Pubblicato il 01/11/2022 23:37:52
IO, CHE MORTE CHIAMATE Fin dalla nascita distribuisco singhiozzi col mio passo regolare attraverso lesta l’infanzia, forse un po’ trascurata, e veloce la gioventù innanzi la notte sfrontata. Nel mezzo del cammino indugio solo un pochino, ai maturi passi so donare duri sassi, l’età saggia calma attendo sull’ultima spiaggia. Quando mi chiamano appetiti imprudenze ed armi anche se stanca certo non posso fermarmi. Consumo fiori coloriti frutti saporiti sempre nuovi vigori germinando dai loro cuori e così dissolvendo tutte le vite Io, che Morte chiamate, genero storie nuove infinite.
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