Andarsene così
col ruggito delle bombe
anche poco immaginati.
Lo spazio mi pervade le distanze
di appartenere a un altro luogo.
In silenzio mi difende e mi sovrasta
questo tempo ritrovato
e mi sembra poco ne rimanga
come al solito.
Sciogliersi nel vento
attraversare varchi dimensionali
essere attraverso e in nessun luogo
come altari, devoti all'Universo
delle cose non meglio identificate.
Essere astratti per circonvenzione d'incapaci
inabili all'atto pratico a prendersi sul serio
votati al crimine di non avere successo
mai adulti, per partito preso
consapevoli di andare avanti per inerzia
rammolliti da una vita distesa.
In tutto questo l'Apocalisse del giorno dopo
come ospiti di guerra.
La nevrosi che mi governa da un lato
-fossi al fronte-
vorrebbe te ultima dea, a furor di popolo.
Non importa se in sogno o dietro l'angolo.
Dall'altro un buon motivo per non morire dissanguati
sospesi, in memoria di un bacio mai dato.
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