Pubblicato il 25/11/2011 16:11:22
Con il Patrocinio di Roma Capitale.
Siamo lieti di invitarvi da mercoledi 30 novembre alle ore 19 all’inaugurazione per la presentazione della mostra "Profondità Vs Superficie" di Elio Casalino e Corrado Veneziano.–
La mostra aperta al pubblico- si terrà presso la Galleria d’Arte: ECOS Gallery Via Giulia, 81/a - Roma
Un nuovo spazio espositivo si è aperto a Roma “Battezzata” (d’intesa con il Comune di Roma e il Festival del Cinema) con una mostra sul fotografo Angelo Frontoni “il fotografo delle dive”, la Galleria vedrà il “debutto” di Elio Casalino e Corrado Veneziano nel loro antagonista contrasto: “Profondità Vs Superficie”. La mostra, che resterà aperta al pubblico fino a Dicembre è stata inaugurata dall’Assessore alla Cultura del Comune di Roma Dino Gasperini. ---- Con un titolo un po’ calviniano –“Profondità Vs Superficie”– Elio Casalino e Corrado Veneziano inaugurano la loro prima mostra personale nella neonata Ecos Gallery di Roma. Il titolo dichiara subito le distanze tra i due Autori. E infatti, al di là di importanti analogie – entrambi autodidatti, entrambi da tempo impegnati in campi affini a quello pittorico, entrambi attratti dalla ricerca di nuovi codici con cui raccontare (e provare a cambiare, almeno un po’) il mondo – le differenze più vistose sembrano toccare proprio i contenuti (e le forme, le raffigurazioni) del loro lavoro estetico.
Elio Casalino è, tra i due, quello profondo e concettuale. Con uno scavo interiore che si riverbera nei volti solcati dei Ritratti, con citazioni esplicite dalla Bibbia e da testi filosofici e sapienziali, Casalino plasma il colore in modo intenso e volutamente metafisico. Corrado Veneziano è invece attratto da dettagli elementari e parziali: pezzi di asfalto, lavagne, strisce pedonali, piastrelle, cassette della posta. E queste sono restituite nelle loro prevedibili ed equivalenti fattezze: reali, realistiche, regolari.
E più Casalino cerca intimità e sfumature, tanto più Veneziano si accontenta di presenze essenziali e bidimensionali. E nel primo l’impasto del colore diventa materico e voluminoso (poroso, grumoso); nel secondo il colore viene invece spalmato e adeguato alla piatta superficialità della tela. Insomma, due pittori antagonisti e confliggenti nella loro riproposta del mondo (interiore ed esteriore) circostante. E però. Però, in questa distanza radicalizzata e dichiarata, un’assonanza forse si può cogliere: giacché le opere di Casalino, partendo da un anelito di profondità svelano anche – ingenuamente scoperte – le proprie ricerche, e speranze. E allo stesso tempo Veneziano, nell’indugiare dei riflessi della luce che indora asfalti e piastrelle, nella lievità dei petali che si posano sui marciapiedi sembra tendere – in parallelo – verso qualcosa che sia un po’ più dietro, o sotto, le apparenze. Sia Elio e sia Corrado sembrano insomma ri-cercare una purchessia forma di sensualità e verità. Entrambi sanno che questa – la certezza di qualcosa che ci appaghi e plachi – non c’è. E sanno però che forse – complici gli echi del nome della “loro” Galleria – lontano (lì dove le parallele si fanno convergenti: dove le linee diventano “altro”, “oltre”) qualche unione, chiaroscurale o colorata, comunque ci sarà. - BREVI BIOGRAFIE Elio Casalino, di origini napoletane, si avvicina alla pittura in giovanissima età, per gioco, ricercando, comunque subito nel colore degli Impressionisti le forme i giochi dell'espressione. Smette peró subito, ma resta sempre sensibile alla cultura dell'arte, in tutte le sue espressioni, dal jazz alla pittura, alla scultua, all'Arte contemporanea, all'architettura. Riprende a dipingere dopo tantissimi anni, dopo il decorso della parte centrale della vita, e riprende per caso, quasi ne sentisse l'esigenza. E, infatti, inizia a dipingere l'espressione dell'anima, raccontando le emozioni e le sensazioni, in un intimo rapporto tra la tela bianca e il pennello e i colori. Vive e lavora a Roma, dove svolge la sua professione di notaio.
Corrado Veneziano inizia giovanissimo a occuparsi di teatro (a studiarlo e a lavorarci come regista) in importanti istituzioni italiane, dal Piccolo Teatro di Milano alla Biennale di Venezia. Parallelamente si laurea in lettere e si specializza in didattica dellla lingua, con particolare attenzione verso le forme espressive della comunicazione. Più recentemente, dopo aver insegnato e tenuto lezioni in università e accademie italiane e straniere, si è dedicato alla dimensione audiovisuale, scrivendo e dirigendo (tra l'altro) una serie di puntate per Rai 3-Divisione Ragazzi. Attualmente, su comando del'Università di Bari, da cui da tempo dipende, collabora stabilmente con la Sapienza Università di Roma, Facoltà di Psicologia. -
ECOS GALLERY Le gallerie sono tradizionalmente passaggi sotterranei – cunicoli, tunnel, trafori – creati scavando pietre e monti: alla ricerca di un legame tra canali e valli, piani, ferrovie, città. Le gallerie, inoltre, sono spazi cittadini che connettono piazze o arterie; e sono sistemi di collegamento di logge, absidi, palazzi, teatri: “scorciatoie” che avvicinano persone, lavori e ambienti, ancora una volta alla ricerca di incontri e relazioni. Le gallerie connotano siti militari e religiosi; designano ambienti marinari e sportivi; e infine (dall’epoca moderna in poi), le gallerie diventano spazi espositivi impegnati a ospitare pitture e sculture, oggetti d’arte e foto: tutti – sempre e comunque – alla ricerca di un ponte fatto (in questo caso) di sguardi, percezioni, confronti. Nate per collegare e rendere più fluido un passaggio, queste ultime gallerie sono diventate però col tempo esse stesse arte e idealità.
Non un semplice collegamento tra due luoghi (da attraversare il più in fretta possibile); non un corridoio buio e impervio che “finalmente” (alla fine, per l’appunto) porti luce e traguardi. Ma esso stesso – il passaggio, l’attraversamento, la connessione – arte, piacere, condivisione: al di là di ogni guadagno di tempo o di assemblaggio.
Questo tipo di galleria è uno spazio fisico, ma è anche (forse soprattutto) un preciso modello mentale. Esistono le gallerie dei ricordi (foto, oggetti, documenti), le gallerie dei personaggi famosi, e quelle dei sapori o delle visioni: e tutte tengono (vogliono tenere) appiccicati sempre, insieme, sensazioni-umori-piaceri: una compenetrazione tra luogo e fruitori (ambiente e pubblico) che non ha paragoni – né nei cinema, nei teatri, negli auditorium – rispetto alla dilatazione personale del tempo di contemplazione: una galleria che permette a qualsiasi visitatore di fermarsi, sospendersi, perdersi.
Stiamo aprendo una nuova galleria – in una realtà ricca e complessa com’è la città Roma –, e siamo consapevoli delle necessità di una collocazione che non risulti posticcia o indifferenziata; e che allo stesso tempo sappia ritagliarsi una sua identità di prospettive e di orizzonti.
Nata dalla tensione comune – verso le arti figurative e la visione – di tre professionisti di diversa estrazione (impegnati in campi che spaziano dalla cinematografia alla formazione, dalla legge al management), la nostra Galleria fa di questa pluralità la sua propulsiva specificità. Prende atto di – e denuncia – un tempo (quello che viviamo) talora vischioso e amorfo; ritiene necessario uno scatto ulteriore di coinvolgimento culturale e intellettuale; e propone uno spazio aperto e libero: capace di ospitare artisti italiani e stranieri; pronto a contaminare la dimensione della figuratività con quella delle altre forme espressive (a partire dalla musica e dalla parola); disponibile a misurarsi con le nuove frontiere (anche tecnologicamente avanzate) delle nuove arti visive; impegnata ad attrezzare i suoi spazi nel modo più funzionale e propositivo. Aperta – soprattutto – nel sollecitare forme artistiche di piacere e desiderio: di (ancorché passeggera, transitoria, estetica) felicità.
Ci aspettiamo molto da questa Galleria; e ci aspettiamo molto anche dai nostri frequentatori e (lo auspichiamo) amici, in una reciprocità fatta di scambio e di confronto: una dialettica che riproponga in forma moderna la vocazione di una galleria che non sia una scorciatoia tra artista, committenza e acquirenti: che recuperi invece le ragioni più nobili della condivisione in un’ottica di emancipazione e libertà. Elio Casalino, Corrado Veneziano, Massimiliano Sabàto.
-- via Giulia 81/a - 00186 Roma - Tel. 380.2501620
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