Il Natale non ispira più i Poeti
persi tra una stoltezza ed un vizio
che tante grotte hanno visitato
col nero dentro dove anche le ombre
furono spiragli fioriture gemme
argentee stille nella coltre di pece.
Il Natale addobba le vetrine
e regala maschere nuove per un giorno
segnato in rosso sul calendario
e ricalcato su tovaglie e candelabri.
Le stelle hanno il puro della porpora
con l’oro si fanno sì splendenti
di un bagliore nuovo quasi emulando
per altri versi il cielo che diversamente rifulge
Hanno le stelle ora un vigore
che va oltre la cruda stagione
e perdura per mesi forse anni
di cui non porti il conto
t’aspetti sempre vadano scemando in foglie
o s’arrendano d’un colpo,
abituata come sei alla morte.
Talvolta illudono,
_l’anima d’un sempreverde_
e ti meravigli con occhi sgranati di bambino,
mentre i tuoi passi come un nastro
portano indietro o altrove i tuoi pensieri al pascolo
e alle tue chimere.
Il Natale non ispira più i Poeti
persi sui social come al bar
a tracannare intrugli senza nome
di cui non comprendono il sapore
aspro o dolce che sia o forse sciapo.
Melodie chiedono ai silenzi spazi nuovi
e spesso lasciano scivolare note
come su un tappeto
con nonchalance e senza alcun dolore.
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