Lo sterno s’allunga, verso i cieli
in un trionfo surreale.
La bocca scende
sulle case avvinghiate
nella forra perfetta della civiltà.
Ovunque cola il sangue di questa poesia.
L’intestino è un cordone
ombelicale che avvolge
le strade di grigie noie.
La mano è un passero
che disgela dai tetti
dell’invisibile l’acume
e le sue azzurre epifanie.
Ovunque cola il sangue di questa poesia.
La mente è un airone
che cavalca attimi ruggenti
e porta con sé l’erba arcana
dei pascoli selvaggi,
obliqua ferita di cieli trasversali.
Ovunque cola il sangue di questa poesia
mentre, uccello fiammeggiante,
rompo col caos, trasudante Mistero,
l’apparente linearità del mondo.
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