Pubblicato il 13/07/2010 10:20:59
III Parte
Antonio, Angelo e la coscienza di Amedeo
Come annunciato dalle previsioni meteo, le nuvole delle prime ore del giorno furono spazzate via dal soffio di un forte vento di tramontana che ritardò il risveglio degli ospiti, fornendo ad Amedeo l’opportunità di riallineare i suoi tempi.
Riuscì a concedersi il piacere di una sigaretta, camminando su e giù per il patio, cercando di raccogliere lentamente i suoi pensieri, mentre Antonio raggiungeva in fretta un angolo protetto dal vento, davanti al mare, con il pc sulle gambe e l’aria impegnata.
Amedeo indugiò a lungo lo sguardo su di lui: quel ragazzone alto e prestante, abbronzato estate e inverno, dagli occhi castani intensi ed un sorriso bianchissimo che sembrava rivolgere sempre a qualcuno, anche quando si trovava solo, come se fosse capace di elaborare pensieri esclusivamente positivi sul mondo, era proprio una bella persona.
E quel difetto di pronuncia, motivo di ironia da parte di molti, contribuiva a rendere sofisticate le sue conversazioni sui più svariati argomenti, senza mai eccedere in saccenza, suscitando una piacevole curiosità nei suoi interlocutori.
Manager di una grossa azienda pubblicitaria, con la passione per il teatro e il balletto, così bello e solare, deludeva ad ogni stagione le aspettative femminili di giovani e meno giovani ospiti del b&b.
Giù in paese lo conoscevano ormai da due anni, da quando un giorno, acquistato al mercatino del porto un grande cappello bianco a larghe tese, sotto lo sguardo ammirato delle ragazze del posto, con quell’aria da vip consapevole della propria seduttività, raggiunse al caffè Greco, locale assolutamente esclusivo della zona, un attempato signore che ebbe il torto di abbracciare e baciare pubblicamente sulla bocca con grande trasporto.
Fu scandalo e il definitivo crollo di un mito.
Antonio non apparteneva alla tipologia di omosessuali che ostentano gestualità e atteggiamenti femminili e pur tuttavia amava gli uomini senza risparmiarsi, e soprattutto senza nascondersi, visceralmente, in modo totale, spiazzante, centrifugo…e spesso i suoi compagni si erano dati davvero alla fuga!
Amedeo confessò a se stesso di aver provato all’inizio un senso di fastidio per questa sessualità così manifesta, in netto contrasto con la sua apparenza di "macho".
Molto presto però gli era riuscito facile, non solo accettare questo aspetto, ma addirittura apprezzarlo, al punto da averlo scelto come affabulatore d’eccezione nelle serate con amici e con gli ospiti del b&b.
Del resto, era anche un bel vantaggio potergli affidare Nancy in alcune specifiche incombenze per le quali si sentiva inadeguato, come quando lei fu costretta a prendere il primo volo per Roma perché aveva deciso improvvisamente di dare un esame.
Ricordò che l’estate prima, senza preavviso, trovò Nancy con il trolley nel patio che pretendeva un passaggio in aeroporto : " mi è arrivata una @ da una collega, è l’ultimo appello, il prossimo sarà a novembre, starò via un paio di giorni", dai Ami, non posso perderlo, devo fare in fretta a laurearmi, lo capisci vero?".
Il terrazzo era affollato dei primi ospiti della stagione, Amedeo lanciò uno sguardo supplice ad Antonio che era già pronto con le chiavi dell’auto in tasca.
Si, era davvero una bella persona, sempre disponibile, gli era davvero grato per la crostata della mattina, salvata per miracolo!
L’incontro con la volpe rossa aveva costretto Amedeo a fare i conti con i propri limiti e soprattutto con la mancata elaborazione della sua nuova condizione.
Numerosi erano i segnali ricevuti in quelle ultime ore, non poteva più ignorarli.
Primo avviso: la paternale di Angelo sul mancato avvertimento dell’avvistamento dell’animale, peraltro ferito: in questi casi, si chiama la guardia forestale, o la protezione animali, o anche solo un veterinario, in ogni caso si avvisa la comunità che c’è un potenziale pericolo per gli altri animali. E cosa aveva pensato in quel momento? Che non doveva dirlo a nessuno perché se la sarebbe dovuta cavare da solo!
Secondo avviso: Argo aveva provveduto da solo a garantire la sicurezza dei micini e della sua stessa vita. Lui era stato capace solo di concentrare tutta l’attenzione su una bestia investita, anche dopo essersi assicurato di non averla ammazzata e nemmeno ferita gravemente, perché mai non aveva pensato ai suoi animali? Il senso di colpa, esagerato ed infantile, aveva avuto la meglio sulla preoccupazione per l’incolumità dei suoi amici a quattro zampe.
E i gattini erano stati affidati alle sue cure dopotutto!
Terzo avviso: la fastidiosa abitudine di Antonio di curiosare in cucina si era trasformata in un prezioso intervento d’emergenza che gli aveva risparmiato un’ulteriore mortificazione.
Avrebbe dovuto interrogarsi sui motivi che gli impedivano di accettare l’aiuto, se pure non richiesto, di un ospite tra i suoi preferiti, quasi un amico fidato.
Una mano si fermò sulla sua spalla, proprio mentre, scuotendo la testa, si dava dell’idiota.
"Qui c’è un bel da fare, Amedè, ho chiamato l’Enpa, ci penseranno loro ad intervenire e a diramare la notizia: per la volpe, direi che non dobbiamo preoccuparci, se è arrivata al mio pollaio, vuol dire che sta bene. Ma per i nostri animali, dobbiamo fare qualcosa. Pietro ha già provveduto a rinforzare lo steccato giù da me, io comincerei a chiudere i gatti ed il cane in un recinto, che ne pensi?"
Amedeo finse un improvviso pragmatismo e con aria grave rispose "Certo, è esattamente quello che stavo pensando. Andiamo!".
Angelo sollevò gli occhi al cielo con un sorriso indulgente e beffardo e gli indicò il posto dove aveva temporaneamente sistemato i gattini, dopo aver loro somministrato la terapia antibiotica.
Amedeo non era ancora riuscito a conoscere la vera età di quest’uomo, alto, magro e asciutto come un albero secolare, con un passato degno di un vecchio centenario ma con una vitalità da trentenne.
Sapeva che aveva fatto il pescatore in gioventù, che era stato uno dei più prestanti tuffatori nella prestigiosa località del "Ciolo", dove ancora oggi giovani ardimentosi ( anche un po’ incoscienti ) si esibiscono in voli nelle acque cristalline della costa salentina da altezze davvero vertiginose;
che un giorno, stanco del mare, spinto dal desiderio di mettere pace tra la terra rocciosa e brulla e quella parte dell'Adriatico così pescoso, aveva acquistato per due soldi un appezzamento di terreno apparentemente infruttuoso da cui aveva ricavato un’oasi, utilizzando una tecnica che fu poi imitata dagli altri contadini del posto: sulla roccia degradante fino al mare erano sorte in breve vegetazioni destinate a caratterizzare la macchia mediterranea.
Viveva da solo, in una fattoria costruita con l’aiuto di suo cognato Pietro; nulla mai si seppe della moglie e dei figli, che pure aveva avuto, in un passato lontano.
Dal primo giorno dell’acquisto della casa, aveva dimostrato grande simpatia per quella coppia di giovani innamorati che aveva coraggiosamente deciso di avviare un’attività senza nulla saperne della fatica e dell’impegno che avrebbe rappresentato: in modo assolutamente non invadente, aveva assicurato tutta la sua disponibilità nell’avviamento, nella promozione del b&b e soprattutto nella manutenzione del verde, che avrebbe richiesto la sua grande competenza.
Nancy aveva una speciale ammirazione per quella specie di vecchio zio, quei solchi di rughe che improvvisamente si distendevano nei dolcissimi sorrisi che solo a lei destinava, le ricordavano l’affetto di suo nonno, scomparso ormai da tanto tempo.
Amedeo si sorprese a rivolgere a lei un pensiero d’amore, il primo forse da una settimana, e si diresse verso il capanno degli attrezzi, per raccogliere l’occorrente per il recinto, confortato dalla sollecita collaborazione dei suoi amici.
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