SUL TUO LATO
Fra le auto
come se tu fossi di là
attraverso la strada.
Contro la catena
potrei sbattere
incocciare nel palo
rimbalzare sul cassonetto
inciampare nel tombino
urtare lo scalino
scontrare lo stop
sbandare potrei
cozzare nel vuoto
che è riflesso bianco
di porta a vetri
arrossire col semaforo
perdere gli occhiali
cercare la suoneria,
in quale tasca poi,
dimenticare il gradino
saltare la fermata
schivare il fiorista
ambulante di fazzoletti
e accendini, soffocare
pur di non respirare i nerofumi
che il Comune chiama “Bollino Blu”.
Potrei passeggiare
correre o saltellare
davanti al vigile
senza patente e libretto
condurre i miei pensieri
da solo parlare
piangere e ridere.
Alle parole
al riso al pianto
cercar compagnia
potrei non vedere
l’amico come il nemico
tre gabbiani sul lampione
andando a investire l’unico albero
in mille miglia
cento piccioni un topaccio
la pancia già sazia
di qualche gatto
i lasciti dei cani,
scusate, dei padroni umani.
Potrei impattare
contro la colonnina dei taxi,
credendo li arrivi il metrò,
scuotere il parcometro
per avere gomme da masticare
far viaggi da sogno
sulle scale mobili
scorgere pecore vere
sull’erba finta a De Ferrari,
inchinarmi felice a Garibaldi
credendo sia re Carlo.
Potrei confondere il cassiere
lo scaffale alimentare
il politico l’artista
l’elettricista il lattoniere
il barista il gioielliere
la rotonda con la giostra
le strisce blu col mare
il traffico con la musica
le pubblicità con le verità
l’alternativo col positivo
amicizia e amore
presenza e assenza
veglia e sonno
sul tuo lato camminando
della strada.
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