Abiti ogni stanza di questa mente
che ha dimenticato l’uscio aperto
su volti di pietra sullo schianto di onde
risvegliatosi dal torpore
Il dolore schiuma in altro modo
tra ciglio e labbro e non sa parola
solo geme quando di foglie il sentiero s’affolla a stille
Ma tu non dirmi che non dormi
nello stormire dei cipressi
e aspetti il grido delle rondini
nel cielo stanco d’un monotono tubare
Gli inverni mi assomigliano a sera
nello scialle che si rallegra del fuoco acceso nel camino
dove sola inseguo faville, il nero gatto assente e pure il cane
Cammino per le vie straniere
di un tempo che non ho scordato
le corde d’un liuto il gelo delle dita
nel fumo delle caldarroste
Il tuo silenzio grave sulla nuca
ogni volta che ti precedevo ignara d’una sorte amara
all’angolo, inattesa d’un evento scolpito dove
il mare mormora ancora ed io mi soffermo ora
sull’oscuro abisso tra le fronde sul muretto
alla penombra delle mie memorie
Non dirmi che tu dormi all'ombra dei platani
mentre guardo un brusio di stelle e sogno
di sogni mai avverati e di colori
annegati dentro chiaroscuri.
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