UOMO
Venne l’Uomo brillante,
altero si pronunciò:
“Con generosi lumi
rischiaro il nero velo,
rassegnatevi astri del cielo.
Ogni sentiero conduco distante,
dai miei bitumi scostatevi piante.
Nei miei tepori mi riparo
e il mio fresco m’è caro,
dove vuoi irradiati sole.
Con maestose navi ti so domare,
come puoi agitati mare.
Fragranze produco e colori,
a loro inchinatevi rigogliosi fiori.
In copiose acque posso sguazzare,
lassù lacrimate grandiosi vapori.
Assai veloce so ovunque andare,
di più soffiate orgogliosi venti.
Deliziosi sono i miei canti e belli,
ascoltate contenti voi uccelli”.
Prosperava l’Uomo trionfante
nei suoi vanti specchiandosi
finché dentro gli occhi baldanzosi
inopinati vide riverberarsi
pianori infocati di sale.
Provò a modulare la voce
ma con altre note in lontana corale
insolenti si sbizzarrivano le armonie,
sorpreso diede forza alla gola
ma indipendenti in altre romanze
soavi volavano le melodie.
Con l’ingegno sospeso
fu tentato di raggiungerle:
cielo stelle luna e sole
mare piante fiori
venti uccelli vapori
nel Regno della Vita pensierosi
s’interrogavano: “Il migliore,
potrebbe essere il migliore.
Riuscirà mai a trovarci? “
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