Ed infine io giunsi
alle rovine della Casa
quella antica e prima
costruita da chi ancora intravedeva
l'ordine corretto delle cose
quella ancora vera
e vi sostai nel fuori
come s'usava a Suo rispetto
commisurando le cariate colonne
con quante d'ossa mie
per quanto enfiate
dalle guerre avute
ancor mi si reggevan
Immobile intuivo vacuità
d'altre più nuove Case
perfette in loro falsità di luce
pregne d'un vuoto ch'invece inghiotte
per assenza di Presenza
vuoto di folla
che sol presente a se stessa
più non sa sentire
Né vi si trova specchio all'equilibrio
al cerchio delle cose
che un cuore vivon senton
come che invece
infra le ruine queste
ancora vibra un ritmo di saggezza
Come in un paradosso
seppi essenziale il buio
che nel ritroso a questo viaggio
in braccio a bòscosàcro spinge
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Già lontano da quelle vecchie pietre
mi di fe' 'ncontro
un'ombra ampia e femminile
che respira il respiro di quel verde
e voglio dirle
"Mia cara Luce
le cicatrici mie
son pérdifuòri
giusto guiderdone di mercenariato
e mostrano la strada della vita
la geografia dell'altrui sentire
astutamente a me nemico
l'amore che m'usciva dalla cute
quelle tue
si piegano didéntro
Sia benguardàta d'acido e di spine
ogni diversità che subumano aborre
per sua demenza di democrazia"
Così però che lei
si chiude in un sorriso
quello di chi indulgente sa
di fronte all'ovvio
al giàpurdétto
svanendo come punto
che disespande se stesso in pieno sole
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Per questo a me rimane il bosco
a guisa di miospècchio
in coincidenza di spuntoni in legno
marciti
i denti
le gambe intorte quali rovi
ogni mio membro che passisce piano
nel buio che m'accoglie io vado
lasciandomi all'unico ricordo
in forma d'una luce che so m'attende
all'ultimo istante del sapere
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