CASA SUL MARE
E ne risento silenzio di quella casa
da dietro tende
che il vento più non muove.
Di salmastro il tetto odorava
quando fanciulli i piedi snudavamo,
ilarità le bianche nuvole sfilacciate,
frutta e pietanze offrivano luce come sole.
Oggi non ha pupille per guardare
casa deserta affacciata sul mare,
occhi chiusi le finestre serrate,
per l’arsura appassiti gerani.
Abbandonata dimora
mesta nuda e muta nella memoria,
tra pareti scorrono rivoli di pianto
fuochi spenti alle bocche d’infanti
al soffitto buie lumiere
pareti che s’incrociano e ne fan vuote stanze.
I flutti sberleffano la battigia
e nel far ritorno dentro al mare
trascinano il tetto di trascorso infinito.
(g. f.)
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