Pubblicato il 22/06/2022 18:31:22
La mia casa è un guscio di volute, un nido d’allodole che s’infervorano al mattino, una tana di volpe dal musetto aguzzo e la zampata ardita.
E vivo nascosta, segreta, innamorata, l’increspatura di un’onda lontana sulla pelle candida, il colore delle portulache appena nate, la speranza bambina egli sguardi.
Il tuo pensiero che non m’abbandona, costante come l’odore di una torta appena sfornata, la fragranza degli armadi, le suppellettili ordinate, i ricordi di viaggi e amori solatii.
Il tuo pensiero che non mi lascia, variabile come il mio umore, il tempo scandito dal ticchettio degli orologi, dagli scrosci di pioggia sugli infissi,
variabile come l’ombra di questo amore, la dismisura delle emozioni ingigantite dalla distanza e dall’impossibilità, la bava, la scia, la traccia di quello che è stato.
La mia casa è una conchiglia, un riparo di steli e piume, un covo nella terra, dove raggomitolo i miei più intimi pentimenti
ma il disamore che bramo non mi raggiunge e resto salda, scolpita nella tua roccia, ancorata ad una tua parola, attorta allo spregiudicato assenso che m’imprigiona e libera.
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