Pubblicato il 16/12/2023 01:55:53
Curvo su lembo di scosceso perdono, immerso nella folta palude di questa valle di nulla cosparsa, disperso nel ventre cupo dei bisbigli del vento, resto silente tra fili cosparsi di un sangue di orgoglio fissando il calar di una luna sincera, dal cuore di cieca speranza. Col capo chino sulle ossa del mondo non scruto i resti dispersi di un mare pensiero, naufrago nel gelo delle onde del male. Di attimo in attimo, si ode il gorgoglio di un' infinita stagione, che scorre tra i lumi di un cielo vivente, dai rami sottili intrecciati ai germogli fragili di un fitto desiderio di sole tepore. Il bosco canuto, figlio del tempo, riluce di quiete nel vago sussurro di notte. Verrà la sorte su ali di stelle, nella chioma lunga del nulla adagiata prima di levare il suo lento cammino su una strada deserta. Verrà il pianto atteso nello scrosciare dei lievi passi di pioggia. Senza sorelle, quest' ora si adagia su un manto di terra, che muta chiama la venuta imminente di una cupa tempesta. Nuda si affaccia la pioggia del mio terso rimpianto negli occhi bui di questa candida rugiada di inverno.
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