Non seguivi le mie curve come fossero binari
e le tue dita erano steli d'erba gambi sottili
piume evaporate da scapigliate chiome
Eri sempre in gemiti d'assenza
abbozzi di fantasie audaci interrotte
da burrasche improvvise virgole nel ventre
Eri sempre dentro i miei silenzi urlante ed imperioso
ma ignaro del potere di quel Pensiero
che accolsi devoto adepto
Eri nella moltitudine dei vuoti speranza e fede
sofferenza crescente d'una gioia negata
eri l'apice a cui guardavo con riverenza.
Ed io non sapevo coglierti in segmenti d’attimi perché eri l'Immenso.
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