Pubblicato il 07/10/2022 22:02:03
Tu eri una ferita avara che invano tentai di smacchiare col candeggio della poesia. Appena nata mi avvoltolai nel giorno strano come triste astro nella sabbia. Poi mi feci un carapace perché l’alba non dissanguasse. E ogni primavera deposi uova amare là, sulla sabbia rossa, senza saperne la sorte. Ma fu da quell’alveare decomposto, senza regina, che trassero il mio nome, a arpioni; come da un pozzo artesiano dove, di notte, arde una stella.
« indietro |
stampa |
invia ad un amico »
# 5 commenti: Leggi |
Commenta » |
commenta con il testo a fronte »
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Annalisa Scialpi, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.
|