. Tutto perché ho labile nella mente il tragitto già vissuto e sofferto tanto d'assomigliare a un cimitero. Da ragazzino andavo al cimitero. Dicevano che c'erano le tombe dei miei nonni da quelle parti. Sotto i cipressi cercai a lungo e senza esito I miei nonni al cimitero. Una sera che ci fui in processione, a messa vespro di maggio e calda era la sera, scoprii piuttosto l'ossario. Mi chiesi tra un rosario e l'altro, tra ombre di fede e fiammelle di ceri penitenti cosa ci facessero lì tante ossa confuse: un bailamme di crani in sonno; toraci deprivati di costole cuori e speranze; trincee di tibie dai clamori azzittiti di mascelle cadenti e rotule tremanti; sterni scarniti d'amori in dimenar d'anche pur gravanti femori opachi e rotti. Domicilio ultimo, ove tutto torna fonte d'origine e sospesa meta luogo ch'è caos d'indistinti resti. Eppur convinto d'esserci già stato, sono, sebbene della strada fatta ormai senza averne contezza alcuna, tale che mi permetta ora e sempre, d'andare e venire integro per dirne a voi se è luogo di altro o nulla.
Id: 69628 Data: 11/12/2023 20:51:35
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Non lo sanno gli stolti
Anche l'acqua quest'anno è virtuale immateriale coscienza selvaggia s'acquatta nel web rifonda e rimuove: per certi luoghi ha cascate di pixel ; per altri, diverse contrade, si enfia, correndo sui marciapiedi e, sbattendo contro porte, s'infila in letti e sogni, fangosi incubi esondando reali... che grandini, grossi chicchi impietosi, sui gradini del sagrato del tempio all'accidia, non lo sanno gli stolti ch'è segno dalla fonte delle nubi: ove arde regno dei venti perversi a parte di un cielo senza ritegno volontà non si rassegna che, a terra si specchino individui indigenti.
Id: 69586 Data: 04/12/2023 20:41:44
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A venir, saranno ancor tali
Son da conservare gelosi i carmi ci vengono ariosi incensi celesti dallo scrigno in fondo all'arcobaleno. Non lasciamo che si disperdano odio se ora altro non sono che cinerei voli. Ma,a venir, saranno ancor tali: così li colgo, ossianiche epopee; così mi riveston del tuo profumo; così li leggo con le mani a tentoni sul tuo petto, indiscrete tra le gambe. Le guida ansimo, il tuo, intenso di pelle tremito ch'è nudità del desìo.
Id: 69509 Data: 20/11/2023 20:52:38
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Indietro non si torna
Segni del degrado sono le gocce gialle di piscio sul bordo del cesso: non c'erano mai state prima d'ora su tazza incrostazioni di calcare; nemmeno cacche di uccelli sull'orlo del parapetto del balcone stinto che guarda pozzanghere tra gli alberi nel prato ammollo. D'un mare di fango ne osservi apatico chiazze tra rose intanto che altri ci annegano ignavi. Scorrono vittime in questo degrado inarrestabile or ch' è tratto il dado.
Id: 69440 Data: 08/11/2023 21:33:42
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Cieca e sorda
Delizian d'hallowen le zucche accese ghignano da filari di finestre viticci usando a guisa di capelli ricci su teste contenenti lumi. Brillan per l'ironia in sintonia algida con scheletri che digrignano denti tinnanti al buio porose ossa vuote tra risate di santi a crepapelle. Non so se la festa, nel grande libro dei morti, sia scritta come scherzetto oppure dolcetto. Però so spuria ogni maschera che celebri strage nel segno di vendetta cieca e sorda.
Id: 69368 Data: 30/10/2023 23:13:56
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Valentino di rosso tessuto***
Olimpiche ci filano le Parche, sai, Valentino di rosso tessuto: da sempre torcendo vite col fuso, il filo intendono che sia contorto. Al nuovo tiro tra denti rimasti in bocca che solo amaro mastica sarà in premio un bacio intessuto fine impreziosito di corteccia a scaglie velluto di muschio e perle di fiume. A loro discrezione lungo quanto basti, si da stirarlo con dovizia a ogni tiro, sia filo che saetti a bocca aperta, per cavità orale intrecciando palato con olfatto: salma a futura memoria in sfilacci una volta reciso, epiche, il filo oh Valentino di rosso la barba. Insettivore discussioni opache, troppe le sigarette a stender carte moschicide di fumo nella stanza oh Valentino di rosso le guance! Pensieri d'intellettuale son mosche tu grafico che gratis le disegni oh Valentino che ti rassegni aria. Le sigarette ai denti fanno male ingialliti li vedi certe sere; l'ignori, altre, perché non li distingui straniato da sintassi e periodi. Delle mosche è di ronzii il linguaggio oh Valentino vibrante d'accenti perchè dei verbi non si trova il tempo! Analisi è impazzire del soggetto in matassa aperta a garbuglio serio d'imbroglio dal piglio dell'arroganza: non saper legger senso nel groviglio è come non veder vittime in spoglie; è come non sentirne le ragioni Valentino che ragioni non vedi. Mondo ansioso che rivaleggia ratto
frustrata ha anima messa in trama al telaio dalle Parche: annodata, ordita folle confusa, tradotta in tela sdrucita a che ceda a scomporsi nell'inedia. (Come fu la tua, Valentino, vero? Fu lisa prima del tempo, dismessa che restò con capo e coda di vento.) 16/01/2013 (dedicata) *** riletta
Id: 69278 Data: 16/10/2023 22:52:18
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Poi mi sorprende
Sono fogli di diario non scritto da me, quelle rigirate dal vento noioso e freddo dianzi a cielo terso come fossi innanzi a scartoffie vecchie. Ma più ne scorro righe storte e vaghe più son certo che di mio non c'è nulla. Già lo so che l'autunno è così: studia che non mi orizzonto, poi mi sorprende con caratteri che più miei non vedo tanto da confonder vie un tempo note con trame d'intrighi tra funghi marci: vesce che, peste, sprizzan spore nere. Si che è anche tutt'altra vita narrata ventosa, per fogli a dirne volteggi giravolte, spasmi e pieghe a commento, rendendole illeggibili cartacce. Sebbene brillino grafica incerta e lessico dubbio, sappilo bene: ad ogni raffica ne cambia nesso. Pur quando senti di afferrarne senso, solo furia è che ne fa cartastraccia.
Id: 69191 Data: 03/10/2023 21:04:02
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Impalpabile in aria
Di tutti quei baci che mai ti diedi ho la bocca piena. Ancora tra i denti li trattengo come resti di cibo di cui non si voglia perdere gusto. Mi affiorano talvolta sulle labbra quando mi illudo che tu abbia sostanza si che poi si ritraggono delusi nel constatarti impalpabile in aria. Allora amari mi gonfian le guance come acqua residua di amori persi che passino per la gola d'inferno senza per questo svaporar miraggi.
Id: 69124 Data: 25/09/2023 21:47:27
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A valle echeggia il vaglio
Gira che ti rigira sole tra i girasoli anima ci si aggira improvvisando assoli. Rivolti al sole in coro col vento è che alzan voce: già aman ciarla di loro che al mattino non nuoce. Tra cielo e terra d'ambra graffi colan d'umori fuor d'afa: sfuman l'ombra In dissolvenza d'ori a far di sangue l'astro sui crateri di bombe: tra girasoli è il disastro a giudizio di trombe. Or tacciono i girasoli più non s'aggira abbaglio: è pestar di zoccoli a valle, agir di vaglio.
Id: 69057 Data: 18/09/2023 21:24:01
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Qualcosa di rosso***
Flutto d'amore dalle mille paure mi risvegliò, da una delle finestre entrando spumeggiando nella stanza, si allargò per ogni dove riflesso. Dall'altra in primavera si era sempre ma tu ancora dormivi: viva, certo, sognavi in rosso galleggiando nuda sinuosa naufraga tra relitti. Fino nell'incavo tra scogli, al verde d'alghe Nettuno d'occhi fulminanti chiesi ragione. E pure alla nereide di bragia che incendiò l'intrigo di onde, chiesi ove fiorivan vampe di vetro. Tornato al fremere di rosso in stanza, al muggire di risacca, al respiro assente come d'assopita schiuma, mi diedi a trovare conchiglie intere: dal suono d'oboe quelle sincere quelle di piacere arrossanti guance quelle dal rossore perché assolate custodi ingenue d'alati risvegli. 10/03/2012 ***riletta
Id: 68974 Data: 04/09/2023 22:28:58
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Aspirarti essenza è follia
Estasiato ti leggo nelle pieghe dell'abito e fin sulla pelle di raso di gamba esposta sfrontata alla vista. Ego che musicale si spande dal rigo nel fissarti: armonia di curve ti accorda flessuosa nota dallo strumento dall'ancia vibrante. E morbida ne esci romanza diffusa: ansante melodia contesa ventre a ventre, da diaframma a diaframma, aspirarti essenza è follia.
Id: 68904 Data: 22/08/2023 22:01:14
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Orizzonte le tue labbra
C’è la luna, sulla spiaggia che brilla C’è il mare che reclama la sua luce Ci sei tu amor che ti rincorro abisso Ci sono io che senza requie divago. Poi che mi fermo sull’acqua mi allungo, sull’onda mi dilungo, in un autoscatto ch'è ben oltre: orizzonte le tue labbra, lì è che affondo, ultima lingua di sole.
Id: 68824 Data: 09/08/2023 22:08:59
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L’alba è bianca di panna
Movimenti lesti e precisi: ad arte muove le mani, allungando le braccia. Del barista, vi è certezza nei gesti, tanto che tira su e giù leve e tazze come ragno con le zampe la tela intento a tesserne pennacchi blandi. D'altro non si cura, se non del fluire d'aroma di caffè prima che, il latte, lo stemperi in cappuccio sul banco rischiumando poi su labbra di cliente tra fragranze di croissant e crostate guarnite a forza di discorsi frolli: dopo averli rimasticati in sonno li si avvalla a colazione al mattino annegandoci pur sbadigli in creme con yogurt, granola, e d'arancia il succo. Dimmelo ch'è dai nervi questa fame e che tra torte, tramezzini e cialde oltre i vetri l'alba è bianca di panna.
Id: 68759 Data: 31/07/2023 22:48:49
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Segmento valgo
Forse che, quando ridi o piangi, in endecasillabi non sai? Forse che, quando soffri e gridi, tra senari non venga smorfia? La gran pena che si ha nel cuore tremor di mani ch'è l'angoscia lo sbigottir che storce bocca stanno già in versi settenari. Tanto più che in strofe m'alberga un dolore per nulla vago: solipsismo è segmento valgo d'un novenario, devia e duole.
Id: 68697 Data: 17/07/2023 22:21:06
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Per linee d’arcano
Mi svolazzi d'intorno ch'è buio pesto. Ma io le vedo le tue ali angelo perso: fredde mi sfiorano lucide e nere che mi riverso a tentoni in avanti. A che mi diano pienezza di volo cerco lemmi flottanti in aria lievi come carezze di petali e brezza dalle tue mani d'angelo caduto. Ombre scorrono le tue dita lente sul ventre tracciando esili lettere: van fedeli per linee d'arcano dizionario dal lessico obliato.
Id: 68635 Data: 03/07/2023 22:04:57
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L’orrore sfuma in tedio
Non ti chiedo se saresti rimasta al mio posto. Pur sottoterra, ognuno è quel che è: frutto dal guscio smarrito col nascere. E resto in ultima fila ch'è grande la sala e c'è tanto posto per fissare oltre la vetrata il nulla. Mi capita così spesso di farlo che, ormai, quasi non ci faccio più caso. Come oggi che non sto a scrivere: il cielo minaccia pioggia sui poggi ad oltranza; in radio si viaggia con cinghiali e orsi; nell'aria saettan strali di fuoco; sottotraccia l'orrore sfuma in tedio.
Id: 68572 Data: 23/06/2023 21:17:07
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In fondo
prima che, incogniti, in oltre si vada refolo d'aria si è che mai s'estingue: vivo, almeno fino ad un istante prima che sia relegato in fondo ai pensieri (sussurro di tenerezza sfumata), sta sempre vibrante nel gesto teso a carpire segreti nei sorrisi ed ansie, planando su labbra in cima sul vetro della finestra sul mare. Figure si è strie di dita su vetro della finestra che ride su giorni d'egual consistenza d'alito sparso: sostanza mai estranea di natura, alla natura giacchè non si è estranei. Disegni si è tracce nella noia di urla sul vetro della finestra sui giorni. Almeno fino ad un rantolo prima di restare inani oltre ogni pensiero ... così tu che ala sfiori le mie labbra corallina di sorriso madreperla, soffio mi rubi vibrando di valve sempre viva nel gesto: mi eri perla tu, calante, fino a quel punto in cielo quando, prima che mi restassi in fondo ai pensieri, ebbi a fermarti in un verso. Ché, così, neppure si muore in sogno fremito che mai a spegnersi va in oltre 08/07/2016 18:21:32
Id: 68504 Data: 16/06/2023 21:28:08
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Per ogni dove
... ovunque balenii: vispi in cielo; sul mare, espansi, ondeggiano oleosi; sulla battigia è sfavillio d'ori al lento ritrarsi di veli . Incanto è seguirne brulichio d'intensi puntillismi in pigolii fugaci.
Id: 68434 Data: 05/06/2023 20:39:34
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D’acqua ed altro ancora
La puntualità di un ricalcolo altro resta connessa alla tempestività con cui, corrente di piena, trascini con sè letto ed amanti via, lontano cullandoli nella speranza sorda che vaneggia prossimo il capolinea, pronto ad accoglierne libero amarsi. Si che scorrere verso una fine acquea sia salvezza che spiova alba dal cielo.
Id: 68359 Data: 24/05/2023 22:52:25
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Oltre il segno mi perdo
L'amore fosse un campo, pur mare sconosciuto, mi ci rotolerei urlo: vana speme nel giorno! Tanta è passione in rosso nei papaveri al vento che io sogno che mai imparo e oltre il segno mi perdo fuori campo svanendo. L’amore fosse un campo, pur vanescente amore, mi ci rotolerei usto. Tanta passione alluma fantasia, avvampante aria di papaveri in fiamme.
Id: 68307 Data: 18/05/2023 21:06:36
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Come già l’avessi rimossi
L'onda s'accende, s'avanza, recede acquista forza, rilancia, rincorre rintuzza, schiuma e infine ai piedi crolla rimbalzando col fragore di schiaffo... È qui che mi hai lasciato d'aria salsa e qui sono ancora adesso che l'acqua mi scivola tra gli alluci: qui, dove tutto è cominciato in un botto d'onda. Ed è qui che vorrei dirtelo: in sacca non ho che dolore. Di quei cristalli che avrei dovuto riportarti integri null' altro resta che frammenti aguzzi. Tu fai come già l'avessi rimossi da ferite che or vedi cicatrici. Guardaci attraverso pure se sporchi: amaro e denso, è mio il sangue rappreso. Fai che raffigurino integrità di quanto da te affidatomi un giorno nella carne viva luccichio, invero sfavillare d'una stella d'agosto.
Id: 68238 Data: 11/05/2023 21:29:14
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Ascolto
Sonnecchio e nemmeno rispondo verbo al sole che già mi arroventa faccia tanto si alza come urlo all'orizzonte. Socchiudo gli occhi e, a bassa voce: vorrei tu mi raccontassi ancora altro di te, cara, qua su questa panchina al parco. Ascolto. Sai che neppure rispondo più al vento: soave insiste nel mostrarmi traccia d'un sentiero incerto tra i rami a nuovo.
Id: 68180 Data: 02/05/2023 22:57:20
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L’albero dei morti***
Luna, luna bella, dove t'involi tu? Cenere nell’urna scaldando, al mese risorgi tonda e rinsaldi legami in sbilancio di vita. I saldi nel mondo degenere ignori e torni piatta sul tronco a stazionarci brilla. Eppure sai ch’è non di poco conto l’albero dei morti. Morenti, in viso stillan sudore dal vivere strenuo, spingendo su per la schiena, fino e oltre la nuca: in mente fluviale clamore in accordo alla vastità delle tempie … Che prenderci dalle parole sorde, cosa vuoi che ci prenda che non sento? Le chiacchiere scorrendo in gola fiele fanno male. Altra verità alla buona forse l’ultima, me l’hai suggerita: è per la testa che ce ne usciam fuori dal corpo ormai inerte giacente ghiaccio … Ora che ti allontani algida luna luna bella, dove in breve mi porti tu, colombella? Perché si fa tanto strepito per un rantolo dal fondo dell’abisso, già che riluci anima stilla infine, appena fuori dal cranio? 18/08/2017 *** rivista e corretta
Id: 68120 Data: 21/04/2023 20:09:11
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Fu
Fu stanza sospesa in cui senza tempo mi vedevi arrotare angoli retti guardingo rigirando su me stesso impaziente, occhi ad un punto di svolta. Di cose ingombra, era stanza da giorno vissuta al limite sempre di corsa: soggiorno dedito alle fughe vane pensavo, andando alla volta del punto. Sarà stanza a notte invasa da sogni, mi dicevo tra me e me, come in spiaggia, viso avvolto in un punto tra i tuoi seni. Ma, appunto: i tuoi seni erano di sabbia!
Id: 68064 Data: 11/04/2023 23:23:37
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Sarebbe meglio che non finisse
Sarebbe un gran bene, se ora l'inverno aspettasse a finire, troppe cose sono qui che lascerebbe in sospeso: la neve che tuttavia non si è vista gli eventi incongrui di sangue irrisolti dell'acanto la fioritura moscia... potrei travestirmi da foglia secca fingermi avvizzito per terra sterpo spegner gli occhi e guardarti nuda ancora; si da non vedere fiori quest'anno: fanno male vederli macchie esangui! Meglio che ancor non finisca l'inverno.
Id: 68005 Data: 30/03/2023 21:37:05
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Luciferina***
Cosa mai non ho fatto per non assomigliarti, tanto che mi camuffai pur nel sopore astioso e nell’arrocco livido. Naturale che pensassi a non diventar vecchio: eri tu sempre vecchio mio, nell'immaginario di bimbo in fuga eterna. Per non esserti pari negli anni, prima che anno passasse, ero ubriaco: mai somigliarti, a costo di bermi pur lo specchio. È così che arrivammo e che tu rimanesti sulla poltrona fermo a studiarmi: curiose rughe vistose hai visto. Perché a portar non è il tempo, avrai pensato, ma il passo, a farsi più a tempo. E cibo a letto da me non l'accettasti. Perché a tua immagine non volevo sognarmi stantio al volger dell'ora, sì da non somigliarti strascicando di piedi. ***05 Maggio 2018 rivista e corretta
Id: 67940 Data: 20/03/2023 22:44:28
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A morire non sono loro
...e chissà quante altre schifezze in pasto mischiate ancora a verità ci danno: che vogliano vederci come porci grassi grufolare tra fango e sangue? Lo dicano che è trama vecchia in scena da un pezzo. Lo dicessero forte assai e chiaro: questi che muoiono in campo non sono loro. Ma non lo diranno: mangime è propaganda di regime a piene mani ne sparge ovunque a iosa e chiunque può esserne preda conscia o inconscia, curiosa di niente o meno.
Id: 67864 Data: 08/03/2023 22:05:14
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Scherzo di carnevale
Si, sono giornate strane per strada anche l'aria è strana: sa del dolciastro del sangue in bocca dopo un cazzotto che il labbro spacchi e, dritto, pure il dente. Corrotto il tepore d'un raggio a riva: lucore è biancore che si fa largo appassito di calle a scena aperta, prostrate dal vento che ne fa strame. Triste, oggi guardo le gemme travestite da boccioli: paiono di già sciupati... maschere, non è la loro stagione. Che sia mero scherzo di carnevale?
Id: 67808 Data: 27/02/2023 20:41:08
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Dal nulla al punto
"Un verso di passaggio si è talvolta: dal nulla al punto soltanto una frase, a volte lasciata cadere così, come per caso una carta dal mazzo." Questo mi cantava voce sincera dal pozzo fondo verità nascosta. Prima che l'azzittisse aurora in cielo ricacciandola rauca in arsa gola. ... ma quanto vorrei che avesse detto altro: d'oltre quel punto, d'universo in ombra, ove delle carte si fondono i semi e del passaggio si scopre l'imbocco!
Id: 67735 Data: 09/02/2023 20:25:14
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Addii in punta di spilli
Ah quegli accordi a spiover nelle orecchie! Eran gocce gli arpeggi stillanti malinconica dolcezza: addii in punta di spilli vibranti. Giusto come quegli spruzzi che sull'acqua si allargano in ampli cerchi per poi svanire in onde, riflesse da un cielo in stato di grazia.
Id: 67681 Data: 01/02/2023 21:14:12
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Il bubbone
Pulsione innata, il sentirla dentro: naturale come tocco di raso di cui non indovini provenienza certa tanto ognuno ci va intorno confuso; ignaro o illuso che non gli riguardi quel bubbone di pus rigonfio e sangue all'orizzonte, che alcuni sognano far West pur trovandosi ad est dei giorni nostri. Un est depistante per lasciare ignavi, sordi ai sibili delle bombe tonte, cieche alle ragioni e ai torti: vecchie o nuove logiche che all'est ci legano. Non so se riesco a spiegarmi, sai, è un po'come chiedersi quando arriverà la morte, domandarsi in guerra dell'allinearsi del possibile nel reale a che accada l'improbabile pace. Ne leggi su qualche faccia e speri, su tante altre non azzecchi traccia e non ti resta che una pulsione innata a voler leggerci curioso ciò che non è e cosa tanto va storto ad alcuni. Eppur si direbbe tutto già in riga ma cosi non è per chi agisce il bubbone.
Id: 67595 Data: 17/01/2023 22:26:15
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Bluescenza***
… ch’era di blu gennaio, blu di fumi, grigio di sterpi e aleatorio di vie. Di fortuna e vita andavano a picco linee, tra calli di blu sul palmo di mano protesa, a stringerlo in pugno il giorno, ormai tra sibili bagliore sfuggente a ovest con rimbalzi nei voli alti, ch’era blu il sogno di gennaio. Faccia affilata di falce la luna, intravista sul discrimine a sera, sospesa restando luceva di noi: blu fosforescenti aliene presenze, rossetto blu sui denti opalescenti, crepate di blu labbra desertiche, le guance bluescenti dune notturne. Più su vibrava blu l’attesa: le ali blu ci erano promesse di rondine. D’un tratto, che si era entrambi a mezz’aria iniziammo a rincorrerci fiocchi blu tra arazzi vecchi come nuovi pazzi! ***22 febbraio 2016 rivista e riscritta
Id: 67543 Data: 09/01/2023 22:26:02
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Ciò che ci resta indietro***
Ugualmente, ciò che indietro ci resta, fa tremare le vene ai polsi: acquista un riflesso liquoroso di luce al tramonto, inebriando d'ambra e mosto che pare quasi di leggerci cenno: oltre d'ogni cellula "per me si va" seppure venendo al mondo per sbaglio. Moto per luogo il dire"per me si va": per esso ci si avvia ad uscir di senno monologo recitando, sorpresi da tutto ciò che di noi resta indietro. Pian piano che "per me si va" colore oltre aurora, sulla soglia ci spoglia natura a dir: "per me si va", oltre il velo d'un viaggio che s'attende in solitaria attraverso nonluogo immaginario. Moto per luogo lungo un sogno: il volo del transire refrattario all'ordinario, è che "per me si va" al di là del segno, vuoti di quanto ha da restarci indietro. *** Auguri per un nuovo anno che ci porti fuori dall'attuale bolgia dantesca, in cui imperversano crisi climatica, pandemia, guerre, ignoranza, oscurantismo e troppa stupidità.
Id: 67474 Data: 29/12/2022 21:15:45
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Metrica ha l’incenso***
Che piacere, che goduria, il chinarsi laggiù di chiome argentee di pioppi! Sembrano carezze sbuffi di brezza, come fossero su pelle le sento: alitar sinuoso ed inebriante, s'espande denso d'un profumo intenso di rito, prendendo forme fragili e fumose d'un sè, sfuggente metrica d'incenso. ***Auguri e di cuore per delle festività serene per tutti voi, amici carissimi e passanti più o meno distratti. Possano queste festività esservi fonte inesauribile di gioia, circondati dall'affetto dei vostri cari.
Id: 67440 Data: 22/12/2022 21:21:21
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Gli occhi del poeta
Negli universi fuor d'ogni logica, tra le dita palmate d'esseri orbi, deambulanti per spirali strambe, ci stanno gli occhi fari del poeta. Glieli han strappati mentre moriva nel sonno viaggiando da quelle parti, per tenersi vive stelle i suoi versi. Già che, tornare indietro non possono anch'essi, ne traggono luce avita che rammenti loro trionfali ludi altri, in cui vincer nudi lui li ha visti.
Id: 67388 Data: 14/12/2022 21:56:38
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L’asociale
Dovrei imparare a lasciare le cose per come cadono, per come stanno e per quel che valgono: se le querce insistono nel parlarmi, con fruscii sputacchiando per ogni dove ghiande, non mi resta che accender sigaretta e con tossicità dei miei dilemmi affumicarle. Si che, se tossendo scuotono ramaglie a pormi in ambasce, sono use poi tacere tolleranti: loro sanno. Io me lo dico sempre che sono un inguaribile asociale e non sopporto ciarle, pur di vento che mi distraggano dal decomporsi d'armonia d'organo nel bosco .
Id: 67330 Data: 05/12/2022 22:26:47
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Ricolmi di stupore
Indietro non ci è concesso tornare: quando curiosi si rinunciò alle ali, esse non ci crebbero più sul corpo; quando strisciando fuor dall'acqua si abdicò alle branchie per un sospiro, esse non crebbero più all'aria; quando dagli alberi si andò giù e posa eretta si assunse, costretti tra l'erbe folte, d'allora essi più non furono casa. Dunque, perché voler tornare indietro? Non tutti i pesci possono di loro sprofondare in certi abissi; le scimmie tra i rami non sanno di antinomie; sai che tutti gli uccelli non possono volare più in alto dei cieli lassù. Si che, seguitando a cambiare forme, pur non sapendo cosa cambia cosa o in cosa ci si cambia, di sicuro si arriverà ricolmi di stupore dove, chiunque, non si sarebbe mai sognato d'essere tanto cambiato.
Id: 67263 Data: 25/11/2022 22:08:45
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Un verso il futuro
Una pennellata lassù di bianco scarmigliati capelli tra cime erte; un'altra poco più in là a cielo aperto ed eccomi servito quaggiù, a naso in su, d'un bel cono di nubi ricce svaporanti di zucchero filato. Un giorno davvero crederò serio di esser salito su un treno per caso. E, scendendo ad una stazione non mia sul marciapiede sconnesso avanzerò. Vedrò allora un cane venirmi incontro che accanto mi si ferma e l'orlo dei calzoni mi piglia coi denti a volermi tirare verso un luogo chissà dove, oltre quel binario morto. Al mio essere reticente, vedrò altri passanti con al guinzaglio cani. Tutti andranno fuori mano tranne uno. A lui chiederò come ricostruir vaso con frasi ed oro fuso in vene. Allontanandosi, alla mia domanda risponderà un sorriso a fil di labbra zucchero filato volgendo al rosso.
Id: 67200 Data: 17/11/2022 21:12:43
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Presagio
Dal buio d'un sospirare notturno d'incanto eri apparsa eterea a fianco: presagio sulla soglia di casa eri brivido per me, in preda ad un disagio. Avrei voluto mi sedessi accanto miraggio d'un possibile conforto a brillarmi sul palmo della mano su quel gradino sospeso nel vuoto.
Id: 67141 Data: 10/11/2022 21:04:12
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Fragile coccio all’incrocio
questa croce di strade sotto casa è come se, addosso, ci stesse fissa sotto un cielo così nero e pesante che meglio ci risaltano lampioni sui volti di chi si lascia all'angolo: per un lato orgogliosa lei di sguardo che s'allontana sicura e pur triste; per l'altro c'è lui in disperato incanto che le mani porta ai capelli biondi incredulo ch'è rotto il giocattolo fragile coccio di mezzo all'incrocio con in spalla la croce d'infinito che s'è frantumata in pochi secondi.
Id: 67078 Data: 01/11/2022 21:29:47
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Se si è vivi o morti
Se qualcosa vibra per aria non è detto che è perché sia viva. Una foglia che volteggia tremula e, avventata, si libra alta, non è farfalla che s'invola vispa: a terra va l'una morta rinsecchita col suo fardello; più in là vira l'altra, fremendo vitale e variopinta di mantello, ove il sole sorride ancora ai fiori. Non dovresti sempre dirmi di non girarmi al pur minimo alito o movimento falso. Invero, c'è necessità a questo mondo di discernere se si è vivi o morti.
Id: 66999 Data: 24/10/2022 21:09:33
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Haiku e fango
Pioggia di fango il cammino è tormento ci sarà altra via.
Id: 66941 Data: 17/10/2022 22:14:20
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Un lupo è un lupo
Un lupo è un lupo e di ciò non si duole se di egli si ha paura: lui non è un cane. Invisibile ai più, libero nasce e mani che lo nutrano non cerca sebbene sia atavica la sua fame. Se lo allisci, attenta: preda potresti essere tu; tua la mano che morde; tua l'anima da straziare feroce. Resta nuda d'ogni veste di seta vedrai che ti lecchera' il collo, il viso... selvaggia è natura oscura di lupo.
Id: 66866 Data: 10/10/2022 22:03:31
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Ivi
Da qualche parte devo averlo scritto non ricordo dove, o soltanto letto. Forse in un angolo remoto d'azzurro magari su righe di nubi laggiù dove l'indaco si stempera in lillà. Oppure all'opposto, ivi che è precoce l'abbozzo di luna a luce ancor vaga. Ah la memoria: convince d'un verso per l'altro incapriccia e non mi dà modo! Si che, a guardar volta, non so la chiave: tutto appar così vacuo a mente fredda da svanire all'orizzonte in dissolvenza come parole d'amore che, scritte su labbra, poi si smarriscano nel blu.
Id: 66779 Data: 28/09/2022 23:38:49
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Lavacro
Mai l'avrei immaginate così fisse d'avercele a strapiombo nella mente In un rimbombo continuo di nubi agostane che si squarciano in lampi tuoni e turbinare atro d'impazzite fronzute alme, fiondanti rami cionchi. E pioggia, tanta pioggia: un diluvio e più a lavar delirio d'ogni lordume in quell' oltre settembre in mille piazze dalle folle incarognite assassine.
Id: 66721 Data: 20/09/2022 22:16:40
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Polvere di conchiglie
... ma che tu sappia: cosa rimugina il mare, quando risacca che quasi pare distratto, arrivando a lambirti, I piedi sprofondando nella rena, languido di sospiri in trasparenza? Forse che ti voglia, ego, tutta per sé in spregio all'alba generosa e vasta o al tramonto prodigo di luci e ombre? Allora vorrei tanto che sapesse: del suo moto acquoso farò mio modo di professarti il mio amore liquido. Si che, nell'esser tu di giugno aria in fiore, sciolga fremiti e sussurri s'un talamo di conchiglie in polvere.
Id: 66645 Data: 12/09/2022 22:03:04
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Al pesce discente
Questa poesia è vecchia, ti giuro! Sebbene all'oscuro si possa credere che, appena adesso, mi si sia appresa addosso, questa poesia di rosso che è più che una fisima, è nata già vecchia di rima. E, in tempi non sospetti, ne studiavo giochetti allo specchio, nell'andarsene dei giorni che già, da uno spicchio di tetto, mi girava nei dintorni: nelle travi s'udiva tarli rosicare e segatura d'ignavi sotto i piedi; vedevo crepe, muffe e iattura di pavimenti sconnessi. Parimenti non lo avrei mai creduto che, con me potesse invecchiare. E, come me sperduto, un di morirà tra ragnatele spesse, ne sono sicuro . È nell'ordine delle cose che sia così. E tu lo sai: dopo un po' non ne ricorderai che le ondine dei tremori, I calcinacci, i crolli, il demolirla di un piccone; lo sfarinarsi di emozione nel farsi polvere, presto soffiata via dal vento degenere del nuovo. Infine che non avrà più nulla di me è certo e la scaccerai fastidiosa sensazione dalla culla. Dimmi, cosa più degradante di neuroni che s'atrofizzino protrusioni, sì da esser tale pappa da non rispondere ciccia a domanda che strippa? Umilianti questi acciacchi alle piastrelle; in bagno i rubinetti incrostati di pianti dalla ruggine corrosi; come dagli scarichi gli strascichi di calcare dalle perdite. Credimi: deprime la poesia che invecchia fuor di "Dite". Dopo tanti anni mi capita rileggerla fantasia che mi sento ancor giovane. E incanutita la penso la vedo, la interpreto attutita: calva ad inseguire carovane che lente sfilano verso mete esotiche lontane. Mi sfinisce in tutta la smemoratezza che mostra per sentimenti fattisi strisce decrepite d'intonaci, per gli infissi che spifferano arie di mattanze per versi sofferte istanze dagli eremi di monaci, per le strofe appese alle finestre dai vetri opachi per metafore che guardano ad un mondo privo d'attese per assonanze affettivamente di rivo ormai così distante... dovrai promettermelo: quando muoio sul serio, devi bruciarla d'imperio con la mia carcassa e ne illustri ceneri di miserie e lucori per abissi lacustri. Chissà che, un pesce di lago nel suo essere discente, arrivi a ricordarne, silente, il mio averla agognata immortale per tutta la vita e più, ravvisandola pur nel gesto brutale.
Id: 66565 Data: 05/09/2022 22:13:14
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Nel nero di pece
Basta rimuginare in greppie lo sguardo torni agli sfilacci nubi che nuotan come seppie simili in rimandi ai brogliacci! Or ch'eventi volgono al peggio grosse gocce di pioggia bucano asfalto nel meriggio sfoggiando in strada arte dell' uggia: basta rimuginare in greppie meglio non voti altri tipacci, tipi da pescar come seppie tanto buoni a imitar pagliacci! Garbuglio brutto che non dico s'è fatto tempi che non scrivo: cespuglio non certo ludico dalla fogna sbuca abusivo.
Id: 66507 Data: 28/08/2022 23:14:58
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Tredici miliardi e mezzo di anni luce
Mi pare assai strano che, per dire di me, tu debba parlarmi d'altro. È un po'come se mi mostrassi una foto, densa di quei baluginii di galassie poste a tredici miliardi e mezzo di anni luce da noi, invitandomi ad ascoltarne il pulsare degli astri attraverso le ere. Eppure dovresti saperlo che io più non sono in vena e i corpi celesti forse languono già spenti al pari del ruggito silente, eco antica, dal mio cuore che si è fatto buco nero. Così lontano è ormai dalla nebulosa che scintilla vitale l'accese stella in questo e non in un'altro universo d'una vita diversa. Ti prego, allora, non parlarmi d'altro se vuoi dirmi di me: piuttosto taci. Guardandoti negli occhi potrò vederci di me parabola di cometa che va e che torna.
Id: 66418 Data: 17/08/2022 22:23:43
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Poesia che s’accoscia
Vero è amore che non prescinda dal modo poetico con cui lo si approccia. Così amorosa è poesia che s'accoscia: un dolore un sollievo un delirio una prova di forza un latrare alla luna un amare pietre che ti macinano il cuore un dimenare di fianchi un incollarsi di labbra ad un fiocco di farina sputato nella notte.
Id: 66371 Data: 09/08/2022 23:50:48
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Inspiegabilmente
Ci sono persone che, apparentemente, riaffiorano alla mente solo per morire. Per anni son rimaste in un cantuccio nella memoria, obliate nell'abisso in fondo ai pensieri. Poi, d'un tratto, eccole rifarsi a galla ad aprirti il cuore con parole che evocano condoglianze e pur speranze rinnovando di sé un volto empatico che tale rimarrà per un pezzo e più. Fino a quando, inspiegabilmente, sprofondando di nuovo dove stavano, ci resteranno per sempre, inspiegabilmente.
Id: 66326 Data: 02/08/2022 22:50:36
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Haiku di luglio
Volger di luna non è lucciola un lume di luglio è inerzia.
Id: 66278 Data: 23/07/2022 21:16:31
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z
Non è che non avrei nulla da dire. Da dire ne avrei di cose, aspre o dolci. Ma è che affatica stare al suolo per farti capire quanto sia arido. Allora resto qui: guardo e ci penso come ossuti siano i rami di quercia che ci vortica d'intorno calura velo invitante a giocarselo un ruolo sudati sul panno brullo del parco: non è che il diavolo ci meni serio per perderci indefesso a carte con noi. Sentilo come scrocchia mazzi di foglie: solo ci gioca, con stoppie e picche, lasciandoci a essicare che la mano sia buona e la scommessa gli renda.
Id: 66220 Data: 13/07/2022 23:20:45
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Deglutendo viscere
Ha un che di ferale il pasto la bestia lo consuma sul campo con ingorda bramosia: la senti uggiolante che strazia che strappa, mastica, oscena deglutendo viscere. Madri di stessa lingua li hanno partoriti gemelli un tempo fratelli crescendoli a latte e vodka. Ora è la bestia a farne cibo dopo che, l'uno contro l'altro messi si sono cavati gli occhi.
Id: 66166 Data: 04/07/2022 20:30:05
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Haiku mora
S'affaccian more ωωωωωωωωωω Nere tra foglie e spine ωωωωωωωωωωωω Selvaggio il rovo ωωωωωωωωω
Id: 66097 Data: 23/06/2022 22:38:04
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Riverberi a notte
Non averci niente da fare d'altro che dispute tra ghibellini e guelfi: gente di cui non ricordo che i nomi così lontani nei corridoi di scuola. Si che borbotto qualcosa infelice più simile a smorfia d'ignoto: ma tu non farti derubare degli occhi dal sole potrebbe farne riverbero fatuo miraggio che perduri nella notte.
Id: 66041 Data: 14/06/2022 23:51:30
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Dai sogni trasudano ombre
Tra brande aleggia come fosse a messa rincorsa al rosario che esonda in vocio ipnotico brusio: non si è in chiesa e scricchiola il sudario tra le dita pur se è forte il dolore e non si grida nel rinvenire per alcuni istanti . Odore d'incenso si spande in corsia suggestione dalla smorfia di luce: da tele trasudano ombre intessute a lutto. Prima ancora ch'è morte già è un brulicare di vermi a ricamo degli zigomi sporgenti dal muro grigio di labbra e feritoie gli occhi. Coro dolente dall'altoparlante zittisce astanti, ghirlande e corone. Nella camera che non arde a vita una vita ondeggia flebile e goffa fiammella di cero danzante al gelo: è il canto che viola agonia e sconforta già che nella mente ogni lume spegne come fosse meno atroce andarsene nenia oscura a denti stretti nel buio.
Id: 65989 Data: 06/06/2022 22:14:42
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È fola
È fola che la natura sia buona e l'essere umano cattivo. A desco si hanno i quattro cavalieri dismessi. Qual nesso possa esister, tra tal fatta d'ospiti bizzarri, non sarà certo un disquisirne ad animar convivio: a tavola, l'uno seduto accanto all'altro, si tacciono spunti e offese. Ci sta la morte impudica assisa ad est; ai quattro canti presiede la peste; la guerra gigioneggia punto e a capo; campeggia carestia a centro tavola; si brinda col sangue e a ovest ci si blinda... È fola che la natura sia buona: in questo universo che sa di zolfo pure le anatre han da essere cattive! Vedi femmine stuprate da maschi che, Infoiati, voglion sopravvivere germani reali accecati, al punto da sacrificare nidiata che, trascurata, pigola esposta ad ogni pericolo
Id: 65918 Data: 28/05/2022 01:09:28
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Eneide(transumanze abissali)***
Schiuma d'onde senza più patria è mare che risacca, senza pace muggendo
di fame: flusso che rifugge guerra è sospinta marea che evade e invade con un passato in cerca di un futuro. In livore grigio perla si scioglie da atomo essenziale a unità monade ed infine ad umanità nomade: stenta galleggia sospesa e, in fondali stivata nell'angustia di identità, alla deriva va appesa a relitti. E, pensosa, si fa il ventre rigonfio d'attese e acqua di mare. Eccentrica aria da disperso per deserti, sbarca Enea il figlioletto per mano, su spalle ha il padre: corrente che avvolge e allenta, dischiude i capelli e li volge al bianco lungo gli argini, dove stanno i vecchi dando spettacolo che sa d'antico. 02 Aprile 2012 woodenship ***riletta
Id: 65847 Data: 19/05/2022 22:42:14
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Insistenti
Stinto il verde degli unicorni alati ben s'addice alla luce stenta in basso. Essa fioca s'allenta nel tramonto giocando a che s'allunghino avventate criniere di finti destrieri in corsa: c'è una giostra che rigira nei tuoi occhi anche i cigni ci girano insistenti li vedi a tratti ombre, a tratti candore. E cerco di ricordare una frase un verso che mi pressava ieri sera: espansosi a macchia d'olio nel sonno, s'estinse rumore al primo chiarore. Un verso che ti faceva sì grande come quel palazzo di nubi pazze che spande guglie sontuose e antenne ardite, maestose di trame e ordito. Un verso musicalmente celeste costruito così ampio da ritrarti con sfondo color glicine orizzonte che ti effondi nota elevata a prece.
Id: 65788 Data: 12/05/2022 22:56:55
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Posa ch’è dubbiosa
Così, almeno, speranza ho di vederti pur tra cento spettatori confusa, nel gran teatro dalle vene aperte a sipario aereo strappato d'imperio, già con una sceneggiatura per me inscritta con inchiostro, irraggiato oro fasullo, dai mille soli infernali: quelli invernali tanto freddi e vaghi avvolti dalle nebbie delle logge; mescolati assieme, quelli d'estate marchianti a fuoco la cute con raggi d'acute sinfonie irritanti i pori che, a darci spago, sprigionano rossi sfoghi, ad ogni appuntamento puntuali. Come la morte di scena che sbotti e a ogni battuta rimbrotti precisa posti a sedere assegnando casuali. Si che, feroci, ci si gratti a sangue peggio d'aver d'una guerra la rogna e alla gogna si mettesse la pace. Così, almeno, speranza ho di vederti, ma tu dimmi, ora che ti vedo seria fissarmi aria di rovine fumanti, che parte mi spetta in commedia ad oggi? Sai già che sul proscenio taccio incerto: rifuggo dal dar seguito a commento soltanto assumo posa ch'è dubbiosa. Così, almeno, speranza ho di vederti.
Id: 65732 Data: 05/05/2022 22:00:55
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Addenta come I cingoli l’aiuola
che sto scrivendo sotto il tetto, mi par sulle tegole che piova: scendo nei miei desideri di un piano. E guardo, deluso, le piante in difetto d'acqua. Della siccità par sadico il morso: addenta come i cingoli l'aiuola Il prato lasciando scarnito d'erbe. In ciuffo afasico, la viola ha sete.
Id: 65672 Data: 28/04/2022 22:27:42
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Frammenti d’altri tempi
Frange sommesso il rivo, infuso argenteo ondeggia, cullando antichi legni. Tremolio è all'orizzonte d'astro scintillio quieto: si fa latteo alla vista salendo. A riva guida derelitti indolenti frammenti d'altri tempi.
Id: 65612 Data: 19/04/2022 23:35:18
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Mercenarie attitudini
L' espandersi di spire è nelle linee di solitudini sul palmo amare, nello scuotere di sonagli algidi, nelle armonie di nenie svaporanti; è in simboli morti inflitti alle membra; in passanti dileguantisi in armi tra laghi di fuoco fatuo: perfetti nell' esser stati ignoti attori muti, come esseri pedestri esondanti odio dagli abissi ribollenti nel ventre. Restano palazzi orgogliosi e stelle a miliardi: ne ho catturato vive paginate chimeriche da libri ora virtuali, ora d' alee cartacee d' improntitudini a calcare scena con piglio e mercenarie attitudini. Su stagni nell'infinito divenir son fronde di salici a fare cieca l'anima, tuffandosi nello specchio crespo di brezza dal cupo principio.
Id: 65526 Data: 07/04/2022 23:05:28
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Pietosa bugia
Ma, la vita, è di suo già un punto per chi viene alla luce e piange a dirotto che pare incanto perché è interrogativo il punto. Giacché la fine, sai, giunge al limite del semicerchio mostrando che non c'e risposta al quesito covato in petto, si che inventi espediente in poesia: non c'è altra risposta alla vita che quella lacrima in condensa sul vetro della finestra. Mai avresti pensato vitali le lacrime: sgorgano in cielo dagli occhi offuscati di nubi dissetando giardini incolti. Sì che ci crescano a conforto fiori che non temano sorte. Però sai ch'è pietosa bugia!
Id: 65460 Data: 28/03/2022 21:10:33
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In video tanto tristi li vedo
Per quei luoghi tanto tristi li vedo stretti in mimetiche, armati sui carri che ci si aggirano ripresi in video come non sapessero cosa farci come in attesa dal regista un cenno come attori impettiti dal copione. Desolante, immensa, tristezza umana tutta quella terra per cui ammazzare o farsi ammazzare spenti di gloria sotto un cielo di cenere e lapilli per quei luoghi ove altro non si potrebbe che morir di malinconia e tedio: l'ulivo non ci sfoggia foglie d'argento novello dai rami contorti al sole attorcigliantisi ai raggi tinnanti; il mandorlo non ci si spande rosa di fiori che ancora non è primavera nell'aria fragrante di campanule; non ci albergano pacifiche palme da agitare le domeniche al vento osannando resurrezione del dio in terra. O, se tutto ciò esiste roseo, però non lo danno a vedere in video perché in chi guarda s'instilli vero odio. Si che ci si allunga litania uggiosa di sangue anch'essa più grigia d'un tono di terra che uggioli sotto i cingoli come fosse vanga che scavi fossa come fosse tonfo che in cuore echeggi come fosse speranza fattasi ossa.
Id: 65382 Data: 16/03/2022 22:38:24
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...’ vuolsi così colà...’
Di quando l'azzurro del cielo è lago bordato di nubi e verde di brame si che gli uccelli ci nuotano pesci in cerchi sfuggenti tracciando rotte. Invano ad occhio nudo le ricerchi smarrendoti compassato viandante: troppo lontane vedi vie celesti che, con agio, possano condurre oltre questo mondo di esseri decomposti. Anime degradate, da ominidi nella savana curvi, a uomini eretti ma incerti e distratti. Senza coscienza alcuna che persista, in essi, istinto assassino d'antenati straniti.
Id: 65329 Data: 09/03/2022 23:21:11
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Sibilo
Scrivere di certi giorni è cosa ardua tanto doloroso ne senti vacuo l'andar per strade con pensiero innocuo. E questo pare proprio uno di quelli: c'è il sole ch'è tiepido sulla pelle, sì luminoso t' abbacina gli occhi. Ma rimorde al cuore esserne felici, sorridendo nel viavai di piccioni o nel prender parte di bacche in sboccio: c' è come un sibilo nell'aria tersa che rasenta e schizza a fil di profilo. Forse è uno scompenso all'udito; oppure, dalla lama di una falce, Il sibilo minaccioso per campi vuoti di messi, dall'oblio sommersi per come ancora giacciono assetati, che te lo chiedo che ragione a mietere abbia il contadino. Mi guardi seria: magari è solo aria gelida dall'est, falciare anime è usa nei tempi lunghi d'assenze ed essenzialità dissolte. 17/04/2014 ***aggiornata e corretta
Id: 65301 Data: 03/03/2022 22:47:24
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Haiku дощовий***
nubi gravidese ne attende già pioggianon ho riparo
Id: 65248 Data: 24/02/2022 21:39:21
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Fuori il deserto dentro
È un vento che impazza e spazza confonde acceca e sconvolge rimestando dune vecchie negli occhi a gettarci sabbia. Lì dove a nuovo s'avvolge, muraglia d'aspro declivio, ancora non se ne aveva pur traccia, ma era nell'aria: già s'indovinava arida, non conforme alla stagione, l'epifania del deserto che è dell' anima più vasto.
Id: 65209 Data: 17/02/2022 23:03:51
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Gemme di braci
... a dirlo chissà cosa mai sia poesia. So soltanto che, in alcuni momenti, guardo il cielo che s'agghinda da sera con diadema dalle gemme di braci. E vorrei tanto esser così lampante da poter scegliere se esser baleno di astro che illumini con estro raro o seme che spanda radici in terra. ps: ricorda che non si sfugge a quel che si è: poeti o apprendisti stregoni, sempre si fa scelta che, prima o poi, denuda.
Id: 65157 Data: 09/02/2022 22:33:36
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Incipit
... sconcertati che sia l'inizio a mancarci sempre: scava e scava con fede e senza fede, con e senza vanga ché "Sia fatta luce" non ci salva. Luce che è, quando mai non fu? Luce che sarà, perché non più sarà per noi se non lumino, flebile faro per chi più non torna? A non mancarci è la fine: sempre ci sta addosso scimmia mimando incipit d'un vagito sopra l'ineccepibile rantolo d'orologio.
Id: 65109 Data: 31/01/2022 21:41:01
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Neve brilla
Io sono neve e sono così brilla da recitare poesia senza posa lungo la strada infiocchettando rami. Già che cado a notte per ogni dove non datemi retta per come danzo in aria e tutto intorno che si guida. Si badi che sterzo risponda e freno non si tocchi: facile è che si sbandi su me, lastra ghiaccia in versi ai rintocchi. Scarlingando qui e là a fil di sonetto sono neve che fa anima più nera che un ceffo da galera sbronzo al banco.
Id: 65043 Data: 23/01/2022 23:51:32
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Il respiro del melo selvatico
Similitudini sono nei solchi In fronte infinitudini di rughe: Il respiro selvatico del melo è groppo in gola di mela bacata. Strisciante tra fil di ferro è il peccato Vedilo serpe che striscia e sibila dalle travi che ti viene d'incontro mellifluo morso che desideravi. E scrostati ruggini dalle mani: gocciolano a render cose lontane con finitudini malinconiche per le mani inarrivabili utopie! Di religioni, dimmi dei miei peccati fiore; di ideologie brusio nel vento che d' inquietudini le ammassa morte anche per te, segmento piccolo d' eterna linea bruciante chimica. È un capriccio il desiderio alchemico: lavora nelle menti, si che nasca qualcosa che indelebile rimanga.
Id: 64976 Data: 13/01/2022 23:48:47
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Sbocciare mattutino
... sovente, è battito ansioso al risveglio il pulsare in petto ancora degli astri inesausti, sebbene non più notte. Solo si placa col mescer di raggi dal sole nascente sul muro a fronte: illuminano virtuosi e languidi sinuosi avviluppando il tuo giardino lubrica offerta di boccioli turgidi sul prato assolato al primo mattino.
Id: 64924 Data: 04/01/2022 23:49:58
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Dritti dritti***
Perché dritti si arriva al sole Perché, dritti, gli ultimi raggi ci arrivano a iosa come baci. Sì dritti l'orgoglio impettisce già che come gli aghi si svetta E le nuvole alte si punge. *** Auguri per un 2022 che possa vederci più dritti che mai arrivare dritti alle vette più alte dei nostri desideri realizzandoli in un contesto che rispetti di ognuno i diritti.
Id: 64890 Data: 30/12/2021 02:43:49
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Haiku marcescente
Son foglie marce sotto i piedi poltiglia animo in pena
Id: 64852 Data: 21/12/2021 22:33:41
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Mi piacerebbe***
Mi piacerebbe che lo si dicesse: stanotte si vola e, seppure distesi, sul letto aggomitolati si lievitasse al proferire di parola: si voli senz'ali! Nell'aria inebriante di profumi volteggiando lievi sarebbe bello se, come di fronde le sarabande di tende alle finestre nel vento di giugno d'intorno si profondessero in sussurri ammirati e dalle serrande di cielo discendessero sensorialità diffuse nel chiacchiericcio di grilli ubriachi tra tigli
... mi piacerebbe il nostro avventarci tra nuvole pieni l'uno dell'altra divoratori di spazi... Mi piacerebbe che si volasse stanotte
woodenship - Lun, 29/06/2015 - 15:53
Id: 64807 Data: 13/12/2021 23:26:59
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Cipressi di palude
Vorrei illudermi che barca ci passi lì, dove è a pochi centimetri il fondo. E insisto, come non sapessi verbo che sta nei riflessi l'inganno invero: si fan tremuli sullo specchio d'acqua il fondale azzurrandone di cielo si che lo diresti di abissi veri. Verrebbe voglia andarci alla ventura non fosse per il guizzare di tinche viscide e sfuggenti come sogni tra cipressi rossi di fronde, dove restarci in secca sa d'autunno in fieri.
Id: 64754 Data: 04/12/2021 22:30:44
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Musica di strada sei
Con linguaggio desueto è che mi parli mentre immagino universi in palpiti di note espanse all'orecchio, d'un fiato tatuate su pelle esposta alla luna in questa serata ch'è cosa rara, tanto ti si diffonde per la piazza che è idea pazza non sentirti e svanire. Questo sei per me: musica di strada, mi dico, che mi fai spazio d'intorno, di quella che mi arresta lì di colpo dove sono, ad ascoltarti rapito. Quando ti acquieti e mi ridesto, scopro che sei stata solo un lampo insolito e resto in un intervallo infinito bagliore aspettando d'un nuovo lampo. Prima che arrivi pioggia e via mi porti .
Id: 64690 Data: 25/11/2021 22:43:48
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Haiku e miele
Fiore odoroso ¥¥¥₩₩₩¥¥¥ labbra ha che san di miele. ¥¥¥₩₩₩₩¥¥¥¥¥₩₩₩₩ D'incanto il bacio ₩₩₩¥¥¥¥¥₩₩₩
Id: 64643 Data: 17/11/2021 22:28:38
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Tanti ingressi una sola uscita
A scuola di presente è qui ed ora l'appello. Ogni aula ha ingressi vari, sempre una sola uscita. Per ogni accesso un muro a stabilire in fronte orizzonte d' eventi. Prima dell' uscirsene ci si guardi alle spalle per terra e anche a mezz'aria a che nulla ci resti nella stanza in sospeso.
Id: 64598 Data: 11/11/2021 23:37:06
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Vita favola amorale
D'un colpo eccoti svelata la nostra natura grottesca pur sempre reale: non appena acquietiamo le mascelle e all'occhio vien languida la scintilla, eccoci a speculare strambi, dando pure senso d' esserci all'ignobile istinto che introietta la discutibile libertà dell' ego contrapposta al noi. Formulando fonemi da scrivere, ci si cimenta a declamarli arbitrio libero, da chi o cosa non è dato. Individui diabolici noi umani: ci si sbizzarrisce in modo umorale nel perseguire pedagogia fine, sì da insegnare che la vita amara pure essendo favola amorale, anche si potrebbe chiudere con morale.
Id: 64536 Data: 04/11/2021 00:50:29
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Un gran tacere intorno
Tutto un gran tacere è ora per i boschi parlano solo i colori dai rami e dai prati. E quando c'è, non resta altro se ancor voglia si ha d'un tepore alle ossa che rincorrere il sole che s'abbassa. Chissà cosa mai ci si aspetta nuovo nell'appender verso alla sua bacheca mirandolo dritto negli occhi in cielo tra fraseggi a volo di uccelli muti Con strisce bianche parallele e fisse. La cosa fa un po' puttane per la via che nude si offrano alla vista in poesie speranzose di commenti a gloria ovvia. Sonanti brillano di attese grandi spegnendosi appena oltre la pagina. Qualche volatile c'è che si ferma in aria, frullando talvolta strano: una critica contratta o una lode. Poi va, l'orizzonte lasciando sgombro nel pieno d' un grande tacere intorno.
Id: 64440 Data: 26/10/2021 02:36:08
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A nascondino
Abbracciare il tronco mi sta bene, sai ma non saprei contare fino a cento: i lupi non sanno contare, è noto. E nel bosco usciamo a sera che affonda. Se vuoi giocare a nascondino, vieni di notte sotto al dirupo e stai fuori dal mondo. Li vedremo come che sia possibile l'arte dell'incontrarsi: io che non conto, tu che ti nascondi, la mezza luna che è su, tu che ridi le ombre che danzano, io che non ti scopro ... si, siamo dei fruscii che si cercano: in pegno dai il tuo sorriso al ruscello. Se ti trovo, lo berrò a mani giunte.
Id: 64384 Data: 20/10/2021 00:50:12
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Rimando del tempo lo scricchiolio di rimbalzo
Son io, son io che giro da ieri ad oggi sospiro nella mente molesto ronzio che do di resto. Son tempo che va a rate per le balze d’ingrate genti ridotte all’oblio ché non odon scricchiolio. Or che è estremo il rimbalzo d’orgoglio non son scalzo ne’ restio a dar consigli: badino più ai lor figli! Gualciti i fogli bianchi saranno saltimbanchi; incendi suscitando saran poeti rimando. Son essi vento e fuoco; son essi fine e gioco: di pancia rasoterra con pugni a batter guerra.
Id: 64303 Data: 11/10/2021 23:05:10
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Del mare
Tutto quel che so del mare è che mi manca non poco alto volgere di spume. Poi quando ne sento voce sangue mi bolle risacca e onda è nostalgia che impazza. Che più non abbia a vederne spruzzi, fitta buca a spillo otre che ne serba sale. Si che posso solo dirlo di non essere più in grado di definire cosa sia salsedine vecchia in poesia. Memo che, in certi momenti, ce l'ho a vista come cielo: nubi a vela. E vorrei tanto In plenilunio, montare delfini tra flutti argentei.
Id: 64229 Data: 04/10/2021 23:00:44
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Primo bacio
Ah il bacio: quando è stato il primo è successo che è sorto il sole sebbene fosse notte fonda. Desistette ombra e pervenne alba tersa a gioia e mi sfiorò mestizia. Sentii brividi sulle labbra come ci avessero incontrato davvero bocca di corallo sul leggio a pagina dischiusa leggendoci sopra i tuoi versi: quell' impastar lemmi e stupore che regge aulico sulla pelle, a significare diletto sulle tue labbra, a prima vista meraviglia d'amore in foglia.
Id: 64165 Data: 28/09/2021 23:41:33
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Diserzioni
Tanti si chiedono di questa fine estate di vuoti a rendere invano; anche di pioggia così scialba e uggiosa perché insistente di paure ataviche. Io solo dissento e mi domando ora nel silenzio sul prato, dove siano finiti i cinguettii dei passeracci disputanti croste a piccioni e merli fulminei nei voli dai rami alla ghiaia per i viali lungo il giorno sbiadito. D'un colpo mi accorgo del vuoto intorno: anatre e corvidi non lo colmano; più morte son le foglie e senza appello prive dei loro saltelli a scuoterle. In troppi si chiedono di questa aria di fine estate dagli uscì socchiusi, dai fiori assetati nella polvere nulla trovandoci di che ridire senza per questo farsene la colpa se questa assenza passa per radici desolate affioranti diserzione.
Id: 64107 Data: 22/09/2021 02:14:43
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Nuvole son di passaggio
Il vento ne fa stracci Il sole le modella desiderio le sfrangia. Nuvole son di passo. Fan di petto un tragitto: che sarà volarsene com'esse alte per cieli?
Id: 64022 Data: 14/09/2021 01:06:55
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L’estraneo
L'estraneo ha, come sola amica, lassù la nuvola: di essa, se c'è, si fa schermo per sfuggire allo scherno di chi aggrega e di famiglia vive inchino di giunchi nella palude dei"qui so che è patria". L'estraneo sta dall'altra parte in strada, a valle, oltre le transenne di fronte; si che non ti dà retta se lo chiami. O, se risponde, è solo perchè è assente: cos'è la morte per un estraneo in vita se non estetizzazione dell'estremo pensiero che si fa carne? Sente soltanto se lo si osserva curiosi. Perchè, vedere come si è animali, gli dà modo di ritener l'istinto, un riflesso del verme sotterraneo che è nervo scoperto d'ogni vivente. Non pensar mai d'essergli conterraneo: egli va spesso per ritrarre nubi, poi finisce per riprender d'un giorno la stella come lui pulsante aliena.
Id: 63959 Data: 07/09/2021 02:44:48
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Ostaggi senza riscatto
Non c'è riscatto, sappi, pur se rimorso brucia per l'oggi che si è ostaggi di ciò che si è fatto ieri. In terra di misfatti ove ingiustizia è legge solo c'è d'andare oltre vita con altra morte. Si che non nasciamo a che resti immutata cosa il mondo sotto i piedi, com'era prima che occhi aprissimo al sorriso sole di madre all'alba.
Id: 63899 Data: 30/08/2021 22:29:34
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La fine di un ghiacciaio
stanno perlopiù silenti sull'orlo pure nei giorni in cui scommessa è starci lì, in attesa che tocco d'evento, oltre, con furia acquea eccezionale, le spinga ad animarsi frementi nel greto furiose e devastanti ogni ostacolo, creature di un torrente d'alta quota che della morena accoglie ghiaie ed acqua. Del resto sarebbe sciocco negarlo: certe pietre pare non aspettino che risuonar canti di morte a valle.
Id: 63843 Data: 20/08/2021 23:49:15
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Haiku cadente
spiovono raggi ¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥ perle attizzan sublimi ¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥ Occhi ha la notte ¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥
Id: 63786 Data: 12/08/2021 22:08:15
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Transitano per gli occhi
Passano molte meno parole oggiper le orecchie. Di più ne transitanoper gli occhi: affollando la mente mutepenetrano inebrianti come sorsidi vino che spingano fianchi al ballo.Ma non che siano in veritas per questo,s'avviluppano anzi bugiarde ai bulbi.Sì che quando le vedi agli zigomiche ti risalgono su per le iridite lo chiedi se per caso sia folliain commenti depressa e manifesta.
Id: 63746 Data: 07/08/2021 02:06:18
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Haiku aulente
Perso, nel vento rosa annuso purpurea: per casa ho un filo.
Id: 63695 Data: 28/07/2021 01:20:47
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Oltre le sbarre
Tempi strani son questi qui: li sento sui denti battere senza alcun senso. Non è per paura e l'hai sempre saputo: nemmeno faville da fuoco, quelle
che ne sprizzan come da incenso acceso. Fiato sospeso resto alla finestra in tempi in cui, più conveniente pare respiro appendere in condensa al vetro. E sperare che evada oltre il riflesso di quel che ricordo di essere stato in cerca di quel che son diventato perchè ancora mi sto chiedendo chi io sia.
Id: 63655 Data: 19/07/2021 23:40:29
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Haiku celeste
E' quel ch'è cielo @@@@@@@@ limpido o tenebroso @@@@@@@@@ ribollir d’ali. @@@@@
Id: 63602 Data: 11/07/2021 01:14:28
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Vera come non mai primavera
Una primavera che, ancora adesso, saluta inevitabile con sbocci, cinguettii e voli che sanno del fiele
di quei giorni: ci stava sotto gli occhi in buchi e, non lontana, in prati stenti periferia a lato d'alberi stinti. Primaverili cristalli zuccherini nei cucchiaini diluita polvere blu
poi che brillava di bolle limpide, pur se non meno tragiche dell'oggi. Stagioni che si alternano, diresti nel loro disputarsi cuori e menti.
Come varie mafie in piazza lo spaccio alle idi di marzo ogni anno, d'ogni età. Ma noi lo sappiamo, vero, che non c'è: non si è mai avuto momento migliore. Ci sono solo attimi in cui si è così, perchè più giovani e fluenti, azzardati
da bagnarsi in un fiume che sottende canzone di primavera e di morte.
Id: 63548 Data: 02/07/2021 00:07:14
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Haiku
Verso s'avventa
><><><><><><><><><> nel gran fuoco al tramonto ><><><><><><><><><> gabbiano vola. ><><><><><><><><><>
Id: 63499 Data: 25/06/2021 01:15:44
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Notturno
Sono venuto sulle vostre tombe tra l'altro per abbozzare due righe ancora che possano dirmi di voi. Certo, cosa assai singolare questa: che tanti chilometri abbia percorso
per poi scrivervi in piedi sul marmo che fa da tetto ai vostri sogni in gelo al sole impedendo di scioglierli acqua. E' che ad ispirarmi sono ossa spoglie le vostre che un dì ho abbracciato e accudito rivestite da sembianze ancor care dai tendini contratti in compassione. Vero che la grafia è quel che è: diffuso errore di tratti, confuso intreccio come la mia vita frusta un furore. Mi vedo come riflesso allo specchio oltre andando senza prefisso alcuno non rilasciando di me che immagini presto da occhi e da vetrine svanite quintessenze del nulla: si va frame senz'altra fame che uno scatto a vuoto prima del buio, all'accorrer di latrati dall'orecchio inquadrati nel notturno.
Id: 63444 Data: 15/06/2021 22:56:04
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Ecco come mi rimorde
Con occhi rivolti al cielo superbo
ti lasciai sola e radiosa nell'alba.
Anelli tinnavano una romanza
frugando l'aria:aspettavi la luce mia promessa d'una nota a passione. Ecco come mi rimorde nel cuore
che ti lasciai falena tra gli specchi
in posa e senza altro sole a ghirlanda
se non quello di una lanterna cieca. Ecco da dove il mio travaglio in nuce
ebbe la meglio:a partire da dietro un albero, improvvisato rifugio verde
in grado di nascondermi a te ignara
ma non ai voli d'incubo sull'erba grigia. Ove alla fine fu scintillìo: diamante grezzo di stella fu l'odio
a bucar le nubi spezzando il sasso. Due le metà che restarono in mano due le metà che partorirono ombra errante d'alieno. Ego, vaneggiante
discosto, confuse nel bosco in sonno le tracce ovvie dei sentieri interrotti.
Udìi risuonar l'eco di una danza: la tua, ma non seppi dire da dove.
Id: 63383 Data: 08/06/2021 00:15:28
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Il vuoto in petto
Temo che mi stia tutto nella mente questo tuo balenarmi idea balenga fissa che si riproponga ogni notte quando stanco mi adagio sul letto stupito poi che mi ritrovi preda del vuoto che mi raggela astro in petto e tu in testa ossessiva che mi strazi feroce attizzandomi con un dubbio a che cero livido bruci insonne.
Id: 63332 Data: 31/05/2021 23:50:28
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Tramontana e ghiro
Si aggira dispotica e grave, brezza malandrina, che dal nord ti rigira a gomito e, per dispetto, ghiaccia punge in viso. Di nulla ti riveste animale in fiore con frange d'amore che s'inventa fola intorno alle creste. Storia di ghiro che dal sonno si desta: sa della fame, avanzo del letargo ma non sa se oggi sarà sazio e vivo felice d'un nulla a perdita d'occhio nel fremito che va largo per boschi e d'ansia sui campi si scioglie in pioggia.
Id: 63281 Data: 26/05/2021 00:07:36
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Cigolando
Non era incubo: davvero alle porte ci bussavo. Queste si aprivano oltre cigolando uguale sberleffo rauco per poi rinchiudersi impietosa bugia. Oggi così vedo inarcarsi messe rigogliose nel levarmi in alto e poi, come onde, relitto gettarmi a riva. D'essere senza scampo è il vero dramma spiaggiati che dal verbo non c'è fuga dall'orbita in secca al palpito d'occhio: unico sollievo nel vibrar ciglia è il cadere di gocce di collirio fresco scintillio da te tanto amato con sollievo da me accolto in delirio.
Id: 63215 Data: 18/05/2021 23:52:45
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Nina Cassian
... Chè, a toccarcisi bui la testa a mane, ci pare di riviverci anche ardore in quel gesto che rassetta capelli sogni... con una ruga di più in fronte al confine con la tempia che pulsa.
Così è un dubbio d'amore:"Mi sarò mai dissolta nelle vene dell'altro?"Lei: al mattino può capitar, doppiato
"Capo di Cattiva Speranza." Senza nemmeno più chiedercelo se ronza dentro o vispa ci gira intorno "mosca"
Id: 63148 Data: 12/05/2021 00:30:41
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Un attimo che non vedi
Di arrestarlo cerco sempre l'attimo si che non mi si faccia ruga in fronte e raggrinzi l'ansa in gola, sul petto lasso istante assottigliandosi osceno; oppure che decori gambe e braccia memento, affiorando intrichi venosi a che non lo consideri neppure, dai capillari bluastri sparsi, assente. Ma io insisto e inesistente lo dichiaro; dicendolo leggenda non lo colgo: fiato dai denti è, di poeti ed amanti finanzieri, militari, corsari... che sempre lo declamano fortuna reclamandolo per sé a proprio amore. Un attimo è per legarcisi eterni e sognarsi immortali. Ma l'attimo non ci sta, non esiste, anzi: è già andato tant'è fuggente che manco lo vedi.
Id: 63068 Data: 04/05/2021 00:14:09
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Ti allontani vela
Mi manchi la notte, amica mia, mi manchi la notte: mi guardo intorno vedo solo un muro; tendo le orecchie a coglier l'onda ma da lì non giungon rumori: muro di silenzio è ormai a notte. Di noi due restan solo sogni: crescono arborei chissà dove gemmando d'aurore boreali; oltre quel dove è sempre amore fantasma che si gonfia vela con a poppa amica la luna.
Id: 62994 Data: 26/04/2021 22:52:23
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A lezione dal ciliegio
Messo in verticale e a picco sul mare basaltica suggestione tombale il colle: tra olivi e fiori di salvia, ho appreso del rosmarino l'odore, dei pollini fluttuanti il farsi vita. A lezione, illustrante dovizie altre, ci sono stato: perigliosa danza per balze frementi, rimbalza densa di petali bianchi, fragranza aulente nel dì morente, d' un ciliegio in fiore.
Id: 62932 Data: 19/04/2021 23:41:56
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Per immagini vorrei
Parlar per immagini ai tuoi occhi amore per averne delirio al brillio acido dei paradossi degli amori al mondo vorrei. Si che tu, leggendone linee ne abbia linguaggio visivo alle iridi e sensoriale tremolio alla mano quasi fosse di sensazione nota che ti arrivi sensuale fin sul palmo come brivido di emozione calda ... Ah, farci l'amore come vorrei ora per verso, ritagliandomi uno spazio tra i tuoi seni! Esserci lì nudo, vorrei fosse spiaggia, dove ci sto tra sabbie perso, conchiglia e onde rasenti membra a suggerir di te da ogni fessura che rimbalzi mugolii da risacca giungendoti per immagini agli occhi.
Id: 62879 Data: 13/04/2021 23:50:46
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... ci comprenda il mondo
Prova tu, diversa la pelle, a starci sul filo. Dì come ti sentiresti sul filo, a pendere dalle labbra altrui che non combaciano sapori o linee: sillabe bocca a bocca, scandalose dir poco. Ti parrebbe giusto, vero avere lasciato casa, parenti ed amici, attraversato deserti e mari: morte a destra senza tregua per starci infine a sinistra, all'angolo pensoso, cappello in mano per questua vittima ennesima in luoghi comuni? Recinto è il luogo comune: ci cadi che nemmeno ci credi, solo ci sei. E lì, convinto e sicuro, ci resti comodo che occhio ci "comprenda" il mondo.
Id: 62809 Data: 07/04/2021 00:19:18
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Che vira
Umore che vira a stupore quando tra foglie si fa largo una viola: timida prega a che non le si calpesti erba. Confidando bontà in un giorno che prende avido per quel che dà
Id: 62729 Data: 29/03/2021 23:53:02
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Ci manca***
Ci manca***
Ci manca qualcosa se ci fai caso sempre, quando pur ponendosi in posa si sorride umbratili che si mima cane alla parete a caccia di lepre. Per interstizi fugge dita agili, suggestione inarrivabile, ordunque tra intercapedini inafferrabile; si che, stanche, sul muro si fan cigno d'ombre cinesi fantasie di mani. Facci caso allora, di certi stili, alle bizze: architetture slanciate sferzate dalle correnti, efficienti sembrano celare intenti assassini nel costringer l'incauto a torcer collo, sedotto dall'idea di fuga, sguardo verso l'alto da mantenere in linea ai profili zigrinati dei terrazzi di grattacieli zavorrati al cielo. Se dovessi farci caso dal basso da sotto i balconi di fiori e verde decollanti, nota bene che manca sempre qualcosa, fosse anche il frullare d'ali, nello slargo tra le piante desio; che poi, quando si va a veder la foto l'antenna lampeggiante persa in cima lungi dal far da candela su torta s'arcigna realtà maligna, infissa aspra volontà, pungente mucosa azzurra
nell'incistarsi gravità, ignava è essa nel tempio del culto del nontempo atro. In ciò, se ci fai caso, si fa dramma non riuscire a dire cosa ci manchi. 06/05/2017 *** 01/03/2018 rivista e fotografata
Id: 62625 Data: 22/03/2021 02:02:56
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A tempo perso
… è che mai L’ho capito cosa possa o non possa significare il tempo; non so “avanzarne”cosa voglia dire. Più facile è che ne perda da ozioso peggio che sangue da una vena aperta. Spesso mi ci accomodo frustro e lasso e imperterrito a dissanguarmi resto. Poi, dopo nulla facere apatico, già che la pigrizia mi ha roso carni, mi dispero, mi specchio ebbro e capisco: di tempo ogni cosa ha il suo. Così sono pure io, essendo ancora nel mio di tempo, fiore fatuo che ritarda a sfiorire.
Id: 62540 Data: 16/03/2021 00:12:29
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Doro un fiume*
Di oro ce ne viene tanto dal cielo e più lo si cerca tra terra e mare delirio più si spande fiume agli occhi. Ascoltami come scricchiolan croste sono molliche rafferme le anime sotto i piedi. A quel che vedi, sul piano di quel tavolo scrostato, fende aria grido dismesso: povertà in via è donna, accasciata a sognarci un conforto ci sta. Seppur nuda verità in legno insonne che consoli con passione, non dà concretezza altra, che d'un velo cedevole come tenebre all'alba. * Per un 8 marzo di 365 giorni all'anno, AUGURI!
Id: 62460 Data: 08/03/2021 02:53:22
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Il tramonto è bugia
Di tra i rami si finge bugia a fuoco si che, bruciando bassa e fumosa, ombre manda in scena da consumate attrici nel vespro incerto improvvisando a freddo monologhi sotto astri ancora vaghi sul confine, ove sbadiglia già luna.
Id: 62386 Data: 02/03/2021 01:06:21
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Intelligenza artificiale
...una volta che mi sei sotto pelle lì ti effondi adrenalinica e sgusci
nervosa, diffusa, filamentosa... Sensore sottotraccia vibri bassa
captando asperità e temperie vaste
d'interni. Così metallica tranci arterie e vene confuse coi nervi,
che ti sento pietosa a mente fredda: infissa, affondi nella carne, sonda cauterizzi già che operi suture sì che si trascenda a volo l'umano.
Id: 62308 Data: 23/02/2021 00:06:21
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Insetto in volo distratto
A sprazzi l'azzurro è finestra in cielo attraverso ci guardo: va e vieni è di sogni tra grigi. Per aria gli intrecci d'arazzi preziosi di ricami e perle di ragnatela hanno la trama. Si che invischiato mi ci sento come insetto in volo distratto a cuore che altri disegni abbia.
Id: 62230 Data: 15/02/2021 23:47:42
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Canto dinverno
La sua voce mi insegue inesausta ode echeggia per viali ampi e tronchi scheggia; a sera, sai, ombra che s'acquieti pare prima d'azzannare perfida il cuore. È un intrico di note l'inverno, sai? con torsioni invisibili di accordi
effonde intensi brividi alla schiena si che t'immagini orchestri l'avvento. E siedi a sentirne sferza tra rami
che contorce e smorza pur tenui cromie
allumando emozioni che sanno aria dell' eterno ritorno aureo di un canto.
Id: 62153 Data: 09/02/2021 01:16:43
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Linee di contagio
Mi rimanda dentro ad un guscio tutto questo buio nella stanza: compassato ci sto in silenzio quasi chiededomi se, ancora ci sarà qualcosa di vuoto da riempire oltre le persiane. Quando, attraverso le fessure in sonno tornerò nel mondo.
Id: 62065 Data: 01/02/2021 23:32:07
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Ricorre
Ricorre cordoglio notturno, greve flautare cinereo, cellule in aria di morte sospesa. Gelido e spesso sul tavolaccio è il cubo: argenteo luce fulcro asettico e tragico di leva. Opaco l'universo ci si pesa a sbilanci d'amalgama ristretto come i "sommersi" in cuccetta di lager subendo la metrica di baracca: che alluda alla combustione dei corpi poi che il fuoco li dilata in fumo acre? Mesto s'apprende rammarico all'osso ch'è a tappeto il russare stanco: verso costante, s'allarga d'orrore a bocca fino ai pidocchi tra coperte e nasi in collottola imbucandosi sozzo. Storia che, come granchio, corre a mare: che indietreggi, pare, eppure s'avanza ai gabbiani sfuggendo tra gli scogli.
Id: 61957 Data: 25/01/2021 23:37:24
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Odori e sapori
Molti sono i sapori non più tali perchè adesso al palato alieni, come gli odori un tempo di casa all’olfatto … e che non hanno più da essere, insinua gracchiando corvo. Ch’io già non rammenti nemmeno quello del tuo corpo, insiste: sapore che ho perso oltre ogni limite lo dà. Ignaro che, pur se infinito ci provai a delimitarlo con baci. Eh si che tanto prezioso mi è ognora l’odore del tuo sesso sulle dita: da lì giunge ancora ingenuo alle nari. E non dica che è perché si cincischia nel tramonto, in cui null’altro si aspetta che astro si abbassi per prenderci a bordo (arca di un giorno dalle molte vite solitarie a filo di mezze lune) che in bocca non abbia più il gusto di te. E’ che ora ci siamo solo io e la marea che riva più non bagna con saliva di un piacere che si è perso nel tempo. Mi è più facile il punger di ginepri argomento di un isolotto in Grecia, acquattato non lontano da Creta: più cappellette erano che abitanti. Le vidi punteggiar fianchi scoscesi in giù, fino quasi a picco sul mare volte al vanire di odori e sapori con monotonia acida salsedine e versificare alto di gabbiani…
Id: 61844 Data: 18/01/2021 23:06:51
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Cipressi
E' nebbia a velarne profili è luce a modellarli stilo si che è oltre la rete, ove tutto s'apprende, il dire di cipressi: scuro di fronde giunge, come ombre che freman tra le tombe, scrivendo in un cielo ch'è cera di membra che nutron radici.
Id: 61737 Data: 11/01/2021 23:03:48
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Gramigna ti direi
Ti chiamassi"erba", già che irta mi fissi irridente ad ogni affondo di vanga, gramigna avrei a dirti: infesti dal fosso reticolare di radici fitto. Soffochi il pure minimo sussulto di un timido improbabile raccolto, groviglio greve di steli accentati dal vento ed ingialliti dalla brina.
Id: 61633 Data: 05/01/2021 00:12:13
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Scosse nellanimo
Sono vite e foglie severe, vivono di luce riflessa d'incanti arricchendo le sere. Nel plenilunio acconciano arie: stormendo faglie di pensiero vibrano scosse nell'animo.
Id: 61537 Data: 28/12/2020 23:51:50
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Un nuovo e aureo inizio*
Su per l'arco ci si sta in un baleno, di risalirlo ben attenti si badi: mano a mano che dal petto se ne esce aria, come d'un sibilo a sciogliersi vago, si colga d'un lampo il volo cieco, prima che cessi il botto da scoperchio, se la pignatta di gnomo alla base si vuol vedere. Dicono ci tenga tanto oro dentro: sì che, quando avido la scopre ed un raggio di sole dentro ci cade, l'arco se ne indori vanesio reiterandosi nella mente imperio in scia al rito di luce del solstizio d'inverno, a che sia nuovo e aureo l'inizio. *Con i miei migliori auguri a tutti per delle festività serene almeno.
Id: 61445 Data: 21/12/2020 23:39:33
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Il volo è come una ciliegia
Il volo può esser dolce ciliegia di cui non esser sazi già che la gravità si sfida ... e io ho ancora un solo passo a poco dall'abisso che insiste al gusto amaro. Flemma:
se ciliegia non è un passo un passo non può dirsi volo.
Dilemma: come volare oltre l' abisso se si ha appena un passo? Occorrono ali per volare.
Flemma: pure un cuore che non tema l'abisso. *11/09/2013 rivista
Id: 61356 Data: 15/12/2020 00:11:30
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Incipiente linverno
E' da qualche giorno che nolente urla l'occhio, ogni tanto puntando su stormi migranti più discreti del solito: fanno in sordina acrobazie ai margini a corollario di questo disastro affliggente un quotidiano distorto. Che sia già inverno? E' domanda che in gola si strozza: la ragione è da un pezzo aria che lo sussurra. Anche a vista gli alberi lo dicono. Alla pelle incontro è voce fredda e acuta di brezza a suggerirlo pure alle ossa. A orecchio stento: balbettii son giorni ch'è improbo dir ch'io cogito, più penoso ancora aggiungerci ergo sum or che mi inarco e sfrego con dolore le mani ora ghiacce tra querce smunte.
Id: 61258 Data: 07/12/2020 22:49:15
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Accordi azzardati
... e quella stella che ci sta a fare qua ti chiedi che le mani sono fredde in quel crogiolo in cui ci stai ristretto. E tu che la guardi strano, non è che le vorresti in te brillante e calda, sì da farne lume in queste tue sere buie? L'amore è una fantasia che pulsa a ore senza costrinzione alcuna ammanetta a una nota rarefatta e siderea: t' avventa e azzarda per l'etere spoglia come fosse d'autunno accordo in tinta per una sinfonia composta arborea.
Id: 61161 Data: 01/12/2020 00:01:20
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Un cruccio lispira
Che fare per non sentirlo più cruccio? Ne parlo, ne scrivo, poi ne straparlo indi con occhio curioso lo seguo a che impatti a senso sul foglio in nero. Sulla scala delle note, mio cruccio attento l'accompagno con orecchio nell'intento di coglierlo che stecchi strabordando alfine dal rigo d'altri si da schiantarsi al muro e, non più cruccio, determinando tregua nel mio animo ... m'illudo, già che sono nudo in terra e alla stregua d'un verme mi ci struscio.
Id: 61064 Data: 23/11/2020 23:38:35
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Luomo nero
erano paesaggio vivace i bimbi dagli scivoli agli altri giochi lesti s'avvolgevano in risa e strilli acuti. E lui, nero e alto, in piedi dritto e fisso dinanzi ci stava, guardando assente oltre l'orizzonte: forse un riflesso d'infanzia derubata di parola infisso l'attestava a terra e muto.
Id: 60981 Data: 16/11/2020 23:44:21
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Non è merce la speranza
...siamo fatti col tempo e nel tempo: in esso ci si aggrega e in esso ci si disgrega. Dalla consapevolezza di quanto trascorso, come da un bicchiere inverso, ne discende che siamo stati vivi; da quella del presente che ancor siamo; da quella incerta dei giorni a venire è l'esserci, sebbene non più uguali saremo. E non è merce la speranza: è nel nostro dna la memoria vera quella che provvede a far sì che nulla vada perduto. E che tutto si proietti in sequenze, evolvendosi col tempo diramazioni in linee sotterranee, superficiali affioranti all'occaso.
Id: 60892 Data: 10/11/2020 00:10:36
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Arpicorda il cuore
Incastonata tra il sogno e la veglia messa lì, gemma nel frutto ci stavi incarnata stretta, come rubino da melograno che golosi si apra. Ora, che sgranati hai gli occhi di stelle eterea passione brilli purpurea, alle labbra succosa mi sei in gola deliziosa al palato ch'è notte alta. ricordi che avevo sul palmo della mano un dente spezzatosi nel masticare arilli di melagrana poi gettato a sera nell'Egeo, all'addio
dalla nave al porto di Hiraklion? 'Stasera mi manca molto quel dente lo ricerco con la lingua che tasta smarrendosi per la gengiva vuota. Mi manca al punto da averne immagine nitida: io che lo tengo tra dita fluorescente frammento lunare soppesandolo, prima di gettarlo a Nettuno. Era buio pesto, sul porto di Creta c'era la pioggia sui tetti e sull'acqua
di rubini granati ammollanti di piacere A bocca aperta li accoglievo succhiandoli capezzoli. Ma a bocca chiusa dormii la notte sul ponte. Accanto a te che, di melograni avevi il profumo sulla pelle(ipocrita la pelle) e del succo il sapore tra le gambe: Al gran ballo indossando livrea oltre i veli vado nel sogno
in trasparenza. D' arpicorda il cuore, agili note ne trae il vento: strimpella con dita
sottili, come cime all'aria
cascanti dall'albero maestro vil chioma avventata di pioggia.
Id: 60818 Data: 03/11/2020 00:19:20
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Il già vissuto
Il vuoto nello spazio è il vuoto espanso nelle stanze ampie: ci galleggi grave in assenza di gravità. Ne senti vive palpitare le ombre, ne vedi nel tremolio di quadri alle pareti in dissolvenza, affetti affaccendati nelle incombenze compresi dal giorno. Autore per un istante sei pittore instancabile, immaginando come e quando ci sarà riempito il nulla di camere dai lampadari muffi. Echeggiare nuovi passi ci ascolti non più i miei, i tuoi, i nostri: anonimi loro per questi luoghi ancora in divenire che qualcosa di noi l'avranno sempre: le finestre san sussurrare a orecchio di chi, in certi giorni che ci si affacci e respiri, il vissuto sottotraccia sui davanzali impresso con gomiti.
Id: 60727 Data: 26/10/2020 23:27:34
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A garganella le ore
mi consola, quando mi sento perso sapermi al momento seduto e fermo al tavolo, scrivendo a garganella. Ma solo per poco ciò mi conforta: poi che mi vedo commosso che è notte. Oddio, realizzo: ma ci siamo mossi! La Terra sta andando d'intorno al Sole e noi con essa che su se stessa ala. Si che la Luna non ci confonda oltre ci si contorce per non averla storta. A pensarci meglio, ci proverei sai ad immaginarmi che, come tutti gravitando pianeti intorno al Sole così anch'io stia ammoinando, Orfeo incorporeo adesso che per me scocca ora astrale a farmi già svanito: ci penso, sai? Nemmeno nel sonno riesco ad esserlo sicuro di stare fermo a letto: a me svaporano insonni comete intorno.
Id: 60651 Data: 19/10/2020 23:19:56
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Come cercarci loro
Vero che non si è cercatori d’ oro lì, dove di oro ce n’è solo in versi. Si è solo esseri che setaccian fango. E questa non è di certo fortuna che affiori facile: ci vuole sorte a che pagliuzza fantastica brilli, gemendo accorata tra sassi, in fondo al vaglio. Oltre ogni possibile coltre è questa febbre ch’ è gentildonna, benigna custode da mane a sera, in barlumi a coprire con tegole (luminose fette di mele argentate sbucciate a regola a furor di luna stese coperture dolci passite) pietose sul nostro vivere amaro chè, sotto, a seccare ci stanno sogni.
Id: 60574 Data: 12/10/2020 23:55:17
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Il profumo delle viole
Ideale sarebbe averci uno sguardo atto ad'ampliare orizzonte asfittico di eventi che ci comprimano fatui. E, a misura inzuppandoci acquerelli, ci aggiunga amanti al quadro in itinere, a conforto dell' essere prossimi di specie che saprà farsi d'energia: potenza del profumo delle viole dai petali stuzzicati da brezza leggiadra coscienza d'essere luce.
Id: 60470 Data: 05/10/2020 23:57:11
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Folate affilate
Una folata di vento, alle volte,
può salvare la vita; può rapirla come in estate una foglia per sbaglio; può costringerci in noi abbrutiti al gelo sferzandoci veritiera la faccia; insistente può bussarci alla porta per rubarci lacrima seccandola; può infonderci coraggio a fil di rasoio in nodo scorsoio serrandoci gola.
Id: 60365 Data: 29/09/2020 00:22:20
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Goccia a goccia panica
Langue rubinetto guasto da sempre ampio sgocciola lampi di rigetto, musicando la tragedia ogni giorno degli attori recitanti a soggetto sul campo, dallo sfondo e senza slancio altro, che quello della costanza acquea: azzardo tra più variegate lingue dello spettro che batte in testa ossesso. Sì che caldi scorrono litri d'acqua giù per lo scarico sfuggendo Storia come sangue da ferite del mondo nelle ore indolenti assumendo forme di catarsi atta a lenire tormenti ustioni da vampa che mai s'estingue ... se me lo chiedi, non potrei che dirti ch'emorragia di testa non distingue che altra nel cuore non ce n'è di fiaba non tanto per aver perso maschera ma per averla trovata commedia, recita in gocce che avvita panica pur se nel vizio di un copione esangue.
Id: 60282 Data: 21/09/2020 23:55:31
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Coviddi non cè
Arrovellarsi, sai, tra tutto e nulla ci fa apparire distratti alla guida concorrenti alla fine della fiera che ristiano con in mano un bel nulla bamboli d'un quiz farabutto e losco. È quel nulla che ti fa fesso e fatuo per le vie del web, incrocio del tutto, che nega agili contagi virali e assegna meriti e seguaci a migliaia: verticali in aria, orizzontali in terra; oppure in quel sobillare di curve pandemiche, ora date piatte e morte che, in realtà, fanatiche s'avvitano verso l'alto, seguendo ancor più in alto come nulla spiega un tutto a complotto. Post n°572 pubblicato il 14 Settembre 2020 da woodenship Arrovellarsi, sai, tra tutto e nullaci fa apparire distratti alla guida Post n°572 pubblicato il 14 Settembre 2020 da woodenship
Id: 60212 Data: 14/09/2020 23:16:55
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Un attimo fa, oggi, già ieri
Giusto qualche attimo fa era il tuono brontolio forte insistito come minaccia di sfratto e le nuvole si accalcavano grigie nel vento che ne sollevava pure le gonne ma solo qualche attimo fa. Dopo, al tuono, s'è aggiunta la pioggia al deliquio alcoolico il turpiloquio; alla tristezza, un cielo in frantumi spiovente spezzoni d'azzurri taglienti a conficcarsi nelle pozzanghere a cordoglio d'anima ferita. Corteo si era involato fulminio tra scrosci e raffiche a scoppio di risa di foglie che erano smeraldi: appena ieri la dolcezza dell'essere cirri sull'altalena rapiti da un su e giù alla gioia, mai l'avresti detto tempesta
Id: 60115 Data: 07/09/2020 23:14:16
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Misericordia per i narcisi
Misericordia s'invochi accorati: sì materna ci rapisca cenere poi ialinica ci diluisca tra l'erba a filtrarci nel regno delle talpe. Già che potere ha di assumere forma di ciò che l'accoglie, ci animi saggia; già che cambia forma di ciò che è o non è imbevendolo, da noi esca zampillo assumendosi onere d'alleviar sete come pure di decomporre i corpi: al disgregarne sostanze, dei morti ce ne faccia nuovi incarnati affetti. Femminea ed eterea, volesse in fine d'universo, partorirne ancor stelle sulla battigia all'infinito lattea ne saremmo lucenti di essa in stille: acqua, comunque si declini vasta è anima liquida del mondo: d'acqua siamo fatti, dall'acqua siamo usciti e in essa si fa ritorno a specchiarsi.
Id: 60004 Data: 31/08/2020 23:45:25
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dellinizio e della fine
Sulla panchina ci si piglia incipiente estate di chiappe all'aria rutilanti chiare sfacciate nel mostrarsi vere nelle notti d'ombre severe. Ch'è sempre sulla panchina, uste di sole a fine estate nere ma tanto accorate le sere tiepide ancor, seppur più fruste, il dovere dirsi addio acciglia.
Id: 59926 Data: 24/08/2020 23:33:01
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A non
E'a non averci orecchie ed occhi sentenza alla miseria nera pronunciata bestemmia piana nei pensieri così asfittica compressa pena nella testa. Della morte anima più arida già che finta sei da un pezzo e ad aspettare stai sul molo dimmi cosa scruti lontano faccia dilagante di piaghe. E'immediato leggerci tedio ostico afferrarci senso altro in quel tuo sguardo fisso e vuoto oggi ch'è volubile il clima: ora conforta, ora sentenzia. E senza sconti è la condanna: risuona inaudita sotto archi scorticati di patii antichi da una fede all'altra cecità peccaminoso sentimento.
Id: 59845 Data: 17/08/2020 22:02:58
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Dacciaio ed altiforni
Quante costole mi chiedo ha la Terra questo grande polmone ch'è paziente: inspira luce, riflettendo azzurro di bimbo inconscio che graviti serio. E siamo noi tanti piccoli corpi sericità minuscole: microbi dall'ego maiuscolo e senz'altro fine che truci infettargli, operosi, i bronchi All'apparenza, per quanto le conti e riconti, sufficienti non paiono a contenerci escrementi e veleni prodotti di un agire strafottente. Spurga catarro il pianeta ch'è nero sempre più dalle ciminiere muco cola ardente da nari d'altiforni minimo starnuto a bruciarci vivi.
Id: 59775 Data: 11/08/2020 00:43:44
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Il sole sulla testa che scotta
...ma in fondo, una scottatura solare cos'è? Si chiedesse a Rimbaud, direbbe lui: botta di sole che cambia vita da poeta alto a mercante di armi e schiavi. Io che di poesia intendo solo arsura la so lunga su scottatura e affine: gli arrossamenti dolorosi a gambe il gonfiarsi delle papule a schiena il vaneggio d'insolazione a mente; di derma in strati elevarsi annerito bicolore a farti la faccia pesta... si che avrei potuto scriverci poema. L'avrei vergato su altre foglie morte dalla cute involantesi ombre a notte: lucciole rabbuiate dell'esistenza per ogni dove a incutere rispetto pure alla folle congrega dei grilli nel compiacersi su e giù per la pancia di enigmatiche montuosità, dure da ignorare, scendendo a bagnomaria sudati del primo albore di luglio. Sì perchè certe cose si può solo dirle in solitaria, assente la luna che possa delare eventuali viltà nel giorno bruciante infimo di sale ... ma io non sono Rimbaud: sono più basso e nemmeno ebbro, soltanto più cotto.
Id: 59698 Data: 03/08/2020 22:12:23
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A darci un dito al dio della poesia
Nulla di più dispettoso e irrispettoso oltre che perditempo e ritardatario del dio della poesia: un giorno ti svegli e te lo vedi che ti sembra stia a tenerti palpebre aperte, lasciandoti credere che ti stia baciando pupilla, opaca ancora del sogno, con l'ispirazione. Repentino, indi assente si rende e celia asserendo dal cielo che, di lui, non c'è di che fidarsi a dargli un dito già che ti prende braccio e stanza con destrezza annullandoti estro. Chè, la vera poesia, sostiene perfido sia quella di quando non ci si è più e resta tazza deposta sul porfido a distanza ancora fumante d'orzo.
Id: 59614 Data: 28/07/2020 00:05:27
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Lockdown
Siamo, siamo, strabilianti lo siamo: decisa che la partita è per censo e che intenso è il pathos, si resta a lato nell'inferno degli umiliati stretti. seri ci chiniamo a guardarci i piedi: instabili e sconosciuti i piedi. Stanchi ci portano da una stanza all'altra regioni d'un tratto sconosciute. E sempre ci bruciano di loro ,per farci sentire che ci sono, che ci siamo ancora per un viaggio per una passeggiata lungo la riva di quel fiume che ci scorre sangue: Goccia a goccia che ci sfila in vena miraggio tra un universo e l'altro per rivangar terre esaurite di frutti assediati da qualche parassita di troppo ... Con qualche affetto di meno.
Id: 59534 Data: 20/07/2020 23:16:23
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Collassiamo stelle
Della vanità è la fiera l'ostinarsi nella recita invano aprendo un frigo fuori uso da sempre. E'vacuità del gesto tu che lucidi la stufa che casa più non scalda; tu che cucina sgrassi che pietanza più non cuoce; ch'è lucida follia lo sai pulire la lavatrice pur se guasta da due vite le nostre. E nemmeno lo ricordi l'ultimo lavaggio fatto. Ma lo ripeto:non c'è nulla per cui farmi sentire. Ci si trovasse qualcosa oltre la mera sopravvivenza in queste nostre teste di legno scolpito, sai che canzone ne verrebbe percuotendole: logica legnosa la loro al pari di quella di una stella che collassi ostinata e silente pulsante di tronchi percossi con monotonia da spazio profondo. Della vanità è la fiera l'ostinarsi nella recita invano aprendo un frigo fuori uso da sempre. E'vacuità del gesto tu che lucidi la stufa che casa più non scalda; tu che cucina sgrassi che pietanza più non cuoce; ch'è lucida follia lo sai pulire la lavatrice pur se guasta da due vite le nostre. E nemmeno lo ricordi l'ultimo lavaggio fatto. Ma lo ripeto:non c'è nulla per cui farmi sentire. Ci si trovasse qualcosa oltre la mera sopravvivenza in queste nostre teste di legno scolpito, sai che canzone ne verrebbe percuotendole: logica legnosa la loro al pari di quella di una stella che collassi ostinata e silente pulsante di tronchi percossi con monotonia da spazio profondo. Della vanità è la fiera l'ostinarsi nella recita invano aprendo un frigo fuori uso da sempre. E'vacuità del gesto tu che lucidi la stufa che casa più non scalda; tu che cucina sgrassi che pietanza più non cuoce; ch'è lucida follia lo sai pulire la lavatrice pur se guasta da due vite le nostre. E nemmeno lo ricordi l'ultimo lavaggio fatto. Ma lo ripeto:non c'è nulla per cui farmi sentire. Ci si trovasse qualcosa oltre la mera sopravvivenza in queste nostre teste di legno scolpito, sai che canzone ne verrebbe percuotendole: logica legnosa la loro al pari di quella di una stella che collassi ostinata e silente pulsante di tronchi percossi con monotonia da spazio profondo. Della vanità è la fiera l'ostinarsi nella recita invano aprendo un frigo fuori uso da sempre. E'vacuità del gesto tu che lucidi la stufa che casa più non scalda; tu che cucina sgrassi che pietanza più non cuoce; ch'è lucida follia lo sai pulire la lavatrice pur se guasta da due vite le nostre. E nemmeno lo ricordi l'ultimo lavaggio fatto. Ma lo ripeto:non c'è nulla per cui farmi sentire. Ci si trovasse qualcosa oltre la mera sopravvivenza in queste nostre teste di legno scolpito, sai che canzone ne verrebbe percuotendole: logica legnosa la loro al pari di quella di una stella che collassi ostinata e silente pulsante di tronchi percossi con monotonia da spazio profondo.
Id: 59447 Data: 13/07/2020 23:39:05
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Pace, pace, Gesù!
"Pace, pace", gridando, "Gesù!" Manco ci avessi fatto guerra per una vita intera contro: afflitto corpo a corpo, infine "pace, pace", gridando, "Gesù!" Ribelle ti ascoltavi così senza mai darti prigioniero con rabbia, come dio fosse odio dei tormenti inflitti con ira a intender resa senza indugio ... e tu che stavi ormai sconfitto "pace, pace", gridando, "Gesù!" Ma quale divinità accorda nel baleno, quanto negato sorda, nell'arco di una vita?
Id: 59349 Data: 06/07/2020 22:35:14
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Della nudità nei luoghi
Certi luoghi hanno il potere di denudarci: ispirano, spogliando degli abiti mentali, lasciandoci nudi a scriverne. Presi d'incanto da febbre, ci si attarda a descriverne parti tratteggiando quarti per mente spoglia a farne geografie anatomiche di pensiero sì da apporci attributi provocanti alle zone erogene che san di fantasie. E chi, per ventura, si ritrovasse a leggerne tratti per tracciati erti dalla sparsa simbologia ci farebbe felici se finisse, empatico, immantinente anch'esso sulla soglia ignudo, disquisendo di nuovi continenti.
Id: 59261 Data: 29/06/2020 23:04:21
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Compenetrazioni
La flessuosità ha l'ardire esile di un tronco che non t'immagini: bianco di betulla fronzuta che danzi perlacea nel blu, elegante di livrea presa in prestito alle nubi di passo. Brezza l'accompagna a che impazzi avvolto d'elitre frenetiche di libellule pazze: ha naturalità, ha vita, è compenetrazione tra i vari esseri viventi un complesso in comunione di respiro; introspezione pur sotto le zolle erbose, radici di pensiero che ci sprofondano, diramandosi ad assorbire nutrimento. Tutti, nessuno escluso, ci si nutre l'uno dell'altro, perchè è dall'assimilarsi che si sprigiona energia Vitalità d'un masticar di truccioli sputando cellulosa a fluire chiome serpentine su carta: onnivori esseri dalla codificata grafia, emozione nervosamente espressa ramificata.
Id: 59173 Data: 23/06/2020 01:34:39
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Di quando non si vuole morire
che stava lì lì per sfuggirti vita e a stento l'hai trattenuta con sforzo sì che ti è costato molto, coi denti mordendola, a farla rientrare in petto con colpetto di tosse a dir ch'è nulla.
Corre in me un dubbio che mi alletta pianto mi scorre domanda nel sangue freddo d'un colpetto si tosse a dir ch'è nulla si che hai ripreso dondolii di gamba col piede incastrato tra rete e sponda.
Ma ho visto e sentito: il tumulto in culla la tentata evasione. Incurante eri. Ed io che pensavo solo a svanire: la morte mette le ali ai piedi dei vivi. Ora che è come niente fosse stato
ormai che mi sei soltanto negli occhi col piede incastrato tra rete e sponda me lo chiedo che non ci stai più a letto come tu sia riuscito a convincermi a liberartelo il piede sì freddo.
Si finisce con la morte nel cuore perchè non si vorrebbe morire mai pur se di essa se ne sente puzza ed il compattarsi degli arti ghiacci e tu sentivi essere agli sfilacci.
E'perchè magari si è vista smorfia contrarsi in faccia, increduli al dolore che era lì per sfuggire. E non par vero senza sconcerto esista dipartita così di altro si preferisce dire
Non parli chi non sa cosa riflette in sè guardi l'acqua specchio tremulo: quando si è fratelli di stessa pelle curiosi si scrutano i nei a vicenda chiedendo all'altro di non avere paura.
Id: 59054 Data: 15/06/2020 02:53:20
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Fine ricreazione
Sento come se la ricreazione stia per finire. E, nemmeno essendo così vecchio sia di già arrivata l'ora di rientrare in lui. Lo sento che quasi mi pare di averci al mattino nel lavarmi la faccia, le sue braccia in quel movimento che getta l'acqua sul viso : così: a palmi di mano congiunti ad incavo. E pure lo stesso sibilo pronunciato di sterno dagli anni, scoccati a freccia, di tra ciglia rade sul grande bersaglio riflesso allo specchio. Ma non si creda che, come dovuto, rientri a fine ricreazione nella sua testa piuttosto mi sento assorbito nei suoi lombi prigioniero rassegnato in un corpo non mio. Se i corpi possono anche dirsi parenti lungi da scherno si che un DNA non rinneghi l'altro, la mente no: estranea deambula nello sconcerto, foranea accennando ripulse generazionali e non solo. Del resto, come riconoscersi parenti se alieni si è a mente come figli mai nati? Quando poi, finita ricreazione, si fa luce: la risposta alla domanda sta in quelle grinze di pelle a guisa di cicatrici, sullo scroto paterno. Consapevolezza corrugata d'aver vissuto risuona tra sconosciuti che, solo alla fine, si son conosciuti. Si che, supino, stringendo convulso un pugno di terra con la campanella che mi sta risucchiando per come insiste, tra gli steli campanula dal vento scossa e riscossa, sento l'umido ed il freddo che, un giorno, mi avrà ristretto in lui come un sogno che l'abbia accompagnato in vita già morto, perchè in definitiva abortito.
Id: 58950 Data: 08/06/2020 02:58:00
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La carpa
La carpa è nel torpore del suo stagno che ci vede brillare il suo universo: da riva a riva, placida e torbida la noti a dar di coda a pelo d'acqua nell'arrossir di ninfee smosse appena.
Ma tu che è da qua che cominci algido chiudendo gli occhi, ad avere visione di veste limpida di madre prima: dei soli urlanti inconsci di tra i nembi cosa riuscirai a insegnarmi da lassù?
Id: 58842 Data: 01/06/2020 03:10:43
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Vecchio condor (ritratti)
Ruffo di capo infine ci si posa nel recinto restando bolso e goffo gobbo con occhio rivolto alle righe neretto su rosa sporco del foglio giornale di un dì rarefatto e fulvo scuro oltre la vetrina a specchio. Opaco diletto dagli strani effetti, a darci lo sguardo: orgoglio ricaccia nel petto nero di piume a fumo, gerla gli anni piste sono le rughe in fronte fonde. E lui che, fatto, si dilunga piano nari dilatate inseguendone ombre sul ripiano del tavolo a capofitto pure aspirandone rumore di passi a notte che, intanto, s'accoscia goffa come fosse anch'essa di pongo impasto che dà forma ad incubi di strada.
Id: 58749 Data: 25/05/2020 23:15:02
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Non questo
A verità dovrei ammetterlo sul serio che solo questo m'appiglia cinico: la crudeltà non è che un lampo la scommessa riposta nello stampo a che illuminarsi una mente possa elettricamente brillando come lampa. Ma il cervello non necessita, son sicuro d'essere illuminato: micragna in neuroni piuttosto, latitando nello sforzo di pensarsi brancola di bestemmie in grani di rosario incespicandoci orrido e guercio. E' per trovarci un equilibrio che si abbarbica al sè : tra chiari e scuri come in un rosaio asperso dove fiori, foglie e spine acute s'alternano cerimoniosamente conformiste nel concedersi sprazzi di sole a turno in ciò assistiti dalla brezza sussurrante dannazione tra i rami agiti ... perfezione è che non esiste una rosa uguale ad un'altra.
Id: 58637 Data: 18/05/2020 14:59:13
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Come fosse
Siamo eterni e non ne cogliamo nesso fragili ed impudenti eleviamo torri sempre più virtuali fabbriche vuote espressioni algide di algoritmi ardui sommessi al dominio della tecnica come ad ogni istante non si fosse altro. E non captiamo che la nostra morte non è: solo ci si evolve ossa dismesse il tutto per restarci in uno sguardo nel labirinto di un sorriso in salvo che ben ci si sta nelle borse agli occhi come non si tornasse più alle stelle. In eterno rimaniamo noi sempre frammentati per faglie di memoria diluiti per lacrima sulle guance ad ogni nascita impiccati a nuovo sedimentati in versi di animali come non fosse mai esistito un Darwin: come ancora non fossimo allunati come a girarci attorno fosse il sole come fossimo sovrani di cosa ... ... come non fossimo mai stati vivi
Id: 58528 Data: 12/05/2020 00:34:05
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Il richiamo
Mi manca il richiamo in queste notti: s'allungano stinte fintanto che è l'alba perversa e silente, come fosse troppo presto a che si faccia sentire pure il merlo in giardino saltellando con fruscio. Trovo fosse un bene che la notte fosse la notte. Ed avesse un richiamo sebbene non ancora estiva. Trovo che sia un bene che la notte torni presto ad essere la notte poeticamente viva e fracassona. Trovo che sia lungo, estenuante questo intervallo con passaggio di ovini che si fanno contare scheletrici pur di non dare il conforto del sonno. Vorrei che si capisse una volta per tutte che è tutto in questo non sfiorarsi di ombre che sprizzano schiume di solitudini fermentando nel contenitore in cui, il tempo si fa monorotaia per manie e fissità in deliquio privo d'interruttore ... vorrei vorrei tanto che così fosse
Id: 58416 Data: 04/05/2020 22:46:03
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Di rugiada fregiando erbe
Melodia soave nella notte sale onda, note da un gemere di fronde come d'amanti i sospiri scosse arie. Quando sicuri di non essere visti sapere d'essere sentiti a mente eccita, di rugiada fregiando erbe. Fluttua piacere in incanto alla fonda fuoco che sta rapita orda tra gambe al venire nude al tocco di ronda.
Id: 58299 Data: 27/04/2020 23:32:54
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Ridondanza
In costanza di segnali, come da una stella ghignante cadaverica dagli anni luce, percepita non sazia è la pandemia ... ancora al presente ridonda piatta sirene d'ambulanze dirompenti silenzio che socialmente distanzia
Id: 58143 Data: 20/04/2020 03:27:15
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Sintassi ha lassenza
Ci ho scavato solco con passo di fiele su quella via brulla che a te porta intinta di miele. Solco è tra noi fondo sotto luna tonda d'ululati bianca ricolma di paura fin dentro i crateri. Tra un passaggio e l'altro tra te e me ora è abisso: non c'era altro modo se non darmi assente per esserti accanto. Sintassi ha l'assenza grafica sottile quasi invisibile pochi la vedono altri la sentono.
Id: 58032 Data: 13/04/2020 23:08:43
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Nellirreversibilità di un rantolo
Osservo accortezza nelle rondini che vanno e che vengono, la dolcezza rimuovendone, poi che inebria curva glicemica. Difficile, sfreccianti, convincerle a non stare tali e quali: conservando mestizia delle cose non sanno che farsene del proprio ego. Specchio bugiardo prova a esserne il poeta astraendosi a fare se stesso guitto in parti esternamente estranee, mimo dissociato e acrobata flessibile: spazialità accomunando a qualcosa che gli appartenga certo, ma per questo non suo oro. (possedere non è essere) Così nessun rispetto per se stessi (autolesionista da sempre il mare frange e rifrange al medesimo altare) figuriamoci per altri: a dir poco solo un"crocifisso"usto da donargli (fede ch'è supporto ma non conforto) per incendiargli il fiato con passione misteriosa d'un cordolo di miccia innesco ingiurioso all'ultima carica. ... d'un rantolo il mistero sta nell'irreversibilità di una pronuncia dal diaframma a spegnere il cervello.
Id: 57891 Data: 07/04/2020 16:19:29
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Colori inodori
Persino facile annusarla tersa che ancora rinversava umore freddo a febbraio, pur figurandone inizio nell'aria già crocchiante fragranze di gemme per me nel sangue come su ramo. Ora pensi che io stia invecchiando? A stretto giro vedo banali prati in fiore e luce solita all'orizzonte fino a tardi. Però i profumi latitano: del tutto sguscianti, non si lasciano afferrare. Alle nari non mi arriva altro odore che quello di legno tinto di fresco: è pungente ed ossessivo, un furore di cadaveri scomposti nelle bare! Altro odore non ha primavera, ti dico perchè bisestile forse lesina olezzi sì che non s'avverte, a naso, di fate sbocciarne sorrisi: felpati i passi come ladra s'avanza sulle punte furtiva stagione inodore e trista.
Id: 57730 Data: 30/03/2020 14:59:46
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Graffi
Soltanto naviga fuscello in cielo ruvido foglio da disegno vola color carta di zucchero ha le vele il vento le gonfia e sospinge in quota buffe a giocare con baffi di nubi. Di temperie mesta vira vascello alto s'impenna che s'incontra sole a bordo ha disegni che sono graffi graffi sono i segni del lutto appreso per facciate vistose rughe estese.
Id: 57578 Data: 23/03/2020 22:01:46
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Non pura
Per caso non vista solo ignorata, non negletta: fuor d'ogni logica la senti che non ti difetta; nell'aria preziosa così come te d'ametista s'impone radiosa sul collo niveo, mia diletta: poesia non di rime che si bacino intenso amore poesia non di fretta che già s'acconci permalosa; sol poesia aspra affetta passione che digrigna lime: sulle labbra sale un bel sorso poi di tequila.
Id: 57445 Data: 16/03/2020 18:35:12
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... mi piacerebbe che tu sapessi
Vorrei tanto dirti che va a momenti che solo di momenti trattasi: vedi tutto intorno sfiorire. Ma tu pensa convinciti che ci stai a bordo sul treno che sferraglia oltre di grigi su binari di rami screziati di rame con alle spalle l'inverno bianco di giglio. Per conoscere, bisogna anche in certo modo toccare: la terra ci trasmette attraverso le mani la sua saggezza. Ecco perchè camminare sulle mani, è un punto a favore: si va via in punta di dita quasi accarezzando la vita ... ma che passerà lo sapevi, lo sanno si sa, ma non si ammette: non si muore se dicendolo si sorride, magari. E, in primavera, ci saranno i fiori di nuovo a suggerirti vivi sgargianti quel che non riesco a dirti ora.
Id: 57304 Data: 09/03/2020 15:03:21
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Archeologicamente (8)
Magmatico il baciarci, quando venimmo; l'abbracciarci carni, quando cademmo: proietti disegnando arcate brucianti. Infine fumanti a terra esplosi ci fecero inerti, ruvidi corpi carbonizzati. Noi pur svanendo poi, dalla memoria uscendo fumo, perchè decomposti a calde membra di fuoco, fummo cavo nella pietra. Fino a quando dal futuro, non ci cadde seta: biancore liquido d'un desiderio in fiotti nelle viscere fluendo gesso pronto turgido a richiamarci. Presto fummo forme dalla custodia gelida uscenti ancor calde di sentimento, commuovendo folle ed anche il sole: emozionalità di noi, anime rinvenute statue, da archeologi strabiliati... |
Id: 57179 Data: 03/03/2020 18:14:04
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Via delle acacie
... e l'aria serena gravida senti in brillii gelidi tinnare brusii diamanti a cascata sul cranio. A vespro tremito scuote e ti si spande vasto alla schiena brivido: vibra di ventre tocco di campana che rammenti alto dell'inverno i riti elusivi di ombre vanescenze che più non hanno nome. Brezza c'è pure: arriccia loro a specchio pozza in cui s'approccian riflessi tenui sbirciando barlume che in strada porti lontano dalle acacie tristi e spoglie.
Id: 56999 Data: 24/02/2020 14:32:10
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La coda di Satana (vilsonetto)
Animo mite, che dirti dell'oggi già che a me, ninfa languida, ti appoggi? Di cielo terso sarebbe mia indole come dicessi delle bianche isole; di Satana la coda, dura sferza potrei dirti solo fino alla terza fila di rose all'inchino costrette al corteo di streghe facendo alette. Forte sento quanto mi bruci linea Sfilando fortuna accesa sul palmo calda inibendomi il sonno fulminea: infiora il ramo del lago d'un salmo ignea saltella sul filo apollinea come d'un remo che sfugga lo scalmo.
Id: 56855 Data: 17/02/2020 17:36:56
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Calzini folli
Un giorno, ti svegli in un modo tale che i calzini li metti spaiati ai piedi incurante che, diversi i colori siano fuor di finestra, in altro senso ad impregnare gli incroci di odori correndo spavaldi dietro ai passanti. Te lo chiedi come mai rimangan gualci evitando d'esser stirati in strada. Tutta colpa del giorno insano, pensi della sveglia che trilla a lato avversa di palpebra che reproba non si alza e sei già in ritardo di anni sul letto. tra paralleli e meridiani perso in conflitto, spalmato sulle vigne all'orizzonte, con tralci inesplosi viticci, nodosi inverni irrisolti.
Id: 56674 Data: 10/02/2020 16:00:22
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Inversi a restarci nudi
sul possedere, possedersi è la via vestirsi o spogliarsi declinando versi per bottoni, cravatte, polsini ormai in disuso... e le mutande? E le calze? I pantaloni o le gonne ci stanno sul letto e noi in piedi a lasciarci proclamare nudi, manco fossimo re e nudi. Oppure soltanto ribelli, resistenti all'arrembaggio d'abbigliamenti e pelletterie pirata che vorrebbero vederci soccombere materialisti. Esser piromani, alle volte, non è un crimine ma solo attaccamento patologico alle parole che volano schegge incendiarie. Queste le si ricerca, le si scava, a mani nude, tra i carboni della coscienza, pur tra mille scintille e scottature: un fuoco tra pioggia e sesso sotto la pioggia un fuoco è il sesso le faville scoppiettando pioggia sulle braci, le stille, nell'aria sono miagolii a spegnersi goccia; tra pioggia e sesso: sesso sotto la pioggia e pioggia sotto il sesso che la penetra turgido gocciolante freddo piacere d'un coito acquoso. Siamo d'acqua nudi spioventi amore scorriamo di pelle per gli scarichi dell'anima limacciosi, tortuosi, passionali: nudità di sangue nel viaggio carnale incontro al mare per poi tornare, anche e solo, acquerugiola uggiosa.
Id: 56529 Data: 03/02/2020 18:54:09
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Che ci stai a fare? (ritratti)
Ti dice di te qualcosa di strano che vorresti capire. Così pressi l'auricolare contro l'orecchio con forza che quasi duole più forte a sentire più chiaro. Sai che ti sta parlando di te un aspetto di te che ti sfugge che ancora non conosci. C'è aria ch'è la stessa la canzone di sempre che a noia non ti viene. Non che tu non abbia capito: è che non sai se sei vecchia e, se lo sei, quanto vale di te il corpo che senti non vecchio già che son tutti vecchi intorno a te. E tu, stupita te lo chiedi che ci stai a fare lì, sul confine, da dove ogni giorno qualcuno in silenzio va oltre e nemmeno un saluto ti lascia.
Id: 56351 Data: 27/01/2020 15:51:33
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Furie
Stranisce l'agitarsi di querce, del giallo sfogliate dagli scrosci a diluvio: secche ch'è pure il vento a spezzarne i rami stecchi ... ripreso stizzoso a lanciarli con sprezzo sberciando pozzanghere ai piedi come scodelle ricolme malriposte: forti le folate a briglia sciolta, scalciando furie squassano mosaici di piante intrigando con ciance d'infusa tempesta.
Id: 56237 Data: 20/01/2020 13:57:30
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Futuro anteriore
Discanto, ch'è lingua, lecca la luce al muro danzante raggio su rigo in calce; ch'è nota, risuona, accordata nell'aria gesto nobile dalla larga eco polifonica falce; ch'è profumo, dal calicanto, inebria nell'inverno per travi e tarli un tono sopra pur sopra la pulce; ch'è tela, variopinta, d'intensa laude vola strusciando sguardi lignei dai cori incisi a furori d'incensi. Sì che penetra nell'anima discanto e si fa già nuovo anno: speranza nelle menti. Infinita armonia instilla lampeggiando possibili scenari testi li vedi d'un futuro anteriore fuori tempo: piano pianissimo che vada, era già ieri ... sarà stato solo oggi che s'è alzato di tono il domani ch'è già anteriore nel canto. |
Id: 56113 Data: 13/01/2020 18:53:05
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Nebbia a fine festa
Freme oltre gli alberi la nebbia teme dalla ribalta sciami ronzanti luminaria. Lì ci rimane dubbiosa alta fumosa sopra il greto fissa tra sassi d'arenaria. Rimuginii pensosi trebbia ansiosa, in gran segreto di nuova magica plenaria sommessa intrecciante per tetti involute in balletti dall'aria per niente bonaria. |
Id: 56007 Data: 06/01/2020 18:52:39
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Sbornie di Capodanno***
Per 'stasera e per quest'anno, che possa bastare credo: di parole inutili ne ho strappate abbastanza, con pazienza e metodo, in minuscoli pezzetti; sì che, un bel bicchiere, ho riempito all'orlo di straccetti inchiostrati fitti e male. Ed anche se non son volate risa serie non le ho bevute. Non per sfizio neanche per scherzo ci ho brindato: vero le ho solo riciclate. Poi nuove, oltre tornano, magari buone, si dice. *** Un felice 2020 a tutti voi amici, poeti e lettori, non solo scritti ma anche sentiti. Un augurio affinchè possiate strappare, all'avarizia del tempo, sempre più momenti felici. Di cuore .............W............ |
Id: 55934 Data: 30/12/2019 18:01:19
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D’equinozi e solstizi
Giorno e notte, sulla Terra, l'ira è un moto che affatica: al momento dato per lo scoppio notte e giorno, finiscono per l'equivalersi nello snervare. Alle volte, quando l'una sembra trionfi sull'altro, in certi periodi all'anno, che ci stai distratto alla finestra e ti mangi le unghia, finisce che implori lo spazio profondo. E come ha da esser buio già che nel giorno ci affoghi d'ira o di noia per quanto è breve ma intenso e lento oppure a scatto e carpiato come un tuffo ed ancora più teso ti fa in viso. Sì che la notte abbia la meglio, speri: non esiste ira, la pace è abisso che non rimpalla altra luce che quella di radiazioni fuggevoli rilascianti sprazzi flebili. Sai che non tedia il buio: ci si sta infungati tra pareti di muffe saprofiti d'ariose romanze al muschio; funghi rifuggenti la solarità del giorno chè ci scaverebbe fossa in eterno e furibondo chiarore diurno. E senza ombre, senza scuri cosa saremmo mai senza quell'oscurità quieta regno dei crimini non detti? Così: è nel muro del frettoloso giorno ben lontano dall'equinozio in pieno solstizio d'inverno che ci farei un bel buco a farne scaturire raggio di sole nero che ne divori alba.
Id: 55861 Data: 23/12/2019 15:14:58
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Un bacio è un verso
Assorta, ci passeggi nel mio cuore metafora d' assolato languore ... ... poesia che sa del tuo profumo dell'incanto del tuo dire della magia del tuo tocco del magnetismo dei tuoi occhi. Ipnosi poetica sei, estasi naturale in te, l'unirsi di sillabe in connubbio sensuale, accesa carnalità sublime d'un testo: ... un bacio è solo un verso, semplice ed immediato non posso non scriverlo appassionate labbra. Potrà sembrar banale un bacio come verso, ma non certo lo sarà letale come gesto... |
Id: 55787 Data: 16/12/2019 18:16:21
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Di corsa
Imparare a scrivere di buon passo dovrei, chè, se aspetto d'essere fermo magari seduto comodo a mensa pronto di penna, bianca tu mi resti pagina che mi sgomenti, tacendo d'essenza echi col dileguarsi lesta dell'idea in capo: emozione di strada come sbocciata dal grembo di gemma fosse precoce e intirizzita, terrea pur se tardiva e di colore priva. Sì che, impressione, più non la diresti già che stringerla bavero non riesci. Tu lo senti che labile mi sei alea: rischio mortale nel guardarti fermo femminilità da descrivere ardua. Perchè ci si ridesta vuoti, quando allo specchio ti si riscopre donna furtiva amante fuggente per la via con appresso, d'un istante, la memoria. |
Id: 55705 Data: 09/12/2019 17:07:12
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Vorrei dirti che son tornato
Perdersi per imparare a prendersi parola mi insiste e tracima in gola quando assolato mi disperdo fruscìo avventato. Intorno fiamma spaesata viaggio: mi richiama all'ordine alito di te che, tanto contrastato, accende sofferenza di braci mai morenti. Sì che, cancellare del tuo passaggio le tracce, sia come errare, rotondo dimenticatoio di patrie. A memoria come fo, mi rassegno fitto in mente a dirti d'essere tornato, penso guardandoti che s'addormono le braccia se persiste in testa un percorso vago se non si è più in grado di ricostruire quell'intrico mentale ch'è tornare? Ecco un problema serio per le foglie a primavera: si tenere e perse verdi come un libro per le mani partono per smarrirsi tra le righe scolorite d'inchiostro e spazientite che, sicure, s'apprenda ingiallendosi coniugando allo stesso tempo l'arte di prendersi per poi tornare vive a perdersi. Perseverano loro ch'è tutto un vibrare oblivio ostinato. Poi che devono ammettere e smettere presto, stormendo, s'infervorano alte. Perchè sempre più confusa ombra viaggio ora solo per strisce di panna in cielo: la mano è nervosa, sbaglia frequenza; prova più sicura non ho per dirti che sono tornato e stanco sussurro a pelle, tu così leziosa ... che credo sia servito a poco perdersi per riprendersi in loco ti dico inerte alfine: appena basta sorriderti, sopravvivendo viso nel gelo condensa incollata al vetro.
Id: 55603 Data: 02/12/2019 03:31:16
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Letterariamente (7)
Epico il baciarci quando verremo un poema sarà quando ci riverseremo in versi recitando un carme a teatro sulla scena noi attori nella parte sbilanciati, emozionalmente tesi ma appassionati. Chiedesti del tremore delle mani che ero intento a seguirti, attento alunno scrivendo sul quaderno del tuo corpo quanto tu mi dettavi con mugolii. Screanzato io che, come non mai, con schizzi ti scarabocchiai sul costato frasi intriganti oscene di desiderio d'averti argomento per una tesi: manzoniana, aperta sulla cattedra alla pagina perversa offrendoti di scontare, monaca di Monza, il fio dei peccati. Ma tu, con" Dei delitti e delle pene", ti opponevi nuda per l' eccitazione rossa di seta. Nulla di male, solo di una tesi, dissi che l'ascelle esploravo, avrei voluto come soggetto averti partecipe: a dimostrare quanto letterariamente si brilli romantici e tragici, quando si abbia a cadere ebbri, dopo aver spinto fogli e fogli, in prosa a sbuffi in foglie, profumate tra noi e nelle vene infiorate ipotesi, da esaltare post mortem una volta sceneggiati.
Id: 55525 Data: 25/11/2019 13:46:46
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Un dì in corsia
Sono qua seduto da ore ed ore, qua: sulla penna puntando inchiostro denso ritagli agnostici pensando, non atei. Senso cerco al lercio che sfugge e stona calando sudario su decomposta carne. Banale si dirà: ma cosa più assilla di un tacere che sà di eterno? Ciò sempre mi rilascia nella mente viva del rosso di una tuta, una scena. Non un sogno: appena un dì per corsie ruzzolava portantina con su un vecchio; ceruleo l'incarnito, eppur teschio vivo scolpito e tondo, a capo d'ossa aguzze gli zigomi e fosse gli occhi vitrei; appena sotto i crateri delle guance altro abisso è bocca: spalanca sul nulla. Eppur vivo, è d'un verso sdentato e buio d'universo, ch'è meraviglia non ghiacci. Seppure ancora vivo, sebbene stento, coprendo senile oscenità col conforto d'una risposta, non farebbe opera buona Essa donandogli del degrado e del sipario calante la ratio? Copricapi avulsi ci si montano idee strane in testa e che ci si avvitano in quota al punto da non starci più in vita, anche se sorride Ella ... sì, la Morte sorride, anche fosse a bocca asciutta bella e giovane, sempre Lei sorride. _ Attirandone a sè il lettuccio, per l'ospedale lo mena spoglie esibendone ancor vive, non appassite del tutto. Giovane e bionda Lei: radioso il sorriso volontario narciso, sembra dirlo senza farsi beffe quanto sia bella e giovane Lei al confronto con lui: vecchio, allo stremo ormai solo ricordo per l'eremo d'un loculo.
Id: 55432 Data: 18/11/2019 18:40:18
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Crampi dautunno
Tra sfarzi di luci e sbalzi di stormi migrante fortuito è il colore: anch' esso ballerino, danza per aria spoglia avvizzito sfuma di foglia in foglia sfrigolio andando a sfarinarsi in terra. Cromaticamente deformi i passi come crampi che contraggano nervi pittando polpacci con acuti spasmi . |
Id: 55353 Data: 12/11/2019 17:20:12
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Perchè non parli?
Se ti è impossibile perdonare oltre il mio silenzio d'accigliato vecchio che s'allarghino sfavillii a cascata magmatici di sovrumana pietà. Ma ciò dovesse esserti impossibile allora, come mi hai spremuto, pensa: brezza d'anima urlante grezza, estratta dal marmo passione, mito ispirante. Riducendomi in frammenti spigoli imprigionanti, così ti sei reso merito: a memoria, giustizia in sogno sillabando, mi hai vissuto e lisciato; sibili di vento auscultando in petto; di tra le vesti, con scalpello, sferza hai mutato in carezza, scroscio in raggio; sentite emozioni in incavi ad arte selvaggia, sì che mi hai scolpito integro ingrigito senza pari di beltà in mano le tavole delle leggi. Scultore, ordunque non colpirmi ancora! Paradosso dell'artista in tumulto: nei comandamenti scritti col sangue è che il non esserci dovrebbe esserlo più sconvolgente dell'esserci. Quando scalfenti di lingua ferrea, tra i denti alterne, ci schizzano frasi appese restando, perchè mai giungono a verbo da lapidi quindi svaporii mai incisi. Allora hanno da essere dirimenti, pensa le parole che abbiano a caderci di bocca marmo da plasmare. Lo sai, però mi chiedi ugualmente di farti eco alla tua coscienza ... è che tu, così intento nel creare con scienza hai fatto sì che altro rumore o urlo di gola mi uscisse, se non dal ferro a filo di vene voce inibente nell'inseguire candore. |
Id: 55273 Data: 05/11/2019 15:30:23
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Confessione
Esiste il buio perchè esiste il reato esistiamo in chiaro perchè c'è legge. Siamo in pena perchè, per un senso alto l'etica ci sparge per tanti versi. Si che mai ti dissi di quella volta in verità, nemmeno adesso ne avrei ragione a farmi reo confesso agli occhi ammettendo qualcosa che mi rode. E' colpa, sai, che non ritengo tale ma va così in certi giorni balordi che ti ci senti in dovere di aprirti e fustigarti serio a più non posso. Dunque ora ti dico di quella volta: ero giovane e libera la strada; a tarda ora lui sembrò freccia, prima poi un sasso sotto la ruota. Con altri era che si inseguiva: stagione sua ma anche mia. Ci rimase sull'asfalto lui, metafora di metastasi oggi. Fu strale il gatto nero attraversando sotto il giogo di un'estrazione a sorte mi pose, come autore di misfatto. Devi sapere, anima mia, che la vita stessa all'occasione sa farti criminale dalla pena inconfessabile: capita a tempo, di coincidere punto a punto diventandoci l'uno sull'altro grumo inscindibile e di logica privo. |
Id: 55166 Data: 29/10/2019 14:39:16
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Cantilena
Indefinita sul quadrante è l'ora all'orizzonte affaccia luna smilza falce affila distanze in linee scisse chè, l'allontanarsi solo, è aria certa:
partitura per aghi di pino ieri così discreti nello sfuggire note quanto resinosi scoccati dardi infissi amori a cuori aperti e nudi.
Adesso insiste mormorio di rivo cantilena dal motivo pietroso che la corrente ruzzolante porta: non mi lasciare, non mi lasciare alma!
Riverbera col tono altro dei prati
nenia sommessa al chinarsi di steli prima di sfocare passi nel bosco che sfumino lo spezzarsi di rami. |
Id: 55061 Data: 22/10/2019 16:37:38
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Testamento
Ci sono stato messo al mondo, credetemi e quando vedo un altro farci festa al posto mio vorrei non restarci oltre non mi interessa esserci e condivider cosa. Starci al mondo affatica di più ancor se si è in dubbio se frutto d'uno sbaglio: succede averci frutti che non si vorrebbero che fan torcer budella quando ne mangi abbaglio. Così, quando vedo altri sempre al posto mio, assiso prima che possa farlo io, mi piglia il non esister sì che fuggirei lesto verso il mare profondo come granchio a ritroso. Ma ci sono e qui resto pur sempre fuori posto ringhiante e sospettoso irrituale e molesto pronto a pagarne il costo sulla linea scontroso. Sappiate che la veste non ci tengo sia rossa nè che il vento reciti de profundis pietoso che non verrò a far parte della vostra confusa d'ossa accrocchiata d'estri. Sappiate che son ricco d'ogni palmo di nulla d'ogni striscia di niente che vi intesterò tutto anche queste nuvole adesso in cielo grasse e pure il girasole dalla radice in aria lì dove siete adesso lì dove non sentite lì dove non vedete. Vado via e senza un cenno di croce, perchè, a spalla ho già a galla una croce. |
Id: 54983 Data: 15/10/2019 18:24:38
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Alle volte, altre vite
... no, non separarti dalle mie ali. restami avvinta come sognassimo vortici e fossimo frutto di un sogno: amanti strattonati dalle correnti in quota plananti speranzosi di quiete nel sonno profondo delle vette ... alle volte me lo chiedo, sai, se siamo noi stessi un sogno d'altri Qualcuno che apra gli occhi quando noi li chiudiamo, realizzando ciò che noi non realizziamo; riflettendo una luce che noi non percepiamo. Se non quando, infastiditi spalanchiamo le palpebre stupendoci per una natura che non conoscevamo, ovvero quella di chi ci ha sognati poi facendo sì che divenissimo realtà che ci abbia di loro tutti gli amori e di noi i ritorni forse avvenuti di loro gli addii senza rimpianti di noi le lacrime inconsolabili di loro la secchezza straniante per noi assassina in grani di sabbia in loro uggia di brillanti che imperla la guancia ... Al risveglio che mi resti tra le ali orizzonte mi sei che ti abbraccio. |
Id: 54920 Data: 09/10/2019 19:05:37
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Col sole negli occhi
Vero è che al supermercato fa freddonel corridoio dei surgelati stando.Sono freddi in gastronomia anche i piattipronti: indigesti, li senti con ditaraggelate rapprese ai vassoi, freddicome i sorrisi alle casse. Lo sosembrerà bizzarro: sì di fragilesalute, amarlo pure se letalequesto freddo, brivido impersonaleche ti si arrampica su per la schiena;fa sì che, suggerendo brina, arrivialito condensato alle tue labbra.Alla cassa tu che digiti perlelumìe dai codici a barre di merci.Tra te e me, uno scontrino salta in lungocorrendo parallelo nastro biancofin sulla mia mano incoerente estrema:il conto ha saldato col cuore vivotingendoti di rosso sangue le unghiagià sapendo che non esiste resto.L'amore spicciolo non si concedepiù di tanto: latitando nicchiarincantucciato, acconciandosi serioalla bisogna, per quanto ci riescamiope, nel mantenere distanzamai a sufficienza giusta, con la vitavissuta amore col sole negli occhi. |
Id: 54848 Data: 01/10/2019 15:58:57
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Un cozzo che rintuzza (ritratti)
Tanto ilare e giovane la si nota e poi lo scatto dritto a testa bassa contro parete: un casco le hanno messo in testa, sì che l'impatto è di piuma ed è tutto da rifare. D'andare ha e lei ci va: una smorfia, poi di corsa sgangherata fino allo schianto. Forse che con livide risa a fior di labbra e la botta di fronte, anche il dolore si spenga lì a mente, in materia grigia. Allora galileiana ci riprova che s'è persa a monte; e a saperla di chi la colpa per non averci più un figlio di qua dal muro con sè, come pure un marito. Convinta più non chiede se oltre il muro ci stanno loro, così compatti al cozzo che rintuzza bolla dura di silenzi. Solo ci va, aspra contro tramezzo, rimbalzando molla.
Id: 54787 Data: 26/09/2019 01:30:50
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Vilsonetto lisergico (shakespeariano)
Di giraffe mi dicevi ad Amsterdam e dei tanti hare Krishna in Vondelpark sorridenti e di vesti non certo dark per strada così eleganti, in Piazza Dam; di anche non dare retta ad elefanti nè di fare banda con corvi matti dalle piume in fiamme avvampanti a scatti pur se rosa sono tutti lestofanti. Ma dell'essere o non essere a tema secondo il tuo dire e senza ignominia sorridendo amaro pel tuo anatema Foca saggia mi reciti litania: cosa si vuole che sia per stilema l'essere o non essere, se non ironia? |
Id: 54724 Data: 18/09/2019 13:10:12
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Ippisadicamente (6)
.. .impennandoti, imb.izzarrita furia per assurdo fiammeggiante di sguardi, mi accusasti di esserti biecamente nell'anima entrato, per iscrivermi magister al tuo registro segreto degli istinti, quello in cui ammanettata sei schiava. Ma io che "Venere in pelliccia" leggevo compreso: percuotendoti glutei, ingiurioso sadico, sul collo linguistica insufflavo a denti stretti serio suggerendo arie da dressage estetica asserivo del bondage. Perfezione di nodi, in ardui modi raffigurandoli in seta frusciante raffinati nel proporre motivi sulla pelle tanto eccitanti, come nella psiche così rasserenanti da ricomporre con mano i capelli all'indietro tirandoli briglie oro: trovavi eccitante che ti frustassi che ti strizzassi, del seno inebriante fieri di vento, i rizzi capezzoli. Percepir piacere dal vizio umilia: più umiliati fa dissennato orgasmo d'un tanto di sesso per verso alterno. Così a furore di mente scalciasti che ci abbracciavamo; sì che, zoccoli su barriera incespicando, cademmo all'ultima siepe ostacolo, in aria sospese lasciando fluttuare voglie di un "noi", emozionalmente finito oltre, dalla morbosità disarcionato. |
Id: 54646 Data: 10/09/2019 16:20:50
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Da nord a sud
Dicono che il permafrost bruci a nord, raccontando di come fiamme alte come palazzi divorino foreste a nord e ceneri come da vulcano disegnino di nuvole svolazzi. Dicono di come, fumando si sciolgano catene di ghiaccio dalle constrinzioni liberando i morti dopo millenni all'addiaccio dormienti nel permafrost ora desti siano spietati. E che tornino questi, di nero investiti, per uccidere i vivi da nord a sud e da sud verso nord: impazzite le correnti giù fino all'Amazzonia cattivi perseguendo dell'odio il mood.
Id: 54589 Data: 03/09/2019 02:21:18
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Sessantatrevolte a tappeto
si dà un concerto nella sala grandea cielo aperto si sgola alto il coro.Assolo sei tu, fitta che risalilungo scaglie d'ossa e su per i nervi.Grilli e cicale accompagnano solertil'acuto vibrante mestizia.A tappeto sonoro, le foglie a tempocrocchiando, ci stanno passo passo:del tempo trascorso riassumono sentimento.Ti si dice che sei giovane.Ma, a sessantatre anni compiuticome si fa ad esserlo ancoraquando già con l'ali pure cabrandosessantatre volte s'è sfiorato il tappeto?Sulla roccaUn lampione tra tanti s'allunacome allora ci provi a spegnerloa sassate nel corso della notte:per viali portatore luminoso d'intentiche ancora li vedo talicol buio che già si è spentosessantatre volte. |
Id: 54511 Data: 26/08/2019 18:03:43
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Riandando
Andando d'intorno con lieve passo da radici a stagno delle derive e vedersi nei tanti cerchi di un sasso dileguantisi onde incontro alle rive. E' un po' come andasse, su ognuno di essi della propria vita un giorno a traguardo. Di quando i propri assilli dismessi di una vita, non resta che uno sguardo acceso stupore, incredulo assenso nel cuore di chi, compunto nel petto lo vedrà accomiatarsi, plauso intenso concentrico diramarsi d'affetto.
Id: 54449 Data: 19/08/2019 04:16:35
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Sardon_ica
... eppure è tutto così normale: i merli intorno con passeracci e corvidi saltellanti per ogni dove intenti ch'è tempo di paglie per i nidi e i bambini sulla giostra istoriata di musichette tra risa assolate che gira, che gira, che gira... dolci le ragazze discinte a strappar baci al sole eburnee col verde negli occhi tanto che pare opzione assurda angoscia l'insistere in video di strega bionda come anche il brivido per la schiena al percuotere aria a martello di voce sua pneumatica che, intonaci antichi sbriciola certezza in calcinacci acri al gusto che ci fa della sua fobia: invasioni paventando di massa fantasiose di sbarchi sponsorizzati profetizza l'Italia agli islamici e gli Italiani infelici su Marte. A destra guardandola, orrida smorfia pasionaria, pro domo sua far d'ansia lucrosa industria, stuprando verità di cielo appare donna misera assai.
Id: 54370 Data: 08/08/2019 18:31:38
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Di luglio
E fa caldo, ma di un fottuto caldo che nemmeno il ghiaccio nel rum ci riesce ad averne ragione: urlo si scioglie sudore, pur sotto le zampe d'orso bianco su al polo, sfinito nel nuoto chè la caccia non gli si addice in acqua se non in faccia alla propria di morte ... e che traffico e che vita la notte: nemici si accampano sotto il culo rompendo nude bottiglie tra i piedi. Sì che, sorrisi sgocciolando in viso protervia, sembran dire di noi timidezza innata e incerti limiti taglienti di vetro: lo sfregio di schegge di un dormitorio a cielo aperto è umana miseria in strada. Prova per il gregge che, sotto assedio in piazza, si è da un pezzo.
Id: 54287 Data: 29/07/2019 18:42:24
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Melodia devento estremo
La danza dei secoli è spettacolo di boschi, di piante abbarbicate ai colli; all'apparenza immobile, ogni giorno si offre godimento alla vista, draghi vaporosi sfilacciando in cielo, fiammanti vespri a che, il cuore, ne senta ritmo ed il cervello a crederci si ingegni ch'è miracolo. Ma il turbinare d'ambizioni duole come e più che sempre accecando: teso vortice dallo strider di lama, oltre esilità di rami denudante, a vuoto va d'intese in aria ferma denti digrignando vanesia. Agita dal boscaiolo, ceppi gli acconsente nell' affannarsi a potare, a tagliare infliggendo moncherini pure al ciliegio. Chè poi meglio ricrescono, si dice, fioritura aspettando e ronzii d'api ...a meno che non sia furia scriteriata di bufera a scritturarne a tappeto gli alberi per la messa in scena di una tragedia. Letale arrangiandoci melodia coi tronchi scossi e divelti: già che, sgrossandoli, infine ululando rincorre a diffonderci deserto dilavato per monti dalle rotte di vento sibilanti d'oracolo. |
Id: 54226 Data: 21/07/2019 16:19:05
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A tema
al tuo essermi conforto nella notte vorrei cullarmi come su creste
crogiolandomi nel tuo dire ondoso
d'adrenalina lungo la schiena disquisendo con me del piacere e tra le tue gambe d'amore
visione del caos universale tra i peli arruffati goccianti sfiziosi umori profumati di te fiore dai petali di stelle:
Id: 54160 Data: 15/07/2019 16:58:20
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beta 1
pur tra mille clamori d'inarresa fortezza sospesa su faraglioni in te fammi entrare: dalle tue spiagge cantano persino conchiglie vaghe; pur col tuffo nel secco di scirocco di gabbiano che trafori con schiocco superficie di raso mare. Anima corallina lasciati penetrare anelito di bellezza nell’aria a che possa cibarmene smodato: fino dalle viscere vulcaniche canto aleggia ch'è della madreperla. Libero e impavido, non tralasciando squame magmatiche di preda vinta lucente a morte nel becco, emergendo urlo lussurioso in cielo fondente radioso, poserò la spoglia intinta negli ultimi guizzi di sole a spruzzo su scogli di zigomi prospicienti mondi alla deriva, carezza mi sarà salsedine, brezza dolce commiato d'alghe immaginifiche: lampo umano sii all’imbrunire, a che orgasmi libertà morta estate naufragante d'ignavia. |
Id: 54068 Data: 08/07/2019 18:29:41
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Fluenti
Vorresti che in me ti portassi dentro sempre con me, pieno di te come otre d'acqua buona, attraversando la landa folta di diatribe d'erbe spinose sulle sabbie mobili. Noi confessi rei d'amarci senza costrutto: così vorresti dai miei occhi affacciarti specchio riflettendomi dardo sibilante; o come quella brezza frusciante alta all'orecchio anima dolente terra; ch’ è da terra che nasciamo solidi ma è dai sogni che svaporiamo eterei affluendo alla volta celeste, chiome
come fluenti emozioni, agite nubi. |
Id: 53972 Data: 30/06/2019 16:55:35
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Frenesia
Così ricca di mistero, questa ch'è di vita cenno fa che sia poesia: frema vibrando pel diaframma emozioni. Modulandone respiro per strofe ne decori stanze con frastagli e finzioni interpunzioni ad estro d'aperta malinconia. Sì che, il cantarla, possa levarla forte della realtà scongiurandone il già scritto d'essa, come d'impassibile pergamena ai posteri letta e descritta di noi priva pure del ricordo di una mai doma frenesia.
Id: 53911 Data: 24/06/2019 15:09:16
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Tardo laffondo
Tardo l'affondo non perchè lenta la bracciata. E' che, spesso, le cose un ritardo richiedono: soffuse tanto sono fonde, più che nel cuore l'abisso. A seconda, ci vuole il tempo giusto, per allacciarci zavorra ai piedi per arrivarci a stringerle nitide ove uniche s'attardano sommerse: si da non essere meno oniriche di quelle vere immaginate a notte e che, verosimili, ci restano cicatrici arse sul corpo che affonda.
Id: 53839 Data: 17/06/2019 14:41:45
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Autoeutanasica (vilsonetto)
Or che feroci m'han spolpato l'ossa avrò anche diritto d'andare dritta ove stella fissa l'orbita infossa ingoiando svelta la minima fitta. Giovane, crudo m'han strappato il cuore con dardi di fuoco anima trafitta ebbi stuprato sesso con livore a mente linea anoressica scritta. Prova di quanto la vita è tumore codardi mi scavarono la fossa della vita rubandomi colore. Or che degrado quieta in terra smossa m'accorgo che vivere fu rumore assordante di me cellula scossa.
Id: 53768 Data: 10/06/2019 13:30:29
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Vedimi oltre
Lo so che mi vedi e folle mi studi zitto. Ma è che faccio finta di nulla: con quell'occhio vitreo mi vai ben oltre il muro bianco. Del soffitto dico io lo sbrego, luminoso, tra sagome falsanti agonia del giorno. Tu dimmi: Ti vedi? Standotene con socchiusa mente in quella cannuccia che ti stilla trasparente goccia in vena... mi senti? Puoi sentirmi? Oppure sei troppo intento a raccogliere forze per uscirtene dalla testa? E chissà cosa ci vedrai mai, fuor di quella tua testa che premi febbrile contro la sponda del letto ... a pensarci bene: ne ero sicuro che ci saresti stato: era da tanto che non ti ci vedevo. Ho immaginato così, che ti ci saresti impegnato allo spasimo, per esserci ancora lì, con lei e nonostante lei, più che mai sfuggente, figlia velata di nero per startene sul ballatoio seduto fumando e berciando di contro il mondo: dirimpettaio irrispettoso ringhiante rissoso meglio che te. Come un tempo quando più che scarnificato d'ironia provetto nei tempi ed algido nei temi nuotavi nel cortile tra una birra e l'altra.
Id: 53690 Data: 04/06/2019 00:57:25
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Lunaticamente (5)
Fummo nubi, poi fummo gocce al tuono e ci baciavamo quando piovemmo e ci abbracciavamo, quando scorremmo veli d'acqua fluendo in fili di seta viluppo orgiastico d'accorrenti onde nel greto impetuose, tra sassi con noi rotolati. Rosea s'accese l'alba in petto scosso dal desiderio riarso pur nel sorso da un capezzolo dall'areola sole illuminante radioso dal seno. Fosti luna, fui sole, fummo eterei ...che m' illuse quando cedetti vinto dentro albeggiandomi, quando scivolai lungo e disteso di vene mai arrese all'astro, in bagliori colando a notte lucori dai lumi emozionalmente irraggiati ... Alea ascese l'alba sui nostri visi labbra scosse prive del gusto a fonte rimasti pallidi i baci notturni brucianti le carezze presto spente: Fummo di sole e luna tra nuvole per la volta inseguendoci per gioco dietro ruga all'orizzonte svanendo nell'abbraccio in mare, tenui barlumi reminiscenze allegoriche in cieli purpurei, veli residuali di noi tramontati. |
Id: 53591 Data: 27/05/2019 18:45:22
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Europa come non mai
E' l'unico di cui si abbia notizia questo mondo. L'unico che si possa calpestarne opulenza e felci, affermi dovizia. Il solo di cui travisarne certi della redenzione, nequizia d'alluvione sanguinosa in siccità o scossa di terremoto in guerra aspra come frutto di orgogliosa eredità da una generazione all'altra astrusa. E pure di tenersi sempre pronti al prossimo terremoto a cambiarsi casacca: ma tu fammelo sapere dall'angolo di piazza a braccio teso pure con aria dimessa e confusa se domani ci sarà ancora Europa. Oppure se, i muri nuovi, acclamato filo spinato, urlo dalle piccole patrie, populista furbizia bieca... l'avranno fatta trista: barricati in casa orchi, afasici e psicotici armati tutti, chiusi i porti e sbocchi già tutti prigionieri a cielo aperto. |
Id: 53492 Data: 19/05/2019 17:41:57
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Andar per farfalle
E'solo andar per farfalle mi dissigiulivo che le correvo appresso ma solo con gli occhi, chè con le mani, non sapevo cosa farci o come l'avrei presa. Lei di certo mi aveva preso e come: un tremore alle ginocchia m'impediva di lasciare la presa; la sentivo che mi scorreva veloce nel sangue pulsandomi alle tempie.
Poi, che la spogliavo, mi accorsi d'esser già nudo. |
Id: 53399 Data: 12/05/2019 16:29:39
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Similsonetto jazz
Può un sonetto averci d'agro un etto liquido di lucciole, alto e contorto d'anima di jazz, se del clarinetto il trillo si fa agrodolce a conforto. Sì che, sussurrar di spazzole, raschiar nel feeling della melodia sottesi suoni nella mente: il lasciarsi andar sinuosi, nell'ancheggiare compresi. Chè densa ed espansa ne salga voce di Lady Day*, stella in cielo, canto mestizia appesa a strani frutti: atroce nella notte vecchia grattugia pianto secco, con l'assolo di sax feroce che s'aggomitola stormir d'elianto. *Billie Holiday, cantante jazz tra le più grandi. |
Id: 53315 Data: 05/05/2019 17:12:26
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In ultima (ritratti)
Non è darsi schiava a risolver pena, offrendosi a svalutarsi con tanta forza; poi che, convinti, ci si vanta di tenercelo lercio e prono il beccaio domo in quell'alcova ch'è la mente. Sola tinna carillon alle orecchie. Culla di sogni perversi fuggenti tra parentesi rincorsi, senz'altro esito che un coma: stato d'animo sospeso, diversamente impiccato ad un chiodo sul giaciglio in testa. Sola canticchia una ninna di vecchie. Ci si potrebbe intuire un dolore altro e di qualche perla d'orgasmo il cambio: subìto uno scambio per qualche dose, spenta andando in solitario, oltre d'ogni pensiero svuotata e svenduta. Sola sussurra d'una gerla in spalla. Lasciando di sè orma drogata, prima di tornarsene zitta oltre cortina, un trafiletto arduo solo in ultima di cronaca: pure stuprato in scena, ormai d'innocente fuori pagina. Sola dice che non ha più dolore. |
Id: 53232 Data: 29/04/2019 18:31:30
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è
Una guerra è una guerra: come vaso di Pandora che, appena scoperchiato ci vomiti addosso tutto l'orrore che ci alberga compresso furore retorica d'onore e merda, così il conflitto n'esce urlante dai cuori razionalizzato urto nelle menti menzogna. Ed hai voglia a trovarci chiare responsabilità: torti o ragioni, tutto finisce in un vortice di sangue accecante ognuno, giusti o non giusti. Ma non per questo dobbiamo stancarci di trovarci le parti: dei liberi che ci hanno trovato la morte pugnando per le altrui libertà a teatro e degli ingiusti che ci hanno portato in recita, fuori fogna, fascismo.
Id: 53149 Data: 22/04/2019 15:43:07
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Impavidi a prua
Salti di delfini sul raso bronzeo son schizzi d'argentee arrasate sbrizze su foglio mare. Ondulante allungarsi della scia del legno, rilascia spuma ribollente ardore in smeraldi; corteo
son le meduse tremule di segno al seguito con contegno nel nuoto agile e urticante, come l' imperio del turgore d'un desiderio, al tatto
donante l'alito enfiante vele vanesie:
appassiona, con gemiti strimpellando sartìe, ordendo intrecci di coralli
anelanti a giocar di liquido piacere refrigerio colar di spruzzi in viso
... d'orgasmo color cobalto è brezza che avventa e sormonta, frange, sgusciando poi d'incontro alla prora: lingua avida
su scoglio rovente, ch'è piena la luna vista mai così gravida, lucente rossa sorgente generosa, come da fornace celeste estratta brace d'antico desio pulsante bramosia. woodenship 10/02/2012 ***riletta |
Id: 53056 Data: 14/04/2019 19:34:26
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Sullaria di una sarabanda
Bimbi ci sorridono dalla riva castelli costruiscono con sabbia ocra incubi seppellendoci ch'è l'alba. Un fortunale aspro ne avranno a sera che la nebbia più non si fa chiacchiera e ragione saranno le gambe a che almeno un po' ci si fermi sul filo d'una sigaretta. Già che si sappia: il fumo, a guisa d'orco, si dirada paura, vorticando come noi avorio d'anime, ronzanti storie nell'arnia sull'aria d'una sarabanda. Oltre ogni dir salendo, con l'assunto che, appesi all'orlo, non si può più stare: andare si deve. L'abisso ci attende prima; la corrente ascensionale poi, impulso dagli astri, slanciandoci verso l'alto che mai avremmo immaginato più folle energia, volando senz'ali e senza razzi. |
Id: 52973 Data: 08/04/2019 17:41:37
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Invettiva
... e quante volte hai anche tu ucciso giunti al tramonto appena prima di sparire lasciando delusi dolenti, trafitti sulla sabbia tonante di risacca? Sì che, quasi, non si vorrebbe più sorgessi in cielo tu, "sol dell'avvenire" che tanto illudi promettendo nuovi giorni cinico e beffardo! |
Id: 52888 Data: 01/04/2019 18:24:54
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Vampirizzati a primavera
Rasente io, flottante svuotata spoglia morsa sul collo, indosso voglia estrema d'oblio, derivante nel rutilare di gorghi pel greto sassoso dal gorgoglìo fluente d'un livido incubo funereo. In esso è cinereo il vagabondare insonne; come pure della corrente la furia cerulea ingiuria, esondante liquame. M'appartiene anche l'intrico venoso sovrastato e sommerso: infiltrato d'inquinamenti ambientali, torbido nell'esangue paesaggio umorale mesto di pire a ridosso incombenti schizzanti calde faville a paradosso d'aghi ghiacciati e schegge, da Zefiro nell'occhi soffiate accecanti minuzie tra bacche occhieggianti inquiete nell'ombra scosse da brezza screpolante ispida come baci da bocche scarnite che apposti su labbra, annuncino tregua. |
Id: 52742 Data: 22/03/2019 16:51:20
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Magicamente (4)
...a che ti baciassi furono, quando ombre ci allungammo sottili braccia incrociandoci sottotraccia oscuri di nodi, gli influssi che, dal tramonto sguscianti di soppiatto, stranianti scaturirono misteriosi nell'impatto di luci, tingendo con sorrisi ambrati i volti di noi, dal desiderio alterati. Sì che pronto t'accarezzassi, furono lascivi gli stessi influssi arcani: estro dal piglio a carboncino, labbra a labbra nere di sfrigolii. Ansante di ronzii ape fosti nel volo, ape che sfiorò cespuglio odoroso di rosso fiore suggendone nettare, aspra regina. Consenziente magia fu vibrar d'ali a che ti baciassi, quando mi sfiorasti. E ci abbracciassimo, quando cademmo in fiotti dalla bacchetta magica fluendo sortilegi, persistenti nel luogo e nel tempo, pur scomposte aleggianti immagini vive di noi incantati. |
Id: 52649 Data: 15/03/2019 18:06:59
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Marley, oh Marley (vilsonetto reggae)
Tutta lustrini, l'amava anche Marley lucida e cromata, potente Harley ruggente nelle corde di serio rasta che, dal palco, a guerra urlava basta. Sull'ali di "No woman no cry" ascolti cascata di note per campi incolti fino a Montego Bay seguendo il sole sulla spiaggia infinita e senza prole: Polsi d'acciaio dal Reggae sunsplash lance brucianti in cielo e ovunque vampe accese e flottanti in folgoranti flash. E quanta ganja arsa su per le rampe abbastanza da sballarci pure il trash patinato di sorridenti stampe! |
Id: 52560 Data: 08/03/2019 17:39:40
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Di questi tanti (ritratti)
... e non saper più che dirne dei tanti esseri per versi ritratti: a vita tornano spontanei, confusi tratti come gramigna infestanti, groviglio sul foglio rivendicante l'orgoglio. Dalla penna poi delineate genti tripudio rauco di umanità: basso tono di chi, indugiando in dissolvenza passo fantasma dei senza passato rassegnato segna, un fuori pagina dai margini rigidi a capo chino: sfilata lenta, spiritica, cicche studiando in posacenere bisunti ch'è l'ora di chiusura a fioca luce pur nel non saper che dirsi in faccia a faccia, tra cartoni che s'è tanti.
Id: 52479 Data: 02/03/2019 14:34:58
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Pseudosonetto hard (rock)
Come tutti coloro che, sul verde puntato abbiano la loro fortuna, dei cani schivando le fresche merde, semafori si sta a mollo di luna: gialli selvaggi ballando da schiavi connessi in rete e rossi di dolori, d'altro algoritmo a soluzione ignavi tanto sfatti d'eccitati tremori. Sì che tu dici frizzi di decibel la notte: ardendo rotoli di note alte dall'ultimo concerto di Axel. Visto gracchiante, rude in redingote ribaldo dialogar con Slash, in pixel di piacere arrossandoti le gote. ***Modestissimo omaggio ai Guns N' Roses, se mai mi potrà esser perdonato... |
Id: 52366 Data: 23/02/2019 19:21:43
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Note e noci
Adesso vuote...non avrei mai immaginato cosa potessero significare piene già che ci si fanno note: un po' ovunque rancide rancorose e agli incroci ridondanze vocianti ghermenti rimanescenze grezze malinconiche consunte.
Note:
sono ispido vociare di fondo malevoli voci. Irrompono nelle tempie pulsando folle brusio sinistro: quante ne schiaccerei, voce a voce di queste teste vocianti noci!
... datemi un po' di silenzio in croce ve ne prego due note di piano a requiem: non ne posso più dei pixel sgranantisi pipistrelli dei giga ratti come topi
delle icone di scarafaggi tra le crepe spiaccicate macchie alle pareti sbrecciate dei miei giorni! |
Id: 52291 Data: 17/02/2019 19:39:16
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Fragili di_versi
Di cristallo i fiocchi, vuoti li guardi cadere fragili, l'uno sull'altro cumulo di spettri nel clangore interiore di una cristalleria in frantumi.
Id: 52223 Data: 11/02/2019 17:10:53
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Candelora
E' quando, rasenti, l'ultimi raggi sfumando dal grigio al bronzeo, che vanno vele in superficie, tolti ancoraggi a principiare ricce onde dell'anno. E che dai monti dell'anima, lattea a contorno s'affila l'aura: vello di capro indossa a ruvido mantello di Fauno Luperco, rituale livrea. Vagando insonne ingrassata di sugna cinerea illanguidente nell'orbite d'astro lucidante la terra a spugna: triste abissale paesaggio inospite fa vivo di fuochi. E a ridosso impugna fiammelle guizze e sementi incognite.
Id: 52112 Data: 02/02/2019 16:30:29
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Memoria che sia (a Primo Levi)***
Ist das zu Mensh?/ Se questo è un uomo cosa da nulla ha da essere/ was aus nichts sein muss Come filo spinato vibra mantra dell'oggi: profilandosi costante tra comignoli si defila sull'orlo del futile. Ci sono conti da comporre/ sempre eco metallica/ di tetto in tetto sbilenca: bilancio da quadrare/ banalità pelosa contabilità spietata/ sfiora le tegole marroni straripa di aculei in cielo d'azzurri fumosi. Del male la memoria si sa ridondando in volute fin sul muro anche se per un giorno solo, nell'anno scolpisce l'intonaco in crepe quello del vicolo cieco(di solito in ombra). Si vorrebbe fosse vivo, il ricordo saldato al presente con più che uno sguardo o qualche pugno di cenere: non solo memoria di un giorno, ma di ogni giorno. Mi ci sono trovato assorto, non lontano appena fuori di casa: saliva per il davanti verso l'alto, anonimo come solo certe emozioni fumo nero dolciastro di carni/ nauseante. odore da non rimuovere/ mi son detto che resti a monito: nicht ein nichts nulla è niente. ***24/01/2014 woodenship(rivista)
Id: 52021 Data: 25/01/2019 19:14:23
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Squame
Getto i tuoi versi sul letto per gioco spogliandoli a scomporli e ricomporli tra le lenzuola di bianco che san di lavanda: brillano perle brillano stelle brillano del fulgore diamantino d'un mattino assolato. Narrando d'incantate frequenze dicono di te scintillio di squame rugginose di sirena inguainanti fianchi sinuosi ... tempia sul tuo petto sognante la mia: non c'è fondale che non conosca buio come del tuo cuore ne ho un pulsare d'essere fantastico in itinere.
Id: 51945 Data: 21/01/2019 13:34:54
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Sopprimibili resti
sopprimibili resti umani sono solubili in poca acqua: quella giusta e misera d'un rigagnolo di fogna: e qui è la sufficienza a che si diano trasformandosi letteralmente in vittime. Eccoveli: anime compresse al suolo finzione d'innocenza fine, in pochi attimi sgonfiandosi come palloni sibilare ricordi. Forse colpevoli o solo di non-vita puniti e smunti che di male anch'essi ne fanno e subiscono: carnefici al punto dimessi da rimettersi in mano ai generali: paciosi costoro, ravananti l'impasto d'essi fragili fortunosità remote desposte a riva in scalpiccio brulicante scomposto dalla battigia muovendolo a battaglia da vallo Adriano, a vallo Atlantico a Kursk! A Kursk: obliata l'arancia sanguinella cruenta, tumultuante, rossa nel trascendere fraterni cadaveri, motili perchè galleggianti della stessa sostanza messa a purgatorio d'essi umili della certezza privati e fragili d'essi arroganti seppure dai corpi deboli le menti succubi ottenebrate tumide: sottomesse alla famiglia alla patria ad un credo e ad un sè e dal sè dirette imbattibili alla morte pur nel credo: per essi nulla più che una tappa, una pezza, già che non sanno perplessi, oltre che risibili nel gran darsi a marcire vaganti opponenti determinati, sibilando urlo che frusta verso al vento chè meta non hanno per forza maggiore:" vili coloro che già vinti valgono meno che foglie perchè cedono liquidi vili svolazzanti a spiovente sì da affermare fedeltà alla miracolosità dell'accidente ... nuvole di essi son futili ignobili ceneri, per spocchia diamanti chimicamente carbonio "
Id: 51847 Data: 14/01/2019 01:39:16
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Disegni
Campane risuonano a distesa festa metalliche raffigurando disegni per l'aere metafore vibranti di note a matita squillante rito di nature poetiche presto da voli d'uccelli scompigliato e dal silenzio serale ricomposto tombale, restituendo natura assorta. Non più intronanti le blasfeme odi bronzee s'afferma, taciturna, quella fede malefica ridisegnante il mondo ogni notte con la lentezza che si sofferma sul tratto incline alla sopravvivenza; giusto come silenti varani nel fango che sul fiuto confidino orridi tutto il loro bene per una carcassa da strisciare di lingua e di coda con impellente fame atavica.
Id: 51773 Data: 07/01/2019 14:04:08
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Un po’alla volta si fa l’anno (ritratti)***
Oscenamente spinte avanti, nude le gambe bianche, secche più che rami, d'un brivido arcuate, a reggere il nulla di quanto ti faccia spirito l'aria stranita: oggi hai solo camminato lo scherno d'altri sul gobbo e lo sterno mostrando, con quel gusto raro dell'uccidersi un po' alla volta, sapore dissennato, per papille non avvezze. Sì che non è bello sapere di avercela che ti strani ondeggiando piumino testa che ti si curva di ghiandole gonfie al collo: non di una corda o una pallottola ma segno d'un pizzico di veleno, follia disciolta linfa in gocce, come di collirio donanti scintillante nitore a sollievo per il non visto, però sentito nel delirio del giorno per giorno, vicino al tropico degli allucinati amori. Eppre ce l' avrai sempre lì le stille: in punta di lingua brillanti, come in una vetrina che in faccia ci spiaccichi il Natale, spiazzando che più non è ... meglio che non ti si arrivi a fronte sfiorandotela non la bacia fortuna: soltanto ci corra soffio lungo le rughe, corrusche di nervi avanti sospinte inconsciamente brusche anch'esse follie all'anno inscenanti. ***Uno scoppiettante Capodanno per un felicissimo anno a venire: buon 2019. E che in esso possano trovare realizzazione i vostri sogni. .........................W..................
Id: 51698 Data: 31/12/2018 02:24:03
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Lettera non lettera mai scritta nè***letta
I lucidi riflessi e gli oscuri passi alle vetrine in movimenti sparsi dalle barbe finte ghiacce alle renne perplesse e smunte dinoccolati sanno di noia. Attimi d'incanti prima, poi lesti che ci sfuggono di tra le dita in sfere luminose: è allentando i fili di luminarie, redini vibranti, che si va oltre i confini volanti tra buio e buio e che avvengono, ovattati nella barbarie abbandoni alle radici d'alberi dei destini scartati doni. Vuoti a perdere nelle intemperie d'un Babbo in slitta distratto al quale mai ho scritto e mai scriverò. ***Auguri e di cuore per delle festività che possano esservi fonte di gioia e serenità, oltre che di sana distrazione. ........W......
Id: 51643 Data: 24/12/2018 02:56:46
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Propositi
... sanno di fiori ordinari di prato le screziate increspature infurianti fino a sciogliersi lacunoso segno di naturali rigori sputati in spezzoni consunti. Questi si frantumano in cenere ch'è quel che resta dei corpi: il sangue svaporato, ha lasciato i tessuti ... un po' come averci polvere al posto del sangue: la si bandisce, la si spolvera via. Ed essa è lì, caparbia, che solidifica veleno nelle venature di marmorei propositi, incrinandone lastre.
Id: 51583 Data: 17/12/2018 02:38:57
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Perizomicalgebricamente (3)
... ci scottiamo quando veniamo colti pelle a pelle, quando cadiamo bragia evaporando goccia a goccia in aria surreali stille sospese tra banchi; plateali nel gingillarci balocchi; esibizionisti, quando planiamo dalla membrana in fiotti tracimando algebra impossibile di noi eccitati ... intanto che, sotto, immagino a gioco che strusciandole t'accavalli cosce a sprizzarne incendiarie scintille alte suscitandomi esiziale domanda se tu l'abbia messo oggi a pizzico su rosella perizoma. Mi chiedo incauto che non c'è lavagna più a muro, dici da dove con gesso grande e turgido potrei risolverti equazione amore a più incognite, rappresentandoci suscettibili di più soluzioni ammesse dalla passione e promosse: sì che arditi in funzione venendo incogniti ci si baci liceali irrazionali nell'abbraccio, quando dalla matrice svolazzando in fiotti fuori con i nostri corpi insceniamo copie ideali di noi: timidamente avvinte eccitate, emozionalmente nella lussuria riviste e stampate.
Id: 51525 Data: 10/12/2018 15:43:45
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Necessità e vizio(ritratti)
E' il bisogno a scioglierti luce agli occhi e la lingua: senza tema che, stantie s'allarghino braccia, nel non avercela sconsolati una moneta, o increduli non a te si voglia darla, rarefatta che senza casa ti dici, a colletta sul filo spericolata del vizio non querula, certa che possa farsi casa una moneta. Sebbene gridi la ragione: non bastano sorriso forza e costanza, sollecitandola ad ogni incontro. Sicura che non c'è soluzione: è necessità che aguzza e su pagliuzza non sottilizzi oltre.
Id: 51437 Data: 02/12/2018 14:11:56
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Guardia scorre lancetta
Gli Spartani? anch'essi decomposti: come son venuti, sono andati tacendo ... ma tu parla, su: cos'hai da scrivere ancora? Dillo adesso o mai più: lo sai che la guardia scorre infame lancetta sul quadrante delle ore infette. Non resta molto e i fiori languono secchi: l'attesa linfa più vita non dona ... e non si è più in mare aperto: in mare le tempeste confondono in viso gli spruzzi dalle onde con le lacrime dagli occhi; l'agitarsi degli elementi in cuore con quel morder di bufera in aria si che s'intenda quanto di umano c'è nella forma esplosiva di un tuono ... ma non si è più in mare aperto. Sulla mappa degli occhi è che i tuoni dovrebbero farsi genio evolversi di lampi; illuminazioni a tormento vita oltre la morte ... e dire che pur l'ilota dovrebbe più non esserci invece d'accorrere servile a cucir bocca.
Id: 51379 Data: 26/11/2018 02:55:33
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suineide in twitter
Così lenti sono da non saper viver nemmeno come porci però furbi quel tanto da studiar come sorci il rosicar di cacio : nullatenenti d'intelletto da Circe fatti suini sonnolenti assordanti nel grufolare: poi d'Ulisse compagni resi sordi al canto delle sirene come si conviene ad ignoranti forzato del remo predestinati all'irrilevanza e dell'evanescenza il fremito gemito di dolore e ribellione alla sconnessione: umana dissolvenza su e giù per la spina dorsale teatrale proscenio per brividi di scena : l'equivalenza d'un battito di ciglia di certo poco amabile ragion d'esserci nel riversar fanghiglia in twitter di molto più lerci d'ingenui porci.
Id: 51312 Data: 19/11/2018 14:19:20
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Oralmente(2)
E ci bevevamo quando venimmo sorsate dissennate da cascate cadenti scrosci per noi discenti in fiotti, nel cervello fluendo visione: orgiastica reminiscenza, riversi a terra poemi alluvionati di noi allucinati: è virtuale la cattedra alla quale rizzarmi per darti conto a lezione dritto negli occhi fissandoti io foglia addentellata imperlata di sudore nel mattino che appena riesco a starti su spalla: in amore vellutata tu docente di me allievo che ti stava baciando, quando fu lo strappo dalle cime frondose, a farci lievitare in vortici dai rami, incespicando rumoroso cantico per le vie fruscianti brulichio ventoso pel costato asfaltato d'abrasivi sussurri, nostri i corpi trascinati.
Id: 51221 Data: 11/11/2018 01:22:02
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Canto di cigno(ritratti)
L'insalata atterrata a piene mani contro il grugno strusciata e, appena sotto gli zigomi, impastata sulle guance a lavarcisi la faccia: allo stato animalesca nei modi anomala dipinge paesaggio umano col corpo mimando smorfie del colore delle polpette biascicate, ristraziate poi con patate ristampandole fritte a sostegno di pieghe di labbra tristi e sottili lembi di ferita come chi, ricco da schifo, è fatto assai al punto che non ci avrei mai creduto non l'avessi vista sballarsi co i miei di occhi, il cibo azzannando ingorda cagna persino ingurgitando tovagliolo di carta, tranne poi sputarlo pasta per poi riprenderlo carne. Ingioiellata lei, senza pensiero altro che la propria di disperazione: quella che abbassa grigia le ciglia d'eroina tirata a naso; le palpebre appesantendone a piombo d'ironia lama affilata galante a ghigliottina d'egotico torpore di cigno morente grido dolore quantico decapitato bulimico.
Id: 51159 Data: 05/11/2018 15:00:26
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Solo ci accoglie
... che ci si voglia dire o che ci si possa fare ne è un pulsare indipendente: qualcuno vuol farsi novità incendio che illumini le menti a giorno. E come ci possa riuscire ti chiedi, così odioso lui nel seminare rancore conscio pure di raggiungere lo scopo. ma taci perplesso ascoltandone sicumera nella narrazione dall'abside pulsare pandemica sull'ara un tempo pagana ritualizzandola con piume di corvide tra incensi e fumi di ceri predicando d'invasioni e congiure. Lui così brutto dentro che a guardarsi in giro, se ne scoprono segni appestanti su tutti i volti intorno clamanti: gracchiare che mi svela del momento folle del perchè non c'è risposta al male quando banale ci accoglie esiziale follia prendendoci febbre.
Id: 51068 Data: 28/10/2018 19:32:03
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Avvizzendo di stagione
E' con insonnia e senz'ali o temporali, che nelle gronde giù s'affonda in grappoli la stagione come pigiata, frusciando succo aspro frutto che al battito spremuto in gola si corrompe, come pure la nostra verità ogni anno manifesta e vizza d'un pezzetto in polvere finito capovolgendosi: pietosa bugia si respira, d'illusione lievitando leggera come nota d'arpa che sappia della terra dissodata l'assenza di requie.
Id: 50976 Data: 22/10/2018 12:15:07
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Ludicamente(1)
... e ci baciavamo quando venimmo e ci abbracciavamo, quando cademmo in fiotti nella membrana fluendo urlo: reminiscenza atavica di ludi a terra scudi emozionali di noi frammentati. Ma questo ardente amarci in aula spoglia non ha che noi d'arredo: vivi camei appoggiati al muro che ci si fruga frenetici avidi di quel piacere. Pure estraendone dalle tasche l'un l'altro piene mani spalmandone sui corpi e fin sul soffitto dilungandoci di concerto folli e consapevoli che ci si baciava quando venimmo e ci abbracciavamo, quando cademmo in fiotti nella membrana, orgiastica fluendo reminiscenza in cieli ardesia a terra veli emozionali di noi bagnati.
Id: 50902 Data: 15/10/2018 02:40:39
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Ombra assassina
Di verde intenso screziato di giallo è girasole pregiato, questo tuo frammento dallo spazio autunno caduto sulla Terra. S'apre seme luminoso all'anima poetica dandole rifugio. chè ci sono grigi d'ombra assassina ad azzannarle calcagni avanti spingendola Cerbero che mura latrando, le smorfie di dolore per gli affanni silenziando. E' così che si arriva alla sera che i morsi sembrano affondare peggio nella carne enigmatici come certi rimorsi ... ma di cosa mai doversi pentire: forse delle rughe o degli acciacchi degli schiocchi cattivi delle dita intorpidite perchè artrosiche?
Id: 50803 Data: 08/10/2018 02:22:00
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Lunammare
Capita che la luna vesta a giorno del sole indossando su pelle di seta fantasie di bianche e di nere stille spioventi conturbanti infiorescenze. Poi restandosene in cielo, come fosse in spiaggia, seduta sulla sdraio sorridente di creme solari che mai l'ho vista così flessuosa luminosa ammiccare da dietro occhiali di nubi rubandoti gli occhi.
Id: 50743 Data: 01/10/2018 13:43:23
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Fibrillar di neri
... è quel fibrillar di nero mefitico d'acque acide in pancia e di pancia a risucchiarci e spolparci Umanità pavidi e pasciuti si viene frollati incarogniti convinti ch'è vincente lo sbotto. Poi che si è restituiti in strofinacci filtranti gas esilarante dagli spifferi alle viscere verdi di vomito con assopita coscienza
Id: 50669 Data: 24/09/2018 01:30:24
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Stracci dagosto (ritratti)
Così piccolo a significare agosto di stracci uno scricciolo in nero all'angolo rannicchiato senza la sua età. E che ci ha già un bel coraggio lui nel chiederti come stai tu mentre lui pare più di là che di qua. Eppure la voce a filo lo tradisce: flebile e seria sottile ch'è quasi infantile per quanto confidenziale ed ossuto ...ti sorprende al punto che ti domandi come faccia ad esserci ancora lì in strada, piagato e sdentato col suo mezzo litro immancabile pessimo vino. E ti sorride franco a conforto ch'è tutto chiuso tranne il suo cuore; ch'è cattivo il vino, ma nobile l'uomo pur se ti muore non visto a fianco.
Id: 50575 Data: 16/09/2018 02:49:40
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Spill_ando umori (vietata ai minori)
Se mi sogni, allora saprai che sogno mi sei e che s'incontrano i sogni nostri in un punto erogeno nello spazio di asimmetrie sintomatiche segno. Se mi assaggi, saprai che il gusto di me sa di te stessa: in sogno te lo rubo tra le tue cosce inoltrandomi quatto ed allargandoti la vulva piano con colpetti di lingua sapienti, poi rigirando attorno al tuo clitoride lappandolo manco fosse un gelato ... Se mi assaggi, quando risalgo saprai che m'impossesso delle tue labbra nel baciarti con bocca ampia, inventandomi di penetrarle lingua irrispettosa a ricordarti il sapore unico: noi. 04/09/2018 woodenship
Id: 50448 Data: 06/09/2018 16:21:42
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Navigando dintenti
... Ma il mozzo intendeva"Labalera" forse: isola famosa per le sue onde alte e tanghere nell'andare a riva e per i venti salseri nel far ballare vascelli svelati... El capitano la mirò nello spampinare di sole tra le viti dai tralci ondosi di spume ad ovest vedendola brumosa dai tratti. Per la vita, in parte donna, la colse grappolo succoso e rosato, generosa nella stagione entrante d'incanti sottotraccia dicendole: "Bentornata scherzo di nuvole, moza* che al cuore doni palpiti; bentornata sirena che l'anima sai scuotere, vibrando cosmo marino; i frutti sono versi flottanti accorati marosi narranti del tuo sfrecciare per oceani lontani. Mi è mancata la tua carezza di coda per giocare allo schiaffo del marinaio pel tuo canto ubriaco..." Oltretutto loco** el capitan si pose a riverir la sera apprestantesi a far di foschie miraggi si che non si dica che, d'autunno, non si abbia ad incontrare sirena per mare: abbacinante di seni e coseni, natante per la tangente curve intersecantisi da urlo per vecchio lupo di mare. Così el capitan diede di scappellotto al mozzo"Tu eres demasiado jovene para tomar tequila!"*** Sospirando manco fosse alla fonda ancor giovanotto in porto di ronda. *ragazza **pazzo ***sei troppo giovane per bere tequila
Id: 50378 Data: 03/09/2018 03:59:35
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Fulminea
Arbusto mi sento che tu, fulminea ispirazione, incendi perversa Aromatici i rametti arroventati in fumo accartoccio crepitando faville
Id: 50296 Data: 27/08/2018 13:47:26
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Macerie
Mi arrendo al trillare acceso dei grilli tra cespugli smagriti dalla sete; nel divampare d'un segnale orrido mi arrendo; all'opalescenza che zitta s'è spenta la brezza, mi arrendo: fatua non frusta più, con schiaffi rimestando l'averno. Sedendo nel buio criptico dubbioso degli scricchiolii mi arrendo alla terra rendendo la sua pace pur scomposta d'ossa e fragili nervi di cigolii arsa, fino nei sommessi giunti rugginosi, a notte di brusii lamentosi. Alle macerie del caso non mi arrendo: connessione imperfetta di storie convergenti nel baratro facente che esista sequenzialità degli errori, colpevoli più o meno comunque atti propedeutici al dramma.
Id: 50204 Data: 20/08/2018 03:31:19
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Di spalle
Ah, a saperti leggere che mi stai di spalle sul letto sfatto, con tutto ciò che delle parole dette resta! Perchè qualcosa sempre ne rimane di quelle anche sedimentate, spese in delirio o mute in gola... ch'è vero che dell'immaginario possibile sono configurazione; lo sono pure quelle parole che ci stanno segretate nella mente gelosa; vere al punto da renderlo esigenza straordinaria, poterle recitare con chiara voce nel vento di sguardi nei vortici degli ascolti, affacciati alla finestra, svuotati di seme oniricamente spersi nel sonno sopravviventi, ammanettati ai letti amanti nel soffio dell'alba alanti stanchi, aerei immaginifici relitti d'arcobaleniche civiltà estinte.
Id: 50124 Data: 13/08/2018 13:46:50
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Abisso mare
... mi viene da pensarlo, mia cara, che alle volte questo smaniare in versi piuttosto non sia che impulso all'arte velleità di svuotare abissalità con un recipiente dai fori d'un vaglio: la sabbia, le alghe, quei muscoli vivi frammenti di coralli, di conchiglie ... quelle poche brulicanti pagliuzze che ci restano baluginii a fondo ecco mi dico: queste forse sono poesia. In esse fibrillare ci sento il"noi", appagante il "sè" furente d'ogni alba trascorsa, con tutt'altri azzurri fumosi occhi tra spalanchi di nubi.
Id: 50007 Data: 06/08/2018 04:16:28
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Fratelli
1 Demiurghi arriveranno da altri mondi pietosi manipolatori astrusi scintillanti ed enormi le astronavi. Con esse giungeranno in volo a viso per salvarci, afferrandoci sull'orlo del tavolo in cucina, dove la memoria, al solito, ci precipita a picco sfracellandoci. Fraterni ci renderanno i nostri debiti, sì da poterli rendere noialtri ai nostri debitori. 2 Intanto che noi si parla del più e del meno, ebefreniche sono pause da visioni, le tue: svapori Anima ritrovata tra pentola e tegame, tra bollire ascetico e discente nel borbottio di sugo. Ormai spazi sguarniti d'assenze questi, così d'ombre e punti: a distanza dalla chiazza di sole, sempiterno luogo di incontri scontri familiari nondetti d'amori, di odi ed affetti. 3 Nel mentre che parliamo del più e meno inconsulto il tuo gesto: repentino con presa curiosa prendi da terra resti di semi, polvere e formiche depositandone indicibilità sul tavolo con dita meccaniche tra te e me: come ci fosse in essere ancora tutto ciò in cui hai creduto potersi desiderare un tempo; tutto in quello ch'è ora schifo, risulta dalla gabbia al muro del canarino; un tutto che s'è spento schizofrenia d'ambizioni monche del più e del meno tra me e te condividenti sussulti. 4 Rigirando per cocci, è perplesso il mio guardarci dentro i tuoi di squarci vivi tentando di operarci suture. E tu che sembri cercarci ostinato ancora. Ma cosa ci avrai mai visto per terra in quello schifo ch'è dirsi vita tra te e me, quella vita che pure hai avuto lasciandotela poi sfuggire di tra le dita? 5 Bizzarro il passato quando impazzendo ti attrae formicolando spaesamenti. Tra croste, spurghi e scarti banalizzando: che ormai ci viviamo del più e meno, requie invocando dalle fitte lancinanti, a che i nostri volti siano assunti distesi sul ripiano sudicio tra noi di briciole, alieni riverberi in immagini. 6 E'qui, prima il loro profilarsi "visisonor"* dallo spazio sempre più nitidi nei nostri morti, infine trasfiguranti nei nostri profili: fratelli tu ed io con ialiniche e pressanti sembianze connotanti somiglianze a dirci che nulla mai muore, in noi tutto ritorna. *visisonor=sorta di supervisore galattico, delegato dal gran consiglio stellare alla gestione del pianeta Terra e dei suoi abitanti: almeno, così mi fu raccontato in epoca non sospetta da persona cara.
Id: 49878 Data: 27/07/2018 14:36:25
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Si dice che così si muore***
Si dice che così si muoia, si dice tacendo, usignolo intorno al rosaio che ci si gira ch'è spoglio rimando, laio d'ampia cognizione del tempo che fu colata d'incandescente sipario. Frangia serica, da pietra a pietra, la veglia funebre dei guerrieri saggi: quelli che non temono insonnia; quelli che han voce ma non dicono; si dice che così uomini si muoia, si dice: gnomi schiavi nel regno del tragico, a teatro la scena calcano sullo sperone del colle galleggiante nella nebbia. Per esserci si ha da saltare alto gli abissi sfidando con balzi certi di cervo che distanzino la fine e col balenio ingannino la morte per uno scampolo di tempo ancora: il singulto del gigante dai piedi d'argilla e andatura lenta. Si dice che muoia, si dice sussurrando, mesta eco sincera risalente rupe indietro raschiando cespugli a goccia di linfa calda dai fiori di pelle essenze determinanti il sublime. 29/11/2012 woodenship ***rivista
Id: 49803 Data: 21/07/2018 15:05:00
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Federico
Federico s'è perso ch'era notte al bar s'è perso che scodinzolava annusando sotto i tavoli pista. Appresso alla fragranza di cagnetta s'è perso, seguendone batuffoli sbuffi allettanti di nuvole a cielo a cielo aperto: smarrimenti animaleschi. E'stato come se avesse inspirato nel giorno un arcobaleno di botto con tutte le goccioline dal sole accese calando, soffiandole poi nell'ancia notturna a farla vibrare con policromia di suoni a cascata dall'anima fin lì sul marciapiede lasciandosene portare nel cavo al centro della sezione del tronco d'un morto albero tagliato da poco e da qui ancora rinascere a vita uggiolante essenza, alla brezza talea.
Id: 49740 Data: 16/07/2018 15:13:01
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Errante
Di sicuro un errore, forse un artista deluso, chissà o un bicchiere di troppo pennellato in gola a soggetto recitato; però un'ala di farfalla pur se perfetta perchè variopinta a talco non sarà mai ruvida tela vela di vento rigonfia seria solo motrice potrà essere viaggio d'un vascello fantasma in volo errante nella mente un quadro fluttuante nube
Id: 49680 Data: 12/07/2018 03:17:12
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Resilienza
Stai urlando così forte da spaccare i timpani alla notte perchè senti l'alone impossessarsi del tuo dolore penetrando, come odore, nelle nari del mondo depositandoci nel suo polmone il degrado anomalia d'un chiacchiericcio rancoroso. Di fuggire ti direi ci avessi l'ali ma troppo è il torpore: ci si è restiamoci. Nostro è il fazzoletto di cielo ci si sta piegati in due la fronte a toccare le scarpe nella stanza delle spazzole fruscianti è di Chet la tromba tra le stelle di raso su raso l'annotazione.
Id: 49618 Data: 07/07/2018 03:21:22
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Indolore
E'come se mi si rubasse il tempo a fior di labbra, di sfuggenti battute in certi momenti, quando la stanca graffia, abulica ruota dentata striando il palato. Allora sento un vuoto nel petto: abissalità che non vorrei mai dire estasi immaginosa denuncia. E'come se il vento, specioso brigante mi sfilasse di tra i denti il pur singolo fonema il tuo nome scandente flusso vitale; e io, sebbene sveglio nel giorno mi ritrovassi intorno chi dicendomi che sono morto solo perchè non più in grado di modulare sillaba, del silenzio mi mostrasse la valenza dell'assenza insegnandomi qualità e importanza, nell'abbrivio di verità lacera dileguantesi indolore. 23/06/2018 woodenship
Id: 49528 Data: 01/07/2018 14:23:06
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Solletici
... piantala che mi solletichi il cuore e se mi tocchi sinuosa in questo modo finirai per farmi piangere dalle risa! ... a parte gli scherzi: non smettere che mi piace quando mi sfiori come a voler scoprire chi io sia e me lo dici pure, magari correndomi con le dita lungo la schiena intanto che mi sospiri all'orecchio che muori dalla voglia di fare l'amore ... già, ma con chi fai l'amore? Capisco che non ti basti far conoscenza per lingua col mio glande, giocandoci a misurarne l'ampiezza ... scivolando per l'asta a farla vibrare delizia. E quando ti ci siedi sopra cavalcandola, possa risultarti aliena e scevra, al punto da sfuggirti il motivo per cui io perda quel ritegno che mi impedisce in genere, di darti della puttana della cagna in calore mentre delicato cerco di cavarti sospiri. Capisco che la mia di lingua rigirando sul tuo clitoride non ti dica molto di chi io sia se non qualche sospiro di goduria. Ma nemmeno le mani che ti strizzano mammelle come mungessero quelle di una vacca
ricolme di latte. E neanche gli odori di sperma, ciprigno o sudori, credo possano servire poi a molto per dirti di me. Come per i sapori: anche ti leccassi all'infinito le labbra gentili e calde di cioccolato penetrandole carnose a cercarci la ciliegia che tu ci hai nascosto in vagina gelosa che ben so non so se sarebbe sufficiente a non farmi sembrare uno sconosciuto, magari pure timido nell'ombra livido d'insidia ...compiaciuto ti confesso che ci ho aggiunto della panna: potrebbe spiegarti più cose di me che solo con un goccio di rum sfregato appena e leccato
sul collo ... ed ora... sappi che, qualsiasi cosa possa dirti di me, non sarà mai più vera di quanto già scritto voglioso di te in una sera noiosa di suo ... 22/06/2018 woodenship
Id: 49436 Data: 24/06/2018 12:29:44
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Autoasfissiandosi
... è inevitabile: che ci puoi fare
quando ogni goccia di sangue è frazione
di fiume corrente, se non mollare
frizione oltre alla foce e gli orizzonti
roboando urlo per le vene, in attesa
della scossa che spogli propaggini?
Ecco perchè anche la canea di fango
ascendente paura non potrà, amorfa
che diluirsi in borbottii sordi di suo
d'abito appestata, claustrofobica
umanità asfittica. E dirlo forte
vorresti: apri gli occhi fottuta Europa
che stai muorendo in quei porti chiusi
che anche l'acqua ci marcisce vana!
Id: 49333 Data: 17/06/2018 11:58:23
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Sogno è
Non esistono distanze insuperabili quando ad incontrarsi preme desiderio il piacere d'una carezza data e ricevuta. Non esistono distanze quando ideale è compenetrarsi con tale sensualità da farsi carnalità infine spiritualità: una spinta di reni ed eccoci affiorare nell'etere, rigirandoci tra vapori e nubi, cercandoci bocche e sfiorandoci sessi: nuda la pelle sa dei baci l'ardore, dei sensi il languore. Così nei tuoi occhi mi abbandono cullandomi: sogno sei ... ma se mi chiedi chi io sia: parole, ti risponderò. Se le sentirai mi dirai che sono poesia.
Id: 49244 Data: 10/06/2018 13:32:26
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Presagi***
Anche tra cocci d'un presagio se ne leggono tracce: frammenti di vetro d'un boccale d'un tanto addietro ed un sacco a pelo quello vecchio ch'è mai di meno sul pavimento lastricato dal disagio a tormento e del rimpianto per l'ultimo calice non scolato perchè in trance infranto a che lo si dicesse mai più. Randagio laser l'occhio rosso e venefico da cyborg presagio vaga lotteria di bersaglio in bersaglio vincita assegnando morte per contagio ch'è broglio dell'umore facente scempio e dei corpi supporti pure tra i passanti e più sotto nelle stazioni tra i viaggiatori nel ventre dei sottoscala e nei corridoi in metropolitana ... Adagio a freno il panico: è lento il veleno e sarà antidoto il viaggio se mai si torna. 21/11/2011 woodenship ***riletta
Id: 49181 Data: 06/06/2018 18:49:33
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Canone per verso
... più in là nel gran recinto delle facce ci stanno bestie: furenti rognose latranti biliose come non mai alla catena aspettando che ci si butti clandestino osso, per uggiolare a festa strattonando per darci di morso. Tu fidati: lo so che non ci metteresti un cent però le cose cambiano, anche i leoni da tastiera pure ruggenti un poco alla volta cambiano giusto per non sentirsi fermi di fauci al punto che, dire
morto, parrebbe eufemismo. A molti piacerebbe che fosse così solo che tale non è credimi intanto che il fiume scruti fluente in ogni piega senza che alcun cadavere passi. Sappi che guardare è anche sciogliersi nel tempo.
Id: 49111 Data: 03/06/2018 01:04:20
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Sibilo***
impossibile scrivere qualcosa certi giorni. E oggi così và: c'è sole non fa caldo, ma rimorde al cuore dirsene felici, sorridendo del viavai dei passeracci, saltellanti palmo a palmo per briciola; dei colori strabordanti dai fiori occhieggianti sui volti distesi a prato e di verde accesi; dei corpi dalle morbidezze candide adagiate armonie ostentate esibenti ombra bronzea pur vaga illanguidente sospiro di pelle ... c'è come un sibilo nell'aria tersa forse uno scompenso all'udito acufene d'un ego, implosa melodia in scarabocchi erbosi fratta; oppure sibilo dalla lama d'una falce perchè agita a vuoto, minacciosa più che vento freddo dall'est: raggelante se l'ascolti, stelo lasciato a maggese ***riletta 17/04/2014 woodenship
Id: 49022 Data: 25/05/2018 15:17:18
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Follia
perchè mai dovremmo elogiarla forse che non se ne sia avvinti in una lucente pellicola di nonverità sin dal venire alla luce? La follia la ricordo come un gran dolore: il mondo tutto ti si precipita addosso comprimendoti a soffocarti ... e tu l'uccidi non sentendoti in colpa ilmondo
Id: 48953 Data: 20/05/2018 22:27:30
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Di maggio
E'quel ch'è cielo limpido o tenebroso di grandine disfarsi d'ali in argentei voli. Così l'annuso trepido campo di fiori occhiuti stellanti etereo desio d'immenso di sfilacci celesti con aspersi lampi di livore pronto sommmersi.
Id: 48860 Data: 13/05/2018 23:34:24
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Luciferina
Cosa mai non ho fatto per non somigliarti più di tanto nel sopore dell'arrocco livido. Inevitabile che ad invecchiare pensassi in vino prima che orco passandoti strappassi con artigli brandello di fegato sputando: mai somigliarti, a costo di masticarmi soma. Ho così provveduto a che tu rimanessi sulla poltrona fermo lì a studiarmi, frattanto che si tatuasse fronte mia vistosa di rughe; perchè a passare non è il tempo persistente ma il passo nel farsi più a tempo. E a tua immagine non volevo sognarti sì da non somigliarti strascicando di piedi.
Id: 48752 Data: 06/05/2018 22:19:53
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Unta traccia di maggio
Come ci si disabitua alla strada al freddo brivido della folata in faccia, una volta girato angolo e già di maggio, pensai, non più al chiuso dell'abitacolo, focaccia in mano unta, seguendo traccia lungo il viale aperto dei tigli. Che è qua che capisci dei numeri alchimia: dalla quantità e dalla lunghezza dei passi dati calcolo di quanto il raggio, nel tempo si riduca, della circonferenza abituale limitando visuale. Sintomo regressivo, più simile pensai, allo stato vegetativo alto fermandomi all'ostacolo tuonante d'un oracolo comiziante arboreo improvvisato ma non imprevisto. Non è che lo stessi cercando: solo divagando a mente andavo, lo sguardo libero a vento, quando andò salendo di tono la voce dell'oratore unico pruno frondoso, tra i molti tigli schierati. Diverso lui, forse perciò a disagio, tanto che la voglia mi venne di capire cosa avesse a lagnarsi il tizio, piglio deciso di viaggiatore certo della meta ma pur sempre albero. E di andare dove può decidere un albero, per quanto offeso? Pensai: ed io, una volta in terra anch'io piantato, ove scegliere potrà mai d'involarsi anima, che immortale mi si dice, sebbene anch'essa offesa?
Id: 48691 Data: 02/05/2018 03:21:51
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Macchia
macchia come plenilunia notte velata d'organza che lattea si riversi in spiaggia come che qualcuno l'avesse scagliata macchia a stagliarsi sulla rena sensuale ancheggiando per poi darci la caccia bianca sulla battigia nuda che d'onda carezza non ne dilava freschezza così libera corre scostumata dai fiorellini rosa in mano così come che qualcuno stesse impiastricciandole i seni sversandoci liquore posticcio appresso al bacio appiccicaticcio membra immacolate macchiando con libidine così sembra correndo macchia sorridente impregnando l'aria con profumo di sesso e frutto di mare tanto forte il desiderio di macchia che onda non intacca perlacea veloce sfugge macchia di luce per le ascelle tra scogli addosso avventandosi sudaticcia al collo arrossata in volto fino alle labbra accese di macchia lattiginosa in cielo sorella e sulla pelle d'orgasmo il gusto alla bava seme disperso macchia di speme del pene d'ombra macchia di piacere amor mio macchia rovente garbuglio goderti quaggiù bene in vista e senza spocchia in postura plastica bianchiccia collosa macchia interrogativa gomma nella mente mai ti potrà cancellare vita e morte nel tuo candore convergono macchia
Id: 48632 Data: 27/04/2018 19:48:48
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Candidati e canditi
Perfetti e putrefatti come da banchetto per volpi: candidandosi c'è chi promette il mare; chi i monti canditi: chi il cielo e le nuvole di zucchero filato; chi le stelle a braccetto. Tra tutti c'è il deserto sabbia che scorre dune nei gangli granelli non più che poche effrazioni al sistema democratico allo stesso tempo populistico a concerto. Disadorno semplicismo: in mano ad alcuni lascia pepite; in quelle dei più solo di che non morire di rischio in rischio sul contorno.
Id: 48569 Data: 23/04/2018 14:45:15
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Tra un salto e laltro
Sempre sull'orlo saltando lesto di cengia in cengia distaccantesi frana: equilibrio immaturo mi hai sempre considerato vittima di voragine vorace nello spalancarsi famelica nell'ingoiarmi al pur minimo passo falso tra un salto e l'altro casualità. Però in fondo io ci sono già: puntami dritta lanterna e mi sentirai zampillo se di me avrai sete vedendomi in fondo limpido.
Id: 48494 Data: 16/04/2018 17:22:18
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Tirati controvento
Di bivacchi tirati controvento s'infervora ai lati la via ch'è periferia ovvia e fonda d'un nero controsenso fra i trittici controversi tutti occhi neri e bianchi sfumanti di falò dai rutti stentorei icastici a notte nere anche le siepi di fumo da pneumatici. Ardendo dì acre impregnano pur sesso ratto per gli anfratti di cantico dall'epicità ancestrale per verso rito misterico. Ossessi da smorfie si fa mercato schiavitù della carne per le mani all'oggi pedaggi come ieri in fieri ancor domani.
Id: 48385 Data: 09/04/2018 17:35:54
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Lintarsio
Di risponderne in solido non s'avrebbe ragione ognuno ha la cognizione del proprio dissesto non fosse per quella richiesta solita (chi mai ci vede sempre richiede appena ci vede) intrinseca nel dire che si ha una bella cera sorta di intimazione a confermare di come si stia bene in salute. Quando invece le scollature a noi ci appaiono evidenti distacchi di elementi dai lineamenti del soma sintomo di decomposizioni e sfarinamenti ricomposte alla meglio e con giudizio: è saltato e va bene così/ ci si dice che ancora ci si riconosce allo specchio. Sebbene l'ennesimo tassello cadendo si sia diluito con l'acqua infognandosi nello scarico sempre più illeggibile lasciando l'intarsio del viso. Per altri che non siano i nostri occhi altri che non notano e non sanno dei tratti mancanti molti e d'un fiato talvolta e poco dicono della conservazione del tutto. Ad essi in solido ci si ripete mostrando menomazioni ch'è ad ogni risciacquo che viene meno almeno una tessera al solo contatto del getto dal rubinetto: seconda fitta subito dopo quella del risveglio ignobile perdita, irrimediabile sconfitta.
Id: 48289 Data: 03/04/2018 18:08:25
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Le nuvole*
... che importa seguirle vanto sono esse avvenenti
nuvole civettuole
tanto negli occhi si specchiano poi che vanno *riletta 14/08/2012 woodenship
Id: 48230 Data: 30/03/2018 16:45:02
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Disturba
Abbacinante si riversa luce bianca di neve riflessa nel treno in corsa, tra i sedili stagliandosi irreale rivela candore agghiacciante: disturba lasciva come la morte nel suo bacio migliore. In silenzio così odiosa riluce ogni tremito acquietando: accorsa è a soffocare impietosa col bacio, ogni tremito prosciugando goccia a goccia in fronte sudore stillato terrore.
Id: 48164 Data: 26/03/2018 17:54:26
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Dedalus*
E' da lì che sempre dal sogno ricomincia, nel labirinto confuso di sensi una volta chiusi gli occhi affidandosi all'apriscatole per incider l'osso. Scoperchiato il cranio nel rigirare all'infinito a partire dai corpi callosi: "vieni, seguimi per i reticoli che al centro degli assoni ci sono ancora io..." Sognando androgina dormiente: la visione vorrebbe dell'uscita inguainata di mielina ancor crede sia utile scoprirla meditando. 06/10/2011 woodenship *rivista
Id: 48094 Data: 22/03/2018 17:46:19
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Corvazzi neri razzi
Per Giuseppe all'esame di carta alta un compitino roseo di prospettive lui, d'istinto, senza troppe pretese o svolazzi: la vita di vegetali a mazzi nell'animo cardi pungenti espressi a capo di una o più righe poi omesse perchè sempre le stesse spighe povere di chicche. Poi un mattino eccolo Giuseppe tra le biche e privo d'un destino, nemmeno lustro di attese solo corvazzi neri razzi volanti corpacci controvento d'abitudine a caccia di nidi. Giuseppe che ci vede maturità nella corsa di nubi in cielo bighe avventate furiose succubi d'aurighe seriose e grigie tanto da venirci voglia di rubare un raggio in più al sole, per scriverci un fiore: un papavero saggio un inciso dal paradiso nel dì rossore narciso nell'indaco tra l'erba smeralda sul poggio a chiusa d'un brano di norma curvato al peggio.
Id: 48011 Data: 19/03/2018 17:57:47
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Tango delle foglie cadenti*
Obnubila a confondere la vista fine accento di fisarmonica all'orecchio di ballerina pronto archiviato. Inizia tentacolare della coscia il movimento nuda milonga, lascivo e crescente abbraccio nell'ebrezza intreccio: godersi che già ci si è al ballo e che le bolle scoppiano di piacere in sospiri; godersi, erotizzante panoramica visualizzazione d'ombelico senza età al mondo. Il solista sa mantenere la nota e senza contrarietà è la sua smorfia: è certo del suo strumento e lo strizza l'accarezza che la luna è blu e piena; milonga sulla tastiera brilla sbolle e ribolle/ fraseggio di gambe saettanti giravolte tra frammenti di nuvole, di mano in mano sfere ondulanti estatiche sfericità di sguardi dagli intenti sottaciuti, accennati solo nelle pose tanghere, codificate a sbrodolarsi come gelati. Tra uno scrosciare e l'altro di suole nevrotiche, le scintille dal pavimento di fontana a schizzo fuoco di getto e spruzzo di rosso dritto bruciante diretto al cuore: ... sabba la strega danza un tango straniante il vento compagna avventa a foglia. 26 ottobre 2015 woodenship *riletta
Id: 47950 Data: 16/03/2018 19:57:01
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Come da copione
Come da copione i rami sono spogli lasciando ogni cosa per quel che è: scheletri in attesa di veste nuova pelle vistosa. Tutto quel che era da accadere è accaduto o quasi, quel nulla che ancora può succedere, è di là da venire. Noi, sulla soglia di casa diciamo ch'è il buio a farci sparire oltre la porta non appena richiusa alle spalle; diciamo ch'è la notte a fagocitarci alla vista adombrandoci figure alla stregua di miraggi; diciamo che ci siamo adagiati sedotti dai fiori di gelo intorno per poi volare in sonno ammaliante la quiescenza; diciamo che c'eravamo sbagliati entrambi tra gli sbreghi, ombre abbagliate nel richiudersi alle spalle la porta ch'è inverno come da copione.
Id: 47830 Data: 11/03/2018 23:17:26
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Randagio e ginestra
Lassa sta' la luna pelagia lassa ch'è alta troppo e le nubi plagia sfilaccia, orla, arrasa ch'è disgrazia lassa sta'; l'elegia alla sera lassa sta' che l'ombra dal colle plana veloce a valle: silente divora con bocca vorace la gramigna; lassa sta' brezza e fragranza lassa sta' che, col naso all'aria, forti si fanno assai timo, salvia e rosmarino; lassa sta' la salsedine che sono vecchia già strada c'avvolge e stravolge lassa sta' inebriante malìa tortuosa di curve lassa sta' che ad ogni svolta è una stretta talvolta una casa un muretto a secco un prato alle volte più spesso uno strapiombo... ma lassa sta' che non è storia che per me ginestra è scelta obbligata starmene qua abbarbicata ripida che più giù c'è il mare in piano. Lassa sta' c'a tè randagio non si chiede radice, ma solo frenata in verticale o tuffo come stella cadente: lassa sta' che a me ginestra poco appiglio mi resta. 15/06/ 2015 woodenship
Id: 47767 Data: 08/03/2018 18:38:21
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Al vento il commento
Accorata di sentimenti brezza sentitamente afflitta tra i rami e dagli spifferi agli infissi commenta, danzando e ghiacciando come solo da un meditare solingo che, del divenire, indaghi senso nel dissentire del tempo: la solitudine è dell'uomo, come anche l'interrogarsi sul senso di questo ritrovarcisi stantii genuflessi dal sè distanti.
Id: 47699 Data: 05/03/2018 17:29:18
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Verità è
... verità è vivido fascio di luce viscida animatrice d'ogni sorta di pagliacci vesce laide più che abili giocolieri verità è di rinnegare prima che il gallo canti tre volte gettando il sasso quattro volte guardando in basso l'inferno verità è inafferrabilità di un sentimento tradimento d'una pugnalata di un momento l'indifferibilità del gesto verità è mani sui comandi rilassate occhi fissi oltre lo schianto alito ancora presente alla decisione verità è che in fondo al tunnel ci sia la luce che all'ombra succeda la luce che la luce si dissolva nell'oblio verità è di prima che il gelo ghiacci la zolla rotto il cilindro delle tortore bianche il volo di farfalle cineree 29/03/2015 woodenship
Id: 47617 Data: 01/03/2018 18:04:21
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Questioni
di trame visive lo sfilacciarsi, nel friggere sonoro sotto un capannello di stelle sul limitare del decorso abituale e solitario: di qua è che ci si sta aggrovigliati di stenti. Di là ci sta il non esserci. Tra qua e là solo una membrana a frapporsi sottile di domande, quasi impalpabili stupefacendo che ci vengano a tavola pranzando; stupide, a ben vedere anche quando, stupiti, a ispirarcele è un cespuglio in gran spolvero: gialle, purpuree, ocra, screziate... le sue foglie lisergiche, ipnotiche che sembrano far festa in gara cadendo invidia suscitano in chi si ruga ingrigisce e degrada di qua nel segno del perchè di tanta lussuriosità di veste variopinta assunta a poco dal disseccarsi delle vene atterrando di là. E su per le cime spoglie volando alto si chiede cosa ci stiano a fare spurghi pur dai nodi legnosi di livree arboree, resinosi di grigi merletti resi servili, perciò infelici tra qua e là
Id: 47540 Data: 26/02/2018 18:33:30
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Come zucchero di canna*
... ma all'inferno! Sbottai nel profluvio che mi chiedevi dove fossi stato ... veloce la lancia scorreva, intanto il pescatore squarciando il pescato al vento gettava le viscere e la gara tra rondini marine gabbiani ed albatrros esplodeva selvaggia di picchiate e cabrate feroce sopravvivenza all'inferno a mezz'aria, a pelo d'acqua con l'avanzare dell'urlo dal ventre al cervello, mulinando vortici così da arrivarti orgasmo ruotavo frenetico di fianchi sì da venire a te sì che tu mi vedessi come zucchero di canna disciogliermi nel caffè dei tuoi occhi ... dove fossi stato stavi chiedendomi che dagli abissi risalivo d'umori intriso ricordo 19/09/2011 woodenship *rivista
Id: 47485 Data: 23/02/2018 18:43:29
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A lato
Ci ho già vissuto abbastanza a lato di questo paesaggio sordido, tronfio cittadino d'un senso di brunezza. All'ancoraggio sempre a lato sono stata nel parcheggio, aspettando l'ora che me lo si sottraesse alla vista. Le ruspe dovrebbero devastarlo, i connotati mutandone. Dal volto decomposto dai vermi divorato, ne ho presagio come d'altre vie il diramarsi, oltre i muri d'abbattere in polvere; delle rovine da cospargere di sale dandomi il sentore: città vetrina infame d'umano derelitto sfavillio di schiuma quella d'una bottiglia di birra contro un braccio polverizzata: my vida de perrita rubia calleyera*. *La mia vita di cagnetta bionda di strada
Id: 47398 Data: 20/02/2018 16:54:32
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Amour Lunaire(3fine)
(3) ...rubo un sospiro al tuo seno caldo ed invitante palpitare/ ci annego il mio piacere in fiotti di luce dalla ribalta/ che stai riversa sulle mie gambe che t'insegno i giusti modi/ a suon di sculacciate t'imparo. Eccitatata ti sento dal brivido dell'inganno le mani nascondi dietro la schiena ti stai offrendo per essere giocata e sei così bagnata... generosa. Un rivolo ha preso a scorrere/ pronto mi fletto provo a far diga con le dita/ risalendo l'interno delle cosce mi stai donando l'inchiostro./ Sceneggiatura di noi roteando scrivo tra le tue labbra: pur se immoto/ madre d'ogni odio l'amore mare distesa tranquilla lambisce e tormenta. Ammiro il candore della tua pelle/ la perfezione delle curve: imperfetto è il nostro amarci; non dovremmo mai ricorrere al dolore ... è che sei così morbida e aperta un fulgore che mi consuma sfacciato tremore./ Delatrici cadono stelle per ogni dove baluginii rubati alle pietre/ schegge sotto i nostri corpi madidi da meteoriti sfiorati. A guardare la Terra lontana ed azzurra/ per nulla ci manca: ci troveremo lo stesso un finale sipario che cali sereno.
Id: 47312 Data: 17/02/2018 17:58:59
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Amour Lunaire(2)
(2) Ladra ammanettata nel cratere ho i baffi arricciati/ a manubrio: si, faccio il gendarme ti hanno denunciata che rubi il senno ed ora ho i baffi finti a lambirti la gola solleticandola per quanto s'abbandona. Mi incanti Amour Lunaire che ti sto perquisendo/ dalle ascelle alle scapole con metodo le vertebre conto/ le costole sfioro dallo sterno al ventre cerco il carattere il tratto eclatante ... Ti dimeni negando ogni addebito già sai della punizione/ stringi i denti digrignando un rifiuto ti guardo in faccia/ non più tenera e rilassata troppo liscia comunque la guancia/ un graffio sarebbe appropriato sul cerone compatto del volto/ giusto sotto la lacrima accennata segno d'un tonfo/ amplificato spasmo i tuoi occhi ora furenti 21 gennaio 2015 woodenship
Id: 47279 Data: 16/02/2018 18:18:53
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Amour lunaire(1)
(1) bruci di ginepro in gola aromatica mi esplodi nella mente mi ti afflosci dinanzi/ tra un braccio e l'altro pronto a sostenerti ti abbraccio/ consumata attrice ti strusci come da canovaccio/ mimica dei corpi nudi crudi di gesti sulla scena: sei di scena Amour Lunaire lo sono anch'io e brillo/ privo di senno / falso e leggero come solo un personaggio in commedia: non esiste se non in ciò che declama non è sincero se non nei sentimenti che suscita Palcoscenico la luna mari di roccia e polvere/ tu triste Amour Lunaire con alle calcagna l'onda amniotica io folle alla ricerca della ragione e nessun motivo per incontrarsi/ così ci ritroviamo allunati che si leva con orgoglio alta/ ridotta a straccio sipario strappato la Terra 21/ 01/ 2015 woodenship
Id: 47245 Data: 15/02/2018 17:31:06
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In_tinta daurora
Ti aspetterò fino a che il vento sarà a sgretolarmi roccia. Ti aspetterò fino a che sarò fine polvere sollevata in volo nube. E tu, vedendomi all'orizzonte antracitico frinire, in crescendo sprigionerai il tuo canto di fronde silvestri note d'innamorata delle pulsanti polveri che mai riposano sempre in attesa di scintilla che astri le faccia esplosione d'amore. Negli occhi insonni della notte certo ti aspetterò: tu, in petto battimi prima d'avvilupparmi in_tinta d'aurora.
Id: 47155 Data: 12/02/2018 16:43:22
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Quintessenza della finzione
Incandescenza di lampada, è finto il fuoco: fisso tra cunei di fiamme artificiali tentacoli cartacei ventilati nel caminetto dalla consistenza di cartapesta. Iriflessi sul viso sono pura finzione quell'emozione sul tuo viso un'esagerazione: il truccatore è accorso e le tue guance ritocca attento; il tecnico ci sta provvedendo alle luci ... ma perchè fosse vera, quanto pagherei! Ti confesserei i segreti del mappamondo quell'ardere di soli nel giorno astrale il profondersi d'azzurri tra cielo e mare l'ardere di magma pure negli abissi più stranianti. Domanda il vento in certi momenti struscia e comanda in punta di lingua imponendosi tagliente di raffiche svolazzi impossibili da dimenticare; fruscii da vene aperte rispondono: chi è fatto di sole di brezza respira nell'ombra sempre risplende ... nelle tue pupille amami odiami con misura senza finzioni rigando di piacere l'orizzonte sul proscenio seppure buio saprò farmi d'aurora al canto del gallo che si leva sipario.
Id: 47099 Data: 09/02/2018 19:06:40
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Mcworld war (globalismi)
Del mio spazio vitale3 biascichi sì da non strozzartene in gola: tu abbronzata di blu, dilatata per quattro ...(quattro?) Qua, prospiciente il tavolo, sul muro c'è la presa, indichi radiosa in viso: per ricaricarti il telefonino vecchio altro modo non c'è, neanche a ficcarci due dita su per il naso. Non per questo si è sposi, assicuri suadente a volo inibito ed orizzonte oscurato per me, nel panico, sospinto ad allontanarti invasora armata d'hamburger: è mio questo posto, tu mi rubi l'aria ed io ti annuso ostile, sezionandoti con sguardi le mascelle masticanti fishburger. Tu che mostri unghia viola, affilate a contendere offese; e che non vai ma resti col tuo chickenburger, già che ci si disputa punto: se un luogo è solo un luogo, dunque di tutti; oppure di chi lo vive pure mero possesso confini slabrandone ideali, fino ed oltre il Sinai, terra promessa in bocche altrui riciclata; terra e sangue, impasto sofferto; terra deglutita speranza, come la tua: sprofondata che il tè rigiravi quieta viaggiando, vero Eddy occhi d'Africa? Non si può possederla, non ci è dato: soltanto morirci si può, lasciandola alla fine infetta eredità. Partire è un po' morire, dicono da che s'è taciuta l'upupa. A darci retta non vale tarlo che rosichi ramo: io e te ci stiamo a cavalcioni; tu sbocconcelli cheesburger ... E se acconsentissi a promessa un fiore vorresti che ti facessi un ritratto, no non un dipinto o un ritratto, bensì un romanzo della tua vita: da Massaua a Londra, passando per lo Stivale... io, scrittore sotto dettatura, io, d'un verso claustrofobico prigioniero!
Id: 47006 Data: 05/02/2018 17:51:25
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Scatti cittadini***
... e poi la deriva ipnotica morbida, rassicurante spettegolante follìa: galleggiando frammenti oleosi frettolosi si va tra la folla uggiosa in galleria gocciante d'assilli ed assillati allo struscio smaniosi. Smunti nella chiazza stinta furtivi noi in posa scomposta con alle spalle un duomo impavesato aleatorio; così anche in diapositiva liquidi e sguscianti risultiamo inconsciamente non necessitanti di tempo: già ne bruciano rintocchi vani di campana dall'infruttuoso frangere che tantomeno rimotiva in sequenza i marmi corrodendo con iattura inquinante melodia opaca dagl'inferi sorgiva. woodenship 02/ 04/ 2015 ***rivista
Id: 46953 Data: 02/02/2018 19:19:40
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Diversamente pazzi
Siedo che già l'ora mi guarda svuotandomi mesta e svogliandomi: la verità? E'che non sai cosa scrivere, mi dice a compasso dall'orologio compassionevole. Non c'è dubbio annoto: se sono seduto però qualcosa riuscirò a scriverla di ragionevole. Ma non è certo, dunque la scruto come se l'avanzare delle lancette possa trascinarci, loro malgrado fiume d'inchiostro in ghirlande fin sul foglio gualcito affinchè finzione si faccia con festoni e che in ghingheri sia cespuglio di sbuffi dal bosco a chiazze e marcire di ghiande rosse le bacche all'odore della festa solstizio d'inverno... Cosa vergarci d'altro a farci figura empatica sulla pagina intrisa ma ancor non scritta non saprei. Potrei accennarci passo di danza al suono di nacchere un flamenco per brughiere zingareggiando tra le pozzanghere popolose di pupazzi di creta e paglia: che ci hanno le antenne pazzi, questi spiano: sensibili emettono schizzi di fango paranoica curiosità ...Oppure basterebbe annotarci di una burla anche e solo l'eco di una risata calda saturante ogni angolo di vuota stanza gelida d'anima al dì di festa potrei. Però è scontato che restino solo impronte sulla carta: le mie, presto vanificate nel tritacarte; perchè vanno così le cose talvolta.
Id: 46878 Data: 29/01/2018 17:44:47
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Memoria che sia***
Ist das zu mensh? / Se questo è un uomo cosa da nulla (ha da essere) / sache zu nichts... Come filo spinato ammatassato vibra il mantra dell'oggi profilandosi costante tra comignoli andando a defilarsi fumo: ci sono conti da comporre bilanci da quadrare/ senza onore la banalità di una contabilità spietata da ricondurre sfiorando le regole straripanti d'aculei nel cielo d'azzurri fumosi. Del male, la memoria ridondando in volute fin sul muro anche se solo per un giorno nell'anno scolpisce l'intonaco in crepe quello del vicolo cieco(di solito in ombra); si vorrebbe fosse sempre viva/ saldata al presente memoria di un giorno/ di ogni giorno: mi ci sono trovato assorto/ davanti e dentro, con nelle nari fumo nero dolciastro di carni bruciate/ nauseante organolettica da non rimuovere mi sono detto che resti a monito / nicht ein nichts nulla è niente. ***A Primo Levi(rivista) woodenship, ven, 24/ 01/ 2014
Id: 46794 Data: 25/01/2018 17:54:47
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Ditemelo
Ditemi di fermarmi, di sedermi che tanto è una serata buttata via tra un sinistro ed un peccato di gola spento contro il parabrezza di un auto l'effetto ne è una ragnatela di fili che sono crepe intessute su vetro con al centro il colpo di testa, addome del ragno che s'è divorato il cervello il mio cervello a screziarne le trame. Alle volte s'è come le mosche e non si sentono le ossa: se ce le si aprissero le si scoprirebbero prive del midollo e di senso. Allora ditemi di sedermi all'angolo, dove l'urto mi ha scagliato insetto stordito e divelto di zampe chissà che una ragione ce la trovi a tutto ciò.
Id: 46734 Data: 22/01/2018 17:46:12
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Nella fiamma duna candela
Forse è tutta colpa del fumo hashish quando maligno s'attorciglia filo in gola attorno all'albero, offrendone il pomo; o forse della morte esplicitata: invito a tacitare testimoni e prove; sta di fatto che noi ci si arrangia sulla via del delitto perfetto gli assassinati gettando nei pozzi. Poi girandoci in tondo, le mascelle arrotando, con i denti a sghimbescio da squali che ci addentino le ore cotte al sangue sulla brace dei piedi stanchi: rotando greve, mondo dalle ascelle stillanti alcool, tutti lascia gravi, sdraiati giù per terra nel piscio livido di cera d'una candela volitiva fiammella votiva espiatoria a un tempo ipocrita d'ogni crimine.
Id: 46590 Data: 16/01/2018 18:19:30
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Stupito
Ad un certo punto neanche te lo si dice più che non hai più bisogno di nulla: sei tu a sentirlo. Non potendo attraversarti chè tuttavia non è il momento tutto ti passa oltre ignorandoti nell'aggirarti oppure scavalcandoti lieve come nel gioco della cavallina senza sfiorarti però. Ed è qui che ti spiaggi delfino i guizzi nell'acqua tralasciando al bimbo che di testa se ne esce affiorando stupito: qualcosa ha fermo in gola, forse una lisca o una squama argentea residuo d'un tempo che fu.
Id: 46347 Data: 08/01/2018 17:36:40
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Risibili rimordono***
Nell'alba radiosa di gelo con occhi sfuggenti cielo di giada flagellante di prima luce: ecco come mi rimorde a terra e senza sole ancora se non quello di una lanterna; ecco da dove è il mio travaglio a partire da dietro il tronco nel rimorso rappreso alla nuca che reclina il capo con il suo peso. Volano incubo d'erba grigia volatili diamanti di stella bucanti la mano spezzanti il sasso: due le metà partorienti l'ombra strisciante a recriminare discosta ... ecco da dove dal fluido essere insonne rimorde eco di danza: passi risibili tra specchi ostinati opacizzanti restii d'ogni solarità l'avvento. woodenship 01/03/2012 ***riletta
Id: 46247 Data: 05/01/2018 17:47:21
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Qui
A ribadirlo sono qui nell'eco d'un tonfo sono irriverente nell'anima il tuffarsi di un'onda qui scuotendola cieca con dita liquide protese sono frugandoti fino nei recessi più riposti qui desiderio delle mani sul petto ad auscultarne i palpiti aurei sono sotto di te che mi stai penetrando che ti posseggo, possedendoci qui ricchezza di_vento un verso qui che spettino, arriccio, sfrangio convergendo a vespro sono nel tuo cielo sul tuo letto tra i fiori alti brezzati senziente tormento in sillabe sudario ondulante fantasma sono qui fruscio sensuale ingiallendo suadente sono amante qui irriverente
Id: 46135 Data: 02/01/2018 16:14:34
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Alito***
Alito c'è ch'è condensa su vetro segni ci si additano come d'acquosa formula alchemica, a che lieviti entità dal lessico oscuro, ovattante l'impellenza d'un conforto. E' alito ch'è fremito frangente fin giù per la dorsale atlantica eruttante vulcanica magma e batteri alimento goloso per gamberetti zelanti, dal vivere azzardato su faglia abissale. E' alito sfuggente aggrovigliarsi di correnti aeree cavernose nel vibrare in orchestra di vertebre antiche e zufolii da tibie aliene dissepolte, esibentesi nella sonata del tempio sul monte eroso. Alito è per noi moto ardito che gemito solve in petto avvampando tale a fornace atomica ventre espirante mai estinta pulsione vitale: anelito d'accesso remoto spira ad ambito ignoto. ***Con i miei migliori auguri per un 2018 dal vasto respiro e di felici realizzazioni.
Id: 46012 Data: 28/12/2017 17:19:52
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In hoc signo (fermi al cancello)***
Agonia in segni di croce brevi da questuanti accenni ripetuti fulminei data l'ora tarda al cancello alle falde del cielo: distesa crociata d'ombre, chiusa tra rose in ferro battuto d'espansi cirri per l'inferno celeste. Oltre va la bramosia di pace così disegna la mano sul corpo la croce: da una spalla all'altra alla fronte, al petto adesso alle labbra poi; bacio insistito della bocca che sa di miseria ed elemosina annerente e screpolante; bacio iperbolico ch'è masticare di santi negazione e dannazione in terra. Parabolica trasmissione di fede ingenua messaggio criptico per l'etere: ammissione di fede nulla, fin dai giacigli quando raggelati ci si rannicchia cuori tempestati fuori d'aghi di ghiaccio ora e nell'ora della nostra morte quotidiana. 29/04/2013 woodenship ***rivista
Id: 45885 Data: 22/12/2017 17:57:37
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Sfuggendo
E' aggirando l'oleandro sfuggendo squittii disperati, che s'incappa nel Mazzini accigliato: nel lezzo di piscio ammorbante sul sentiero di granito che a nulla l'ha preservato dall'oblio. Scolpiti a contorno stanno i nomi di coloro che appresso alle sue idee ci hanno rimesso le penne, restandoci stampati sul marmo tra cespuglio e lampione: tutta qua la repubblica ad essi concessa. Si dovesse provare il pur minimo rimpianto, vedendo la statua in tanto degrado, sempre sfuggendo l'adescante squittio di puttana, esile stretta nel velo miserrima, è da ricordarsi ch'è per accidia se non ci si ritrova morti in gloria repubblicana. Come Platone, ognuno dovrebbe cercarsi la propria di repubblica. Anche se la notte non è più notte e, nel mondo delle idee il fuoco insiste virtuale: con toni cavernosi recita tuttavia incubi in spregio al libero pensiero.
Id: 45799 Data: 18/12/2017 16:32:00
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Fiammella
Febbre d'oscura vergogna senso: non saper mai da dove divenire se non da un'accozzaglia di relitti legname che più non fascia barcaccia. Malanimo s'impone allo spillar di grani dall'arenile degli anni improvvisi: il vento, come dardi, li scaglia bizzoso ... da un piover di roventi proietti di quelli che il viso fan purpureo improvvisa pure la mia di fiammella. Da un pertugio allo specchio in strada me la vedo in fronte che brilla tempo: è rossa e risalta sul giallo della febbre nel giallo dell'attesa s'affievolisce e coll'argento di luna fa socchiudere gli occhi con bagliori resi itterici sfibrati. Fiammella che a stemperarsi va diventando mare d'abbagli la sera, all'ora quando a lambire giunge murmure d'ombre rinate e noi con esse, avventate rinascendo ombre traforanti drammi sui muri d'insistiti falsi movimenti ... anch'essi si fanno dementi la sera prima che mano rigiri clessidra.
Id: 45714 Data: 14/12/2017 18:07:51
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Così van le cose al mondo
Non si può, certo che non si può darsene sempre le stesse cose: sgusci di qua e di là che poi scopri si che dici ma sempre le stesse cose nell'identico modo alle medesime persone che no, non si può nel dato giorno di gennaio averci la memoria arrangiata per date, più non attecchisce. Nemmeno a pedate ci si crede più che renda giustizia. Rimarrà che le stavo osservando quando ho sbroccato e non lo meritavano: in cielo vittime, spiragliavano umbratili funambole su filo verde fiele a disdoro dei vivi, residue nel pallore che col fumo involve in parole poi solo nuvole color caramello... Che non se ne abbiano a male s'è tragica ironia: loro di ieri alibi dei carnefici dell'oggi pur fregiantisi di segni divine patrie usi a trar profitto dalla memoria al pari di coloro che reclamano martiri scorniciandoli a renderli affini ideologicamente fruibili ... Non se ne abbiano a male le vittime così van le cose al mondo.
Id: 45619 Data: 11/12/2017 17:08:23
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Solstizio d’inverno***
Oltre il precipizio è l'indistinto nè l'eco da lì giunge riflessa a squarciarne sipario caligine sul limitare del bosco: senza pregiudizio, alla base degli abeti spogli, degli ancor vivi si depongano le spoglie ivi impregnandole di resine ed essenze profumanti le visioni ovattate di fantasie dorate/ desiderio di pronta aurora: fino all'ultima ora ed in silenzio, fino all'intenerirsi degli astri, raggelati pigolii. Non appena l'aria si fa algida immobile in petto, s'attenda all'avvio, alle nevi sospese dando lo strappo con corde tese di fumo. In equilibrio precario rimanga l'angelo e penda dannato sul trapezio dondolando solstizio d'inverno vivida luce breve che ridia voce. ***17/12/2011 woodenship
Id: 45542 Data: 07/12/2017 16:42:42
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Rosso mal_verso
Sul mento la barba, a darci retta sventola di qua e di là, bandiera di cui andar fieri tra le teste intorno tutte sorrette da sorriso a pilastro appoggiato disgusto al tetto, nel vederselo sfilare prepotente sotto il naso che si è in fila alla cassa, così basso e tozzo lui, come solo una tinozza rollante che del maglio tema il cozzo. Dunque meglio far finta di niente: lui lo sa che manco lo si vede, se non ha almeno rubato qualcosa, ci conta. Ancor più chè riccia la barba inanellantesi rossiccia fin sul petto, cadente grappolo di peli da faccia di melone, così incede miracolo nell'apparire irrilevante e restarci, dedicandosi alle bottiglie: quella dal genio sfrattato; quella che non s'è ancora scolato; oppure l'altra dal messaggio mai giunto perchè non c'è spiaggia nei paraggi. Annottante barcolla come lui soltanto il filo d'aqua dalla fontana tuffandosi nella notte a picco.
Id: 45474 Data: 04/12/2017 17:21:59
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Un tiro una vita
Giochi vita sorriso di vento vendi tristezza recisa appesa/ gardenia all'occhiello tiro speranzoso ad occhio cosa saresti mai se non un fiore? A masticarne lo stelo asprigno a mordicchiarne i petali di miele alla bocca sei delizia e mestizia. Lascia che le spine rimangano lì c'erano già prima e volevo vincerti prima che ti si ravvisasse/ sensuale arresa falsa perdente bagnata e tremante maga ancella stellata la mantella/ scossa di voglia il mio delirio ti culla: chi sei mai? Sei nell'esistente sei nell'incubo sei nel gioco sei nella terra fino al collo sei sotto un tetto di nubi sei solo sogno e non hai più iridi. Bulbi oculari accesi spiando flottar di cubi rapita che sempre dicono ch'è sei rotolano ma chi sei non fermano ... Il pugno stringe un sasso poi due/ poi cinque ne agita dadi per un tiro solo: la vita tappeto verde la pelle un bluff chi sei. 07/12/2012 woodenship
Id: 45418 Data: 01/12/2017 17:35:39
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Onirica
... eran solo sbuffi di vento ai denti sfuggenti di pioggia... Uno schiarirsi di gola tossicchiando nudo imbarazzo scroscio appena velato da nivee venature ampie e pulsanti: trame marine sospese nel nontempo ceruleo di bastimenti salpanti eterei ... a perderci nello spazio d'un sogno anime notturne noi.
Id: 45339 Data: 27/11/2017 17:01:02
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Haiku(di novembre)
Da qualche parte risplendono discrete pallide rose
Id: 45275 Data: 23/11/2017 16:56:20
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Lunatico lassassino
Gelida e distaccata icona in cielo così malmostosa non ti ho mai vista eppure non ti ho mai giurato eterno amore mai: non ho che me stesso ti dissi a pallina ferma sul rosso e pari che mi stavi addosso umbratile palpito di brezza, alle nari profumo di muschio bianco a sera che chiamarla sera assurge a immaginario distopico con quel vorticare di luci prima afflosciantesi sudario, poi sprigionantesi stroboscopici aculei dolorosi agli occhi questuanti oblio. Te lo dissi che di senno non mi era ancora uscito un verso: ogni scheggia folle s'inerpicava per l'erta del colle ignoto, senza venirmene nulla indietro, a parte una flebile appena percettibile eco. Ora che i versi sono tanti, un labirinto indecifrabile che non mi ci raccapezzo più, sempre non ho altro che me stesso, balbettante piombo di tra i denti, una poesia sul ponte tra morte e morte, da scrivere dalla finestra in alto e mirando in basso bene nel mucchio: a che non ci sia nessuno che insegua le mie ceneri dicendo di loro che non sanno di piombo anch'esse letali, negando altro motivo se non l'assurdo ai tuoi occhi distanti.
Id: 45200 Data: 19/11/2017 19:29:37
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Mannara
... è proprio sotto quella tondeggiante buccia smozzicata e mannara che te li senti lì: appiccicati alla corteccia, neri che manco un forcipe riuscirebbe a districarli dal cervello abortendoli, tanto sono ostici. Sgorbi, cuneiformi, si ostinano per nulla astratti bizzarria cerebrale di grafia contorta ululati dai tratti indecifrabili a volerli leggere, che ci hanno accenti sguaiati: versi di lupi nel profondo di valli ascosi di certo mi abitano metastasi raggrumate poesia di fantasmi che si fan forza inebriando d'intenti col brillare di pennacchi lucenti appena sopra un tetto di roccia nella mente dissociata sbriciolata d'artigli licantropi: 18/09/2016 woodenship
Id: 45136 Data: 16/11/2017 17:19:14
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Haiku(di confine)
Sentiero inviso frusto il fogliame rado inverno stinge 13/12/2015 woodenship
Id: 45069 Data: 13/11/2017 16:57:14
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Novembrite***
raggio di sole alla nebbia sfuggito: d'alterati segnali focolaio, magnetico vibra sanguigni rubini in risonanza ... poi che si fa vespro in ruggini sparse di viticci cerebrali dissolvenza 25/11/2013 woodenship ***rivista
Id: 45010 Data: 09/11/2017 17:28:01
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Dicono gli altri di loro due
Ci vengono già plasmati i giorni inchiavardati per immaginicementati con l'incuria ingiuria del già visto: banalità d'una cicca bruciata come fosse ritualità la magia dello starsene barricati ad un naso dalla follia a raso in posa fumosa.
Id: 44953 Data: 06/11/2017 16:52:38
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Woodenship
urlo che non mi sento ... neanche nell'attimo della discesa a picco nell'intervallo tra un flutto e l'altro d'attesa dell'abisso che non restituisce voce quando s'acconcia il cuore come al vento vela tesa schioccante dello schiaffo di raffica che contro lo scafo traffica bufera percuotendolo con l'onda ad aprirci falle disalberando e spazzandone i ponti ... così tu mi sei che non mi senti così affondo urlo e non mi sento 29/05/2016 woodenship
Id: 44913 Data: 03/11/2017 18:52:51
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Immemori dei muri scrostati
Tra margherite e roselline bianche svaporante d'essenze è l'altare ligneo a mollo di lacrime perniciose e già destinato alla fonda del rito. In sonno ci si sta ai piedi immemori celebrati sognatori enigmatici all'apparenza sereni subito dopo il varo con il mare in fronte. Leggera increspatura il sorriso alle labbra: di goderselo giocosi sembra suggerire di questo giorno raggiante di roghi nell'indaco in cielo, per ogni dove radiosi ravvivanti persino le rughe sui muri della vecchia casa scrostati perchè mondati di sangue e sudore.
Id: 44851 Data: 30/10/2017 16:40:35
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Haiku (avventatezze)
Libeccio sferza sfuma creste di spuma sdrucite anime
Id: 44811 Data: 27/10/2017 19:51:03
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Dice lei di lui
Ne era convinto che non vedere non significasse non sentire. Così, tra i molti non so s'ingegnava di sentirmi stella alle sue spalle sulla testa elettrizzata vegliante sommesso sciorinare di brezza al cuore melodia di una nenia al verde a che mi percepisse non vanescente carezza nella sera sfumare di passione fino a notte fonda: lui errante rosso ad un semaforo affisso meditabondo ed io stella buona e bella amante.
Id: 44749 Data: 23/10/2017 17:52:59
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Per nulla altezzosi
…lui di rimando: io con i fiori di campo sul campo ci faccio l’amore, rotolandomi per il prato fino al mattino, assaporandone i silenzi per nulla altezzosi, ricchi di profumi e morbidezze sconosciute alle rose…
Id: 44709 Data: 20/10/2017 20:44:54
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a ragione
hai voglia ad incantare la fiera con quel fare di pura ciarla provandoci con ruffianeria a spogliarla lasciandola visibile ed urlante muta di vesti sul piedistallo additata ch'è fatica vana direbbe qualcuno avveduto che tra uomo e bestia si discerne appena lo scarto compresso fraseggio di ciglia in una manciata d'istanti in tutto feroci d'inauduta violenza gratuita prima che l'uno umano inabissi l'altra disumana nella stanza insonorizzata priva di finestre tra un polmone e l'altro nel mediastino mettendola a tacere ch'è consuetudine conformarsi quando irraggia a giorno ragione dai neuroni superstiti a mente e non c'è ruggito che non si voglia dalla quiete proverbiale d'un cimitero silenziato
Id: 44633 Data: 15/10/2017 20:23:42
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Dice lui di lei
Bellezza chiama bellezza vorrei tanto dirti studiandoti per gli occhi entrandoti nell'anima così da ritrovarci quelle morbidezze che di te mi dicono nei sogni parole tatuate nell'inconscio simboliche... Si può essere gelosi delle mere parole delle nuvole che ci cingono le spalle quando ci arrampichiamo in cielo cercando di spremerne un verso che una lacrima o un sorriso estorca al viso che tanto si vorrebbe intriso di noi? Ecco, allora: se tu sei poesia e poesia di te sento, allora non avrò bisogno di chiamarti per nome, perchè nei miei versi eri, sei e sarai ossessione seducente e passionale amore in poche parole di cui non esser gelosi ma solo parte in causa poesia...
Id: 44565 Data: 10/10/2017 17:23:07
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Lacrima ultima
Di soppiatto di sopra i tetti discreta m'accompagni resinando il cielo sereno d'aroma d'abete spandendo effluvio già che lucida all'iride ti stampi tracimando con angolatura sghemba ... Anche tu ancorchè strabuzzando l'occhio discendi viluppo d'intenti e patemi umilianti doglianze sulla guancia sfuggendo anelito sferico ansito di disincanto. Rotolando sul labbro screpolato sai farti ostica tensione dell'accentuazione asterisco brillante. Infine di nuovo in cielo preda che rifulge siderea sopravvivi libera districata perla alle valve ribelle ... Eri l'ultima non ne rimangono altre
Id: 44511 Data: 05/10/2017 15:42:58
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... a saperci prendere il buono
Bisogna saperci prendere il buono dalle cose, lo so: molte volte l'hai detto. Magari che si stava sulla soletta, pronta armata in ferro per la gettata. Ricordo del mio orrore per il vuoto tra le assi sotto di noi seduti su quel vuoto. Anche la paura prendeva sostanza, appesantendo il fiato ed ammollando le ginocchia. Ecco perchè la testa si rifiutava di pensare: uno sternuto e sarei finito a volare. Cosa non buona diceva una vocina dal fondo: non si vuol più sapere dei rami spinosi d'arance o del profumo delle zagare? Così ci si rimaneva lì, su quelle assi inchiodate ad armare un solaio che ci permettesse di ripartire magari al riparo d'un tetto o fuori sul balcone, pronti a decollare. Ma sai che angoscia ti dà il fatto che davvero non riesci più a tornarci al punto di partenza? Ogni volta parti vai con la certezza che ce la farai. Allora giri e rigiri tra sagome metalliche. Una volta stanco pensi a ciò che ti aspetta lì, in quel medesimo punto in cui l'hai lasciato. Credi di poterci arrivare. Ne sei sicuro. E non hai capito che tutto con te si muove: quando vai ogni cosa ti segue come ombra standoti appresso.
Id: 44460 Data: 02/10/2017 17:49:25
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Schiocchi dalghe
... ad atterrarci sulle tue labbra, anche per scommessa, come gabbiano rapace rubarti bacio nel risucchio di sabbia d'onda di risacca. Sconnessa bramosia bocca a bocca respirarti sacerdotessa d'amore celebrante orgasmo: roteando i fianchi, di volta in volta, d'un mezzo tono più a fondo, concorrerei soffice di piume a strapparti gemiti tra gli schiocchi d'alghe sui fondali bassi nel ventre scossi da tremiti di voglie ... così, l'uno dentro l'altra calarti all'orizzonte come fossi sole nel mare vibrando di raggi guizzanti, lascerei che imbruniscano con i seni pure i sospiri: disegnate sagome di noi aggrovigliantisi in abbracci sazi di luna occhieggianti perle sulla rena annerita che senti desiderio cogente ad ammararci sulle tue labbra, anche per scommessa, ritrovandomi in te laguna che mi schiaffi in volto i tuoi flutti
Id: 44400 Data: 27/09/2017 16:45:10
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Doppiorum (Della meccanica della memoria)***
C'è un passero nell'ingranaggio-favola che s'inceppa e poi riparte: persino ne rammento il piumaggio marroncino con screzi di giallo. Ordinario anonimo ma caldo, come i pampini costumi d'arlecchini, festanti foglie in autunno: altra favola che muore e rinasce con pure una briciola sul davanzale quello dei gerani discreti nel giorno del mosto d'uve pigiate zampettando cinguettii in un giorno di sole. Lettore malinconico amante di odori il profumo è di pomodori messi a bollire a salsa, nel pentolone sul fuoco allegro scoppiettante di ceppi. Su tutto è Doppiorum: con zampette storte, ch'è ostinazione dire ch'è passato, passeraccio che con noi divide croste cinguettante ch'è l'ora sempre ch'è giorno di scuola svegliandoci querulo passato che non passa meccanismo che s'inceppa però poi riparte. 29/08/2014 ***riveduta
Id: 44367 Data: 25/09/2017 16:16:32
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Haiku (tonalità)
Tra leccio e faggio vellutato carminio sfoggio d'acero 10/10/2014 woodenship
Id: 44329 Data: 22/09/2017 18:16:09
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Ad un incollo dalla scollatura
Qualcosa sembra sfuggirti non meno non alle labbra e nemmeno agli occhiali forse quello sfarfallio sul reggiseno sfacciato di segno O, magari, ciò che esso a fatica contiene e con ali imbarazzate raddrizzi di stoffa intorno ai seni sfuggenti: reggiseno di parole dette e sorrise non meno.
Id: 44289 Data: 19/09/2017 15:52:18
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Promesse
Promesse al sole sbiadite sfumano vele fantasma all'orizzonte... Promesse al tempo rimesse e dal vento compromesse le labbra screpolano di sale Promesse che solo la notte sa del loro essere negli occhi stelle riflesse
Id: 44247 Data: 16/09/2017 19:21:33
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Haiku (volatilità)
Melanconica d'affogliata fragranza evanescenza
Id: 44206 Data: 14/09/2017 15:56:15
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Lalbero dei morti
Luna luna bella dove mi porti tu colombella? La cenere nell'urna scaldando, al mese risorgi; del bilancio ignorando i saldi nel mondo degenere torni piena su moncherino a stazionarci. Eppure sai ch'è di poco conto l'albero dei morti: morenti stillano sudore estremo dal vivere, su per la schiena alla nuca: fluviale clamore di voci fino alla vastità delle tempie, depauperata intelligenza ... Che prenderci dalle parole cosa vuoi che ci prenda? Le chiacchiere scorrono in gola fanno male e sanno di fiele come una birra di poco prezzo o una pizza di poco prezzo che, se ogni cosa ha un prezzo ben poca ha da esere quello umano. Un'altra cosa alla buona forse l'ultima, me l'hai insegnata: è per la testa che ci se ne vien fuori ... Ora che t'allontani algida luna luna bella dove vai tu colombella: perchè tanto strepito, rantolo soffocato dal fondo dell'abbraccio già che brilli infine appena fuori dal cranio?
Id: 44145 Data: 10/09/2017 19:19:23
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Haiku(lunare)
Piena si specchia dallo stagno la beve rana narcisa 23/08/2015 woodenship
Id: 44058 Data: 04/09/2017 15:54:02
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Albinedia
Albina la stagione da griot*: troppa la calura e da troppo non beve, come solo un'albina dall'Uganda fuggente rabdomando prostrata, ch'è da lungo tempo che si va solo a tratti, boccheggiando goccia a goccia mendicando, che non s'intende se non ragione astratta ormai al peregrinare. Nata precoce e già piena di crepe è nella sua stagione: avida leviga arida velata di sabbia atavica, bella di giornate d'alabastri e creta essicata; donna tra donne dai capelli crespi di spighe bruciate, escissi vaneggi dal vento recitati ch'è luglio e non dovrebbe cader foglia ma queste s'ammonticchiano lo stesso fradice. Domani ch'è agosto, il merlo suonerà la sveglia: secco sarà ancora il verso un ciack per la diva di sabbia fluente di miti. Forse così deciderà di defilarsi da depositaria: rapida ed ispida recitando in sequenza breve commiato alle stirpi in campo lungo svanendo prima dei titoli di coda. A meno che, oltre ogni intelletto, quando le foglie cadranno questa volta storia di stagione non ce la si ritrovi rammaricati noi: come incantesimo asciutta nel narrare col piglio sicuro della leggenda nel canto che da lontano viene magia. E non più in grado noi di stare lì e contarle nell'aria novembrina le storie morte: anche noi rabdomando per letti di fiume e laghi essicati di fiabe d'acqua. *Griot: cantastorie nella tradizione dell'Africa centro occidentale
Id: 44002 Data: 31/08/2017 16:54:16
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Colui che scrive senza dire niente
Oggi le nuvole hanno digerito anche il sole spero che almeno domani ne restituiscano qualche raggio un po' di tepore ci vorrebbe che dica della stagione il capriccio ... così non fosse andrò a caccia delle nuvole stesse so anche nutrirmi di nuvole io vivere le nuvole è come vivere d'aria vivere d'aria è vivere d'amore e ci ho fame come pure sete in mancanza del sole che sciolga nubi nella coppa mescendone vaporosi viluppi... Sì sono io: mi dicono colui che scrive senza dire niente solo perchè nel buio risultano oscuri nel dì sostengono che sono troppo chiari biancore su pagina bianca del resto non uso inchiostro simpatico nè succo di limone E'tutto lì vapori grafici che conquistano il cuore riempiendo la pancia freddi stilisticamente che si fanno luminaria gelidi candelabri arborei/ fisse le gemme bitorzoli per braccia legnose non ancora esplose in fioriture Lontana ancora è la primavera a dominare sono coltri di foschia divoratrici di remoti fasci di luce solare sono a dirmi del tuo dormire di questi giorni Natura che attendi nervosa al risveglio che non sei morta è palese: dormi soltanto che nemmeno io morirò anche: dormirò pure io ne sono sicuro: ridestandomi come te mi rivestirò a festa ... altrettanto facile deve essere come per te ogni anno rinascere è solo che a me sfuggono le guide confusamente luminose nel giorno intrinsecamente oscure nella notte 17/ 02/ 2015 woodenship
Id: 43941 Data: 26/08/2017 19:14:59
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Ferali convivi per zanza conviviali***
Ignoranza crassa e lassa punge zanzara ronza fanfara rimbrottando bassa bassa in cerca di sangue trova cultura pingue tenzone intellettuale incrocio di sapere letale. Muro d'assonnata statura il pubblico trasuda plasma d'altura poetico gaudio assodato dal potere sentirsi assoldato. Povera la zanza Fanfulla a languire resta rossa satolla tra chiacchiere d'asporto spiaccicata di riporto. 23/07/2013 woodenship ***Tanto per provare a sorridere ronzando...
Id: 43892 Data: 22/08/2017 17:42:06
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Che agosto non è alla fine
Con te sto che vorrei scrivere di noi in contesto vacanziero/ mi sarebbe piaciuto: scrivendone come solo sa il vento quando sfrangia le nubi con grafia nervosa e fine dando loro forma animata, persino con l'impertinenza d'un sussurro all'orecchio brezza che sa rendere manifesto l'umore. Così ci provo lo stesso: semplicemente inchiostrando un foglio malinconico ch'esplodente trema di te, pur lontana comunque assente; al boato spostando un'emozione/ mobile orpello di costruzione sovraccarica d'un amore. Alla parete, invece rimane poco esposto e lacero, manifesto invito: flutti sovrastanti con spruzzi le torri dagli esotici lapislazzuli color pastello nello sbiadito blu cobalto del mare come pure il tetto di palme intrecciate della capanna senza pareti ...che agosto non è alla fine e con te sto che vorrei scrivere di noi nel composto furore che non ha fine. 26/08/2014 woodenship
Id: 43834 Data: 17/08/2017 17:01:45
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Pleiadi(stelle de_cadenti 8)
inebriati e convinti dalle sirene: ricchezza facile per tutti ma per tutti non è mai facile per pochi sì mai per tutti ricchezza non per l'oggi domani forse la ricchezza in paradiso la ricchezza di sicuro basta averci la fede nella ricchezza pur nella povertà di speranze ...però, speranza, può fare rima con ricchezza?
Id: 43804 Data: 13/08/2017 20:09:07
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Pleiadi(stelle de_cadenti 7)
... ma è che lor signori dei mercati il mercato si sono rubati lo spirito si sono rubati del mercato e a buon mercato l'hanno sottratto che si era distratti avvitati a pulegge e ponteggi con bielle e pistoni a stantuffare battendo in testa il più delle volte convinti della bontà del sistema complici attivi e golosi infimamente stupidi in panciolle a godersi il massacro degli altri: che tanto non ci riguarda
Id: 43803 Data: 13/08/2017 20:02:33
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Pleiadi(stelle de_cadenti)
Pancia e polmoni urlo d'insieme afasico
Id: 43796 Data: 13/08/2017 19:39:47
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Perseidi(pensieri cadenti5)
... non si consumasse si sarebbe più poveri e poveri fa brutti sporchi e cattivi: "ricchi fa belli" direbbe l'Odisseo del Volturno all'Iro di turno prime d'infilzarlo con dardo di rimessa
Id: 43766 Data: 09/08/2017 17:18:16
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Perseidi(pensieri cadenti4)
... funesta che rimorda sotto traccia a tratti remota impercettibile e che poi riviva improvvisa inaspettata sete di sangue rigurgito sbotta vapori sfuggente follia purpurea sul campo svuotati lascia perdenti: che all'infinito non ci si incroci restando paralleli?
Id: 43765 Data: 09/08/2017 17:14:36
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Perseidi(pensieri cadenti3)
... tanti i fantasmi d'intorno consistenti di nebbia ad essi di tanto in tanto un baluginio sfugge sull'acqua concorrendo: gioca di riflessi sul mare reso rancido glauco miraggio
Id: 43764 Data: 09/08/2017 17:09:20
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Perseidi(pensieri cadenti2)
... ed è al confine che ci s'incrocia fantasmatica imprenditorialità al semaforo giusto a lavarci il parabrezza per un euro (ad andar bene alla volta che ci si sta). Piovono stelle anche di giorno: all'incrocio ci sta il vigile per indirizzarle su Marte ma noi alla zattera già diretti al confine, sappiamo che è lì che ci si incrocia sul confine
Id: 43763 Data: 09/08/2017 17:01:50
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Perseidi (pensieri cadenti)
...i predoni in suv sfrecciano vecchia la strada, nuovo il totem a rotelle, da riasfaltare come sandali bucati: Perseidi sono granelli d'universo a contatto con l'atmosfera s'incendiano pulviscolo stelle cadendo ...i desideri espressi inseguono paralleli
Id: 43762 Data: 09/08/2017 16:48:53
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Gocce in_volute***
Tra cielo e cielo ci sta la cornice limitare pesante d'intagli di nuvole A cascata infiorescenze ne scrosciano fuori esseri annacquate essenze dalle molecole a tratti mutanti: d'acqua Creature alate volubili migranti e confuse alle correnti verso un dove che non è terra woodenship 08/04/2013 ***rivisitata
Id: 43723 Data: 04/08/2017 18:55:36
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Festa e festa
...Come ad una festa io ci andavo incontro Chè ognuno si diverte come può e crede meglio: per me era infuocata esaltante movida quel tramonto.
Id: 43679 Data: 31/07/2017 17:40:34
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Ci ripensi
Ci ripensi ch'è forse poca cosa che non varrebbe nemmeno la pena starci su un momento di più giusto il lampo d'una spia rossa non già di pericolo, ti dici bensì di vergogna per lo spreco: tempo sottrattto al sonno delizia l'inezia d'un sogno del noceto dalle piante brumose folte le fronde fumose di frutti ovali nequizie esiziali da percuotere malli da spezzare brunite corazze una volta frante liberanti blatte non gheriglio, a frotte nere ed infestanti incubo disperso ritornante broglio. Frantumio senza costrutto, ci ripensi pullulescente da guscio marcio ti convinci.
Id: 43655 Data: 28/07/2017 16:25:14
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Relitti galleggianti
Ondeggianti pare che la risacca li culli pure ed invece è perchè sei vivo spettatore osservi la morte intorno: molto bella la marina oggi quasi come la morte allo stesso tempo è oscena e forte te lo dice il sole a decoro. Per un solo istante il frangersi dell'onda azzittisce la piccolezza e l'ipocrisia. Respiri, non è un singulto se te lo si chiede respiri anche per chi non può più.
Id: 43621 Data: 25/07/2017 18:40:26
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Sviolinando tra le nuvole
Ascolta come risuonano violino/ puntura lancinante d'archetto e corde/ le fusa feline Così amavi esserci virgola d'uno zero leggiadra giocavi che eri accento strapuntino puntuale Colombina trascinavi le ali per riquadri in iscacco argentino passione virtuale in fregi di fuoco Era il sole la posta in gioco l'armonia dei suoi raggi l'azzardo l'infingimento tra i vapori muoveva viaggi fin nella stratosfera Nudi i sentimenti tra due punti retta sopra un tappeto di paglia mi sei rimasta apostrofo che tronca sbuffo d'un genitivo sassone alieno 09/09/2014 woodenship
Id: 43567 Data: 21/07/2017 19:21:20
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Alla fermata del bus
Come darne colore dell'aria tersa imbrunescente tra costole di gru bascullanti su palazzi dalle luci moltiplicantesi nell'accendersi contagio? Tanto si carica di tonalità da opacizzare anche i sensi con quella stanchezza di testa ottundente a sottintendere il perdersi nel correrle sempre appresso magari mescolandone sfumature col gracchiare oscuro di corvidi chè, alla notte, essa resta legata pur con ali di latta annerita faccia inchiodata alle radici indecifrabile tinta da discernere ... Così, se doveste vedermi intento alla fermata del bus ch'è 'l vespro seduto che scrivo: non tediatemi con cosa o chi mai arriva sto solo cercando di mescere terre dandoci un volto e linguaggio ad un colore primo sfuggente.
Id: 43534 Data: 18/07/2017 18:53:11
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Haiku (musicalità)
Sol che sia nota accorda luce in volto aurora intona
Id: 43500 Data: 14/07/2017 18:21:38
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Asimmetrie
Esalati dalle nari paura e odio nel fango si resta afflosciati deprivati del sangue d'un botto. Verità oscena manifesta si diventa cavata dalle orbite oscure cavità realtà esplosa da occhi fuggiaschi ramazzati per le strade nei campi ammucchiati autobomba dopo autobomba rappresaglia dopo rappresaglia in scomposta guisa impietriti pedine d'asimmetriche strategie. Negative l'una dell'altra in fotocopie sbiadite dimenticate a loro volta dimentiche del sermone della sura, del dollaro, dello struscio sul corso, dei profili sul web di testa martiri arruolati allucinate e perse ancorchè la chiamassero "Guerra infinita" la verità e le vittime civili effetti collaterali ... Ma il bello è che alla fine si perde il motivo si perde: amici o nemici ci si perde, restando lì ognuno nel proprio angolo sepolti e basta. 08/07/2017 woodenship
Id: 43465 Data: 11/07/2017 18:58:48
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Haiku (Note musicali)
Ance vibranti partitura per steli musicalità
Id: 43427 Data: 07/07/2017 17:24:34
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La barba che ti arrossa la pelle
Lasciami essere in vino gli occhi che ti fanno l'amore le labbra a suggello dell'imbarazzo le dita che ti slacciano il reggiseno la barba che ti arrossa la pelle... Lasciami essere schizzi solari liquorosa verve annotante un dipinto: di te le guance diafane discinte di nubi di te Venere, Puttana divina sorgente virginea dal mare inguainata d'umori marini di noi diluiti amanti in veritas.
Id: 43387 Data: 03/07/2017 16:09:15
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Haiku (policromie)
Toni d'arancio ribes, mora, lampone nuvole a vespro
Id: 43353 Data: 30/06/2017 15:56:02
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... A suo tempo
... e chissà cosa mai ci dice lo specchio al mattino, quando lo si interroga con occhi che non ammettono bugie. Se poi, durante l'arco della giornata è un'atteggiarsi, un incapricciarsi di una giovinezza che fu ingannando lo specchio, noi stessi e pure gli sguardi invidiosi di chi non sa che, a suo tempo, si ritroverà anch'esso a vivere giocando d'illusionismi e trucchi se non proprio da baro magari meditando di fuggirsene... Come i grani di sabbia di una clessidra dal vetro infranto: fuggirsene senza tempo per le spiagge di un mondo fuori da ogni tempo.
Id: 43311 Data: 26/06/2017 15:46:42
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Haiku (note musicali)
Raggi anarchici free jazz improvvisano lisergicromie
Id: 43282 Data: 22/06/2017 16:23:45
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Sei, siete...
Siete nel verso d'un gabbiano che dalla costa voli fino a me; nelle foglie d'ulivo mi siete che la corrente blanda a pelo d'acqua culla incantandomi con l'essermi voi terra promessa: ci penserete mi penserete alata, fremente donandomi tremiti sulla coffa che mi danzate intorno riflesso d'un sole auspicato lucore ... Come si fa che vorrei darti del"tu" ed invece mi ritrovo a darti del "voi"? Sprofondato nell'abisso, romantico distacco, costretto ad impormelo mi vedo quel "tu"non sentito ch'è notte di plenilunio e sapere vorrei cosa vorrebbe sentirsi dire da me che già truccioli di plancton carboni sfavillanti sull'oceano sdrucciolante lumescenza non le dicano fino a lei volando, luna in cielo rossa rugata di nubi narcisa. Forse, anche tu querula, vorresti estorcermi quelle due parole due messe in croce e portate in spalla per mille vite: via crucis sempiterno pur di non pronunciarle se non nel segreto d'una lacrima per quanto arrotato a dura ammissione di una resa inammissibile per bocca che sappia d'acqua salata dell'annegare d'ogni giorno ... Ma tu non sei la luna, vero? Anzi d'un gabbiano mi sei nel verso che dalla costa voli fino a me: nelle foglie d'ulivo mi sei l'argento novello librante sul mare a pelle incanto d'essermi tu terra promessa. Ci penserai mi penserai con ali sfarfallante clamore intorno, riflesso d'un faro agognato nitore.
Id: 43253 Data: 20/06/2017 17:19:18
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Haiku (Vanescenze)
Via del glicine da un pezzo che non passo orme sfumate
Id: 43179 Data: 15/06/2017 17:53:40
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Di circostanza
Di circostanza i sorrisi smorfie di visi sprecate formalità/ criticità dell'oggi estivo: passi pesanti d'afa vestiti appiccicati francobolli filatelia succinta sudata stampa del sè carnale. Oltre non c'è nulla di cui parlare di cosa pensare. E così lontani si è dal render l'anima alla Terra ... con alle spalle il buio del cono d'ombra e senza contare i passi il disco lanciando allumato di salti, di giravolte eclissanti dalle prese d'atto: d'istinto un dì. All'oggi chissà se non riusciranno a risaltare mera circostanza ancora.
Id: 43144 Data: 11/06/2017 20:19:12
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Haiku (Vanescenza)
Grisaille ostenta nuvola di conchiglie barbagli affoglia
Id: 43115 Data: 08/06/2017 16:37:01
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Poesia
... d'un attimo istillandone sul foglio vaga la grafia allucinata che sappia di visione il profumo inebriante assorbito prima che appassito dolce d'uva passa quasi come fosse amore
Id: 43058 Data: 04/06/2017 20:01:43
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Haiku (Vanescenze)
Mani di fumo sfuggenti le carezze alita brezza
Id: 43030 Data: 01/06/2017 18:16:08
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Ci giochi
Ne hai brividi perchè ti sfidi ad averne immagine. E, come i bambini, ci giochi con la paura: ti vedi che più non ci sei. Ma quando veramente non ci sarai più quando davvero le palpebre saranno calate sipario e per sempre, allora non ci sarà più specchio a rifletterti. Nemmeno gli occhi allumati di lacrime ancor vivi avranno per te riflessi. Ridotto in cenere, opaco nel vento ti allontanerai consunta passione. Ecco perchè non proverai brividi nè dispiaceri tantomeno dolore o gioia; di tutto ciò avrai lasciato perle ai viventi. Ogni cosa rimandando fuori dal tuo ambito rinsecchito a tal punto ristretto da esser più simile al seno di molecola spersa vagabonda. 27/05/2017 woodenship
Id: 42977 Data: 28/05/2017 20:22:15
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Lacrima ultima
di soppiaTTo di sopra i TeTTi discreTa m'accompagni resinando il cielo sereno d'aroma d'abeTe spandendo effluvio già all'iride lucida Ti sTampi Tracimando con angolaTura sghemba ... anche Tu ancorchè strabuzzando l'occhio discendi viluppo d'inTenti e paTemi umilianTi doglianze sulla guancia sfuggendo aneliTo sferico ansito di disincanTo roTolando sul labbro screpolaTo sai farTi osTica Tensione dell'accenTuazione asTerisco brillanTe infine di nuovo in cielo preda che rifulge siderea di sale sopravvivi libera disTricata perla alle valve ribelle ...eri l'ulTima non ne rimagono alTre 17/03/2015 woodenship
Id: 42933 Data: 25/05/2017 15:54:53
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Smottante sassi
Apice ne è una pietra cuore lavico levigato da stenti del cumulo che ostruisce la linea frana di ogni veridico sbocco: non è come schiacciare bottiglie plastica da riciclo, rimuoverla. Occorre tatto per farlo, ripartendo con i prossimi fiocchi a favore che c'è da ricordarlo sempre che questa non è che una pausa un battito cardiaco arreso sistole epifanico frame. Poi si ricomincia complice lussuria d'uno sguardo supplice che sa dell'anice di bacio fresco, aromatico, estorcente un sorriso sbalzante da un sedile all'altro in treno, ch'è giorno cupo smottante sassi sui binari. 20/05/2017 woodenship
Id: 42887 Data: 21/05/2017 20:45:55
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Haiku (Una notte sul fiume: lalba)
Fluttuano braci mantici i polmoni cenere l'alba
Id: 42854 Data: 18/05/2017 16:26:33
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Ridotti a talpe
D'appena sopra lo spigolo degli scuri, lo zigomo sfiorando, ingiuria filtra raggio/ sputo di sole. Stordisce che pure decapitati dello spunto, ci si stia storti nella tana: mille e mille volte svuotata di crucci e radici come vassoio dalle cibarie; ma da Helios sempre rimpiazzate con vermi e lo sgarbo d'un mancato colpo di grazia. Marchiati lasciando, per ogni dove feriti: negletti visionari prede d'ombre ridotti a talpe sfioriti stretti all'angolo ch'è con i forti il sole. Ingiusto con i deboli per contrafforti balugina accecandone verità. 13/05/2017 woodenship
Id: 42807 Data: 14/05/2017 20:24:16
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Haiku (una notte sul fiume 10)
Giochi di lingue lambiscono vivaci vibrano steli
Id: 42769 Data: 11/05/2017 17:25:54
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Ci manca...
Ci manca sempre qualcosa se ci fai caso quando pur ponendosi in posa ombre si sorride umbratili che si mima un cane in caccia d'una lepre fuggitiva per interstizi ed intercapedini irrangiungibile perciò inafferrabile infine disegnantesi sul muro cigno d'ombre cinesi fantasia. Facci caso allora alla bizzarria di certi stili architettonicamente slanciati sferzati dalle correnti, nell'equilibrio efficienti sembrano celare intenti assassini nel costringere a torcere il collo all'incauto che provasse, sedotto dall'idea di sfuggire con lo sguardo verso l'alto seguendo profili zigrinati da balconi di grattacieli zavorrati in cielo. Dovessi farci caso dal basso dei cespugli da sotto le terrazze decollanti di sempreverdi nota bene che ci manca sempre qualcosa fosse pure uno scatto d'ali nello slargo tra nubi; che poi, quando si va a vedere la foto: l'antenne lampeggianti in cima lungi dall'apparire candeline su torta s'arcignano selve d'aghi infissi maligni volontà pungenti le mucose d'orizzonte arrossate dal vespro nell'incistarsi d'ignava gravità di una realtà fattasi tempio del culto del nontempo. In essa, se ci fai caso, si fa dramma non riuscire a dire cosa ci manchi. 06/05/2017 woodenship
Id: 42719 Data: 07/05/2017 20:31:00
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Haiku (Una notte sul fiume 9)
Perle vermiglie pegni contro faville pelle su pelle
Id: 42690 Data: 04/05/2017 16:27:15
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Sosta selvaggia
... per questo sto a perder tempo e le strappo minuzioso che poi i pezzetti li metto tutti lì nel bicchiere di carta del caffè. No, non per berle solo per confonderle col buio all'oscurità restituendole che sono sue queste storie pazze, annotate seguendo pagliuzze di zucchero filato in piazza su questa piazza in cui è vietata la sosta ... allora che ci stanno a fare tutte queste auto ferme? Non si dovrebbe. Arrampicate per ogni dove stanno tirate a lucido, nuove di pacca costose: un mondo di vernici brillanti fuorilegge, inciampi per i passanti... oggi, del resto non corro e non volo non faccio che incespicare in ogni pagina, stracciandola: va così selvaggiamente in certi giorni 29/04/2017woodenship
Id: 42643 Data: 30/04/2017 20:33:12
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Haiku(Una notte sul fiume 8)
Fiore di bragia scoppiettare del rovo rossi i petali
Id: 42591 Data: 27/04/2017 16:26:29
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Dal gran libro delle fiabe
"C'era una volta..." in genere così si comincia all'orecchio del bimbo snocciolando favola a che cali palpebra il sonno conciliando col fantastico. "C'era una volta..." ti sto narrando bimba al ruolo ribelle: favola tra le fiabe la più bella del reame degli scacchi liquidi viventi. Già sapevo di te e ti aspettavo regina pronto ad accoglierti tra gli stracci di luce, magia del"C'era una volta..." per dirti ch'è disdicevole lo stallo da sotto le coltri, con il naso alla pagina a giocarci l'amore, amanti gli schemi seguendo dal gran libro delle favole. Descritta in esso è facile la minaccia del libeccio: innalza un cavallone riccio sulla cresta schiaffandoci il naufrago illudendolo che sia questo lo stallo eterno"C'era una volta..."ma sai anche tu ch'è momentaneo, vero? Ti dico: sai? Duole che ci sia solo bianco e nero nel sentirselo dire e buchi sulle suole di un pedone sulla scacchiera di corallo. Ove era inciso il tuo nome ho letto di te, regina dalle braccia di sabbia cingenti marea. E che la mia bambina saresti stata: donna e bambina, curiosità espungente fascinosa, follia che il vento non disperde troppo intento coi marosi nel disimpegnarli per gioco muovendoli incontro alle torri delle nuvole, sibilando all'arrocco per darti scacco mia regina. Tu che giochi con i lacci, le spalline lasciando cadere, abbacinandomi nudità. Io pedone che vorrebbe assimilarsi all'oscuro richiamo facentesi vento: chiama e richiama per onde che appaiono quasi d'una campana eco bronzea riportandone ch'è l'ora di scorrere all'orizzonte liberi e senza rimandi o comandi. Bensì il nuovo. Di quel mai udito di cui è sì forte il bisogno come per l'affamato il pane, per l'assetato l'acqua ... Certo avresti preferito di Biancaneve la fiaba. Ma sono io il principe Azzurro della Bella addormentata nel bosco atro dei sogni: orsù dovrai ridestarti al mio bacio. Il pubblico bambino se lo aspetta fai finta di dormire felice sul tuo letto guarnita di rose nella teca adesso. Poi ci sarà tempo a partire dagli sbreghi sui jeans a che s'allarghi lo sconforto sul viso sorriso mesto tagliuzzato di noi che riallacci le spalline. Rivestita non rinunciando all'abbraccio ristagno lasci di te sul palato. Sai di melograno rosso rubino generoso del succo di"C'era una volta..." dal gran libro delle favole dei tristi addii amorali.
Id: 42532 Data: 23/04/2017 20:30:16
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Haiku (Una notte sul fiume 7)
Capelli d'ombra frenetici danzano fuoco divampa
Id: 42487 Data: 20/04/2017 18:20:27
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A che ti ascolti
T'ascolto fiaba narra discosta d'ombre la fiorescenza essenza rara T'ascolto fiaba apri al segreto fiore notturno sole aere apollineo T'ascolto fiaba effondi sogno irraggiando tepore racconta amore T'ascolto fiaba prece marmorea arte atavico grido predichi arsura T'ascolto fiaba provochi sete d'oralità remota infliggi fede T'ascolto fiaba già che t'innalzi polline vai nel mondo fa che sia poesia T'ascolto fiaba
Id: 42437 Data: 16/04/2017 23:01:04
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Haiku (Una notte sul fiume 6)
Tra fiori ascosa approdo profumato veste di seta
Id: 42385 Data: 13/04/2017 16:02:44
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Linverno sulla pelle
la senti che ti prende formicolio in corpo la senti che ti rende inverno 'stasera la senti che ti lecca prima poi secca di tremiti d'averno che ti si infilza nelle ossa svuotandole del midollo la senti che non c'è scampo capisci dal carosello delle foglie intorno morte portami su implori raggelato con te lassù 08/04/2017 woodenship
Id: 42325 Data: 09/04/2017 20:58:47
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Haiku (una notte sul fiume 5)
Di ninfa canto ipnotica melodia opalescenza
Id: 42278 Data: 06/04/2017 15:23:21
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Iridea
Fuori bolla la coppola sul cranio incollata per un nulla ai capelli crespi che basterebbe meno d'una scoppola a vederla volare trottola vorticante subdola... Ma che c'entra Capo Verde? Di quelle isole immagino spiagge nere. Vulcaniche, onde ne stringono al collo le coste di morna strangolandole con saudade E'qui ch'è nata Iris: indolenza nel passo sulla sabbia scura luna luccicante ebano. Iris che affonda il coltello nella pancia nuda e cruda del pensionato; che volesse lui stuprarla, lei lo ha sostenuto; Iris che rigira gli spaghetti in padella, nel salto rovesciandoli per terra, che così i vermi ci si ingrassano. Poi avrà anche pianto. Di certo rideva, intanto che bruciava la cipolla. Pure che bevesse lo dicevano. Io so solo che questa è la prima sera: l'autunno nelle orecchie ronza trapanando con strazi e balbuzie fino al cervello. Senza requie gli acuti assillanti risucchiano che ci pensi a Capo Verde, al sole, al ritmo lento del vivere e ad Iris che galleggia vittima improvvida assassina inebetita che persino la morte rallenta dietro le sbarre.
Id: 42199 Data: 01/04/2017 16:28:27
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Haiku (Una notte sul fiume 4)
Tralci di vite aggrovigliate membra fatua la riva
Id: 42130 Data: 28/03/2017 18:51:26
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Quando il cielo era il cielo
Il massimo era andarsene per muschio in giro per boschi e colline quelle mattine in cui il cielo era il cielo ed il sole il sole: rispetto alla Terra, ognuno si tracciava il suo confine netto; noi ci giocavamo spensierati. ... E di strade e persone era solcato mondo: arancia incisa con piedi dalle orme taglienti sbuccianti paesaggi determinanti differenze conferenze, raggi e diametri fuor d'ogni apparenza. Il coraggio era sposo dell'incoscienza entrambi convolavano per potere esistere ancora: un sussulto nel rigirarsi di pianeti ... che se ne vede il rosso tuttora accecante di quella ruggine da muschio persino dai polsi della notte schizzarne sangue sugli occhi. 03/01/2017 woodenship
Id: 42063 Data: 23/03/2017 17:19:59
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Haiku (una notte sul fiume 3)
Scia di lucciole oscurità s'accende a velo scorre
Id: 42005 Data: 20/03/2017 16:45:02
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Siepi di nuvole
Temperato contegno ha quest'inverno dallo sterno privo del gelo abituale e dalle costole di marcite non più salde sbarre di cassa toracica. Nel polmone di campo le sementi perplesse germogli hanno nei bronchi, già pronte alla messe, sono cognizione avvolgente: che già subissi, onda d'intemerata fantasia rimuginando, palmo a palmo traspirando moltitudine verde senz'altro confine che siepi, grovigli di nuvole incolte promesse. 11/03/2017 woodenship
Id: 41941 Data: 15/03/2017 16:01:01
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Haiku(Una notte sul fiume 2)
Frusciar di giunchi trasfigura la quiete nota che sfuma
Id: 41893 Data: 10/03/2017 20:36:26
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Inquisendo l’8 marzo
Scarti discerni dai toni scarni lai di frati incappucciati nei sai, incatenati nella cripta custodia da secoli d'un torto, al femminino furto di grazia. D'ossa svuotate nei chiostri risuona cauto dai teschi asterischi bruni minaccianti il visibile nell'impossibile d'una domanda: "Ce l'avresti mai visto, Nostro Signore di questo rigoglìo di fede simile degrado?" ... Ossessiva demanda all'eco che nell'edicole affonda stupore ricercandone traccia dell'orrore: orgoglio che fu inquisendo 04/03/2017 woodenship
Id: 41841 Data: 07/03/2017 15:33:23
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Big bang
Fu bocca che si spalancò al rutto il big bang: sconfinamento fuori dai denti d'una poesia/ porta aprentesi logaritmica dalla metrica caotica materia oscura strofe di passaggio da inerte a vitale stanza poetica/ sfintere dilatantesi flatulenza/ Lirica astrale dalle viscere uscente dalla quiete di nebulosa non più satolla ma desta alla necessità del salto: dall'oscuro connettendoci vita a stillare conoscenza; per poi diluirci intelligenza al fine di instillare consapevolezza che si è umani perchè si ha estro energia per la riproduzione estetica dimensione etica fantastica informa universi conformandoli in versi. 25/02/2017 woodenship
Id: 41749 Data: 28/02/2017 19:53:51
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Haiku(Una notte sul fiume 1)
Ansa selvaggia notte fonda disseta trepidi sorsi
Id: 41660 Data: 23/02/2017 16:09:48
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Vanescendo silenzia
Quando poi, fuori, così caldo è il sole ci si può anche credere che perduri l'estate fulgore mattutino d'orgoglio pulviscolare che c'è un bel tepore in sala d'attesa tra sedie e numeri a contarcela alla volta rifacendo gli stucchi in lattosio. Ma non appena chiamati allo sportello a render conto no che non si può più ignorarlo che poggi giallognola una fogliolina sul nero della borsa guarnizione linguina più fredda che l'aria affilata finitaci chissà come tra le dita rigirata meraviglia tra i presenti figlia d'un ciclo che non lascia scampo: smunta di clorofilla esangue vanescendo silenzia. 18/02/2017 woodenship
Id: 41627 Data: 20/02/2017 16:51:20
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Haiku (Una notte sul fiume)
Stupito sguardo prua scivola silente fender di bruma
Id: 41555 Data: 16/02/2017 16:08:45
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Senza più rimorsi
Danza immobile si fa dalle stelle con sferze di cera la pelle arrossando: brucianti d'amore strusciano spasmodiche lambendo in sospiri strianti, travestimenti e fiammelle sangue d'accesso in valzer di corpi sospensioni tremule nel vento solare ... e senza più peso eppure vanno lontano allontanantisi lo stesso danzando 20/10/2011 woodenship
Id: 41473 Data: 10/02/2017 20:47:43
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Sarà
E' un pretesto la poesia, mi dico e te lo dico: una volta tanto vorrei fosse chiaro così da poterla mettere da parte con espedienti ed artifici in modo da riuscire sincero del tutto. Sarà che a bruciarmi sono i palmi delle mani con i polpastrelli che li sento cerini accesi; sarà che le piante dei piedi brucino anch'esse come da passaggio su carboni ardenti; sarà l'ipocrisia che passeggia sfrontata a braccetto col cinismo compiacente; sarà la goliardia del cazzeggio: sfarzo d'un selfie prima dello schianto ... Ma io mi sento un po' lucertola assuefatta al silenzio sul muro di sale il profilo esitante sul filo tra luce ed ombra da dimenticare 11/07/2016
Id: 41358 Data: 03/02/2017 21:12:49
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Coda in gola
Cosa mi instilla in cuore paura scollinando ultimo raggio di sole che ci sto sulla scaletta poggiata al fienile preda di umori svaporanti? I richiami vicini lo dicono delle bestie rientrate delle fatiche spese del sudore raffreddatosi sotto le ascelle e intorno al collo, fin giù per la schiena le membra afflosciando. Ma essi non dicono del buio perchè debba inquietare peggio che nella lotta, il fuoco, tra formiche rosse e scorpione: scadenza imposta; non dicono se, a sottoporre a tale prova siano mani fanciulle incuranti intente all'innocenza d'un passatempo. Perchè mi piacerebbe saperlo, scrivo perchè mi sento spesso di morire. Allora cerco di sgattaiolare fino al tetto nello scadermi di fronte e di terga d'ultimi baluginii che ci sto già sulla scaletta rapito dalle svisate di pipistrelli badando bene di disorientare la morte. Perchè dicono di lei che senta la puzza di chi ha paura. E chi ha paura, per lei, è già morto. Dunque mi sforzo di raccontare un lemma punta di un iceberg linguistico infestonato di luci, allontanantesi lemme lemme, incastonato di boria algido come si conviene, così candido quasi un pupazzo di neve terribile nei sogni nel cozzare di parti sommerse e mai espresse, se non capovolte di senso: urticanti prese di coscienza negli urti ... e mi pare d'aver detto tutto anche del pur minimo desiderio del suo squassare il petto con colpi di tosse in quel vuoto opprimente alienante come uno strisciare di coda in gola paura. 28/01/2017 woodenship
Id: 41253 Data: 28/01/2017 19:18:30
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Sopravvivere
... ricordo dei tuffi il fragore gli spruzzi/ il timore nei tuoi occhi che più a galla non tornassimo vivi se non privi del sentimento 30/ 11/ 2013 woodenship
Id: 41145 Data: 21/01/2017 16:55:36
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Come zucchero di canna
"Ma all'inferno!" Sbottai. Nel profluvio, che mi chiedevi dove fossi stato: veloce la lancia scorreva. Il pescatore squarciava le prede, al vento gettando le viscere. E la gara tra rondini marine, gabbiani ed albatros, esplodeva selvaggia di picchiate e cabrate: feroce sopravvivenza all'inferno. A mezz'aria, a pelo d'acqua con l'avanzare dell'urlo dal ventre al cervello così da dilungarti orgasmo ruotavo costante di fianchi così da arrivare a te lento rimbombo dagli scogli così che tu mi vedessi come zucchero di canna diluirmi nel caffè dei tuoi occhi ... Dove fossi stato stavi chiedendomi che dagli abissi risalivo tra le tue gambe umore d'agave. 19/09/2011 woodenship
Id: 40997 Data: 14/01/2017 19:35:27
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Linafferrabile
Con noncuranza e lubrica scienza gettata su quel divano smossa e studiata quello in similpelle bianca s'addolciva delle mollezze di forme del fluire morbido di ore natura morta: modella mai vista se non in sogno. Lei attrice di fiabe d'amore e sesso di ciò che si muove non visto e lacrime trasparenti di luna. Lui cercava di fissarla su tela nella mente insistendo nel farla propria con mano scorrendone nudità con pennello abbozzando profilo psiche sfuggente dai colori e sfondo d'inverno espressioni dileguantisi fumo dai camini sentimenti retrattili in spine sui rami ... Alla fine sospese di frullare guardando lei messa a nudo nivea poi il ritratto poi lo specchio restando con braccio in aria, pensoso come merlo sul manto perplesso e nero dove stesse non capendo ancora.
Id: 40835 Data: 05/01/2017 18:06:45
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Chi resisterà al nuovo anno?***
... Bisognerà chiederlo a quelli di Gaza o ad Aleppo, tra le mille opposte fazioni magari anche nel Kurdistan siriano nel Congo, in Etiopia, in Somalia... E perchè no nelle Filippine o in Nigeria? Nelle favelas forse è già primavera a Rio o San Paolo. Ma ci sono primavere che sono già autunno ed autunno ch'è festa colorata chimera per Haiti dilavata o Kunduz assediata: chi resiste all'autunno eritreo solo l'inverno lo deciderà coronando le salme con fiocchi di segale cornuta sfarinatura di bombe per i resistenti impolverati dall'autunno impallinati dimenticati anche dal nuovo anno a Ramallah. ***Spero che i tanti botti non vi abbiano spaventati. Tuttavia sono certo di averne dimenticati molti altri. In ogni caso credo che siano già sufficienti per festeggiare l'arrivo del nuovo anno con la consapevolezza che il mondo è sempre in guerra, nonostante la falsa certezza di molti, di poter vivere in pace quando tutto intorno è uno strepitare di armi e di lamenti, di fuggitivi, di morti e di feriti... Per quanto mi riguarda vi abbraccio tutti augurandovi il meglio per l'anno a venire, affinchè possano vedersi realizzati i sogni di tutti e la pace per ognuno......
Id: 40757 Data: 30/12/2016 18:23:46
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Natale sotto un giornale***
Dove lo fai se non hai dove farlo certe volte che te le senti dolere e ci stai male se non lo fai, animale colare livido sperma come la cera calda dalle sfoglie di pelle. Nesso lacera, che per un coito non si abbia luogo altro nè rogo su cui immolarsi, se non in piazza ai piedi dell'edicola non paghi di sesso percepiti amanti tra aiuola e ferro concependo strato su strato ruotando i fianchi scatola l'amore racchiude le spinte scatola di cartone anonimo: vela ansima, silenzia gemiti il palpitare delle giugulari celando alla vista. Scarabocchi i corpi ingarbugliati agli occhi che li smembrano dipanando il buio dai ventri. Convinti d'aver visto e magari non è stato. Ora che la miseria non s'è spenta che la voglia s'è appassita che il borbottio di pancia lo dice dando peso all'allontanarsi nella notte percepiti per come s'è stati concepiti: figlio cadente foglio creatura di cartone. 22/12/2016 woodenship ***L'ho scritta che non era ancora Natale, anzi si era d'estate. Ma, non appena finito e deposta la penna, mi sono chiesto se non poteva rappresentare un Natale diverso. Un Natale sul quale potere riflettere da un'angolatura differente dal solito. In ogni caso, è da questo luogo"altro" che voglio ringraziarvi tutti, miei carissimi amici. E, ringraziandovi, farvi i miei più sentiti e sinceri auguri per le festività a venire, affinchè possano esservi ricolme d'affetto e serenità Un carissimo saluto scoppiettante di stima. ...................W...........
Id: 40698 Data: 23/12/2016 17:13:31
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Dicembr_algia
Festa di solstizio il dì è più breve qua si ricomincia: come la caccia abolire addobbi balenii di luminarie vetrine fugaci spari giorni crudeli... 11/12/2013 woodenship
Id: 40649 Data: 18/12/2016 18:15:55
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Donde
... a sera, nessuna manca e gioisco una volta di più che vengano onde a salutarmi risaccando bianche di spume con svolazzi di gabbiani echeggianti delle sirene il canto (mai l'avessi chiamate a riva anch'esse: m'illudono ancora sebbene langua spiaggiato) ... e ci sono proprio tutte: onde che mi impaurivano perchè sconosciute a me che non sapevo nuotare; quelle dell'oceano che sfidai non appena fattomi più esperto; quelle che mi lappavano con sabbia e ghiaie incestuose, viscide di risucchi lambenti con alghe voluttuose, fautrici delle derive di relitti di passioni esotiche psichedelia d'impatto straniante: adesso che tutto mi scorre incontro moto ondulatorio ch'è l'ora di dormire 16/10/2016 woodenship
Id: 40585 Data: 12/12/2016 21:31:24
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Se hai fretta
... qua pigre si sciolgono le ossa sbiancando come calici di giglio ma tu vai oltre il vuoto oltre ogni possibile vuoto se hai fretta io oramai un tavolo non ce l'avrò più almeno fino a domani sera non potrò colorarti come vorrei allora lasciamelo dire: notevoli le chiappe di vergine callipigia adagiate sulla sedia come le cosce tornite accavallate sode che fan pensare che non siano d'un viso ch'è così di bimba quel viso testolina dai capelli raccolti in coda di cavallo qualcosa vorrei dirtela perchè mi piaci pure se suonerebbe banale già che ti stanno sulle guancia le mie dita sfiorandoti quanto sei bella chè sei giovane ci vorrebbe essere immortali o forse solo indistruttibili e così sfidare lo spazio una volta fuori dall'atmosfera e viaggianti nel tempo si potrebbe sognare di Marte ma come resistere ai suoi vanti se la più soffice delle brezze terrestri già mi atterra? Dovrei possedere la tua costanza nell'apporre un prezzo ad ogni cosa anche a questo viaggio su Marte del costo di una carezza mi dici a giro per i canali passando per l'interno delle tue gambe fino alla frattura composta epicentro fremente d'orgasmi tellurici di te marziana dai piccoli seni puntuti tuo è l'odore delle polveri rosse dei mari consunti tra purpuree costole dolce mi è galleggiarci in quel punto erogeno tra cielo e mare ramato ive s'immerge talvolta anche il sole rilasciando ultimo scampolo di bagliore fuggevole miagolio dal balenio ingannevole di felino schizzante su pattini d'argento incontro alle lune marziane seguilo se vuoi che t'appartiene senza fermarti oltre la china vai dritto del gatto di stelle seguendo la coda ondeggia invitante ma tu non incurvare già le spalle non cedere già all'affanno che tanto non lo raggiungi e che per morire c'è tempo non fermarti allora se hai fretta 11/11/2016 woodenship
Id: 40542 Data: 08/12/2016 21:37:41
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Haiku
Roteano in aria fantastiche planano note di vento
Id: 40466 Data: 01/12/2016 15:33:29
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Ceppi stellanti
Tosto insceno la notte ed imposto la voce: "Di certo non tu che ti dici riccio..." Affumicato canticchio che rigiro castagne annuncuando un cambio:"Braci per il tuo corpo appetibile polpa da sfarinare sul palato. L'anima già la bevo dagli occhi incandescente brusta fumante crosta." Perciò ti chiedo chi resista al pungere dei tuoi aculei nel ventre molle dell'Ippocampo. Non lasciare che sia il primo gelo a dirmelo, tra colpi di tosse, traspirando vapori dalla bocca, pur io ansante faccia al cielo, rinsecchita buccia tarlata di vermi lunari tosto che s'inscena la notte: onde radianti nell'universo quantico, si è e non si è allo stesso tempo e in ogni luogo; non il destino e nemmeno la fede o il caos ci guidano bensì l'apparire-scomparire nostro prima e dopo le curve spazio-temporali che più non ci si vede ma ci si sente presenza: respiro cosmico delle galassie. Così insceno la notte con braci impostando la voce:"Di certo non tu, disillusa, che ti dici riccio all'abbraccio resterai chiusa: carne universale ti aprirai fragranza" ... Intanto rigiro castagne sogno non-sogno intrecciantisi membra scoppiettanti ceppi stellanti. 27/11/2016 woodenship
Id: 40444 Data: 29/11/2016 21:48:02
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Coscenziosa
Della coscienza si noti quando in silenzio s'acquatta: sul viso è come si disegnasse gioco d'ombre di foglie d'acanto incrinate da crepe deturpanti gote cerulee, non in gran salute. Esse sono opera di un demone le ha dipinte in gran segreto sulla tela che dovremmo guardare di tanto in tanto: gente distratta rollata di qua e di là ... Fosse anche al rantolo prima di assolverci umanamente. 17/02/2011 woodenship
Id: 40365 Data: 23/11/2016 20:08:34
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Una lunga estate di s.Martino
... ha posato cappello la notte sui marmi ha deposto velo di brina opali di luna sulle ciglia dei colli impatta all'occhio filo di fumo errabondo ... c'è qualcuno nel bosco il bagliore è d'un bivacco... folletti novembrini riluttanti al letargo frammentano faville di storie 08/11/2015 woodenship
Id: 40277 Data: 17/11/2016 15:43:35
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Dimmi
Già che t'argenti ricciolo di spuma, dimmi: ti ho mai parlato degli sbuffi di fumo delle boccate aspirate senza fretta dalla sigaretta poi rese pensose al cielo e del mio volarci appresso? Così lontano vanno a spinta di polmoni modellati in cerchi dalle labbra. Una volta espulsi, ectoplasmi li dico: estromesse entità dal fuoco di me d'inseguirle mi vanto pur se irreali profonde di viluppi intangibili avvincono lo sguardo con sofismi incerti riflessioni concentriche impaginate di notturno le amo. Perchè mi piacerebbe tanto te ne parlo a che tu provassi a sfogliarle aneliti d'ansimi composizioni dai miei quaderni d'amore. Perciò ti prego: spogliale un sospiro dopo l'altro le volute scorrendone strato a strato. Sarà allettante come intrecciare serti d'alloro con folate di desiderio che infiorino foglie nei diari arborei incollando pagine fumose dissolutezze tra cipressi e querce ... Non te ne parlassi tra una boccata e l'altra che ti ho tra le braccia rannicchiata tra querce e cipressi verrebbe meno dell'abbandono l'irrinunciabile fascino. 06/11/2016 woodenship
Id: 40176 Data: 10/11/2016 17:01:48
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Ceneri di novembre
Cerco sempre di essere retto di rispondere acuto e mai piatto così da riflettere convesso nel concavo luce di lenti non deformanti: convergere è il vero problema a divergere c'è sempre tempo il tempo di un valzer volteggiare di polveri reclamate dagli angoli di cratere in cratere ballerine le rimugino nell'aria viaggiatrici ceneri nembi di magma piccole cose di me ceneri sparse. Ci sono angoli ed angoli di terra alcuni trincerati e spinati minati/ altri in pace tra loculi e muri assolati o all'ombra angoli di cimitero pretese resurrezioni permangono in essi adiacenze di casse toraciche in vasi inconsce spoglie comunicanti immaginario terra sul palato e sotto terra i piedi affondati all'umido o al secco nel fegato le ragioni dell'angolatura direttrice per conosciuta via a stretto giro rigiro vizioso sarà per questo che non vado più al cimitero Ci sono spigoli di marmi ed angoli ottusi di terra al cimitero promettono silenzi di pancia acquietarsi di affanni licenziosi ma io non vado più al cimitero 27/11/2014 woodenship
Id: 40122 Data: 05/11/2016 21:26:51
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... sarebbe come se
... schiocchi dalle vele strattonate brusche dal vento sibilante tra gomene e sartie: beccheggi e scricchiolii dal ponte potrebbero dirti molto di me; che anche potrei abitare un libro come pure un audiodramma... e fosse tua la scelta in che punto aprirlo o in quale momento ascoltarlo... ... sarebbe come se, dalle pagine rampini ne schizzassero fuori e le parole scritte corsare, venissero all'abbordaggio sarebbe come se, l'ascolto di esse favorisse l'incontrarci personaggi di favola tra i meandri dell'udito: converresti, allora, che mai lettura mai udita avventura, ben scandita dizione tra rollii e spruzzi potrebbe sortire effetti di carezze di brezza più ipnoticamente suadenti... tua la scelta 30/10/2016 woodenship
Id: 40076 Data: 01/11/2016 21:09:36
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Ngoro ngoro
... bisognerebbe dirlo non solo delle barricate, ma anche dei barbecue. Esibiti in video belli fumanti e friggenti di carni stuzzicanti: in faccia che si fa festa e rivolta che anche questa è spocchia fiera in faccia a chi da tempo non ne odorava di così buone, umane e miserabili.
Id: 39972 Data: 26/10/2016 20:38:33
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In fondo
prima che in fondo fremiti d'aria si è che non si muore mai almeno fino ad un istante prima che ci si fermi in fondo ai pensieri (sussurro di tenerezza sfumata) ma sempre vivi nel gesto a carpire segreti nei sorrisi planando su labbra di sabbia in cima alle emozioni sul vetro della finestra sul mare condensa si è di vapore sostanza mai estranei di natura giacchè alla natura non si è estranei: ... ali sfuggite di gola siamo sul vetro della finestra dei giorni mai estranei alla vita dovremmo sentirci poichè non si è estranei alla vita condensa d'alito consistenza in cima alle emozioni almeno fino ad un rantolo prima di restare in fondo ai pensieri: ... così tu che plani sulle mie labbra nel sorriso a carpirmi soffio vibrando crisalide sempre viva nel gesto mi sei tu fino ad un attimo prima quando ti ho fermata prima che mi restassi in fondo ai pensieri che così non si muore mai neppure in sogno fremito mai a spegnersi in fondo 04/07/2016 woodenship
Id: 39871 Data: 20/10/2016 15:41:59
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Usati e gettati
Svolazza leggero, anima di carta giocando a prendersi con un bicchiere ruzzolante plastica scalciata; pare il tovagliolo un gabbiano nel gran mare piazza realmente virtuale procellosa col bicchiere bramoso di berselo d'un fiato. Fredda l'aria s'arresta tra i denti a catturare gemiti fantasma, stretti circoscritti allo scenario di rapporti inscenati, ispirati e stampati ascritti da una raffica agli schermi mugolanti faville vaghe chè nel giro d'orizzonte si socializza pazzia. Viralità d'un fantasma gli occhi buca, infilzando spiedini di neuroni alle orecchie: "Vorresti/ Vuoi/ Stai girando un video? / Bravo/ Bene/ Fallo che mi si faccia un sarcofago virtuale: malevola l'orazione l'erezione/ l'interpunzione/ che ci si stracci di pelle spogliati quelò tanto da morirne: senza circonvenzione d'incapace: l'ordalia sugli accendini accesi dei social: che si fa come al concerto: euforica star: rabbia a dilatarti il sesso: eccita: : Sì: porca per me: per te: per gli altri: per tutti: ... Per sempre?... Comunica che ci sono ora: poi non più: una volta bevuta". Strania che un fazzolettino bianco di carta si rincorra con un bicchiere di plastica nella solitudine della piazza girando in tondo realmente solitari. Il bicchiere stride trasparente, strusciando rumoroso la gioia stupida per il gioco feroce. Il foglietto prende il volo elegante annichilente la filata il bicchiere lasciando in bonaccia inchiodato ad un fermoiimagine. 9/10/2016 woodenship
Id: 39810 Data: 14/10/2016 17:29:00
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Prima che sia sera
Oggi c'erano stracci di sole aleggianti veli laceri di nebbia. Ma era strano l'umore come di chi vede l'anno già sfumare eppure era solo il giorno a digradare verso sera... Ora ch'è fonda quasi notte qualcosa carezza e sfugge.
Id: 39642 Data: 04/10/2016 21:42:06
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Ti addento
... ti addento, sai che sai di mela i tuoi glutei sanno di mela già che ti atteggi prona flessa al piacere fruttante il succo dall'esserti sciolta me ne viene per le dita che ti lecco che ci si aggroviglia e mi lecchi colla al collo come francobollo appiccicandomi al petto perchè mi vorresti con te anche domani domani... (anch'io ti vorrei sempre) senz'altro per le mani spogliato di lingua e di bocca tra i tuoi seni imbustato non imbucato ma tra le tue mani pendente come un peccato di quell'inclinazione perversa che ci faccia rollare raggianti dall'ansimare mimetizzati irreprensibile delirio che ti morda che sai di mela che la tua pelle sappia di mela peccaminosa 25/09/2016 woodenship
Id: 39547 Data: 27/09/2016 17:27:41
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Ottobre
D'acqua piovana i ristagni slarghi di cielo per rigiri viziosi in terra mani affondate nelle tasche formicolii agli arti punture di ricci alle dita che ci si gira attorno il cuore stretto in pugno oggi ch'è autunno da un pezzo e ancora gremiti di foglie i rami 28/10/2013
Id: 39466 Data: 21/09/2016 17:58:20
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Il perchè del brutto anatroccolo
trovarla, seppure enfia vescia una ragione purchessia nello stagno le rane l'aspettano interrogandosi dell'oca tronfia del rutilare di virgole d'inciso memento e patema nel pantano chè, ora, vi si vorrebbe accedere al non-detto con quel che gelosamente vi si intrattiene di curva in parabola ascendente ovvero significato fuor di misura a motivo che s'impenni bizzarro non-detto ... è come farsi rapire dal mutismo in barba all'autistico rimbrotto dell'airone sfuggendo il significato reale di tanto saettare di sguardi ma i batraci sanno che in tutto questo non c'è amore solo tesoro di dinieghi, di non domande i rospi non hanno obbligo di risposta null'altro che smuovere frasche con libellule a schizzare proclami su e giù per terreno fradicio La verità ultima è che ci siamo solo io e te, anima mia nel canneto, foss'anche nella melma che per nulla si lascia rovistare noi, con egual costanza del saltafosso elegante nel rivoltare sassi e rapido nel far suo il verme noi, così inclini a debordare 21/05/2012 woodenship
Id: 39370 Data: 14/09/2016 17:45:29
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Amore di fine estate
... ch'è finita l'estate fredde lo asplicano le stelle in condensa alle labbra sfuggita talvolta bianca e preziosa cade a foglia percezione di pelle sfumata di spezie essenza rilucente presenza in stilla di resina sei tu incontenibile fiorescenza su raso scaturente non più prigioniera dell'ambra ora viva e palpitante tu che dall'ambra fuoriesci scompenso tu che di tenebra mi assali (di tra il fogliame) che miri la gola più accendi visioni canini alla gola più arroventi l'orgasmo graffio alla tela stellata universo basso addensato nell'urlo grido scrosciante di vetri bottiglia in frantumi la fine 23/10/2014 woodenship
Id: 39309 Data: 10/09/2016 17:31:17
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Eos che di verde si fa marcia
... più fluido lo scorrere da mente a mano da lì al quaderno: nero su bianco, lo sento come ti arrivassi volando sguardo marino atterrandoti onda d'ebrezza pronto a fondermi al tuo tocco di seta in gara con i fiori ad appagarti sgargiante: al vento che domanda fruscii rispondono ovattati dalla notte calda forse che evochi flutti dorati d'aurora il prossimo ammutolirsi delle ombre? Naturale ed eccitante attrarti freschezza cercandoti in ogni riverbero. E'più che un desiderio ritrovarti Eos carezza dalla più fievole delle luci d'un tuo sorriso di rugiada chè c'è verde per ogni dove come pozza marcia è di verde il mondo colando dalla pupilla fino in fondo al cervello lì dove è ancor più rovente e più decomposto il verde stagnante ... calura d'un giorno in più a venire mi aspetto aspettandoti refrigerio. 04/09/2016 woodenship
Id: 39266 Data: 06/09/2016 19:51:32
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Settembre
Pagliuzze dorate ramate di pampini sminuzzi d'azzurro di tra le verzure alte confusi sfilacci di risulta dai campi mietuti pulviscolo bisunto alone occhio non più limpido del sole ora reso polveroso d'afa velo impalpabile di settembre 25/09/2013 woodenship
Id: 39214 Data: 03/09/2016 19:15:23
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Eppure trema
... chè ci pare asservita sempre più spesso tanto ch'è la Terra stessa a dovercelo ricordare d'essere viva quando con tremiti e boati abbracciando con macerie pone al vaglio anime in sonno per noi senza risveglio 26/08/2016 woodenship
Id: 39148 Data: 27/08/2016 20:39:23
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Infine evapora
Andremo dove avremo da andare ora appannati ora lustri in grande spolvero di brillanti ... come pioggia sull'asfalto prima punteggia poi lucida infine evapora 16/11/ 2015 woodenship
Id: 39120 Data: 24/08/2016 21:38:59
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Avara
Rara non tanto una notte così avara che nemmeno dona pegno d'un sogno la promessa Solo nei movimenti d'un gatto centellina emozioni di soppiatto col vento che va e che viene 03/ 08/ 2015 woodenship
Id: 39073 Data: 20/08/2016 19:19:31
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Discendenze VI
(Innata la violenza) ...dei miasmi dei corpi soluti all'aguzzino poco importa: "tra le mangrovie restino i fantasmi sul confine tra terra e mare"sembra dire tra uno sforar di bisturi ed un tocco d'eletrodo. Accanto a sè ha la vittima l'aguzzino la tortura con sapienza (quasi amore si direbbe) alle volte, il polso tastando, esamina l'occhio e se sta per mancare sosta col moribondo tirando il fiato. Poi riprende. Macabra la costanza nei secoli: sadico e meschino si direbbe amore che divori con odio. Orde vedono la luce dei roghi feroci divampare dopo aver ferito e stuprato per poi perire a loro volta. Ma l'aguzzino dell'incubo che sulle nevi rosse scia glaciale alla fine se ne torna dalla sposa quieta e, dopo un bacio al figlio della notte a tal punto si disperde nella vastità del nulla che par che dorma il sonno atavico del giusto 25/08/2010 woodenship
Id: 39011 Data: 15/08/2016 19:53:39
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Discendenze V (dal mito alla storia)
Scrosci da un raccontare incantato* Siedi ch'è tardi/stanche le gambe che l'aria gela. Ad un po' di calore pensi che ti sovviene l'inferno: il diavolo ne sbuca serio, Parlando piano e costante, di Creso e di Mida ti dice dice di Colei che scroscia, dice che piove ch'è logica fragile volerla imbrigliata: quando di Colei è tempo che nel greto si enfi fiumana assassina furente libera di tracimare esondi... Facendosi madre al diluvio corrispondendole saetta che già squarci il sudario nel buio/ atterrendo sul petto umano acquattandosi, Ella impudica/ illividendo chè della vittima è ultimo il rantolo/ illuminando rilasciando fiele dai seni di torba/ lampi da tregenda al suo cospetto risalti il pallore/ nell'orrore svelando l'inganno: già che gli angeli sono mortali / sono deperibili gli angeli.../ E vecchio il diavolo, di Erodoto indossa il chitone ti si avvicina tutto vestito di bianco che la notte è fresca ti dice Della testa di Ciro il grande affogata nel sangue sussurra dice dell'artigiano imbalsamatore di Luxor dell'anima ti dice dice degli angeli che presto s'appannano poi che degradando restano ossa segnando della vita il confine: a tanto dalla culla ancora lì saranno; alla struscia del vento assoli di fischi e brusii canzone nel vuoto tra costole pettinatura d'erbe e fiori di campo. Della dipartita tutto il cordoglio della solitudine non allevia l'orgiastica vicenda umana: è l'enigma/ falso enigma l'anima riproposto sempre nuovo/ opera del mercante di Tuscia che pare sentirlo estenuante/ etrusco vagabondo solitario incessante prorompere dal rigore/ esule per le steppe di Scitia irrevocabile di morte/ artista di atomi e molecole in angeli. Se un'anima in corpo c'è/ plagio ha da essere l'anima dove possa o in che riparo irrompa/ già nel riverbero risalta o se mai dalla carcassa se ne sia/ spettro dell'astro che fu distaccata, convolando inconscia/ stella riducibile sull'onda cullata via dalla melodia/ luccichio labile Oltre Aldebaran e più lontano/ arrivata in vena è Colei ch'è d'Acqua oltre l'ultima galassia/ che già muta geografia astrale in comunione arcana di energie/ con dita di ghiaccio fruga celesti e misteriose motrici astrali/ annacqua sino al midollo... Rimuovendo: dice del sogno/ dice del mito/ dice della ragione sul confine tra sogno e follia t'inganna che pensi che credi che ti stia parlando ma è solo senescenza malattia che fa latrare alla notte arringando le ombre *Dedicata ad Erodoto 24/08/2010 woodenship
Id: 38910 Data: 06/08/2016 18:13:49
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Discendenze (la parola)
Si apre funerea la palude, gorgoglio smorto filtrando tra le foglie morte, guida consapevolezza che non stagna l'esistenza: filo contorto inebria e illude, però mai immobile pur non compresa nel senso mai langue ne sa colei ch'è d'Acqua e della favella possiede il canto delle conchiglie all'orecchio il muggire dei marosi lo sgorgare di fonte nelle gole tra monti la sferza fischiante dai bacini travolti dalla pena... E'così che possiamo dire di averlo fatto nostro il suo linguaggio di passione piena come anche la paura che ci venga tolto. Noi che temiamo di ammollarci nell'angoscia muta ch'è condanna all'afasia: che, esplicare soltanto adesso si possa, e mai più e che rimanga indicibile, infine l'atavico rimbombo per geni vibrare del messaggio dallo sprofondo dei tempi che la parola sia possibile e sufficiente a noi viventi per condurci oltre le stelle complessa materia onirica fino ed oltre del chiarore il tormento e delle stesse il collasso. 23/08/2010 woodenship
Id: 38873 Data: 02/08/2016 22:27:36
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Discendenze III
D'acqua in sangue e lacrime ... scorrendo frenetica nelle vene Acqua intride, pervade, invade sangue dando impulso alla genesi per discendenza infame: sangue torbido di passionali diluvi sfascia, esondando nell'animo recondito da dietro ogni volto capillare e fondante d'un soma della struttura dell'architrave genetica dalle linee sinuose in anse fluviali rilasciando pensiero divelto annegato in effluvi di sangue succo d'agave. Appreso ai rami inebriante ai tronchi alle rocce appresso tra gli umori nel bosco folto rappresa traccia del desio dissolto muschio vellutato residuo di contatto vestigia d'un essere dalle origini sconnesse ardito, nel riproporsi cangiante evolvendosi espressione di progresso e sentimento liquido umano: la lacrima 23/ 08/ 2010 woodenship
Id: 38838 Data: 29/07/2016 20:10:42
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Discendenze II
Da allora Colei è sovrana: piove scroscia, spreme, spiove frangendo creste in nuovi deliri brulichii depositantisi a battigia. Sovrana e maestra d'ascia ne fa cantiere: avvia/ brutale tronca/ addrizza/ pialla alliscia... spettro, infine sovrintende il battello varando di coralli: veliero andante, la polena dilavando con procelle il molo dei mondi di cristallo strisciando di morte prima del mare fondo tra Scilla e Cariddi ove l'enigma persiste: l'orrore come si cattura di Colei, forse con la grigia grafite nell'anima il colore del sangue addensando? Come resisterle quando scrosciando piscia spore da una matura vescia strappando vermi alle salme sfatte?... Ci manca l'equilibrio sul ponte da tempo immemore tanto che, umida, ci fa lacrimare tempesta. 23/ 08/ 2010 woodenship
Id: 38803 Data: 26/07/2016 20:58:59
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Discendenze
Della quiete, passo a passo la narcosi si rese evidente: delle polveri sospese la noia e l'impellenza che scrollasse dalla stasi nelle molecole instillando il moto verso una stella forma volta a crear sostanza. Chissà quante volte di quell'equilibrio precario e quante volte la matematica della casualità l'aveva rotto nelle nebulose provocando la favilla sprigionando il fuoco della fissione: nevrosi ed amori nacquero assieme ad esse la gelosia. Al fuoco alla terra ed all'aria l'acqua s'aggiunse. All'inizio come pioggia che pigola poi in vapore sfrigola. Infine come Colei che d'acqua si fece e negli abissi generò la vita ... favilla anch'essa. 23/08/2010 woodenship
Id: 38773 Data: 23/07/2016 22:36:49
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Taeste
Setate le ore canicolari tediose scorrono esatte irreali saette indolenti che neppure ghiribizzi d'esteta anagrammando l'estate faceti ne movimentano attese nell'aria. 19/06/2014 woodenship
Id: 38743 Data: 21/07/2016 21:32:04
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Un punto e nulla più
Un discorso mai iniziato per questo mai finito a maggior ragione anelito reciso rimasto solo un neo un'efelide introduttiva ... realtà puntillista il tuo viso già scarno un punto e nulla più. 18/11/2011 woodenship
Id: 38704 Data: 19/07/2016 16:41:13
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Volti asimmetrici per una sola maschera
Il bacio che rimorde sa di gesso spiove di rosso sulle labbra sterzando nel buio. E' mistero di chi sia: il Potere ha tanti volti ma solo una maschera, rigida, ossessiva. E'folle e non solo apparenza; la freccia di luce che sprigiona dagli occhi abbagliando, ammalia effimera mentre, avviluppando di corde, assassina il coltello d'osso rituale affondando alla schiena così da fare della vittima un arlecchino colori melma di fosso con indosso il vecchio costume dalle nuove macchie di sangue petrolio e fango all'occasione pronto suicida 11/03/2011 woodenship
Id: 38656 Data: 15/07/2016 17:10:49
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Il pesco dai fiori negati
Sensuale risuonare ritmico/ i tuoi passi intorno al sole corsa tra i rami fitti col fiato grosso del pesco in festa l'albero tuo cuore atomico gemello astrale all'unisono vibrava con gemme e boccioli allo sguardo Studioso io del tuo essere unica forma di vita nello spazio ora svanita come un canto dell'estate alle prime foglie cadenti Ma so che ancora esso splende so che il tuo sorriso tuttavia illumina: è rimasto caldo, seppure lontano invisibile per tutto l'inverno stagione lunga d'assenza delimitante vuoto ch'è ancor tale. Pallore che si dilata freddo è il tuo pesco a negarmi ora la vita: lo sbocciare di tra le stoffe della tua pelle ai baci di vento sfrangiarsi di vampe dal raggiare di corona solare 30/04/2012 woodenship
Id: 38577 Data: 09/07/2016 20:54:56
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In fondo
prima che in fondo fremiti d'aria si è che non si muore mai almeno fino ad un istante prima che ci si fermi in fondo ai pensieri (sussurro di tenerezza sfumata) ma sempre vivi nel gesto a carpire segreti nei sorrisi planando su labbra di sabbia in cima alle emozioni sul vetro della finestra sul mare condensa si è di vapore sostanza mai estranei di natura giacchè alla natura non si è estranei ali sfuggite di gola siamo sul vetro della finestra sui giorni mai estranei alla vita dovremmo sentirci poichè non si è estranei alla vita condensa d'alito consistenza in cima alle emozioni almeno fino ad un rantolo prima di restare in fondo ai pensieri ... così tu che plani ala sulle mie labbra nel sorriso a carpirmi soffio vibrando crisalide sempre viva nel gesto mi sei tu fino ad un attimo prima quando ti ho fermata prima che mi restassi in fondo ai pensieri che così non si muore mai neppure in sogno fremito mai a spegnersi in fondo 03/07/2016 woodenship
Id: 38564 Data: 08/07/2016 18:21:32
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Disgelo ed ombre
Alla mensa imbandita di bianco su porcellane scheggiate è la cena nella radura delle bacche turchesi d'ombre di pioppi è il cerchio magici di plenilunio i raggi. Serve il genio silvestre: son libagioni vivide riversate in calici d'avorio ribollono con stille di rugiada e vapori d'insonnia febrile. E'appena l'ora del desinare che sibila il bricco con aroma che nulla è sacro se non la cena la nostra, amore che sbocci al fiorir d'aconito allo svaporar del genio amore che rivivi d'orgoglio tra una portata e l'altra il venir meno delle ore di ghiaccio. 18/06/2012 woodenship
Id: 38529 Data: 05/07/2016 18:31:37
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L’altra estate
Grandine di ghiaia scivola sotto i passi declama dell'estate nuvole di tabacco profumate scaturite dalle sagome prigioniere della penombra sulle panchine sull'orlo dell'ignoto assise. E'il crocchiare per i passi incerti di sconosciuti ad arroventare i rossi bracieri di sigarette interminabili accelerando gli sbuffi delle attese fumose d'ansia nell'aria inquieta: è quel calcare la scena di passanti promesse bianche di polvere sfrigolanti di sassolini che s'allontanano svanendo senza un gesto o una parola a render molesto tra i vialetti persino il gracidio e tra l'erba il frinire Tutto sembra fermarsi nel parco antico al calpestìo persino l'annusare affamato dei ratti giovani dai saltelli agili pare arrestarsi al chiocciare in versi della Divina e misera assordante della solitudine Commedia tragica. 18/07/2014 woodenship
Id: 38484 Data: 02/07/2016 16:56:52
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Teaste
Il senno in tanta afa è succo d'anguria che cola dal mento alla gola fin sulle pere dei seni semi da suggere i capezzoli rosse le guance più che le nuvole pure scarlatte dell'ultimo sole laggiù 23/06/2014 woodenship
Id: 38451 Data: 29/06/2016 18:15:45
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Plenilunio di luglio(3)
Brillante e liquorosa incastonata nel giro d'orizzonte scintilla di stelle nel nero corallo all'anulare l'ammiro preziosa sulle tue labbra assaggiandola notturna passione Melodia mi è dalla polifonia delle scosse ghermite cime sfuggenti Policromiche astratte scriteriate ne volano foglie sproloquiando avventate: c'è Orlando sulla luna 'stanotte lo vedi innamorato 14/07/2014 woodenship
Id: 38425 Data: 27/06/2016 22:19:02
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Otello post moderno
Di rimbalzo da spigolo a spigolo/ di testa geloso alla follia gradino dopo gradino/ di testa nell'ascesa... L'innocenza dei tuoi occhi imploranti vorrei espellere dal mio cuore: donna dispersa sul talamo ti sospetto avvinta tra le vesti non mie/ ossesso in preda a false certezze soffoco ogni singulto guardando il pubblico che s'attende che amanti si muoia per tempo dai diamanti dei sentimenti incantati e traditi dall'amianto delle certezze avvelenati ... Rantolo tra un bus e l'altro un convoglio ed una pedalata sferragliare giù per la torre centrale: piazza post moderna l'arrivo Forse è troppo chiederti comprensione ipocrita spettatore maniacale tu che silente mi sei d'intorno/ avaro d'applausi vetrificato passante t'apprende ratto riflesso sanguigno: nel ridotto all'ammutolito orchestrale spaziosi i prismi musicali a strumento dalle note sovrapposte a moduli abitativi per linee arrampicantisi slanciati addobbi bilanciati in cielo che la brezza l'abbraccia prore solcare d'architettura spaziale Sogno arenato dallo strangolamento dell'innocente Otello alla base/ in dissolvenza ne studio le luci di scena pensiero piramidale sofisma nell'ampiezza d'uno sguardo vorrei contenerci il mondo: l'appartiene l'apoteosi omicida... Non mi resta che fare tre passi e così attore presentarmi sul ciglio sottostando a giudizio 20/11/2014 woodenship
Id: 38383 Data: 23/06/2016 21:57:15
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La lettera gialla
Gialla di paglia sulla neve testa che affiora tra le cannucce sfilacciate e monche di granoturco capelli intirizziti sul manto saccheggiati e beccati dai corvi teppaglia, frastaglia il corpo tra solchi rimasugli di spaventapasseri: il colletto sdrucito di giacca frustra lontano a penzolare dall'acacia; il cappellaccio poco più in là a cavallo del cespuglio del vischio; diversa ha preso il volo la camicia fluttuando serica e frusciante lacera. Arte povera stilizzata è ciò che ha svelato del tronco filiforme introverso e stento. Fa buffo dire che fa inverno odore di legna bruciata della neve ghoacciata il sapore un pupazzo di fiocchi con al collo un cencio chiacchiericcio con occhi turchesi delle nebbie il ratto del rivo alla vista. E che non si dica degli sprazzi dell'avvicendarsi degli spasmi di luce delle identità curiose che sfidano il silenzio con contese a sbalzi tra merli e fringuelli: grame la temperie per nari di carote smozzicate e pendule al raggio impietoso. E'buffo che tu non sia con me accanto al vecchi faggio ci sono sempre la strada ci passa vicina ora asfaltata. Tra sbarre d'ombra serro il bavero dolorosi e a fasci m'inquisiscono i fari che ne è di te sembrano chiedere dei festoni, della slitta, dei cenoni... Poi passano oltre, senza più nulla farsene delle risposte tralasciate sull'asfalto e tra i campi nel chiarore di neve. 20/ 12/ 2012 woodenship
Id: 38352 Data: 21/06/2016 16:30:17
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Del mondo di fuori(4)
Non sempre c'è un motivo a che si scenda nell'ade quando accade repentino capita talvolta che a rifulgere sia l'anello d'Anubi: di rosso vespertino all'orizzonte si tinge il cielo tra linea continua di nubi incombenti e il monte sottostante cremagliera è il sole pietra dai raggi sanguigna concorrente a dar vita ad abbraccio di luce a guisa di circolare squarcio vivo Allora è che si scende sebbene ancor fanciulli mentre il convoglio s'allontana silente E se scodinzolando s'avvicina una guida accogliendo benevola è perchè soli non rimangano a scrutare l'inferno immeritato oscuro bimbe vaganti nel vuoto incolpevoli Doveva arrivare la fine ineluttabile ma l'anticipo rimane sempre indigesto mostruoso come un terremoto come un'onda anomala o un assassino malato pedofilo e schivo pur se pater familias 17/11/2011 woodenship
Id: 38309 Data: 18/06/2016 17:39:47
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Della Vergine rossa e del conte del Castagno
Arrivare al cuore sanguigno pulsante e non capirci nulla di tanta ostinazione: un cane dallo sguardo maligno rognoso e degenere fauci d'assassino in itinere una notte s'affaccia in camera dalla soglia rimirando la donna Vergine Rossa la mia donna quella che non m'appartiene nè figlia mi è ma tuttavia nel mio sangue è presente dose massiccia d'alcaloide allucinogeno Fisso rimase al cospetto della stanza spoglia d'allora dandosi a mutare con febbre ogni tremolare di ciglia o parola con pazienza e costanza si da rimodellare socialità e fibre correndo con brivido d'occhio per tessuti la linfa avvelenando a che non ci si ristorasse ... E pagine su pagine non bastano più a dir della Vergine che le gambe più non la reggono che più non è la visione ispecchiantesi di vitalità nella pozza cristallina di ghiaccio vanitoso A fronte di simile strazio stillante perle dal languore torbido il male seguita ad aggrumarsi incolore e neppure da uno stuolo di suore l'embrione d'una pietà riscuote una ragione rimandandola in più al trauma di una luna sbranata cangiante e sulla magione sfumante al Conte del Castagno nel digradare della bruna menzione dell'infierire insano nella notte della bestia dall'incessante accanirsi pur con quieto furore 20/01/2011 woodenship
Id: 38271 Data: 15/06/2016 18:24:27
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Salomè
D'aromi speziati nell'aria frizza flette e volteggia Salomè aggraziata dai polsi ingioiellati si flette e volteggia Salomè nell'aria frizza d'aromi speziati prima vera danza intorno al pozzo da torcia a torcia e di ventre ruotando al vento sventolando i veli/ da filo a filo speziata d'aromi l'aria frizza tra cuscini al vento sventolando i veli Promessa turpe il primo d'amore all'occhio agito con tinnar di monili lieve dai boccioli scolpiti vola Infantile la noncuranza del secondo a cadere intanto che con il mondo ruota bacino Cupio dissolvi il terzo in sguardi di vino da torcia a torcia veli di fumo squarcia Incestuoso il quarto già scopre più pelle volteggia Salomè con le fiamme del braciere Seduce il quinto vibrante d'abbozzi di seni scambio d'un bacio per una testa Color pastello rosso il sesto alimenta bramosie in volto da torcia a torcia/ di calice in calice Il settimo lo fa paonazzo il patrigno sdegnoso l'urlo d'insanabile fanatismo ch'è morte dal pozzo un fremito/ dal braciere scintille inflessibile e visionario lo sguardo/ eppure non spento del Battista vien deposta sul vassoio la testa tenerezza oscena/ rigore estremo trofeo sul piatto guarnito dell'argento d'ulivo novello trapuntato su velo di nero sudario Ottavo ed ultimo a calare ch'è notte vecchia subìta aria che frizza d'aromi speziati/ guizza lama che ancor lampeggia rossa affilata/ prima vera danza passi accennati su lago di sangue 02/06/2014 woodenship
Id: 38217 Data: 10/06/2016 21:26:14
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Parlando di fiorile
...che si cominci dalla fine mai è un buon inizio ma come dimenticare quel vestito fiori di ciliegio in campo azzurro scollato? Azzurra pure la spallina cadente di nuvole la noncuranza del gesto sapeva di fragole l'indolenza sensuale parlando di Fiorile calamita per petali di mandorlo carezzevole pioggia vellutata febbrile allora che si dicesse tutto d'intorno ch'era aprile che già la fine fosse nell'aria catturata dalle labbra resa con un soffio bacio di mandorla amara 23/04/2014 woodenship
Id: 38188 Data: 08/06/2016 21:37:32
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Qualcosa
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