La carezza va sul corpo da uno sguardo.
E' uno snodo dei muscoli a tempo debito
– come quelle ginocchia che assediano,
più che la schiena, le feritoie.
Si raccontano ladre come gazze le dita.
Accettano anch'esse le regole del gioco:
amare è accedere al lucernaio degli occhi
per possedere un’altra altezza: amare è
liberare i piedi dai pioli. Cederebbero
se non altrimenti retti con labbra grandi;
nella sua immensa gola
la lingua stretta saliva franca.
Ora, sulla schiena: rifinita
nelle spalle, lenta, stesa,
svela attrazioni in serie.
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