Posso capirti?
O capisco solo quello che voglio capire?
E se quello che voglio capire
fosse quello che tu vuoi che io capisca?
Saremmo d'accordo allora sul fatto
che io non posso odiarti, in alcun modo
dato l'antefatto che ti amo ancora, se l'amore è una patologia
perchè sei bella, come una piccola venere
alquanto ardita e hai l'anima d'artista
l'ho capito subito, la prima volta che ti ho vista
e tra le tue dita scorre la vita, con disinvoltura.
Che io sembri un qualunquista non è una copertura.
Ho rari guizzi di coscienza, tutto il resto è contro natura.
Non credo di essere all'altezza di una storia matura
per questo mi perdono per averti lasciata andar via.
Smettila di piangerti addosso e dimagrisci piuttosto
mi sono detto a un certo punto, ci sto provando, sia quel che sia.
Ma è troppo tardi, per di più è già accaduto tanto tempo fa
un dejavu dei più scontati.
Ho vissuto in alternativa in un mondo altro
per non soffrire di smarrimento, ho perduto la strada.
Dopo qualche acuto, oliato l'ingranaggio,
il rodaggio durato a lungo, c'erano cose da imparare
ma la mia mente è facile all'imbrunire ed Io che vuol dire?
Se sei separato in casa.
Per tornare uno, qualunque mezzo è buono
e non sentire più le voci.
Tutto il resto è secondario, anche l'amore, a meno che
non sia l'amore il mezzo principale.
Cosa vuoi che ti dica? Tu chiamole se vuoi, scorie mentali.
I miei pensieri nella notte, esposti allo scherno.
Latte versato di versi inconsulti.
Frequento le fontane all'ombra, d'estate
se ti va di parlare. Quando la sete ti coglie.
La Piazzetta del Sole con i suoi muretti bassi e luminosi
è un invito a perdere tempo in chiacchiere care e senza peso.
Dolci, come i baci degli innamorati nel cuore della notte.
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