D’improvviso citare qualcuno mitico o solo ordinario
diviene stravagante novella come l’alba al tramonto
ora che l’onda s’innalza espellendo a riva la cima
Ha clamore di spot la durata sua breve
anche la sabbia è polvere d’oro l’istante dei raggi del sole
e le vuote conchiglie memori sono d’antiche memorie
Orfana io sono d’una frenesia inespressa
di idee ai bordi della follia d’una voce udita
una breve armonia balsamo sulla mente in fervore
Compreso nella curiosità è l’assillo del chiodo
lo sguardo diretto lontano la luce in fondo alla grotta
l’arcano di fronte e qualcuno incompreso
rappreso tra le ventose affamato d’aria e di poesia
V’è un indizio deviante nell’indice di versi sconnessi
un non ritorno dalla pezza sugli occhi
è ciò che in danza esultante la pupilla evidenzia
È così all’apparenza, l’ouverture ad un’incompresa poesia
un’evacuazione nell’aria, insospettata.
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