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La casa sulla grotta I° Parte

di Maura Potì
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Pubblicato il 13/07/2010 10:16:30

E' la prima parte di un romanzo che dividerò in Parti , per agevolare la lettura.
Mi piacerebbe ricevere critiche e suggerimenti.
Attendo i vostri commenti.
Grazie!



1° Parte

La volpe

Un'ultima salita da infarto e potè finalmente abbandonare la bicicletta sul selciato, sollevando un polverone che ricoprì disastrosamente le auto in sosta e corse verso la dispensa alla ricerca di un pezzo di carne, passando dal patio dove raccolse velocemente un telo da bagno.

Gli ospiti del B&B erano tutti in terrazzo, con lo sguardo rivolto verso il mare, rapiti dal tramonto rosso sull’orizzonte del golfo, intenti a sorseggiare l’ottimo vino della casa e a sgranocchiare i tarallini dell’aperitivo: nessuno fece caso ad Amedeo, in preda ad una crisi di affanno dopo una corsa da campionato.

Nella cesta degli attrezzi riuscì a trovare la torcia che gli era servita per stanare i gattini soccorsi sul ciglio della strada qualche settimana prima; si guardò intorno realizzando che il momento dell’ora blu avrebbe richiesto la sua solita cordiale partecipazione alle conversazioni e sperò che nessuno desse peso alla sua assenza.

Nancy l’aveva abbandonato proprio durante il tutto esaurito del locale, per rincorrere un obbiettivo improbabile, che annunciava la fine del loro sogno comune, infranto chissà da quanto tempo contro un muro di false aspettative di carriera.

Gli aveva lasciato un cane e due gattini che lei stessa si era offerta di curare da una seria forma di cimurro e, naturalmente, la pesante attività del B&B.

Amedeo amava molto quel posto, nato dalla fatica di un contadino/giardiniere, figura leggendaria, che era riuscito a domare quella natura selvaggia, realizzando sulla collina terrazzamenti coltivati a limone ed ulivi che degradavano fino al mare.

Durante un viaggio in barca a vela, cinque anni prima, lui e Nancy avevano attraccato in prossimità di una grotta lungo la costa di Otranto, attratti dalla rigogliosa macchia mediterranea che prometteva generose raccolte di capperi, origano e basilico: a bordo, era Amedeo che deliziava gli ospiti con primi piatti a base di pesce raffinatamente conditi con spezie di ogni specie.

Avevano percorso un sentiero strettissimo tra i muri a secco che si snodava sinuoso dal porticciolo attraverso rovi e sterpi fino ad una casa in pietra arroccata sulla collina, quasi completamente nascosta dalla fitta vegetazione: fu amore a prima vista.

Nel giro di pochi mesi decisero di chiudere l’attività della piccola azienda nella capitale e di abbandonare quella stagionale di skipper, per gettare definitivamente l’ancora delle loro vite nelle acque di quello splendido golfo.

Questi pensieri attraversarono la sua mente come in un flash back cinematografico, mentre inforcava la bici per ridiscendere a rotta di collo verso il cespuglio a valle dove l’attendeva un’opera di pronto soccorso da affrontare, questa volta, con l’aiuto dell’istinto e del buon senso.

La volpe era sempre lì, i suoi occhi lampeggiavano nella nuova oscurità di una prima tiepida sera di giugno: lo guardava attenta, traballando sulle zampe malferme che pure minacciavano balzi repentini, anche solo di ritirata e Amedeo non poteva concederle la fuga, questo lo sapeva con assoluta certezza.

Qualche minuto prima, di ritorno dal paese per la quotidiana scorta di pane e frise per la colazione del giorno dopo, aveva pensato di usare la bicicletta al posto del Doblò, e in questo vide un chiaro segno del destino: l’avrebbe uccisa di sicuro se quel giorno non avesse deciso di fare un po’ di moto.

Era abituato all’attraversamento di piccoli animali sui sentieri dei pescatori e tante volte aveva schivato porcospini, tartarughe e gatti selvatici ma quel tardo pomeriggio, forse un bicchiere di vino in più misto a quella sorta di bolo che non riusciva a mandar giù nel fornire spiegazioni della mancanza di Nancy agli ospiti più indelicati, gli aveva come intorpidito il cervello e…semplicemente non l’aveva vista!

Non riusciva a spiegare come fosse riuscito a tenersi in sella, dopo aver avvertito qualcosa sotto le ruote, frenò e fu allora che gli parve di sentire un guaito; si avvicinò ad un cespuglio ma non gli sembrò di vedere nulla, poi ad un tratto percepì dei tramestii provenienti dall’interno di una piccola cava nella roccia e fu allora che comprese di trovarsi di fronte ad una tana di volpe: tre cucciolotti indietreggiavano smarriti cercando disperatamente la madre.

Si guardò alle spalle e incontrò per un attimo lo sguardo della bestia ferita che scomparve lasciando un rivolo di sangue tra le foglie secche.

Ora, nonostante la fragorosa sgommata e la concitazione dei movimenti, quei piccoli fari nella semi oscurità gli confermavano che lo aveva aspettato, sempre in assetto di difesa, ma era lì!

Posò il telo e la carne sul tappeto di foglie e indietreggiò un poco, guardingo.

Per qualche minuto che gli parve interminabile, attese sperando in un’improbabile fiducia dell’animale nell’uomo e ad un tratto si accorse che la bestia, fiutando per terra, zoppicando, si avvicinava a lui: rimase immobile, paralizzato dall’emozione di quell’incontro, ma ne restò presto deluso.

La volpe, afferrato il pezzo di carne, con un balzo fu dentro la tana e calò il sipario dell’oscurità sull’improduttivo tentativo di soccorso di Amedeo.

Al ritorno, gli ospiti del B&B erano ormai rientrati nelle stanze, a godere degli ultimi preziosi attimi di ozio, dopo un’intera giornata passata all’aria aperta, prima di affrontare i clamori della dancing night.

Amedeo quella notte la passò sveglio, assediato da pensieri deliranti.


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