Pubblicato il 23/01/2011 02:10:17
Udimmo per qualche fiato imprevisto la canzoncina dell’infanzia che noi vivemmo, giù nel salotto perché si espandesse il ricordo di un uomo che dovette tornare
In qualche misera intermittente desolazione dichiarativa un fanciullo cantava la canzone del voluto gatto nero Sulla mia fermezza si situava e si animava l’obelisco Tello.
Immaginifico il suo sguardo Il suo piccino tono, che del vibrato ha sfiorato e suonato le corde della mia desolata fanciullezza, ritrovata.
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