Pubblicato il 14/12/2022 17:19:33
(al gatto del mio amico) Gatto che non avevi un nome ma ne ascoltavi cento non avevi casa ma angoli e la strada era il tuo pericoloso passatempo gatto indifeso tenero d’età e perciò dal passo lento che attendevi carezze sulla porta gatto che guardavi col fulmineo sguardo l’onda delle crocchette la mano amica l’ombra che si allontanava paga
Gatto in posa sulla panchina al sole il pelo lucente gli occhi stretti beato nel tuo stare quieto senza contare il tempo per noi così tiranno gatto che recavi del mattino il saluto e del tuo esser vivo lasciavi tracce ora tu hai un nome ed hai una casa e il miagolar concerti e fai le fusa al tepor della mano che t’accarezza la lucida pelliccia.
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