Da qualche parte
Da qualche parte
dove corre a gambe lunghe la statale
oltre i campi arati della mia terra
se torna la primavera
saprò dei germogli dell'orzo,
e delle spighe verdi
del loro piegarsi ridendo al vento.
Non c’è un tempo giusto
per masticare un disincanto
o parallela
una leggerezza cristallina.
Così io sono adesso, come nella spiga
vita, morte, poesia,
un arruffo di groppi intrecciati.
Cammino senza mèta
tenendo sulla bocca
un silenzio colmo, ma dolce,
un universo stipato di mille viaggi
e guardo immobile oltre la ferrovia
ciò che passa e ciò che è passato,
quel punto lontano,
un istmo stretto di malinconia.
Ti siedi e chiudi gli occhi alla sera
come fanno quelli
che non vorrebbero destarsi.
Intorno, una quiete di Zefiro
sfiora il silenzio.
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