I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Gli arcobaleni
Ed anche in questa giornata di pioggia Ci ritroveremo In arcobaleni Di veleni .
Id: 17825 Data: 27/11/2012 12:51:01
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Occorre
Occorre ripensare
occorre comporre
occorre cucinare
pensando che tutto c'è stato.
A vita nuova
la zucca parlante
suonerà una dolce melodia.
Id: 17611 Data: 17/11/2012 12:32:03
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Non avrai altro Dio allinfuori di me
Grigi palazzi, si confondono con il cielo e l’umore, nel tutt’uno che eclissa la vita, che tormenta la gramigna scevra di gioventù, che solidamente traccia i bordi delle strade, strade truccate da un velato color lago dove scorrazzano piccoli pattinatori sul ghiaccio che solidamente tracciano i loro raggi di sole.
E fluidi nella perenne stagione imbiancata scivolano i fanciulli dai capelli color grano creando dall’alto una contraddittoria estate l’unica che si possa immaginare l’unica che si possa respirare.
E in un momento una lieve brezza scombina le capigliature dorate creando sterminate distese di cielo.
Seduta nel ciglio la morte vi osserva -scappare dal suo sguardo è pura casualità Quando il calcolo del ghiaccio ci conferma che la mortalità è in astri lontani dalla razionalità.
Id: 17450 Data: 08/11/2012 16:12:22
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Dilla in postilla
Si vive senza poesia nella polla che abbonda linfa in preda all’arsura di quel cavo frugolo Tra breve sorseggerà vacuità
Id: 8043 Data: 11/04/2011 17:48:39
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Presente
L’inversione del mio tempo, tramuta un insolito passato, intorpidito come l’ultimo caffè. E riflette questo presente futuro e rimembro ciò che sono.
Id: 7652 Data: 15/03/2011 17:15:05
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I custodi del tempo
Alle sei del mattino gli uomini delle finestre, illuminate, osservano, il passare delle forme: ritmi sull’andante addormentato, un pittore disteso, un operaio ubriaco nel ritorno.
Li vedi nel inseguir chimere casalinghe , intriganti come gatti di porcellana smaltata, ove la mesta polvere si lascia eclissare dal tempo, tra ritmi singhiozzanti che si concedono ai custodi.
Id: 7335 Data: 22/02/2011 18:12:08
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La danza degli specchi
Si erano dati appuntamento nel viale dei crepuscoli quando ancora il loro sole andava albeggiando le prime sinfonie Un po’ contorti goffi tozzi ma anche slanciati dai più baciati Fulmineamente il sole si tramutò in televisione riverberando una pubblicità sui loro corpi Ormai danzanti ammaliati e privi di personalità.
Id: 7276 Data: 18/02/2011 23:37:18
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Esiliato
Esiliato in un fronte che è solo futuro Frugare da lontano Il mio umano scorso
Avvicinando una fragranza zuppa di costume nell’ormai presa di sussistere
Quando la palpebra si arrende nella moria di mia via si infonde la mestizia
Isolato ed esiliato immergo la mia proiezione in lacrimosi bicchieri di rosso E in un momento mi ritrovo tra il vivere e l’esistere esiliato sperduto tra creatura e muratura
Id: 7262 Data: 17/02/2011 23:17:39
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Primavera in cucina
Minuta cucina di un condominio che porta il nome dello splendore Nel primo giorno d’agosto scrostammo dal muro quel linoleum brizzolato come l’inverno che mai fiorisce Trovammo la nostra primavera perenne perché mai sfiorisse con il passar le stagioni È li sepolta dagli anni settanta Ed ora è la nostra ora, di togliere le ultime gocce di cemento su quella distesa di Androsace, irrigate da olio e persone E’ in arrivo la stagione che riflette il nostro ultimo Inverno nell’incauta danza dei fiori che mai sfioriranno.
Id: 7233 Data: 16/02/2011 16:25:14
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Decanter
E si mesce ed esce dalla bottiglia La goccia diversamente vuole trovare ragione nel suo illusorio splendore tutto è decantato Tutto è decantato ed ora ossigenato con le sue lacrime esprime la sua potenza e lentamente scende fino allo stomaco tramutato in ebbrezza e con la testa da carosello e con il corpo da umano porcello.
Id: 7134 Data: 10/02/2011 17:21:30
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Tornare ad essere primaverili
Tornare ad essere primaverili è in attesa per una nuova stagione. Abbeverarsi in rigagnoli di rovescio dall’aroma sangue di un Marte sconsacrato Dalla sempre perpetua brama di rivelazione così in silenzio si stempera la stagione che torna a freddare. Tornare ad essere primaverili nell’osservare abbagliati una stagionale illusione sorretta da umani negromanti. Ridestarsi per qualche alito primaverile nella penultima dissolvenza che trova il concreto Tornare ad essere innovativi è in quel volto incanutito che offre solchi carnali scolpiti in un originale linguaggio. E il tutto vien trascritto nel dizionario metafisico, ai limiti del tempo. Nel senile non vi è forse innovazione? In questo tempo ormai tutto preannunciato.
Id: 7096 Data: 07/02/2011 21:44:26
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Passato did idi popopopmomomodoroodoro
Or dunque , in quel dunque che fummo .. noi popopopoveeeriiii : sudati nei campi sterminatiiiiii dalla Puglia, trattattatatta perché il tutto è passatoooo e passa e squasssssssssssssaaaaaaaaaaa le ultimeeee frondeeeee frodeeeeeeeeee diiiiiii pelatiiiiiiiiiiiiiii pettinati e controlliii certicerticertif ficati , fu Italiaaaaaaa e’ in pizzeriaaaaa e nei ragùùù rimestatii siiii esalaaaaa AAAlbaniaaaaaaa Nigeriaaaaaaa………
.Passato di pomodoro biologico. Ingredienti: pomodori*, sale. *Biologico.
Id: 6968 Data: 30/01/2011 18:26:15
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Il ritorno cantato da Carlo
Udimmo per qualche fiato imprevisto la canzoncina dell’infanzia che noi vivemmo, giù nel salotto perché si espandesse il ricordo di un uomo che dovette tornare
In qualche misera intermittente desolazione dichiarativa un fanciullo cantava la canzone del voluto gatto nero Sulla mia fermezza si situava e si animava l’obelisco Tello.
Immaginifico il suo sguardo Il suo piccino tono, che del vibrato ha sfiorato e suonato le corde della mia desolata fanciullezza, ritrovata.
Id: 6832 Data: 23/01/2011 02:10:17
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Luscio ammaestrato
Il principio dei mortali ormai ammaestrato nella mano tesa che issa e cala l’esistenza Osservava e sospettava uno strano strato di uno stravagante minerale indovinato.
Il viaggiatore fiutava quella freschezza nel suo intimo convincimento di sgomento nella sua irrequieta foglia ormai in secchezza discendeva In qualche sparuto angolo un esordiente momento.
Id: 6721 Data: 16/01/2011 22:17:17
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La pietanza
Assaporare te, dell’inanimato ventre per discese calde di brodaglia. A pranzo sei bouquet di sempre, a sera, rigurgito di effetto canaglia; e quando vi è quiete si accomoda l’odor di famiglia.
Quest’oggi ho nutrito il mio ventre del tuo effluvio giornaliero, la mia giornata satura di piccole speranze di sempre rigurgita per un istante ormai statico una mela avvelenata.
Id: 6573 Data: 05/01/2011 18:56:37
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Esiliato
Esiliato in un fronte che è solo futuro Frugare da lontano Il mio umano scorso
Avvicinando una fragranza zuppa di costume nell’ormai presa di sussistere
Quando la palpebra si arrende nella moria di mia via si infonde la mestizia
Isolato ed esiliato immergo la mia proiezione in lacrimosi bicchieri di rosso E in un momento mi ritrovo tra il vivere e l’esistere esiliato sperduto tra creatura e muratura
Id: 6468 Data: 28/12/2010 11:14:16
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E ritorno nella notte
Nella notte del ritmo segnato al crepuscolo degli Dei, bruciò più lenta, la saliva che annaffia il mio dire, saliva nel ricordo di un divenire. Dal bruno del poggiolo si ode ciò che ode non è più, e presidiano i minuti animali domestici con il mio senso di sentimento.
Immaginando la città anche sol di oggi dal frastuono liberata; bisbiglia la lamentazione, si libra nell’aria e solitari uccelli esotici a volte pensano a chiassare. E domani è ritorno. Ma nulla sincero riecheggia sulla strada scaldata dall’asfalto consumato. Solo il fumo scalfisce questa quiete senza voce del mio essere solo nella notte.
Falene s’intravedono e si posano su qualche bocciolo intento ad aprirsi. Una produzione irrompe sulla storia della natura- silente, d’un sol sentir canzonatorio, per chi tentenna nel presente. Solo in questa ora, mi sorprendo: aldilà dei bioritmi impronte e ombre che avanzano al mio cortile,- del comune respirare solo possiamo ascoltare. E domani è ritorno.
Id: 6425 Data: 23/12/2010 21:45:01
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Luoghi di ieri
Ormai in disuso si accennano al sol passaggio
Nella sfumatura del mio fanciullo rivivo quel calcinaccio che affrontava un silente scalpiccio
Di tenere peppe con sguardo da volpe che naufragavano in uva sotto spirito
La mente greve osserva un passante nel luogo di sua vita di nostra secolare vita
Id: 6408 Data: 22/12/2010 10:39:55
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Sandra
Sandra è operosa, ormai latente si adagia.
Osservò incuriosita vostra vita, sussurrando ad un incauto pianto,
e si scombino e un po’ si odiò
poi di nuovo in balia.
Il vento in autunno ridiede sussurri. Un po’ oscillante affondò nel prato.
Gli sgorgò dalle vene la paura di amare
Morì in un lago di amore.
Id: 6399 Data: 21/12/2010 17:16:59
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E viene la neve
E viene la neve sui quei dolci seni di velluto Anima scopritrice che io non conosco attraversa l’immaginazione trapelante Come sorrisi discontinui i tuoi spiragli di gioia Neanche io potrò vegliar su di te sulle tue giornate rovesciate sull’atmosfera aurea che versa sulla raggiante persiana immacolata che guarda la vita che fiorisce in cristalli brinati scombinati e viene la neve.
Id: 6392 Data: 20/12/2010 15:52:36
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Si adagia linverno
In divenire, incontro, quel bioccolo, nella sua incombenza gravitazionale, si incontrano divergenze di bruciante ghiacciolo i miei pois grigio verde.
Affonda l’impronta. Nelle sue vesti casuali. E del pigmento si fa unità E si veste la canicola nel giorno di San Lazzaro.
Id: 6362 Data: 17/12/2010 23:27:20
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Il suo Tudor
I presenti alla riunione scambiavano immaginazioni per vivace realtà Ed io solo scrutavo gli animi gentili seduti nel cortile dei fumatori Solo allora si mescolarono le realtà nell’ultimo momento della sua fine Si precipitò verso me La mia beata amoreggiata folle velleità Del suo penultimo singhiozzo contemplavo la mia figura Paterna odierna sua creatura All’ultimo saluto del suo tudor.
Id: 6331 Data: 13/12/2010 23:44:49
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Il colore delle rose
Ritornano a chiarificarsi le lontane pose, e si frantumano le porcellane di bigio toccare perché è dato per scontato il colore del fu. Ardere e adattarsi è il colore delle nostre rose.
Id: 6260 Data: 06/12/2010 23:16:56
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i padri
Nella fragranza vivo e assorbo l’essenza di un ventre morbo e rimasugli di vitalità remote schiocchi di dita, e fruscii di note.
Di rimembranze stanze fraterne Scorgere negli occhi il sale bagnato nel tumulto di una fanciulla asciutta che arde e teme il salgemma salato.
Incontrare la fronte e il volto con impunita di un padre ormai stolto amando ormai più di se stesso quello che chiamano, è te stesso.
Passando per ore in sudore sentendo il suo grande fragore di tenui gesti che san di brillore. Del pesto che odoran i soli padri in certe serate cambiate di ladri Di tesori mortali che portano i padri.
Id: 6181 Data: 29/11/2010 00:28:35
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Il mio ultimo appuntamento
Odo ciò che si muove Sussurrante alle lancette di un tempo anche stamane dal fondo della mia dimora arriverò trionfante al mio quotidiano appuntamento. La lancetta che segna il mio ultimo pensiero E impaziente sentirò il battito dell’orologio raccontarmi il canto tic toc-tic tic tic- toc toc toc Granitico perché muoversi altrove è un lieve morire
E nell’animo disorientato la foglia che il vento mi sparge Nelle lunghe notti gelate mi confido alla luna che lentamente mi consuma e un po’ mi rende compagno. Il moto della mente attratto per fisicità lunare esalta e abbassa il mio senso di epoca Di chiedere l’ultima sigaretta prima di cadere Di raggiungere o smarrire il mio ultimo appuntamento.
Id: 6081 Data: 20/11/2010 23:44:16
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Stanca
?
Stanca non s’ode sul suo tondo dubbio di concetto. E saziano l’ore nel roseo passar le orchidee perché l’giorno lieto e invertito trascorre una giornata silente fra gli sguardi e tele e te di lucerne seguiam quiete.
Id: 6014 Data: 15/11/2010 01:06:14
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Volti di voci
La grazia si pèrde nel siero e grave nel pendio si scontra. Nel volto rosato si trova. La procella sbatte e ribatte e chiama richiama or tonfo. La vista fu calante sfatta la carne fu carne di apolide L’urlò divenne parola.
Id: 5996 Data: 13/11/2010 10:27:43
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Qual sorpresa
Ormai stanchi e barcollanti, adagiamo i nostri corpi ad impalcature metalliche. Qua e la uno spiraglio di sana vitalità, si dimena a plastiche globali e aspetta la saggezza che un silenzio ci regala. Pressioni scivolose ed amori nascenti , così il piccolo capo trae in sé l’immagine più inestimabile che mai pensammo di avere di poter essere .
Id: 5947 Data: 09/11/2010 23:37:12
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