I pruriti esistenziali me li gratterò domani
per ora coltivo una brace di pochi tizzoni
che mi basta a stendere lenzuola.
Come si agitano certe vele al vento
sembrano sentire il fuoco nelle vene
e partono e non tornano più
come i tuoi bollori di una volta
che ti fecero sembrare in anticipo sui tempi
e ti legasti al dito o al collo, non ricordo bene.
Un viaggio di sola andata per un paradiso
di una sola persona.
Un cammino di Santiago da infedeli
per strappare un aiuto in extremis.
Una preghiera troppo a lungo trattenuta
per servirsi del sistema.
Tra i lettori di poesie ti farei pascolare
così, per penitenza o dove tutto tace quintessenze
e non rimane che credere al regno dei cieli.
Vorrei vederti alle prese col matto del paese
tentare di dissuaderlo dal credersi cortese
nel portarti in dono questi versi.
Vorrei vivere per sempre tra i tuoi seni
che si alzano al respiro coi pensieri
che normalmente volgi al cielo
a caccia di stelle che non cadano
che restino là dove sono, a mantenere le distanze
a mettere un freno ai desideri.
Tra le cosce mi appiattirei, per non pensare a niente
e la mia mente renderebbe conto solo a te.
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