Ho catturato il cielo in un pugno,
sbaragliando i venti assetati di sangue.
Ho mangiato le nuvole
gonfie di lacrime
per le ferite inferte da una guerra infame.
Ho lottato per salvare la mia terra
ma il nemico aveva la mia stessa pelle,
il mio stesso sudore sulle membra trafitte,
il mio stesso terrore negli occhi,
le labbra smorte a baciare la terra
che odorava di sangue.
Anch’io, un giorno caldo d’autunno,
son caduto tra le fronde di questa boscaglia.
Ho pensato per l’ultima volta
al mio cuore vissuto invano,
alla bocca della mia amata,
luce fresca di rugiada
che mai più scroscerà
a infiorare gemme stellate
nei giardini dell’anima.
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