Pubblicato il 12/10/2022 11:26:04
Un vecchio cancello arrugginito nel tempo, una casa, la casa degli angeli. Angeli perduti, senza paradiso. Un sottofondo di musica fa vibrare un groviglio di corpi da cui si levano grida d'orrori, di gioie, di pace, paure artificiali e viaggi artificiali. In quell'ammasso umano mi sento stranamente solo, guardo quei giovani e un brivido mi percuote. Nelle mille rughe del loro volto antico è passato l'aratro impietoso del tempo. Un tempo chiamato droga, che consuma a poco a poco quell'intreccio di corpi vuoti, incapaci di lottare, senza più ideali e volontà, apatici ed insensibili perchè non hanno più la forza di rientrare nell'orrenda caverna che ha sconvolto i loro cuori e le loro menti. (1974)
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