Di cosa dovrebbero cantare
i poeti?
Forse degli istanti che bruciano
come tizzoni ardenti,
delle lande che esplodono di verde,
di amori trapuntati di stelle,
o di vite dimenticate
crocefisse alle fronde del cielo
a ingoiare sassi e schegge di vetro.
Appese a un filo di luna,
nel ventre della notte, brillano
più delle stelle
le anime che invocano inni alla paura.
Nel buio s’acchetano le ire
e le ingiustizie del giorno
ma nel cuore lentamente si consuma
un canto eburneo,
quel desiderio di vita bagnata di giusto,
di diritti e lavoro dignitoso
confidando in un sorso di pace
a saziare le carni disidratate di anima.
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