LA DANZA DELLE LUCCIOLE
Questa sera, passeggio ,lungo il lago della mia immaginazione
Lungo un sogno fattosi immagine, attraverso la cruna di un ago.
Nel logos esploro il parnaso
Mi perdo nel viaggio dell’aldilà
Nell’immaginare ,intravedo l’oscurità dei secoli trascorsi.
Vedo danzare le lucciole vicino le sponde del lago
Ove Giove inseguì Venere
Dove Apollo giocò a palla con Acheronte.
Dove il tempo si ferma per permettere ai turisti
di scendere nei profondi inferi della propria coscienza.
Per la prima volta in molti anni, mi è apparsa di nuovo
la visione dello splendore della terra:
nel cielo del crepuscolo la prima stella sembra crescere
in luminosità̀ mentre la terra si oscura.
Cosi vedo danzare di nuovo
le lucciole dentro i cespugli profumati di mirto e miti.
Ed ad ogni passo, ogni cosa diviene luminoso .
E la luce, che era la luce della morte,
sembra restituire alla terra il suo potere di consolare.
Non ci sono altre strade in questa estate sotto altre stelle.
E la danza delle lucciole illumina i mio pensiero
E l’amore rinchiuso in questo corpo.
L’amore che cercai negli anni passati
Sorrido e vivo, nella danza delle lucciole
nell’estate del duemila ventitré
Solo in questa luce di cui non sapevo il fine
poiché́ nella mia ed altra vita le avevo fatto torto:
Venere, stella del crepuscolo, a te rivolsi
la mia preghiera, attraversando quell’oscuro sentiero.
Tu hai prodotto luce sufficiente a rendere
la mia strada nuovamente visibile.
Insieme alla danza delle lucciole piccole e indifese
nell’estate del mio duemila ventitré.
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