Il cuore mi si è stretto nel petto l'ennesima volta
una morsa che per difetto ha fatto più spazio ai polmoni
così ho preso l'aria che mi serviva, per piangere un po'
poi d'un tratto, inaspettato un raggio di luce, puri fotoni
a me così cari, che ho preferito cantarci una canzone.
Nonostante il mio stato brado sia alla mercè di vizi di forma
posso essere educato a comportamenti più comodi.
Una volta ero capace d'imparare le foglie dai rami
le vene dai polsi, adesso sono un mezzo uomo
sincopato da farmaci alla moda. Ho la forma che ho
con la mente che vacilla, sotto colpi di splendore
e violenza devastatrice, a parole, tra un quieto vivere
e il desiderio di una vita migliore.
Se solo sapessi com'è difficile trovare tutte le volte
una buona ragione, una santa ragione!
Posso tornare a salutare?
A sincerarmi che nessuno pianga?
Tra spighe di grano prendo l'anima per mano
e la porto lungo la dorsale stanca della collina fino al mare
per guardarmi andare a fondo, per saltare in aria,
proiettarmi fuori dall'abisso
forzare il giogo di una natura vigliacca e sedentaria
e portarti i miei saluti più cari, più vicini al bene che posso.
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