Flutto d'amore dalle mille paure
mi risvegliò, da una delle finestre
entrando spumeggiando nella stanza,
si allargò per ogni dove riflesso.
Dall'altra in primavera si era sempre
ma tu ancora dormivi: viva, certo,
sognavi in rosso galleggiando nuda
sinuosa naufraga tra relitti.
Fino nell'incavo tra scogli, al verde
d'alghe Nettuno d'occhi fulminanti
chiesi ragione. E pure alla nereide
di bragia che incendiò l'intrigo di onde,
chiesi ove fiorivan vampe di vetro.
Tornato al fremere di rosso in stanza,
al muggire di risacca, al respiro
assente come d'assopita schiuma,
mi diedi a trovare conchiglie intere:
dal suono d'oboe quelle sincere
quelle di piacere arrossanti guance
quelle dal rossore perché assolate
custodi ingenue d'alati risvegli.
10/03/2012
***riletta
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