Collimano nubi sull’orlo dell’anfora
piovono note in duetti stridenti
s’aprono in danze le aeree fronde
al respiro d’un flebile vento
che muore seminando la terra
Una scrollata di foglie percorre la valle
dove l’algido cielo reprime un raggio di sole
Essenza che sbafa la sacralità d’un silenzio
mentre cadono i gesti su orme scavate
dalle passate crude stagioni
Si somigliano le sillabe bieche
ai boati improvvisi in luoghi remoti
oscura minaccia presto alienata
ma le nubi si spingono stanche
come sotto una croce
Sulla soglia il pensiero s’uccide nella parola
mutilata in un ammanco di suoni
la voce, vibrazione imperfetta, tacita il vero
rimasto sul fondo vestito d’oblio. Ora è quiete,
assente là dove v’è battito d’ali d’una farfalla.
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