Calca di lutto scolorito ― per il prossimo estinto
ancora plausibile con qualche ritocco
tacchetti straziano la pietra barocca ― e merletti
Alta la voce degli uomini
scampati alla minaccia venuta dal mare
lodano a ribalto le qualità derise in vita del
sensibile inetto artista imbrattatele viaggiatore debosciato
Cala fresca sul corteo
la risata scomposta del suicida
gomiti sul davanzale e bicchiere ancora in mano
Non si sghignazza a un funerale!
Alzati i volti gocciolanti ― qualcuno accenna a
una perdita di senso ― la folla si allenta
e ricompone in rapide occhiate.
Non si diserta un funerale!
Ma la bara cambia peso
e l’imbrattatele accosta le tende
sul gregge sudacchiato.
All’altro capo si schiudono
braccia di donna e cuore
Vegliare la propria
salma è grazia rara e
spesso non voluta.
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