Pubblicato il 23/01/2011 16:44:10
mancavano pochi giorni a primavera l’asfalto lucido per una pioggia leggera chiedeva prudenza ma tu eri il figlio del vento e la tua mano ferma accarezzava il Saturno come fosse una vera Gilera
non arrivasti a primavera quella curva fatta mille volte lì ti aveva dato appuntamento con un destino di morte la pioggia batteva il tuo corpo ormai senza vita mentre Baconin ti accompagnava nel mondo dei Grandi dove non c’è estate né autunno né inverno e primavera ma solo lo scintillio d'acciao della Gilera
Era il 1957 e Libero Liberati, centauro ternano, vinceva il Campionato Mondiale di Motociclismo nella classe regina: la 500. La sua moto era una Gilera. Ma proprio mentre si festeggiava la vittoria del titolo mondiale, la Società Gilera annunciava il ritiro dalle corse per sopraggiunte difficoltà economiche.
Liberati, campione del mondo, restava senza moto! Si fecero avanti altre prestigiose Case per offrirgli una moto ufficiale, ma il centauro ternano rifiutò restando fedele alla Gilera, nella speranza che tornasse alle corse!
E per non perdere il contatto con l’agonismo, accettò di correre nelle classi inferiori, quelle fuori dal grande giro mondiale che conta, con una vecchia Gilera “Saturno” di sua proprietà. Ma non avendo una scuderia ufficiale alle spalle non poteva allenarsi sulle piste ufficiali. Si allenava allora sulle strade di casa
Ed anche quel 5 marzo del 1962 sfrecciava veloce sulla Valnerina, la strada che dalla Cascata delle Marmore scende a Terni. Piovigginava…l’asfalto era scivoloso…quella curva l’aveva fatta mille e mille volte…ma non quel giorno…e si schiantò sulla parete di roccia.
Forse mentre raggiungeva il suo idolo - Mario Umberto “Baconin” Borzacchini, pilota automobilistico, figlio anch’egli di una Terni operaia e morto nel 1933 nel Gran Premio di Monza del 10 settembre insieme a Campari – sognava una Gilera…
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