CANTO DEL GALLO
Un giorno un gallo cantò ,mentre io crescevo nella terra dei padri , poscia fu poi abbandonato a me stesso ed al mio inutile canto. Per strada si udivano le voci delle genti , gridare tra le fessure del tempo. Ed il mio canto s’udii in seguito lentamente sulla scia delle mie stonate canzoni.
Ero morto , ma vivevo nei miei versi , in bilico sopra un filo spinato, dove venivano stesi una lunga fila di panni. E La signora, mi guardava fare l’acrobata tra le molette e le mutande del marito , il quale gridava di chiudere la finestra perché faceva molto freddo.
Ed il mio canto , segui questa musica celeste che veniva dalle campagne in festa , passava a testa alta per le strade del paese ben vestita . Celandosi nel nulla del mio dire e fare. Ed io rimasi , estasiato nel mio destino . Poi presi coraggio , risposi al telefono e parlai di questo mio dolore nato in tanti canti , saliti dal basso. E volai in alto con il mio canto, andai verso il sole, andai verso il mio domani . E alla fine del mio verseggiare vidi tre angeli che suonavano per strada ed erano tre angeli liberi , tre angeli senza denari. E la loro musica mi portò a ricredere nel mio Dio e nel loro canto.
Calmo il vento lievemente accarezzava il mare , risaliva lesta una sirena dal fondo degli abissi ed un amore nuovo venne a galla con tanti pesci e tanti corpi senza vita.
In quella guerra , ho vinto un'altra medaglia e sono rimasto a galla in attesa di essere recuperato . Sono rimasto a galla per giorno per non annegare , mentre un gallo cantava la sua mesta canzone del mattino . Ed ero sicuro che qualcuno prima o poi, sarebbe venuto a prendermi e mi avrebbero portato al camposanto.
Ed io volevo ritornare sul quel verde colle dove avevo trascorso la mia infanzia. Stare nel sole , assopito come una foglia. Cosi m'accorgo che iddio mi guarda dall’alto, rinchiuso in quella mia forma umana . Rimango in silenzio. Spaventato sono assopito in un dolce silenzio, a galla rimango , sopra l’azzurro mare.
Ora so che i treni passano, una volta sola nella vita , sono muti oramai. Come i miei anni in attesa del giusto treno . Come la mia vita, stolta e testarda. E' sono solo e svolto per strade notturne insieme ad una ragazza con la sua tosse secca di fine di febbraio.
Ridono gli angeli sopra di me nel cielo .
Torneranno mai le rondini anche quest’anno , chi sa.
Voleranno via via le miei parole stanche e stolte .
Ritornano, da me, le antiche parole dell'amore.
In me, risplenderanno.
Giocheranno con me , nei miei anni crudeli.
Ed incerta in me , cammina solitaria e tranquilla la felicità.
Ammirare una fanciulla , ed ascoltare la propria voce crescere nel suo canto.
La buia sera , mi nasconde e mi riunisce al mio soffrire. .
Lontano dal mio cuore dorme la bella fanciulla.
Piangere ed ascoltare la propria voce crescere nel canto.
Lucente è il fiume sotto i raggi della luna .
E tu lo sai che basta poco per essere felici
Come baciare le tue guance , umide e fredde in un giorno diverso .
Nel buio della mia stanza mentre risplende il sole di febbraio ,
lieve, anonimo, interagisce con questo soul .
Così l'anima mia inventa nuove parole .
Nel blues ...
La sera , arriva più̀ scura ormai.
E tu ritorni un poco malinconico nel mio ardore.
Per strada accadono mille disgrazie
la gente si raduna intorno, intorno a vedere.
Città, antica, con il suo rumoroso carrozzone di carnevale il quale passa festoso con le sue maschere .I lenti carrozzoni portano lontano le sudice divise dei giovani operai. Giungono fra un incrociar di lenti carri stetti fra un indugiar di lenti affetti. Sotto un cielo grigio , mirando le fredde stelle estasiato nella sera tra i carri di carnevale. Non è questa la città dei padri, dove la sera ,ebbro cantavo fra le sparse luci , nella dolce umidità del fiume. Ubriaco di primo mattino nella nera bottega di mio padre , bruciando la mia esistenza . E non conoscevo ancora ,dove era la foce del fiume delle mie memorie.
Disegnavo in me , nel mio animo un'alba dalle larghe curve. Assonnato, nella bottega di mio padre ascoltavo il gallo cantare la sua malinconia , mentre io salivo sul carrozzone eccitato. Nell’allegro carnevale della mia vita , attendevo una nuova vita , ed una nuova era per ritornare ad amare per ritornare ad essere me stesso . Perso nel mio desiderio, recondito , ignaro mischiavo l’acqua al vino con tanti versi e frasi presi alla rinfusa dentro libri di poesie di famosi poeti. E sulla strada lontano, anonimo, sentivo cantare il gallo della mia immaginazione il suo primo amore.
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