Pubblicato il 07/02/2011 12:00:00
Forse esondato è il giorno, la sua esatta dissolvenza in termini e fughe sul tuo costretto corpo che nuovamente torna bestia arresa al cappio della trappola, immobile in un tempo duraturo o forse solo stilla dall'albero scrollata, da quote immemorabili lanciata con tutte le tue attorcigliate linfe che più non sfociano al varo della luce; oh frivola, roccia che riluci ad ogni istante il nostro aspetto per mutare ormai l’attesa prospettiva, così da stele a rudere diserti diramate scendenze e rampicanti lentamente ti rivestono, fino a eludere ancora il nostro sguardo, tornare intatta ancora al primo luogo che fu di legni e terre.
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