La periferia è ridotta a peste e corna
e troviamo coraggio solo al centro
commerciale che ignora quanto
sia grossolana la polvere miracolosa
che trasforma il cemento in vita.
Il cuore va di corsa dagli occhi all’abbandono:
una botta e via, ma l’emozione resta
per quanto era terra e arbusti e camporella.
Questo luogo è quello spazio in cui fermarsi
richiede offerte votive, come il deputato si dice.
Ho visto qualche dissanguamento salvifico.
Ho sentito la mia buona vena ritirarsi
finché lo spirito non l’ha saldata alla cassa.
È il tempo questo in cui si consuma la tasca
prima delle suole: l’inverso è già passato.
Arancina, la mente gatta, è rimasta a casa
e a farmi le fusa è l’inserviente dei panini.
Ma una micia è una micia e il panino
è a un pasto da me e dà mordente
in luogo del ricordo più friabile
a cose fatte.
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