Viveva fra le ombre della sua valle
dove la bruma nascondeva
le bellezze che la vita dispensava.
Era come un bambino cresciuto in un villaggio
da cui non si era mai allontanato
e nonostante gli venissero raccontate
le meraviglie che vi erano altrove,
non riusciva ad immaginarle e non le cercava,
era al sicuro nel suo piccolo mondo
fra le persone che si prendevano cura di lui.
Il tempo ogni anno mieteva il suo raccolto,
lui cresceva come i germogli sparsi su un terreno seminato
e non sapeva che anche dentro sé,
sepolto nelle profondità della sua anima,
cresceva un altro germoglio che avrebbe cambiato la sua vita.
Quando le spighe riposavano fra le braccia della notte,
camminava in mezzo a loro accarezzandole
e respirandone l'odore che gli donavano.
Un tardo mattino in quel mare piegato dalla brezza,
vide un singolo fiore,
lo colse con mano tremante
e lo tenne in alto per ammirarne l'unicità.
Quel gesto sollevò il manto di nebbia
e il miracolo della luce, fino allora sconosciuta,
accadde.
Il sole di quel tardo mattino giaceva sui picchi
cullando in un dolce tepore ciò che abbracciava,
i suoi raggi facevano salire la bruma come un velo,
per poi dissolverla rivelando tutta la bellezza nascosta.
Mentre in alto s'indugiava la luce,
un raggio pugnalava le nuvole
colorandole di una striscia dorata,
dalla loro ferita una scia d'oro stillante
scivolò ad illuminare quel fiore che teneva fra le mani.
Quel fiore era il germoglio cresciuto dentro lui,
gli sorrise, sussurrò alla sua anima,
catturò un raggio di sole
e lo diresse verso l'imbocco della valle.
Capì...
Quel varco lo avrebbe riportato attraverso la sua vita
innumerevoli volte, rivelato il futuro,
o i possibili futuri a seconda della decisione che avrebbe preso
durante il resto dell'esistenza.
Non voleva andar via per non lasciare lei,
come sarebbe stato bello andare via insieme,
ma se necessario lo avrebbe fatto anche da solo.
Doveva andare.
Se a lei importava di lui,
un giorno lo avrebbe cercato per i sentieri del mondo,
ma in cuor suo sapeva già che non lo avrebbe fatto
e che sarebbe stato solo,
solo in un mondo che non conosceva,
ma doveva fare quello che doveva,
anche se non era quello che voleva.
Sentiva di essersi sempre travestito da qualcun'altro,
creandosi una maschera
fino a divenire una seconda natura.
la maschera era troppo attaccata per poterla togliere.
Adesso si rese conto che c'era un'altra via
che avrebbe potuto seguire
e fu facile toglierla e gettarla via.
Doveva solo imparare a controllare le proprie emozioni,
per vedere cosa andava fatto
quanto ciò che desiderava poteva essere fatto.
Mentre il crepuscolo annunciava il suo arrivo colorato di rosso,
sapeva che la vita gli avrebbe insegnato
a dipingere sulla tela dell'eternità.
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