Ricordo di aver seminato il corpo
distrattamente. Non ne ho tenuto conto
quando ne facevo consumo. Non ha dato frutti
‒ è sintomo di seccatura?
Rivedo gli ascensori: un pulsante è occupato,
gli altri allunano in pieno; il nord del territorio
è il contrappasso dei sogni. Sogni? Prese
visioni, nient’altro.
Non ne ho coltivato alcuno, perché ovunque
ci siano scale piego le ginocchia
per sollevarmi, benché l’ombra trattenga
la gamba per evitare una brutta figura.
Va da sè
che il momento da cogliere è raro
nel prato che non si cura.
Per un pezzo da uomo, qualcosa in me -
come in tutti i respiratori -, si era inerpicato
oltre le doglie e oltre il cancello,
dove ingigantisce la vita
finché si riprende l’ombra.
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