Padre,
guarda questa terra bagnata dal sangue dei tuoi figli,
non senti le loro preghiere, le loro suppliche?
Volevano solo vivere la loro vita,
comunque fosse, bella o brutta,
fra agi o difficoltà,
una vita che tu hai dato loro
e che non t'avevano chiesto.
Re dei cieli,
sovrano del cosmo,
padrone e signore del bene e del male,
idolo della povera gente,
terrore dei deboli e degl'incoscienti,
perché disponi le cose a tuo piacimento,
perché ci tiranneggi ancora,
perché ti diletti a farci soffrire?
Perché hai sofferto anche tu?
A maggior ragione non dovevi.
Padre, perché tutto questo?
Chi sei tu veramente?
Perché tanta cattiveria in te?
non sei un buon padre
se lasci morire i tuoi figli voltando loro le spalle
e gioiendo delle loro sofferenze.
Vorrei tanto aprire il cuore alla luce dell'amore che hai predicato,
ma ombre oblunghe lo circondano con corone di spine
e il dubbio mi fa camminare sulla lama di un rasoio
imprigionandomi nel limbo dell'incertezza.
Abitavo in questa vita senza conoscerla,
vivevo come un figlio lontano da casa
e non chiedevo per me miracoli.
Poi un giorno il fato si ricordò di me,
mi vestii d'amore
e tutto si dipinse dei colori più belli.
Ma tu, padre snaturato ed invidioso,
non potevi sopportare che un tuo figlio fosse felice,
così mi hai denudato e deriso
e adesso ti cibi del mio dolore.
Vattene, lasciami in pace,
mi è insopportabile avere un padre come te,
sono solo un figlio della morte e nulla più.
Che vuoi da un albero senza frutto qual io sono?
non ho niente da offrirti perché sterile.
Va via dunque e non intrattenerti oltre
perché la notte s'appresta.
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