Oh dolce signora al bar,
dove hai lasciato il tuo ranocchio,
il tuo ranocchio verde, viscido
come l'acido tartarico sul fondo
di un rosè?
Il tuo pensiero disegna trame
incongruenti come un mosaico di Gaudì
mentre te ne stai annottata
come una spiga piegata
sull'idiozia della sabbia del mondo.
Oh dolce signora al bar,
uscita in ciabatte come una lungodegente
dalla corsia dei tuoi giorni nudi
come le scatole dopo natale,
chi ti mise pensieri retti
nelle tue vertebre
e frasi sensate in bocca
come bistecche di maiale?
Il ranocchio non era un principe,
ma solo un rovello;
un guscio d'uovo,
un playmobil.
Avvizzì col popolo dei padri
e a te non rimase
che la tua tisana fruttata.
E nessuno a dirti
che mai più
sarebbe diventata corpo
e sangue.
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Annalisa Scialpi, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.