UOMO A MARE
Un corpo si squilibra e cade in mare
e tutto è lento però in un istante
è già subito piccolo e distante,
la prua va al vento ma è duro virare.
Gli occhi non sono più quelli di allora
vedono meglio il dentro che il fuori,
forse il passato aveva più colori,
o è lo sguardo che oggi li ignora.
Eppure mi ricordo sulle carte
rotte tracciate ma già immaginate
che dall’inverno andavano all’estate,
l’ansia di chi trova una méta e parte.
Era tepore ciò che cercavamo,
quello che a volte incontri all’esterno
e insperato ravviva il fuoco interno,
come la brace si arrampica su un ramo.
Ti vedo andare, andare, andare,
non so chi sei nell’onda increspata,
quasi mi chiedo se mai ci sei stata
su questa barca con me a navigare.
Spalle alle sartie, dritto in mezzo al ponte,
cerco di decifrare l’orizzonte,
ma intorno a me non vedo altro che mare.
QuinGen23
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