La consapevolezza è una grazia
che gli dei del palcoscenico non mi hanno concesso:
sono come un fulcro, rispondo delle mie azioni fino a un certo punto.
Fino al punto di quiete, dove nessuno mi segue
a intercedere per gli sposi promessi ed i pensieri
si fanno nuvole e coltelli che il vento fa a pezzi
da assimilare a pretese di grazia perenne.
Come posso credere? Il cane non deve avere tutto a disposizione.
Il cane deve chiedere. Così mi vendo al miglior offerente
pur di ottenere un perdono mal retribuito e un luogo sicuro
dove poter riposare le ossa.
Coerente con i miei stati di veglia, nel sonno ti sogno
e nel sogno siamo buoni amici, ci vogliamo bene e ci diciamo
le cose che si dicono da stupidi, teneri e fotonici.
Insieme saremmo davvero migliori, più felici
in seno alle nostre rispettive famiglie?
Posso permettermi la sincerità che hanno i pazzi o i poco di buono.
Così non prometto futuri vittoriosi sul tempo che fugge
nella mia autobiografia postuma scriveranno che tutto questo
scrivere smanioso è facente parte a buon diritto
delle mie turbe giovanili (a quasi cinquant'anni).
Sono contratto ma cerco lo stesso lo scatto, la prodezza fuori area
perchè in fondo sono sempre lo stesso inguaribile romantico
di quando mettevo lo sgambetto alle stelle nel cielo
per farle cadere nella trappola di desideri pret à porter.
Come vorrei non averti desiderato tanto, ho commesso peccato
di presunzione credendo che la Luna fosse testimone
delle mie buone ragioni. E' stato troppo breve il nostro tempo insieme
alla fonte della vita che scorre per sempre, un sorso interrotto.
Lo affermo con cognizione di causa dovuta a una sete atavica.
Precisamente stranezza d'amore.
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