allontana le donne che non sanno
le osterie, o non trovano di meglio
del cercare se stesse, tipo l'acqua
nel mare. Ti guardi nello specchio
chiuso, tutto ciò che dicevi, valeva
la pena, è ora lontano, consumato
dai giorni e da notti -dormite- male
interpretate, come una gatta zuppa
mostri il corpo a chi non abbisogna
del tuo cuore, labbra e respiro divisi
dalle solite parole. In questa quiete
stanca riposa la mia barba ferrigna
rido da solo di noi, piango da solo
per te, e niente è più qui, neppure
gli anni che abbiamo lasciato fluire
come un sangue malato tra sagome
di occhi a fissare labbra smemorate
non più in grado di scorgere la vena.
Come sono morti i nostri baci? Forse
per finta, è apologia dell'insicurezza
rimanere in attesa per non farsi male.
Scontare la pena vivendo per sempre.