Abbiamo perso quei sentimenti
che abbiamo detto che non avremmo perso.
Ci sono state le invasioni barbariche di mezzo.
Il senso di una vita nell'atto di sparire.
La convergenza della luce del mattino
sul comodino addormentato,
che vuoi che non sappia che non vedrò
la tua guancia sul cuscino
e il tuo sorriso di lato, prima di andare via?
Cosa credi che non sappia
che non avranno memoria le mie braccia
delle tue forme circostanti?
Ma se è una patologia questo sentire,
una corsa a perdifiato
e tu non mi vuoi guarire,
allora resterò malato, in attesa di un miracolo.
Abbiamo perso quei sentimenti
che abbiamo giurato che non avremmo perso mai.
Ma si sa le invasioni barbariche
cambiano le cose.
E in modo repentino, in un tempo di pochi atomi,
ho deciso di nascondermi dietro versi spaiati,
pieni di sangue, perchè non si versasse
che un lamento di sintassi e le vene intatte,
perchè hanno già dato, continuassero a dare
la loro lezione ai cuori infranti.
D'altronde credi che non sappia
che scapperai anche dalla prigione
che ho costruito per te nella mia mente?
E' evidente che sei fatta per scappare
da tutto ciò che ti trattiene.
Il bene, il male, concetti sopravvalutati,
se non hai la libertà di scegliere
per te il futuro che vuoi.
Ma che vuoi, abbiamo perso quei sentimenti
che abbiamo giurato che non avremmo perso mai.
Sono passate le invasioni barbariche
e hanno spazzato via tutto il resto di noi.
Non rimane che una parte segreta, inaccessibile,
una legge matematica.
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